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Sotto le maschere narcisistiche e borderline c’è… di tutto!

In questo articolo si esaminano , in estrema sintesi, comportamenti e caratterialità di tipo masochistico e isterico, nella vita di coppia e famigliare. Quanto più la copertura narcisistica riesce a mascherare queste e altre ambivalenze e disfunzionalità, tanto più le problematiche sono persistenti e durature (vedi  articolo nel seguente link Narcisismo e borderline: gravi equivoci diagnostici). Il narcisismo è anche una forma di autoinganno oltre che una modalità di ingannare per apparire sempre nel giusto nonostante tutto. In ogni caso si dice che un soggetto quanto più è EGOSINTONICO, cioè convinto che ha il diritto di essere disturbante e che sono gli altri ‘sbagliati’, tanto più  è narcisista. Quando la copertura narcisistica non funziona bene allora si genera una dimensione borderline. Anche in questo caso tutte le colpe sono gettate sugli altri e non si vuole riconoscere il proprio problema, ma non si riesce ad autoingannarsi e quindi si entra in stati depressivi, di inquietudine estrema, si diventa cioè EGODISTONICI. Ma le parole narcisismo e borderline in ambito psicopatologico non vanno intese come un disturbo a senso unico, i cui sintomi e disturbi sono uguali per tutti. Si tratta invece di capire che in ciascuno possono esserci sintomi, disturbi e problemi assai differenti, che però possono essere vissuti in modo narcisitico (egosintonico) o borderline (egodistonico).

Qui di seguito esaminiamo due quadri disturbanti delle relazioni affettive, nella coppia e nella famiglia, in riferimento al carattere masochistico e a quello isterico. Possiamo però anche considerare non tanto il carattere, quanto modalità di comportamento transitorie che si esprimono a seconda delle situazioni e del periodo che si sta vivendo. Quando si leggono questi quadri bisogna fare attenzione al modo in cui vengono riferiti alle persone e a se stessi. Si tratta di quadri disturbanti che però non devono essere ridotti a giudizi, colpevolizzazioni e svalutazioni. Inoltre si deve tenere conto della virulenza con cui si manifestano, ad esempio se in modo leggero, serio o grave, se sono cronici o acuti, e se possano essere in parte maggiore o minore reattivi rispetto ad una situazione relazionale che viene subita e che genera reciproche incomprensioni e frustrazioni.

IL MASOCHISMO CARATTERIALE, va distinto da quello sessuale – consiste nel tentativo di diventare dominanti lasciandosi dominare. Nella coppia si traduce con la strategia: ‘sono come tu mi vuoi, disponibile ad ogni esigenza… però poi si scopre che non è vero. Al carattere masochista, maschile o femminile, serve sentirsi sempre accondiscendente, disponibile e quindi sottomesso, ma in verità cova rabbia, vendetta e la sua disponibilita è piuttosto superficiale e manipolatoria. Crede che per farsi amare debba rinunciare a se stesso, ma nel suo intimo, nell’inconscio, mira a ribellarsi a questa ingiusta condizione e quindi mette in atto in modo più o meno consapevole meccanismi e dinamiche passivo-aggressive. La sua apparente malleabilità cela incoerenza, inaffidabilità e in definitiva progetti egoistici, rivalistici e di dominio. Dice che farà la tal cosa, che collaborerà al tal progetto, sebbene non gli piaccia o non gli interessi, ma asseconda e approva, ritenendo così di rendersi più amabile… poi però disattende i suoi impegni, li rettifica, li distorce e si offende se il partner si infastidisce e vuole spiegazioni, ritenendo che ciò che contava sono solo le sue buone intenzioni. E’ quindi assai difficile con loro potersi regolare, progettare e costruire qualcosa. Non sono spontanei quando si cerca di decidere qualcosa insieme, non dicono quello che pensano al momento, per cui non dialogano, sono totalmente incapaci di autocritica e negoziazione, provocano, fanno finta di non capire e oscillano tra la vittima e il vendicatore con colpi bassi, frecciatine, insinuazioni. Ritengono di avere più potere sull’altro dandogli provvisoriamente più potere, intanto covano invidia e contrattacchi giustizialisti. La loro riscossa è dapprima subdola, attraverso piccole mancanze (atti mancati e mancanza di presenza), disattenzioni come fossero assenti e presi solo da se stessi, trascuratezza nelle cose da fare insieme, battutine saccenti e provocatorie… si tratta di ‘piccole cose’, che però sono volte a disorientare e ad infastidire il partner per poi passare al conflitto aperto, accusandolo di essere intransigente su tutto solo perché “alla decima’ si è infastidito e ha trovato da ridire. Insomma fanno pagare a caro prezzo la loro falsa subalternità. Il loro masochismo li fa poi sentire sempre e solo dalla parte del giusto, e permette di proiettare tutto il male sull’altro. Non ammettono mai un loro minimo errore per quanto sia evidente, semmai solo dopo faticosissime discussioni e litigi esasperati. Ma ritornano presto convinti di aver ragione su tutto in quanto l’altro viene visto come un critico intransigente ai limiti del persecutore, seppure la critica riguardava solo quella specifica questione sulla quale hanno torto marcio. Da povero agnellino sacrificale il carattere masochista diventa una belva rancorosa in totale diritto di sbranare il partner considerato come il male assoluto, un despota e un ingrato che non è stato capace di apprezzare la loro fasulla accondiscendenza e sottomissione (peraltro non richiesta). Fingono anche a se stessi di aver dimenticato e perdonato dissapori, ma intanto registrano tutto con scrupoloso sguardo unilaterale, volto a capire solo perché hanno sempre avuto ragione e mai le ragioni dell’altro. Quindi al momento giusto fanno pagare il conto mettendo il partner in castigo, il quale ha come principale colpa quella di non sopportare più il loro copione masochistico, dove appaiono sempre pronti a prodigarsi, ma quasi mai in modo coerente, conseguente e centrato sulle esigenze dell’altro. Di tutto ciò non sono consapevoli, ma evitano ogni analisi per averne consapevolezza. Se si analizza la dinamica di coppia si scoprirà che il vero servitore è il partner che appare dominante, il quale per mantenere la relazione deve accettare sacrifici e rinunce importanti e organizzare la propria vita e i propri progetti al fine di soddisfare il ‘masochista’, il/la quale resta arroccato sulle sue esigenze, con scarsa o nulla disponibilità a veri cambiamenti volti a migliorare la relazione. E’ questo l’arcano paradosso del masochista, la cui apparenza di schiavo lo rende in realtà padrone.

P.s. La nozione di ‘carattere’ va qui riferita a Reich e a Lowen (bioenergetica). Non si tratta di disturbo di personalità, ma di una struttura o di un tratto caratteriale, che ha anche una sua natura psicocorporea. A seconda delle dinamiche e delle situazioni una natura caratteriale può manifestarsi in modo più o meno problematico. Aggiungo che in ogni dinamica di coppia disfunzionale è sempre sbagliato individuare responsabilità solo nel carattere o nei disturbi dell’altro. Il partner che ‘subisce’ il carattere masochista dell ‘altro, pur non essendo un sadico o un persecutore (come il masochista tende a far apparire) è a sua volta responsabile delle sue proprie nevrosi e dei suoi complessi. In ogni caso chi si mette in gioco per conoscere se stesso, con autocritiche, percorsi di crescita, analisi e terapie è in genere quello più consapevole e meno problematico (anche se ha un carattere o tratti caratteriali con stile masochistico).

 

ISTERIA NELLA COPPIA E NELLA FAMIGLIA – La diagnosi di isteria, in senso clinico, per quanto superata, va riconsiderata e aggiornata in relazione ai tratti e ai disturbi di personalità (problema enorme che qui non è certo possibile affrontare con sufficiente puntualita’ e argomentazioni) Qui diciamo solo che molti problemi nella coppia e nella famiglia dipendono anche da tratti di personalità e da modalità isteriche (negli uomini come nelle donne). Comunque l’isteria si colloca nella sfera narcisista. Le persone con uno stile disturbato di personalità isterico (leggero, transitorio, cronico o conclamato in modo serio) si distinguono dal narcisista patologico classico perché fanno autentiche PIAZZATE, completamente incuranti degli altri che le vedono. Può essere proprio in piazza, o in luoghi pubblici, persino cinema, chiese, ristoranti… Più o meno inconsciamente riescono mettere il partner dalla parte del torto e a fargli tirare fuori il peggio di sé, e molto spesso ci riescono. In tal modo fanno apparire il partner come un persecutore, magari solo perché ha osato contraddirli o criticarli per loro pretese, azioni, ragionamenti completamente assurdi, ingiusti, provocatori. In tal modo mirano ad imporre il loro dominio, passando poi da vittime che sono impazzite per colpa dello/a stronzo/a (così appellano o il partner se si ribella ai loro soprusi, dispetti, torti immaginari subiti, esagerazioni proiettive e malsane). Pretendono di non essere contraddette e che non si esprima mai un fastidio rispetto certe loro contorsioni mentali. Tutti diciamo sciocchezze a volte, che possono infastidire, loro invece hanno il diritto di dirle e farle senza concedere che l’altro si infastidisca, e anzi, pretendono pure cenni di assenso! Può bastare anche solo di aver sbuffato, o aver risposto in modo infastidito, e per loro diventa uno spunto per scatenarsi, accusare di tutto e fare una piazzata… Sono di una permalosità bestiale! Ma questo gli serve soprattutto per sfogarsi con scenate aggressivo/vittimistiche. Poi rimuovono tutto. Pretendono che si debba far finta che non è successo nulla. Gli isterici/narcisisti vivono come in un teatro tragicomico (passano dal piangere a scherzare facilmente), rimuovono la realtà e se l’aggiustano come viene comodo loro. Se il partner non ci sta a quel copione, o solo si permette di fare una critica, preparano il finimondo, convinti di essere incompresi, vittime, e di avere sempre, solo e su tutto ragione. Il loro tratto narcisista gli impedisce di chiedere scusa e negano del loro comportamento assurdo pretendendo che non sia mai esistito, o lo trasformano con mille depistaggi e mistificazioni. Chi li subisce, essendovi legato affettivamente (in famiglia o in coppia) vive in una condizione di impotenza, minaccia e infelicità, appeso ai momenti o ai periodi nei quali gli isterici/narcisisti (maschi o femmine) decidono di proporre un copione amorevole e partecipativo. Ma dura poco. Impongono sempre il loro caos, le loro reiterate e assurde rimozione e contraddizioni come cosa giusta, che si deve accettare come segno d’amore e dedizione e sottomissione, sempre e senza dire ‘ba’, altrimenti: PIAZZATA!
P. S. Aggiungo che quanto più con il ‘sennò di poi’ la persona comprende e si dispiace per come si è lasciata andare, tanto più si tratta di forme lievi, moderate, transitorie… Se invece la persona, in fase di chiarimento nega la realtà, diventa aggressiva, tergiversa, si arroga giustificazioni assurde che in definitiva continuano a colpevolizzare l ‘altro, allora veramente risuona un campanello d’ allarme, la problematica può aggravarsi e cronicizzarsi, generando poi una sequela di sintomi, pensieri tormentosi e paronoidei e quindi infelicità nella stessa persona e in chi le sta vicino affettivamente (partner o famigliare) con conseguenze vitali, esistenziali e psicoaffettive difficilmente riparabili.

CONCLUSIONI

Come abbiamo visto i due quadri – masochistico e isterico – indicano stati e comportamenti assai differenti, tanto che viene da pensare che non si possano sovrapporre o coesistere. Invece con innumerevoli modalità, che si differenziano a seconda delle “differenze individuali”, possono intrecciarsi in comorbilità. Una problematica potrebbe quindi riferirsi ad un intreccio tra fattori isterici e masochistici e altri ancora. Perciò in Psicologia Analitica junghiana si preferisce non servirsi troppo delle etichette psicopatologiche e psichiatriche e si parla più che altro di COMPLESSI, i quali in quanto tali hanno una loro specifica ‘complessità’ in ogni persona. Quando la ‘persona’ – parola che dal latino vuol dire ‘maschera’, riesce a risultare egosintonica con il suo complesso, al punto di apparire asintomatica e di trarne persino vantaggi a discapito degli altri, allora possiamo parlare di una modalità narcisistica più o meno disturbante e patologica. Se invece la ‘persona’ va in pezzi, e quindi la maschera non regge, allora possiamo parlare di una condizione borderline, quindi egodistonica, nella quale i sintomi emergono con repentine oscillazioni umorali, come il bello e il cattivo tempo, che disturba non solo gli altri, ma anche la propria persona.

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