Psicoterapia on line e/o dal vivo
La psicoterapia ed anche la terapia in generale on line, o comunque con l’ausilio dei media è ormai sempre più diffusa, nonché normativizzata da regolamenti ordinistici e leggi. Qui offriamo una brevissima riflessione sul ‘metodo catartico’ e ‘la ‘abreazione’ come strumenti terapeutici ‘classici’, entro un setting mediatizzato. Tuttavia l’obiettivo di questa riflessione guarda più avanti, e cioè si domanda come in un setting terapeutico mediato, non in presenza, quindi on line, telefonia digitale, audio, audio e video, scrittura, immagni, suoni, ecc. possano verificarsi fenomeni catartici e di abreazione. Durante una conversazione terapeutica via Skype tra psicoterapeuta e paziente possono verificarsi importanti fenomeni di abreazione, e cioè come vedremo, la possibilità di esprimere emozioni, spesso dolorose, di ansia, di rabbia, di odio, di gelosia, ecc che hanno un potente legame inconscio con esperienze vissute nell’infanzia.
Si tratta di esperienze che spesso sonostate dimenticate o rimosse, ma che emergono a mano a mano che il ‘romazo famigliare’ di un paziente viene narrato dal paziente in un clima di effettiva fiducia e alleanza. Naturalmente ciò avviene normalmente anche nelle sedute dal vivo, sebbene non in tutte le sedute, e in genere non nei primissimi tempi.
Sebbene la distanza e l’interfaccia di uno schermo non possano certo favorire un clima di piene condiviosione, capace di generare comunicazione anche con il corpo, con la vicinanza, la presenza, la comunicazione on line può consentire di riuscire a dialogare quando il paziente si ‘sente’ particolarmente disponibile e desideroso di farlo, e, tuttavia, per motivi oggettivi di distanza e di tempo non può farlo recandosi presso lo studio dello psicoterapeuta. Questa possibilità di psiicoterapia on line può dare effetto ad un senso di maggior continuità e vicinanza psicologica tra psicoterapeuta e paziente, dà quindi maggiori possibilità di ‘essere seguiti’ e di ‘farsi seguire’. Dunque la psicoterapia on line potrebbe essere considerata una buona possibilità, entro certi casi e certe condizioni, per consulti e percorsi terapeutici ‘misti’, cioè sia dal vivo e sia on line. Nonostante il dialogo on line si svolga in una condizione più fredda rispetto a quello dal vivo, esso contribuisce a mantenere il giusto ‘calore’ terapeutico, entro il quale come in una speciale alchimia si verificano fenomeni liberatori di emozioni negative, ovvero di catarsi e di abreazione.
Inoltre, nella mia esperienza clinica di psicoterapeuta e di moderatore di forum on line su argomenti psicologici alquanto ‘nevralgici’, ho avuto modo di osservare che la possibilità di partecipare a un gruppo on line – quindi di scrivere testimonianze e riflessioni, di percepire analogie tra il proprio vissuto e quello di altri, di chiedere sostegno e di rispondere, nonché di disperarsi e di allietarsi – favorisce poi in sede di dialogo psicoterapeutico dal vivo e/o on line, la possibilità di generare fenomeni catartici e di abreazioni che hanno un decisivo effetto terapeutico.
Naturalmente la clinica psicoterapeutica, che sia on line, dal vivo o mista, presenta una vasta gamma di tecniche, di approcci, di orientamenti. Ora però ci soffermeremo sull’abreazione e la catarsi considerabili come strumenti terapeutici classici, che sono possibili anche attraverso un contesto multimediale in continua evoluzione e diffusione che, certamente, non può dirsi classico.
Catarsi e abreazione
Il concetto di catarsi dell’antico teatro greco è stato rielaborato nel “metodo catartico” da J. Breuer e S. Freud negli anni 1880-1885 (vedi Galimberti, 1992c; 159-169). Lo scopo catartico della tragedia greca era di suscitare emozioni dolorose e conflittuali negli spettatori, affinché essi potessero provare un commovente e comune effetto di liberazione e di consapevolezza, rispetto al fato e alle sofferenze e alle ingiustizie della vita. La scoperta di Breuer e Freud del “metodo catartico” fu esposta per la prima volta in Sul meccanismo psichico dei fenomeni isterici (1893) e in Studi sull’isteria (1895). Essi avevano messo a punto il “metodo catartico” per la cura di alcune malattie nervose – metodo che verrà considerato da Freud come il precursore e il nucleo centrale della tecnica psicoanalitica. Il “metodo catartico” si fondava sul presupposto che:
[…] i sintomi isterici nascevano per il fatto che a un processo psichico gravato di intenso affetto veniva in qualche modo impedito di defluire (abreazione) sulla via normale che conduce alla coscienza e alla motilità, talché l’affetto, per così dire “incapsulato”, prendeva una strada sbagliata e trovava un deflusso nell’in-nervazione somatica (conversione) [Freud, 1922b:440]. Il ‘metodo catartico’ era ancora basato sull’induzione dell’ipnosi, attraverso la quale si faceva rivivere al paziente il ricordo dell’evento traumatico legato all’affetto, affinché potes-se essere abreagito, ovvero rivissuto al fine di consentire una via di sfogo. Laplanche e Pontalis alla voce “metodo catartico” della loro Enciclopedia della psicanalisi spiegano:
[…] un adeguato scarico degli affetti patogeni. La cura permette al soggetto, non solo di evocare, ma anche di rivivere gli eventi traumatizzanti ai quali questi affetti sono legati, e di abreagirli. [Laplanche e Pontalis, 1967].
Dunque la catarsi in quanto fenomeno emozionale si manifesta come “abreazione” (termine coniato da Breuer e Freud) che allude ad una soppressione dell’affetto in quanto:
Deflusso dell’emozione legata a un fatto o al ricordo di un fatto che, se non trovasse vie di sfogo, si manifesterebbe in sintomi patologici [Galimberti, 1992a: 5].
Per una migliore comprensione del modo di intendere la catarsi e i suoi sviluppi secondo Freud e Breuer è assai significativo il seguente passo di Fornari:
La “catarsi” è riaffiorata nella nostra epoca all’inizio della psicoterapia moderna: il metodo detto appunto catartico di Breuer e Freud […]. Nel metodo catartico la rappresentazione del fatto penoso obliato (come equivalente dell’incubo) tende a coincidere con l’evocazione e quindi con la presenza del fatto penoso stesso, allo scopo di scongiurarlo. Il metodo catartico assume così l’aspetto di una ripresentificazione dell’evento infausto e di una sua esorcizzazione attraverso la rappresentazione […]. Freud si rese conto che ciò che agiva terapeuticamente nel metodo catartico non era semplicemente la possibilità di rappresentare il fatto penoso obliato attraverso il ricordo, bensì il rivivere il ricordo nell’ambito di una relazione di transfert che, in quanto comporta affetti, implica una mescolanza di energia e di significazione […]. Dopo Freud l’amore è un processo di transfert e il transfert significa che gli affetti non presentano se stessi, ma stanno al posto di qualcos’altro, di altri affetti, per altre persone. Il transfert contiene la situazione teatrica, nel senso che l’affetto per una persona trasforma la persona in qualcosa che sta al posto di un personaggio. L’analisi di transfert mette in crisi il concetto aristotelico della catarsi, come processo curativo che libera dal male attraverso una specie di purificazione realizzata per mezzo della espulsione-abreazione di qualcosa di cattivo. Con l’analisi del transfert l’incubo viene affrontato da svegli: non più nella situazione ipnotica. Questa ha in comune con il teatro il suo essere una situazione nictemerale, mescolanza strana di veglia e di sonno. Nell’analisi il soggetto che parla, da sveglio, dei propri sogni, sposta l’asse terapeutico dall’evacuazione-catarsi alla produzione di segni. L’incubo viene così esorcizzato attraverso la comprensione del suo significato […]. Non si tratta più nemmeno di esorcizzare l’incubo attraverso una serie di rappresentazioni-mimesi come è nel teatro greco o nella sacra rappresentazione medioevale. Nasce, al posto della semplice rappresentazione, un modo più sofisticato di controllare l’incubo attraverso una ricerca che porti alla significazione [Fornari, 1979: 155-157] .
Interpretazione e transfert
Gli ‘strumenti’ generali della psicoterapia sono l’interpretazione e il transfert.
– L’interpretazione consiste in un continuo processo diagnostico, cioè una ‘conoscenza a due’ – terapeuta-paziente’ attraverso la quale si comprende in modo profondo il proprio vissuto. Ciò è fondamentale per trovare nuove risposte, trasformare comportamenti, relazioni, affetti. L’interpretazione si rivolge alle dinamiche inconsce che emergono dai sogni, dalle fantasie, dalla sessualità, dai ricordi dell’infanzia, dalle relazioni affettive attuali e pregresse, dal modo di ‘essere nel mondo’, dalle idee, dai desideri, dalle aspirazioni, dalla vita lavorativa, famigliare, ecc. E’ importante che l’interpretazione abbia un senso razionale, una capacità di cogliere i processi logico-cognitivi, ma è spesso di essenziale importanza che essa colga anche processi di simbolizzazione, attraverso metafore terapeutiche, pratiche immaginative, ed una visione archetipica dell’inconscio (mi riferisco in particolare ad un’orientamento junghiano, al quale mi riferisco in modo particolare).
– Il transfert è dato dall’energie psichiche che intercorrono nella relazione tra terapeuta e paziente. Si tratta di emozioni, proiezioni, stati d’animo e quindi di una relazione umana ‘speciale’ fatta di fiducia reciproca, ma anche di spontaneità, durante la quale possono nascere anche difficoltà e incomprensioni, le quali però indicano anche i punti nevralgici sui quali lavorare. Mi riferisco ad esempio allecosiddette ‘nevrosi da traslazione’, ove tra paziente e terapeuta si sviluppa un contenuto ‘conflitto psicologico’, che però è una riedizione del conflitto di fondo che il paziente ha acquisito nella sua vita famigliare ed affettiva. Vi sono poi transfert affettivi che consentono di ripristinare carenze affettive e di ruolo formatesi nella vita famigliare. Ad esempio si possono generare sentimenti e proiezioni di paternità, maternità, gemellarità, o di fantasia erotica più o meno cosciente, insomma energie psichiche che vanno a costituire un rapporto profondo, che permette al vissuto interiore di essere ‘rivissuto’ in una relazione terapeutica. I fenomeni di transfert sono stati investigati in una modalità assai particolare da Jung attraverso metafore derivate dall’alchimia, la quale in modo simbolico esplorava le energie simboliche e materiali che legano o respingono le sostanze visibili e invisibili.
Interpretazione e transfert, sono dunque i due strumenti di base che consentono i fenomei di abreazione e di ‘catarsi’ dei quali abbiamo fatto cenno. Tutto ciò, con i dovuti distinguo e le dovute modalità, ha un suo riscontro anche nella psicoterapia on line.
L’effetto ‘tele’ nel gruppo, dal vivo e nei forum on line.
Secondo Moreno – ideatore dello psicodramma, dal quale succedono varie forme di teatroterapia e lavoro terapeutico di gruppo – l’abreazione assume una forza e un senso particolarmente intenso e terapeutico quando si manifesta in una condizione di gruppa, in un clima di umana condivisione. Il setting gruppale, infatti comporta un effetto empatico tra i partecipanti: cioè un’iterazione e un’interazione tra le singole esperienze di abreazione. Moreno aveva chiamato “tele” questa interazione tra i partecipanti (vedi Moreno, 1923: 45-46). L’ effetto “tele”, può favorire le possibilità di esperire fenomeni di “catarsi psichica” , come l’ha chiamata Moreno in riferimento allo psicodramma, durante il quale le emozioni legate a vicende personali vengono agite in azioni teatrali, semplici, ma di grande pathos, ove la finzione è pienamente al servizio della verità. Non occorre alcuna capacità attoriale, ma il contesto consente di esprimere attorialmente un proprio vissuto doloroso, per poterlo elaborare e trasformare, anche grazie all’interazione con gli altri.
Ecco allora che possiamo trovare un’analogia con l’effetto ‘tele’ dello psicodramma un certo clima di solidarietà, dialogo, empatia che in alcuni forum di auto-aiuto si manifesta non con l’attorialità, ma con la scrittura. La possibilità di partecipare ad un diario c0llettivo on line, nel quale è possibile leggere come nel tempo dolori ed emozioni dei partecipanti mutano e migliorano, dà certamente forza, speranza, desiderio di mettersi in gioco, voglia di comunicarsi. Questo particolare effetto ‘tele’ dato da risposte e commenti deve però essere costantemente coltivato da uno o più moderatori, che possono essere psicoterapeuti, counsellor o anche persone con altre competenze umanistiche. Infatti il forum on line avente scopo catartico e di ‘effetto tele’, non può e non deve essere considerato come una psicoterapia di gruppo, ma come un luogo dove poter interagire per far in modo che la propria esperienza dolorosa, la propria sofferenza dell’anima possa aiutare altri ed essere aiutata dagli altri, con umanità e solidarietà. Ma torno a ripetere che è essenziale vi sia una o più figure di moderatori, cosa che comporta un impegno notevolissimo e volontario, svolto con autentica passione altruistica e solidale. Ritrovarsi nella comune sofferenza richiede strumenti, spazi e persone che l’accolgono amorevolmente, così che un forum on line diventa una comune casa di cura dell’anima, dove vi è la possibilità di abreagire le emozioni negative, di favorire la ‘catarsi psichica’, di sviluppare un ‘effetto tele’ propizio. Certamente è fondamentale incontrarsi anche con il corpo, nella presenza effettiva, ma ancora di più è importante incontrarsi nell’anima, e questo, per quanto possibile, può accadere anche on line, entro dimensioni di psicoterapia individuale, così come entro gruppi di auto-aiuto opportunamente moderati ed orientati.
PIER PIETRO BRUNELLI – PSICOLOGO-PSICOTERAPEUTA
(Dottore in DAMS e Specialista della comunicazione sociale).
3 Comments
Leave A Comment
You must be logged in to post a comment.
Il computer come lo conosciamo, friendly, fu inventato da Joseph Weizenbaum con il programma Eliza che simulava il dialogo che un terapista fa con un paziente. Weizenbaum rimase sconvolto dal fatto che i suoi studenti si chiudessero a parlare con Eliza dei loro problemi, e scrisse un libro Computers power and human reason (1976), tradotto in italiano dal Gruppo Abele.
La psicoterapia, on line o dal vivo, in un certo senso serve a rielaborare i dati del proprio personal computer psichico, a volte bisogna perfino formattarlo in alcune aree… in effetti si tratta di una concezione cognitivista della psicoterapia che non e’ poi cosi’ tanto metaforica. Tuttavia il computer e internet sono un valido medium affinche l’anima-psiche possa meglio restare in conttato tra psicoterapeuta e paziente, e cio’ e’ possibile attraverso molteplici modelli e approcci terapeutici.
centralità dell’ essere
potenziamento del soggetto reale
proiezione dell’ essere centrato e reale nel futuro, grazie alla fiducia (elemento spirituale) in sè e in altri esseri umani
svelamento dei comportamenti contradditori, dove il potere personale si è alienato.
Ricerca di elementi trasformabili
Gestione di una mappa del potere personale reale
Potere personale
Definizione di un sistema di “funzioni” e “costrutti mentali” del cliente per una ridefinizione del suo disegno personale intreccio tra essere e esserci.