Ci sono persone con i sentimenti così disturbati da risultare nauseanti, specie quando cercano di arroccarsi nella loro ignorante arroganza narcisistica. Sono persone costantemente egoriferite, i sentimenti li recitano con loro stessi, ma alla resa dei conti si rivelano per quello che sono: dei poveretti che cercano di mascherarsi finché possono. Che pena! Purtroppo, poiché tutti abbiamo bisogno di dare e ricevere amore, spesso capita di restare preda di questi poveretti, immaturi e irresponsabili che giocano con la vita e con il cuore, di se stessi e degli altri. Ma una volta superata la delusione, una nuova alba rinasce nel cuore, una luce di libertà che porta ad un nuovo, incontro, prima di tutto con se stessi e poi verso l’amore, in tutte le sue forme. Ma non sempre si può condannare qualcuno perché ‘sbaglia’ in amore. Molto spesso non lo fa con consapevolezza e viene mosso da forze ambivalenti che lo rendono un amante difficile se non odioso. Ma in un modo o in un altro sfoga i suoi complessi personali sul partner o su gli altri. Di questo deve arrivare a rendersi conto e a contenersi. Se non ci riesce, nonostante aiuto, pazienza e comprensione, è opportuno non lasciarsi usare come sfogo e sottrarsi a questa possibilità, anche a costo di troncare la relazione.
COMPLESSITÀ E COMPLICAZIONI IN AMORE
L’amore è un sentimento complesso e che può essere vissuto con complicazioni. Per chi lo prova con intensità appare invece semplice, chiaro, diretto, perciò non riesce a comprendere le complicazioni del partner, che possono essere di varia natura e per svariate cause. A volte, anzi spesso, si tratta di complicazioni non dovute a cattiveria o a intenti subdoli. Può trattarsi di una persona che prova amore, ma sente emergere paure dissidi dentro di sé, che non riesce ad elaborare, e che possono spesso dipendere da vissuti affettivi pregressi e famigliari turbolenti, carenziali, ambigui, molto conflittuali ecc. Perciò questa persona nell’ incontrare un partner amabile, sente di amarlo e si impegna pure con dichiarazioni, propositi, calore sensuale e premure. Poi peró sente venir meno i suoi sentimenti, qualcosa dentro gli provoca una sorta di ansia del legame (filofobia) oppure sente che ci sono state delle trasformazioni per cui qualcosa è cambiato nel rapporto con se stesso e con il partner. Può quindi emergere uno smarrimento identitario su base narcisistica. Allora diventa più ambivalente e anche ambiguo. Ambivalente se vive il legame con senso di colpa, gli dispiace comunque perderlo. Ambiguo se invece vuole sfruttare il legame prima di reciderlo. Chi è ambivalente non capisce se vuole o non vuole la relazione, tiene legati a metà con strazianti yo yo, oppure al contrario abbandona con fughe e sparizioni improvvise (ghosting). Nei casi di narcisismo ambiguo e conclamato, la persona con tali complicazioni sessuoaffettive ‘maligne’ , può tendere a far ‘impazzire’ il partner in modo poi da sentirsi legittimato ad abbandonarlo e persino umiliarlo e ferirlo con disprezzo. Questi sono i casi peggiori, ma anche quando ci sono complicazioni non afferenti il narcisismo patologico, queste possono portare nel partner una traumatizzazione della vita erotico-affettiva che può estendersi ad ogni vissuto, impegno e relazione con gli altri e il mondo. Il partner abbandonato tende poi a vittimizzarsi, colpevolizzarsi e a vedersi insufficiente, esasperando rabbia (a volte anche pericolosa) e crollo dell’autostima. Di certo si sono commessi errori da parte di entrambi e si hanno limiti, ma se il partner delusivo non si fosse trovato in una condizione di problematicità erotico-affettiva, con buona probabilità si potevano risolvere i conflitti in nome di risananti e radicati sentimenti e reciproci. Non sempre c’è la si fa, e non fa nemmeno bene accanirsi troppo a lungo a mantenere per forza in piedi la relazione. A un certo punto non è stato possibile comprendersi, né perdonarsi o riparare. Avviene che si arriva ad odiarsi pur amandosi. Il rapporto si corrompe. Il partner abbandonate può oscillare tra sensi di colpa, dispiacere e risolutezza a farla finita. Oppure se è patonarcisistico se la vive con menefreghismo, ambiguità e perfino con sprezzante trionfalismo. In ogni caso tutto ciò può gettare in una condizione delusiva e ansioso-depressiva il partner abbandonato. E’ un dolore psichico fortissimo che può manifestarsi in forme acute e anche croniche. E’ uno stato dell’ anima straziante, che si riflette anche in compromissioni della salute e dell’energia psicorganica. Ma con una giusta terapia che aiuta a comprendere come sono andate le cose nel profondo, si potrà uscirne persino più armonizzati e consapevoli nei sentimenti, e questo permetterà di riaprirsi alla vita amorosa in tutte le sue forme, nell’incontro più felice con un partner meno complicato (seppure con le sue complessità) e nell’affermarsi delle proprie risorse creative e costruttive, sulla via dei propri desideri più autentici.
AGGRESSIVITÀ COLPEVOLIZZANTE E LITIGIOSA .
L’attacco di un partner con problemi di ambivalenza (tratti narcisistici e/o borderline più o meno ‘importanti’) si scaglia secondo logiche accusatorie colpevolizzanti, mirate ad amplificare ogni minima mancanza o problematicità dell’altro. Cose che potrebbero essere discusse senza overeaction e toni e argomenti criminalizzanti. Questi attacchi si autolegittimano nell’ aggressore, come risentimento che richiede rivalsa e di ‘fare i conti’, non per un fervore volto, seppure in malo modo, a farsi comprendere, ma proprio come bisogno di affermarsi, punendo e demolendo l’altro. Più l’altro cerca di negoziare e più lo si considera ‘alle corde’ e va quindi abbattuto. Il peggio è che a volte queste loro ‘vendette trasversali’, (antiche rabbie complessuali irrisolte) si scatenano quando l’altro si trova in una condizione di debolezza psichica, o anche fisica e sociale. Ritengono ingiusto dover ‘sopportare’ il malessere dell’altro, come se il loro fosse costretto in secondo piano, oppure perché temono di essere considerati insufficienti nel dare supporto, e devono farla pagare… Queste persone fanno di tutto per convincersi che il partner meriti l’aggressione per una qualche sciocchezza o equivoco che potrebbero essere affrontati senza sprigionare ondate di odio distruttivo, vittimismo e accuse unilaterali sproporzionate. Purtroppo accade. Che fare? Se si tratta di comportamenti transitori che poi rientrano, e di persone che poi hanno lodevoli qualità, allora si può solo aver pazienza, aspettare la bonaccia, parlarne un po’ con calma… e aspettarsi più preparati la ‘prossima botta’. Ma se poi gli ‘attacchi’ si ripetono spesso, non c’è mai o quasi mai riflessione autocritica e se poi la persona non immette nuove energie positive nella relazione, meglio rassegnarsi a rinunciare alla relazione, aumentando le distanze finanche a negarsi. Poi se l’altro rivelasse una trasformazione – cosa relativamente possibile a patto che elabori e comprenda il suo complesso – allora si potrebbe anche riprendere un dialogo.
Il collega Bino AG Nanni, recentemente ha scritto la seguente chiara sintesi sull’aggressività che si sprigiona dai problemi interni all’aggressore (uomo o donna).
“L’“attacco al pensiero” (alla verità, alla realtà) non è caratteristica esclusiva della psicosi conclamata. Come sostiene Bion, in ognuno di noi esiste una parte psicotica, in un rapporto dialettico con un settore della mente sano, capace di pensare; parte psicotica che talora prende il sopravvento e cerca d’imporsi anche sugli interlocutori.
Capita, a volte, d’essere aggrediti tramite affermazioni assurde, basate su uno o più presupposti sbagliati, da cui l’aggressore trae, senza un vero nesso logico, le sue conclusioni. Confutare tali affermazioni senza perdere la calma richiederebbe un lungo ragionamento, in cui gli aspetti sbagliati dovrebbero essere come smontati pezzo per pezzo. Ciò, tuttavia, è reso impossibile dal tono ostile e incalzante di queste persone; tono che esige una risposta immediata. Lo scopo di tale aggressione è attaccare anche la nostra capacità di pensare; e, se rispondessimo in modo aggressivo e impulsivo, lo scopo sarebbe ottenuto.
Come fare per non farsi coinvolgere? Credo che, in questi casi, la risposta vada pensata e non detta immediatamente. Nel frattempo conviene tacere e fissare negli occhi l’individuo che ci sta aggredendo. È come penetrare nel suo mondo interno e rivolgerci a quella parte di lui che riconosce benissimo il proprio comportamento folle” (2t86lm ge0Snnilaio2 a1fflale orpoance o1e1cg:166)
CHIEDERE SCUSA? PER ALCUNE PERSONE E’ IMPOSSIBILE!
“SCUSA” : una parola bella e facile, se sincera… Ma ci sono persone che al massimo conoscono le A/S/CCUSE – si scusano un pochino accusando a sproposito, anche se hanno torto marcio – e piuttosto che chiedere scusa davvero sono disposti a distruggere l’amore, la famiglia, l’amicizia, la vita, la salute, una bella giornata e ogni bene. Sono i narcisisti patologici e affini nelle loro innumerevoli varianti. Fanno del male e poi mettono chi lo ha subito dalla parte del torto, cogliendo qualunque minimo pretesto per accusarlo, tanto che la vittima arriva al punto di doversi discolpare. Ma loro insistono fino a far perdere il controllo così da potere accusare ancora la vittima, dal momento che urla, oppure tirando fuori qualsiasi altro pretesto. Sono così torbidi nel loro squallido orgoglio che non possono dire mai sinceramente ‘scusa’, e, se per convenienza arrivano a dire ‘scusa’, se la legano al dito e te la faranno presto pagare, convinti che hanno subito un torto. L’immagine farsa che hanno di se stessi è troppo grandiosa per abbassarsi a chiedere ‘scusa’- quella volta che ci riescono sono così tardivi da risultare stucchevoli e comunque lo fanno sempre considerando come vendicarsi, mettendo l’altro sotto accuse spropositate e sproporzionate in modo da poter riabilitare la loro meschina supremazia. Sono complessati, e usano posizioni di forza nelle relazioni, sul lavoro, in famiglia per sfogare i loro complessi, piuttosto che curarseli, convinti che hanno sempre ragione e che mai e poi mai debbano chiedere scusa.