L’Io soffre, e può anche arrivare alla follia, nel tentativo di difendersi da tre padroni tiranni che secondo Freud sono il mondo esterno, il Super-Io e l’ES.
E’ interessante osservare che Freud riferisce metaforicamente l’Io ad un servo che deve ubbidire a tre padroni , e non soltanto a due come nella celebre commedia goldoniana Arlecchino servitore di due padroni. Dice Freud: “Il povero Io ha una vita ancor più dura: è costretto a servire tre severissimi padroni, deve sforzarsi di mettere d’accordo le loro esigenze e le loro pretese. Queste sono sempre fra loro discordanti e appaiono spesso del tutto incompatibili; nessuna meraviglia se l’Io fallisce così frequentemente nel suo compito. I tre tiranni sono: il mondo esterno, il Super-Io e l’Es” (Freud, 1915-1917: 483).
Insomma siamo sempre a rischio che l’ES, cioè il nostro inconscio, ci condizioni in forme più o meno problematiche, larvate o anche gravi. Poi c’è il SUPER-IO quale sistema di credenze e convinzioni culturali e normative, per cui siamo sempre minacciati da sensi di colpa, vergogne, imperativi giustizialisti o vittimistici, che ci inducono ad essere e ad agire come non vorremmo, o che ci costringono a ‘volerlo’ ma in modo troppo rigido e intollerante. E quindi c’è il mondo nella sua realtà concreta, sempre più complessa e problematica, che comprende gli squilibri e le ingiustizie sociali, la mancanza di lavoro, la violenza diffusa, la sopraffazione degli altri, nonché l’ambiente e il corpo nella loro fisicità soggetta a incidenti e malattie.
Quindi il povero IO , come fosse un Arlecchino saltimbanco deve fare ogni sforzo per cavarsela dalle minacce e dalle angherie dei tre padroni citati da Freud. Secondo il padre della psicoanalisi i disturbi mentali sono derivati proprio dal tentativo più o meno errato e disfunzionale di difendersi dagli attacchi dell’ES, del SUPER-IO e del MONDO ESTERNO (ambiente naturale e sociale).
Le difese malsane
Diamo solo pochissimi cenni, affinché si comprendano i ‘meccanismi’ di fondo di come la psiche possa soffrire e ammalarsi a causa di difese ‘malsane’ nei confronti di minacce che vengono dal suo mondo interno e da quello esterno. Queste difese sono tanto più errate quanto più sono immature, cosicché diventano ancora più gravose e dolorose della minaccia che si vuole contrastare. Facciamo alcuni esempi semplici. Si ha paura di non essere accettati dagli altri, per cui ci si rinchiude in se stessi fino ad evitare gli altri, annientando la possibilità di essere capiti. Oppure si teme di non riuscire ad affermarsi nella vita, allora si perseguono obiettivi talmente ambiziosi, che diventano frustranti destini di fallimento. Si ha paura che i propri figli siano infelici e immaturi, allora si fa di tutto per renderli felici e maturi, senza lasciare loro la possibilità di cavarsela, così restano sempre più infelici in quanto immaturi. Si ha paura di essere traditi dal partner, allora lo si tormenta con una feroce gelosia, fino a quando questi o tradisce o abbandona. Oppure una persona ha una profonda insicurezza rispetto a come gli altri possano giudicarlo, allora adotta maschere comportamentali per apparire come non è, con la conseguenza che gli altri lo giudicano o male o non tanto a posto…
Ma questi sono esempi molto semplici e superficiali di comportamenti e concezioni derivanti da ‘meccanismi di difesa’, per quanto assai spesso le persone ci caschino dentro senza riconoscerne la dinamica. In verità le cose sono molto più complesse in quanto i condizionamenti, così come l’impiego di difese sbagliate dipendono in massima parte dall’ INCONSCIO (nel senso dell’ES di Freud). Allora può accadere che una persona che ha un pernicioso problema non elaborato, con il materno o con i genitori in generale, sin dai primi anni di vita abbia adottato come difesa la RIMOZIONE, che è il meccanismo di difesa più diffuso. Vale a dire che ha rimosso il problema relegandolo nell’inconscio. Non è come dimenticarlo, ma come renderlo silente e capace di condizionare scelte, idee ed emozioni coscienti senza che ce ne rendiamo conto. Si generano quindi COMPLESSI (termine adottato da Jung, con specifiche designazioni inerenti la sua PSICOLOGIA ANALITICA, e condiviso dalla PSICOANALISI di Freud). Spesso il rimosso compare in forma simbolica nei sogni, in particolare in quelli ripetitivi. Questo rimosso nella vita adulta ritorna sotto forma di sintomi e quindi da luogo a difese sbagliate. Ad esempio si sviluppa una fobia per gli insetti, o per l’ascensore, o per lo sporco, o per le malattie, tutto ciò è lo spostamento dell’originario rimosso – il problema con i genitori – su altre questioni che appaiono assolutamente distanti da quel rimosso e che finiscono per tenerlo ancora più nascosto nell’inconscio.
La difesa sbagliata consisterebbe nel preferire di affrontare un qualche problema o paura relativamente controllabile, piuttosto che l’antico problema con i genitori al quale sono legate emozioni e ricordi troppo dolorosi e inaccettabili. Perciò compito della psicoterapia è aiutare ad affrontare questo rimosso. A volte il paziente si stufa di parlare della sua infanzia e vuole risolvere i problemi attuali, e quanto più ciò avviene, più vuol dire che il rimosso è profondo ed è inconscio. Questo rimosso poi dà spesso luogo a problemi relazionali, in campo erotico-affettivo, per cui si tende alla cosiddetta COAZIONE A RIPETERE, ovvero seppure senza averne la benché minima consapevolezza conscia, si instaurano relazioni affettive dolorose e nodi di incomprensioni reciproche che ripetono atmosfere e dinamiche di vissuti infantili dolorosi. Questo perché si tenta di difendersi dalla rimozione facendola riemergere con vissuti analoghi, nella disperante e disturbante ‘speranza inconscia’ di poterli risolvere, e invece si ripropongono peggio di prima.
Nelle dinamiche relazionali è spesso impiegato a vari livelli il meccanismo di detto PROIEZIONE, per il quale non ci si rende conto che il proprio modo di interpretare e di reagire all’altro, che sia una persona, un ente, un gruppo, ecc, è condizionato dalla propria problematica interiore inconscia. Tipica è l proiezione nelle PROBLEMATICHE DI COPPIA, per cui prescindere dalle responsabilità e dalle colpe dei rispettivi partner, vengono proiettate reciprocamente valenze che sono afferenti alle proprie problematiche personali. Più le proiezioni sono massicce e spropositate e più possono risultare distruttive e pericolose, in quanto possono portare ad atti ostili e violenti contro l’altro, il quale a prescindere dai suoi eventuali errori, viene inconsciamente odiato in funzione dell’odio rimosso e accumulato per una propria disfunzione affettiva famigliare.
In un certo senso anche i DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE (anoressie e bulimia) sono difese proiettive , che deviano sul cibo problemi di aggressività e di rifiuto affettivo inconsci accumulatisi nelle relazioni famigliari.
Vi sono poi le parafilie – PERVERSIONI SESSUALI -, che inconsciamente sono un modo di far scorrere la libido sessuale che si è bloccata per via di un nodo inconscio rimosso e irrisolto. Facciamo solo l’esempio del SADOMASOCHISMO. Esso consiste nel trasformare il dare o il ricevere umiliazione e dolore in piacere. L’analisi spesso riporta alla luce vissuti e fantasie infantili rimosse e relative a genitori punitivi, giudicanti, frustranti.
Ora poiché il bambino temeva più di tutto, anche più delle botte o altre punizioni, di non essere amato e quindi di essere abbandonato, in collegio o anche ‘nel bosco’ (secondo le varie narrazioni), doveva lottare per mantenere una relazione d’amore con il genitore ‘persecutorio’. Ecco allora che inconsciamente, da adulti, emerge il tema della EROTIZZAZIONE DELLA SOFFERENZA, attraverso la quale stringere un intenso legame con un partner erotico. Si potrà scegliere, sempre per motivi inconsci di prendere le parti del bimbo umiliato e percosso, oppure quelle del genitore ‘cattivo’, ma in entrambi i casi si ricaverà piacere, così che la relazione viene garantita. Ma a volte non si tratta solo di sadomasochismo erotico, quanto anche affettivo, per cui si vengono a creare legami di duratura e inestricabile sofferenza reciproca. Le perversioni non devono però essere considerate solo come difese sbagliate, ma anche come tentativi terapeutici inconsci di deviare la nevrosi e ricanalizzare la libido, solo che quando è troppo e troppo, e allora la libido si disperde fuori controllo e va a generare altre difese patologiche con i relativi sintomi e quadri disturbati per sé, per le relazioni affettive e gli altri in generale.
Le difese quanto più sono paradossali e disfunzionali, tanto più si esprimono con comportamenti assurdi e attività ideatorie paradossali, fuori dalla realtà. La psicopatologia classifica entro tre ampissimi campi diagnostici: NEVROSI, PSICOSI, BORDERLINE
Fin qui abbiamo parlato essenzialmente di NEVROSI, cioè di stati di insoddisfazione e sofferenza psichica dovuti a difese che per quanto siano sbagliate (o perverse) non vanno ad alterare il PRINCIPIO DI REALTA’. La nevrosi, che in qualche modo, o prima o poi, affligge un po’ tutti nella vita (normonevrosi) può cronicizzarsi, dare luogo a fasi acute, e quindi a sintomatologie ANSIOSO-DEPRESSIVE più o meno dolorose, ma la persona è in grado di fare ragionamenti coerenti su come stanno le cose di cui è conscia. Le DIPENDENZE affettive, da sostanze o da altri comportamenti (gioco, internet, ecc) sono difese contro la nevrosi che non si riesce a contenere altrimenti. Si rende conto di ciò che è assurdo, e che pure non riesce ad evitare, e quindi, sebbene non riesca ad avere coscienza dell’inconscio (cosa che può avvenire con un percorso di analisi), si rende conto di cosa esiste e cosa non esiste, sia nella realtà fisica e sia attraverso emozioni e pensieri su se stessa e gli altri compatibili ad una concezione oggettiva della ‘normalità’.
A mano a mano che le difese nevrotiche non sono più sufficienti si instaurono altre difese che tendono a distorcere la realtà, quanto più la distorsione è elevata tanto più si parla di PSICOSI ACUTE. Allucinazioni, voci che parlano dentro e intorno a sè, valutazioni esagerate e assurde sugli altri e il mondo significano che le difese nevrotiche sono saltate ed entrano in atto quelle psicotiche, tra queste la NEGAZIONE, per cui la realtà viene annullata e si decide che è un altra, la SCISSIONE, quindi la divisione schizoide della persona in personalità doppie o multiple, la DISSOCIAZIONE, quindi una perdita di Sé che comporta una condizione autistica, di annullamento della possibilità di coerenza con gli altri e la realtà. Si sviluppano quindi fantasie e attività ideatorie allucinatorie o comunque assurde rispetto alla realtà, con una gravità che cambia a seconda se la psicosi sia più o meno acuta. Ciò può comportare PSICOSI PARANOIDEE che non appaiono sintomatiche, il soggetto riesce a comportarsi normalmente ed anche apparire positivamente, ma dentro di sé cova l’idea che vi possano essere persone, o classi di persone’ che devono essere preventivamente aggredite e punite, in quanto potrebbero essere pericolose. Insomma i manuali di Psichiatria e di Psicopatologia sono interminabili classificazioni di quadri deliranti di tipo psicotico sui quali ovviamente non ci soffermiamo, non tanto per evitare improbabili sintesi, ma perché qui cerchiamo solo di offrire al lettore , anche non specialista, un ‘idea generale sui meccanismi di difesa.
Esiste poi un’area intermedia tra psicosi e nevrosi detta BORDERLINE (“Casi al limite”), ove i tratti psicotici sono contenuti e dissimulati, mentre quelli nevrotici ‘sbordano’ spesso e in modo evidente. Qui troviamo una ‘bolgia’ di pensieri e sentimenti difensivi, ma anche aggressivi. Si nutrono invidie, gelosie, egoismi, insicurezze, sospettosità, rivalità, ecc. che rendono la persona malevola, confabulatoria, inquieta, rivendicativa, ed altro ancora, con danno per se stessa e per chi deve averci a che fare in famiglia, nella coppia, sul lavoro. Si presentano anche forti scompensi e oscillazioni dell’umore, che possono dare luogo anche a vari tipi di DISTURBO BIPOLARE.
Un quadro nevrotico, o borderline o psicotico può ovviamente essere di entità lieve, seria e anche grave, ed avere un carattere transitorio, cronico o acuto.
Quando i meccanismi di difesa si strutturano in una tipologia caratteriale che si esprime con comportamenti, pensieri, emozioni e sintomi ascrivibili entro un certo quadro si parla di DISTURBI DI PERSONALITA’. Avremo ad esempio il disturbo di tipo isterico-istrionico, narcisista, psicopatico antisociale ecc, quando si parla di caratterialità che risultano disturbanti nelle relazioni con il prossimo, soprattutto, ma non solo nell’ambito dell’affettività di coppia e famigliare.
Questi quadri diagnostici sono però da intendersi per quello che sono, ovvero come la cornice di un quadro, ovvero di un dipinto, e quindi quello che conta resta sempre e solo il dipinto con la sua unicità e specificità indipendente da qualsivoglia cornice possiamo metterci. Inoltre non tutte le teorie psichiatriche e psicopatologiche considerano realmente esistenti i disturbi di personalità, e si preferisce piuttosto parlare di TRATTI DELLA PERSONALITA’ dai quali si evincono FORMAZIONI REATTIVE E PATTERN IDEATIVI E COMPORTAMENTALI che si strutturano nella complessità specifica di ogni soggetto, e che possono retrocedere qualora la situazione alla quale si reagisce cambi favorevolmente, e possa avvalersi di esperienze e processi terapeutici.
Difese sane o mature
In che termini, le istanze dell’Es sono esprimibili attraverso modalità non nevrotiche? Ovvero sotto la protezione di ‘difese mature’, che quindi possono essere considerate non disturbanti per gli equilibri dell’Io? Evidentemente tra l’Es e il Super Io è l’Io stesso che deve determinare una sua cifra soggettiva di equilibrio, capace di preservare le esigenze dell’individualità e quelle della collettività. L’Io deve dunque potersi ‘difendere’, non solo dalle irruzioni dell’Es, ma anche dalle coercizioni paralizzanti del Super Io (nonché dalle pressioni della realtà interpersonale e sociale) .
La psichiatria dinamica di matrice freudiana considera come ‘maturi’ quattro tipi di ‘difesa’: la repressione, l’altruismo, la sublimazione, l’umorismo (vedi Gabbard, 1994: 29-31).
Le ‘difese mature’, sono come si intuisce anche ‘fruttuose’,
L’UMORISMO, inteso soprattutto come “la capacità di prendere in giro se stessi e la situazione in cui ci si trova”
La REPRESSIONE, vale a dire “il bandire consciamente (diversamente dalla rimozione che è inconscia) dalla propria mente pensieri o sentimenti inaccettabili”(ibidem), attraverso l’imperativo coscienziale di scacciare ogni forma di ansia, tristezza e di malinconia.
L’ALTRUISMO nel senso di privilegiare la convivialità e il godimento collettivo
La SUBLIMAZIONE, intesa come “un processo inconscio tramite il quale pulsioni o desideri inaccettabili per la coscienza vengono incanalati in alternative socialmente accettabili.
IL PIU’ IMPORTANTE STUDIO SISTEMATICO SUI MECCANISMI DI DIFESA FU EFFETTUATO DA ANNA FREUD (figlia e continuatrice del padre della psicoanalisi).
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NEGARE SE STESSI PER AMORE, CORRISPONDE AL MECCANISMO DI DIFESA PATOLOGICO PSICOTICO DELLA NEGAZIONE??? ……GRAZIE PROF.
Grazie tanto per il Suo lavoro, il libro “Quando amore fa male” mi sta aiutando a guarire dopo il rapporto con un narcisista e sembra che mi parli quando tutti altri gia’ non sanno cosa dire cio’ mi da’ comforto e comprensione.
Grazie, la possibilità di leggere questi articoli mi hanno aiutato a essere consapevole de miei problemi,excelente
Mi fa piacere che le sia utile e grazie della sua partecipazione. Aiuta qualche complimento ogni tanto per impegnarsi con più convinzione.