NARCISISMO E TRAUMA SENTIMENTALE
Il narcisismo patologico e la ferita narcisistica nel ‘vampirismo affettivo’.
Leggere questo articolo e se si vuole parteciparvi con commenti, può essere di grande aiuto a voi e ad altri, ma una prima raccomandazione importante è la seguente: si tratta di informazione partecipata e non di psicoterapia o consulenza online (informazione divulgativa, ma concepita attraverso testi aventi valore scientifico e filosofico). Perciò fatene buon uso, non traete conclusioni affrettate, non fate scelte avventate, non giudicate nessuno e non sentitevi giudicati. Per ogni perplessità cruciale, fate riferimento a specialisti oppure chiedete un consulto personalizzato (info: https://albedoimagination.com/)
Al termine dell’articolo collegamenti a video you tube con Pier Pietro Brunelli su Narcisismo patologico e trauma sentimentale (si consiglia di leggere prima l’articolo e i commenti).
BUGIARDI E IPOCRITI NELL’ANIMA – MANIPOLATORI AFFETTIVI – LOVEKILLER – VAMPIRI SESSUO-SENTIMENTALI…
scientificamente detti: NARCISISTI PATOLOGICI (… patologici ma anche patogeni?).
In questo lungo articolo (ricerca partecipata e di auto-aiuto) l’etichetta diagnostica psichiatrica di “Narcisismo patologico” (inteso come tratto e comportamento disturbato) o “Disturbo narcisistico di Personalità” (che riguarda l’intera struttura caratteriale) è da considerarsi un riferimento orientativo e di inquadramento. Le etichette in questo campo non sono mai certe e nonostante si sforzino di raggruppare classi enormi di persone sotto una stessa patologia psichica sono sempre destinate a generare equivoci e massimalismi, in modo particolare nel caso del Narcisismo patologico che recentemente sta creando un vero e proprio terremoto clinico-diagnostico negli USA, che esaspera il conflitto tra diagnosi psichiatrica e diagnosi psicodinamica (si veda alla fine dell’articolo un’importante specifica di aggiornamento). Qui quando si parla di Narcisismo patologico o di DNP lo si fa nell’osservazione di criteri diagnostici psichiatrici adottati per decenni, tuttavia si predilige la figura archetipica (in senso junghiano) del VAMPIRO, il quale può avere molteplici interpretazione (nelle leggende e nei racconti se ne riportano centinaia di tipi e ciascuno sa attraverso le sue esperienze che l’eventuale” vampiro” con il quale ha avuto o ha a che fare ha precise caratteristiche sue proprie, e che per liberarsene vanno esaminate con un analisi specifica) STIAMO PARLANDO DI UNA METAFORA a carattere psicoanalitico, è ovvio che i VAMPIRI NON ESISTONO – tuttalpiù esistono comportamenti vampirizzanti e persone tendenti a farsi vampirizzare). INOLTRE BISOGNA EVITARE IN TUTTI I MODI CHE ATTEGGIAMENTI VITTIMISTICI E PARANOIDEI VENGANO RINFORZATI ATTRIBUENDO AD UN PARTNER L’ETICHETTA DI NARCISISTA PATOLOGICO O LA METAFORA DEL VAMPIRO – va altresì considerato che il VITTIMISMO PATOLOGICO è considerabile anch’esso come una forma di vampirizzazione con componenti narcisistiche che giungono all’autolesionismo e alla autocommiserazione pur di essere al centro del mondo e manipolare il prossimo… (ma qui non ci dilungheremo su questo aspetto, tuttavia è necessario che lo si tenga bene in considerazione).
Dunque questo articolo può offrire una cornice, in termini di etichette psichiatriche e di ragionamenti psicodinamici generali, ma il suo orientamento e di carattere junghiano (con l’ausilio di immagini e linguaggi simbolici volti a dare una particolare coloritura psicoemotiva, affinché sia più agevole comprendere nel profondo, immaginativamente, e non solo razionalmente). Detto ciò il lettore non specialista non si senta spiazzato, infatti l’articolo è a vari livelli di lettura, affinché tutti possano comprendere e partecipare, e contribuire anche in termini specialistici.
Partecipa e leggi il lungo ed esclusivo articolo che segue, poi, per favore per contribuire a questa ricerca ed approfondirla, acquista il libro TRAUMA DA NARCISISMO NELLE RELAZIONI DI COPPIA (2011) di Pier Pietro Brunelli. Puoi vedere la presentazione e acquistarlo on line in copia cartacea (con spedizione a domicilio) o in versione E-book presso i seguenti link:
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Introduzione
Il presente articolo studio e i commenti servono ad ottenere un quadro generale informativo su una patologia della personalità che diventa particolarmente disturbante nelle relazioni affettive: Il “narcisismo patologico”, detto anche DNP (Disturbo narcisistico di Personalità).
In particolare questo articolo propone una nuova diagnosi il TdN Trauma da Narcisismo e si rifà a studi e ricerche molto approfondite, in parallelo a ricerche effettuate negli USA riferite alla “Sindrome della vittima da Narcisismo” vedi: Narcissism Victim Syndrome, A new
La questione è delicatissima poiché la persona traumatizzata da una relazione a sfondo narcisistico soffre terribilmente e questo articolo vuol cercare di aiutare dando una prima informazione.
Come si osserverà in questo articolo viene proposta una sintesi informativa utile per fare il quadro generale al fine di comprendere meglio la propria situazione particolare, ed anche per partecipare con la propria testimonianza e i propri pareri. Se si desidera qualcosa di più dal sottoscritto: un approfondimento, un aiuto, una terapia si deve necessariamente rivolgersi in modo privato al mio indirizzo e-mail pietro.brunelli@fastwebnet.it (pertanto saranno segnati i titoli di parti di approfondimento che qui non saranno disponibili, ma che si potranno richiedere previo consultazioni private ed accordi).
IO RACCOMANDO SEMPRE CHE PER EVENTUALI DUBBI ED ESIGENZE PERSONALI non è assolutamente indispensabile rivolgersi proprio a me, dal momento che, su tutto il territorio nazionale esistono molti bravi psicoterapeuti ai quali potete rivolgervi, traendo da questo blog gratuitamente ispirazioni e indicazioni.
Questo articolo vuole offrire un sostegno informativo gratuito e solidale al massimo livello possibile per quello che si può fare in rete, ma se si vuole approfondire davvero la propria situazione personale, al fine di capire a fondo (molto importante per superare il trauma) e ristabilizzarsi occorre un sostegno personalizzato. Io mi rendo disponibile per fornirlo a chi me lo richiede venendo incontro in tutti i modi possibili, sulla base di chiarificazioni e di accordi personalizzati.
Auguro a tutti di trarre utili informazioni dalla lettura e dalla partecipazione a questo blog altamente qualificato (anche per altri articoli), libero e gratuito. In particolare questo articolo è la base informativa per lo sviluppo di un forum considerabile come una forma di auto-aiuto on line coordinato e informato gratuitamente dal sottoscritto Pier Pietro Brunelli – Psicoerapeuta, particolarmente attento alla problematica in questione – nel rispetto della deontologia professionale e con l’ausilio di mezzi mediatici (non in presenza e senza alcuna intenzionalità di fare ‘psicoterapia di gruppo’ on line, né ‘telefono amico’, ma come partecipante ed informatore esperto – declinando ogni responsabilità per eventuali interpretazioni o usi errati delle informazioni da me o da altri divulgate).
Il sottoscritto coordinatore/informatore, su richiesta privata, può offrire consulenze informative personalizzate, consulti psicologici ed anche percorsi di assistenza e cura psicoterapeutica.
(vedi pagina info https://www.albedoimagination.com/contatti/: Informazioni e consulenza psicologica – Psicoterapia).
La partecipazione al dibattito con commenti e pareri da parte di psicoterapeuti, psichiatri, educatori ed esperti di altre discipline che possono aiutare a sviluppare la comprensione del problema in questione è accolta con particolare gratitudine.
AVVERTENZA IMPORTANTE DI BASE SE QUESTO ARTICOLO DOVESSE TURBARVI IN QUANTO CREDETE NON DI ESSERE VITTIMA DEL NARCISISMO PATOLOGICO, MA DI RICONOSCERVI COME NARCISISTI PIU’ O MENO PATOLOGICI ,RICORDATEVI, QUALORA VOGLIATE CONTINUARE A LEGGERE, CHE NON SI HA INTENZIONE ALCUNA DI DEMONIZZARVI – I RIFERIMENTI IN NEGATIVO SONO RIVOLTI ALLA MALATTIA (Al PECCATO), NON A CHI NE E’ PORTATORE (PECCATORE), QUI CI OCCUPIAMO DELLE PERSONE CHE LA SUBISCONO DA PARTE DI CHI NE E’PORTATORE E CHE NON E’ PIENAMENTE CONSAPEVOLE – CAPITA NELLA VITA DI SENTIRSI COSTRETTI A MENTIRE ED ANCHE A MANIPOLARE PERCHE’ CI SI SENTE CONFUSI E DEBOLI, QUESTO NON VUOL DIRE CHE SI E’ AFFETTI DA NARCISISMO PATOLOGICO – INOLTRE IN CERTE SITUAZIONI PUO’ CAPITARE DI ECCEDERE NEGATIVAMENTE IN MODO NARCISISTICO, QUINDI EGOISTICO E PROFITTATORIO, MA ANCHE IN QUESTO CASO NON VUOL DIRE NECESSARIAMENTE CHE SI HA UN DISTURBO DI PERSONALITA’ – SE VI RICONOSCETE IN QUESTO ARTICOLO IN QUANTO NARCISISTI PATOLOGICI ED OLTRE A PROVARE UNA COMPRENSIBILE RABBIA PROVATE ANCHE SENSO DI COLPA E’ BUON SEGNO, POTRETE MEGLIO APPROFONDIRE I VOSTRI DUBBI INFORMANDOVI IN MODO CORRETTO ED ANCHE CON IL SOSTEGNO DI UNO PSICOTERAPEUTA.
NEL VOSTRO INTERESSE, NELL’INTERESSE DI CHI VI STA VICINO, NELL’INTERESSE DELL’AMORE, SE AVETE DUBBI INFORMATEVI CON CURA E CON DISPONIBILITA’ A COMPRENDERE IN PROFONDITA’… IL DIBATTITO E’ QUI APERTO A TUTTI, SE AVETE DUBBI POTETE PARTECIPARE, POTRA’ SERVIRVI PER COMPRENDERE MEGLIO LE VOSTRE DIFFICOLTA’ MA, IN QUESTO ARTICOLO-DIBATTITO SI DISCUTE DELLE SOFFERENZE, SPESSO TRAGICHE, DI CHI VUOLE STARE VICINO CON AMORE, AD UNA PERSONA CHE HA COMPORTAMENTI NARCISISTI PATOLOGICI, A CAUSA DI UN DISTURBO DI PERSONALITA’ O ANCHE PER ALTRE RAGIONI. PERCIO’ ANCHE SE VOI RITENETE O SAPETE DI ESSERE O DI ESSERVI COMPORTATI COME NARCISISTI PIU’ O MENO PATOLOGICI IL VOSTRO CONTRIBUTO POTRA’ PORTARE DEL BENE A VOI E AGLI ALTRI. IN TUTTI GLI ESSERI UMANI C’E’ IL BENE E IL MALE, A PRESCINDERE DALLE LORO DIFFICOLTA’ PSICOLOGICHE (LA PSICOLOGIA VUOLE IL PIU’ POSSIBILE IL BENE PER TUTTI) – TUTTI INGENUAMENTE SIAMO VITTIME E NELLO STESSO TEMPO COLPEVOLI, SIA QUANDO IL NARCISISMO LO AGIAMO SENZA PIENA COSCIENZA IN NEGATIVO E SIA QUANDO, SENZA PIENA COSCIENZA, LO SUBIAMO (E SIA QUANDO NON SI TRATTA DI NARCISISMO, MA DI ALTRO). LA PSICOLOGIA E’ UNA VIA PER RENDERCI PIU’ COSCIENTI… SOLO SE, CON COSCIENZA, CI COMPRENDIAMO VICENDEVOLMENTE, L’AMORE E LA PACE PREVARRANNO SULL’ODIO E SULLA GUERRA, NEI SENTIMENTI PERSONALI, COME NELLA SOCIETA’ E NEL MONDO INTERO.
Inoltre raccomando a chi si sente o crede di essere vittima di una relazione con dinamiche narcisistiche disturbanti o anche di altra natura di evitare di ‘bollare’ il partner ritenuto disturbante con etichette psichiatriche a scopo di ferirlo e di offenderlo. Ricordatevi che quando si soffre per amore si è portati ad accusare il partner anche di colpe che non ha, quindi è sbagliatissimo e pericoloso usare questo articolo per costruirsi un’immagine totalmente negativa del partner, senza poi voler vedere le proprie responsabilità. E’ vero che se il partner è un narcisista patologico o ha altro disturbo della capacità relazionale (ad es. borderline) è importante ‘diagnosticarlo’, rendersene conto, ma ciò deve servire ad una comprensione e a fare le giuste scelte, innanzitutto nel rispetto di se stessi, e non per questioni di rabbia o di vendetta, comprensibilissime, ma che poi si ritorcerebbero contro chi se ne è lasciato prendere. Inoltre le ‘diagnosi’ in senso psichiatrico possono farle solo ed esclusivamente gli specialisti. Qui, come in tanti articoli su internet o nei libri, ci si può informare per un primo orientamento, e quanto più questo orientamento sembra plausibile, tanto più va verificato con uno specialista. E questo vale sia se ci si considera feriti da un partner problematico e sia se ci si riconosce come portatori di un qualche di sturbo – E IN MODO PARTICOLARE SE CI SI SENTE INGIUSTAMENTE ACCUSATI O BOLLATI COME VAMPIRI, NARCSISTI PATOLOGICI O QUANT’ALTRO DAL PARTNER O DA CHIUNQUE.
Qui si offrono informazioni e dibattito per individuare una cornice diagnostico/POETICA nella quale comprendere problematiche specifiche che vanno esaminate caso per caso, nella loro soggettività. Per cui la ‘cornice’ non è sufficiente per comprendere veramente il ‘dipinto’, essa serve per inquadrarlo, per dare quindi un punto di vista in chiave PSICO-MITOLOGICA (riferibile alla leggenda del vampiro e di altre figure negative che HANNO SOLO UN SENSO SIMBOLICO ED EVOCATIVO) ma poi per comprendere davvero, se stessi e l’altro, è necessario un esame approfondito capace di andare ben oltre le cornici e i punti di vista prefissati. Questo articolo e questo dibattito non deve costituire strumento per giudicare gli altri e attribuire loro colpe, ma semmai per comprenderli meglio e, senza mai dimenticare anche le proprie responsabilità – nelle ferite che si subiscono e che si infergono nelle relazioni affettive è essenziale ricordarsi il celebre monito di Cristo: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”.
Presentazione della ricerca.
Narcisismo patologico:
Un disturbo psichico che uccide l’amore.
La documentazione completa (della quale qui si offre una sintesi) si divide in quattro parti:
- Prima parte è di riflessione a riguardo dei manipolatori affettivi, bugiardi e opportunisti in amore (gli approfondimenti, specificati in seguito sono disponibili solo su richiesta, previo accordi).
- Seconda parte è fondamentale per il sostegno informativo psicologico delle cosiddette vittime (in senso figurato), ma qui non vengono considerate tali, bensì sono considerate persone che hanno subito, a vari livelli, un vero e proprio trauma (che io chiamo TdN Trauma da narcisismo) a causa di una relazione affettiva con partner che, inizialmente riescono ad apparire ‘normali’, ma che in realtà sono affetti da narcisismo patologico a da DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’, disturbo che li rende maligni, distruttivi e psichicamente patogeni (figurativamente ‘infetti’) verso la persona che disgraziatamente se ne è innamorata, non essendosi accorta della loro ipocrisia e delle loro manipolatorie finzioni seduttive. (gli approfondimenti specificati in seguito, sono disponibili solo su richiesta, previo accordi e chiarimenti personalizzati).
- Terza parte (qui non pubblicata) riguarda il libro TRAUMA DA NARCISISMO acquistabile on line https://www.lulu.com/product/a-copertina-morbida/trauma-da-narcisismo-nelle-relazioni-di-coppia/16129368 (visionabile in parte)
- Inoltre è disponibile un Test (Test TdN – Trauma da Narcisismo) che serve a capire meglio se effettivamente vi può essere un Trauma da Narcisismo e quale possa essere la sua entità. Si tratta di un test che va effettuato previo colloquio e con unsupporto per interpretare poi correttamente il risultato, perciò qui non è pubblicato. Chi vuole richiederlo può conttarmi e ricevere ulteriori chiarmenti (via e-mail o al telefono – vedi info e contatti nel blog) .
- Vi è poi una lista di argomenti di cui sono già pronti gli elaborati (qui non pubblicati) . Tale lista di argomenti serve come indicazione di massima al fine di sviluppare il dibattito in questo articolo del blog nel modo più ampio e completo, pubblicando testimonianze e pareri su questioni specifiche ai quali cercherò di rispondere entro una tempistica il più possibile breve (considerando che le mie risposte saranno di carattere generico, seppure derivate dalle mie competenze specialistiche).
- Quarta parte (qui non disponibile, ma richiedibile in forma personalizzata) consiste in un’ introduzione ad una diagnosi e ad una terapia detraumatizzante e ad una successiva psicoterapia in termini junghiani, che trascende dalle etichette di stampo psichiatrico. La base terapeutica per il TdN consiste nell’aiutare la persona traumatizzata a ‘farsi una ragione’ di ciò che le è accaduto, affinché vi sia un’elaborazione del male subito dal partner, cioè della ‘violenza psicologica’ subita nell’ambito di una relazione affettiva (questa parte non può essere pubblicata on line in quanto va data solo a chi la richiede, in seguito ad un colloquio. Un conto è avere un quadro generale, e qui lo si potrà avere, ma un altro conto è avere un’assistenza personalizzata. Informazioni terapeutiche date senza chiarimenti e specificazioni personalizzate possono avere effetti nocivi e dare luogo a convinzioni errate e dannose).
- Vedi pagina info https://www.albedoimagination.com/contatti/:
Informazioni e consulenza psicologica – Psicoterapia). - Si veda anche l’articolo in questo blog IL NARCISISTA BRAVO https://www.albedoimagination.com/2012/03/il-narcisista-bravo/ alla fine dell’articolo un’esposizione di Pier Pietro Brunelli sul tema della – Violenza Psicologica nelle relazioni amorose – – inoltre inserendo parole nel riquadro ricerca come ‘narcisismo’, ‘ferita narcistica’ ‘autostima’ ecc. compariranno altri articoli specifici.
PARTECIPATE CON I VOSTRI COMMENTI E TESTIMONIANZE , SONO UN’IMPORTANTE CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’ E CONSAPEVOLEZZA CHE SARA’ DI AIUTO A VOI E AD ALTRI… QUANDO SI INCOMINCIA A PENSARE AGLI ‘ALTRI’, OLTRE CHE A SE STESSI, ALLORA SI E’ SU UNA BUONA STRADA DI RIEQUILIBRIO NARCISISTICO, SI INCOMINCIA AD USCIRE DALLA ‘VAMPIRIZZAZIONE’ AGITA O SUBITA, E SI SCEGLIE DI:
“AMARE IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO” (questa è la via per la ‘Guarigione’!)
Il lettore che vorrà leggere e partecipare al blog sappia sin d’ora che tutti i commenti e le repliche sono importanti per comprendere, ed in tal senso possono essere di aiuto. Si tratta di una ‘ricerca a scopo diagnostico e terapeutico’ che è anche un ‘working progress’ su una tematica assai delicata che investe il tema della sofferenza amorosa entro una sua particolare tragicità e patologicità: il Narcisismo e le sue conseguenze patogene e traumatizzanti. Ciò richiede una partecipzione e una lettura non superficiali ed offre a ciascuno la possibilità di dare una testimonianza o un parere che, seppure a diversi livelli di competenza e di esperienza, può donare un prezioso contributo.
PRIMA PARTE
In qualità di PSICOTERAPEUTA, ma anche perché ho avuto la disgrazia di imbattermi con una di queste persone ‘disturbate e disturbanti’ ed ho sperimentato sulla mia pelle, con danni morali e materiali notevolissimi, quanto questa persona fosse bugiarda infida e ipocrita, sicuramente l’essere più falso e diabolico che io abbia mai conosciuto in tutta la mia vita . Questa persona si è iscritta su un social network alla CAUSA per la sincerità, addirittura ne ha fatto il suo slogan per presentarsi nelle sue apparizioni on line (chat, forum, ecc.) e nella vita quotidiana. Infatti i bugiardi patologici la prima cosa che fanno per poter ‘esercitare’ con maggior astuzia è quella di dichiararsi sostentori assoluti della sincerità e dei suoi valori. Si tratta di persone severamente malate nella sfera dell’affettività, anche se appaiono normali in superficie e il loro disturbo può provocare gravisime conseguenze a chi ne è legato affettivamente. Qui in particolare ci occupiamo di come nel legame affettivo nella coppia il DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’ (DNP) di un partner possa recare una serie sindrome traumatica all’altro partner che ne è vittima. Le persone affette da DNP non hanno quasi alcuna consapevolezza della loro malattia, ad esempio credono che mentire sia giusto al fine di salvaguardare il proprio ego ed ottenere vantaggi, fino al punto di danneggiare gravemente chi è a loro legato affettivamente con comportamenti spietatamente manipolatori, mendaci ed ipocriti. Mentono con una capacità attoriale da premio Oscar, tanto da apparire sinceri al più attento osservatore. MA E’COME SE MENTISSERO ANCHE A SE STESSI, AUTOINGANNADOSI IN CERTI CASI, FINO AD ESSERE CONVINTI DI ESSERE NEL GIUSTO E PERFINO SINCERI – basti questo per capire che non li si può condannare come persone puramente cattive o malefiche, ma come persone che hanno problemi nell’area ell’affettività. Certo poi ciò può provocare molti dolori nel partner, e noi qui ci occupiamo essenzialmente di come arginare questi dolori, offrendo interpretazion simboliche FORTI, ma simboliche, affinché con l’immaginazione e la ragione, ci si possa meglio liberare da relazioni distruttive e – badate bene – nell’interesse e per la salute di entrambi i partner. D’altra parte quando in una coppia ci sono tensioni fortissime si può ricorrere alla TERAPIA DI COPPIA, ma se da parte di uno dei due partner c’è un rifiuto, ciascuno deve elaborare per conto suo i motivi di una separazione o di una perdita.
RACCOMANDO LA SEGUENTE AVVERTENZA: va detto che tutti gli esseri umani possono essere portati a mentire e lo fanno, ma lo scopo del mentire è differente da quello dei bugiardi/manipolatori patologici e non è così perpetuato. Si può mentire nel tentativo di difendersi, di non far apparire un’amara verità, oppure perché si è confusi, si hanno timori, si ha la coscienza sporca, e questo è il caso dei mentitori ‘normali’… e “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Inoltre più si prova dispiacere e senso di colp per aver manipolato o mentito e più vuol dire che il proprio narcisismo è abbastanza sano e non è patologico. Invece i mentitori affetti da DNP, quelli patologici, non provano senso di colpa, e mantono lo fanno con la precisa intenzione ‘semiconscia’ di manipolare l’altro, per ‘succhiargli il sangue’, per ottenere benefici per sé, incuranti di danneggiare l’altro, di sfruttarlo (IN VERITA’ NON SONO DEI VERI E PROPRI CATTIVI, MA HANNO UN DISTURBO PSICHICO PER CUI NON SI RENDONO PIENAMENTE CONTO DI ESSERE POSSEDUTI DALLA CATTIVERIA – vedi ‘Avvertenza importante di base nell’introduzione). Costoro sono convinti che l’altro vada trattato così, in quanto invidiano l’altro, invidiano la sua capacità di amare, che loro non hanno, e quindi credono sia giusto raggirarlo e ferirlo per mettere in atto una sorta di ‘rivalsa sul mondo’, affinché ottengano quello che secondo loro gli spetta e che perciò va ottenuto anche con la frode, l’ipocrisia, la menzogna perpetuata, avente pure l’obiettivo di procurare un danno e incutere sofferenza. Perciò, mi raccomando, se dite delle bugie, o vi trovate in una condizione confusa, per cui vostro malgrado state recitando un copione, ma vi dispiace di farlo, vi sentite anche in colpa, allora non dovete immedesimarvi in alcun modo con il soggetto patologico di cui ci stiamo occupando, e cioè nello specifico il soggetto affetto da DNP (narcisismo patologico divenuto struttura caratteriale), che con diversi gradi di malignità mente per una strategia manipolatoria volta a sfruttare l’altro ed anche a distruggerlo psicologicamente (questo chiarimento era necessario altrimenti alcuni lettori potrebbero fraintendere e sentirsi erroneamente messi in causa, sul banco degli imputati: no, gli imputati di cui ci stiamo occupando sono tutt’altri, potremmo definirli: ‘criminali del cuore’, per usare una metafora pseudo giudiziaria, oppure ‘vampiri’ nel senso della legenda).
Avvertenza: differenze tra disfunzionalità ‘normali’ della coppia recanti ‘pene d’amore’ e relazioni affettive francamente patologiche, dovute principalmente ad un partner con DNP o altro disturbo.
Quindi, specifichiamo meglio, per evitare sin da ora fraintendimenti: anche gli amori più belli possono finire e ciò può generare grandissime sofferenze. Incomprensioni e delusioni amorose generano sofferenze, equivoci, nonché comportamenti ‘cattivi’ o errati. Inoltre se si viene abbandonati, accade spesso che l’abbandonato proietti sul partner abbandonante colpe e cattiverie molto superiori a quelle che ha. Lasciare una persona, o avere con essa una relazione affettiva problematica, non significa essere per forza cattivi. Quindi invito lettrici e lettori, partecipanti e non, a non interpretare le informazioni qui riportate nel senso del ‘vittimismo generalizzato‘. Capita, per moltissime ragioni che l’amore generi conflitti dolorosi e che strade, che prima erano unite, si dividano, e a quel punto può succedere anche di farsi reciprocamente del male, per rabbia, nervosismo, incapacità di sostenere il dialogo, rivalsa, ecc. … Ma qui non ci stiamo occupando di queste situazioni che, pur generando grande sofferenza, sono relativamente normali, oppure che hanno una inclinazione patologica, ma che non sono riportabili alla specificità della relazione patologica a sfondo narcisistico.
LA PAROLA ‘VITTIMA’ (adoperata ad esempio negli USA – Narcissism victime Syndrome – o in alcuni forum – dovrebbe intendersi solo in SENSO FIGURATO. QUI SI PROPONE INVECE DI NON ENTRARE NEL ‘VITTIMISMO’, MA DI CONSIDERARSI COME PERSONE CHE HANNO SUBITO UN TRAUMA PSICOLOGICO A CAUSA DI UNA RELAZIONE CON UN PARTNER NARCISISTA PATOLOGICO
Qui ci occupiamo di una relazione a sfondo narcisistico, nella quale il narcisista patologico, a diversi livelli di patologicità, esercita una finzione e un’ambivalenza quasi costanti allo scopo di manipolare, sfruttare e ferire psicologicamente una persona che è riuscita a sedurre. Si tratta di meccanismi distruttivi parzialmente inconsci, agiti senza piena consapevolezza, che purtroppo possono emergere anche nelle relazioni affettive relativamente normali, o affette da altre problematiche, tuttavia quando caratterizzano la relazione in modo costitutivo, continuativo, esacerbato e conclamato, danno luogo ad una tipica relazione distruttiva a sfondo narcisistico.
Quindi nel leggere questa ricerca bisogna cercare di capire che, un conto è essere vittime dell’amore (delusione amorosa), un conto è essere vittime di un amore malato a causa di un partner con DNP, il quale – in modo semi-inconsapevole – ha generato una relazione subdola e stressante, fino al punto di provocare una sindrome traumatica da narcisismo (TdN) nell’altro partner. Questo in quadramento della patologia del partner patogeno e distrurbante è importante affinché se se ne viene traumatizzati si possa capire cosa è successo. Qui lettrici e lettori potranno ricavare informazioni per un inquadramento generale, in termini psicopatologici e psichiatrici, poi però questa ‘analisi del partner con DNP deve essere fatta su misura, cioè in modo specifico, in quanto ogni portatore di DNP è diverso da un altro pur proponendo comportamenti patologici riportabili ad una classificazione generale.
Solo in un secondo momento, dopo aver a fondo compreso la patologicità del partner, si arriverà a capire che questi è riuscito a sedurre e a manipolare approfittandosi di una ferita narcisistica che la vittima trascurava o non sapeva di avere (la ferita narcisistica consiste in una carenza o un disequilibrio d’amore verso se stessi). Anche qui ci troviamo di fronte a considerazioni utili per un inquadramento della situazione, ma poi ciascuno deve riuscire a comprendere la specificità della propria ‘storia’, da solo o con l’aiuto di uno psicoterapeuta… l’importante è avere la serenità e l’onestà di capire se ce la si fa da soli o se si ha bisogno di un sostegno e nella misura che si ritenga necessaria. Qui si propone un sostegno informativo, ma una consulenza psicologica vera e propria la si può ricevere solo se la si richiede, per cui l’informazione diventa personalizzata ed ovviamente ha un’altra efficacia.
L’importanza di un informazione psicologica per un quadro generale; capacità di elaborare considerazioni rispetto alla propria specifica situazione
In questo articolo troverete un elenco di questioni che sono state approfondite e che quindi possono perfezionare l’inquadramento del problema e di suoi specifici aspetti cruciali. Tuttavia si tratta di approfondimenti che per questioni realmente diagnostiche possono essere impiegate solo da specialisti. Il lettore non specialista deve considerare questo articolo a titolo informativo. Si può partecipare nei commenti per chiedere chiarimenti generali. Chi desidera un approfondimento dell propria situazione personale può eichiederlo con un colloquio (a nche via Skipe o al Telefono, o in studio a Milano, Roma e Genova) previo appuntamento e nel rispetto delle norme professionali, della psicoterapia. Si avverte che il ‘troppo approfondimento teorico’ e il ‘fai da te’ , può generare convinzioni sbagliate e talvolta anche pericolose. L’importanza di una informazione personalizzata è dunque sempre consigliabile per comprendere se effettivamente e come si è stati disturbati e traumatizzati da una relazione prevalentemente a sfondo narcisistico, o a causa di altre patologicità, ad esempio riferite ad una sfera prevalentemente borderline, o anche essenzialmente, come abbiamo detto sopra, perché purtroppo le pene d’amore nella vita sono quasi inevitabili per maturare e per imparare ad amare.
Differenze e concomitanze tra DNP e Disturbo Borderline
Altre precisazioni sul DNP
Nella scala dei disturbi psichiatrici i narcisisti patologici, bugiardi/manipolatori/distruttivi (DNP), vengono poco prima degli psicopatici, ovvero dei serial killer, cioè di quelle persone disturbate che oltre a mentire e a praticare violenza psicologica senza ‘senso di colpa, né di pietà’, commettono anche atti di estrema crudelta’ fisica. I bugiardi patologici narcisisti ovviamente non arrivano a tanto, ma con la loro violenza psicologica, pregna di atteggiamenti e comportamenti ingannevoli e manipolatori, possono – senza farsi il minimo scrupolo – generare immani sofferenze nelle loro vittime/prede (loro le credono tali) e in alcuni casi possono giungere ad istigare al suicidio.
Purtroppo capita sempre più spesso, data la cultura narcisistica in cui viviamo, di incontrare e conoscere persone con tale grave disturbo, aventi nuclei psicotici narcisisti, che li portano a mentire costanemente con obiettivi di spietato egoismo; essi si presentano con grande attorialità (“ipocrita”, nell’antica Grecia significava attore) e astuzia come persone buone, sincere, magari aventi una carenza affettiva o vittimismo che chiede rassicurazione… tutto ciò come copertura al fine di poter mentire e raggirare con maggior efficacia la vittima/preda sedotta. Perciò è molto difficile riconoscere i narcisisti patologici e si può facilmente diventarne vittima nelle relazioni di amicizia, di lavoro e, ancor di più, sentimentali (però poi è meglio non considerarsi vittima, ma persona che ha subito un torto o addirittura un trauma TdN).
L’attorialità del narcisista è diversa da quella dello psicopatico che finge di essere una persona normale, ma è consapevole di voler uccidere; il narcisista finge sul limite tra consapevolezza ed inconsapevolezza, lui/lei si identifica con il suo personaggio ‘super e speciale’ , ne viene posseduto, così agisce nel bene e nel male sentendosi nel giusto e con una strana e inquietante spontaneità. Non si rende conto di quanto sia ambivalente e manipolatoria la sua modalità di agire nel bene e nel male, pertanto la persona che vi è legata affettivamente non capisce con chi veramente ha a che fare… a mano a mano che lo scopre ne viene sempre più traumatizzata. Si tratta di un trauma della sfera affettiva molto forte, che nonostante l’evidenza, non riesce a far capire chiaramente la negatività del narcisista patologico verso il quale si sviluppa una spaventosa dipendenza affettiva: si sente di amare un ‘mostro’, il ché è ulteriormente traumatizzante.
Ogni narcisista patologico è diverso da un altro, per difendersi dai suoi comportamenti disturbanti è importante comprendere la sua specificità. Le informazioni fino a qui fornite danno un quadro generale, ma se si vuole approfondire la conoscenza di ‘quel narcisista patologico’ è indispensabile un colloquio, dove viene riportato un racconto il più possibile dettagliato circa i comportamenti ambigui del partner e della violenza psicologica subita. Ogni caso è diverso, anche se conviene almeno in quadrarlo in termini generali, sebbene poi va analizzato nello specifico.
(A tal fine vedi pagina info www.albedoimagination.com/contatti/)
httpv://www.youtube.com/watch?v=H30I_x0OgiU
Informazioni e consulenza psicologica – Psicoterapia).
Prima di passare alla seconda parte (sintesi), qui di seguito, due brevi brani di approfondimento a cura di altri autori:
MENTIRE L’AMORE
Secondo uno studio americano i narcisisti amano troppo se stessi per riuscire ad amare gli altri. Secondo uno studio statunitense, pubblicato sul “Journal of Personality and Social Psychology”, non sono in grado di mantenere relazioni sentimentali felici e durature. Per il “narciso”, l’amore è un gioco in cui fare sempre la “parte del leone”, in cui mantenere sempre il potere anche a costo di mentire, tradire e umiliare il partner.
La personalità narcisistica è poi risultata incompatibile con la possibilità di stabilire relazioni sentimentali soddisfacenti, durature e affettivamente importanti. Infatti, nonostante sia vero che per amare gli altri bisogna prima di tutto amare se stessi, i narcisisti, in realtà, non amano veramente se stessi ma si sopravvalutano continuamente, a spese di chi sta loro vicino.
Lo studio mette poi in guardia chi cerca un partner: “attenzione a non confondere il narcisismo con l’autostima”, perché l’autostima si concilia benissimo con la capacità di amare, il narcisismo implica necessariamente lo sfruttamento e l’umiliazione del partner. Certo, spesso i narcisisti sono estremamente affascinanti ma, alla “prova del cuore”, rivelano gradualmente la loro vera natura: egoisti, infedeli, manipolatori, prepotenti … (redazione di Staibene).
MANIPOLARE, OVVERO LA MENZOGNA STRATEGICA E PERPETUATA
Il manipolatore relazionale è un tipo di personalità patologica narcisista, egocentrica; un vampiro psico-affettivo che si nutre dell’essenza vitale delle sue prede. Critica, disprezza, colpevolizza, ricatta, ricordando agli altri i principi morali od il perseguimento della perfezione, ma questo solo quando gli torna utile. E per raggiungere i suoi scopi ricorre a raggiri, ragionamenti pseudo-logici che capovolgono le situazioni a suo proprio vantaggio. Spesso la sua comunicazione è paradossale: messaggi opposti in double bind, a cui è impossibile rispondere senza contraddirsi; oppure deforma il significato del discorso. Si auto-commisera, si deresponsabilizza, non formula richieste esplicite e chiare. Eppure non tollera i rifiuti, vuol sempre avere l’ultima parola per trarre le sue conclusioni, pur non condivise. Muta opinioni e decisioni. Soprattutto mente, insinua sospetti, riferisce malintesi . Simula somatizzazioni ed autosvalutazioni, ma dimostra sostanzialmente disinteresse affettivo.
Si tratta, insomma, di personalità disturbate e disturbanti, con cui ci si può legare sentimentalmente per venire immancabilmente destabilizzati dalla loro perfida influenza (Giuseppe M. S. Ierace).
Vedi:
Nazare-Aga, I. La manipolazione affettiva, Castelvecchi, Roma, 2008
Hirigoyen, M.-F. Molestie morali. La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro, (Le harcèlement moral, Syros, Parigi 1994), Einaudi, Torino, 2000
httpv://www.youtube.com/watch?v=_k1mRlY-fjY
Per consulti (anche telefonici) scrivi a Pietro.Brunelli@fastwebnet.it (telefono orario lavorativo 3391472230).
PRIMA DI LEGGERE TESTIMONIANZE E COMMENTI E, SE VOLETE, DI PARTECIPARE SCRIVENDO VOSTRE OSSERVAZIONI E ULTERIORI TESTIMONIANZE, VI PREGO DI LEGGERE La SINTESI DELLA ‘SECONDA PARTE’, AVENTE IMPORTANTI CONSIDERAZIONI DIAGNOSTICHE PER COMPRENDERE IL TRAUMA DELLE VITTIME DI PARTNER OPPORTUNISTI, BUGIARDI, MANIPOLATORI – ovvero partner che – in termini di ‘spiegazione psichiatrica’, possiamo considerare come affetti da DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’ (DNP) , ma che nei termini della psicologia di orientamento junghiano possiamo ‘comprendere’ in quanto persone pervase dal loro ‘lato oscuro’ – l’OMBRA – una parte dell’inconscio presente in tutti gli esseri umani, e che in determinate condizioni può dare luogo a modi di essere e di fare negativi e maligni, per gli altri ed anche per se stessi – ciò è qui solo accennato ed è contenuto nella quarta parte di questa ricerca, parte che non è pubblicata (affinché non generi equivoci) è possa essere fornita in modo personalizzato e su richiesta questi approfondimenti terapeutici sono disponibili solo su richiesta, in forma generica o personbalizzata, previo accordi e chiarimenti).
SECONDA PARTE
IL TRAUMA DA NARCISISMO (TdN)
I narcisisti patologici: Vampiri psicoaffettivi traumatizzanti
Tutti i narcisisti patologici sono più o meno maligni a seconda della situazione, basti dire che si approfittano dell’amore altrui a scopo egoistico e manipolatorio. Tuttavia bisogna capire che sono semi-inconsapevoli della propria malignità — si veda la Importante avvertenza di base nell’introduzione. Tutti possiamo agire in modo negativo, talvolta anche deliberatamente, però nella misura in cui proviamo senso di colpa e poi anche il pentimento, non siamo affetti da narcisismo patologico (può darsi che abbiamo altri problemi, o che semplicemente abbiamo agito male). Come ha dimostrato Winnicott la base istintuale, prima ancora che culturale, per uno sviluppo individuale ed equilibrato dell’essere umano è nella capacità di provare ‘senso di colpa’ . I narcisisti sono tanto più patologici (maligni) nella misura in cui non provano senso di colpa e quindi per nutrire il proprio egoismo, giungono all’invidia, alla manipolazione e all’odio (in modo particolarmente assurdo verso chi li ama e ne ha fiducia). Voglio però ricordare che ci sono patologie o complessi ove il senso di colpa è percepito in modo esagerato oppure ingiustamente auto-accusatorio, quindi provare un senso di colpa ‘sbagliato’ non è indice di un buon equilibrio, ma è indice che il proprio disequilibrio non è di carattere narcisista.
Secondo diverse ricerche, nella maggioranza dei casi i narcisisti patologici sono uomini (per cui le vittime sono maggiormente le donne), ma quando si tratta di donne, il disturbo può diventare più subdolo e maligno (probabilmente perche le donne gravemente narcisiste covano un’invidia e una rabbia vendicativa maggiore per via dei retaggi di una tradizione penalizzante per il femminile ). Tuttavia, che si tratti di uomini o di donne, esistono tipologie particolarmente maligne di narcisismo patologico, seriamente disturbante e traumatizzante per il partner. La cattiveria semi-consapevole che caratterizza questa patologia si abbatte in modo particolare sui partner, in quanto i narcisisti patologici hanno inconsciamente nella mente la diabolica idea di doversi poter vendicare su qualcuno che attraverso l’innamoramento è caduto sotto il loro dominio, e il loro bisogno di vendetta è dovuto al fatto che credono di essere stati svalorizzati e sminuiti dalla famigli e dal mondo in generale, sentono che la vita gli fa subire torti enormi che li rendono deboli e insicuri, perciò devono farla pagare a qualcuno. Il narcisista patologico la fa pagare psichicamente alle persone che hanno la disgrazia di innamorarsene, producendole continui ‘microtraumi’ fino a provocarle una vera e propria sindrome traumatica dagli esiti che possono essere gravi e persino fatali. Invece lo psicopatico, il serial killer’ , cova anche lui/lei una forte invidia primaria, e allora ha bisogno di vendicarsi, ma a differenza del narcisista adopera la violenza fisica e nei confronti di persone che, spesso, sono ritenute appartenenti ad una certa categoria. Raramente i narcisisti richiedono di essere curati (se dovesse chiederlo è buon segno), a meno che una profonda crisi dovuta ad un lutto o ad una disgrazia non li porti ad uno stato di depressione che li costringe ad una terapia. Ma ad un certo punto la malattia evolve, in genere intorno alla terza età, sviluppando disturbi di tipo schizoide, bipolari e ansioso depressivi che costringono il narcisista a doversi curare anche se poi si possono tuttalpiù contenere i sintomi. Bisogna quindi pensare che queste persone, che a causa del loro disturbo hanno fatto molta male nella vita affettiva la pagheranno molto cara, (a meno che non riescano ad impegnarsi, per necessità o per illuminazione, in un cammino di guarigione, lungo e difficile, che passa necessariamente attraverso il riconoscimento dei danni inflitti al loro prossimo e quindi nel volersi scusare in modo sentito, profondo e sincero — cosa però, estremamente improbabile).La malattia dei narcisisti patologici fa ammalare chi intrattiene con loro relazioni affettive, nella coppia, nella famiglia e nell’amicizia. Ho quindi proposto di chiamare con il nome di TRAUMA DA NARCISISMO (TdN) l’effetto traumatizzante della relazione affettiva con un narcisista patologico. Non si tratta solo di dare un nome ad una sindrome (peraltro riconosciuta, anche se non molto esplorata), ma di inquadrare una nuova diagnosi al fine di poter procedere per una corretta terapia.
L’immaginario popolare, ripreso da artisti, letterati e registi rappresenta i narcisisti maligni come vampiri, i quali desiderano il sangue di persone sane, e l’ottengono approfittandosi delle tenebre, vale a dire di una relativa cecità della vittima dovuta ad uno stato di innamoramento indotto in modo seduttivo e manipolatorio. Le vittime/prede dei narcisisti patologici che subiscono il TdN (Trauma da Narcisismo) possono essere comprese figurativamente nel senso di essere state ‘vampirizzate’ da un ‘vampiro psicoaffettivo’.
I narcisisti patologici adoperano quindi deliberatamente la sessualità, ma anche la falsa e artata tenerezza, per far cadere la vittima/preda in uno stato di intorpidimento della consapevolezza, per conquistarne la fiducia e l’amore (che appunto e cieco) al fine di nutrirsene per scopo egoistico.
Al narcisista patologico piace immensamente sedurre, quindi adopera ogni suo talento per riuscirci, e ci riesce proprio in quanto è capace , inizialmente, di assumere le sembianze del ‘sogno d’amore’ della vittima… sogno che poi diverrà un incubo. Inoltre il narcisista patologico, non potendo amare normalmente è invidioso della capacità del partner di amare, a tal punto da volerlo distruggere, logorandolo sottilmente e arrivando in certi casi ad indurlo all’autolesionismo e al suicidio. Molti testi psichiatrici considerano il DNP (Disturbo narcisistico di personalità) come un grave disordine mentale che mira a generare la pazzia negli altri (è qualcosa di satanico che soltanto le vittime possono comprendere in tutto il suo orrore).
I narcisisti più maligni nell’ambito della relazione affettiva diventano spesso rabbiosi (senza un chiaro motivo) non piangono mai o quasi mai, inoltre umiliano sadicamente il partner con molteplici modalità, specialmente quando la relazione si sta ultimando, allo scopo di distruggerlo moralmente. Come narra il mito di Narciso, il quale istigava i suoi ex-amanti al suicidio, purtroppo il narcisista maligno può giungere anche a questo. La malignità si puo’ esprimere anche attraverso denunce alla polizia per il solo fatto che il partner chiede una spiegazione. Inoltre la malignità si esprime anche attraverso la diffamazione del partner presso amici e anche persone che il partner-vittima non conosce. Le vittime/prede di un narcisista è come se fossero state contagiate da un virus psichico trasmesso per via erotico/sessuale (anche se il paragone può considerarsi tragicamente infelice, in quanto chi è colpito da una malattia virale trasmissibile sessualmente ed applica ogni cautela può essere di certo meritevole di grande amore, ma chi trae godimento nel suo narcisismo patologico nel manipolare e violentare psicologicamente la persona che lo ama, infettandole veleno psichico, certamente NO). Quindi è come se le persone traumatizzate da un narcisista patologico fossero entrate in contatto con un potente veleno, ad esempio l’amianto, o scorie radioattive, e quindi sono intossicate. Le persone infettate/intossicate da un narcisista cattivo e distruttivo attraverso una relazione affettiva manipolatoria, perdono le loro difese immunitarie nei loro punti deboli, per cui i loro problemi o le loro debolezze, a livello psicologico e umano, si acuiscono pericolosamente. Vi è poi un forte crollo dell’autostima per cui ci si sente brutti, incapaci, insicuri in quanto appare inconcepibile di essere stati trattati con tanta violenza psicologica dalla persona amata. Si viene invasati da una sorta di ‘delirio di rovina’ che fa sentire perduti, senza più speranze, senza più un senso nella vita, con la morte nel cuore.
Dunque, quando parliamo di un narcisista patologico è chiaro di chi stiamo parlando? con chi abbiamo avuto a che fare? Signore e Signori, come si dice comunemente, stiamo parlando di UN PAZZO/A! (di certo nell’ambito dell’affettività), ne siamo stati infettati; non ci resta che curarci con pazienza e amore di se stessi. La pazzia non è da intendere solo come l’essere fuori dalla realtà, ma anche nelle sue forme lucide, che non alterano le funzioni cognitive o l’esame di realtà, ma che sono comunque pericolose per sé e per gli altri. Uno psicopatico serial killer, nella vita di tutti i giorni, sembra una persona assolutamente normale. Un narcisista di tipo maligno si differenzia dallo psicopatico perché non uccide, non esercita violenza diretta, ma comunque attua comportamenti volti a danneggiare tutti coloro che per errore si fidano di loro, nell’amore, nell’amicizia, nelle relazioni parentali. Si tratta quindi veramente di una forma di pazzia, la quale ha il potere di far impazzire chi ne viene ingenuamente a contatto. Inoltre chi ne può venire a contatto non è assolutamente detto che sia un ‘ingenuone’ in quanto i narcisisti come gli psicopatici sono così subdoli che spesso non vengono riconosciuti neppure dagli psicoterapeuti e dagli psichiatrici (se non dopo attentissime osservazioni). Tuttavia va detto ancor una volta che le persone più soggette e predisposte ad essere ‘infettate’ dal narcisismo patologico sono quelle con una ‘ferita narcisistica’ la quale fa sì che esse abbiano meno anticorpi psichici, e quindi meno capacità di salvaguardarsi in tempo, nonché di reagire per guarire. Ciò le rende pericolosamente vulnerabili alla traumatizzazione da narcisismo patologico la quale va ad infettare una ferita preesistente, occulta e non curata. Se una ferita si infetta c’è il rischio che l’infezione si espanda a tutto l’organismo. In genere, restando nella metafora della salute corporea, quando una ferita si infetta, gli anticorpi provvedono ad arginare l’infezione in modo piuttosto spontaneo, ma se la ferita è troppo profonda, gli anticorpi non bastano, bisogna disinfettarla e poi suturarla con dei punti. Se poi gli anticorpi sono indeboliti anche una ferita superficiale può diventare pericolosa.
L’infezione psichica trasmessa dal narcisismo patologico ha due effetti devastanti: dilata e approfondisce la ferita e depotenzia e disorienta gli anticorpi, cioè il sistema immunitario ; tuttavia le persone traumatizzate da narcisismo patologico non si spaventino, le cure ci sono e sono efficaci, ma necessitano di un loro impegno, di una loro volontà di curarsi. Soprattutto è importante, al fine di attivare correttamente gli ‘anticorpi psichici’ di capire che il partner narcisista introiettato (vissuto dentro di sé) è un ‘oggetto idealizzato’ malato. Ecco perché un informazione corretta può essere considerata l’avvio ad una terapia. Solo se si ha coscienza, se si è informati, la psiche può reagire -anticorpi — verso il disturbo/malattia, altrimenti se si è nel TdN, gli anticorpi (sempre in senso figurato) agiscono in modo errato, o contro se stessi, o contro altri (anche persone vicine, amiche o terapeuti) e poi anche contro il partner narcisista patologico in carne ed ossa (in quanto ci si dimentica, o non si vuole accettare che questi è una persona davvero disturbata).
Differenze e concomitanze tra Trauma abbandonico e Trauma da Narcisismo
La sintomatologia della vittima – che io definisco come colpita da TRAUMA DA NARCISISMO (TdN) – può dare luogo ad una sindrome più o meno grave e va curata onde evitare peggioramenti. Va detto che quando si viene abbandonati si può subire un TRAUMA ABBANDONICO di maggiore o minore intensità, che è già di per sé assai doloroso e sconvolgente, ma se a questo si aggiunge il TdN – TRAUMA DA NARCISISMO – la situazione diventa ancora più grave, in quanto il partner narcisista, oltre ad abbandonare, mira a distruggere, umiliare, ferire, offendere il partner che viene abbandonato. Quest’ultimo, cioè la vittima del narcisista, può sviluppare una vera e propria sindrome traumatica specifica, che negli Stati Uniti è stata già evidenziata da qualche anno, ma che in Italia non è ancora chiara (vedi: Narcissism Victim Syndrome, A new — https://samvak.tripod.com/npdglance.html). In pratica si pensa soltanto ad un trauma abbandonico – esasperatosi per problematiche soggiacenti nella vittima – e non si riesce a capire che in tal modo la vittima viene incompresa e ferita, in quanto non si riesce a diagnosticare che essa ha subito qualcosa di assai peggiore, un TdN, appunto (e ciò a prescindere dalle sue eventuali problematiche psicologiche).
Purtroppo, le persone violentate nell’anima e traumatizzate dal narcisismo patologico, hanno una ferita nascosta e non curata nel proprio narcisismo (ferita narcisistica) cioè una carenza nella qualità e nella capacità di amare se stesse, carenza della quale non sono consapevoli. A causa di questa carenza affettiva verso di sé, le vittime sono propense a innamorarsi in modo assai cieco e idealizzante, ed in un certo senso restano costantemente innamorate del partner senza riuscire a passare allo stadio del ‘voler bene’, cioè senza riuscire a conoscere e ad accettare in modo critico e correttamente difensivo le parti negative e conflittuali dell’altro. Quando si ha una ferita narcisistica occulta si è più esposti in generale alle pene d’amore, ma in modo particolare si diventa più facilmente vittima dei narcisisti patologici. Si immaginino costoro come iene o come squali che hanno una fortissima capacità di fiutare il sangue e di aggredire altri animali sanguinanti, inclusi gli umani. Ecco, allora che la ferita narcisistica sanguina e il narcisista patologico, immaginabile come un vampiro succhiasangue, individua una preda assai appetibile, in quanto più facilmente manipolabile e sfruttabile (dissanguabile). Allora è vero che le vittime sono persone buone ed equilibrate nella loro capacità di dare e di ricevere amore, ma purtroppo hanno una ferita occulta che non gli permette di ‘autoamarsi’ (autostima) in modo sufficientemente equilibrato. Ecco quindi che la persona traumatizzata da narcisismo patologico va prima aiutata a superare il trauma, ma poi deve essere aiutata anche a sanare la sua ferita, la quale non è stata provocata dal vampiro, in quanto c’era già prima, al vampiro è servita come punto debole su cui agire, traendone metaforicamente sangue, cioè vitalità, energia, a scopo manipolatorio e mortificante.Nella pratica clinica e nella mia esperienza personale ho avuto modo di rilevare uno specifico TdN, e cioè un TRAUMA DA NARCISISMO, avente una sintomatologia simile al DPTS (il Disturbo Post Traumatico da Stress) che lasciava i militari reduci del Vietnam per tutta la vita destabilizzati), che richiede cure, solidarietà, comprensione. IL DPTS provoca una sindrome post-traumatica, l’incapacità di riprendersi da un trauma (con conseguenze purtroppo molto destabilizzanti e a lungo termine), dovuto soprattutto alla paura verso eventi violenti e catastrofici per la propria vita o di persone care, o anche di altri esseri umani. Invece il Trauma da Narcisismo agisce sulla sfera affettiva, la più sensibile dell’esperienza umana; consiste in un perpetuarsi del Trauma abbandonico, che nelle relzioni disturbate dal narcisismo patologico si percepisce anche durante una relazione affettiva come continua ‘minaccia abbandonica’ alla quale segue uno shock finale, o numerosi devastanti ‘tira e molla’, che destabilizzano l’equilibrio affettivo ed erotico.
Si subisce una mortificazione interiore dell’amore… solo chi ha esperito questa tragica sensazione sa quanto è grande il dolore, il pericolo, la solitudine, l’’incomprensione colpevole e incolpevole degli altri, l’ansia, la depressione, la vergogna, le idee di fuga o suicide, il tentativo di calmarsi con psicofarmaci, alcol, droghe, l’autolesionismo, la paura di impazzire, il senso di ‘morte vivente’…VERSO UNA GUARIGIONE… Se il TRAUMA DA NARCISISMO viene curato e compreso, le ferite si cicatrizzano, resta il segno, ma diventa anche un segno di forza e di conoscenza.
Le informazioni in questo blog possono aiutarvi a capire, se desiderate ulteriori informazioni potrete riceverle solo previo colloquio e accordi in quanto vanno personalizzate per il vostro specifico caso, altrimenti potrebbero essere interpretate in modo non corretto, in quanto quando si è sotto l’effetto di un trauma è facile sbagliarsi (e questo bisogna cercare di evitarlo).
Raccomando alle vittime da TdN di non cadere nell’abuso degli psicofarmaci (o di altro: alcol, fumo, droghe), di chiedere aiuto a persone veramente amiche, capaci di comprendere a fondo (che purtroppo non sempre si trovano e che soprattutto non credano che si tratta di un ‘semplice’ mal d’amore, cioè di un trauma abbandonico ‘esagerato’). Raccomando inoltre di non buttarsi tra le braccia di chiunque credendo di poter risolvere il trauma in tal modo, e neppure di intraprendere lunghi viaggi da soli o tentare drastici cambiamenti di vita, come fuga reattiva nel tentativo di fuggire al trauma. Datevi tempo e seguite tutti i consigli che più vi sembrano adatti a voi con l’obiettivo primario di de-traumatizzarvi. Vanno bene tutte le tecniche di rilassamento, le attività espressive e ricreative, allo scopo di esprimere creativamente la propria sofferenza e di distrarsi in modo sano. Ricordatevi sempre che l’effetto del trauma è quello di far apparire la vita completamente distrutta, di sentirsi lordati nell’anima da una potenza malefica, MA NON E’ COSI’. Inoltre informatevi, in quanto è importantissimo per superare il trauma riuscire a comprendere ledinamiche di coppia a sfondo narcisistico. E poi ricordatevi che esistono varie forme di intervento deutramatizzante e psicoterapeutico, che possono essere su misura per voi (questo articolo/forum, nonché auto-aiuto, ha lo scopo di informare a livello generale anche su tali tecniche, ma trattandosi di questioni strettamente personali una consulenza o una assistenza psicologica personalizzata può essere data solo attraverso colloqui diretti e la creazione di un’alleanza terapeutica con il terapeuta particolarmente centrata sull’empatia, la solidarietà e la comprensione e il rispetto per la vostra pazienza, impegno e coraggio di voler superare il TdN).
A mano a mano che si guarisce si comprende di come la propria conoscenza della vita sia aumentata, di come ci si senta più indipendenti e più sensibili alle sofferenze altrui, di come sia importante un amore vero ed equilibrato, raggiungibile solo se prima si raggiunge una buona comprensione di se stessi e si impara ad accettarsi per come si è ed a volersi bene. Il Trauma da Narcisismo può dunque diventare un’occasione per rivelare, accettare e curare la ferita narcisistica della quale non si era consapevoli e che era, già prima, una fonte di turbamento e di negatività. Allora l’incubo passerà, il ‘mostro semi-inconsapevole’ (vedi: ‘Avvertenza importante di base’ nell’introduzione) reale e interiorizzato, non potrà più farvi alcun male, il male che vi ha fatto servirà per curare ferite sanguinanti che non sapevate di avere e che avevate ancor prima di subirne la violenza, ed è così che nascerà in voi un processo di trasformazione positiva e, davanti a voi, ci sarà davvero la prospettiva di una vita migliore…
ARGOMENTI consigliati per i quali si può richiedere approfondimento generalizzato e/o personalizzato o per poter meglio sviluppare un dibattito sul blog attraverso testimonianze e pareri:
- IL PROCESSO TRAUMATIZZANTE DA NARCISISMO – COME ESORDISCE, COME SI ACUISCE, QUALI SINTOMI E DANNI PROVOCA E COME SI PUO’ CURARE
- PERCHE’ PER SUPERARE IL TRAUMA (TdN) E’ IMPORTANTE STUDIARE LA MALATTIA DEL NARCISISTA PATOLOGICO CHE LO HA PROVOCATO
- IN CHE MODO IL NARCISISTA PATOLOGICO PUO’ FARE IMPAZZIRE L’ALTRO
- LA RECITAZIONE ‘QUASI SPONTANEA’ DEL NARCISISTA PATOLOGICO
- PERCHE’ L’AMBIVALENZA DEL NARCISISTA PATOLOGICO
- PERCHE’ SI CEDE ALLA SEDUZIONE DEI NARCISISTI PATOLOGICI
- IL MASCHILE E IL FEMMINILE NEL NARCISISMO PATOLOGICO
- LA SESSUALITA’ DEL NARCISISTA PATOLOGICO
- DNP e SFRUTTAMENTO E DANNEGGIAMENTO DEL PARTNER
- LA FERITA NARCISISTA DELLA PERSONA TRAUMATIZZATA DA TdN
- LA CATTIVERIA DEL NARCISISTA PATOLOGICO
- CRUDELTA’MENTALE, VIOLENZA PSICOLOGICA DEL NARCISISTA PATOLOGICO CHE VIOLENTA L’ANIMA DEL PARTNER
- IL LATO BUONO DEL NARCISISTA PATOLOGICO (… è quello che ti frega!).
- IL NARCISISTA PATOLOGICO NEL SOGNO/INCUBO DEL PARTNER TRAUMATIZZATO
- IL NARCISISTA PATOLOGICO INTROIETTATO DENTRO LA PERSONA TRAUMATIZZATA
- I NARCISISTI PATOLOGICI NELLA LETTERATURA E NEL CINEMA
- PERCHE’ LA PERSONA TRAUMATIZZATA NON E’ PROPRIO UNA VITTIMA
- PERCHE’ IL NARCISISTA PATOLOGICO APPARE SPESSO BUONO AGLI ALTRI
- COME ARGINARE LA GELOSIA TORMENTOSA VERSO IL PARTNER NARCISISTA PATOLOGICO, DURANTE LA RELAZIONE E DOPO LA ROTTURA
- COME RECUPERARE LA PROPRIA AUTOSTIMA DEVASTATA DA UN PARTNER CON DNP
- SOVRAPPOSIZIONI TRA NARCISISMO PATOLOGICO E BORDERLINE
- QUALE CURA PER I NARCISISTI PATOLOGICI ?
- COME AIUTARE I NARCISISTI PATOLOGICI
- IL NARCISISTA PATOLOGICO E’ SULLA VIA DI GUARIGIONE QUANDO CHIEDE SINCERAMENTE SCUSA (rarissimo)
- COME CONFRONTARSI CON I NARCISISTI PATOLOGICI ALL’INTERNO DI UNA RELAZIONE CHE SI INTENDE CONTINUARE
- PER QUALI RAGIONI IL/LA NARCISISTA PATOLOGICO TIENE IL PARTNER SOTTO MINACCIA ABBANDONICA E ATTUA SPESSO
- PERCHE’ IL PARTNER CON DNP TRADISCE (Cosa cerca in particolare nel tradimento)?
- PERCHE’ IL PARTNER CON DNP TENDE A CALUNNIARE E A DIFFAMARE LA PERSONA CHE LO AMA, NASCOSTAMENTE, DURANTE E DOPO LA RELAZIONE?
- PERCHE’ IL PARTNER CON DNP SI RIFIUTA DI DARE SPIEGAZIONI E SI ARRABBIA SE GLI VENGONO RICHIESTE?
- PERCHE’ LA PERSONA TRAUMATIZZATA DAL PARTNER CON DNP HA UN DISPERATO BISOGNO DI OTTENERE SPIEGAZIONI DAL SUO PERSECUTORE?
- PERCHE’ BISOGNA BEN DISTINGUERE UNA RELAZIONE A SFONDO SADOMASOCHISTA CON UNA RELAZIONE A SFONDO NARCISISTICO?
- QUANDO IL PARTNER CON DNP TENDE A SENTIRSI E A PRESENTARSI COME SE FOSSE PERSEGUITATO DALLA PERSONA CHE HA TRAUMATIZZATO.
- PRECAUZIONI E DIFESE DOPO LA RELAZIONE CON IL NARCISISTA PATOLOGICO
- COME ELABORARE LA RABBIA VERSO IL NARCISISTA PATOLOGICO
- COME LA PERSONA TRAUMATIZZATA DA UN PARTNER CON DNP, PUO’ OTTENERE GIUSTIZIA RISPETTO AI SOPRUSI E ALLA VIOLENZA PSICOLOGICA SUBITI
- DIFFERENZE E CONCOMITANZE TRA TRAUMA ABBANDONICO E TRAUMA DA NARCISISMO (TdN)
- SIMILITUDINI TRA TdN e DPTS (DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS)
- PERCHE’ SPESSO LA VITTIMA DA TdN NON VIENE COMPRESA DAVVERO
- LA PERSONA TRAUMATIZZATA DA TdN RISCHIA IL DETERIORAMENTO DELLE RELAZIONI FAMIGLIARI E DI AMICIZIA
- CONSIGLI PER GLI AMICI E I PARENTI DELLA VITTIMA CON TdN
- LA PERSONA TRAUMATIZZATA DA TdN RISCHIA DI CEDERE ALL’ABUSO DI SOSTANZE PSICOGENE (Psicofarmaci, alcol, droghe)
- L’AUTOLESIONISMO DELLA VITTIMA E I PENSIERI SUICIDARI
- IL BISOGNO ESTREMO E FRUSTRATO DI OTTENERE CHIARIMENTI DAL PARTNER CON DNP
- IL BISOGNO ESTREMO DI MANTENERE CONTATTI CON l’EX PARTNER CON DNP
AVVERTENZA! Le diagnosi non sono un gioco! Narcisismo patologico o alibi paranoide?
Credo sia doveroso aprire un dibattito anche sulle proiezioni paranoidi, in quanto c’è il rischio che la nozione di narcisismo patologico venga sempre più spesso usata per proiettare tutte le colpe su chiunque che per qualche motivo non ci viene bene…
E’ UN RISCHIO SERIO CHE C’E’.
Va inoltre ricordato che , anche se l’altro/a è un narcisista patologico, ciò non vuol dire che non ci si debba mettere in discussione in quanto si è la povera vittima incompresa. Per guarire veramente, una volta appurate le colpe dell’altro, va assolutamente fatto il lavoro del MEA CULPA.
Solo quando si farà i conti con il proprio VAMPIRO INTERIORE, si riuscirà a mollare veramente la presa collusiva con il VAMPIRO ESTERIORE. Chi adopera la nozione di narcisismo patologico, senza profonda conoscenza psicoterapica e senza un consulto serio sulla propria esperienza, rischia seriamente di farsi del male e di fare del male ad altri. Tutti abbiamo diritto di esprimere pareri e testimonianze, ma non abbiamo il diritto, neppure se psicoterapeuti, di sparare diagnosi con lo scopo di scaricarci la coscienza… va bene riflettere, ma in modo ponderato e sempre mettendosi in discussioni e con il dovere di verificare attraverso situazioni e consultazioni serie e personalizzate. Perciò occhio ai sitarelli che adoperano le etichette psichiatriche come se fossero torte in faccia e frecciatine liberatorie.
PER FAVORE DOVETE CAPIRE che su queste cose non si scherza è in gioco la vita delle persone, si tratta della salute umana, del posto di lavoro, delle relazioni rovinate con amicizie e con i parenti, del rischio di abuso di psicofarmaci, droghe, alcool, dell’insorgere di patologie psicosomatiche (anche gravi come il cancro), di molti disturbi d’ansia e depressione, fino alla fantasia suicidaria ed il passaggio all’atto, e comunque di destini vitali spezzati e di infelicità durature. Ecco, di cosa stiamo parlando quando ci intratteniamo con bocconcini di narcisismo patologico self service… ok, va bene, si vuole riflettere, però attenzione, bisogna sapere bene cosa si sta toccando, e se si vuole riflettere su queste cose senza titoli ed esperienza specialistica la cosa giusta da fare è spendere almeno quanto si spende da un parrucchiere — perché questo è — per parlarne con specialisti che hanno studiato una vita per capire e per curare questi gravi problemi della salute mentale. Era mio dovere scrivere questa nota, in quanto psicoterapeuta più volte citato per via del blog a cura dell’Associazione Culturale Albedo di cui sono Presidente.
IL NARCISISMO PATOLOGICO NON E’ PIU’ UNA MALATTIA… ALLORA SAREBBE PROPRIO UN MALE, in particolare: VAMPIRISMO.
E’ di questi giorni la notizia che il prossimo DSM 5, bibbia della psichiatria non intende considerare più il narcisismo come disturbo di personalità, in quanto i tratti che lo caratterizzano sono sempre più diffusi come ‘normosi’ e molte persone del settore e non, lo hanno divulgato senza il necessario approfondimento. Per cui il DNP non sarà più considerato una malattia psichiatrica precisa (anche se ciò sta provocando un terremoto nella ricerca sulla salute mentale negli USA), e al suo posto vi sarà un generico disturbo di tratti di personalità (che incrocia altri 4 disturbi pure rimossi, lasciando tuttavia a sé il borderline). Questa scelta, prevalente per ora prevalente nel gruppo di lavoro di psichiatri che pubblica il DSM , oltre essere stata duramente criticata da eminenti psicoterapeuti, psichiatri e commentatori autorevoli di altre discipline, denota la gravità della situazione di fronte a comportamenti di egoismo esasperato, manipolazione e violenza psicologico che sono così diffusi, variegati ed ambigui (normosi) da sfuggire ad una diagnosi scientifica di tipo classificatorio, con la conseguenza di dichiarare una resa dinnanzi a mali evidenti che vengono quindi considerati psicologicamente normali.
Resta il fatto che la violenza psicologica esiste, a questo punto se non è più una malattia è proprio il male. Il dibattito è molto delicato ed è un bene che sia così. Noi psicoterapeuti consideriamo da sempre le etichette psichiatriche solo come quadri di riferimento da interpretare caso per caso. L’approccio clinico che io ho proposto in riferimento alla psicologia archetipica ed in particolare rispetto alla figura del vampiro, a questo punto, in termini umanamente e psicologicamente diagnostici e terapeutici è effettivamente il più intuibile, comprensibile ed efficace (sebbene non sia ancora molto conosciuto, anche perché non si rifà al linguaggio psichiatrico ortodosso). Va quindi ricordato che chi pretende di improvvisarsi in questo settore, senza competenze specialistiche e senza volersi fare aiutare da esperti, genera una pericolosa confusione negli altri e in se stesso, pur essendo mosso da buone intenzioni. Questa può essere solo una breve nota che rinvia al seguente articolo introduttivo in inglese (uno tra i tanti) che appaiono in questi giorni. https://psychcentral.com/
Quanto viene affermato in questo articolo, nonostante queste recenti diatribe teoriche non cambia, anzi si specifica maggiormente che in termini di psicologia, intesa come logica della psiche, che è l’anima (la quale ha logiche assolutamente speciali) la figura archetipica del VAMPIRO è quella che maggiormente consente di comprendere il fenomeno. Per cui quando parliamo di Narcisismo patologico o di DNP , in ottemperanza a decenni di ricerche ed esperienze, teoriche e cliniche internazionali, si consideri che qui parliamo di VAMPIRI PSICHICI e più in particolare dei loro devastanti effetti in termini di VAMPIRIZZAZIONE della vita amorosa.
La sfida in questo dibattito è dunque assai complessa e delicata, ma vale la pena impegnarsi, ciascuno con le sue esperienze, competenze e sensibilità. In tal modo si darà un significativo contributo ad una questione fondamentale che riguarda il benessere e la salute mentale… e soprattutto all’AMORE che tra tutti i beni è il più grande.
CHI E’ IL MANDANTE DEI VAMPIRI PSICHICI? SOLO L’AMORE POTRA’ SCOPRIRLO E SCONFIGGERLO.
pubblicato da Pier Pietro Brunelli – Psicoterapeuta
il giorno domenica 26 dicembre 2010 alle ore 3.03
Carissime e carissimi
è tardi, sta finendo il giorno di Natale, voglio scrivervi quello che penso e che so, come un messaggio di auguri, un regalo ed una esortazione… ci provo. Perdonate gli errori, sono stanco…
Chi è stato traumatizzato nei sentimenti da partner che hanno grossi problemi relazionali — tanto da poter essere paragonati a vampiri psichici – è una persona che ha sbagliato, ingenuamente, perché ha colluso con la negatività, si è lasciata legare ad aspetti malefici dell’anima… ha tutte le attenuanti, ma ha sbagliato, e quindi la sua sofferenza è una forma di espiazione, perché deve capire che ha sbagliato e deve riscattarsi verso il bene… deve tornare ad amare il bene non il male … e il bene non è solo egoistico, non è la felicità per sé come due cuori e una capanna e il resto chi se ne frega… no, è anche stare insieme, ma insieme anche PER qualcosa di giusto, per il bene, anche attraverso piccole cose, due hanno un amore nel bene quando questo amore porta buoni frutti al mondo, agli altri… Allora chi è stato traumatizzato dall’amore per il male, e il male lo ha distrutto, stuprato, devastato, ha però anche un grande dono, ha cioè, anche se ha sbagliato e deve pagare, ha una grande, immensa capacità di amore.. è una persona che ha una capacità di amare, accettare, perdonare così grande che, purtroppo, potrebbe arrivare, anzi arriva, ad amare anche il diavolo, non in quanto tale, ma credendo che in esso/a c’è un angelo da salvare… Dunque è un grave sbaglio amare chi si serve del male e lo fa, seppure con l’idea di salvarlo, e questo sbaglio si paga, ma si tratta di uno sbaglio che rivela anche una grandissima forza verso il bene ed è su questa che bisogna lavorare per tornare a stare bene e per imparare a donare il proprio grande immenso amore a tutto ciò che può fare bene… certo ad un compagno buono, ad una compagna buona… ma affinché questo possa avvenire bisogna prima amare tutti coloro che lo meritano e che hanno bisogno di essere amati… bisogna amare anche i cattivi, ma quelli veri, cioè quelli che sono sempre cattivi, come lo era il lupo di San Francesco, odiato e cacciato da tutti, sempre cattivissimo, allora San Francesco capì che lo si doveva aiutare a trovare la sua parte buona e così con amore lo aiutò… bisogna amare anche le ‘pecore nere’ quelle che sono nere sempre, perché hanno sbagliato e nessuno le aiuta e continuano a sbagliare… ma dovete fare molta attenzione e allontanare i falsi cattivi che sono anche i falsi buoni, quelli cioè che fanno finta di essere buoni per poi poter fare meglio del male… E’ una storia vecchia come il mondo quella di Satana che inganna Eva con l’inganno, appunto, facendo finta di essere buono, per avere la sua fiducia… dovete rinnegare quelli che sono ora cattivi e un attimo dopo buoni e poi cattivi perché lo fanno perché sono malati di una malattia che li spinge a farvi del male perché questa malattia si nutre del male , essi esse hanno bisogno del male, e per farlo in certi momenti vi seducono e vi manipolano facendo la parte di angeli o di bisognosi d’aiuto e d’affetto… Ricordatevi il CAVALLO DI TROIA, la più infida arma di tutti i tempi, quella che rese celebre una guerra che divenne il mito omerico fondante di tutta la cultura occidentale, una guerra che dopo dieci anni fu vinta dai greci assediatori con l’inganno… come? Facendo finta di essere buoni, con un bel regalo , un bellissimo grande cavallo bianco … e i troiani aprirono le porte e festeggiarono, ma nella notte dalla pancia del cavallo fuoriuscirono gli invasori greci che misero a ferro e fuoco ogni cosa… ecco così fanno certi vampiri/e nelle relazioni affettive, 10, 100, 1000 cavalli di Troia fino a quando non vi avranno completamente devastate/i… ALLONTANATELI, ALLONTANATEVI prima che sia troppo tardi, prima che la vostra vita fisica, psichica, morale materiale venga devastata a morte (questo è il rischio, purtroppo).
Ma allora chi bisogna amare? Solo quelli che sono sempre bravi? E no, questi non esistono, e se lo sembrano, stanno facendo finta anche loro… bisogna amare le persone con i loro pregi e i loro difetti, accettare il conflitto, confrontarsi, è normale ciò… ma badate ho detto bisogna amare.. le PERSONE… non delle strutture psichiche disaggreganti e devastanti dalle sembianze umane… scusate, se esagero. Voglio dire che… sù, andiamo, siate oneste/i… voi lo sapevate benissimo che quella lì, quello lì, il vampiro, la vampira, non era una persona tanto normale (addirittura a mio avviso dal punto di vista di una compiutezza psichica, di un Sé coeso accettabile, non si tratta nemmeno di una persona vera e propria… ma vabbé) comunque lo sapevate che era un essere pregno di energia negativa che a volte faceva il bravo, la brava per poi contaminarvi meglio … “Che bella bocca che hai?”… “Per sbranarti meglio piccina mia” (infatti fingeva di essere la nonnina, ma era il lupo… e voi però non eravate ingenui tanto da essere come Cappuccetto rosso… dai!). Insomma voi lo sapevate nel vostro intimo che ve la facevate con un rappresentante del male, una manovalanza, diciamo così, delle energie malefiche… e stavate già da tempo malissimo, ma come il drogato, non avevate il coraggio di allontanarvi e avete voluto resistere e continuare… insomma come dicevamo prima avete sbagliato, perciò adesso è normale che dovete soffrire, ma dovete soffrire per riscattarvi, per tornare a fare del bene e a dare per il bene il vostro grande amore e ribellarvi… Ma ribellarvi verso chi? Vendicarvi di chi? Della manovalanza? Di quella mezza persona vampirica che vi ha succhiato il sangue, di quel morto vivente che sembra stare bene e che in realtà è uno zombie che finge di provare qualcosa , ma non prova nulla? No, non è della manovalanza che vi dovete occupare, quella dovete solo allontanarla e più lo fate presto e tanto più andrà incontro rapidamente al suo squallido destino, in quanto impazzirà, oppure non avrà mai vissuto veri sentimenti, resterà un non vivo, nel male (a meno che proprio, quando abbandonata da tutti, dato che perde progressivamente potere, e soffrendo peggio di un cane non implorerà perdono per farsi curare e si pentirà amaramente e dovrà comunque pagare terribilmente, molto, ma molto più di voi). Non è del traumatizzante & manovalanza che vi dovete occupare voi per guarire, voi vi dovete occupare del MANDANTE, cioè delle forze del male che hanno impiegato quel manovale-burattino senz’anima (perciò non persona, le persone hanno l’anima) per impedire alla vostra natura di fare del bene, di usare il vostro grande amore per il bene, siete stati colpiti su commissione da un lovekiller, un criminal love, un delinquente sentimentale di infimo rango, che è stato mandato da forze maligne per togliervi di mezzo perché potevate fare troppo bene, e queste persone che possono fare bene perché amano tanto, il male le odia, perciò le attacca a morte. Ma in tal modo ora siete stati messi alla prova, o diventate vampirizzati/e, verso gli altri e verso voi stessi dannandovi l’anima, oppure fate di tutto per ritornare a far vincere l’amore in tutte le sue forme …
“Commento 21”(www.albedoimaginaton.com) IL VAMPIRO INTERIORE UCCIDE FINO A QUANDO NON LO SI COMPRENDE, MA SE LO SI COMPRENDE CI SI AVVIA ALLA GUARIGIONE
UNA PRECISAZIONE IMPORTANTE: IL VAMPIRO E’ UNA FIGURA ARCHETIPICA PRESENTE IN OGNI ESSERE UMANO. ESSO E’ UN’IMMAGINE DELL’OMBRA (archetipo individuato da Jung costituente il lato oscuro della natura umana, eppure contenente anche una luce).
La figura del vampiro, come distruttivo invasore della psiche, è stata studiata da C.G. Jung, dalla M. Von Franz, da J. Hillman e da altri psicologi di orientamento junghiano. Costoro avvertono che si tratta di una parte della psichica insita in ogni essere umano. Dentro ciascuno di noi c’è un vampiro, come c’è anche un angelo, c’è il male come il bene, l’oscurità e la luce. Il vampiro è quindi una rappresentazione leggendaria dell’OMBRA, la parte più contraddittoria ed inconscia della personalità, che esacerba i conflitti, emerge negli incubi, in molti disturbi mentali dovuti a complessi o a traumi, ma che pure contiene valori conoscitivi e di crescita. Perciò tutti dobbiamo fare i conti con l’Ombra, con il vampiro interiore che succhia il sangue all’Anima e la costringe a reagire, e quindi ad ammalarsi o a curarsi, a regredire o ad evolversi. Purtroppo la tentazione è quella di proiettare il proprio vampiro interiore sugli altri, giungendo a credersi perfetti e ad attribuire il male solo agli altri, senza volersi assumere le proprie responsabilità. La disputa con il ‘vampiro interiore’ riguarda la soggettività di ognuno, ma possiamo dire che può svolgersi su due livelli.
Il primo livello, quello più sano, consiste nel tentativo di accettare e conoscere il proprio vampiro interiore, di negoziare con esso, di integrarlo il più possibile con la nostra personalità e quindi di comprendere come può farci crescere e maturare e quali sono i nostri punti deboli o da sanare. E’ un processo che non si conclude mai completamente, la conoscenza di sé e delle proprie contraddizioni, nel bene e nel male, richiede tutta la vita, nonché l’appoggio ad alleati (ad esempio uno psicoterapeuta) e di maestri.
Il secondo livello riguarda la possibilità che il vampiro interiore resti parzialmente o del tutto inconscio, non riusciamo a comprenderlo o ci rifiutiamo di vederlo per una questione di comodo. In tal caso può succedere che lo proiettiamo sugli altri, diventiamo allora difensivi, ma anche aggressivi nel tentativo errato di liberarci dal male, che non viene visto come anche interno.
Ecco allora che, nello specifico del narcisismo e della vita amorosa ed affettiva, si aprono altri due sottolivelli:
– Il primo sottolivello è che il vampiro inconsciamente invade tutta o quasi tutta la personalità, la quale può quindi assumere tratti narcisisti patologici o irrigidirsi in un vero e proprio Disturbo Narcisistico di Personalità (con le conseguenze di nullificazione di sé e di traumatizzazione del prossimo che ormai abbiamo sufficientemente esplorato) o addirittura diventare uno Psicopatico conclamato. Vi sono poi altri disturbi gravi nei quali l’Ombra non compresa o negata emerge, come i disturbi paronoidi, la schizofrenia, ecc. Tutti questi disturbi comportano gravi problemi ai malati e a chi sta loro vicino. In particolare il narcisismo patologico implica una sua particolarità patogena e traumatizzante nell’ambito delle relazioni di coppia attraverso la manipolazione affettiva, l’opportunismo e un assurdo, folle e invidioso odio distruttivo verso la persona dalla quale si riceve amore e fiducia.
Nota: Senza giungere a quadri patologici estremi dovuti al fatto che proprio male interiore viene proiettato tutto sugli altri, o su una categoria, o sul partner, possiamo pensare alla proiezione che spesso gli uomini fanno sulle donne considerandole tutte quante negative, in parte o totalmente, e quella che, viceversa, fanno le donne verso gli uomini. Purtroppo queste reciproche proiezioni negative tra i sessi, che non riescono più a vedere che in tutti c’è il bene e il male, e che ci sono persone più buone o più cattive tra gli uomini come tra le donne, generano pregiudizi e stati patologicamente difensivi che uccidono l’amore e portano l’infelicità. Seppure tra il maschile e il femminile ci sono conflitti psicoculturali che hanno danneggiato soprattutto la femminilità, alle donne non conviene cercare la vendetta, così come non conviene agli uomini voler dominare o dichiarare il proprio sgomento per il fatto di non riuscire più a farlo. Siamo stati fatti maschio e femmina non soltanto nella carne, ma anche nell’anima per compensarci confrontandoci. Si tratta di due polarità psichiche, come ha individuato Jung che sono presenti nella psiche di ciascuno a prescindere dal fatto che sia un uomo e una donna, in entrambi c’è la componente maschile (anima) e la componente femminile (animus), e ciascuno dovrebbe armonizzarle dentro di sé. Allora si capirebbe che è sbagliato lasciarsi tentare dal voler proiettare il male sull’altro sesso in generale. Se il maschile e il femminile sono compresi come due polarità complementari presenti, in modo diverso a seconda del genere sessuale, ma presenti, l’amore funzionerebbe molto meglio, sul piano soggettivo e collettivo. Questo principio di complementarietà psichica tra il maschile e il femminile sta alla base di un amore sano, così che esso nel suo mistero, oltre a recare piacere e passione, porti anche la pace, la vita, la maturazione nel confronto, e tutto ciò per gli eterosessuali come per gli omossessuali, nell’ambito di ogni ceto, ogni razza, ogni religione, ogni cultura.
– Il secondo sottolivello consiste nel tentativo inconscio di liberarsi da un vampiro interiore (annidato in una ferita narcisistica occulta e quindi non curata), senza però riuscire ad analizzarlo e a comprenderlo, perciò si è tentati (inconsciamente predisposti) dal venire a patti (colludere) con un vampiro esterno, cioè con una persona affetta da narcisismo patologico della quale ci sembra di poterci fidare, nell’amicizia, nel lavoro e più sciaguratamente nei sentimenti e nell’amore. In tal modo il male interno non viene proiettato sull’altro, ma funziona come una calamita che introietta il male dell’altro. Il vampiro esterno viene allora erroneamente considerato come un guaritore (dato che è molto abile nel fingere di esserlo) che seduce il nostro vampiro interiore e si allea con esso. Attraverso questo alleato interno alla vittima portatrice di ferita narcisistica occulta, il narcisista patologico riesce a far innamorare la vittima, con il fine ‘semiconscio’ di manipolare e approfittarsi della vittima, provocandole una sindrome traumatica che può condurre a disturbi ed esiti anche gravi. Ciò è stato possibile perché il vampiro esteriore ha trovato nella vittima un vampiro interiore annidato in una ferita, al quale si è alleato. Dunque seppure possiamo inquadrare tutta la vicenda come una disgrazia o un tragico scherzo dell’amore, si tratta di una vicenda non proprio casuale, che presuppone una complicità inconscia tra la vittima e il suo aguzzino, tra debolezza e malvagità (senza che ciò voglia necessariamente dire sadomasochismo), o per meglio dire tra le parti ferite inconsce nell’Ombra di chi viene ‘infettato’ e le parti maligne dell’Ombra di chi infetta.
Dopo aver detraumatizzato la vittima va dunque scoperto il suo ‘traditore interno’, cioè il vampiro interiore che si è alleato con il narcisista patologico al fine di dilaniare ancor di più la ferita narcisista dalla quale succhiare sangue ‘simbolico’, che significa anima, amore, vita. Si scoprirà allora che il vampiro interiore può essere rieducato, ma non può essere ucciso (la leggenda spiega appunto della quasi impossibilità di uccidere i vampiri) – si scoprirà che se viene compreso e accettato questo vampiro interno può avere anche qualche cosa di buono da dire, nonostante faccia parte dell’Ombra e del male – si scoprirà quindi che è molto meglio negoziare con esso (pur senza allearsi ad esso) piuttosto che non riconoscerlo e farlo alleare con vampiri esterni – si scoprirà che attraverso la negoziazione con esso, esso può aiutarci a guarire la ferita narcisistica (la leggenda dice che alcune gocce, o pochi capelli del vampiro erano una medicina prodigiosa).
Il TdN, ovvero la vampirizzazione, ci costringe a curarci in profondità e, una volta superato il trauma, a renderci conto che, purtroppo, il vampiro esteriore di cui ci siamo fidati e innamorati aveva fatto presa sul vampiro interiore che non conoscevamo.
Perciò se curiamo il Trauma da Narcisismo, poi dobbiamo anche curare il vampiro interiore e la ferita dove se ne stava nascosto a succhiarci il sangue dall’interno, rendendoci inconsciamente vulnerabili alle seduzioni manipolatorie e distruttive dal vampiro esteriore (che ormai sappiamo essere il ‘narcisista patologico’). Solo in tal modo il trauma può essere superato e diventare opportunità per elaborare un’esperienza di crescita, altrimenti se pure vi è una de-traumatizzazione, i segni e le cicatrici lasciate inevitabilmente dal trauma ostacolano la conoscenza di se stessi, con il rischio di successive ricadute, infelicità… e nuovi vampiri inconsci, esterni e interni
Ad un certo punto della fase di de-traumatizzazione riconoscere il nostro ‘vampiro interiore’ (risalente alla propria storia famigliare, ma anche alla propria natura umana, in quanto archetipo del negativo in ognuno di noi) ci aiuta a superare il trauma in quanto il ‘vampiro esteriore’ viene depotenziato, viene considerato non più come un malvagio potente dal quale non ci si può difendere, quanto come un posseduto dalla malvagità. Se tale riconoscimento avviene si può arrivare a comprendere che il problema di chi è affetto da narcisismo patologico – patogeno e traumatizzante -consiste nel fatto che il suo ‘vampiro interiore’ si è impossessato di gran parte della sua personalità nella sfera dei sentimenti (ciò lo porta a fare del male a chi li ama). Intanto però si comprende che il vampiro interiore della ‘vittima’ lavora in un modo diverso, invece di far ammalare nel senso del narcisista patologico che non è più capace di mare gli altri, fa ammalare nel senso della ferita narcisista che rende incapaci di amare veramente se stessi. Così, i due vampiri, quello dell’aguzzino e quello della vittima, si alleano a favore del male (che implica l’odio), cioè per distruggere Il bene (che implica l’amore verso se stessi e verso gli altri). La vittima comprende che non è veramente che si è innamorata di un vampiro in quanto è il suo vampiro interiore non conosciuto che l’ha fatta innamorare… ecco perché il narcisista patologico è riuscito a sedurre e a tenere innamorata la vittima pur infliggendole tormenti, e continua a tormentarla come fantasma anche dopo l’abbandono. Allora lo psicoterapeuta, dopo aver veramente compreso il trauma della vittima, la aiuta a ‘parlare’ e a negoziare con il suo vampiro interiore, in quanto solo così il fantasma del vampiro esteriore perderà il suo alleato e dovrà andarsene per la sua strada ad espiare le sue colpe o a vampirizzare altre vittime, solo così ci si libererà di lui/lei e si potrà rimettere il cuore pace per rinascere.
Ora se accettiamo la verità (difficile da accettare davvero), e cioè che un vampiro interiore lo abbiamo tutti e che esso può agire con molteplici modalità, ci scopriamo non soltanto vittime del male, ma anche suoi potenziali portatori, perciò chi ci ha fatto del male viene percepito con uno sguardo che non è più solo di incredulità, di paura e di rabbia, ma semmai di triste compatimento unito a condanna – questo sguardo piuttosto che a vendicarci ci invita a guardarci dentro – senza colpevolizzarci – affinché si possa diventare sempre più capaci di comprendere il male, depotenziarlo e sviluppare la coscienza di tutto il bene possibile, per noi e per gli altri. Si arriva allora a capire che forse può essere meglio essere stati traumatizzati ( a patto di venirne fuori) che traumatizzare, che in ultimo ciascuno è vittima di qualcosa che è in se stesso, tuttavia è preferibile essere una vittima delle proprie debolezze (ferita narcisistica) che fanno amare una persona sbagliata, piuttosto che vittima del proprio odio e della propria incapacità di amare, che spinge il narcisista patologico a fare del male a chi li ama e quindi, logicamente e psicologicamente, anche a se stesso, costruendo intorno a sé un cimitero d’amore che non appare traumatico, ma che alla lunga diventa una mortale trappola di infelicità. Ecco allora che al fine, si comprende che è meglio essere stati vampirizzati piuttosto che vampiri conclamati; anche se è molto dura, dalla vampirizzazione ci può salvare, ma salvarsi dall’essere un vampiro psicoaffettivo è molto più dura ed è terribilmente più difficile. Così il narcisista patologico, nonostante tutto il male che h fatto, al fine viene percepito da chi lo ha subito e se ne è liberato come un povero disgraziato e ciò porta ad un processo di disinnamoramento che rende più forti e più liberi. Tuttavia, affinché ciò avvenga, una volta terapizzato il trauma, bisogna fare chiarezza dentro di sé, ed elaborare e guarire la propria ferita/infettata che ha fatto innamorare di una persona infettante/maligna; a tal fine l’unica terapia possibile è una psicoterapia, basata sull’empatia e l’esplorazione delle costellazioni che formano il mondo interiore e che si manifestano energeticamente nell’anima, nella mente, nelle emozioni e nello spirito.
Nota: Il seguente link presenta una video sulle conseguenze più tragiche del non riconoscere il nostro ‘vampiro interiore’ – è un video ‘molto forte’ orientato alla psicologia junghiana tema del diavolo (insito nella natura umana) e sulle sue manifestazioni, non solo leggendarie, ma nella realtà degli individui e della società:
httpv://www.youtube.com/watch?v=DT42l5L_fUI
Un altro link su tale tema riguarda un’intervista a C.G. Jung in persona
httpv://youtu.be/wop91_Gvwos
Prime conclusioni
Dunque il TdN, il Trauma d Narcisismo, ovvero l’essere vampirizzati, può anche essere un’occasione propizia per riconoscere la propria ferita narcisistica, snidare il vampiro interiore che vi si era annidato e impiegarlo per la guarigione della ferita. Da tale guarigione può poi nascere una propria via di maturazione del Sé, capace di sostenere la tragica verità che il bene e il male sono in ciascun essere umano. E’ una verità sconcertante, ma è un principio costitutivo che va oltre il tema del narcisismo che stiamo trattando, espresso negli insegnamenti della saggezza e delle religioni di ogni epoca e di ogni cultura, ed è necessariamente da accettare se si vuole essere ‘veraci’, diventare se stessi. Come fare a trovare un equilibrio tra il negativo e il positivo, e quindi ad accettare che il negativo non è eliminabile? Freud ha parlato di ‘pulsione di vita e pulsione di morte’, la Melanie Klein di ‘seno buono e seno cattivo’, Winnicott di ‘madre sufficientemente buona’, Jung dell”Ombra’ in quanto archetipo complementare a tutti gli altri archetipi della psiche secondo un principio di ispirazione Taoista e Gnostica (la ‘congiunzione degli opposti’). E poi si tratta anche di una verità che implica uno speciale percorso personale, che non tutti riescono a vivere e che nessuno può portare al totale compimento… un processo di conoscenza di Sé, nel bene e nel male, che ha una sua formula unica ed assoluta per ogni individuo, come ben sanno quegli psicoterapeuti che comprendono di quanto il loro difficile mestiere consista nell’ aiutare i pazienti a trovare un equilibrio tra le schiere di demoni e di angeli che abitano la loro psiche soggettiva. Protendersi verso questo processo conoscitivo di Sé, considerando che la sofferenza può essere una spinta per compierlo, da soli, ma quando ci vuole anche con l’aiuto della psicoterapia, oltre che con il sostegno di fonti maestre di saggezza e di spiritualità, consente di diventare più autentici, più fedeli a se stessi, più veraci, dove la veracità non vuol dire perfezione o essere il migliore, ma provare a fare del proprio meglio con genuinità, spontaneità, umiltà, esame di coscienza, osservazione non colpevolizzante e non esaltante dei propri lati positivi e negativi. Il male dentro di sé, allora, va compreso come nella parabola di Cristo della ‘pecora nera’: tutti ne abbiamo una e forse anche di più, ma dobbiamo saperle accogliere nel gregge.
Quando non si riesce ad accogliere il male esso gioca brutti scherzi a se stessi e viene proiettato sugli altri, così Cristo ha detto: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Ma per accogliere il male bisogna comprendere che in esso, in quanto Ombra della psiche, c’è pur sempre un punto di luce, come nel simbolo del Tao: dello Yin e Yang… ecco forse perché Dio non distrugge Lucifero, semmai lo fa controllare dagli Angeli, poiché esso nonostante tutta la sua malvagità è un ‘portatore di luce’ (questo è il significato del suo nome). Quindi la nostra ricerca ci ha portato a rivolgere lo sguardo su una questione di infinita importanza che non arriveremo mai a circoscrivere e che quindi comporta una costante attenzione da parte degli individui e della collettività. Qui diciamo solo che, affinché si possa essere ‘veraci’, occorre una costante attenzione verso la conoscenza e l’autenticità del proprio Sé (Jung ha parlato in tal senso di “processo di individuazione”, Hillman ha parlato di “fare anima”, ma ciascuno, se vuole dare un ‘senso di verità’ alla propria vita deve scoprire una via concreta, non solo teorica o mistica, dentro se stesso).
Essere ‘veraci’ comporta il disporsi con umiltà, fiducia e coraggio per comprendere il bene e il male dentro di Sé, in modo da non essere ipocriti con se stessi, al punto di dover impiegare la menzogna e la manipolazione per vivere, oppure di doverle subire. La veracità è indispensabile al fine di poter ‘essere nell’amore per sé e per l’altro’, perciò nel Libro dell’Oracolo cinese I king sta scritto : “Se sei verace hai successo nel cuore“.
Per favore per contribuire a questa ricerca ed approfondirla, acquista il libro TRAUMA DA NARCISISMO NELLE RELAZIONI DI COPPIA. Di Pier Pietro Brunelli. Puoi vedere la presentazione e acquistarlo on line in copia cartacea o in versione E-book cliccando sulla copertina qui accanto. Sono possibili presentazioni, seminari e gruppi terapeutici – sulla base delle vostre segnalazioni presso librerie, associazioni, ecc. – del libro Trauma da narcisismo nelle relazioni di coppia. Ipotesi per una nuova diagnosi di Pier Pietro Brunelli Psicologo – Psicoterapeuta
Chi subisce o ha subìto manipolazioni, inganni e violenze psicologiche in una relazione affettiva, ha bisogno di comprendere ed elaborare tale esperienza negativa, al fine di non cadere in uno stato traumatico e destabilizzante, e di non rifugiarsi nel ‘vittimismo’. La sofferenza del trauma sentimentale, causato dal narcisismo patologico, o anche da ogni possibile pena e conflittualità della vita amorosa, non deve esasperarsi in modo psicopatologico, e deve invece servire a crescere verso l’autorealizzazione (C. Rogers), verso il fare anima (J. Hillman), verso il Sé (C.G. Jung) per se stessi, gli altri e il mondo.
Pier Pietro Brunelli è Psicologo e Psicoterapeuta, Dottore in DAMS e Specialista in Comunicazione Sociale – Per consulti individuali riceve su appuntamento a MILANO, ROMA a GENOVA Oppure, previo accordi e nel rispetto delle normative, sono possibili con consulti telefonici e via skipe. Vi è anche la possibilità di richiedere brevi soggiorni di ‘ecopsicoterapia’.
(vedi articolo, https://www.albedoimagination.com/2011/05/ecopsicoterapia/ info – orario lavorativo – cell:3391472230).
AMORI DISTRUTTIVI E VAMPIRIZZANTI.COME DIFENDERSI E COME USCIRNE (2015) E’ un Manuale di auto-aiuto concepito per dare un supporto di base a tutte le persone che soffrono a causa di relazioni amorose distruttive e ‘vampirizzanti’. Esso indica un percorso interpretativo e di auto-aiuto rivolto innanzitutto a chi si trova a vivere o ha vissuto una dinamica erotico/affettiva traumatizzante. Quindi il linguaggio cerca di risultare informativo, emotivo e motivante ed in tal senso tende a limitare il più possibile la terminologia e l’analisi specialistica, e comunque mira a renderla comprensibile a tutti. Nel contempo però questo Manuale si rivolge anche ai colleghi psicoterapeuti e a tutti coloro che attraverso la loro professione o per motivi affettivi si impegnano ad aiutare persone che sono colpite da severe forme di traumatizzazione amorosa
VIDEO-CONFERENZA di Pier Pietro Brunelli sul tema della – Violenza Psicologica nelle relazioni amorose
httpv://www.youtube.com/watch?v=Wj0DeEZ96lY
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Mi scuso, ma per le ragioni che se vorrete potrete leggere devo inserire il seguente link: MONITO CONTRO I PLAGIATORI E I VAMPIRIZZATORI DI ALBEDOIMAGINATION E DEGLI SCRITTI DI PIER PIETRO BRUNELLI
Per eventuali esigenze di informazione psicologica generale o personalizzata, oppure consulto psicologico, o percorso psicoterapeutico, scrivete o telefonate (orario lavorativo) al Dott. Pier Pietro Brunelli (Psicologo-Psicoterapeuta).
Le sedi di ricevimento del Dott. Pier Pietro Brunelli sono a Milano, Genova e Roma
Contatti: Pietro.Brunelli@fastwebnet.it – Pagina Facebook Albedoimagination https://www.facebook.com/groups/Albedoimagination/?fref=ts
Cell.: 339/1472230 (Si prega di chiamare sul celulare dalle ore 15-18 nei giorni feriali). SONO POSSIBILI ANCHE CONSULTI TELEFONICI E VIA SKYPE PREVIO ACCORDI e nel rispetto delle normative deontologiche dell’Ordine degli Psicologi e Psicoterapeuti.
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grazie per la risposta Dada. quanto alla fiducia in me dici spesso che sono sulla buona strada. personalmente a volte mi sento arrancare e in certi momenti non mi viene in mente nessun buon motivo per cui continuare. oggi è stata una di quelle giornate. certo non è sempre così. ho sognato che avevo in mano un foglietto su cui erano scritti i vostri nomi!
Caro Dada, passando nella pagina del blog indicata nel link sotto dal dottore: https://www.albedoimagination.com/03/2010/antidepressivi-meglio-psicoterapia-arte-e-socializzazione/
per continuare questo discorso più ampiamente ti vorrei chiedere di rispondere a questa mia domanda: ” A quali studi americani e di quando, come tempi, ti stai riferendo?” Dato che gli studi americani in proposito, sono notoriamente datati…..e non solo.
Inoltre ti invito a leggere questo Autore: Irving Kirsch (c’è un lavoro, con un articolo specifico anche nell’apposita pagina del blog, quelladedicata al tema ) ed anche i diversi articoli apparsi recentemente, accompagnati anche da ricerche condotte utilizzando come verifica la RMF dal titolo:”La psicoterapia cambia il cervello” per avere una visione anche aggiornata degli ultimi studi circa importanza invece di fattori molto diversi, nel determinare cambiamenti e reazioni emotive. Anche di tipo chimico appunto. Se vuoi ,nell’altra pagina: https://www.albedoimagination.com/03/2010/antidepressivi-meglio-psicoterapia-arte-e-socializzazione/
indicata dal dottore per parlarne, si potrebbe approfondire meglio l’argomento .
Grazie
Un abbraccio
Caro Dada, per quanto sia abbastanza d’accordo con il contenuto e le dinamiche d’ombreggiatura circa ciò che invece che nell’altro/a, andrebbe attentamente ascoltato e con le giuste gradazioni di profondità a seconda dei momenti in sè stessi , per comprendere ciò che ha portato a stabilire certi rapporti insani e patogeni, non sono invece d’accordo nel ritenerli sentimenti spazzatura quanto piuttosto invece, dei” sentimenti preziosi”, ai fini della comprensione di sè stessi e della propria crescita umana. Anche il rancore paradossalmente in certi momenti, entro certi limiti può essere utile per comprendere da dove nasce ed a chi ed a cosa è diretto oltre che per scoprire anche, magari, quale sentimento buono potrebbe star nascondendo a scopo autoprotettivo – in una persona che ad es. ha in realtà paura – verso un’altra persona diversa da quella che ci ha fatto del male; certo, in misura esagerata ed irrazionale, oltre cioè ogni ragionevole misura, quando non c’è proprio spazio per altro, può davvero essere una zavorra ma, altrettanto zavorra, può essere una compassione non realmente da dentro e “dentro” sviluppata e sentita e che si cerca a tutti i costi di sostituire ad un sentimento di rabbia o delusione e tristezza o fallimento personale o tutto quest insieme anche, in quanto almeno ci si può sentire almeno essere bravi a provare compassione per l’altro, e ciò può a sua volta essere una grande difesa per non guardare dentro di sè dei sentimenti che spaventano per la loro aggressività, almeno apparente, diretta verso sè stessi in modo autocritico ( effettuando quindi una specie di autocensura) o verso l’altro/le- gli altri/e. L’uomo è un essere complesso e può purtroppo capitare che dopo che aveva creduto di aver ormai tolto tutte le ragnatele da quel muro di casa della sua esistenza ed affettività, si accorga che vi è entrato però e poi un altro ragno prima che abbia avuto il tempo di rendersene conto effettivamente e che allora deve ricominciare a pulire il muro, quel muro, da capo, facendo lo stesso lavoro più volte fino a quando poi – attraverso la comprensione della localizzazione del piccolo buco con la tana del ragno e dei ragnetti che insieme al primo vi attirano, anche, mosche creando ulteriore disagio al “padrone” di casa – quel buchetto, non possa essere saldamente chiuso per poter poi rinfrescare realmente, con e dopo fatica, il muro della casa della propria esistenza e farlo bianco e nuovo pur se muri dello sporco e dei morsetti che ogni tanto, fanno davanti a qualche specchio, ancora piccola (ma grande nel ricordo- e poi invece piccolo per quello successivo di aver costruito un muro nuovo bianco e pinto e per l’occasione anche più saldo) mostra di sè tentando di prender voce; l’abilità da acquisire allora, sarà quella di non prestrargli ascolto, farlo sempre meno e meno ancora. Pluma dice che il dolore la prende quando una partita che sta giocando si interrompe ma quel dolore, con livelli diversi d’intensità era lì anche prima; era l’attenzione del soggetto (in questo es. ho citato Pluma ma è vaido anche per noi tutti, secondo me) ad essere rivolta altrove, perchè il dolore indotto ha purtroppo una metabolizzazione molto lenta, più in alcuni/e, meno in altri/e, ma va a legarsi in una sommatoria sempre, che con noi nasce e ci accomagna, del e con il, nostro semplice dolore di essere umani ed all’impotenza che in noi è legato a questo anche se cerchiamo di non pensarci o di guardare con maggiore intensità altri dolori compresi quelli fsici che ci fanno sentire vivi e, quindi, più distanti dal nostro dolore esistenziale fondamentale legato alla nostra finitezza e consapevolezza di ciò. E questo dolore, comune a tutti a tutti i tempi, credo davvero sia indipendente da serotonine e simile quanto piuttosto connesso alla profondità d’animo di una persona ed alle sue capacità introspettivo/filosofico, tramite le quali guarda anche alle cose del mondo, comprensive del suo stesso fisico che è suo e sta contemporaneamente “nel” mondo ed è con esso che ci si può “muovere”. Anche per “parlare”ed esprimersi a sè stesso ed/con, all'”Altro”. Allora, forse, acquisita questa particolare consapevolezza, la compassione si fa più autentica, sia verso sè stessi che l’altro sia anche la rabbia, insieme ad una predisposizione ad elaborare le “rabbie” presenti, redisposizioni che muta prospettiva, un pò come quando un anziano prende per mano un bambino e lo accompagna ad attraversare una strada o un vecchio ponte, che sono poi una delle immagine più belle della dialettica dentro di noi tra il Senex ed Puer/Puella.
Un caro saluto. ed un abbraccio a te Dada ed a Pluma ma anche a tutti/tutte
Elisa
Grazie per la risposta data al mio intervento Dada e sulla tua creativa sintesi… anch’io come te sono a favore dell’uso delle metafore che fanno riflettere l’altro sempre a fin di bene. Quella che hai offerto a me, tratta dalle radici della nostra tradizione popolare… ma davvero unica nel suo genere, nel facilitare la difficile comprensione dell’intreccio tra fattori genetici e fattori relazionali. Ho sempre pensato che una madre abbia una doppia dose di responsabilità verso il nascituro (metafora della gallina-uovo) e in quanto tale vada ancor più rispettata e protetta da un ambiente circostante sensibile che accoglie e sostiene un’unica responsabilità condivisa universale e umana, assumendosene la propria parte (rispetto a un ruolo e a un genere che nelle varie esistenze possono intercambiarsi, come anche tu ci dici secondo il tuo approccio), che in occasione della propria esistenza, ha previsto per noi una precisa responsabilità, che nelle differenze, si realizza in un più ampio equilibrio alla pari. So come molte volte Dada sia più facile, umano e anche inevitabile attribuire maggiori responsabilità, in ultimo giudizio, alle madri e alla genetica che trasmettono(chiaramente non proprio da sole) e ti confesso che pure io ancora oggi propenda verso questo mio originario sbilanciamento(anche molto intuitivo in termini di esistenza bio-meccanicistica), dovuto senz’altro ad una mia difficile identificazione con mia madre, che però ritrova un suo equilibrio ogni qual volta mi riconnetta ad una visione più ambia dell’esistenza e dell’interdipendenza degli esseri umani, in linea col tuo stesso approccio che apprezzo tantissimo. Si tratta solo di vederle e accettarle queste responsabilità, ognuno per le proprie e riuscire a comprendere quando e quanto questo non sia avvenuto e successivamente, coi propri tempi, accedere alla vera compassione e al perdono che anche tu sostieni tanto e ti ringrazio ( non è sicuro una passeggiata, lo so) .
L’argomento, insieme all’occasione di questo giorno, mi offre l’opportunità di fare gli auguri a mia madre e a tutte le madri, affinchè sostengano e si rinforzino nel rapporto intimo d’amore e soprattutto all’interno di loro stesse coi propri figli, nel rispetto delle loro personalità (in formazione o manifeste) individualità ( accolte, riconosciute e amate comunque) e della loro libera crescita armonica. Per nessun figlio e nessuna madre è ormai troppo tardi.
UN ABBRACCIO A DADA A TUTTI E A TUTTE.
Io non voglio più essere triste o arrabbiata con nessuno, neanche con me stessa.
A suo tempo, oltre alla mia sofferenza, l’ho sentito tutto il dolore non mio, … è vero che persone opposte non “capiscono” le reciproche sofferenze, se non si arriva a sentirle in modo “esondante” su di se (nel senso di provarle come se la sofferenza altrui la si sentissi dentro di se, come se si fosse io a soffrire la sofferenza che non è mia, e in una forma diversa e ancora più forte della semplice empatia dove c’è comunque separatezza). È questo che tiene separati gli estremi opposti, la non “fulminea traumatica dolorosa realizzazione” reciproca senza mediazioni, su di se, che unisce per qualche attimo, “comprensione” che arriva e poi sfugge di nuovo, ed è chiara solo in questa duplice estrema agonia, in cui le separate entità lo sentono tutto il dolore dell’altro, e non riescono più a tenerlo fuori, e tale dolore ce lo si becca proprio come se si fosse invischiati in un momento in cui si è involuti entrambi, ed è come se ci si guardasse per la prima volta, in modo diverso e primitivo, con le mani intrecciate a giumella a raccogliere una lacrima per due. Ma il trauma che sveglia tutto di ciascuno di noi non deve far dimenticare che dura istanti, perchè ci sono forze dentro le parti che riseparano i diversi dolori e spingono di nuovo una parte a fare del male all’altra parte.
Spesso si è parlato della comprensione, della solidarietà e del fatto che spesso anche gli uomini soffrono per mano di donne che sono anche peggio dei narcisisti uomini, donne inenarrabili, come dice giustamente Sisi.
Per solidarietà agli uomini “narcisi” e non narcisi, (e con la precisazione che la solidarietà, almeno qui, non ha nulla a che vedere con il perdono o l’oblio o con la cancellazione del dolore sofferto o con il lasciare spazio a nuove manipolazioni da subire, ma solo con il rispettoso distacco), vorrei contribuire anche io alla utile segnalazione di Sisi, e vorrei proporre una scena del medesimo film che è altrettanto significativa per chiarire lo stile e le dinamiche delle relazioni narcisistiche, che fanno male anche agli uomini.
In particolare questo dialogo del film (metto il link alla fine) mi ricorda in modo inequivocabile un ricordo,… in cui ho visto lui ferito (e in mia presenza) da una terza persona che, nel contesto specifico, ha usato la mia presenza, per registrare le SUE (=di lui) reazioni con una frasetta breve ma demolitrice alla massima potenza e molto negativa (di riflesso, negativa soprattutto nei riguardi di lui!), e non tanto di me, che non ero il vero bersaglio-ricevente del messaggio negativo (un po’ come amette la Marquise de Merteuil del film), ma che facevo comodo per demolire indirettamente e in generale le scelte personali e private di lui a cui era rivolta la frase, esulando ma prendendo spunto dal contingente fatto che ero lì presente io e che la frase sfruttava la mia persona (ma potevo essere io come chiunque altro, … l’offesa non era verso di “me” come persona, … io ero un oggetto che stava in mezzo alla negatività che esulava dalla mia presenza).
Questa terza presenza era ben consapevole del fatto che io rappresentavo per lui una vitalità positiva (anche se certo NON ero riamata, questo almeno questa terza persona non lo pensava), ma positiva nel senso che di lui ero candidamente innamorata e aperta in positivo verso di lui (per es. lo incoraggiavo in positivo quando lui sembrava depresso e in vena nichilista), e quindi, questa persona aveva certo osservato e silenziosamente carpito che io NON ero affatto una personalità propensa a fare le veci di svalutazione fine a se stessa con lui, ma che anzi ero per lui semmai uno strumento di rivalsa – non a caso lui in quel momento si era all’improvviso piazzato ben dritto dietro di me, e si fissavano con biliosa reciproca attenzione negli occhi – … così, di fatto, questa persona ha reagito d’impulso pronunciando una semplice e ultrabreve frase (inaspettata e estemporanea) che aveva il senso di sminuire “me” come persona … PER lui e DAVANTI a lui – e con la massima negatività (precisazione: in quel momento caso volle fossi io l’intrusa da sminuire, ma poteva essere chiunque altra persona che non facesse le veci a sua svalutazione. Significativo: questa persona, nel pronunciare la frase e poi nell’osservare la reazione sortita, aveva gli occhi letteralmente incollati su di lui, per vedere la SUA reazione, e non certo la mia reazione, infatti questa persona non era per nulla attenta a me … non era la mia reazione la cosa importante, tanto è che mi sentivo perfino invisibile nella stanza, tanto capivo che non c’entravo nulla in quel dialogo di posture e sguardi e frase ben assestata a lui).
In apparenza mancando di rispetto “a me” (e riferendosi “a me” in terza persona, come se neanche fossi lì e proprio col senso che io fossi una “essa” astratta che non faceva ciò che per cui sarei potuta SERVIRE) ma soprattutto mancando di riguardo a lui (e facendolo in modo abbastanza chiaro), negando fiducioso consenso alle sue scelte, (sgomitando imponendo la propria ferrea e imperante opinione), questa terza persona ha (per l’ennesima volta) rafforzato l’idea che non conta il rispetto (ha mostrato ancora una volta che è lecito e corretto spersonalizzare e svalutare le persone, anche e soprattutto in loro presenza e a tradimento, inaspettatamente, senza nessun rispetto o contegno, magari dopo aver finto di invitarti ad entrare con le buone maniere) …. e inoltre ha praticamente lasciato ad intendere che l’amore di chi vorrebbe un rapporto alla pari, in cui ci si astiene dal demolire e massacrare spiritualmente l’altra persona, non vale niente, che tale relazione è un niente indistinto, dove c’è un semplice oggetto senza neanche una dignità.
Significativo è che questa terza persona ha fatto riferimento al “dire contro” (intendeva dire che non lo svalutavo e non lo sminuivo e annullavo in toto come si fa a dovere con chi si ama), … beh… c’è una bella differenza di toni e di intenzioni fra …. voler tentare un dialogo positivo e mutualmente partecipe fra due persone, nel rispetto/curiosità di entrambi verso l’altro, pur nella disparità di opinioni … e unilaterale massacro sottomesso dell’altro, che non vale mai nulla e che non capisce niente e non ha nessun diritto alle sue opinioni. Non mi meraviglia per niente che poi si giustificasse dicendo che tutte le peggiori cose che diceva a me in realtà erano una semplice ripetizione di ciò che “altri” dicevano a lui .. che cosa resta di bello per se e per gli altri quando non si è che criticarti in modo cattivo (e non propositivo) in continuazione, o in modo ambivalente, o (come in un’altra scena ancora del film) dopo un bacio cui si associa subito dopo, con effetto shock, un colpo basso verbale che ci disorienta!?
E se io, per tentare di compensare, ho mostrato di esagerare e idealizzare all’opposto (sbagliando), è stato solo perchè sentivo che lui sembrava triste anche quando era cattivo, ed era come se volessi tirarlo su (forse sbagliando credo, non so).
Comunque, tornando all’episodio … mi ricordo che mi voltai istintivamente verso di lui, per rendermi conto dell’effetto delle parole di quella persona, e quello che vidi non era bello: prima era dritto dietro di me guardando quella persona negli occhi, poi era all’improvviso pronto ad andare via di lì, fissando un punto nel legno. In quella stanza non ero certo io ad avere lo sguardo raggiante e di sfida e di soddisfazione, anzi….ero triste …quanto lui alla fine… a provare soddisfazione non eravamo certo né io né lui,….ma non stavamo contemplando il nostro fallimento umano (anche se il senso apparente della nostra palpabile arrendevolezza era quella), ma eravamo davanti alla personificazione della violenza e potenza che segna chiunque (e a catena) fin dal principio, e che tiene ferme le creature nel tempo, e con gli occhi grandi e i cuori stretti di paura.
E lo so perchè (al di là dell’atteggiamento del mio ex con me) so bene cosa significa sentirsi colpiti nel proprio amor proprio, con che tipo di parole e con che sguardo nel dirtelo, cosa significa sentirsi buttata giù a livello personale, buttata giù nell’entusiasmo di slancio vitale, nei propri tentativi di farsi una vita, di fiducia/incoraggiamento nelle proprie scelte, di senso di positività e di apertura che viene puntualmente frustrata e buttata giù non appena ci si vorrebbe risollevare e credere nelle cose positive e nella fiducia (come se fosse facile già di per se essere positivi, e fosse quindi necessario infierire a demolire quel po’ di vita che ci rimane!)… con l’ennesima svalutazione altrui, che si permette di svalutare come briciole ciò che per altri invece è importante nel cuore.
Quante volte capita che stiamo bene, o che abbiamo fiducia IN SE STESSI e siamo (umilmente) contenti di ciò che abbiamo raggiunto per noi stessi, e improvvisamente arriva qualcuno a criticare e a sminuire ciò che siamo riusciti a fare, senza il minimo riguardo e rispetto, ma con l’aria di chi la sa più lunga di noi, con la smania di buttare via la vitalità degli altri, e … sortendo gli effetti sperati. Questo alla lunga è massacrante per l’equilibrio, l’autostima, la fiducia, la capacità di pensiero positivo, l’amor proprio di chiunque. Di fatto: è come avere qualcuno che, fin dai primi passi, ci sbatte il muso nelle cose negative, non adeguate, non perfette, non giuste, e mi comanda come se fossi una cosa sua, con violenza e sfida, e che, quando non ci critica, ostenta assoluta indifferenza verso i piccoli nostri traguardi di vita, e sta lì a guardarci zitto/a, con occhi guizzanti e freddi ….e alla fine ci convince che questa è la vita di chi capisce qualcosa, mentre tutti gli altri sono stupidi, e non si può che stare zitti in sua presenza!
La conseguenza è che ci si ritrova a vivere la PROPRIA vita … con in testa le cose negative di cui ci hanno convinto ALTRI, che pretendono di sapere come è giusto sminuire e demolire gli altri, e su cosa sia amore che merita … e amore che è escremento perchè ci fa comodo dire agli altri che lo è, sapendo che saremo creduti. E anche quando quella persona negativa non c’è fisicamente, noi restiamo addestrati, perciò non appena ci pare di iniziare a vedere un senso e a stare bene … scatta qualcosa dentro di noi (ormai la negatività altrui è diventata nostra, ed è anche il nostro modo di essere) e iniziamo subito a sentire angoscia, noia profonda, apatia, sfiducia, negatività, senso di futilità, peso, senso di angosciosa sopportazione e rinunciamo (sì … rinunciamo per noi stessi, per ciò che noi sentiamo davvero che non vale per noi, è vero … ma con che grado di libero arbitrio!?)… è come essere stati addestrati per anni ad associare al suono del campanello, l’arrivo della cena, per cui è impossibile che il campanello suoni senza che lo stomaco si metta in funzione. Così … appena ci viene dato un bacio … qualcosa in noi si trasforma, e la persona che ci bacia si deforma, diventa un patetico schifo che non capisce e che sta lì davanti a noi a blaterare di amore con idiozia, ad assillarci, a infastidirci …”con i suoi perchè”, e noi siamo calmi e indifferenti, osserviamo da fuori con distacco separato dalla “comprensione” del cuore, e sentiamo il potere del controllo su quel niente bidimensionale che chissà cosa vuole e chi/cosa è, ma quando mai ci pareva di essercene innamorati, cosa mai c’entra con noi?!chi la/lo conosce?! Cosa ci fa qui?!, …e in noi prevale tutto ciò, assieme alle nostre sensazioni ancestrali: un bacio o un abbraccio, indipendentemente da chi abbiamo davanti, sono per forza seguiti da colpi bassi che lasciano rimbambiti dal disorientamento dell’umiliazione … così all’indifferenza spersonalizzante che si fa avanti ad un certo punto, si associa subito l’odio e il rancore di chi si aspetta che al bacio segua per forza la svalutazione o il controllo sferzante che abitualmente segue … e allora alla indifferenza subentra l’odio di chi si autorisponde: ecco che cosa vuole anche questo essere … da me.
Io adesso sto imparando (per lo meno quando c’è la presenza fisica di altre persone attorno a me) ad avere fiducia in ciò che sento e penso IO, cercando di liberarmi da condizionamenti in me operanti da una vita, e sono molto critica (anche se non in modo negativo per me e per gli altri) verso tutti coloro che si stagliano di fronte a me con un’autorità/una perfezione dettata dal loro ruolo o dall’abuso della fiducia che io potrei nutrire; per me stessa voglio sempre mantenermi consapevole e voglio pormi la domanda di come l’interazione altrui passata e istantanea mi può influenzare, se io non ci rifletto, e non me ne rendo conto.
Perciò sento giusto testimoniare solidarietà, per quanto con (puro e semplice ma rispettoso) distacco.
Ecco il link … mi spiace ma non sono riuscita a trovare questa scena in versione italiana, forse non c’è proprio, e non sono riuscita neanche a trovare una traduzione purtroppo …
https://www.youtube.com/watch?v=Nt8ErhC3OWg (il dialogo che ha risvegliato in me il ricordo è dal minuto 7:20 … la scena subito successiva alla scena dell’abbandono indicata già da Sisi) …
La marchesa dice: There is nothing a woman enjoys so much as victory over another woman. Except you see, Vicomte, my victory wasn’t over her.
Lui chiede: Of course it was, what do you mean?
La marchesa risponde: It was over you.
Grazie Sisi per le occasioni di riflessione.
https://www.youtube.com/watch?v=fhcCd3pVKu8&feature=related
il pezzo citato da Pam in italiano
Qui la marchesa di Merteuil (narcisista terrificante ) interpretata da Glenn Close, spiega la sua fredda logica narcisista, valida per tutti i sessi e come è riuscita a costruirsi la sua immagine perfetta, spiegando l’arte del camuffamento(tante recite apprese da tante parziali e fredde conoscenze, senza passione)….ci aiuta a comprendere a mio parere, dove si ritrovi la strada sperduta dell’amore.
Un saluto particolare a Pam e a Pluma
e un abbraccio a tutti/e
https://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&NR=1&v=O4Hc0JTuWeA
,,,. non solo riesci a contribuire, Pam, alle riflessioni comuni dentro questo prezioso blog, ma lo fai con la tua capacità potente di rendere “narrabile l’inenarrabile”.
Con tutta la mia stima. Grazie.
Vorrei chiederti Pam se anche a te accade un po’ questo, col tuo tempo e libertà di rispondere o meno e ti/vi chiedo fin da ora scusa per la lunghezza del mio post. Ti attendo comunque perché anche qui sei veramente utile e leggerti è un vero piacere.
Nelle mie giornate mi capita di incontrare alcune persone eccessivamente narcisiste e non le guardo con disprezzo o rancore o paura, perché oggi riesco a riconoscerle di più (rispetto ad un passato di mia totale ignoranza) e sono grata a tutte le persone che mi hanno aiutato, compresa te, con amore e anche alcune con grande professionalità, come quella fornita dal Dott. Brunelli, al quale invio la mia solidarietà per le tante tristi provocazioni e malignità che sappiamo molto bene tutti, che riceve purtroppo quotidianamente( aggressioni che per fortuna non supereranno mai il nutrimento e l’affetto inviato da tanti altri verso di lui), come costo anche inevitabile per questo suo impegno di aiuto all’amore, completamente gratuito. Verso alcune persone, dicevo, narcisiste poi, provo anche affetto dovuto ad una mia finalmente maggiore libertà, stabilità e sicurezza di me e dei miei sentimenti che provo, dentro ad una quotidianità che sente, ma non risente più del tipico sapore seduttivo o dell’improprio tentativo (con tanti modini o modoni, ma si avverte sempre) di gonfiarsi il petto davanti a me o all’altro al bisogno, per momentanea o perenne mancanza del livello di ipertrofismo ottimale, necessario ad un io troppo fragile e soggetto al proprio nefasto ed inesauribile confronto mentale ( fatto col bilancino) fra se e l’altro. Non sono arrivata di sicuro al capolinea, sempre che esista uno, mi aiuta molto però dedicarmi alle mie passioni e divertimenti e agli altri che si avvicinano e coi quali mi accorgo di avere e vivo distanze differenti, a seconda che avverta maggiore, moderata, poca o per nulla possibilità di intimità o profondità nelle relazioni. C’è un’emozione che oggi mi aiuta molto ed è l’”imbarazzo” che mi coglie “improvvisamente”, nella comunicazione verbale o non verbale che avverto di getto, prima ancora che subentri il fastidio e tutto il resto magari. Una volta pensavo, come “alcuni e alcune” hanno cercato di farmi credere, che fosse a causa di una mia spiccata inibizione. Niente affatto, l’imbarazzo è un’emozione, per come sono fatta io, incredibile e utilissima, magari forse altri avranno altri segnali per avvertire ciò che accade di non piacevole nel mondo circostante( intendevi questo quando ti riferivi all’interazione altrui istantanea che arriva a te?). Una volta reagivo imbarazzandomi ancora di più e giù alla ricerca di quello che in me non andava bene, oggi non mi imbarazza più mostrare il mio imbarazzo, posso affermare la mia contrarietà su qualcosa di nebuloso che non mi torna, tacere e andarmene salutando, o cambiare discorso su altri argomenti che mi interessano comunque, non più alienati da quel tipico, per me, “imbarazzo-spia”.
Questo mi è possibile perché sento che la mia capacità d’amare è intatta e in via di miglioramento(non c’è mai limite) poiché è collegata al senso del male che conosco e che so che queste persone possono continuare a fare o istigare a fare più o meno inconsapevolmente anche con l’uso, ad esempio, per i più sofisticati, del dialogo socratico, come ce ne sono anche nel mio luogo di lavoro, lo posso assicurare. Socrate aveva trovato un suo metodo per combattere i narcisisti del suo tempo, i sofisti, insegnando così ai sofisti moderni una nuova tecnica per instillare meglio il dubbio negli altri, unicamente finalizzato alla destabilizzazione per puro piacere del potere nelle relazioni e per piegare gli altri alle proprie volontà. Che ne sarebbe di loro e di noi, se fossero solo persone destinate a stare con altre persone ugualmente narcisiste? La prima cosa è di sicuro pensare alla propria vita, recuperando quella visione che non può essere mai negativa nelle persone che sanno amare( e qui bisogna essere fermi nel non permettere mai più a nessuno di infiltrarsi con visioni peggiorative dell’esistenza o di qualsiasi altra esistenza si possa trattare in assoluto), così non dico peggio per loro, perché se è peggio per loro, a mio parere, è peggio anche per noi e per tutti, magari questo pensiero può servire all’inizio (e quanto sia lungo non si sa questo inizio, ma pazientemente tutto il tempo che occorre) ….ma poi, come chiaramente espresso anche dal Dott. Brunelli, si prosegue in una visione d’amore più ampia e comprensiva.
I traumi non vanno rimossi o allontanati, come se si fosse semplicemente caduti e si stesse piangendo per essersi sbucciati un ginocchio, che allora occorre “darsi una mossa” rialzarsi e non fare tanti drammi che tanto non è successo niente se no è peggio. Qui invece vi è l’impegno personale di tutti noi di passare:
dallo schock, “stupor” traumatico, (dovuta alla coercitiva azione di “persuasione” che conosciamo bene, in cui il/la traumatizzata/o rischia di rimpiazzare, impazzendo?, con una “nuova” e totalmente diversa identità, la sua vera identità, precedentemente annientata con ripetute, cattive e sottili maldicenze e svalutazioni, magari aiutati da altri che hanno già fatto un certo lavoro precedente sul malcapitato/a, prima di lei/lui, pensando, a volte illusoriamente che il lavoro venga più facile, solo pieno godimento svelto e che non faccia perdere tempo, con meno sprechi possibili di energia),
dall’incredulità(del narcisista uguale a quella del traumatizzato, ancor più tormentato dalla sua stessa incredulità, nonostante i segni portati addosso e dentro l’anima)
alla consapevolezza di ciò che è stato, dando un nome ai fatti e alle cose del trauma….. e ci vuole tempo e tanta paziente flessibilità, ottenuta da un pieno e amorevole atto di umiltà verso noi stessi, nell’essere disponibili a riconoscere e ad ammettere i propri errori, imparando ad accudire e ad integrare gli errori di quel bambino/a immaturi che sono rimasti anche per comodità(egosintonia), ma anche no (egodistonia) dimenticati e che ci hanno fatto commettere errori così spietati verso noi stessi o verso gli altri, fino ad età tragicamente più adulta..
Questo tipo di denuncia (perché ne esistono di altri tipi e dai quali mi dissocio poiché spietati e unicamente alla ricerca della forca e che contrasterò sempre), la mia e che sento essere condivisa anche da altri dentro a questo blog, è mossa dalla tolleranza verso tutte le persone coinvolte in ciò che è stato, guardando bene dentro a quello che è successo, senza rimuovere nulla di abbandonato e segregato in cantina, dove le famose emozioni si trasformano in spazzatura, è vero, e nessuno del condominio dice che è la sua, se non di coloro che se la caricano nella schiena soffrendo dalla puzza e imprecando per favorire socialmente la differenziata e l’aspirato riciclo.
La protagonista secondaria (traumatizzata), così come pure le figure narcisiste perverse al bene delle scene proposte, non riescono ad affrontare, accogliere e riciclare quei sentimenti spazzatura inviati dall’interno o dall’esterno che sicuramente per questi ultimi, ovvero i sentimenti spazzatura inviati dall’esterno, si agganciano o si sono agganciati a parziali (se non totali) sentimenti negativi rimossi dalla coscienza di chi continua a subire i traumi. C’è la possibilità per tutti di porre fine ai giochi operanti (campanello-cena-risposta dello stomaco condizionato, come immagine che rende efficacemente, da te offerta) unicamente volti al massacro della vitalità e per me lo è stato ricominciando piano piano ad avere sempre più fiducia in me stessa, come te Pamela e altri e altre ancora, fiducia nelle mie parti buone nutrite dal sentimento d’amore gratuito che si ottiene dagli altri, senza arricchimenti melismatici, direi invece “apparentemente” asciutti e rispettosamente distaccati, molto rispettosamente, ma che sfiorano(qualità indispensabile) le impalpabili frequenze dell’anima, senza che colui o colei che hanno dato, se ne rendano consapevoli più di tanto( è un dare il cui senso si potrebbe ritrovare nell’espressione:”Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” nella “consapevolezza” di un dare generoso della mano destra, che nulla chiede in cambio poiché il contraccambio è già dentro al palmo della mano sinistra che riceve quel senso di intimità condivisa(che occorre essere disponibili e capaci a viverla), dovuta ad una stessa apertura reciproca. Se la mano sinistra si occupa e magari si lamenta di ciò che ha dato la destra, è senz’altro da prendere in considerazione, è il segnale che esistono altre forze di interesse forestiere al semplice dare per amore, che agiscono. Quali sono? Come si chiamano? Ad ognuno di noi l’impegno e la libertà di trovare la propria onesta risposta.
Anche a me Pam sembrava triste quando era cattivo… erano cattivi. Infatti la cattiveria è molto triste e rende giustificato lo slancio di chi amando vuole comunque e a dispetto di tutto(dispetto di se? come mi fai riflettere tu parlando di quella autorisposta), anche se aggredito, portare sollievo a chi è tanto debole da colpire tanto. Lo slancio si comprende, farlo diventare azione e il prodigarsi no, diventa perversione poiché ci si dimentica di noi stessi, in un totale abbandono e rinnego di sé per non soffrire dell’amara realtà e percepita come intollerabile, che modifica inevitabilmente l’amore, come hai descritto così bene tu. L’amore non malsanamente modificato invece, tiene conto del bene di entrambi sempre, anche quando si sbaglia, poiché da quell’errore è possibile non solo rimediare, ma crescere ulteriormente insieme, un po’ forse come è successo anche tra me e te reciprocamente? Io lo sento così il nostro reciproco errore iniziale), altrimenti di che gratuità si parla!? Fiducia nelle vostre/nostre parti buone e nelle nostre emozioni (qui c’è un vantaggio ed è giusto che chi ha sofferto tanto se lo prenda tutto, visto che le emozioni le sa riconoscere e può partire proprio da lì) e ci si intende con chi le ha, perché le persone che hanno sofferto a fondo, hanno il vantaggio di poter imparare a riconoscerle più velocemente con l’aiuto di altri di fiducia, riconoscersi e riconoscere, giungendo così ad una vera condivisione. Ma è dura con chi non le ha, o meglio ha nascostamente scelto(allenandosi con la forchetta piantata sul palmo della mano, sotto al tavolo, come spiegato nel film) a favore dell’insensibilità, purtroppo per loro, riuscendoci.
Tornando al lavoro invece che si può fare con l’immondizia, dovendosi occupare di trauma come quello da TdN, certo che ci vuole dell’energia da “sprecare” per fare questo, rispetto ad altri che magari inciampano con le loro tecniche running shoes in una lattina vuota caduta da un sacco troppo pieno, rischiando di rallentare la loro personale corsa o quella che obbligatoriamente devono fare e anche far fare ad altri se al momento occorre…..rialzandosi prontamente, dritti, con lo sguardo avanti per non insozzarsi, tanto il mondo fa schifo(pensiero espresso da Franz, che saluto con rispetto, e condiviso da molti) e vai! all’inseguimento e alla rincorsa di se stessi con le scarpette nuove che meglio non può essere nessun altro, l’arrivo è là al laghetto, oltre le montagne di pietra al di sopra del passo degli echi…. Mica fanno la cacca e l’immondizia queste persone qua e se poi di feci ( rivalsa, odio,risentimento e altro) si dovesse trattare, beh!?….Coo?…, sono tutti regali rivolti ai genitori che possono e devono solo ringraziare per ammirare le bruttezze, che sono sempre meraviglie, di un adulto rimasto bambino/a e che tratta l’amore sempre allo stesso modo!! Il bambino non ha colpa se lascia le sue prime feci che ha controllato una delle sue prime volte da sé sulla tavola, dove la mamma ha preparato la pappa e il papà sta leggendo il giornale, facendo vedere quanto è stato bravo, proprio no, non ha nessuna colpa. Sono forse le seconde parti che risolvono quelle che mancano, quindi forse è meglio partire da ciò che è mancato. Una “cacca”(lasciata lì per troppo tempo da veicolare, con l’ingenuità del bambino/bambina che invecchiano, dentro i fili delle relazioni più intime con sguardo schifato, dissociato e distante ) che cerca di essere compresa e non evitata “sportivamente” e riformulata nella possibilità di un sano riciclo che trasforma in propulsivo fertilizzante il cuore dell’uomo e della donna, che hanno pagato a così caro prezzo (condannati a distruggere, a distruggersi tra loro o a farsi distruggere) l’esperienza di una stessa scoperta sensibilità ferita, che ha preso traiettorie di sviluppo diverse dentro allo stesso cerchio, sempre però a danno del genere umano.
E’ ora di prenderci cura della nostra immondizia, si, pagando tutti, le tasse. Tasse adeguate all’ampiezza del “suolo calpestato”, con molto flauto e la giusta frusta tollerabile non riversata dall’esterno per mano di altri (e se questo accade, occorre anche comprendere il male che è stato fatto in chi ha subito, “colpevole” di sentirci troppo magari, per la genetica, i neurocavoli, gli ogm o quant’altro ) ma dall’inevitabile impatto che procura una così difficile e dolorosa presa di coscienza interiore. Difficile presa di coscienza, così come è stato difficile prendere coscienza e sopportare anche la responsabilità personale di essere stati designati, all’interno di un più vasto “gioco” di un triste “teatrino” sociale, ad incassare i colpi delle immature esplosioni di mancato amore, avvalendosi della maggiorata violenza materiale e/o psicologica di corpi adulti e menti a volte raffinate, con relativa assunzione di responsabilità, certo, ed è anche un diritto umano inalienabile e che deve rimanere tale per tutti, per poi passare, dopo aver pulito bene i personali appartamenti e attraverso una sana raccolta differenziata, ad un nuovo cerchio,….dove più si è e meglio sarà nel celebrare, con maggiore rispetto e spontaneo tatto, senza fatica, poichè proviene da un animo più pulito, la vita.
Grazie Pam del dialogo se sarai disponibile, aperto anche ai nuovi e ai partecipanti più conosciuti.
Bene, allòora su questi argomenti consiglio il seguente articolo nel blog, saluti. https://www.albedoimagination.com/03/2010/antidepressivi-meglio-psicoterapia-arte-e-socializzazione/
Caro Dada, tra le cose che mi hanno colpito in questo tuo scritto, vi è anche uno strano accostamento, quello dove ti chiedi se la sensibilità è una caratteristica indotta come ad es. l’obesità. Non mi è molto chiaro il modo in cui accosti questi due fattori – se ad es. associ l’obesità alla pubblicità ed ai cibi poco sani oggogioorno circolanti . e ti vorrei chiedere se puoi spiegarmeli meglio, come li vedi dal tuo personale punto di vista. Secondo me, in linea generale, la sensibilità è diversa già alla nascita come equipaggiamento emozionale/cognitivo/fisiologico di base di un individuo e si svilupperà poi in modi diversi a seconda delle sue esperienze dalle quali non si può prescindere; però, è anche vero che due individui con alla nascita uno stesso temperamento e sottoposti ad esperienze analoghe, possono non solo reagire a livello contingente in modo completamente diversi ma possono anche sviluppare nel tempo, due tipi di sensibilità completamente diverse, diventando ad es., uno molto empatico ed introverso, selettivo nelle amicizie e, solo apparentemente meno “aperto” all’esperienza a causa della sua forte capacità empatica che gli procura invece in essa un forte coinvolgimento (e talvolta, sofferenza) interna. L’ altro, molto meno coinvolto, apparentemente però più amicone di tutti e di tutte e quindi, un bel simpaticone pronto allo scherzo poichè la sua scarsa empatia, lo rende molto più superficiale nei rapporti umani – è chiaro che sto generalizzando -seppure ciò non apare a prima vista evidente e sempre pronto ad entrare in relazione con chiunque, non è – tranne casi e momenti specifici, legati ad es. a dei cicli di vita – selettivo poichè non gli importa granchè di nessuno. La sensibilità è sia una dote innata sia qualcosa che si acquisisce con ed attraverso l’esperienza, solo che sembrerebbe che in genere la sensibilità sia prerogativa soprattutto di quelle persone che in almeno qualche fase della propria vita hanno conosciuto il dolore psichico/emotivo (ed anche fisico) “entrando” dentro lo stesso e non rinnegandolo, per comprenderne il senso e spesso, dapprima, per poterlo sopportare quando ancora esso non è chiaro. La capacità di tollerare il dolore presuppone quindi una certa tempra ed un certo equilibrio anche a contatto con il vuoto, quello interiore e con lo spazio, sia interno che esterno. L’obesità, viceversa, è molto spesso un male che affligge persone che non tollerano sentimenti di vuoto ed il contatto con lo spazio, sia interno, sia intermedio tra sè ed un altro, sia esterno, quando questo esterno è occupato ad es. da una persona che mette loro ansia e per affrontare questa ansia e dolore prevedibile che epotrà verificarsi nel rapporrto con l’altro, spesso mangiano in modo eccessivo ai fini di indurre in sè stessi una specie di anestesia emotiva, di addormeentare la propria sensibilità che pur essendo spesso spiccata, qyeste persone non sono però capaci o pùi capaci di tollerare, differentemente dalla persona sensibile in modo equilibrato, empatica. In pratica quindi, sensibilità emotiva ed obesità, potrebbero essere considerati soprattutto due modi diversi di affrontare un rapporto interpersonale sia nella fase immaginativa sia nella fase di interazione con lo stesso, per cui avremo da una parte sensibilità partecipativa ed empatica, dall’altra, una sensibilità meno partecipativa perchè anestetizzata per non soffrire; dall’altra ancora, riprendendo l’altro soggetto sopra, avremo anche un tipo decisamente meno sensibile ma apparentemente amicone ed in realtà piuttosto menefreghista.
Se poi volessimo allargare il discorso ed aprire una specificaa ed ulteriore riflessione, potemmo anche parlare di quelle obesità indotte da quei farmaci che anestetizzano la sensibilità naturale, sia in termini di ansiolitici che di antidepressivi molti dei quali notoriamente fanno molto ingrassare chi li assume e che sono così cari alle industrie farmaceutiche, anche quelle che poi producono farmaci per dimagrire, tra cui alcuni antidepressivi stessi che hanno questo effetto collaterale ooppure equilibratori dell’umore, fatti assumere con questo fine. Ho una domanda per te Dada: perchè ti chiedi e ci chiedi se ad es. la stabilità o la fragilità emotiva sono conseguenza diretta dei nostri pensieri o dei nostri neutrasmettitorie….basta? non potrebbe esserci una terza possibilità da espolarare, e se si quale, secondo te, anzichè proporre un aut-aut? Mi piacerebbe molto conoscere la tua risposta, se ti va.
Un abbraccio
Elisa
Chiedo cortesemente di restare più vicini al tema che qui stiamo affrontando, o almeno di avvicinare temi differenti al nostro tema, o di trovare altri articoli (ad es. quello sulla relazione corpo-mente … Giove-Saturno) nei quali inserire commenti più specifici … grazie
Caro Dada, l’argomento che hai proposto è estremamente interessante e complesso, tanto che meriterebbe un approfondimento notevolissimo per poterne solo sfiorare le profondità e qualche risposta ai quesiti che esso suscita. Vorrei fare però, per prima cosa, una piccola precisazione tecnica, la serotonina e le endorfine, non sono da un punto di vista della loro origine, da quello chimico e dei loro effetti esattamente la stessa cosa; infatti, mentre le endorfine, come dice il termine stesso, sono delle molecole aventi un effetto analgesico simile a quello della morfina ( pur non avendone gli effetti collaterali gravi di quella chimica, soprattutto la possibilità di induzione di una depressione respiratoria che può porre anche il soggetto in pericolo di vita, anche quando e se assunta in dose terapeutica, soprattutto se in associazione con altri farmaci depressori o stimolanti del SNC) prodotto però autonomamente dall’organismo da cui il nome endo -interno – e “morfina” – ed alcuni altri oppiacei – ma la loro stimolazione può essere mossa appunto sia dall’attività fisica intensa degli sportivi agonistici o ad es. quelli “fissati” con qualche sport particolare, anche di oltre il 300% del normale flusso circolante e da ciò deriva la apparente mancanza di stanchezza che fino ad un certo punto essi, non sentono. Le endorfine vengono stimolate anche dall’attività sessuale, in senso positivo, mentre la loro produzione viene stimolata nel caso l’individuo si trovi a dover affrontare dei grandi stress, sia positivi, i cosidetti eustress, che richiedono però una quota supplementare di energia per non avvertirne troppo o troppo presto anche gli aspetti stancanti e negativi e gli stress negativi veri e propri, denominati distress (stress dis-funzionali, in senso generale, che nuocciono all’organismo). A volte, può capitare che in un individuo che ha dovuto affrontare molti stress successivi, le endorfine endogene si riducano per motivi interni al suo organismo, motivi di disfunzionamento pscosomatico ad es., e che poichè egli è molto vulnerabile ad una bassa soglia di stress non avendo potuto sviluppare e/o sperimentare delle capacità adeguate alternative di produzione, fin da picclo quando ciò sarebbe dovuto iniziare come possibilità e come capacità potenziale, si rifugi allora nella droga sintetica, derivata dall’oppio cioè l’eroina che gli fornisce inizialmente un supporto apparentemente simile in quanto va ad agire sugli stessi centri del piacere delle endorfine ,solo che mentre queste ultime, avrebbero comunque ripreso poi a svilupparsi, con l’introduzione della droga sintetica, il loro circuito produttivo viene invece purtroppo inibito. Ciò perchè il loro effetto è sostituito da quella di sintesi che però quando si degrada, non permette l’attendersi di una nuova produzione a causa del loro livello plasmaticomolto basso ingenerante, nell’individuo che sta soffrendo, stanchezza e malessere estremo oltre ad un aumentato senso di insoddisfazione per cose anche minori, ma ha invece bisogno subito di essere reintrodotta dall’esterno facendo così entrare l’individuo nel terribile giro della dipendenza, che per stimolare inizialmente il centro del piacere e dell’anelgesia, lo ridurrà invece al contrario, ad una totale inefficenza naturale, entrando nel giro del bisogno compulsivo della droga da assumere sempre più spesso per non sentire il dolore, la mancanza, il vuoto che nel frattempo aumenta però sempre più. Nel fare una piccola differenza con la serotonina che in sintesi, potremmo dire che è un “ormone” ( non a caso alcune case farmaceutiche lo hanno denominato l”ormone della felicità” tasferendo poi questa denominazione ad alcuni prodotti che la contengono ed i cui effeti sono stati tristemente noti alle cronache per eventi che hanno invece causato, soprattutto negli USA) oltre che nel cervello in altri distretti corporei, tra cui ad es., l’intestino di cui controlla la motilità, alcune pareti saguigne ed è connessa anche ad es., con la produzione di istamina nel sistema immunitario ai fini di eventuali reazioni o protezione da reazioni, allergiche. Ed interviene nela pressione e nella coagulazone sanguigna; quindi, come potremmo pensare che non ci influenzi? ma nahce a parte casi particolari, pensare di avere così bisogno come se ne fa attualmente di quella sintentica se il nostro organismo ne è pieno? Inoltre, la serotonina, non è tipica solo dell’uomo ma si trova anche in molte specie animali piante (chissà che l’intuizione circa gli aspetti di “universalità” presenti nell’uomo che fu tipica di Jung, non abbia riguardato anche questo aspetto; secondo te, è possibile Dada?). Tra l’altro, mentre una certa quota di serotonina può aiutare anch’ essa a sopportare una fatica media, una produzione eccessiva della stessa, rende la fatica ancora maggiore nell’uomo e meno tollerabile; in effetti, uno degli effetti collaterali più tipici di farmaci che ne cotengono quando assunti nel primo periodo oppure in dosi elevate, è proprio la grande stanchezza muscolare, differentemente dalle endorfine sopra. Anche la serotonina, il cui precursore lo troviamo in molti alimenti contenente triptofano, seppure non tutti lo rendano però disponibile allo stesso modo, c’è infatti grande differenza tra un grande pasto a base di carboidrati ed uno altrettanto grande a base di proteine circa tale disponibilità (per rispondere anche a Pluma, le protiene non ne rendono possibile dopo una loro notevole assunzione il passaggio verso il cervello differentemente dai cairboidati tramite l’insulina ed altri ormini) , triptofano che invece deve essere assunto necessariamente con la dieta, è coinvolta – anche a serotnina, appunto – nella percezione di un generale benessere o malessere dell’organismo e dello stato emotivo e psichico dell’individuo. Infatti, secondo studi post-market (per entrare un pò nella tua polemicaa giustamente, dato il commercio che vi è dietro sulla vita di persone che potrebbero essere aiutate efficacemente in altri modi, ) effettuati decenni fa con alcune molecole su pazienti ospedalizzati che presentavano un tono dell’umore basso o una vera e propria depressione, hanno dimostrato di ridurre questo malessere oppure farmaci contenenti serotoninergici utilizzati per ridurre emicranie a causa del loro effetto vasodilatatore cerebrale hanno presentato come effetto collaterale un miglioramento del tono dell’umore dello stesso soggetto (al quale, per inciso, era “passato il mal di testa”, che è uno dei mali in grado in certi casi di indurre disperazione di per sè) oppure viceversa.
Alcune ricerche di psicologi e psichiatril clinici relativamente recenti, dimostrano che esiste una certa sogia di vulnerabilità pscofisiologica personale già nei bambini piccolissimi verso determinati stimoli ambietanli e capacità di sopportare cambiamenti ambientali. In genere, questa soglia è ritenuta essere genetica in parte e connessa alle caratteristiche della madre, della coppia genitoriale e della gravidanza, oltre che a quelle delle primissime cure materne. Infatti, il bambino per svilupparsi, non ha solo bisogno di mangiare, il bambino, ha fame di amore e questo amore richiede cure particolari verso di lui che siano fatte dell essere tenuto amorevolmente in braccio, anche quando piange non per una necessità fisica ma per paura,perchè i neonati hanno già delle paure, come quella di “cadere”, poi diventerà quella di “stare ‘nel’ buio”, quando si accorgerà del ritmo notte/giorno, dato che lui era abituato all’ambiente del grembo dove i ritmi erano scanditi in modi uniformi, ad es., la paura di essere “aggredito” se viene lasciato in preda alla sua fame per troppo tempo rispetto alla sua possibiità di sopportarlo cosa che gli procura grande stress…Inoltre, il piccolo ha bisogno di essere guardato con occhi che gli rimandino il senso della sua esistenza, che lo “vedono” e lo rispecchino pian- piano come persona individuale e se ciònon avviene può “deprimersi” anche se la sua depressione è diversa, magari espressa con il vomito oppure il digiuno o gida o uno scalciare o altro, cioè con degli equivalenti fisici della stessa dato che il piccolo non ha ancora un’ apparato psichico pienamente sviluppato attraverso il quale pensare la sua esperienza ed esprimerla a parole, può solo sperimentarla e reagire o no ad essa ( anche se pure la non reazione a sua volta una reazione). Accade anche però che se la madre o chi per lei, non accarezzi e non coccoli, non tenga tra le braccia il figlio, non gli procuri cioè quelle sensazioni fisiche di “piacere” di cui egli ha bisogno per sentire di essere vivo, amato e protetto dal dolore (il neonato è infatti dominato da un principio iniziale di piacere-dolore, ed i suoi dolori, sono molto intensi a causa della sua immaturità e dipendenza) , che egli non riesca a sviluppare una armoniosa quantità di endorfine per dargli rilassatezza muscolare, predisporlo al sonno ed a sopportare sue eventuali fatiche adatte all’età, cioè degli stress e che il suo centro del piacere vada in tilt, entrando in un corto circuito, predisponendolo ad una ricerca coatta di ciò che gli manca e poi gli sarà mancato una volta adulto oppure ad una rinuncia della stessa, portandolo a chiudersi o a ricercare solo dei piaceri “effimeri” e temporanei, che ne soddisfino le necessità del momento, anche quando adulto a come fosse ancora un neonato; questo è uno dei processi che potrebbe secondo alcuni studiosi avvenire nei narcisisti patologici inconsapevoli che vivono appoggiandosi su un altro per ricavarne il proprio temporaneo piacere e poi su un altro ancora, e così via come se fossero intercambiabili tra loro, quasi dei “pezzi” da usare per oleare il proprio meccanismo mal funzionante. Peò, processi analoghi da piccoli ma con effetti diversi che provocano cioè una insufficienza del riconoscimento del proprio sè, a causa di un certo aumento della vulnerabilità psicofisiologica “genetica” indotta da eccessivi fallimenti delle cure di una madre disattenta o non adeguatamente amorevole o troppo “preoccupata” (nel senso di ancora lei stessa troppo impigliata dentro “a”…..) a risolveree qualche proprio conflitto che la induce a tascurarare le reali richieste del figlio secondo i suoi tempi, può aversi in quei soggetti che si sviluppano, essendo dovuti a causa di qqusta iniziale interazione, crescere troppo presto, perchè sensibili, empatici fin da piccoli e “preoccupati” dallo stato della madre, a cui sono stati loro a dover “provvedere” con il proprio affetto, secondo le proprie possibilità infantili e quindi sviluppando e stimolando presto certi ormoni ed endorfine per poter sopravvivere e non per piacere, si svilupano dicevamo, in modo in parte complementare ai primi e cioè a coloro che, vivendo nell’effimero, sentono spesso il bisogno di essere acclamati dietro cui nascondono però quello divorante per sè e per l’altro, di essere accuditi a livello molto ‘primitivo, quel livello che è mascherato dietro una apparente autosufficienza compulsiva “maligna” che li porta a pensare ed a dire all’ altro con cui interagiscono che loro “non hanno bisogno di nessuno”, dopo che quello/a, si è preso la cura di accudirlo finchè al primo gli ha “fatto comodo”, per le sue necessità. Non a caso infatti, si pensa che questi ultimi soggetti, quelli che vivono convinti di “non aver bisogno di nessuno”,siano curabili solo quando ad es., affrontano un dolore così grave da scalfire aanche loro d indurli a fermarsi a riflettere ed a potergli permettere di “guardarsi dentro”, quel dentro che temono fortissimamente, tanto che ci sono anche molti di questi e queste che spesso fanno allenamenti fisici massacranti di quache sport per non dover pensare, per stare bene con una iperproduzione endorfinica che gli rende anche talvolta non necessario (almeno lo credono o preferiscono farlo) il rapporto ed il contatto con l’altro se non in questi casi, ad es. quello fatto di quei massaggi fisici, che a loro volta producono altre endorfine muscolari e che li fanno anche sentire pù belli ed intoccabili davanti agli altri, davanti appunto perchè non sono capaci, tutti assorbiti da sè e dal proprio intrinseco piacere e bellezza in reciproca interazione autoprodtto/a in un certo senso, se si escludono attrezzi e massaggiatore, di “essere con l’altro”, in modo autentico e reale, per stare bene “insieme”, poichè a loro purtroppo manca questo concetto di reciprocità che a causa d vulnerabilità sommate a caratteristiche di cure e personalità, oltre ad esperienze, non si è sviluppato e di cui non si accorgono. Gli altri invee sembrerebbero avere ua vulnerabiità opposta per cui se ne accorgono troppo, dapprima quando sono piccoli quando si sviluppa la loro peculiare sensibilit, poi però in genere semre un pò troppo tardi, a causa della loro tendenza ad accudire. Ci sarebbero olte altre cose da poter dire circa le possibili influenze delle nostre molecole che tu hai proposto,caro Dada, sia rispetto ad un loro aumento che ad un loro calo, ai possibili stati euforuci, ai ppossibilistati psicotici caausati da una produzione eccessiva di serotonina, insieme alla dopamina, altro neurotrasettitore del benessere o dai farmaci che le aumentano o riducono, però per il momento, spero di aver rispost in parte alle tue domande proponendo alcune mie riflessioni circa alcuni studi, che in realtà in parte sono not ed in parte ancora in corso; l’unica cosa che vorrei dire che le emozioni sono strettamente connesse a delle molecole chimiche, senza esse non sarebbero possibili ma non crdo che ne siamo determinati, poichè è sempre l’esperienza il fattore cruciale di ogni crescita e regressione umana, lesperienza con gli altri e con il mondo e con ciò che la ostra intelligenza ed uso della capcità della coscienza che è tiicamente umana, ci permette di fare, anche se e quando qualche molecola che ha fatto un giro strano, ci fa pesare magar un pensiero bizzarro; l’uomo cosciente di essere cosciente ed è cosciente di avere un’inconscio di cui non è cosciente e con il quale deve poter fare i conti , che è in grado di roorgli le cose pi strane come ci dimostrano i sogni però al risveglio, ne siamo appunto “coscienti”, cos come possiamo rendere le distanze da alcune cose brutte che come uomini, inteso come genere, tutti abbiamo, cercando di integrarle con quelle belle che ugualmente c appartengono ai fini di uno sviluppo come individui e come genere, più maturo ed integro.
Un caro saluto e grazie per il bellissimo ed interessante spunto di rifkessioe che ci hai dato e che in realtà secondo me, meriterebbe quasi un libro e non sarebbe ancora esaurito.
Un abbraccio a te ed a tutti ed a tutte.
Elisa
per la notifica, grazie.
Buongiorno a tutti, in un periodo dolorosissimo della mia vita sono venuta a conoscenza, grazie al mio girovagare su internet alla ricerca di un perchè di quello che mi è successo e di come stavo, di questo blog e del Suo libro sul trauma da narcisismo affettivo (che ho subito scaricato e letto in un fiato ), e devo ringraziarLa e ringraziarVi perchè mi si è aperto un mondo, un mondo che non sarei mai riuscita a capire ed esplorare da sola.
La mia storia è molto complessa, e su molti aspetti mi ritrovo , su altri un po’ meno, ma la cosa che coincide a perfezione è il finale della stessa , le modalità di abbandono e di attacco distruttivo, svalutativo della mia persona dei miei gesti e del mio intimo, i tutto accompagnato da una rapida sostituzione con una storia analoga di cui ho potuto vedere tutte le modalità iniziali, che sono terribilmente simili alle mie, come i gesti plateali, lo stordimento con frasi , canzoni e poesie messe su facebook, l’asserito bisogno di valorizzazione di questa nuova persona, che lui avrebbe soddisfatto tanto che lei si sarebbe perdutamente innamorata, le mie mancanze che lo avrebbero fatto avvicinare e innamorare di lei, l’elencazione dei gesti d’amore che questa compierebbe ed i rischi che costei si assumerebbe per lui , sottolineando con un subdolo confronto quello che non avrei fatto io per lui, che era disposto ad abbandonare un figlio per me (cosa che non gli ho mai chiesto nè pensato) e che è la causa del suo cinismo attuale . Tutto ciò mi ha portato negli utimi tempi in una situazione si prostrazione tale, tanto da provare quelle sensazioni , pensieri distruttivi , nonchè a compiere tutte quelle azioni dettate da rabbia e dolore che ho letto e che sembrano scritte per me.
Posso dire di avere una fortuna che , anche se di questa persona ero completamente infatuata e provavo una specie di venerazione , tanto da fare cose veramente assurde,come aprirgli completamente la mia vita e le mie ferite (che conosco benissimo) e giustificarmi per ogni cosa,non fare un passo senza chiedergli parere di tutto, non ho mai ceduto completamente alla sua forza e ho sempre lottato con la sua schiacciante personalità e da un certo punto ho cominciato a sentire che qualcosa non andava, e questo mi ha messo delle remore dal fare certe scelte che col senno di poi mi avrebbero portato alla deriva.
La fortuna mi deriva anche dal fatto di avere avuto persone accanto a cui ho fatto a mia volta del male, provandone enorme senso di colpa, ma cui non ho mai smesso di volere bene, come lo intendo io il volere bene (che per me è una cosa piu’ matura e profonda dell’essere innamorati ) che mi hanno aspettato vigilando e, anche, se non so come andra la mia vita , in quanto la ferita mia e i danni che ne sono conseguiti per i miei cari sono stati veramente grandi posso dire di aver visto il burrone e per un pelo di non esserci entrata dentro, anche se la strada per dirmi salva è ancora molto lunga.
Cara mia ciao. Intanto devo dirti che il tuo nome ha un valore particolare per me. Era il nome della gatta di mia nonna, una persianona tutto muso e pelo color crema con sfumature biscotto. Era la regina della casa. Poteva andare ovunque poichè era placida e sembrava soddisfattissima della sua vita da gatta di mia nonna, che lei chiamava amorevolmente “mia”. Aveva anche un modo di fare le fusa mentre mia nonna se la spupazzava, che sembrava le rispondesse parlando e tutt’e due insieme me lo facevano credere, dentro agli occhi sgranati e strabiliati di una bambina con le trecce. Così mi pettinava la nonna. A parte la divagazione su questi miei piacevoli ricordi evocati inevitabilmente dal tuo nome, sono davvero contenta che tu sia qui e che l’informazione mediante i materiali del Dott. Brunelli, insieme alle tue riflessioni, siano serviti a farti stare un pò meglio, creandoti sano stupore e che abbiano trasformato in qualche modo anche un pò di sofferenza e paura, in curiosità e voglia di scoprire. Rispetto a quello che ci riveli parlando di te, mi incuriosisce il riferimento che fai sugli aspetti in cui non ti ritrovi nel confronto con le storie lette su questo blog e vorrei chiederti se magari sei disposta a dire qualche cosa di più su questo, nel pieno rispetto della tua riservatezza e del tuo privato, naturalmente. So cosa significa essere attesi comunque… con un’attesa vigilante e di fiducia e speranza, da persone che in mezzo all’amore ho anche ferito a mia volta. Da tutto questo nasce una grande spinta verso la compassione ed una grande forza, forza che avverto nelle tue parole… nel coraggio che hai dimostrato e che dimostri di saper guardare dentro a quel burrone, mentre scopri la salvezza nel ritrovare la strada del tuo ritorno a casa, insieme ad altri che magari si portano il ricordo di quel burrone e l’esperienza anche tutta personale di come sono riusciti a risalire. Grazie Mia.
Un abbraccio
Carissima. Sisi, che bello leggere la tua mail, e bellissimo anche il riferimento alla gatta, animale che io adoro. Non vorrei ripetermi, ma trovare voi e questo idem sentire mi ha aperto il cuore e la mente.
Sisi cara, devo dirti che mi ritrovo quasi su tutto, la fase iniziale stupenda, la convinzione di avere trovato l’Uomo con la U maiuscola, quello che mi valorizzava e mi faceva guarire dalla sensazione di inadeguatezza che purtoppo mi portavo dentro, legata a questioni d’infanzia.
Nel periodo iniziale mi sono sentita una dea, riempita di attenzioni, di poesie (mi ha dedicato decine di racconti stupendi, visto che scrive e parla benissimo), regali, felice dell’attenzione di questa persona della quale ero letteralmente ammaliata. Diceva che lo capivo solo io, che non aveva mai amato nessuno così che entrambi avevamo sbagliato ad accontentarci di compagni mediocri, ma che ora eravamo ad una maturità tale che dovevamo spiccare il volo (ecco lui usava e usa sempre il termine volare, volo sogno…),
Certo i segnali c’erano, vedevo il suo ego un po’ ingombrante, soprattutto nei rapporti con gli altri, anche se lo sapeva nascondere con uno stile ed una educazione formale da lord . Pretendeva eslusività al massimo , era geloso di tutto e di tutti, e spesso mi accorgevo che aveva dei retropensieri non proprio cristallini attorno alla mia persona, ma tant’è che non volevo vedere , tanto era bello ciò che sentivo. Io, che a torto mi consideravo una parvenue nell’ambiente di lavoro che frequentavamo, viste le mie umili origini, con lui accanto e con i suoi consigli mi sentivo all’altezza di tutto e tutti.
La cosa peggiore nella fase iniziale è il confronto con la vita vera che hai, in quanto perdi il contatto con la realtà. Quando torni a casa vedi la tua vita quotidiana , un marito affettuoso ma magari distratto e sicuramente poco incline a poesie e passione, dei figli che , sono tanto belli, ma spesso rompono, dei problemi con genitori anziani …. E’ proprio qua che se , non sei strutturalmente forte, secondo me, parti col cervello, cominci a sognare , a pensare che sei sprecata/o davanti a tanta sublime poesia e bellezza.
I problemi sono iniziati man mano che mi accorgevo di certi segnali. La velocità con cui questa persona ha scaricato la famiglia (ma bada ben non si era separato, ha solo scelto una sede di lavoro lontana), senza alcun apparente ripensamento , facendo intendere che lo avesse fatto per me (anche se questa sede dista parecchio da casa mia e io gli ho sempre sconsigliato di andarsene). Ma anche i suoi sogni di autorealizzazione il suo sentirsi sopra tutti, il continuo subdolo confronto tra le sue nobili scelte , che a suo dire hanno comportato tagli netti con il passato , consentendogli di essere quello che ha sempre voluto, e la mia mediocre situazione personale lavorativa e famigliare , nonché i suoi consigli sparati con la sicumera di chi viaggia con la verità in tasca, senza nemmeno ascoltare quale fosse il problema che gli sottoponessi.
Ma la cosa più importante è dovuta al il fatto che man mano mi sono accorta che non era una persona molto equilibrata, che aveva manie di grandezza e un’eccessiva sicurezza in se’, nonchè un distaccamento affettivo agghiacciante nei confronti della moglie oltre che un rancore profondissimo nei confronti della madre che, a suo dire, con la sua anaffettività era stata la causa dei suoi mali, mentre ora era felice lontano da loro, anche se questo gli faceva pagare il prezzo di stare lontano dal figlio..
Lui diventava sempre più forte, egocentrato e a suo dire aveva sempre piu’ autorevolezza nel lavoro e nei rapporti (si presenta benissimo questo è vero, mentre io sono piu’ impacciata) e io diventavo sempre piu’ debole, completamente dipendente da lui. E poi c’erano le pretese di vederci, o sentirci, capivo che non teneva assolutamente conto della mia situazione critica, ma tirava, tirava, voleva prove, disponibilità assoluta, se avevo contrattempi nel chiamarlo insinuava che mi inventassi la cosa, mi riportava anche commenti di conoscenti comuni che mettevano in dubbio la mia correttezza nei suoi confronti e quant’altro.
Io facevo salti mortali per conciliare lui, la mia famiglia, che comunque non ho mai smesso di amare e verso a quale mi sentivo uno schifo, con sensi enormi di colpa per il tempo e le attenzioni che toglievo loro , un lavoro difficilissimo e di grande responsabilità, un ambiente competitivo, Ero sempre al cellulare, chattavo su fb scrivevo, correvo di qua e di la’ ma non bastava mai fino a che i miei si sono accorti e, col senno di poi, è stata la cosa migliore che mi sia capitata .
In quel momento ho capito che stavo finendo in un baratro, che avevo fatto tanto male a persone buone e innocenti , e per cosa? per un sogno, per una cosa fuori dalla realtà. Non esistono gli amori grandi perfetti assoluti, esiste la vita, la realtà quello che costruisci, e nella vita pratica lui era una dimostrazione continua di immaturità. Sono convinta che famiglia si lasci perchè dentro è insano il rapporto, perchè ci si tira dietro i piatti e questo fa male ai figli, non per rincorrere il mito di amore assoluto e di autorealizzazione nel lavoro e in società . Credo sia più coraggioso in certi casi rimanere e affrontare le cose, fare un percorso di consapevolezza, che puo’ anche portarti alla fine alla separazione, ma come conseguenza di prese d’atto reciproche , piuttosto che scappare lasciando una scia di cadaveri, inseguendo sogni . Ho preso una decisione di cui non mi pento e non mi pentiro’ mai, indipendentemente da come andranno le cose , visto che la botta da digerire per i miei cari è stata grossa.
In ogni caso dal sentire ciò al metterlo in pratica è stato difficile , a causa della dipendenza da lui che si era instillata dentro di me, è stata (ed è ancora ) durissima. Ma finalmente ho capito che era dipendenza, non amore, dipendenza affettiva e psicologica.
Lui è passato all’attacco, accusandomi di cose orribili, di essere la causa del suo distacco dal figlio, di essere una meschina borghese, di averlo usato e di tutto e di piu’. A questo si alternavano momenti di avvicinamento, in cui sembrava quello di prima e io mi riavvicinavo, solo che poi ho cominciato a vedere chiaramente la sua anima narcisa e il suo bisogno di ammirazione che lo portava a cercare il consenso soprattutto da altre donne, e anche se lui mi ha sempre giurato che, per l’unica volta nella sua vita, fino ad un certo punto, non ha mai pensato ad altre che a me, sentivo che aveva subito iniziato a buttare i semi per, uso parole che lui usa sempre , vivere un nuovo sogno.
Mi sono allontanata tante volte capendo il pericolo e il rischio che correvo, vedendo che lui era un’altra persona e che quella persona non mi piaceva, che mi attaccava di continuo, che dubitava di me e dei miei sentimenti, insinuava che lo prendessi in giro e mi faceva domande continue e umilianti su me e mio marito, sbandierando che per lui la moglie era invisibile e che quindi lui era puro, ma una parte di me era legata alla persona dei primi tempi, che non era una persona , era un’immagine mentale, un costrutto, uno specchio.
Poi qualche tempo fa ho nettamente percepito che stava iniziando manovre di avvicinamento con un’altra, mi ha parlato di una donna insoddisfatta e frustrata che lui avrebbe motivato, ma nonostante questo ha per quasi due mesi continuato ad attaccarmi con ferocia su tutto a mettermi letteralmente in croce, accusandomi di ogni mancanza, rinfacciandomi cose che ora capisco essere assurde mi diceva che lo mettevo dietro a tutti, che non lo rispettavo che gli mentivo……. e io a giustificarmi, ad umiliarmi fino a raccontargli tutte le mie ferite e questioni famigliari personali, pensando come una scema che fossero quelle che mi facevano agire cosi, e sentendomi incapace, incapace di avergli fatto pervenire tutto l’enorme bene che gli avevo voluto, una inetta, che ha massacrato la propria vita e quella dei suoi cari per non riuscire a dargli nulla, tanto da farsi abbandonare .
Perché è andata cosi’, dopo avermi dato per due mesi ogni colpa , all’improvviso mi scarica come un pacco postale, dicendomi che il mio comportamento lo ha reso cinico e distaccato, che ha capito che il mio amore è finito e di conseguenza pure il suo, che ha perso un anno e mezzo della sua vita dietro a me e ai miei giochetti e , vengo a scoprire, che la persona che intuivo da un pezzo fosse caduta nella sua rete , mi ha sostituito.
Allora anche a me è scattato quel meccanismo perverso della follia, che descrive il dott. Brunelli . Lo chiamo, voglio sapere voglio conferme e gli faccio domande, e sentire le risposte è stato come aprire una fogna. Il copione è uguale, identico, la persona che lo amava in silenzio da tempo e non osava avvicinarsi, quella che lo vede come un dio che l’ha valorizzata, innamorata persa i lui, colei che pur già beccata, sta assumendo rischi per lui , rischi che io non ho assunto E poi i post le poesie, le lettere che anche nel suo caso vengono intercettate, scatenando altri disastri. Agghiacciante Sisi, Agghiacciante.
Io , in preda alla follia, cerco prima di sminuire questa donna ai suoi occhi, ed è una cosa che mi dispiace tantissimo, perché è lui il disgraziato,non lei . Allora lui si gasa e mi elenca le sue virtu’ si bea del fatto che lei rischi per lui, mentre io rischiavo poco, si dimostra completamente indifferente alla situazione famigliare di costei , dice che ormai io lo ho reso cinico e che non si aspetta piu nulla e che di certo non le ha puntato una pistola alla tempia, come non lo aveva fatto con me . Dice che sa che pure lei tornerà dal marito ma che la cosa gli interessa fino ad un certo punto, poi però mi dice che è innnamoratissimo, e mette su fb post. Poesie e canzoni con quintali di melassa. E riprende a parlare di voli, sogni e quant’altro, tanto da farmi pensare che forse questa ha davvero lasciato il marito per lui.
Ho versato fiumi e fiumi di lacrime prima di accettare questo, di accettare quanto sia stata scema a non accorgermi e a non scappare a gambe levate fin dalla prima volta, ma anche di accettare il senso di colpa per il male che ho fatto a me stessa e ai miei cari, dei quali lui non vale un’unghia. Mi vedevo brutta, inetta , incapace di soddisfare tutti.
Ho avuto la grande fortuna di avere accanto un vero uomo che mi è stato vicino, che mi ha asciugato le lacrime , nonostante la sua sofferenza, e a cui non finirò mai di amare e volere bene (per me voler bene è qualcosa di piu’ che amare), anche se purtoppo dovesse andarsene un giorno, e figli meravigliosi.
Il dottore ha detto bene, è come essere intossicati dal veleno, la sensazione è di avere dentro tanta immondizia e questo mi ha fatto scatenare una costante mancanza di respiro e ha acuito i miei tratti ansiosi. Ora però ho deciso di curarmi, di iniziare un percorso per me stessa e presto mi affiderò ad una terapia, in quanto tutto ciò mi sta minando anche sul lavoro, e sinceramente non vorrei cedere, ho fatto tanta fatica per arrivare dove sono e sbroccare sul lavoro sarebbe la più grande vittoria che potrei dargli.
In questi giorni devo dirti che , grazie a voi , al libro, e a qualche persona amica, ho cominciato a sentire meno quel senso di angoscia e di rovina , e a vedere lui come piu’ piccolo (non so spiegare è una sensazione strana), ho ripreso a sentirmi bella (e questa è stata un’enorme conquista nel tempo visto che ho una vecchia ferita di immagine di me stessa), per il brava e capace ci vuole ancora tempo…, Ma quando vedo i suoi post sdolcinati indirizzati a quella donna, scopro che mi sta ritornando l’ironia. Ho la sensazione di essere una specie di survivor e spero che un giorno mi resti solo il bello di quello che ho dato a questa persona.
Ho in mente una frase che mi scrisse poco dopo che ci eravamo conosciuti : io sono attratto e mi innamoro delle fragilità delle persone….ecco l’immagine del dott. Brunelli dello squalo che sente il sangue ce l’ho davanti agli occhi…
Per quanto riguarda le cose in cui non riconosco le descrizioni del narcisismo nella mia storia , nel suo caso la prima e che, come ha rilevato autorevolmente il dottor Brunelli, i narcisi non piangono mai, o piangono raramente , invece lui piangeva e si commuoveva spesso. E l’altra, purtoppo, non posso dirla e riguarda il suo passato che mi ha raccontato e che dovrei approfondire , ma ad un primo sguardo da profana, credo ci fossero già i germi della persona che è adesso.
Per quanto riguarda me, invece, sono consapevole che la mia parte razionale e la mia parte “buona” fossero rimaste sempre vigili, e quindi non abbia perso completamente il lume della ragione, ma anche che io sia sempre stata consapevole delle mie ferite narcisistiche e nonostante questo mi sia fatta manipolare.
Un abbraccio
Caspita mia, la tua storia è importantissima! e ti ringrazio per esserti aperta in maniera così trasparente!! Riguardo al pianto dei narcisisti, sono d’accordo con te, hanno lacrime, possono piangere e anche certamente provare la loro sofferenza.
Personalmente non ho esperienze di doppi legami, ma credo che siano davvero molte le persone nelle stesse condizioni che possano trarre beneficio dal tuo particolare modo di riemergere da un vortice che oltre te avrebbe inghiottito anche i naturali tuoi amori….i tuoi figli…tuo marito…quello che hai costruito e che continui a costruire. Mi fa piacere sapere che ti senti amata e che farai di tutto per prenderti pienamente cura di te. La tua parte razionale e la tua parte buona, mia, con l’aiuto che hai deciso di intraprendere, saranno sempre più vigili e unite nell’amore che cura e perdona le tue ferite e quelle delle persone che ti vogliono così tanto bene. L’hanno sempre sentito in cuor loro che lo meritavi comunque. Rimani con noi, c’è bisogno anche di te!
Un grande abbraccio
Grazie a te Sisi , grazie a tutti voi e nche al dott. Brunelli , che oltre alla competenza tenica, ha delle doti umane non comuni.
Certo che resterò con voi. Sento che il mio cammino è ancora molto lungo e che le insidie ci sono sempre, e sono certa che mi sarete voi d’aiuto ancora di piu’ di qunto possa esservi d’aiuto io e comunque io sono qua per dare col cuore quello che posso, con il contributo di questa esperienza durissima.
Un abbraccio a tutti ed in particolare alle mamme, visto che oggi è la nostra festa.
Mia, vorrei chiederti un’altra cosa, tra le tante che mi hanno interessato del tuo discorso. Hai detto circa la nuova che ti ha sostituito che l’hai trattata male sminuendola e che ora ti dispiace tantissimo, hai avuto poi l’occasione di incontrarla e chiarire?….mi hai fatto venire in mente una cosa molto simile che è capitata anche a me….
Ciao a tutti e in particolare a Mag, che è nuova come me, e che spero che, quando si sentirà, racconterà la sua storia .
Per Sisi, no non ho avuto modo nè di incontrarla nè di chiarire, non la conosco personalmente, ma so chi è e conosco persone che la conoscono.
L’ho sminuita davanti a lui, nella maniera piu’ classica,riportando commenti e aggiungendo del mio . Immagino che lui sia andato o andrà a riferirgli, come ha fatto a volte con me, per commenti di altri . Mi dispiace moltissimo, non è un comportamento in cui mi riconosco, e spero avrò l’occasione di incontrarla e chiarire, ma soprattutto spero un giorno di poterla aiutare, perchè se veramente è persa di lui, credo che tra un po’ avrà grossi problemi .
Un abbraccio
Prego di chiarire queste questioni personali, e di non impiegare il gruppo di auto-aiuto con allusioni o dispute ed equivoci esterni ad esso ed al suo obiettivo…
La domanda che ho fatto a Mia non voleva creare nessuna divagazione a carattere personale su questioni esterne. Se l’impressione è stata questa me ne scuso e credo si possa sempre rimediare chiarendo, come suggerisce lei. Nel racconto di Mia, mi ha colpito il suo dispiacere per aver screditato a parole un’altra persona in un momento di gelosia pesantemente indotta, come tipico a mio parere di tutte le relazioni narcisistiche, dove emerge che il geloso sia solo uno dei due, perché mostra per così dire i sintomi, un po’ come per lo stalking, si potrebbe dire. Mi ha interessato la cosa, perché non è tipico e automatico, però, provare senso di colpa verso un’altra persona in un confronto tra donne o tra uomini e credo che sia un’ulteriore prova della capacità d’amare in senso non esclusivo, ma fattivo. La somiglianza poi trovata con un mio ricordo passato di vita, riguarda una ragazza-donna che conoscevo e che mi aveva cercato lei al telefono per lamentarsi di avere ricevuto attenzioni pesanti dalla prima persona di cui ho raccontato, durante la nostra convivenza.
Ricordo di aver contrattaccato chiedendole come mai tutti la cercassero, ma nessuno la volesse, sentendo la tipica reazione di rabbia per tutto il giorno. In altre occasioni, che purtroppo sono capitate, non ho mai reagito prendendomela con altre persone. Ammetto che quella telefonata mi era un po’ rimasta, ma non ci pensavo più, avevo ben altro….
Personalmente non ho mai sentito il bisogno di salvare nessuna dopo di me, caduta nella stessa rete dello stesso ragno, soprattutto per motivi ecologici personali che ancora oggi ritengo utili, ma mi è capitato a distanza di anni, casualmente, di rincontrare quella ragazza mentre facevo colazione in un bar. L’ho salutata e spontaneamente, senza averlo mai pensato prima, le ho detto con apertura unicamente che mi dispiaceva per quella frase. Lei non mi ha neanche risposto e ci siamo abbracciate a lungo e non sono stati toccati altri argomenti. Sarà senz’altro una cosa da poco, ma poi mi sono sentita molto più leggera e più in pace per tutto il giorno.
Un saluto e un abbraccio a Mia e al Dott. Brunelli scusandomi nuovamente se la cosa non è stata pertinente.
dispiace anche a me se la mia risposta divagava dallo spirito e scopo del gruppo. Non ho molta esperienza di interventi e ho notato che forse sono troppo descrittiva nei dettagli.
un caro saluto a tutti
Ma no va bene così, solo che si sta cercando di imparare insieme a far funzionare il gruppo di auto-aiuto sul tema specifico, tuttavia è un tema così vast, complesso e particolare rispetto alle singole esperienze e punti di vista che è facile aprirsi in altre discussioni; ciò è anche buono, ma va fatto cercando di rendere l’intervento attinente al tema, spegando un po’ il suo riferirsi alla questione centrale. Quindi brava e grazie. P.B.
Dada rispetto al tuo discorso sulla serotonina, proprio l’altro giorno (bella coincidenza), cercando informazioni su alimentazioni antidepressive leggevo con interesse del triptofano. sei sempre un ricco spunto di riflessioni per me. il punto è: che si fa in una vita se siamo solo poveri illusi, se quello non ci serve e se quell’altro non è importante?
Dottore il mio intervento non voleva in alcun modo essere una critica nei suoi confronti (non mi è chiaro nemmeno se l’ha inteso come tale) o nei confronti degli altri. volevo dire che associo le vostre parole e le impressioni che mi date a determinati punti di vista che sono nella mia testa ed è un continuo rimettere in discussione tutto, dando comunque alla sua voce una sorta di autorità – questo sì – che ugualmente cerco di validare nelle mie riflessioni. è responsabilità del mio cervello se avviene il patatrac e se mi stanco, non vostra. il “dottore” voleva un po’ dire “quella parte di me che quando coglie una sfumatura un po’ più super partes, arriva quando i danni son già stati fatti!”. Spero di essermi spiegata e chiedo scusa per aver scritto in un momento di sconforto che forse mi ha privato di lucidità.
Forza Pluma, si tiri sù… cerchi la rosa tra le spine… c’è, c’è sempre quando si è dalla parte dell’amore… grazie per il suo chiarimento, ma non avevo frainteso e comunque c’è problema, io colgo gli interventi per chiarire in senso buono, le critiche sono sempre lecite e a volte costruttive… il fatto è che quando si fa il moderatore, o l’arbitro a volte bisogna bacchettare un po’ nell’interesse del gruppo, ciò non vuol dire che qualche bacchettata non possa prenderla anche io… e poi qui anche io a volte mi esprimo di istinto, e posso risultare impreciso… e resta il fatto che le opinioni possono essere differenti, ed è giusto che sia così visto che le questioni d cuore sono sempre molto complesse e profonde… un caro saluto!
Caro Dada, approfitto per dire a tutti che non censuro mai gli interventi di nessuno, a meno che non contengano minacce, offese o intenzioni autolesive deliranti, purtroppo capita… per me tutto ciò è estremamente faticoso nei pensieri e nell’anima… perciò chiedo, soprattutto da parte dei partecipanti più esperti e continuativi di collaborare comprendendo il più possibile le esigenze del gruppo di auto-aiuto e del blog…. quando una discussione è effettivamente più pertinente ad un altro articolo, la si può postare in un altro articolo e si può segnalare il post anche su questo articolo … comunque grazie per la collaborazione.
A proposito di censura e auto-censura, quanto ha a che fare proprio con la relazione narcisistica tutto questo!? Ricordo le tante piccole dosi di autocensura consapevole che si ingrossavano inconsapevolmente nello strazio di una spersonalizzazione che afferma il potere e l’identità suprema di uno solo dei due, quello che forse meno se lo meriterebbe…comunque….
Colgo,forse un po’ parzialmente, il suggerimento del Dott. Brunelli circa il consiglio di postare commenti più pertinenti all’argomento proposto in questo suo articolo. Credo che ognuno sia esclusivamente “tipico” in questo blog e che questo aspetto di noi debba tornare ad emergere oltre alla solidarietà che sempre è bene che ce ne sia, quando ce n’è il bisogno. E questo bisogno compare spesso anche nella vita di tutti i giorni. Caro Dada,grazie per portarci con la tua tipicità a riflettere sugli argomenti visti in diverse angolazioni per poi ricomporle olisticamente, come il tuo approccio filosofico ci incentiva a fare. Cercherò di riportare il senso di quello che muovono all’interno di me le tue domande aperte a tutti, cercando, se mi è possibile di non uscire troppo fuori tema, altrimenti pazienza, spero e penso mi scuserete. Il dibattito Natura-Cultura è un dibattito sempre aperto e a mio parere è giusto, oltre che interessante, poter consiuderare Natura e Cultura, anche separatamente, per poi riunire le riflessioni in una visione più ampia come quella da te proposta.
Viste perciò in una dimensione più strettamente neurobiologica dei legami biochimici, le FRAGILITà EMOTIVE, così come all’opposto, l’IMPEDIMENTO neLL’ACCESSO ALLA COSCIENZA DELLE EMOZIONI POSITIVE O DELLA SOFFERENZA, DI AMORE E CURA INCONDIZIONATA NELLA RELAZIONE ADULTA PRIVILEGIATA-INTIMA-PRIVATA ( eccesso o carenza narcisistica, entrambe), potrebbero certamente rinviare, secondo il mio parere, anche a quel corto circuito o strozzatura della rete sinaptica a cui fai riferimento in maniera precisa.
L’argomento è per me interessante ed è interessante anche riflettere sulla possibilità che vi sia una qualche disregolazione dei legami elettro-chimici tra neurotrasmettitori e le proteine della captazione, posti negli assoni dei neuroni ospitanti o impossibilitati ad ospitare l’informazione. Informazione che si pensa, in un circuito cerebrale sano ( senza squilibri narcisistici ad esempio), debba circolare, per essere meglio elaborata nella miglior risposta adattiva possibile, mediante l’attivazione di un più ampio numero possibile di popolazione di neuroni, collegati in rete tra loro ( rispetto al nostro potenziale, qual è la percentuale media di capacità effettiva? Non ricordo bene)
Mi chiedo comunque quante volte vi siano i livelli ottimali bio-chimici di connessione dei neuroni, nell’arco della vita di una persona insieme a certi miei “arrovellamenti”, circa il risalire nella catena causale all’origine di tutto, cioè da dove nasca la sofferenza o la sua mancanza, quando è giusto e sacrosanto avvertirla… Quale origine? Che come dici tu, citando la nostra cultura religiosa, nel famoso discorso della montagna di Gesù, si inverte l’ordine precostituito delle cose, obbligando i più irriducibili (che leggerò magari con interesse e curiosità) a ricostruire nuove strutture e nuovi paradigmi. Le domande che sorgono possono essere davvero tante, che cosa incide di più a livello di sofferenza nel singolo individuo? Sono più forti gli eventi disposizionali, quelli biologici, quelli metereologici, quelli vibrazionali e tutto quello che si può trovare?
Pensare a questo, certamente ci porta a scoprire o riscoprire diverse forme di cura integrabili tra loro: alimentazione, movimento, arte e relazioni significative, con la possibilità per ognuno di agire in maniera personalizzata e creativa nella scelta della cura di sé. Cura nostra, nella quale dovremmo essere giustamente e soggettivamente attori principali e mi pare che la tua sottolineatura in riferimento alla logica del business mondiale sia più che pertinente rispetto all’oggettivazione indebita di un problema soggettivo ( in quanto merita personalizzazione sì, ma sempre pensata anche in collegamento con altri individui in interazione). E allora, per tornare all’argomento di questo blog di auto-aiuto insieme alla visione neurobiologica della salute mentale proposto da te e che apprezzo davvero, mi viene da pensare che in psichiatria si parli anche di individui corticalmente sovraeccitabili ( troppa chimica? ) o sottoeccitabili ( troppo poca chimica? ) a livello neuronale, per spiegare gli squilibri legati all’introversione/estroversione. Magari si potrebbe spiegare il narcisismo anche in questi termini( che ne pensi? ): individui corticalmente sottoeccitabili ( narcisisti estroversi ) che si legano ( per stuzzicarli sadicamente? e non solo) ad individui corticalmente sovraeccitabili ( bisognosi, emotivi ed introversi ). Sicuramente un maggiore livello di qualità della vita, può aiutare molto. Per qualcuno può essere una dimensione che si conquista dopo altri percorsi e per qualcun altro può essere la via e la partenza originaria per ottenere un cambiamento a livello biochimico e cognitivo. D’altronde è stato scoperto dalle neuroscienze che anche la terapia parlata, così come pure alcune esperienze mistiche o artistiche, producano un cambiamento a livello dei neurotrasmettitori come il camminare e l’alimentazione, per riavviare un collegamento sinaptico funzionale ad una risposta migliorativa (felicità? Tollerabilità?) della persona nella sua vita di tutti i giorni e personalmente fa anche piacere questa scoperta è forse un qualche cosa in più per chi ci vuol trovare un senso. Grazie Dada per gli stimoli che offrono le tue domande.
Un abbraccio
Dada sento la fiducia che hai in me, e te ne sono immensamente grata, anche se non la capisco… volevo prima di tutto chiederti che cosa intendi per sentimenti spazzatura? e poi raccontarti che faccio già sport e che quando faccio sport divento solo azione e pensiero volto all’azione e che è un reale piacere starmene là con le mie compagne ma certe volte, quando la partita si ferma, il dolore mi raggiunge anche in mezzo al campo. è un lavoro a tempo pieno, come vedi! e comunque anch’io consiglio a tutti/e di fare attività fisica, per me è stato anche un modo per ritornare in mezzo alle persone.
Comincio a stancarmi. Non è per niente facile continuare sulla stessa strada, continuare a capire. O cercare di abbandonare vecchie convinzioni. Non mi arrovello più dietro a lui, ma mi arrovello uguale. È così che l’intelligenza diventa un limite, se si tratta di intelligenza. Voglio un po’ di leggerezza – che duri più di mezza giornata. Vi leggo ogni giorno, mi riconosco in tutto quello che dite e dite le stesse cose che dice la mia testa: tutto e il contrario di tutto. Così non se ne viene a capo. Ho tanti Pam, Dada, Elisa e Rosi e Sisi nella testa (e ogni tanto se ne aggiunge qualcun altro), nonché il dottore, che arriva sempre dopo, quando i castelli in aria sono già stati costruiti. “Dovrebbe essere così… sì, però è vero anche il contrario… adesso provo a guardarla da un’altra prospettiva… e poi c’è anche il rovescio della medaglia. Che bastardo. Eh no! Ricordati che il problema è il TUO… una carezza e uno schiaffo“. Questo è un monologo tipo, uno dei mille che ogni santo giorno affronto, volente o nolente. Immagino un momento in cui non avremo più nulla da dirci, io e io. Allora, sarà finita. Meritato riposo.
Comincio a sospettare che il problema sia proprio questo. Arrovellarsi. E se il problema è questo io getto la spugna perché mi sa che ci sono nata così e non so fare altrimenti.
Intanto lui ha iniziato un’altra relazione ancora. E io sono ancora bloccata… allo stato attuale mi sembra molto più sano il suo modo di vivere. Al di là dei fatti sono io che continuo a sbattere la testa contro i miei muri. Tutto ciò è FRUSTRANTE. E prima non ero così. Il resto della mia vita sarà marchiato a fuoco da questa storia? Non mi va. Anche lui mi diceva che sarebbe stato di nuovo “cattivo” (pensa! Me lo diceva mentre ci riconciliavamo per tornare insieme e io glielo facevo notare – non ero imbambolata, ero attenta e esponevo chiaramente i miei timori). Sono io che è sabato sera e sto ricordando parole di un anno e mezzo fa, lui, in questo preciso istante sta guardando negli occhi di un’altra persona e sta vivendo altri momenti e forse ci crede. Chi è il pazzo?
Esercizi per la settimana che viene: Capire se l’atto di “arrovellarsi” di un individuo possa generare reazioni simili a quelle a cui ho assistito in un altro individuo. Appena ci si riesce, smettere di mettersi alla gogna. Zittire gli ospiti.
Allora, come ho scritto nell’articolo, io nel gruppo intervengo a titolo personale, come un partecipante moderatore, a prescindere dalle mie competenze terapeutiche, e cerco di fare il mio meglio… il gruppo è aperto, mutevole e assai particolare, mi pare che stia producendo buoni effetti di consapevolezza, dibattito e informazione per quanto sia possibile in maniera autogestita, senza nessun fondo o aiuto di enti,m sponsor ecc. bene, accontentiamoci per ora e magari vediamoci alle occasioni di incontro che vengonbo proposte nel blog… in fondo stiamo contribuendo a qualcosa che ha buoni obiettivi e presupposti, anche se è vero che si può fare di più , ma un po’ alla volta e senza pretendere troppo, anche per non scoraggiarsi… a volte noto che si va molto fuori strada, con divagazioni interessanti chew però potrebbero andare sotto qualche altro articolo del blog (come ad es. l’interessante questione posrta da DADA sulla serotonia, potrebbe andare nell’articolo specifico sugli antidepressivi che parla proprio di queste cose). Ad ogni modo ci sono spunti e osservazioni interessanti… qui vi segnalo un film su COME SE LA SPASSA UN GRUPPO DI ‘NARCISISTI PATOLOGICI’ che ci fa capire quanto siano inossidabili, assurdi e poverissimi di anima (e di sangue… csì che devono succhiarlo agli aoltri e tra di loro)… ma E’ SORPRENDENTE DI QUANTO POSSANO PASSARE INOSSERVATI! (incredibile!).
https://www.youtube.com/watch?v=PG4q2VqjJQ4
grazie… devo dire, che, non so se possa darvi soddisfazione, ma mi avete aiutata. pensavo di essere instabile mentalmente….invece ora so di aver subito davvero un trauma, anche se non capivo…o per meglio dire, capivo da dove nasceva il problema..ma non sapevo quale era il problema da affrontare…così..colpevolizzavo me stessa in quanto fallita nelle relazioni umane e sociali, e dopo aver investito fino all’ultima goccia della mia linfa vitale per riuscir a ricevere umano affetto, mi son lasciata trascinare dalle onde del mare fino al fondale.. ora spero di riuscir a ritrovare le forze attraverso, questa consapevolezza. spero di riuscir a ritrovare fiducia in me…anche se più ci provo e più mi deludo. ma la conoscienza rende liberi. e spero che questa conoscienza sia un trampolino di lancio per trovare le forze per volermi bene di nuovo.
Cara Gloria, brava! E’ importante riuscire a vedere attorno a noi gli aiuti degli altri, magari a volte anche inconsapevoli, ma che l’esistenza mette più o meno a disposizione di tutti. L’autocolpevolizzazione che tu dici, riduce enormemente la nostra energia e la nostra autostima e più facilmente ci porta ad incontrare persone colpevolizzanti, al fine di conservare integro un meccanismo malevolo. Punire se stessi è sempre anche un pò come punire l’altro e punire l’altro è sempre come punire se stessi. Sono sicura che in quel fondale, dove finalmente la battaglia tra il bisogno di uscire dal malevolo meccanismo e l’attrazione che quel meccanismo esercita verso se stesso nelle persone che sono coinvolte, può anche finire, proprio per quella nuova goccia (che si può trovare dentro al fondale dell’oceano) di consapevolezza che ti è apparsa e che sono sicura riuscirà a farti ritrovare una nuova fiducia in te. Cara Gloria, prova ad usare le forze che ora ti sostengono, anche se al momento dovessero essere poche, continuando ad interagire con le persone dentro a questo blog, nell’impegno (donando attenzione reciproca) e nella volontà verso una conoscenza che renda sempre più liberi. Noto che hai già scelto un tuo importante obiettivo e mentre ti lancerai per trovare le forze per volerti più bene, lo faremo anche noi insieme a te! Cercheremo di volerci più bene. Grazie per la tua partecipazione e spero continui anche nel dirci qualcosa di più sulla tua esperienza.
Un abbraccio
Da tre anni ho interrotto il mio rapporto con lui. Purtroppo, a causa del figlio minore, non posso rifiutarmi di parlargli o di incontrarlo, qualche volta. In quei momenti continua colpevolizzarmi, e nonostante la sua vita sia abbastanza soddisfacente, con me si lamenta sempre e ricomincia la tiritera “ma che ti ho fatto? Perchè sei arrabbiata con me? Ma quando ti avrò sistemato tutto dobbiamo tornare insieme, possiamo ricostruire un futuro, ecc. ecc.”
Ormai per me lui è come la peste, immaginatevi quando devo incontrarlo come ne esco dopo tutti questi soliti discorsi.
In questi 3 anni mi sono data tanto da fare per ritrovare un lavoro che mi permettesse di mantenere i miei 3 figli, dopo che lui ci ha scaricati senza darci più un soldo. Ora che lavoro, finalmente, e posso mantenere con dignità la mia famiglia, al contrario di quello che avrei creduto, mi sento ancora più inutile.
Mi sento completamente svuotata dentro, come fossi solo un guscio. Non ho alcuna aspirazione, non ho voglia di parlare con nessuno, perchè avrei da raccontare solo la storia di un fallimento. Quel matrimonio felice, che con tanta comprensione e con spirito di sacrificio, avrei voluto portare fino alla morte, NON E’ MAI ESISTITO. Ho solo immaginato di vivere un grande amore, perchè? Non ho più ricordi, perchè tutto quello che ho considerato bello e speciale non era altro che falsità e ipocrisia.
Non ho più voglia di vivere. Lo devo fare per i miei figli, ma è pesante. Non so più ridere, non so più sperare. Aspetto la morte come una liberazione. L’aspetto per trovare finalmente la pace, per uscire da questo continuo tormento che mi lacera dentro.
Questo è il mio stato d’animo. Non riesco più a reagire.
Caterina
Quanto vorrei parlare con voi, conoscervi, sentirvi vicine. Credo che nessuno possa capire quel dramma dell’anima che tormenta ogni minuto delle mie giornate se non voi, voi che avete vissuto e state vivendo le mie stesse paure, la mia stessa solitudine, il vuoto ereditato da una delusione senza via di uscita, questo senso di squallore, di violenza, di stupro. Io che ho sempre affrontato tutto con dedizione e coraggio, che ho tirati su due meravigliose figli da sola, che ho sacrificato i miei anni piu belli per costruire un futuro a me e alle mie bambine, che ho sempre sorriso a tutti con gioia e sincerita’ , che amavo il mio lavoro e i mie collaboratori, io, quella che ero io. Ora mi ritrovo in un baratro di vergogna, solitudine, dolore, insoddisfazione, rabbia, sconcerto, disinteresse, confusione, icredulita’, gelosia, cattiveria, bisogno di vendetta. Ho creduto con tutta me stessa che quella ambiguita’ derivasse solo da un carattere particolare, forse, addirittura, da un profondo bisogno d’amore, e sono andata avanti rinnovando ogni giorno la speranza che avrebbe compreso e accettato il mio amore, nonostante le sempre piu’ incisive derisioni, offese, bugie poi seguite da”scherzavo” ” lo sai come sono fatto” . Insomma quella storia che e’ iniziata con una poesia al giorno sul telefonino, tre quattro chiamate per sapere come stavo, viaggi, cene al ristorante, regali, fiori, belle parole, si e’ trasformata a poco a poco in un tormento sottile e deleterio. Tutte quelle che consideravo certezze si sono inesorabilmente frantumate in mille piccoli perche senza risposta. Sino a che e’ bastato che decidessi di lasciarlo per far finire tutto come se niente fosse mai accaduto. Non una telefonata, nessuna richiesta di spiegazioni, solo ulteriori offese quando io lo cercato. Ora e’ con un’ altra, e’ tornato dalla sua ex , quella che mi ha preceduto. Mentre io continuo a chiedermi ogni giorno: mio Dio ritrovero’ la pace?
Pier Pietro Brunelli sarà relatore alla manifestazione: UN MONDO DI ROSE alla Commenda di Genova con una presentazione intitolata LA ROSA NELL’ANIMA Sabato 12 maggio ore 11.30.
Museoteatro della Commenda di Prè Sala del Giardino Hotel Aquila & Reale Sala dei Cavalieri
Programma completo e informazioni Sabato 5 maggio e Sabato 12 maggio 05.05.12 Un mondo di rose a Commenda 1 https://www.albedoimagination.com/05/2011/la-rosa-nellanima-il-se/
Come ho gà fatto nell’altra pagina del Blog, quella dell’articolo sulla “Rosa nell’Anima: il Sè”, in previsione dell’interessante conferenza di domani, alla quale sarebbe molto bello poter tutti noi partecipare, vorrei dedicare a tutti voi, cari amici e caro dottore, anche “una rosa blu”,
https://youtu.be/_lTU7i37ydc
Un caro saluto ed un abbraccio a tutti/tutte, anche alle nuove entrate che hanno scritto qui oggi per la prima volta, per condividere la loro esprienza con noi.
Elisa
Grazie Elisa…quella rosa blu che non va più via, mi alza il livello della serotonina….
Un grande abbraccio
Salve Dada, al momento io non so come si fa tecnicamente, però per chi si registra al blog, c’è una pssword personalizzata e un pannello nel quale ciascuno ha una certa operabilità rispetto al suo profilo. Pertanto se qualcuno sa come cambiare l’immagine identificativa (logo) lo segnali così che ciascuno possa mettere l’immagine, grafica o fotografica che meglio ritiene. Cordialissimi saluti. P.B.
Bene, se vuole anche Rosy faccia lo stesso, e così se capita chi vuole può favorire nello stesso modo scambi personali. Un caro saluto
Vorrei sapere se tutti gli argomenti elencati sul blog, da: IL PROCESSO TRAUMATIZZANTE DA NARCISISMO – COME ESORDISCE, COME SI ACUISCE, QUALI SINTOMI E DANNI PROVOCA E COME SI PUO’ CURARE
PERCHE’ PER SUPERARE IL TRAUMA (TdN) E’ IMPORTANTE STUDIARE LA MALATTIA DEL NARCISISTA PATOLOGICO CHE LO HA PROVOCATO fino all’ultimo punto IL BISOGNO ESTREMO DI MANTENERE CONTATTI CON l’EX PARTNER CON DNP sono approfonditi in uno dei suoi libri, per leggere, approfondire, capire meglio cio’ che appare inspiegabile e magari guarire…. Grazie dott. Brunelli, aspetto indicazioni. Un abbraccio a tutte-i
Beh gli approfondimenti ci sono nel libro, anche se in modo un po’ tecnico… del resto qui nel gruppo li stiamo approfondendo, anche grazie a lei… provi a proporre qualche argomento, e vediamo un po’ insieme le risposte… purtroppo io non ce la faccio sempre a rispondere perché tra il lavoro di ricerca, di terpia e di asisstenza sono davvero troppo sul ring… comunque ci sono. Un caro saluto. Pier
Esiste una correlazione significativa fra DNP e appartenenza a sette sataniche ?
Considero il suo intervento come una provocazione, della quale non abbiamo bisogno, se non è così si spieghi meglio, o altrimenti dedichi la sua partecipazione altrove.
Chiedo scusa ma non era mia intenzione entrare a gamba tesa.
Mi rendo però conto di aver sortito questo effetto.
Non voleva essere una provocazione ma un preoccupato dubbio che mi ha assalito negli ultimi giorni e che mi coinvolge piuttosto da vicino.
In fondo anche restando nello stretto ambito psichiatrico c’è già abbastanza da temere dai narcisisti patologici.
Sembra che siano (o meglio “sia”: mi riferisco ad una persona reale) inattaccabili e sempre incombenti.
Il problema è come neutralizzarli.
Temo che il mettersi di traverso, contrastarli in qualche modo, li possa rendere pericolosi.
Va bene Gerard, allora l’importante è che lei si tranquillizzi e comprenda quanto qui dico qui e al gruppo: I NARCISISTI PATOLOGICI NON ESISTONO! CHIARO? e adesso vi spiego perché… Innanzitutto secondo voi la costellazione dell’Orsa Maggiore esiste? Esistono secondo voi i meridiani e i paralleli sulla terra? Esistono secondo voi i minuti e le ore che passano sull’orologio? … mi direte che in qualche modo esistono… però le costellazioni come l’Oras Maggiore esistono solo perché siamo noi che abbiamo deciso di collegare i puntini delle stelle per creare una certa mappatura del cielo… i meridiani e i paralleli servono a noi per orientarci sul globo, ma avremmo potuto farli diversi, anche a quadrettoni… le ore e i minuti sull’orologio potrebbero essere divisi diversamente, ad es. ogni ora potrebbe avere 120 minuti così avremmo solo 12 ore tra giorno e notte… poi, ad esempio non esistono nemmeno i metri, i centimetri o i kilometri, se non per il fatto che abbiamo deciso noi di suddividere lo spazio in un cero modo, tanto è vero che gli anglosassoni misurano in polici, piedi e miglia…
Allora capiamoci, i narcisisti patologici – ripeto – non esistono, esiste una CLASSE di atteggiamenti e comportamenti che vengono raggruppati sotto un’etichetta diagnostica complessiva, per altro estremamente variegata e che sempre si intreccia con altre problematiche e diagnosi… qualora possiamo mettere una persona dentro l’etichetta diagnostica ‘narcisismo patologico e dintorni’ – e ammmesso che sia vero (ed è facile sbagliarsi sia per uno specialista che per chiunque, figuriamoci per chi stra male e non è il suo campo) – abbiamo ottenuto di individuare una cornice, ma non di certo il quadro di quella persona, che va esaminato assolutamente caso per caso , infatto non possono esistere sulla faccia della terra due persone uguali a prescindere dal fatto che appartengono ad un quadro diagnostico comune… tuttavia la classificazione diagnostica psichiatrica ci dà un inportante orientamento, ma poi vanno analizzate le singole soggettività, altrimenti si scambiano queste con la cornice e non si ottiene nulle se non ansia e paranoia rispetto ad altri che vengono visti genericamente come mostri, vampiri e affini… è come se una persona avendo la mappa di Roma che gli serve per orientarsi si convinca che quella non è la mappa di Roma , ma è proprio Roma… allora una volta considerato che il quadro di riferimento, la mappa, è quella del narcisismo patologico e affini, il problema non è come neutralizzarli, ma di conoscere i singoli casi individuali con i quali si ha avuto effettivamente a che fare e cercare di capire dove ciò ci ha danneggiato, perché non ci siamo accorti di questo danneggiamento, perché non riusciamo a tagliare da chi ci danneggia, quali sono le ragioni profonde nostre che ci hanno fatto colludere affettivamente con tali dannazioni… quindi se c’è qualcosa da neutralizzare non sono i narcisisti patologici, i quali proprio come i vampiri non esistono, ma sono quelle parti di se stesso che ci hanno esposta alla contaminazione e all’infelicità di disturbi di altre persone con le quali abbiamo avuto relazioni fiduciarie e affettive… la metafora dei vampiri, in senso psicomitologico, non pretende certo di essere una diagnosi psichiatrica, ma è impiegabile in modo più fluido e immaginativo, rispetto alla freddezza meccanica della diagnosi psichiatrica – io mi riferisco all’uso metaforico di immagini mitiche e leggendarie secondo la psicoterapia junghiana. INFATTI se io dico quello là o quella là è un VAMPIRO tutti capiscono che è impossibile, ma capiscono anche che quella persona è stata in qualche modo molto pesante negativa per un’altra persona che viene ‘vampirizzata’… ma come vedete di tratta di metafore immaginative che servono proprio ad evocare un linguaggio simbolico che si connette in modo più fluido all’inconscio, al mondo del sogno, dell’incubo, delle fantasie e delle emozioni… sicché poi ciascuno viene stimoltao a capire con la ragione, oltre che per via emotiva e immaginativa, che tipo fosse veramente la persona con la quale si ha avuto a che fare andando oltre la cornice e la classificazione che serve come orientamento, come mappatura , ma non come verdetto finale che non esiste e non serve a niente, se non a creare equivoci, a volte anche gravi, e che rischia veramente di far rallentare ed arrestare ogni processo terapeutico e detraumatizzante che consideri una partecipazione del lìinconscio, e quindi che parli ad esso con un linguaggio simbolico che gli è comprensibile… e infatti è per questa ragione che questo articolo ha raccolto in circa due anni oltre 1400 commenti e più di 100.000 visite, sebbene i siti e le chat sul narcisismo patologico – anche ben fatti – abbondino ormai a migliaia, infatti MUOVE qualcosa dentro, fa capire emtivamente anche l’inconscio non solo alla mente razionale, perciò aiut a curare, fa scattare qualcosa dentro… MA QUESTO CARE E CARI AMICI PARTECIAPNTI AL GRUPPO DI AUTO-AIUTO è possibile anche grazie a voi, e se un giorno qualcuno se ne occuperà, perché io non ho i mezzi, si scoprirà che stiamo creando un’esperienza di auto-aiuto veramente unica e pionieristica, stiamo cioè facendo del bene a noi stessi e ad altri, trasformando il male ricevuto in un bene, per quanto possibile, è questo è GRANDE, perciò siate orgogliosi di voi stessi, amatevi, rinforzate la vostra autostima anche con la vostra oartecipazione, e sentimentalmente non si dovrà più neutralizzare nessuno… i narcisisti patologici, come i vampiri affettivi, ricordiamolo sono un modo generalist per comprendere e per parlare, per occuparsi del PECCATO NON DEL PECCATORE, e del perché ci siamo lasciati attrarre a seguirlo sulla sua strada e per come fare ad imboccarne un’altra, verso un concetto di amore e di vita più umano ed anche più elevato, più semplice e più buono… o comunque più vicino al nostro cuore affinché ciascuno possa davvero fare del proprio meglio… Un caro saluto ( e vi aspetto alla festa dell ROSA
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Quando vi va anche voi potete segnalare iniziative che siano interessanti e di conforto per la nostra ricerca e per valorizzare magari anche oltre l’on line il nostro incontro umano.
Ho letto oggi parte di questo blog e finalmente, dopo aver cercato inutilmente per anni una spiegazione a quello che mi succedeva e mi succede tuttora ho capito. Ho avuto a che fare con una persona affetta da narcisismo che prima mi ha conquistato con la sua dolcezza e la sua sensualità e poi si è fatto sempre più esigente su cose che adesso mi fanno sorridere ma allora no. Secondo lui dovevo dimagrire, avere sempre i tacchi alti, essere sexy, e ad un certo punto anche avere relazioni a tre e non ricordo che altro, perchè era anche contraddittorio nelle sue richieste. Ora, dopo una convivenza cercata da lui e tante bugie, piccole e grandi (vedi manipolazione), siamo in una situazione di separazione non formalizzata, nel senso che lui non l’ha mai detto a parole ma è uscito piano piano dalla mia vita, lasciandomi un grosso vuoto che, evidentemente si andava a sommare ad una insicurezza e una paura della solitudine che mi porto dietro fin da bambina. Il bello è che lui è anche consapevole che sto male e mi suggerisce come passare il tempo in attesa di un suo ritorno che probabilmente non avverrà mai. Non sò cosa farò, ma sicuramente non voglio più sentirmi annientata. Sono diventata praticante buddista e questo mi ha aiutata a vedere le cose con più distacco; ma è vero quello che si dice nel blog, che ci si porta dietro una ferita simile ad un trauma. Ora, per lo meno so di non essere sola. Coraggio a tutte!
Coraggio a TUTTE e a TUTTI… è fondamentale, fa parte della TERAPIA!
Cara Paola, anche se comprendo che sarebbe consolante, soprattutto per noi donne, sapere che solo gli uomini si comportano in modi corrispondenti a quanto descritto nell’articolo sul narcisismo patologico e negli interventi qui nel blog da molte esponenenti del sesso femminile e che quindi ad una fetta dell’umanità siano risparmiate certe esperienze ed in un certo senso sarebbe ancche rassicurante poter dire “sono solo loro i cattivi”, per la nostra psiche e la nostra emotivià) purtroppo, bisogna invece riconoscere che ci sono anche molte donne che trattano male ed anche molto male gli uomini secondo il “copione” previsto da questa patologia. Ed uomini che dal rapporto con simili donne escono distrutti, non meno di noi donne, forse in modo diverso, perchè la loro sensibilità è in parte differente ma non per questo inferiore, anzi, talvolta addirittura più accentuata ed anche delicata e meno avvezza ad affrontare problemi sentimentali ed emozionali di simile portata, anche per formazione culturale e tipo di società, che propone delle divisioni che di fatto, nel dolore emozionale, esistono solo sulla carta o in certe fantasie popolari. Inoltre, e parlo anche per esperienza di un mio cugino che ha affrontato una situazione dolorosissima, spesso gli uomini, quando si legano ad es. in matrimonio ad una donna narcisista patologica o con altri gravi disturbi appartenenti a categorie patologiche ec patogeniche simili, si trovano spesso ad affrontare anche situazioni di separzione particolarmente drammatiche – anche perchè dobbiamo dire che i padri, in Italia sono poco tutelati – dove anche improvvisamente vengono cacciati di casa, perchè “non sevono più” per gli scopi che quella determinata donna si eraa prefissata, tra cui magari, anche l’usarlo (scusa la crudezza ma accade, credimi, ed è bruttissimo ed anche poco degno) per fare dei figli che poi, in fase di separazione, gli vengono “sapientemente” – nel senso che i figli stessi non si accorgono di essere a loro volta manipolati e cedono di essee loro autonomamente ostili verso di lui e di pensare pensieri che invece, gli vengono come “instillati” dentro – messi contro, inducendoli spesso, tali ex mariti e padri (che in quanto tali, non saranno mai invece ex) in una situazione di frustrazione estrema nota con il termine di Sindrome da Alienazione Parentale. Inoltre, accade anche spesso che alcuni padri vengano regolarmente otacolati nella possibilità di vedere i propri figli minorenni da alcuni tipi di madri ed ex mogli che a tal fine, ricorrono attraverso la preparazione di trappole ad hoc, a finte denunce di stalking – pensiamo ad un padre che va a casa una sera a prendere un figlio per portarlo al cinema sapendo di trovarlo ad attenderlo e trova la serratura della porta cambiata improvvisamente, senza che lui ne fosse stato preavvertito, in modo da poter semplicemente suonare, si spaventa, suona e nessuno gli risponde; il suo allarme aumenta, chiama il nome del figlio, della moglie, implora che gli venga aperto, poi sfinito, passa a delle minacce che non sono altro che parole dettate dallo sconcerto e dalla paura, del tipo:”apritemi o sfondo la porta, apritemi o faccio un macello”. Ora immagina che la ex moglie da dentro gli dica che deve andarsene e che da quella sera lui, senza conoscerne i motivi, poichè non ha fatto nulla che possa giustificare una simile decisione improvvisa per di più, non potrà più vedere il figlio. L’ uomo avrà quasi certamente una reazione emotiva forte, prima della quale la ex moglie (non sana, naturalmente..) nell’elaborare la sua strategia per farlo cogliere sul fatto, avrà pensato di chiamare i carabinieri dicendogli che l’ex marito la minaccia da fuori la porta, questi ultimi arrivano e trovano lui che effettivamente sta sbattendo i pugni disperato, di una disperazione che solo lui conosce, sulla porta, mentre la donna da dentro “urla” istrionicamente il suo terrore verso di lui e la sua paura per il benessere del figlio. Parte così molto spesso l’ordinanza restrittiva nei confronti dell’uomo ed altri suoi tentativi di avvicinamento saranno considrati forme di stalking, anche se magari sta solo, di nascosto – parlando naturalmente di un uomo con animo buono, vittima di una donna narcisista paologica o con altre sindromi affini -cercando di vedere come cresce il figlioletto e quali progressi ha fatto nel tirare due calci ad un pallone o nell’ultima fila cerca di assistere ad u suo saggio di pianoforte. ora, certamente la denuncia verso di lui aveva delle basi false, anzi non ce le aveva proprio se non nella mente di quella donna ma gli effetti che quest’uomo subirà, saranno ugualmente devastanti, come se avesse fatto qualcosa, non solo interiormente ma anche a livello sociale, lavorativo, amicale, ecc, oltre che all’insorgenza, a cui l’uomo è molto portato di disturbi psicosomatici in detrminati distretti corporei. Per non parare di quelli che non ce la fanno e finiscono preda di droghe, alcol, vizi di gioco per assre il tempo a causa della perdita del lavoro fino a finire poi, sulla strada. Anche come barboni.
Forse gli uomini che raccontano le loro storie drammatiche sono meno delle donne che per natura siamo più portate al dialogo anche su questioni delicatev e molto delicate e ad esprimere la nostra sofferenza, fprse anche questo fa un pò parte di un antico retaggio culturale, che impedisce in parte all’uomo di poter dire liberamente “Io soffro” , “io sto male perchè..” ed anche di esprimere liberamente il fatto di esere caduti in una terribil trappola seduttiva e manipolaria di una donna, un pò alcuni per orgoglio altri per timore di essere giudicati, non ascoltati, non capiti..sulla base del concetto “ma sono uomini”. ecco, appunto, “sono uomini” ed in quanto esseri viventi, con un anima ed un cuore e nel considerarci appartenti all’uomo come specie, indipendentemente dal sesso, è necessario riconoscere che anche loro soffrono, come noi, alcuni insieme a noi, altri in solitudine, che talvolta è estrema; anche alcuni che scrivono qui sono uomini che hanno sofferto e che soffrono e che cercsno di aiutare anche noi a superarare ed elaborare la nostra sofferenza. Quindi è giusto esprimere la nostra solidarietà ed il nostro più sentito abbraccio anche a tutti quegli uomini che in modo simile – o anche diverso – al nostro, soffrono ed hanno sofferto a causa di persone che in brutto modo si sono approffitate di loro, incoraggiandoli anche a scrivere qui, se ne sentono il bisogno perchè la loro sofferenza può trovarvi una accoglienza ed un confronto costruttivo.
Cara Paola, anche se capisco bene che tu avrai i tuoi giustificati motivi per aver detto “coraggio a tutte” e non anche a “tutti”, da una specifica volontà ad una semplice distrazione, ho preso a spunto il tuo post per scrivere queste parole sugli uomini non perchè alcuni di essi non abbiano fatto del male anche a me anzi, e questo non abbia avuto nela mia vita delle conseguenze ma ho avuto anche modo, attraverso il rapporto con questo mio parente e di alcuni suoi amici in condizioni simili, oltre che leggendo i post di alcuni uomini che partecipano al forum di autoaiuto di albedo, di rendermi conto di quanto anche loro soffrano e meritino dunque la nostra comprensione, senza generalizzare dall’eventuale uomo che ci ha fatto del male personalmente a tutti gli altri escludendoli dal nostro abbraccio affettuoso e colmo della nostra comprensione possibile, quella che almeno ci sentiamo in grado di dare, con la speranza che essa aumenti pian piano, permettendoci così di riconcialiarci anche con alcune parti di noi stesse che possono poi migliorare anche nei rapporti con gli altri in modo che essi siano per tutti più salutari e costruttivi.
Quindi, a te coraggio Paola ed un grande augurio di farcela ad uscire fuori da questa situazione complicata che descrivi, possibilmente trovando il modo di allontanarte e in primis, come ti è possibile, per ricominciare a pensare a te stessa in modo autonomo ed al tutto con maggiore distanza ed allo stesso tempo, con maggiore coinvolgimento per te stessa come persona singola capace ad es. di decidere come passare il proprio tempo autonomamente e non come ti viene detto da lui, cosa che forse, ho un pò l’impressione, ti confonde un pochino circa il lasciarlo o l’aspettarlo.
Spero che tu, anche scrivendo in questo blog e confrontandoti con il dottore che lo coordina e con tutti/e noi, possa chiarirti pian piano le idee e cercare una strada per ritrovare la tua serenità.
Ti abbraccio forte.
Un caro abbraccio anche a tutti ed a tutte voi e noi.
Ed anche buon 1° maggio a tutti noi.
Elisa
A tutti e tutte i/le cari e care amici ed amiche del forum di autoaiuto, vorrei segnalarvi un articolo in lingua inglese riguardante l’argomento di cui tratta questa pagina , dal titolo “Ami un narcisista’?” che ho trovato oggi e circa il quale mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni oltre naturalmente a quella spcialistica del dottore. Questo è il link:
https://psychcentral.com/lib/2012/do-you-love-a-narcissist/
Spero possa interessarvi e che possa essere utile.
Un caro saluto ed un abbraccio a tutti/e.
Elisa
Molto interessante, sintetico e chiaro.
L’informazione è molto importante ed è uno degli scopi di questo blog, ad esempio nell’articolo offerto da te Elisa si parla di alcuni trattamenti possibili per chi, malgrado loro, uomini e donne, sono dipendenti verso comportamenti lesivi e traumatici, diretti ossessivamente alle persone dalle quali sono amate/amati. Sarebbe per me interessante capire meglio e se lo è anche per altri, naturalmente, aprire una discussione sulla cura e riabilitazione basata sui 12 passi a favore dell’integrazione degli squilibri narcisistici. Su internet si trova del materiale, a mio parere un po’ troppo sintetico ( e piuttosto legato agli squilibri alimentari o alle dipendenze da sostanze varie ) che mi piacerebbe venisse arricchito dai diversi punti di vista delle persone che qui si soffermano. Magari se ci fosse qualcuno che ha vissuto direttamente questo percorso, mi piacerebbe che si sentisse aperto, disponibile, accettato ed apprezzato per la sua preziosa testimonianza. Nonostante venga detto da più parti che sia difficilissimo che un o una narcisista eccessivo-a riesca a riequilibrarsi, continuo a pensare che non sia proprio così, ma che questa incapacità sia in qualche misura anche sostenuta da una critica sociale ( che il soggetto-soggetta se la sente riferita, nonostante la separazione, a volte tattica, bisogna dirlo, tra atto e attore ) avvertita come spietata e senza amore, proprio così come sono stati spietati e senza amore i suoi stessi atti, poiché a mio parere ogni critica occorre sia fatta sempre nel rispetto dei nostri bambini e dei bambini degli altri. Non credo che sia tanto una questione di “mancanza” di empatia, le persone autistiche ne difettano forse in assoluto più di tutti e non per questo agiscono il male verso gli altri, anzi è più facile che ricevano autentico amore da più parti, quanto piuttosto una trasformazione al contrario di tutte le emozioni che vengono percepite o realmente viste nell’altro di fragilità intollerabile e che vengono vissute come una reale minaccia verso la salute della persona eccessivamente narcisista. La generalizzazione che opera come meccanismo consolidato, potrebbe portare a confondere anche il vero amore come fragilità incontinente, all’interno di sé stessi e dell’altro. Dopo essersi doverosamente e umilmente tolti ( anche e soprattutto per amore, poiché troppo coinvolti in un unico male diffuso ) dalle dinamiche tipicamente distruttive di alcune nostre relazioni affettive, a volte le più importanti e le più difficili da lasciare andare, tutto questo, vissuti e attori, meritano e meritiamo, a mio parere, grande rispetto e compassione, da diffondere il più possibile.
Un saluto a tutti.
ciao a tutte-i, mi riaffaccio sul blog dopo alcuni giorni veramente difficili. Cerco di leggere anche gli altri commenti e mi sento frustrata nell’incapacità di non riuscire ad essere di sostegno per nessuna persona che scrive. Però abbraccio tutte calorosamente, se può servire a qualcosa. Ma oggi dietro quello che scrivo c’è un sempre più forte grido di dolore e di disperazione. Non so più che fare perchè non riesco più a riconoscermi, a fare le cose che facevo prima, ad avere la gioia e la vitalità che avevo e che mi accompagnavano nelle cose che facevo. Stringo i denti e vado al lavoro (lavoro nel sociale) dove il contatto umano e il rapporto con il prossimo è fondamentale. Ma mi sento spenta, svuotata, e mi si legge in faccia. Non riesco più a dare niente, a sorridere, ad incoraggiare, ad essere serena. E continuo a fare sbagli perchè contiunuo a cercare spiegazioni, chiarimenti… cerco il riconoscimento di quella dimensione umana che ho sentito e sento annullata, calpestata, mortificata, minacciata, derisa. La cerco nella persona sbagliata, in lui, attraverso messaggi, che vengono ignorati; c’è la tentazione di chiamare che è forte ma cerco di evitarlo per paura di subire altri pesantissimi maltrattamenti verbali. Questo muro di incomunicabilità mi impressiona, così come mi atterrisce l’aver vissuto momenti di intensissima intimità (almeno credevo) ribaltati con un repentino disprezzo, poi umiliazioni, offese, ingiurie, minacce e infine il silenzio. Gli comunico che sto male e che ho bisogno di un chiarimento; ho avuto problemi di tachicardia e insonnia, incubi notturni, ciclo di una durata interminabile…tutto per stress mi dice il medico. Ma come uscirne? Sì, faccio psicoterapia una volta ogni 15, ma lo stesso non trovo pace. Ho paura di non ritrovare più me stessa, che non la ritrovino gli altri che mi vedono e mi sentono diversa…rabbuiata, triste. Ho paura dell’idea di questa disumanizzazione di cui può essere capace l’essere umano…esiste purtroppo,lo sapevo, ma sentirla sulla propria pelle è insostenibile. Aver colluso con una parte malvagia è anche nostra responsabilità, è vero. Ma se proprio era così difficile rendersene conto? Chi non mente non è portato a pensare che gli altri lo facciano, o almeno io devo fare uno sforzo nel pensare che questo possa accadere. C’erano promesse, vissuti romantici, di passione, di condivisione. Anche segnali negativi, è vero, l’alternanza di stati d’animo che spiazzavano, per poi tornare a una normalità dove sembrava che le cose si potevano discutere e risolvere, con il dialogo, la comprensione, l’amore. E proprio quando le cose sembravano finalmente andare meglio sono iniziati in breve tempo un’escalation di maltrattamenti: dalla freddezza alla derisione agli insulti fino alle minacce. Mi sto ripetendo, scusate, ma non riesco a tollerare questo disprezzo, l’infierire sulla mia fragilità emotiva, l’indifferenza. E’ come se non sapessi a cosa vado incontro, vivo alla giornata ma non riesco a fare niente e non so neanche se riuscirò ad andare ancora al lavoro. Mi sento stupida nell’incapacità di superare questa situazione, per un uomo per cui evidentemente non ne vale la pena, ma le cose stanno cos’. E ora ho tanta rabbia, che non so come esprimere. vorrei vomitare questo “male” che sento dentro e non ci riesco. Sono troppo legata all’idea che quei momenti trascorsi avevano un valore (per me lo avevano), che quella persona mi amava e sentiva per me tutto quello che mi diceva. Non riesco a sostituire quell’idea con l’immagine mostruosa di quando mi si è scagliata contro augurandomi la morte e minacciandomi di massacrarmi di botte; non riesco a riconoscere in quella stessa persona quella valanga di parolacce e insulti e volgarità indicibili che mi ha vomitato addosso. E se anche riesco a vederlo non riesco a stare bene, a riprendermi, nonostante io cerchi di fare tutto quello che posso. E così riprovo a scrivere un messaggio sperando che risponda, che si renda conto del male che mi ha fatto, che il suo cambiamento improvviso e immotivato andrebbe charito, perchè siamo stati insieme, ci siamo voluti bene, abbiamo condiviso molto; progetti di vita insieme che partivano quasi sempre da lui e tante altre cose. Certo, ho scoperto che mentiva, che ha mentito in tutto ma io quei momenti li ho vissuti come se fossero realmente autentici. E allora continuo a sbagliare perchè vorrei che si risvegliassero in lui quei vissuti, che si rendesse conto di quanto mi ha ferita, e ne esco ancora più umiliata. Ma vedermi così, con il tempo che passa e io che resto ferma o faccio passi indietro oltre a fare passi falsi mi angoscia, sia per me sia per le persone che mi stanno accanto. Mia madre soffre molto nel vedermi così e vorrebbe che reagissi, ma non ci riesco. I miei amici lo stesso. Sto perdendo tutto e davanti a me vedo solo altro buio. Un abbraccio a tutte.i
Bentornata e FORZAAAA! Intanto ne approfitto per segnalare questo nuovo articolo divafazione sul tema NARCISISMO E DINTORNI https://www.albedoimagination.com/04/2012/droga-narcisismo-e-pubblicita-di-pier-pietro-brunelli/ Ciao
Il dolore che tu descrivi a parole, Francesca, è il dolore che ha colpito molti di noi e che scrivono in questo blog. Il tuo dolore è il mio dolore, quello di Rosi, Pam, Illi, Fra, Stefy, Dada, Tages, Pluma, Elisa, il Dott. Brunelli e tanti altri ancora…..e arriva all’improvviso…e apre l’inizio delle danze: avanti…indietro…avanti…e sempre più indietro. Carissima Francesca, dici che dura da pochi mesi ed è forse il periodo più doloroso che coincide proprio con l’inizio. E’ la fase più violenta che ci sia e anche la più importante per l’altro, narcisista o quel che sia. E’ l’esperienza che colpisce alla schiena, l’esperienza dello squarcio del velo di Maia, l’arcano che si svela, il retroscena, la retroverità che intende Tages, la prova del cuore del Dott. Brunelli. E’ il momento in cui la zecca con le larve ( le zecche non hanno larve, ma se non si tolgono con cura, possono rimanere scorie e zampette infestanti) raggiunge la tua/nostra ferita. Ti piega…e perché ti piega? Perché d’ora in poi questa dovrà essere la tua posizione, rispetto a lui/lei. Ridotta, prostrata e pronta a dare ciò che hai, unicamente rivolto verso la stessa fonte d’amore che è diventata lui per te. Vuoi tornare ad amare? Allora fai vedere i fatti a lui! Una volta mi sentii dire:”…sono solo parole, ci vogliono i fatti in amore” un po’ come la bellissima canzone di De Andrè:” …mi disse amor se mi vuoi bene/ tagliati dai polsi le 4 vene!!!” L’esperienza è proprio come la definisci tu, de-umanizzante! E’ l’esperienza dello strappo dal cuore dei tuoi sentimenti più belli, che vedi gettati nel cestino dei rifiuti, poiché l’intero tuo corpo, con quello che c’è dentro, è trasformato e vissuto come un rifiuto nella Sua psiche, psiche ancora, per destino tardivo (anima vecchia, anima nuova?), al servizio di uno psichismo antropofago millenario che perdura in una perpetua deprivazione dall’incontro d’amore con la madre o di chi per lei accoglie una nuova vita alla sua nascita. Questa assenza non permette la trasformazione ( anche se io amo pensare che non sia così…magari per altre vie…che non sono le mie, ma la speranza c’è per tutti ) invece noi crediamo ( forse molto presuntuosamente, o ingenuamente, o pretestuosamente) ma anche inconsciamente, di poterlo fare, di poter trasformare le cose donando il nostro amore. Il nostro amore invece viene ingurgitato, il mio, il tuo Francesca e quello di tutti gli altri che passano e rimangono abbagliati dalla stessa scintilla. Dicevo, l’amore viene ingurgitato, spezzettato, insieme ad un indifferenziato bolo di amori trasversali e concomitanti ( a qualcuno piace chiamarli “piccoli investimenti”, invece di specchi, ma la natura dell’intelligenza economica è la stessa ), che si avviano in processione e tutti rigorosamente in fila ( come una e-norme Mailing list ), verso l’intestino crasso, che non trattiene nulla (niente villi) ma espelle tutto fragorosamente fuori dall’ano. E’ tipico di chi assiste inconsapevole a questo film, sentire, tra gli altri disturbi, che nel peggiore dei casi subentreranno poi col tempo ( e più tempo scorre e più disturbi fisici si accumuleranno ) la propria pancia gonfia e colitica….con blocco intestinale. E’ terribile e terrificante Francesca… ti ha augurato la MORTE e minacciato di RIEMPIRTI DI BOTTE. TI STA OSSERVANDO A DISTANZA. STA OSSERVANDO COME REAGISCI A TUTTO QUESTO. Se non lo cerchi lo farà lui ( visto che sei solo all’inizio ) per vedere se accetti la sfida contro te stessa. Come si è riaperta quella ferita!? Vero Francesca? Se tu ti fossi aspettata quelle parole non si sarebbe potuto mai riaprire così!!! Il sangue deve riversare abbondante e potente e non poteva un semplice graffio ( che già basterebbe per soffrire in amore ) ottenere l’unico risultato che porta a supplicare…pietà, ti prego! E lui ti cercherà per vedere se accetti di combattere contro la tua stessa natura, contro la legge del dissanguamento. Ma il tuo cuore e il tuo corpo sanguinano e vuol essere sanato da lui e così lui vede che tu ami il male che ti fa, perché il male che già ti ha fatto è troppo!!! Nessuno lo farebbe mai, se non altri fatti così! Il male che ti ha fatto è troppo e lui lo sa, se lo è già sentito dire da altri/e e pensa che tu hai bisogno di questo. Ricordo che una volta una persona a me cara disse improvvisamente:”…si vede che le donne vogliono soffrire”. Per lui sei tu che lo costringi a farti male e la sofferenza che mostri equivale per lui alla richiesta di sofferenza maggiore che vuoi da lui e solo da lui, in nome dell’amore, il tuo…il suo. Lo so Francesca che il DUBBIO che si genera dall’”ARDENTE” “DESIDERIO” che questo incubo non sia vero e che tutto torni come prima fecondo e promettente di creatività futura insieme, spinga al perdono e alla cancellazione totale del male che è stato. Nella devastante attesa di un contatto ( ritiro narcisistico necessario allo scopo del narcisista… e fa parte del copione ) che è parte integrante dell’esperienza traumatica:
PROVA DEL CUORE(prima fase del trauma)- ATTESA – RITORNO (ultima fase del ciclo che si ripeterà fino a tutto quanto si è detto), il ritorno viene immaginato e riimmaginato, nell’attesa, in balsamiche scene ricostruite, dove l’amato è anch’esso ricostruito nella mente del traumatizzato coi fotogrammi della seduzione iniziale. In questo caso è la stessa attesa che agisce come la fase dell’inizio, senza il diretto “coinvolgimento” dell’unico attore/regista. Pensa che risparmio di forze, ci sarebbe da sentirsi onnipotenti solo per avere realizzato questo, se non fosse che ci si serve indebitamente dell’amore. Una persona normale non avrebbe nè cuore né dignità né interesse per farlo mai, lo avvertirebbe come subdolo e smaghevole. E’ come se un adulto dovesse sentirsi grandioso per avere raggirato un bambino, poiché “ amor che a nullo amato amar perdona” lo fa con la parte bambina. Secondo me Francesca le persone che passano da un’esperienza dolorosa come tu descrivi e per come ti racconti “non rassegnata” hanno alcune possibilità. Due appaiono più evidenti, ma entrambe rischiose di deumanizzazione. La prima è una via breve, quella di cercarlo ad oltranza per chiarire, per cercare un’intesa, una mediazione, un dialogo ed è più facile che ti faccia raggiungere prima il fondo da cui ricostruirti e la seconda è quella lunga, quella dell’attesa angosciante, ma anche no, a seguito della quale quella persona ricapiterà, magari per caso, come se nulla fosse, guidando il famoso ritmo dell’ambivalenza ( fatto di micro-traumi )il cui tempo, se sei fortunata, lo deciderai tu. Anche questa via ha un grande costo. Cara Francesca, mi auguro che tu, continuando a scrivere in questo blog, con il dialogo che puoi instaurare anche con tanti altri, insieme alla vicinanza delle persone che ti conoscono e che ti vogliono bene, possa trovare una terza via tutta tua che, nonostante l’indiscutibile dolore che dovrà essere affrontato da parte tua, ti riporti nella corrente universale dell’amore ( vita ), come tu senz’altro ti meriti. So che potrai fare molto per tanti altri.
Un forte abbraccio
Un aiuto per rimembrare e rammentare che anche gli uomini possono soffrire dello stesso male
https://www.youtube.com/watch?v=hEsMZfYGqIM
Questo è uno di quegli interventi – come altri – che per la sua sensibilità, competenza, sincerità meriterebbe di essere raccolto nelle pagine di un libro… spero riusciremo a farlo, ma in ogni caso è ora importante che sia qui. UN ABBRACCIO. pier
Per ringraziarla Dott. Brunelli le dedico in maniera particolare questo canto di un grande musicista che apprezzo molto e che mi auguro le sia gradito. Desidero dedicarlo anche in modo speciale ad Elisa e a tutti coloro che si danno generosamente aprendo il loro cuore verso l’aiuto reciproco come fate voi! UN ABBRACCIO
https://www.youtube.com/watch?v=8TyRHj4Ag34&feature=related
Grazie… è importante che qualcuno ti venga a cercare… ma tu devi esserci.
Ciao Sisi, ho seguito con grande attenzione le ultime riflessioni che hai scritto e vorrei chiederti una cosa.
Dei due narcisi con cui hai aver avuto a che fare, ti capita mai di sentire che ti hanno inavvertitamente donato una parte di loro …come una risorsa dentro di te che prima ti mancava?
Non so come descriverlo, lo sto capendo a poco a poco … adesso cerco di spiegare.
Piccolo preambolo: io sicuramente non sono più esattamente la stessa persona che ero mesi fa e due anni fa. Non sono cambiata come persona, però si è formata una sorta di “consapevolezza” (nei livelli più consci e inconsci).
La diversa “consapevolezza” mi ha in parte trasformata anche nelle mie potenzialità di sentire il peso di me stessa – PER me stessa – (non in senso di peso passivo ma di forza attiva), anche in rapporto alle altre persone (ma indipendentemente da esse), pur in loro presenza. Uso il termine consapevolezza anche se in realtà sento che questa “consapevolezza” è fatta in gran parte da quel dono intangibile che non è per nulla concettualizzabile e comprensibile.
Prima di lui, e anche durante la mia relazione narcisistica con lui, mi mancava una esperienza unica:
L’ESPERIENZA SU ME STESSA della sensazione chiara e inequivocabile che nessuno entra a turbarmi, mentre io mi ritrovo come blindata e staccata emotivamente!!!
Prima erano cose che non avevo mai provato e che quindi non capivo… perchè non mi ero mai staccata emotivamente da niente, men che meno dalla aggressività altrui, ma la subivo.
Quindi è un dono-novità: ma – e c’è un ma – la fregatura è che è un distacco così strano e inspiegabile che non posso comandarlo o farlo accadere! Infatti … mi è capitato inaspettatamente una volta sola, qualche giorno fa, e non saprei neanche dire perchè, e cosa sia scattato, so solo che è capitato, e che posso solo provare a descriverlo, per come posso.
Per alcuni minuti ho potuto sentire cosa si prova quando si blocca il mondo esterno, come fanno loro .. (e il guaio è che non so neanche quali meccanismi mi hanno portata a sentirlo).
Era un’esperienza di gamma di sensazioni che mi mancavano!
Adesso lo so che esiste anche questa gamma, e visto che lo ho sentito dentro di me, sono già una persona più completa.
Tento di descrivere la sensazione.
C’è stato un epiosodio intenso recentissimo (e che non ha proprio nulla a che fare con il mio ex, che ormai è lontano dalla mia vita) in cui ho avuto una sensazione molto forte, di chiaro e strano (inedito) controllo su me stessa e sulle mie emozioni che non avevo mai avuto prima (in nessuna circostanza, men che meno in circostanze stressanti come quelle che adesso racconterò).
Era una situazione in cui non potevo girare i tacchi, perchè era una situazione formale, in cui ero obbligata a restare lì, e ad adempiere ai miei obblighi formali, e ad interagire con quelle persone fino in fondo. Immaginate due capiufficio molto petulanti, per di più alleati fra loro (alleati al massacro), e molto acidi!
Ebbene, stavano recitando il loro solito vecchio teatrino di numeri chiusi, un misto di: presa in giro-stuzzicare per provocare reazioni, dimostrazione di senso di superiorità, sottomossione degli altri … il tutto giocato in modo molto pesante e divertitamente sadico.
Ad un tratto ho guardato nei loro occhi!!! … si leggevano un bouffet di: malizia, astuzia, controllo, attento studio delle mie reazioni, sufficienza, cattiveria, … senso di sfida e volontà di provocazione e di colpo ferire!
Ebbene, … stranamente, invece di sentirmi assalita e invasa da: senso di paura, tristezza, confusione, senso di venire schiacciata, insicurezza, angoscia (sensazioni che erano la mia normale reazione in passato), …. IMPROVVISAMENTE nella mia testa mi sono ritrovata stranamente distaccata e indifferente ad analizzare il tutto come se stessi guardando un qualcosa senza che io fossi lì a viverlo, come se parlassero … al muro (e non a me!!) oserei dire che mi sentivo perfino io la straffottente (mentre me ne stavo lì in piedi nella stanza, zitta e indifferente), tanto era grande il mio senso pervasivo e potente di indifferenza più assoluta!
Ho avuto la sensazione di non riuscire neppure a seguire con precisione le loro parole, non focalizzavo proprio (strano!), … mentre in passato mi si marchiavano a fuoco nel cervello!!! Ero sbalordita!
Giuro … è stata una sensazione stranissima, incredibile, come se avessi tolto il sonoro!!! … e quel che è ancora più strano è che … non me ne fregava proprio niente in quel momento di quel che dicevano e del modo in cui mi guardavano: ero completamente risucchiata nella sensazione FISICA di ME STESSA (questo è un aspetto ancor più strano!): in particolare, nella sensazione del mio corpo, – soprattutto .. la sensazione fisica della mia finestra visiva sull’esterno (ricordo bene la luce del giorno che illumina la stanza, ancor prima che la stanza in se) – la mia finestra sonora, le mie sensazioni tattili, … e risucchiata anche nei strani pensieri distaccati che dapprima si concentravano sulla mia sensazione fisica e che poi si sono concentrati sulla presa di consapevolezza di questo peculiare senso fisico di ME STESSA … e allora mi sono distratta da loro ancora di più, perchè ero strabiliata da questo senso inedito!
In pratica … ero come assente dalla situazione… era come se per me quelle due persone non esistessero, se non FUORI, e solo bidimensionalmente, come un gioco di luci e ombre che si muovevano su un foglio bianco, come una pellicola!
Come fatti di cartone, come se improvvisamente io fossi una gigantessa, e come se ci fossi solo io come peso attivo di presenza nella mia testa. È molto difficile da descrivere!
Era come se loro, da aggressori, fossero diventati all’improvviso il contrario di come si proponevano come atteggiamento, estranei a ciò che rappresentavano .. per me!!!
Nel momento in cui è scattato questo insieme di sensazioni, in quella stanza, nella mia testa avevo io il controllo (per me stessa nella mia testa) … la sensazione era questa … calmo controllo (nel mio modo di sentirmi) non su di loro … ma rispetto a loro … sentendo la presenza fisica e mentale di me stessa … e solo di me stessa!!! Lo so che è strano, e so che tecnicamente non avevo il controllo dei loro comportamenti (anzi: loro si comportavano sentendo di avere il controllo a prescindere, altrimenti non si sarebbero scatenati nel loro teatrino), ma di fatto nella mia testa sentivo che non stavo facendo/provando quello che loro tentavano di farmi sentire … e stranamente era come se sentissi che io non avevo bisogno di niente in quel momento (ero stranamente indifferente!!!!) ma anzi erano loro a volere qualcosa … da me!!! proprio sembravano affannosi, adesso che mi rendevo conto osservando distaccata!! … loro cosa volevano da me e perchè?! … —> è come se mi ponessi queste domande PER LA PRIMA VOLTA nella mia vita!!!! assolutamente stranita!!! è strano perfino che non riuscissi a sentire neanche la cosa più ovvia: il loro pungolo!!!Niente!!! La mia testa andava da sola, … senza registrare la loro interazione SU di me!!! La mia mente era in grado di comprendere cosa volevano ottenere ma nella mia sfera emotiva non impattavano e non sentivo niente … se non la mia sensazione FISICA di ME STESSA come finestra fisica che guarda fuori e strana indifferenza e riflessioni completamente strane e slegate dal contesto emotivo di ciò che mi stavano dicendo!!!
E poi, fra un pensiero e l’altro, … li ho VISTI come mai li avevo visti prima: due persone che erano incrementalmente fuori controllo!!! …nel loro smanioso spasmodico tentativo fallito di controllarmi nel mio dentro emotivo!!!! Infatti la realtà è che loro, nella “modalità lesiva”, erano come esseri bidimensionali di cartone, la loro faccia e i loro occhi si trasfigurano: la bocca assume la piega del sorriso malvagio, gli occhi assumono il guizzo della violenta cattiveria assalitrice, la fronte si corruga nello sforzo di cogliere ogni stato d’animo di me. Ero io ad osservare loro … con un distacco inaudito!!!!… In pratica li vedevo senza partecipazione, un po’ come guardi un film sapendo che non è reale, e quindi pensando: chissà come hanno fatto a creare l’effetto … o peggio ancora distraendomi e pensando a cose che accostate a tutto ciò possono addirittura risultare comiche … che ne so, guardi un flm qualsiasi (magari un momento concitato del film) e intanto pensi al panificio sotto casa!
Invece di essere assorbita angosciosamente dalla loro cattiveria (come accadeva in passato) …. sbalorditivamente stavo lì a OSSERVARLI senza farci quasi caso!!! Non riuscivo a restare concentrata su di loro!!!!
Quasi fatico a descriverlo: ero come indifferente verso quel loro fluire di parole e sguardi che erano FUORI!!!!!! Sentivo solo me stessa dentro alla mia finestra sul mondo esterno! Era tutto e solo una sensazione FISICA di stare lì col mio corpo e coi cinque sensi, ma solo così.
Ancora non riesco a crederci … fatico perfino a descriverlo!! E la strana realtà di questo mio distacco era così strabiliante che mentre continuavano io riuscivo a pensare solo a:
“che strano, sento quello che dicono, ma perchè non sento niente?! Perchè provo invece questo strano senso di serafico controllo?! Non mi è mai capitato prima!!! Cosa è questa strana sensazione che sento!? Come me lo spiego… cosa è?! E come mai adesso ci sto perfino riflettendo mentre loro intanto sembrano un qualcosa di diverso dal solito, mentre sono lì davanti A ME fuori controllo?!
Caspita, … non riesco neanche ad ascoltare quello che mi stanno dicendo… ma li sto guardando … sono così fastidiosamente brutti adesso che li guardo …menano quella bocca rugosa!!! Sono come dei disegni brutti e grotteschi come i quadri espressionisti… oggetti d’arte trash! Che strano … loro stanno là a provocarmi e tutto ciò che io riesco ad elaborare è questo strano insieme di pensieri sconnessi e indifferenza … come se la mia mente pensasse per i cavoli suoi!!!! Sono incredula!!!! Perfino nel pensare che sono inguardabili … non provo niente, se non semplice fastidio!!
Poi, è successa una cosa ancora pià strana!! … mentre ero invasa da tutte queste sensazioni/pensieri, provando un forte senso di controllo di me stessa e della situazione, mentre cogitavo imperturbabile e stupita … all’improvviso uno dei due ha detto una frase che proprio ha interrotto la mia indifferenza e mi ha seccata, un po’ come una zanzara che ti si appoggia sul braccio per pungerti o che ti ronza sulla faccia!!!
E qui è successa una cosa stranissima: istintivamente, a quella frase, ho automaticamente avuto l’impulso di focalizzare gli occhi e ho guardato questa persona acida (fra i due capiufficio, questa persona era quella che aveva detto la frase) diretta negli occhi con una espressione che non ho idea di come deve essere apparsa a loro, ma so solo quanto era dentro di me: il senso di distacco da loro, misto a senso di avere una mia forte persona soggettiva, che in qualche modo deve essere filtarata nella mia espressione del viso e degli occhi.
Ebbene … quello che mi ha sorpresa è stata la reazione di quella persona a questa mia espressione (è accaduto tutto in attimi di contatto occhio-occhio): appena ho alzato gli occhi e fatto contatto con i suoi, quella persona si è zittita con occhi sorpresi e straniti tutto in un colpo. In quell’istante ho realizzato la forza della mia soggettività che sentivo, tanto che doveva essere visibile dai miei occhi!
In un semplice contatto d’occhi, la sua sorpresa e l’ammutolimento sono subentrati a trasfigurare quello che fino ad una frazione di secondo prima era stato un occhio pervaso da ridente e guizzante cattiveria divertita.
Era come se in quell’istante quel capoufficio mi avesse letto nel pensiero, cosa provavo esattamente.
Era come se avesse capito che si stava sgolando a vuoto, e in più che mi stavo pure seccando … ma quell’incazzatura non inconsulta e fuori controllo che loro vogliono ottenere, ma anzi, al contrario, quell’incazzatura molto interna e controllata (e assurdamente serafica) di chi sa che ha a che fare con cose che non potranno entrare nella mia testa e nelle mie emozioni (ed è una pretesa strana che vogliano questo da me … non ci avevo mai pensato!).
Quello che mi da ancora maggiore soddisfazione è che quei due esseri mai si sarebbero aspettati che io potessi essere tanto forte e intransigente e dura come il cemento e sigillata… ero io la prima a non crederci a quella calma indifferente che avevo dentro di me, figurati loro!
Ho letto nei loro occhi tutta la loro sorpresa di chi fino ad un secondo prima guardava nei miei occhi per entrare con distruttività fino a farmi piangere di dolore, e che invece di riuscire ad entrare nei miei occhi e renderli dei mari di lacrime molli e ancor più accessibili, si fossero invece scontrati con il massimo impatto nella mia assoluta cementificazione e corazzamento di chi non ha cazzate
da far entrare e lacrime da spargere.
Ma, come dissi all’inizio, non mi illudo di essere diventata forte oltre ogni roseo augurio, magari prima o poi capita il giorno in cui causa ciclo mestruale o causa stress sarò in giornata-vulnerabile … ripeto: quello che ho provato era assolutamente inedito e incredibilmente strano e non ingenerabile con la volontà o con autoconduzionamenti!! Il punto è che io adesso so che ho una diversa “consapevolezza a pelle”… ma so che quella esperienza in me inedita è intimamente legata al tunnel che lui ha aperto dentro di me, e che va in entrambe le direzioni, in entrata e in uscita … lui mi ha lasciato una sensazione molto profonda di quello che è e che sente, ed è un filo così penetrante che è lì da qualche parte in me e che mi si è palesato di fronte all’aggressività altrui!!!
Mi rendo conto che le sensazioni di blocco da fuori verso il dentro di me che ho descritto sono ciò che lui ha lasciato dentro di me!!! In me però sono affiorate solo in una circostanza in cui altri mostravano enorme aggressività nei miei riguardi!!!!
Forse …una persona (che è stata odiata in maniera tanto profonda e viscerale quanto lo sono stata io da lui) può imparare dal proprio ex narciso più di quanto lui non farà mai con nessuno … mi ha lasciato una “conoscenza” senza mediazione, ma su pelle, tramite il suo impatto su di me!!!
Nel suo modo di trattarmi e nel suo capolavoro di irruenza mentale contro la mia sfera emotiva e affettiva, alla lunga lui (inavvertitamente) ha condiviso il nucleo della sua forza che lo rende una persona controllante,… nel senso che, facendo impattare tutta la forza del suo ego su di me, con tutta l’intensità che ha avuto nel farlo, in qualche modo… me lo ha fatto percepire a qualche livello!
In quel momento in cui sono riuscita a sentire un enorme controllo di me stessa … (soprattutto quando, paradossalmente, ho sentito un potere soggettivo enorme nel sentirmi oggetto della malvagità altrui che stranamente non mi rattristava, ma anzi mi dava un senso di strano controllo e potere su di loro … che si affannavano per tentare di provocare il mio dolore!) … in quei momenti … sentivo che mi portavo dentro una “conoscenza a pelle” non mia, un qualcosa che non mi apparteneva, un qualcosa che era suo, ma che io in qualche modo inspiegabile avevo raccolto e trattenuto come se non fosse stato vissuto soltanto come su di me agito, mentre lui lo agiva su di me, ma come se me lo avesse fatto con tanta intensità da avermene lasciato la sensazione di ciò che lui provava. Metaforicamente, del trauma subito, … io non ho sentito solo il peso passivo del colpo sul mio osso, ma anche la forza attiva della sua mano… ed è questo che è stata una risorsa di blocco di calma mio interno, mentre quei due capi si scatenavano.
A volte mi chiedo … come posso arrivare a essere più completa di così nella mia vita, nel bene e nel male?! … Il mio ex mi ha dato quella gamma di chiusura dal mondo esterno che ho potuto sentire (come mia risorsa) per quei minuti circoscritti con i due capiufficio… Che gamma si può oltrepassare dal lato opposto … quello dell’amore in positivo?!
La mia sensazione è che è vero quando dicono che istintivamente il legame che viene a crearsi col tuo esatto opposto è più forte e misterioso e imperscrutabile di quanto sia il legame con chiunque altro … perchè il tuo opposto porta una conoscenza che supera ogni altra cosa … ed è una conoscenza che ti completa, a patto che si superi la fase in cui non ci si limiti a subire la sua forza, ma ce se ne appropria come risorsa per se stessi. Comunque… questa gamma estrema non serve in un amore non narcisistico, ma solo nelle situazioni dove bisogna che scatti il blocco dentro per ripararci dall’aggressività altrui, e quindi è una conoscenza che è utile solo in certe situazioni, e in amore ha senso solo nell’istante dell’apprendimento traumatico, e, in quell’istante, il senso è che tu impari da lui, acquisisci conoscenza che prima ti era inaccessibile (e viceversa) – frazioni di secondo di intenso scambio di conoscenza inarrivabile e inconoscibile altrimenti.
Comunque, non so se mi capiterà ancora di bloccare il mondo esterno, io lo spero, perchè mi sentivo veramente enorme e invulnerabile mentre quei due scatenavano la loro aggressività su di me, e magari funzionasse sempre quella attivazione di me stessa alla massima potenza, spero che la conoscenza che lui mi ha dato venga trattenuta dentro di me, per restare completa di quella capacità che mi aiuta!
Spero che qualcuno possa capire le sensazioni descritte, magari può essere utile anche ad altri, così come lo è stato per me sperimentare quella sensazione nuova! Forse … si può trasformare questa nostra conoscenza traumatica in risorsa per noi stessi… cosa che non avrei mai creduto possibile!
Carissima Pam, risponderò tra poco, ma prima devo dirti che ho cominciato a scrivere in questo blog, grazie a te. Te ne sono profondamente grata! Ho avvertito subito in quei tuoi segni e codici (classici e moderni) di colto impressionismo (no espressionismo), un mistero di te che sentivo e sento buono e anche un senso di fiducia, ilarità e umorismo in alcuni momenti, nel lasciarmi andare con trasporto e leggerezza nelle tue/nostre profondità, certa che mi saresti venuta a riprendere, se mi fossi persa in qualche vicolo cieco ( un eco rimasto del mio ci(eco) amore ). E così è stato e mi hai tirata su. Ciò che scrivi è grandioso. Ti faccio un complimento esagerato (sentito, ma no idealizzato ), perché so che ai nostri utili narcisi interiori piace molto e giustamente devono mangiare anche loro, ma aiutati in questo caso dai monomeri d’amore( che sentono l’amore dall’odore e non si sbagliano mai, captano la gratuità. Nessun gioco di chi aiuta chi. Tutti alla pari… ) a loro vicini, vicini, che elaborano il composto trasformandolo in ATP. Occorre averli questi monomeri però nel DNA che determina il nostro potenziale da scarsissimo a notevole. E’ un po’ come una sorta di previsione sulla capacità che avremo di cambiare in amore e per amore nell’arco di ogni esistenza. Potrebbe anche essere una sigla ATP: Prompt Total attention; Pronta Attenzione Totale e ci vuole energia emozionale per farlo. Bene, mi chiedi se pure a me…La prima relazione (gioia immensa dell’amore materno e filiale; orrore; terrore; suture e ossa rotte). …La seconda ( seduzione, trauma, sviluppo di capacità, svalutazione, equivoco indotto e lasciato aperto, ritorsione indebita e paralizzante, irredentismo e altro ancora che mi tengo per me, come è giusto che sia nel bene ma anche in altro male, molto male). Allora tu mi chiedi se pure io ne sono uscita avvertendo doni speciali di parti dell’altro, tipica quanto insolita impermeabilità al mondo “spigoloso” esterno, la pelle che si forma quasi a tua insaputa e strana, poiché non si è perso il collegamento col proprio mondo interiore….ma provare che in quella precisa situazione niente e nessuno può entrare perché così hai deciso tu e ti senti a posto, ferma, stabile. Niente a che fare con la chiusura, bigottismo religioso e/o blocco emozionale, come qualche narciso tenta di farti credere, accusandoti di questo ogni qualvolta può tornare utile. Perché Pam, non so a te, ma leggendo a ritroso entrambe le relazioni, come mi porta a fere la tua domanda, ricordo di avere provato un istantaneo disagio nel momento che si sono rivolti a me queste persone per la prima volta. Entrambi utilizzarono lo stesso approccio, ma diverso tra loro con altre 2 mie amiche ( si chiama anche pastura ). L’ho saputo solo al termine delle relazioni in entrambi i casi. Si vede che l’eletta dovevo essere io. Non ne faccio una colpa a quelle 2 mie amiche che amo profondamente. Non è facile dare voce a sensazioni poco dimostrabili e a volte molto nascoste. Credo che tantissimi narcisi si rivolgano a quei famosi seminari di seduzione di cui arriva la pubblicità in posta elettronica. Anzi consiglio a tutti qualche lettura sulle tecniche. Ad esempio il Kiro è la tecnica del tocco seducente ed erotizzante, non occorre la presenza, se c’è meglio, ma la si può attivare anche con l’immaginazione del tipo:”…vedo la tua…che…nel..fino al…ecc…ecc..”. La tecnica del Kiro (mi sono documentata in internet) non può essere fino a se stessa, si deve accompagnare con un’altra tecnica di cui non ricordo il nome ( tutta questa mania delle sigle ), però ricordo di cosa si tratta: E’ l’allontanamento della/o xxxxx (altra sigla per indicare il bersaglio maschio/femmina; se bello-a/brutto-a, sfigato-a se per una cosa occasionale o situazione medio/lunga-Tromba) dal gruppo dove la si è individuata. Nelle libere parti che si trovano su internet, viene precisamente detto che se non riesce l’allontanamento, occorre ri-passare al Kiro, al ritocco del bersaglio che deve creare un climax ad hoc verso il centro di gravità permanente direbbe Battiato o di propellente infinito, vengono indicati anche questi 2 alternative. Ci sono anche delle precise frasi di consultazione per il Kiro, anche se il corso si prefigge la figura di seduttore naturale, di colui che riesce a personalizzare la secrezione dei liquidi. Non lo crederete, ma c’è scritto proprio così! Quando avviene l’allontanamento, si può passare all’altra fase. Pamela, io l’ho provato, non il corso, ho fatto solo da bersaglio occasionale e posso dire che funziona alla grande! Ho un po’ divagato, ma tutto questo ha a che fare con la mia risposta, che data la portata della tua domanda, meritava da parte mia la giusta attenzione. Vengo al dunque. Anche a me è capitato quello che è capitato a te, con le precise sensazioni e descrizioni di situazione che hai riportato. Nel mio caso, attraverso la prima relazione ho imparato il vero coraggio che è una delle cose tra l’altro più seduttive da trovare nelle persone, senza bisogno di fare corsi speciali, ma è attributo vitale della propria persona connessa sia all’interno che all’esterno nelle situazioni ( il seduttore di professione non è connesso al suo interno e può accedere solo ai corsi e poi diciamocelo, dovrà pure mangiare anche lui, poverino. Solo che lui fa fuori da solo tutta la tavola trasformando in boli già citati). Il coraggio è la via di mezzo tra la codardia e la temerarietà. Per giungervi ho dovuto integrare la giusta dose di paura. Eccedevo nella temerarietà e forse anche nella paura. Alla prima persona, penso ( anche con mio dispiacere devo dire) di non aver lasciato nulla, è rimasto tale e quale al periodo che ci siamo incontrati, potrei dire, visto che la mia risposta si è avviata così, pochi monomeri d’amore e scarsissima ATP. Attraverso la seconda relazione ( e non dico volutamente “attraverso queste persone”, in quanto se non è avvenuta reciprocità riscontrata nel cambiamento anche dell’altro, significa che sei l’unica ad avere imparato ciò che occorreva a te e quindi il merito è per lo più tuo), ho imparato la cosa più bella del mondo: ho imparato il valore delle mie emozioni che sono al servizio mio e al servizio di altri per mia precisa volontà. E questa volontà ha oggi a che fare con i valori umani, che sento simili ai tuoi, come a quelli di tanti altri. Di gente brava al mondo ce n’è! Di quest’ultimo non so se abbia preso qualcosa da me. Diciamo che mi piace pensarlo e in cuor mio mi auguro di sì per lui, anche se non mi conosce affatto. Lo infastidiva che parlassi e potevo fare solo le cose buone o utili che piacevano a lui. Qualche volta ha dato, ma come lui mi ha ricordato per email dovevo ritenerle ” cose date quando ne aveva in sovrappiù in momementi fortunosi”. A me piaceva fargli le cose buone, mi piaceva e mi piace vedere le persone felici e soddisfatte. Ancora oggi mi piace questo più che mai e come dice Battiato nella canzone dedicata al Dott. Brunelli ad Elisa e a tutti gli altri, questa situazione di legami interrotti( chimici ) e che hanno in me sprigionato tanta ATP, come a te “…mi spinge solo ad essere migliore con più volontà/ Emanciparmi dall’incubo delle passioni/ Cercare l’uno al di sopra del Bene e del Male/ essere un’immagine divina di questa realtà”…la mia. Chi prova sentimenti, sensazioni ed emozioni nella vita e custoditi con cura nell’intimo dialogo personale o con altri di fiducia, ha un grande vantaggio in termini di potere personale. E’ sufficiente questo per allontanare spontaneamente coloro che vivono nell’assenza di energia pulita personale e che hanno come unico scopo quella di approfittarsi dell’ATP degli altri: passione per lo studio, l’arte…., entusiasmo, amore, collera, beatitudine….
Grazie Pam, buona giornata
UN INVITO
Pier Pietro Brunelli sarà relatore alla manifestazione: UN MONDO DI ROSE alla Commenda di Genova con una presentazione intitolata LA ROSA NELL’ANIMA Sabato 12 maggio ore 11.30.
Museoteatro della Commenda di Prè Sala del Giardino Hotel Aquila & Reale Sala dei Cavalieri
Programma completo e informazioni Sabato 5 maggio e Sabato 12 maggio https://www.albedoimagination.com/05/2011/la-rosa-nellanima-il-se/
Cara Pam, già da stamattina leggendo questa tua importante e signifcativa testimonianza e ricordandomi anche di un fatto simile accadutomi parecchi anni, mi sono chiesta e vorrei chiederti: “sei davvero sicura che quanto ti è accaduto, il sentirti cementificata e sigillata da certe persone e di loro “attacchi” che in questo caso, erano gli attacchi dei tuoi capouffici, il tuo sentirti enorme come una gigantessa nei loro confronti che ti apparivano solo come due figure bidimensionali di cartone e trasfigurati nei lineamenti del volto, come la bocca ad es., in una smorfia; figure che parlavano mentre tu non sentvi nulla di quel che dicevano, tanto non te ne importava come se avessero addirittura tolto il sonoro, il tuo essere completamente assorbita dalle tue sensazioni fisiche, le uniche che sembravano esistere come se dal tuo corpo fossi tu fossi così risucchiata in quei momenti senza una apparente attività mentale che non fosse contemplativa di quel tuo stato di totale distacco che ti è sembrato di aver raggiunto e provato, distacco parziale anche dalla tua stessa attività di pensiero su quanto ti stava accadendo e su come gestirlo anzichè contemplarlo e basta, esperito come quasi un “dono”, una possibilità in più – che non hai scelto, considera ma ti si è come imposta dall’nterno e dall’esterno, come se di fatto, in realtà, tu non ne avessi invece proprio nessun controllo, in quel frangente sembrerebbe – come un qualcosa che ti è derivato cioè e che ti è rimasto dal tuo rapporto con un individuo narcisista patologico, rappresenti per te una “Risorsa” e non piuttosto un problema che non sei riuscita ancora a ben mentalizzare, rispetto al quale non sei riuscita a pensare mentre accadeva, in modo produttivo e creativo? Rimanendo invece, entro certi limiti, che definirei per una persona come te, intelligente e sensibile importanti, bloccata? Un pò come se la tua stessa mente fosse stata risucchiata dentro la contemplazione dei fatti e delle senszioni puramente fisiche di distacco, di sigillo ed impenetrabilità che a livello mentale, non hai potuto far atro che subire, in quegli attimi, non essendo frutto di una tua scelta consapevole ma la conspevolezza di essa solo successiva a tale contemplazione di te, in te stessa, , sulle tue sensazioni di estraneità, escludendo il mondo esterno? Tu dici che il capoufficio ti ha guardato negli occhi e vi ha scorto quella stessa potenza che tu sentivi che essi stavano manifestando e che per questo ha cambiato atteggiamento…ma come fai a saperlo se egli non vi ha scorto invece qualcosa di completamente diverso che lo ha spinto a desistere? Pensiamo, se costui ti ha vista “impietrita”, anzichè “forte” – nel senso che tu non eri dentro di lui nè nei suoi pensieri e sensazioni, giusto?- ad es., ciò non lo avrebbe potuto far desistere ugualmente? Hai detto di aver guardato da dentro a fuori come da una finestra, senza provare nulla…a me una cosa del genere mi accadde parecchi anni fa e personalmente mi terrorrizzò su ciò che poteva essermi accaduto, ed infatti era un inizio di fatti ed eventi psicologici/emozionali spiacevoli che avrebbero dovuto essere elaborati. Mi chiedo cosa accadrebbe se queste sensazioni, che nel caso del distacco da certi fatti turbativi della nostra vita, possono essere adguatamente sviluppati solo con un adeguato allenamento in discplinie meditative, yoga e simili affinchè sino controllaate e produttive di benessere, si trasformassero, senza la tua volontà cosciente, ripresentandosi, in automatismi, fino a prendere il “tuo controllo”. Mi permetto di dirti questo perchè sei una persona molto intelilgente e mi piacerebbe che tu riflettessi anche su questi aspetti potenzialmente negativi che possono invece svilupparsi come tali in seguito all’episodio singolare che descrivi dove il tuo corpo, mente ed emozioni sembrano aver seguito binari differenti fino al bisogno di trasformare due persone in due sagome bidimensionali che sono il prototipo, in alcuni importnti studi, del non riconoscimento dell’essere umano e/o del suo tentativo di annullamento ( sia del non essere stati riconosciuti internamante in rapporti primari che in rapporti successivi vissuti come importanti, sia nel proiettare questo mancato riconoscimento sull’altro, per motivi interni – e senz’altro validi – alla persona che lo fa). Mi chiedo se hai pensato che invece di star vivedno una nuova risorsa che ti è stata lasciata tu non stia piuttosto, inconsapevolmente attuando una delle possibili identificazionni proiettive che ti sono state fatte dal tuo ex e che quella data situazione, ha riattivato permettendogli di emergere in un modo un pò mascherato che ti sembra un risorsa; non perchè la capacità di rimanere indifferenti di fronte ad aggressioni ed offese ingiuste non sia un ottimo modo per non sentirsi male e per superarle ma deve nascere da dentro, dopo uno specifico cammino evolutivo che ti consenta di sceglierlo di rimanerci nel comportamento, indipendentemente dai tuoi sentimenti e senza doverti sentire sigillata dal mondo esterno . Al contrario, puoi vivverlo con maggiore amonia anche i casi come questi.Non so se tu conosci il meccanismo della identificazione proiettiva del quale potresti essere rimasta “vittima”, in un modo che certe sue caratteristiche cercano di attualizzarsi dentro di te come se fossero tue con la veste di risorse e di autentiche capacità nuove acquisite e secondo me dovresti cecare di capire questa differenza, possibilmente con l’aiuto di persone esperte perchè l’impatto della stessa non è in genere indolore, come potrà confermarti anche Sisi. E, se lo riterrà opportuno il dottor Brunelli naturalmente. Ho come lasensaione che sia come se tu fossi andata su una” giostra” che sempre ti ha fatto male e provocato effetti collaterali e dolori di divverso tipo e sulla quale hai l’improvvisa sensazione di aver avuto il completo dominio, facendola girare come ti pare a te. La mia sensazione è che tu possa star difendendoti in modo non adeguato (non signifca giusto o sbagliato, vuol dire funzionale al tuo benessere attuale reale e successivo su tempi ad es. medi) a qualcosa che temi fuori e dentro di te, come residuo e che non ne abbia invece, differentemente da come ti appare, completa consapevolezza; infatti, a me sembra anche se mi posso sbagiare, come spero (posto che non c’è nulla di male, intendiamoci ) che tu confonda un’autocontemplazione – più legata ad un malessere e ad un tentativo di fuga dallo stesso, meccanismo che in sè è del tutto umano, leggitimo, dopo la sofferenza che hai provato – con una reale consapevolezza circa il senso un pò più compiuto di ciò che ti è accaduto. O meglio, forse a tua ne una consaevolezza fenomenica esperenziale iniziale che ti sta offrendo la possibilità di capire meglio alcuni processi psicoemotivi e di elaborarli con il tempo, in modo molto più funzionale.
Scuami Pam, a cosa serve sentirsi dei giganti rispetto agli altri quando emotivvaente proviamo una totale “indifferenza?”.
Ciò che hai descritto e vissuto è una esperienza molto complessa psicologicamente e sotto certi aspetti può essere pesante ed incomprensibile o almeno lasciare piuttosto sorpresi soprattutto dopo e fa naturalmente venir desiderio di volerla conprendere meglio, come è avvenuto a te anche per capire se si tratta di qualcosa che è avvenuto anche ad altre/i; come i ripeto, personalmente, qualcosa di simile anni fa, i seguito ad una bruttissima esperienza, ma dopo la stessa appunto, come per te, anch’io l’ho vissuto però a me fin da subito, non sembrò una possibile risorsa ma un’essperienza invece espressiv di una qualche forma di “perdita”, come poi, prima di elaborarla dato che integrandole quasi tutte le esperienze, possono poi essere arricchenti, solo che..non tutte vanno sempre lasciate così come si presentano, soprattutto se si dovesse sperimentare che certi fatti, come il sentirsi cementificati e sigillati e al riparo da qualsiasi sensazione che non sia riferibile solo ad ua immesrione totle nella propria fisicità o meglio nei cinque sensi della stessa, dovessero prendere la piega di automatismi. Controllanti della personalità anzichè consentire un contolo come appare.
Questo almeno è l’angolo di visuae diverso ed alternativo, al limite complementare dal quale mi sembra che la tua esperienza, che hai descritto così bene data la ta capacità ne lfarlo, debba e/o possa essere considerato ed eventualmente elaborato; quanto meno, è uno degli aspetti possibili della stessa che non dovrebbreo venir trascurati, al fie di una sua più piena comprensione.
Un carissimo saluto ed un abbraccio
Elisa
https://www.albedoimagination.com/05/2011/la-rosa-nellanima-il-se/ Ciao, nuova iniziativa per te… e per tutti.
Cara Elisa e Dada, i vostri interventi mi hanno fatto pensare e rileggere con attenzione l’intervento di Pam e vi ringrazio tantissimo! In effetti alcune cose sembrano un po’ in contraddizione tra loro. Pam, tu all’inizio parli di consapevolezza che traduco con il rendersi conto di tutta una situazione emozionale di te e tutto il resto attorno a te. Poi dici che la fregatura è che è un distacco così strano e inspiegabile non puoi comandarlo o farlo accadere e qui si potrebbe pensare ad un meccanismo di risorsa/ difesa da una situazione traumatizzante che ti capita all’improvviso e certamente non potevi prevedere prima di reagire così. Concordo con te, non ci si può pre-programmare a vivere uno stato del genere. Poi senti la presenza fisica e mentale di te stessa e solo di te stessa e mi chiedo se in questa presenza fisica e mentale sono comprese le tue emozioni, che oltre al senso di calmo controllo, dovrebbero comprendere anche quelle negative, se pur contenute, sorte dalla tua percezione intatta della situazione reale e brutale che si sta verificando su di te: 2 di sesso maschile coalizzati contro 1 di sesso femminile, nella stessa stanza. E proseguendo, quando dici Pam che ti sentivi veramente enorme e invulnerabile mentre quei due scatenavano la loro aggressività su di te, anche io ho provato tutto questo nella prima relazione che ho avuto, con un grande senso di onnipotenza estrema, proprio come descrivi. Anche nel mio caso la violenza si è fermata e il mio aggressore mi ha detto che io sarei dovuta SEMPRE ESSERE COSì, calma, dolce e mansueta, oppure l’ho visto sbalordito per il lampo di follia luciferina nello sguardo mio. Nel mio caso ero dissociata e spersonalizzata, l’esperienza era proprio quella, come ha definito Dada, ed era in opera l’identificazione proiettiva su di me, la derealizzazione e la spersonalizzazione attivata su di me, mediante ripetuti attacchi esterni, coi quali venivano proiettati e attivati su di me stati che appartenevano ad altri che se ne vogliono liberare e si fermano solo quando questo lo vedono in te. Capisco bene la domanda di Elisa circa lo stupore dei 2 capi uffici (avevano per caso ottenuto ciò che volevano da te?) e in questo caso non c’è consapevolezza omnicomprensiva di tutti i processi in gioco. Il problema per me è stato rielaborare questa esperienza in modo tale che potesse realmente diventare una risorsa e questo può senz’altro avvenire ed è una grande gioia Pam quando accade, non gioia e stupore grandiosi ed inebrianti, ma pace interiore che puoi andare a cercare ed attivare quando vuoi. E diviene una risorsa quando ti percepisci tutta intera con una precisa volontà di risoluzione pacifica per te e per tutti. Ho avvertito così la necessità di entrare in terapia, poiché nel tempo, anche dopo l’interruzione della relazione, mi accadevano situazioni involontarie anche da sconosciuti che magari inciampando mi facevano cadere in strada o in un locale mentre chiacchieravo. Mi ricordo che una volta un cliente di un Pab, solo per esserci guardati negli occhi si è scagliato come un demonio su di me e prima che mi toccasse gli ho detto guardandolo sempre dritto negli occhi che se lo avesse fatto, sarebbe stato un uomo morto, ero in uno stato pietrificato e di calma mentale assoluta. Tutta la mia attenzione era rivolta in quello stato. La persona si è allontanata, soccorsa dagli amici in evidente stato confusionale. Ho saputo poi dall’avventore che quella persona era nota nella zona per avere avuto dei problemi psichiatrici. L’amica che era con me ha avuto molta paura, più di me che non di lui. Pam, provo verso di te una vicinanza speciale e un affetto e stima che sento crescere sempre più all’interno di me e vorrei chiederti se stai attualmente seguendo un percorso di psicoterapia oppure altro. Sì Pam, se si tratta di questo, era una parte cattiva che mi era stata lasciata “in dono” dalla prima persona, nonostante che io fossi anche sempre la stessa con tanti sentimenti di amore, soprattutto per i più piccoli e i più deboli. Mi ha salvato l’umiltà nel mettermi in discussione e chiedere aiuto a persone competenti. Oggi è un vero dono e in qualche modo posso dire che questa persona sia stata per me un grade maestro, con l’aiuto di chi mi ha accompagnato ad integrare questo grande male, col bene che già avevo di mio e che sento uguale anche in te. Grazie
Ti aspetto
Cara Sisi, grazie pe questa bellissima canzone di F.Battiato, un artista che ho amato fin da quando ero piccola -non senza una certa sorpresa dei “grandi” – per la sua particolare sensibilità verso l’anima umana e le sue infinite sfumature e grazie anche per averla dedicata anche a me in modo speciale e per le tue dolci parole.
Sarebbe bello poterci essere, come dice la canzone, ogni volta che qualcuno ci viene “a cercare” con una domanda, un bisogno o anche solo per stare con noi o di riuscire ad avere, noi, se ne comprendiamo nell’altro la necessità, un nostro spazio mentale da dedicargli con amore pecrchè ne ha appunto bisogno, per potergli magari, grazie d una nostra possibile temoporanea maggiore lucidità, i suoi pensieri gravosi un pò allegeriti; è importante che ciò nasca da dentro, dal proprio cuore, come questa dedica mi sembra nata con amore, dal tuo.
Grazie ed un grande abbraccio da me .
Grazie ed un abbraccio
Ringrazio per le risposte che ho ricevuto, apprezzo davvero la vostra disponibilità.
Elisa, vorrei dire che ho riflettuto su questa esperienza che ho cercato di descrivere (così come ho riflettuto sulla relazione narcisistica col mio ex), però (sì) ci ho riflettutto con i limiti della mia ignoranza in fatto di meccanismi mentali, il che equivale a dire che ho solo potuto provare …a rifletterci ex post. Così mi sono ritrovata a gattonare alla cieca, andando per miei tentativi di comprensione autonomi, in parte con il feed-back con voi che ci siete passati, un pò da sola con i mezzi mentali e culturali che ho a disposizione (posso solo limitarmi alla riflessione, alla introspezione, all’autocritica, e al senso critico anche verso gli altri, al dubbio, al ragionamento, alla descrizione di ciò che provo, delle sensazioni più estreme che ho vissuto, o di esperienze forti vissute, a confrontare con esperienze mie o altrui, presenti o passate).
Però capisco cosa vorresti dire, mi inviti ad essere cauta nel sottovalutare/sopravvalutare/incensare una esperienza nuova (e non indifferente!), e hai assolutamente ragione, non perdo mai di vista questo tipo di rischio; immagino i rischi di entusiasmarsi troppo per una “esperienza nuova” che, come ogni cosa, deve essere giustamente considerata tirando il freno, e sotto varie sfacettature, in modo critico e autocritico, con i “se e ma”, con il dubitativo, con la consapevolezza che (perfino al di là di ogni “evidenza” intuitiva) l’interpretazione “corretta” potrebbe essere parzialmente differente rispetto all’interpretazione che ci convince di più, o (ancora più inquietante) addirittura il contrario della nostra intuizione … sbagliata.
Temo di essere vittima come tutti del bisogno (per noi stessi) di una ricapitolazione finale più o meno risolutiva e “veritiera” (tanto viscerale da manifestarsi anche involontariamente!) di ciò che fu e di ciò che “ci resta da cui imparare” …per poter andare avanti senza portarsi dietro i pesi … perchè è inevitabile che per mettere ordine si smussi un po’ di qua e un po’ di là, e si valorizzi di più qualcosa rispetto a qualcos’altro (anche se lo si fa in modo “equilibrato” e in buona fede e a buon fine).
Conosco bene quella sensazione in cui crediamo di essere arrivati a capire qualcosa, tutto sembra di nuovo calmo e appagante, e poi (e sempre con sommo sconforto)… scopriamo che non era che un gradino, e che non è necessariamente il gradino di un cammino che deve portare a qualcosa di lineare e in crescita e coerente e con un’idea di “progresso”, che abbia una comprensione finale o un senso ultimo e definitivo per noi, per la nostra pace.
Poi personalmente ho un difetto di fabbrica che aggiunge al problema: la smania di capire e di “capire di capire” … cioè di capire oltre il fatto che so che “capire” è soltanto un’illusione, cioè la paura e la certezza che sia solo “un capire che PENSA di aver capito”, e quel che è peggio … in buona fede (e quindi: il proprio stesso autoinganno in buona fede!). Secondo me, più passaggi si riescono a risondare e rimettere in discussione e ancora poi di nuovo (in primis di noi stessi), e più abbiamo qualche speranza di essere ancora in cammino per essere qualcosa di più di ciò che si era prima, senza restare fermi lì, soltanto e semplicemente predeterminati da ciò che si è.
Quanto alle circostanze descritte, e alla possibilità che io abbia dato a loro una sensazione di essere impietrita, … lo escluderei, perchè dentro di me NON mi sentivo per niente impietrita (e anche se sono involontariamente rimasta indifferente verso di loro, non credo di essere stata anche in grado di alienare il mio volto da quella precisa sensazione, visto che nessuno mi ha mai descritta come “una faccia indecifrabile” o distonica, ma semmai il contrario purtroppo:)). In aggiunta, escluderei che si siano fermati per pudore o altri scrupoli, infatti ho riflettuto sul fatto che mai nella mia vita mi è capitato che persone così tanto aggressive (come quei due) si fermassero di fronte alla percezione del disagio o sofferenza mia o altrui (salvo si dubiti anche della cosa a mio parere meno discutibile: io infatti ho pochi dubbi sul fatto che le persone aggressive e negative siano in grado di percepire bene e appieno il disagio e il dolore che provocano. Anzi, ho sempre avuto la sensazione che il dolore che vedono sia per alcuni non tanto semplicemente indifferente ma … perfino piacevole).
Un’altra possibilità che mi si potrebbe dire è che io abbia percepito aggressività che non c’era (per una sorta di effetto soglia di sensibilizzazione fuori scala, come conseguenza del trauma), e che loro non fossero poi così aggressivi, … e anche questo lo escluderei, perchè, nonostante tutto, penso di aver mantenuto la capacità di autocritica e la consapevolezza che è possibile essere portati ad ingigantire. Ma, tenuto conto di ciò, non credo fosse il caso, tanto più che il mio problema non è tanto l’ingigantire, anzi semmai il mio problema è sempre stato il fatto che il mio cervello è automaticamente calibrato (starato!) a sbilanciarsi a pensare che le persone non sono poi così cattive come sembrano – o non sembrano (al di là del dovuto, e oltre ogni evidenza).
Comunque, come hai detto anche tu Elisa, penso che ad un certo punto le persone debbano avere risorse per difendersi dall’aggressività e negatività esterna. Io vivo e lascio vivere, con tranquillità, ma non posso farci niente se altri decidono di essere aggressivi con me a tutti i costi e ad oltranza, … allora 1) o me ne distacco emotivamente o “ambientalmente”, 2) o lo subisco 3) o reagisco.
Non mi vengono in mente altre possibilità, e francamente mi pare che l’unica soluzione davvero ok sia quella del distacco (e magari fosse automatico anche per me, in questi casi di autoprotezione, sempre e comunque! … certo, il problema è poi che questa autoprotezione non scatti anche quando una persona ti porge la mano, come è capitato a chi ci ha ferito …per difendersi dall’amore che potrebbe essere un inganno!).
Cmq… le altre due possibilità non lasciano scampo …subire fa certo male, e reagire è – inutile nel migliore dei casi (i.e. se la reazione è blandamente moderata) – o dannoso nel peggiore dei casi (i.e. se la reazione è istintiva e inconsulta).
Davvero, quanto alla possibilità che esista una reazione ottimale per non venire danneggiati dalla loro aggressività (diversa dal distacco automatico, che però non si può apprendere o replicare a piacimento purtroppo!)… penso davvero che (con persone così aggressive) ci vuole proprio una capacità relazionale enorme, e risorse e inventiva smisurati (nonché riuscire a chiamare a raccolta tutta questa creatività all’istante, in una breve risposta immediata, e alla massima potenzialità creativa, e il tutto nonostante il loro pressing che “distrae”) per riuscire a sottrarsi allo scontro in modo positivo e innocuo per tutti … davvero penso che non basti tutta la capacità dei maestri del brainstorming nel collegare le idee e di chiamare a raccolta le risorse positive per fare questo, e in tempo reale, e in modo pronto ed efficace, compito ingrato per chiunque, anche se stimolante … quindi continuo a pensare che quel senso di distacco sia stato davvero salvifico per me, anche se non ne ho avuto merito, perchè è stato un sentire che mi si è palesato involontariamente!
Quanto al rischio che diventi un automatismo, mi verrebbe da dire (ma è più una battuta per dire che secondo me è un’utopia): MAGARI! … per come conosco me stessa, e per come so che sono sempre anche fin troppo presente a me stessa (come introspezione e conoscenza di me stessa…) … credo che sia a dir poco impossibile che (per me) diventi un automatismo quel livello estremo di distacco … anzi, per come mi conosco, credo di non esagerare nel dire che … è stato già un “MIRACOLO” il fatto stesso che mi sia capitato una volta di sperimentare questa cosa per me prima impossibile. Proprio per questo resto già strabiliata che mi sia capitato! … specie pensando che sono grande, e non pensavo che (con un’esperienza traumatica) mi si potessero “insegnare” ex novo (come se fossi ad uno stadio di sviluppo elementare) meccanismi così profondi non miei e estranei ai miei affetti, con cui non avevo la benchè minima familiarità, da quando sono al mondo … penso la dica lunga su quanto (io) mi fossi legata a lui (in me), e quanto pericolosamente “vicina” fossi stata a lui in qualche parte del mio essere.. hai ragione Elisa a dire che sono stata su una giostra che mi ha fatto male e con dolori di diverso tipo, infatti per quanto tu dica che riesco a descrivere le mie sensazioni, io posso solo dire che non riuscirei a rendere l’idea del caos che mi sentivo dentro, dopo che lui mi ha abbandonata. Ho solo alcune parole: non riuscire a dormire fino al punto di urlare per la disperazione di non riuscire a dormire (perchè volevo riuscire a dormire, ma non riuscivo), bisogno di esaurire l’energia del mio corpo per scaricare il dolore, come gettare e riraccogliere, e gettare senza sosta, fino a restare senza respiro e cadere in ginocchio, correre con un’energia che sentivo che avrei potuto correre senza mai stancarmi, ma stando sempre meglio più forte correvo, fino a sentire che il corpo diventava così leggero e inconsistente (ma non per denutrimento, ma per senso fisico di non energia) che il piangere e l’estenuazione del corpo finalmente si scioglievano senza dolore residuo trattenuto, senso di oppressione, di fine irrimediabile, flash intenso ad ondate soverchianti di frasi shock, ricordi ricorrenti, inaspettati (con senso di perdita aggiuntivo … non solo di lui, ma anche di tutte le persone che lui molto superficialmente mi aveva portata a conoscere e cui mi ero in qualche modo davvero legata, per quel che mi riguarda).
Un altro aspetto, la vita onirica molto ricca di ricordo di lui: sogni angosciosi alternati a sogni incredibilmente delicati in cui gli davo un bacetto e lo abbracciavo felice come se non ci fosse altro di bello nella vita che un semplice abbraccio e …. sogni con strane note ironiche.
Fra tutti, i sogni pieni di ironia sono i più significativi secondo me, perchè da questi ho capito che da qualche parte dentro di me avevo un modo positivo e alternativo inconscio di vivere la sua ambivalenza verso di me. In questi sogni vivevo il suo modo di essere in un modo unico e giocoso (unico, rispetto alla me più consapevole e matura); capivo la sua ambivalenza, ma senza viverla con dolore, ma come se lo vivessi come gioco suo con me, con una accettazione di totale apertura da parte mia, quasi come se non capissi come capisco da sveglia, cioè se una parte di me onirica vivesse quel suo modo di essere in un modo tutto a sé, e vivibile, perchè su un piano di semplicità.
Quanto alla identificazione proiettiva, non so nulla, ho solo una vaga intuizione di cosa sia il proiettare cose proprie sugli altri. Tornando alla mia relazione narcisistica con lui, ricordo che c’è stata una fase in cui sembrava che lui mi avesse in benevolenza, come se fosse sentimentalmente neutrale (né amore né odio) nei miei confronti, come se io fossi una cucciola posta sotto la sua ala protettiva (ma non tipo padre-figlia, quanto piuttosto come se fossi una “pari grado” più giovane), e in quella fase sembrava che volesse insegnarmi delle cose quasi con l’orgoglio del fratello maggiore. Sentivo che era come se si fosse fatto un’idea (ammetto: un’idea abbastanza realistica in un certo senso e entro certi limiti) delle cose che avrei potuto migliorare, e che in qualche modo fosse nella disposizione di educarmi con rara ma in qualche modo sincera “benevolenza”.
Ricordo che voleva insegnarmi a non soffrire il solletico, perchè così imparavo a controllarmi sempre, diceva che basta concentrarsi. Oppure mi diceva che avrei dovuto mandare a fan culo chi mi tratta male (compreso lui, … anche se penso che non avrebbe tollerato che lo prendessi in parola!). Altre volte mi criticava e poi se gli chiedevo se pensava davvero quelle critiche mi diceva “lo dicevano sempre a me”. Altre volte ho avuto sentore che è indeciso fra senso di essere perfetto e senso che vorrebbe essere più corretto (come se per lui in qualche modo sia importante, nonostante sia in netto aut-aut con il già perfetto), infatti all’inizio mi avvertiva (nei momenti buoni, e solo nel breve inizio) dicendomi cose del tipo (non ricordo i termini che usava, ma il senso è quello): “guarda che ci saranno ancora momenti in cui sarò cattivo, devi essere pronta”. Altre volte sembrava che mi ripetesse cose che altri avevano detto a lui, e mi pareva di sentire che mentre le ripeteva a me sembrava soddisfatto di un senso di maturità, nel gesto di ripeterle a me, del tipo “assumiti le tue responsabilità” (ma me lo diceva “fuori contesto”, rispetto al senso dell’intenzone con cui immagino lo dicessero lui; a me lo diceva per cose più frivole come per dirmi che dovevo decidere se volevo uscire con lui o restare a casa).
Comunque, ho divagato anche troppo. Ma spero davvero che tutto il trauma non sia stato solo inutile o dannoso, ma che abbia davvero lasciato una risorsa integrativa in me, come sembra aver pensato anche dada. Ma credo che starà a me per me stessa designare il senso di questa esperienza di distacco, per come riuscirò ad elaborare dentro di me il tutto, spero in modo positivo per me stessa e per gli altri.
Grazie ancora.
Grazie Rosi per il tuo apprezzamento. Mi fa piacere che ti sia piaciuta la canzone. Magari se ti capita di trovarne altre, pure tu, sul narcisismo nelle relazioni, potresti postarla qui nel blog. A me farebbe molto piacere e penso anche agli altri.
Un abbraccio forte!
Ma anche molti uomini vangono presi amorosamente da donne negative… questo è dovuto al fatto ‘psicologico’ che nel profondo abbiamo acquisito un’immagine negativa dell’altro sesso, a causa un vissuto infantile che inconsciamente si porta dentro, e che si fantastica di poter ‘riparare’ nell’attaccamento amoroso… si tratta di un vissuto in versione adulta di un’esperienza ‘non analizzata’ di attaccamento infantile instabile, insicuro e/o turbato… (si veda ad es. il mio articolo https://www.albedoimagination.com/05/2010/influenze-genitoriali-e-amori-malati-un-caso-clinico/).
Sisi, grazie. La mia parte narcisa sta meglio, è rinfocillata da tempo :D
Anche io riesco a seguire bene le cose che esprimi, e lo sviluppo delle tue riflessioni, davvero; quando mi appresto a leggere ciò che scrivi è con interesse, attendendomi con curiosità un punto di vista interessante, un di più, detto con parole tue, su cui riflettere.
Però – e questo è un aspetto che incuriosisce sempre un lettore, ma non in negativo – non sempre scrivi tutto in modo più direttamente evidente, a volte sei un pò ermeneutica, c’è sempre qualche collegamento/concatenazione o frase messa più sottilmente e in modo più misterioso… :)ammetto che stavolta mi sono un po’ persa il filo del discorso sul kiro?! Forse volevi dire che anche tu ti sei sentita molto usata dai tuoi ex narcisi in modo così inaspettato che hai dovuto rendertene conto anche ex post (come è accaduto anche a me), e hai voluto mettere in guardia da situazioni che possono sempre riproporsi ovunque, e non sempre evidenti già da subito.
Grazie anche per la dedica della canzone, anche se mi fa un po’ caoleva con tutti i ricordi di una vita seduti su una panca :D
Mi hai chiesto della mia prima sensazione quando ho incontrato lui, beh … è strano, perchè in realtà lo ho conosciuto per la prima volta … 2 volte. Mi ricordo la “prima-prima” volta che lo vidi quattro anni fa (ne ho anche un vero e proprio ricordo “tangibile”, anche perchè si legava ad un avvenimento importante della mia vita per me), e quando lo rividi due anni dopo stranamente mi ricordavo di lui come se quel primo incontro perso nel tempo non fosse stato, nella coscienza della mia vita, una cosa insignificante, ma anzi …come se non potessi che ricordarmene, per quanto – contestualmente – “insignificante” (i.e. nessun tipo di scambio verbale o di sguardi o altro, se non la presenza in se); è strano che la seconda volta che lo “rividi per la prima volta” mi sia ricordata all’istante del “primo-primo” incontro: forse era dovuto al fatto che già la “prima-prima” volta che lo vidi mi pareva così “familiare”, però avevo colto che era un tipo irruento da presa in giro (questa è stata la mia “prima-prima” sensazione a pelle).
La seconda volta che lo rividi (due anni dopo) è stato un puro caso per me essere lì, lui aveva un contegno suo diverso, sembrava in un momento strano, non si vedeva più quell’irruenza evidente di due anni prima, in quel momento.
Un po’ alla volta ci siamo scambiati delle parole, ma è stato davvero un caso (anche qui: doppiamente un caso) se da lì poi si sono messi in moto gli eventi e si è scritto un capitolo triste per me. Una cosa che mi rimarrà sempre impressa di questo “secondo-primo” incontro erano i suoi occhi, in particolare uno dei due occhi che sembrava leggermente fuori fase con l’altro occhio, e ricordo che questo mi colpì (se chiudo gli occhi posso ancora vedere il suo sguardo nella mia mente), aveva le pupille tanto strette quel giorno; cmq mi lasciai prendere dalla sensazione che mi piaceva parlare con lui, e sentire cosa diceva.
Anche io posso dire che il mio ex non mi conosce realmente, glielo ho anche detto una volta “ma non mi conosci neanche”, perchè tutto d’un tratto me ne ero proprio resa conto, ero stata molto de-umani-zzata e spersonalizzata,… è significativo il fatto stesso che era come se io non avessi un nome per lui, di nessun tipo.
Quanto al “dare” cui accennavi, per quanto mi riguarda ho avuto una risposta simile da parte sua, ma non esattamente in termini di “sovrappiù”, ma la sostanza è la stessa più o meno.
Infatti ogni cosa “buona”/”gentile” che faceva (che ne so … chiedermi cosa preferivo mangiare), e cui io davo un valore affettivo, come rigurado/attenzione anche per me, … come ha giustificato il suo occasionale riguardo?! … ha ridimensionato la carica positiva del suo stesso gesto annullandolo a zero, dicendo qualcosa del tipo (non ricordo i termini esatti, ma il senso è questo): “non sono mica un bruto selvaggio!” :D …il che (detto da lui) è tutto dire! :) … come a dirmi che perfino lui sa che esistono le buone maniere, ma che non significa che lo facesse perchè gli importasse veramente (nel cuore) di avere riguardo di chiedere anche a me, ma solo per educazione distaccata.
Non mi dilungo.
Grazie per la risposta Sisi.
ciao e grazie per il vostro sostegno. I sentimenti che vivo nel presente Dada sono prevalentemente sentimenti di rabbia, una rabbia che ogni giorno cresce di più e che non so come esprimere o contenere. L’immagine di un “bolo di amori trasversali” mi ha fatto sorridere, amaramente, ma è proprio così, è proprio questo il suo comportamento: ingurgitare continuamente senza essere mai sazio e cancellare e buttare in discarica ogni istante che avevamo vissuto credendo che fosse all’interno della dimensione d’amore. Ma continuo a sbagliare io, come dice Dada continuo a vivere nel passato non riuscendo a pensarlo come passato, e rispetto alla provocazione di Sisi e al testo di De Andrè, la canzone dell’amore cieco, do le mie autodistruttive dimostrazioni d’amore. Perchè, come ieri sera, l’ho chiamato, con il tentativo di parlarci con calma, e di chiarire quello che vorrei fosse chiarito, di ripercorrere insieme i momenti felici e di riconsegnargli il valore che meritano, di ricordarli insieme, ma questo lo faceva imbestialire. Gli ho ricordato, ho cercato, tra le sue urla disumane, di parlare e di chiedergli il motivo di questo improvviso ribaltamento, di queste reazioni spropositate a distanza di due giorni dove mi parlava di amore infinito e progetti futuri. E ho cercato anche di dirgli che a dicembre, quando iniziavo ad avvertire sempre più spesso i suoi sbalzi d’umore e a sentirmi destabilizzata e non riuscendo a sostenere le sue continue minacce di abbandono appena si creava un minimo diverbio, per delle stupidaggini, ero io (e avrei fatto bene) che volevo interrompere la relazione perchè non ce la facevo a vivere un rapporto dove quasiasi questione, facilmente risolvibile con un semplice chiarimento, diventava occasione per lui di rottura del rapporto. Non potevo vivere questa continua instabilità, questo passare dalle stelle alle stalle continuo. Ma lui si è presentato da me con fare affettuoso e appassionato, scrivendomi prima un sms : “Ma che dici????”; non ha riaperto la questione e mi ha trattata come se nulla fosse. Io ho cercato di parlargli ma poi ho interpretato questo gesto come riappacificazione spontanea, e pur non avendolo esplicitato pensavo avesse capito che la sua instabilità mi destabilizzava. questo gesto non accompagnato da parole era secondo me un gesto comunque di comprensione e di inizio di presa di coscienza per invertire la rotta. Una settimana di tranquillità, e poi di nuovo il mal di mare! Cmq tutto questo discorso per dire che ieri volevo ricordargli che quando ho cercato di chiudere io non ci sono riuscita, nonostante ne fossi abbastanza convinta, e che ho cmq accolto la sua richiesta di chiarimento, che poi non c’è stato, ma cmq mai mi sarei sognata di essere brutale o respingere la richiesta di chiarimento. Ieri sera non mi faceva parlare anzi più cercavo di riportarlo su un discorso orientato verso la comprensione con toni pacati più si imbestialiva e di nuovo parolacce, insulti minacce (crepa bastarda schifosa maledetta crepa e togliti dal c…una volta per tutte, cancella il mio numero o vengo la e ti rovino, tu non sai se divento cattivo quello che ti posso fare, ti rovino… e altre parolacce di una volgarità che non posso ripetere). Pugnalate, ho ripreso a sanguinare…. Mi attaccava il telefono sputandomi veleno e ira incontenibile e io lo richiamavo supplicandolo di smettere, e peggio…Ho cominciato ad avere le palpitazioni, poi una fitta al petto, ho chiamato la guardia medica, intanto lo chiamavo dicendogli che se parlavamo mi sarei calmata, che il cuore non reggeva più a tanto, ma lo chiamavo! E lui infieriva sadicamente! E questo mi spaventa!! Non sono masochista, vorrei solo che si rendesse conto del male che mi sta facendo e che la smettesse, che ritrovasse dentro di se quelle parti buone che avevano conquistato il mio cuore con la dolcezza, la premura. E’ che non riesco a guardare in faccia la realtà, mi fa paura, non accetto che lui sia veramente così perchè era, è stato troppo diverso quando l’ho conosciuto ed ora alla luce di quello che mi ha fatto e di tutto quello che ho scoperto (bugie, tradimenti prostitute etc) devo ammettere che tutto quel passato fatto di attimi intensi, meravigliosi non era assolutamente reale. Mi sento stordita, traumatizzata, scossa… non sono più io, non mi sento più io. Non so che fare, come allontanare questa specie di ossessione, come colmare questo vuoto. Come gestire la mia rabbia che è così forte ora ma che potrebbe portarmi a richiamarlo, o a mandargli messaggi dove o non risponde o lo fa dicendo che sono io che lo faccio essere così, che ha fatto le sue giuste valutazioni a lasciarmi perchè sono pessima (fino a due mesi fa ero la donna dei suoi sogni) e che è libero di cambiare idea come gli pare. Gli rispondo che non è libero di ferire ed infierire e di giocare con i sentimenti e la vita della gente. Nessuna risposta a questo. Scusate, mi sono dilungata troppo e mi rendo conto che non riesco a mettere in pratica i consigli o a fare una riflessione più attenta sui contenuti dei commenti. Mi sento una specie di morto vivente che vive alla giornata alternando rabbia a speranza, ossessione a sconforto. Non so come agire per contenere, contrastare, allontanare questo pensiero e queste azioni (ad esempio chiamarlo, cercare un chiarimento) che so che mi porteranno a farmi sempre più male, ma ancora con la speranza che tutto possa cambiare. Grazie intanto a tutte e tutti voi, un abbraccio.
Bellissimo, grazie!
Andando a ritroso nelle testimonianze mi sono imbattuta in Francesca, leggendo la tua vita,ho rivisto la mia.Tu sei riuscitaa scrivere situazioni e sentimenti che mi si fermano in gola.Si sopravvive,Francesca purtroppo o per fortuna si sopravvive. La tachicardia,la tiroidite da stress,gli ormoni impazziti,i capillari negli occhi,la perdita di capelli,i digrignamenti notturni,i tremori improvvisi sono passati,l insonnia come vedi un pò meno,ma in compenso ho ritrovato la mia dignità che credimi è tanto. Ti da la forza di uscire per strada senza preoccupare di chi ti sta guardando,perchè temevo anche quello.Ti da la forza di sentirti più leggera e in pace con te stessa.Ho capito che oltre che lottare con mio marito ,lottavo anche contro di me,lottavo per non ribbellarmi a ciò che intuivo,mi aveva fatto credere di essere pazza di gelosia,di essere mitomane,mi stava trascinando in un baratro,ma io sapevo che non era così.Ho seguito il mio istinto,se non ti fidi di te,cosaltro ti rimane.La stima che tu hai di te stessa è la forza primaria che ti permette di non aver paura ad affrontare i dolori e le atrocità che purtroppo la vita a volte riserva.Io soffro come una bestia ma non gli permetterò mai di rovinare la vita mia e dei miei figli,questa è la mia certezza.Non sprecare soldi nel cercare messaggi chiarificatori non te li darà mai,tu gli fai una domanda chiara concisa dove basta rispondere si o no? Lui risponderà tutta un altra cosa che non vuol dire nulla.Ne ho in memoria nel telefonino 348 tante parole ,promesse,tutte balle.L ho cacciato, tanti pianti inrefrenabili,minacce di suicidi e contemporaneamente parlava indegnamente di me ,metteva zizzania tra tutti i parenti mentiva e poi negava tutto , poi mi telefonava e diceva di amarmi , un pazzo inaffidabile. Leggendo e rileggendo tutto quello che ho trovato sui narcisisti,ho capito che non lo devo odiare per quello che mi ha fatto,provo per lui pena,è molto brutto e triste non saper amare,non saper gioire,non hai niente!Mesi fa mi arrovellavo per cercare un perchè alle mie domande,ma non c è un perchè,gli manca qualcosa che collega la testa al cuore,noi non possiamo farci nulla,ma possiamo fare molto per noi stesse. Ho deciso che se bisogna farlo ,si farà.Noi donne sia tanto forti,nel crescere i figli,nell affontare malattie nostre o dei nostri cari ma,poi di fronte all amore diventiamo disarmate e arrendevoli,bhe no,mio marito è una malattia ho sconfitto un cancro non mi metterà paura lui!La mia vita prenderà una strada diversa ,devo essere felice di avere un altra opportunità di vita. Un augurio a tutte ,uno per Francesca e per Rosi che ancora non sono riuscita a risalire la sua storia ma la vorrei risentire presto.
Caro Dada questa tua riflessione è molto profonda e scuote, tuttavia non credo debba portare a ridimensionare qualcosa, a meno che come penso tu voglia a dire nel senso di depotenziarla per soffrire meno,,, certo, ma questo sarà più difficile fino a quando non comprendiamo, senza sminuire, la patologità e la patogenicità effettiva di certe persone veramete serpentiformi nel modo di manipolare, sfruttare e distruggere l’anima di un partner, che ha l’enorme colpa, certo, di essere stato innamorato ciecamente, forse perché aveva a sua volta un qualche disturbo, ferita, debolezza che gli facevano RIDIMENSIONARE le anomalie dell’amato… invito dunque a non perpetuare nei ridimensionamenti, ma a dare una corretta dimensione a certe esperienze devastanti e che possono davvero spezzare l’esistenza.
Ringazio infintamente Sisi e Penelope per la risposta che mi avete dato, perchè mi avete sostenuto e consolato.
Ho 35 anni e vivo in una piccola città: la soluzione di cambiare lavoro purtroppo al momento è molto difficile, ma so che ci devo provare, anche se dovrei spostarmi su un’altra città in quanto ho paura che lui lo venga a sapere.
Pensate come sono messa!
D’altra parte so che se rimango lì, diventa una cosa praticamente impossibile liberami l’anima da lui.
Ho tanta paura, ma ora almeno mi è chiaro chi è lui e questo mi deve dare la forza di fuggire.
Ragazze, me ne ha fatte tante, ma così tante che piano piano ve le racconterò. Sono comunque stata fortunata perchè al di là di tutto mi ha sempre colpito psicologicamente e mai fisicamente, anche se spesso mi rendevo conto che faceva molta fatica a tenersi.
Spero tanto di esservi utile anche io.
Grazie di cuore.
Un abbraccio grande
sì, sto facendo psicoterapia presso un consultorio asl con incontri bisettimanali, ma non vedo grossi risultati, almeno al momento, anche se so che il processo di fuoriuscita è lungo, anche se non so se ce la farò…. purtroppo non sono nelle condizioni economiche di poter pagare uno psicoterapeuta privato.
Brava! I risultati si vedranno… intanto integri con tutto ciò che può far bene alla sua salute e stia vicina a utte le forze buone in lei e intorno a lei… provi a scoprirle più a fondo, ci sono.
Allora entrambi Rosi e Dada dovreste rispondervi pubblicando almeno uno dei due un indirizzo e-mail ove desiderate ricevere comunicazioni private, eventualmente può essere lo stesso indirizzo anonimo che adoperate per partecipare al blog, o un vs indirizzo FB… – eventualmente avrò cura di rimuovre l’indirizzo dopo che ve lo siete scambiato… Un caro saluto.
Una mail non indica il nome è cognome della persona… se ne può aprire una apposta gratis e poi chiuderla per sempre senza problemi… per me non è possibile assumersmi la responsabilità e il tempo di coadiuvare anche le human relation personali in altra maniera se non offrendo uno spazio pubblico copme questo… poi la procedura che invito a seguire è la più sicura e aaffidabile perché è l’unico moda ove si ha certezza di chi sia il mittente (registarto al blog o già partecipante), invece se mi si scrive in privato, in ultima analisi, non potrei avere certezza sull’autenticità del mittente.
dimenticavo. ho 26 anni…vecchia dentro…e fuori!
Cara Penelope, anche se purtroppo so che ciò ti sarà di poca consolazione dato che tu sei ancora così giovanissima e vicina a quella stessa età, ti racconto però che purtroppo capitava anche a me, di provare come sentimento profondissimo ed autenticamente mio per come lo vivevo e di “sentire” quella bruttissima sensazione di “sentirmi” vecchia,…. ben 11 anni prima di te, quando ne avevo cioè 15. ed era talmente vera che mi ricordo benissimo che di ciò ne scrissi, di come a 15 anni mi sentissi già vecchia, su molte pagine di un mio quaderno sul quale allora cercavo di tracciare linee di me, della mia esistenza, di ciò che provavo e che tanto mi addolorava in modo pervasivo a causa allora di certi rapporti all’interno della famiglia, con certi membri della stessa che avevano un alta caratterizzazione patogenica oltre che patologica. anch’io come te ho vissuto purtroppo l’assurda situazione delle botte inesplicabili, degli insulti irripetibili, del “non poter dire” che è una delle cose più orrende che possono capitare in certe situazioni, per paura che tutto sia “rimandato lì, in quelle stesse mani” che ti hanno ridottto con i lividi o con una testa quasi fracassata. e lo fanno, purtroppo. lo so anch’io. tu però, anche se so che ora il vantaggio ti sembrerà minimo rispetto all’entità dei fatti, non sei minorenne, quindi, il consiglio che posso darti è di allontanarti da chi ti fa del male, chiunque esso/essa sia perchè nessuna forma di violenza è accettabile, non lo devi fare. non “dovresti ” – nel senso che gli altri non hanno questo diritto qualsiasi sia il movente che Poi ti portano a giustificazione per ciò -permettere ad alcuno, non solo di fare ma anche di dire cose di te che ti conducano a sentirti vecchia alla tua età, cioè forse priva di un’energia vitale utiizzabile per vivere la tua stessa età come questa merita. di deprimere la tua forza e voglia di vivere e/ o di ravvivarla.
comprendo molto bene la paura, l’incertezza e la titubanza che accompagnano certe situazioni, però prova a pensare che a 26 anni sei almeno un pochino più protetta a livello umano -ad es. perchè potresti avere qualche forma di indipendenza; personalmente, ma non è che un esempio tra i molti possibili, alla tua età specifica ad es. mentre studiavo, facevo la baby-sitter – di come si possa essere a 15 anni ed in grado di trovare delle alternative che siano costruttivamente coerenti e gratificanti, oltre che in primo luogo riparatorie, per la tua Personale persona e personalità nel suo complesso, solo che è anche ancora un’ età in cui gli abbagli potrebbero essere ancora possibili con più facilità. lo sono a tutte le età ed in tutti i campi ma in certe fasi un pò di più vi è proprio, tendenzialmente, una certa impulsività, che per te, di contro a ciò che ti è accaduto potrebbe essere, ad es., solo per darti un’immagine concreta immediata di una eventuale “possibilità”, verso chi potenzialmente potrebbe sembrarti offrire una qualche forma di protettività. invece ti invito, proprio perchè hai questa età, che è sia adulta come capacità di ragionamento soprattutto dopo certe esperienze -che so che ti fanno sentire anche 180 anni più di chi ne altrettanti, come se forse li guardassi un pò a distanza per le possibilità diverse che la vita sembra aver offerto loro -ad utilizzare il tuo buon discernimento ma allo stesso tempo ad offrire anche e soprattutto 8 e non è facile, so anche questo, in molti casi, accade, ci vuole l’allenamento, leggero, costante) a te stessa quelle esperienze di affetto e socialità che pian piano possano rimetterti in contatto con la penepole di 26 anni, forse più giovane ed anche emotivamente fresca che vive dentro di te dove, in un angolo al sicuro è andata a nascondersi, in modo che tu potessi proteggerla e salvaguardarla, processo che forse, in parte, ti ha anche stancata fino a farti sentire vecchia, in una sommatoria di fattori con tutto ciò che di violento, a livello verbale fisico e di umiliazioni , ti sei trovata a subire. chi non si sarebbe nascosto, anche a ed in se stesso, nelle proprie parti più vitali, accorgendosi di correre tali pericoli in solitudine, quella solitudine di particolare tipo, non connessa neppure ad una reale compagnia o mancanza “di”anzi, che anche, fa poi sentre da giovani già vecchi? inoltre, c’è anche il modo in cui tutti questi eventi, li hai vissuti anche in relazione alle prime esperienze, a es. con dei familiari, dei loro sostituti eventuali, degli insegnanti per te importanti, che hanno contribuito a ciò. Forse, per ritrovare la tua parte giovane, dentro e fuori, per prima cosa dovresti rivolgere lo sguardo verso te stessa e le tue parti belle, sicuramente molte e molte e valorizzarle, piano piano, anche quelle criticate ( e purtroppo, dovrai aspettarti, per gli eventi e gli incontri della vita, che critiche anche improprie, te ne verranno ancora ma tu sarai più forte, se già hai superato tutto questo che hai descritto e ciò che sicuramente, non hai descritto e tieni ancora dentro di te) dagli altri che ti hanno picchiata ed insultata e fatta sentire in pericolo; è una sensazione orrenda, purtroppo l’ho conosciuta, seppure con delle diversità e ad età diverse e ad altre persone rispetto a te, ma alcune cose sono molto simili. quale quella di non poter neppure uscire o da casa , in strada, o neppure da una stanza e soprattutto, non poter parlare perchè sarebbe una utopia, una utopia essere ascoltati e, se in caso, creduti, se creduti, capiti….ma si spera sempre che possa capitare. a 15 anni ed in quelli successivi, per ovvi motivi lì e “qui”, non mi era personalmente possibile ma alla tua età, qualcuno, di “affidabile”, che tu lo senta come tale per te e ti dimostri anche di essere tale, perchè ciò è estremamente importante -è “fondamentale” anzi, a livello strettamente personale, perchè le persone realmente “affidabili”, nel senso in cui lo intendeva un grande studioso di psicologia che si chiamava D. Winnicott, sono pochissime nella vita di ognuno – per parlare è possibile trovarlo: ci sono anche centri delle parrocchie, cattoliche, cristiane, sinagoghe, templi, ..donne delle moschee, ecc dei quartieri delle città e dei paesi in cui viviamo e di altri lontani dei nostri dove ci sono persone, spesso che hanno passato problemi simili, che spesso lo fanno. che sanno ascoltare. e Vedere quando guardano l’altro. così anche vi sono sportelli di ascolto, centri dove vi sono donne che ascoltano altre donne (non perchè non ci siano bravissimi uomini capaci di ascoltare ed accogliere, a volte anche più di alcune altre donne e viceversa, sia chiaro; lo dico come possibilità in più a seconda delle tue personali necessità specifiche, un pò per offrire l’idea dell’esistenza di tanti fiori diversi ad una piccola ape che ha bisogno di cercare e trovare il proprio, per prendere con e da esso, il necessaro nettare ) centri aied dove puoi trovare ascolto ed al limite un pò di protezione (oltre naturalmente a bravi psicoterapeuti se ti è possibile o ti diventerà poi possibile “pensare di” consultarli… ), insieme alla possibilità di prendere parte a delle attività giovani che ti rimandino e riflettano, allo stesso tempo e senza “pericoli” il tuo essere e poterti sentire giovane come sei e come meriti e forse tra un pò potrebbe accadere per te, anche di sentirti più giovane della tua stessa età anagrafica.. quando penepole rivedrà com’è giusto la “sua” luce, considerando che le luci dopo il buio non debbono essere forti da abbaiare ma essere piuttosto composte da luminosità delicate, colori tenui e morbidi dalle forme arrotondate, un pò come quelle di una madre buona e dolcemente feconda delle emozioni della gioventù, come la terra che vuole rinnovare, anche con te, le proprie stagioni primaverili e fiorite..
Un carissimo augurio ed un abbraccio
Elisa
Salve, sono nuova qui ma vecchia.
Non posso permettermi l’aiuto di un bravo psicoterapeuta e sono qui a raccontare in breve la mia storia. Primo amore con un narcisista durato 7 anni e ne sono uscita alla grande dopo una sofferenza enorme,ora siamo grandissimi amici e lui vive felice.
Anni dopo mi innamoro come una perfetta imbecille di un pericolosissimo uomo ( per definizione) che per un anno e mezzo mi ha fatto entrare nel suo mondo di favole tramite passioni in comune e tante altre cose,come la passione per la musica che ci ha uniti e poi divisi per differenti modi di applicarla nel nostro modo di produrre arte.
Subito mi volle con sè, io abitavo lontano e cercavo casa nella sua città , la seconda dopo due anni che vivevo li. Io reduce da un brutto passato ho cercato di desistere,convincendolo che un amore sano può nutrirsi anche di distanze ,di sincere promesse e di un valido progetto in comune anche perchè se mi avesse lasciata fare( sono anni che sono indipendente e vivo all’avventura) avrei trovato subito una sistemazione . Lui,invece,piange dopo nemmeno un mese di frequentazione e mi dice subito che mi ama.Alla prima uscita insieme fa una scenata stupida e imbarazzante verso un cameriere che ha scambiato due chiacchiere con noi che eravamo gli unici là dentro! All’istante avevo capito ma non so come è riuscito a fregarmi…
Pianti,esasperazioni ,mi voleva per sè dicendo che era la prima volta che amava davvero qualcuno,come me nessuno lo capiva,nessuno leggeva la sua anima. In parte è vero ,reduce da studi universitari di psicologia ,avevo quasi capito chi avevo di fronte ma non ne ero certa ,così ho fatto la stupidaggine di aprire questo vaso di Pandora senza avere gli strumenti poi di richiudere e sostituire con fantasmi buoni il contenuto di questo suo vaso emozionale.
La faccio breve:
-Convivenza cercata molto da lui,
-genitori che mi usavano per curare il figlio,
-inizio suo di una presunta malattia in cui nessuno vagliava l’ipotesi che fosse psicosomatica e io fui etichettata da suo padre come una “cazzara” e depressa che deprimevo io il figlio,
-torno dai miei ma i genitori ci prendono casa così fui costretta a tornare senza avere quel gruzzoletto da parte per pagare un affitto,cosa per me umiliante, dopo che mi fu impedito di lavorare perchè lui soffriva troppo la mia lontananza,
– mi picchia,prima uno schiaffo,poi due,poi insulti,sputi sul viso mentre mi mi urla che sono una cagna ,una troia( scusate se riporto i termini ma io non dormo la notte) senza motivo,
-mi spezza la schiena ,chiamo i carabinieri che mi chiudono il telefono in faccia, mi porta all’ospedale preoccupandosi di se stesso chiamando i genitori per dire che ero una pazza violenta ,mentre sulla barella ,per la prima volta in vita mia,ci ero finita io! Ancora sulla sedie a rotelle mi urla che sono un’ingrata,che lo devo ringraziare non so di cosa e mi spedisce attraverso i suoi genitori sul primo treno,dopo 3 giorni che non dormivo perchè reclusa in casa sotto minaccia di morte per poi tornare claudicante e sfigurata a casa nonostante i 5 giorni di prognosi!
-torna da me e io ci ricasco ma con consapevolezza e rabbia nel voler cambiare le cose,chiedendo di farsi aiutare,
-mi rimolla e non sto qui a spiegare le classiche dinamiche del quotidiano fatto di attese,sostegno assente dato che avevo appena saputo di una malattia incurabile di mio padre( mi picchiò appena lo seppe,come se temesse la cessazione delle mie attenzioni nei suoi confronti!)
-dopo mesi mi ruba contatto fb ,posta elettronica e io lo denuncio,
-si confessa e giustifica il tutto parlandomi di medicinali che gli dà uno psichiatra che lo ha in cura e che lo hanno portato a fare ciò,( come anche un finto svenimento sotto la doccia,nel periodo della convivenza,in cui io lo lasciai fare e poi ho dovuto recitare la parte di soccorrerlo per non sopportare le critiche poi ma mi criticò lo stesso dicendo che dovevo chiamare l’ambulanza),
-sparisce dopo altri litigi perchè vede che non mi arrendo alla sua persona e ora mostra il suo vero io,facendosi vedere in foto con la sua ex,ubriaco e via dicendo ben sapendo che morirei nel vederlo.
Le dinamiche assurde che ho subito sono piene di dettagli importantissimi ma non voglio ribadire il mio caso così copioso ma voglio porre una semplice domanda:
POTREI IO AVERE LA FORZA NECESSARIA A SUPERARE DA SOLA QUESTO TRAUMA DATO CHE C’è VIOLENZA PSICOLOGICA ENORME E FISICA NON DA MENO?
Io mi rispondo di si, ce la farò anche questa volta riprendendo la musica al punto dove l’avevo lasciata e il mio lavoro appena iniziato che aspetto da una vita anche se sono un mese che non esco di casa ,cosa non da me!
Non parlo con nessuno anche perchè ho altri problemi a cui pensare ,tipo la malattia dei miei. Spero che la mia non sia utopia! vorrei gridarlo almeno qui: AIUTO!
Un caro saluto a Penelope ed un invito a tutti ad aiutarla… MA CERTO PENELOPE CHE CE LA FAI devi frequentare di più ambienti sani dove ti senti a tuo agio e riprendere con la massima fiducia i tuoi progetti di vita e di lavoro, alla tua età capitano relazioni pazzesche e allucinanti, ma devono servire per crescere e fare esperienza… l’importante è che non timetti nei pasticci quando capisci he il rischio c’è , ed è grosso, cioè devi evitare tutto ciò che efettivamente appare pericoloso e incontrollabile, capito? Allora benvnuta!
Grazie per la pronta risposta caro dottore!
Ha ragione quando dice che devo frequentare ambienti sani perchè quando stavo in suddetti ambienti,ebbi la mia prima e ultima storia d’amore sana,tanto da farlo conoscere ai miei ed anche se poi ci lasciammo,conservo un buon ricordo e non ho mai provato rabbia nei suoi confronti. Questo è stato un punto illuminante perchè lo uso come pensiero positivo ogni qualvolta credo di essere io quella sbagliata! Purtroppo ,per ora,tornando in paese e a causa di quell’essere nn ho più vita sociale o perlomeno stimolante.Mi conosco,starei già meglio in condizioni favorevoli,è dall’infanzia che subisco violenza di ogni genere e attiro persone strane,persino pedofili che per fortuna ,con intelligenza,all’epoca feci allontanare.
Ora ,devo iniziare il lavoro della mia vita ma la sfortuna vuole che il mio coetaneo collega che mi ha offerto il lavoro, mi corteggia in una maniera che mi impaurisce,dopo 3 volte che mi ha vista! Dice frasi e ha atteggiamenti che conosco già, con eccessiva emotività e attaccamento non normali tra persone che comunque non si conoscono bene. E’ da pochi giorni che non sento il mio ex ,quindi sto in fase di paranoia ancora e non ho la forza di sopportare questa persona che dice di impazzire per me ma che mi fa paura! Allora le chiedo: SONO SFORTUNATA O FACCIO E DICO QUALCOSA CHE NON VA?
Non sono nemmeno in condizioni di essere piacevole e leggera,cerco di risultare riluttante apposta così evito rogne ma mi sa che ottengo l’effetto contrario.
Ho paura di essere condannata a questo triste destino e mi chiedo se i tanti guai e le avventure di vita vissute che mi hanno fortificata ,su una base di personalità dapprima ansiosa e tendente alla depressione sin dall’infanzia,rimandino un’immagine di me di donna forte da attirare uomini che vogliono farsi accudire da me. Trasmetto forse una “me” falsata? Mi ferisce ,infatti,se un uomo nn percepisce le mie fragilità di donna ma altrettanto se non avverto la stima e la fiducia in me come donna che sa quel che vuole. Insegnatemi come ottenere rispetto senza modificare la mia persona e senza sensi di colpa,forse è questo il problema!
Ringrazio tutti i presenti! Dopo aver vomitato il tutto avrò pazienza di dire la mia sugli altri commenti letti tutti d’un fiato che mi feriscono da morire. UN abbraccio a tutte le donne..
Più si crede che slo le donne siano vittime principali dei traumi sentimental causati dalla mostruosità dei maschi e piu’ è peggio per le donne che cadono nel vittimismo androfobico e misandrico… Non bisogna confondere una cultura che è effettivamente msogina e scantaggiosa per la donna, con le malvagità nei rapporti sentimntali, della quale alcune donne sono perfide maestre… certo che poi gli uomini hanno difetti tipici maschili e le donne tipici difetti fmmnili, ma siamostati fatti così apposta per compensarci e per crescere… poi tra uomini e donne elle relazioni sentimentali state pur certi tutti/e he i bravi e i cattivi, o i matti e mezzi matti, sono distribuiti equamente… ciò sia di consolazioni a quanti, donne o uomni, dsiderano un partner più adatto e compatibile a loro, e quindi anche gli uomni la smettano di pensare male delle donne in generale… troviamo l’amore dentro di noi,creiamo il posto, la forma buona entro di voi…affinché l’altro/a possa riconoscersi in voi… e voi nell’altro/a… non esistono i santi tra i mortali, ma i buoni diavoli di sicuro sì… ma se dentro di voi covate un’idea dellaltro sesso in generale negativa, come fate a trovare poi una persona (anche un buon diavolo) più compatibile con voi… di solto in questi casi si finisce con l’accettare una persona negativa con l’idea che in fondo, tanto sono tutti uguali… e che magari grazie a alla propria accudente accettazione l’altro si trasformerà in un angiolotto… e così si resta ancora una volta fregati.
Cara Penolope e care amiche… il suo commento finisce “UN ABBRACCIO A TUTTE LE DONNE”… capisco che lei non si rende conto, ma come ho già detto finché non ci rende conto che la questione non si risolve considerando i maschi o le femmine come cattivi o bravi in generale, non solo non se ne viene fuori, ma si continuerà a danneggiare se stessi/e e gli altri/e … inoltre ricordo che questo gruppo di auto-aiuto on line non è per sole donne ferite, ma mira proprio ad elaborare comprensione tra tutte le persone che hanno sofferto in modo non normale, cioè a causa di effettive disfunzioni patologiche e patogene del partner e di cui non ci si accorgeva per un invasamento amoroso che – bisogna ammetterlo – aveva qualcosa di patologico anche nella vittima, la quale data anche la sua responsabilità conscia ed inconscia poi tanto vittima non è, in quanto ha colluso con il suo ( o la sua ) tormentatore/tormentatrice… quindi un ABBRACCIO A TUTTE LE DONNE E A TUTTI GLI UOMINI (di buon cuore e di buona volontà).
ciao Penelope, la tua storia mi ha molto colpita. mi sono iscritta oggi ed è la prima volta che visito il blog, dopo mesi di chiusura per una relazione agghiacciante durata 6 anni. volevo sapere se stai meglio e dire forte che possiamo farcela. a presto alessandra
Temo di aver finalmente capito leggendo cosa mi è successo.
Amante di un uomo sposato, il mio capo; 4 anni di relazione.
All’inizio ho sottovalutato tutto: viaggi, divertimenti, passione, amore.
Poi nel momento in cui ho capito che non potevo continuare così sono incominciati i problemi. Mi ha annullata, mi ha torturata psicologicamente, non mi ha permesso di staccarmi da lui. O forse sono io che non gliel’ho permesso. Sono rimasta totalmente sola, perchè lui non voleva frequentassi nessuno, neanche amiche, e io pian piano l’ho accontentato.
Non capisco come possa essermi ridotta così. E il grave è che ora sono ancorata alla speranza che torni da me, quando in fondo so che io non vorrei un uomo così, che sa amare profondamente, ma sa essere cattivo e pieno di astio nei miei confronti.
Cosa posso fare?
Come gestire una cosa del genere considerando che ogni giorno lo vedo e se provo a dirmi da oggi non ne voglio più sapere lui riesce a farmi sentire in colpa e a demolirmi su tutti i fronti? E tutte le volte che provo a parlarci sono io che sbaglio?
Sono malata io?
Grazie per la comprensione.
Sono disperata
Come urlavo io a quel mostro: SEI LA SUA PEGGIOR CREAZIONE! Cioè…ora pensi e fai come lui ha voluto per te ,per lui cioè.Idealizza la sua donna,si fa amare e si fa dire e fare ciò che desidera ,perchè il suo ideale lo reputa il migliore e crede di meritarsi il meglio,quindi non ama nessuno perchè ognuno è unico ,è impensabile trovare una copia di se stessi,una persona affine certo ma mai uguale.Questa è l’utopia di un narcisista: trovare la copia,il riflesso di se stesso ma se in un primo momento esalta la cosa,subito dopo,perchè lui stesso si odia,svaluta il tutto perchè è un eterno insoddisfatto.Cerca di riparare una ferita che non può sanare usando un’altra persona come toppa!
TU che SEI CAPACE DI AMARE ,DISINTERESSATAMENTE,SEI DISPOSTA A CURARE LE SUE FERITE TRASCURANDO LE TUE ,PERCHè IL SUO AMORE DOVREBBE ALLEGGERIRE QUESTO SACRIFICIO D’AMORE,QUINDI TU SEI Lì CHE DAI DAI DAI DAI DAI MA NON ARRIVERà MAI IL SUO AMORE MAAIIII!! In persone capaci di amare non entra questo meccanismo ANTI -UMANO e quindi è un lutto in cui piangi solo tu ma consideralo come un vero e proprio lutto tanto non ci sarà nessun miracolo a far risvegliare questo “morto” e così,non nutri speranze ed elabori più velocemente! Staccaati ,vai via o meglio ancora rifatti una solida vita TUA all’esterno che sarà lui a nn sopportare di aver fallito come carnefice!
Fra, sinceramente non riuscirei a gestire una cosa così…Cercherei di guardarmi attorno per trovare un nuovo lavoro. Non sò quanti anni hai e nemmeno cosa offra la zona in cui abiti, ma per me un’alternativa esiste sempre. Prova a parlarne in giro, creati un passa parola e magari comuncia a vedere in altre cose possibili, un cambiamento lavorativo necessario, così come potrebbe indicarti questa tua situazione così intollerabile. Iniziando col recuperare uno spazio che deve essere tutto tuo ( e forse accettare le lusinghe manipolatorie del tuo “capo” all’inizio, ti ha fatto umanamente dimenticare un principio che è una grande tutela soprattutto per le donne, ma anche per gli uomini. Va bene è successo a te, come a molti altri e si può e si deve andare avanti), potresti forse meglio considerare anche la tua storia/vita privata successivamente. La situazione che tu descrivi di lavoro/privato insieme rischia di farti rimanere senza entrambi, prima o poi. Ma il prima, dal punto di vista delle tue energie e del tuo senso di dignità, che oggi è ancora presente in te, è sicuramente meglio del dopo. Come potresti pensare di recuperare una doppia situazione, come tu descrivi, dove l’altro ti tiene stretta in 2 pugni? Il tuo racconto mi fa venire in mente quello che è successo ad un mio amico (maschio), tecnico informatico che temeva di non trovare più lavoro, poichè la sua “capo” subdolamente, dopo averlo provato su un altro piano, lo diffamava sul quello professionale, tanto che il mio amico pensava ormai che la sua reputazione fosse quella per tutti. Fortunatamente per lui, non ha aspettato fino all’ultimo di rimanere disoccupato.
Auguro anche a te Fra di recuperare tutte le tue forze che ti sono rimaste a favore di un bene (il lavoro) che in questo momento, pur difficilissimo e dolorosissimo, dovrebbe avere la priorità assoluta!
Un abbraccio
Mentre attendo la risposta del dott. Brunelli con ansia rispetto a un commento di ieri provo a cercare di trovare una via d’uscita. L’angoscia, tra paura e dolore, non si attenua: La ricerca di un perchè, di una spiegazione alla crudeltà che ho ricevuto proprio quando ero più amorevole e comprensiva (cosa che lui richiedeva sempre, parlando di un amore ideale che stava vivendo esclusivamente con me) mi porta a cercare di chiedere spiegazioni, a cercare di capire, ma dopo le ultime telefonate in cui le sue risposte consistevano nell’ augurarmi la morte e offendermi con ingiurie e minacce insostenibili per il mio cuore (che comincia a battere all’impazzata, atterrito, e poi lunghe notti insonni) ora ho paura a farlo di nuovo, ma al tempo stesso voglio avere quelle risposte, voglio una spiegazione, voglio capire come può tanto amore espresso, promesso, vissuto essere repentinamente trasformato in odio malefico e distruttivo. Ho dato tanto in questo rapporto, ho amato con tutta me stessa, con le mie fragilità, i miei limiti, ma con tutta me stessa, con la fiducia e la gioia nel cuore, decidendo anche di perdonare, di passare sopra cambiamenti, sbalzi d’umore, tradimenti, offese. Ero nell’ottica del costruire e ricostruire insieme attraverso il dialogo e la comprensione nonostante le tante mancanze, seppure pesantissime da accettare per la mia persona, pur di non vedere la sua furia distruttiva. Pensavo che l’amore potesse curare e far superare ogni cosa. Ho amato troppo. E ora mi sento in trappola, tra la consapevolezza di essere stata ingannata, tradita, manipolata, illusa, ferita senza pietà e il desiderio di ritrovare quella dimesione d’amore alla quale avevo creduto, che mai potevo immaginare essere il frutto di una finzione. Mi sento intrappolata tra la ragione e il cuore, e questo mi spaventa, così come mi spaventa la disumanità che ha rivelato la persona che amavo maltrattandomi senza pietà vedendomi ferita e fragile, facendomi sentire realmente ciò che ero per lui… un oggetto senza anima, senza cuore, da poter usare e gettare via a suo piacimento, calpestare, distruggere. Sono in trappola tra queste sensazione opposte, tra ragione e sentimento, tra illusione e realtà e ho paura di farmi ancora più male essendo incapace di accettare la realtà e di chiamarlo con il rischio di subire altri insulti, di sentirlo parlare di come gode con la donna con cui sta ora, sadicamente. E forte è anche la voglia di vendetta, di riscatto. E’ un turbine, una voragine che mi sta risucchiando non so dove. La mia dimensione umana è stata calpestata, non riconosciuta, massacrata per quella che oggi sono costretta a chiamare la mia ingenuità, mentre pensavo fosse fiducia e ben riposta. Cerco di reagire, di non mollare il lavoro, ma è tutto estremamente difficile perchè il pensiero torna sempre a lui, a quelle parole di odio distruttivo contrapposto a parole d’amore, senza una ragione, un motivo, a seguito di momenti di intensa affettività, di accudimento da parte mia dopo un periodo in cui è stato male. A seguito della dimostrazione tangibile del fatto che lo amavo. Sì, la paura che ci lega è anche quella, come diceva il dott. Brunelli, che possa amare altre donne e non me. Le colpe sono state attribuite tutte a me, pur non sapendo dirmi cosa avessi fatto: ero colpevole di tutto. L’ultima colpa che mi ha attribuito dopo avermi insultata e denigrata era perchè soffrivo: ma come, diceva di amare e proteggere la mia sensibilità?!?….Non so che dire, forse ho già detto troppo, e ho paura di non riuscire a resistere alla tentazione di chiamarlo per avere delle spiegazioni con la conseguenza che mi farà e mi farò altro male. Ma come uscirne, come accettare, come far passare questo tempo di angoscia insostenibile che attende una risposta, come consolare il mio animo che sento martoriato e vilmente offeso?
Però non capisco una cosa… come mai non le viene la tentazione di rivolgersi ad un bravo psicologo, almeno per un primo consulto di chiarimento?
Allora Francesca, io la capisco veramente tanto così come anche altri patcipanti al blog, non si deve avvilire e non deve isperarsi, lei è in una condizione di trauma sentimentale acuto ed ha bisognodi sostegno, lo cerchi in tutti i modi, purché sani, e deve avere sempre fiducia e coscienza che c la farà di SICURO, comprende proprio di sicuro, e he da questa storia ne uscira trasformata per rinascere, ed è un parto che fa male, ma lo deve fare e lo farà.
Mi fa piacere che si faccia amicizia. Allora vi regalo questa mia CANZONE – video dal titolo “COSA MI DI CI MAI” https://www.youtube.com/watch?v=SfUhsneEutI
Quant’è meravigliosamente bella, grazie di questo regalo…
Doctor Faust…
pensaci tu!
Scrivo in un momento di grande sconforto…
Non so più chi sono.
Forse ho sbagliato tutto.
Forse non avrei mai dovuto reagire.
Forse avrei dovuto continuare ad accettare e a subire, perché in fondo LUI POTEVA AMARMI SOLO IN QUEL MODO.
Era freddo, a volte sprezzante, mancava di empatia, per strada camminava un metro davanti a me. Ma altre volte era tenero, affettuoso, presente.
Se davvero lo avessi amato non avrei amato anche le sue incapacità?
Mi sento a pezzi e in colpa per non aver lottato abbastanza.
FORZA!Prova a partecipare al blog, potrebbe aiutare a ritrovarti.
Cara S. ma tu, meritavi forse Solo quello? Quali costanti capacità d’amore mostrava, facendotele sentire come autenticamente rivolte a te, che riguardavano unicamente per te, per come tu sei, nel rispetto del Tuo personle modo di amare, alle quali a volte, in certi momenti, motivati magari da stanchezza da un temporaneo litigio – in cui a litagare eravate in due, per motivi a cui entrambe tenevate e la pensavate diversamente , per giungere infine ad una mediazione e pacificazione- o da un momento solo di sua personale tristezza perchè assorto in un ricordo doloroso, ad es. , nei Tuoi confronti?? Dici che non avresti dovuto reagire forse, perchè lui sapeva amare solo in quel modo; e allora? Sarebbe stato giusto sacrificare lo spazio vitale che c’è dentro di te, la tua energia facendola implodere dolorosamnte al tuo interno fino a scoppiare o deprimerti in modo grave in una sorta di “non vita” amorosa ed esistenziale personale, dato che le tue emozioni ed i tuoi sentimenti, sarebbero rimasti dentro di te per subire una persona che “sa” amare solo in quel modo? La persona tenera, come quella di una parte che a volte è emersa in lui, può ad es. essere stanca e non aver voglia o la forza di farti delle tenereze ma non per questo ha bisogno di ignorarti o maltrattarti, magari te lo dice con un tono di voce da cui la sua tenerezza trapela ugualmente e che anche a te ispira tenerezza per la sua grande stanchezza per la quale si dispiace ad es. e non può farti, come vorrebbe e tu vorresti, una carezza, darti un bacio, un tè, prepararti un panino ma non se ne va all’improvviso, lasciandoti sola e spiazzata a camminare un metro davanti a te come se tu non fossi nessuno, ignorantodi. Perchè tu, non sei nessuno – tu sei TU – se non per lui che allora, probabilmente, non ti apprezza pienamente per come e per cosa tu sei. Forse le sue difficoltà non glielo permettono, ma sono le sue, non le tue. Forse tu avresti potuto, anche se queste persone accettano con estrema difficoltà a meno qualce incombenza della vita non li porti verso una strada di un dolore insopportabile anche per loro, per il loro ideale di sè, quindi come tale che necessita di essere affrontato, stimolarlo a farsi aiutare da persone esperte. Ma in linea di massima, non ci saresti riuscita, così come nessun altro di noi, che qui scriviamo e non perchè sei tu o perchè hai qualche colpa. Non puoi, per te stessa ed anche per lui, per quanto ciò possa sembrarti assurdo, un pò paradossale, “immolarti” al suo unico modo di amare e sentirti in colpa se non lo fai; in colpa di cosa? di non aver continuato a subire? Qui, posso raccontarti un breve trascorso personale; il tuo subire, non basterebbe mai, la posta verrebbe alzata continuamente e l’unica a rimetterci, con un ulteriore ed assurdo aumento del senso di colpa e di “insufficienza” personale, saresti tu, soffrendo moltissimo per cose che non lo meritano e per persone che si abituerebbero talmente al tuo subire che non si renderebbero conto che tu lo stai facendo, mentre ti chiederebbero ciò serve loro, in questo caso, forse a lui, in modo esponenziale, succhiatondi da dentro. E mentre tu potresti rischiare di “sparire” dentro te stessa, comme rannicchiata al tuo interno per difenderti, per curare e tenere in vita dentro di te, quella parte che sa amare così tanto da arrivare a pensare di sarificarsi per un altro che non sa amare in modo oblativo ma solo a certe condizioni Così, oltre a tante difficoltà ed al dolore, potresti poi sentirti in colpa anche verso te stessa e verso chi realmente, senza pori invece in condizioni patologizzanti, vorrebbe amarti e desiderebbe il tuo sincero amore, perchè l’entrare in quei processi, potrebbe arrivare a toglierti in parte quella fiducia nel tuo stesso amore che invece, tamite il senso di colpa, per quanto assurdo, che provi adesso, dimostri di avere, così come dal tono delle tue parole.
Non sentirti in colpa perchè non hai continuato a subire se dover te subire i suoi viraggi d’umore e di comportamento, con tutto ciò che questo manifesta e che ne consegue, era l’unico modo in cui lui era capace di amare. C’è una grande contraddizione in questo, spero tu lo comprenda. Si può subire, per amore vero da parte di chi è capace di amore vero con noi, una piccola incomprensione, un momento di muso, anche al limite una brutta parola quando poi, ci si chiarisce e si ridiventa in due ad essere uguali nel rapporto e non una/uno che impone il suo “essere” per amare e l’altro che lo subisce; non c’è reciprocità in questo ma uno che usa l’altro e l’altro permettimi, non ha alcun motivo, te lo dico a livello razionale perchè so che a livello emotuvo profondo, è molto pù complesso pe te in questo momento, di sentirsi e/o di cedersi in colpa, non lo è.
Un caro saluto
Elisa
Grazie S. ed Elisa, per il vostro scambio di parti che sento entrambe dentro di me e la parte che sostieni in me Elisa, mi serve più che mai.
Grazie Elisa per le tue parole.
Sento due forze dentro di me, come una specie di lotta.
E’ devastante oramai.
C’è l’istinto di morte da una parta e la pulsione alla vita dall’altra.
Morte sarebbe continuare ad inseguire un fantasma, ripetere le stesse azioni sperando che il risultato cambi, sperare in un suo miglioramento.
Vita sarebbe rinunciare, fermarmi, rispettarmi, curarmi, amarmi.
E’ dura accettare quello che mi è successo.
Sono entrata in psicoterapia un anno e mezzo fa perché il “modo di essere di mio marito”, il suo considerarmi invisibile nei miei bisogni ma necessaria per soddisfare i suoi propri bisogni, le sue continue manipolazioni, il suo sadismo, le sue ossessioni mi avevano portata a sviluppare attacchi di panico, problemi gastrici, una malattia autoimmune e, in ultimo, un cancro.
Proprio la malattia fisica mi ha costretta a guardarmi dentro e attorno e a interpretare i dolori del corpo come un “avviso”, un segnale forte di qualcosa che non funzionava.
La psicoterapeuta mi ha spronata a non soffocare più la rabbia a non soffocare tutto all’interno. Ho iniziato, a poco a poco, a non accettare più gli abusi psicologici ai quali ero oramai abituata. Ho iniziato a tirar fuori la rabbia e gli attacchi di panico sono svaniti e il mio corpo ha iniziato a rifiorire.
Ma oramai avevo rotto lo specchio e mio marito non poteva più ammirarsi in tutta la sua “perfezione”. Proprio mentre stavo guarendo, lui mi ha lasciata e ha chiesto la separazione.
Ha detto “non ti amo più e non piangere che mi infastidisci” e poi “rifatti una vita, non pensarci, divertititi” e poi altre cose inenarrabili.
Ho due bambini piccoli e sto cercando di essere forte, ma dentro mi sento svuotata, derubata, svilita e nei momenti di sconforto mi capita di pensare che è tutta colpa mia e che avrei potuto fare di più. Ma il mio corpo mi dice che non è così!!!!
Mi sono sottomessa a lui, ho implorato il suo amore, ho raccolto le sue briciole solo perché la vita mi ha abituata a questo, ho sempre dovuto implorare l’amore di mia madre, cercare di fare il possibile per piacerle salvo poi scoprire che non avrebbe mai potuto amarmi e decidere così di fare scomparire il mio corpo con l’anoressia. Voglio cambiare il corso delle cose, voglio credere che, non lì fuori, per strada o in qualche locale, ma proprio dentro di me c’è qualcuno che mi ama e che mi abbraccia e che sono io stessa.
Cara S. credo che quello di reimparare ad amare se stessi, sia un primo passaggio fondamentale verso un processo di guarigione da situazioni affettive traumatiche (infatti, nelle risposte del dottore viene più volte, in modi diverso sottolineato anche questo aspetto) anche perchè spesso è stata una già preesistente carenza in tal senso, a spingerci verso persone sbagliate e patologiche/patogene, inconsciamente. Affinchè ciò non riaccada, passaggio importante è quello di iniziare ad amare sè stessi, in modo tale da poter sentirsi aprire al proprio interno, anche un autentico spazio per un altro/un’altra da incontrare e con il quale stabilire rapporti diversi e sani anche se ciò, non vuol dire senza problemi ma parliamo di problemi che divengono condivisibili, sottoponibili ad una mediazione e, in genere, risolvibili. Il fatto che tu dica che vorresti trovare dentro di te la persona che ti ama, in te stessa prima che fuori, mi fa pensare che forse, tu sia verso un progresso introspettivo che da una comprensione della tua personale e caratteristica interiorità, del tuo amore per te e dei tuoi limiti ed esigenze, potrai ri-partire ancora, in modo rinnovato, verso l’altro e verso il mondo, più capace di dare e quindi di sentire chi realmente piò dare anche a te, in uno scambio affettivo, sia esso uomo o donna, partner o amico/a, collega, ecc., qualcosa di valido, autentico a te.
Un abbraccio
Elisa
Giusto!….
approfitto per dare un esempio di cosa cercano molte persone attraverso Internet e poi incontrano IL BLOG DELLA NUOVA ALBA
OGGI
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Ascolta le parole di Elisa S.! Tempo fa sentivo ciò che dici tu… Oggi mi riconosco in ciò che dice Elisa.. quanto alla mancanza di empatia, se glielo facevo notare, sembrava che per lui fosse una cosa tutta nuova, un’idea strana, roba mai provata..!
Pazienta ma fidati della tua reazione..
Si Francesca non sei sola!!!! è lui che è malato!! io ho avuto una storia molto simile alla tua, uscivo da una convivenza di sette anni e mezzo, felice ma conclusasi in malo modo, dato che il mio compagno mi ha lasciato per una donna molto più giovane in quattro e quattr’otto e stavo ancora leccandomi le ferite, quando dopo cinque mesi, ad una cena ho conosciuto quest’uomo molto più grande di me, elegante, brillante estremamente ricco che si è presentato come il mio salvatore, ha deciso che io dovesse essere la sua fidanzata ufficiale e dopo poche settimane mi ha presentato a suo figlio, sua sorella e al mondo intero come il suo nuovo grande amore.
Io ero un pò spaventata da tutta questa fretta ma ero troppo debole e bisognosa d’amore dopo la fine della mia precedente relazione, lui ha una personalità molto forte(è un grande imprenditore) e i suoi argomenti erano irresistibili( case al mare, al lago, macchine sportive ecc)
inoltre ovviamente, era tutto concentrato sulla seduzione per cui risultava estremamente affascinante, mi faceva lunghe telefonate, mi faceva tanti complimenti e mi diceva cose bellissime, ero invidiatissima da tutte le mie amiche.
Mi sono innamorata, lui si è insidiato facilmente in un grande vuoto che avevo nel cuore, ero abituata ad avere un uomo che min acccudisse e badasse a me e lui mi ha detto che io ero stata molto fortunata.
lui sembrava la soluzione a tutti i miei problemi.
Ogni tanto però dava dei segnali inquietanti, magari mi diceva qualcosa di strano tipo” se passi dal bar dove prendo L’aperitivo non salutarmi mi rovini la piazza” oppure mi mandava sms strani, la sera tipo ” dormi o Trombi?” ed io non capivo mi chiedevo ma come se sono la sua fidanzata, non ” trombo” con nessun’altro.. ma lui diceva che scherzava che io non avevo capito… era come se ogni tanto il suo vero ” io” ancora mascherato cominciasse a venire fuori.Pensavo che alla sua età avesse paura dell’amore.
Avevo notato alcune cose: non riusciva a stare solo, mai, la sua vita sociale era intensissima e nonostante la sua età( 61 anni) la sua vita era superfrenetica,
Ha cominciato a lavorare sulla mia autostima e dal momento che non poteva criticarmi sulla bellezza o la mia forma fisica ha cominciato a dirmi che non ero una brava donna di casa e che non sapevo cucinare, ha cominciato a criticarmi pesantemente e mi sono accorta che quando le cose tra noi andavano meravigliosamente lui trovava un pretesto qualsiasi per litigare e non farsi sentire per alcuni giorni.
Siamo stati ufficialmente fidanzati per sette mesi, nonostante alcune sue sparizioni, brevi ed una più eclatante dopo un’estate meravigliosa in cui siamo stati insieme praticamente un mese
tra Sardegna e Forte dei Marmi, periodo in cui l’ho sentito anche molto vicino a livello emotivo.
Una sera,di punto in bianco mi ha detto che proprio perchè eravamo stati così bene dovevamo stare un mese separati perchè lui doveva lavorare, aveva tantissimi impegni e doveva stare concentrato, la relazione per lui era una fatica, solo che dopo una settimana io mi sono fatta male, sono caduta dalla bicicletta( ed ero con lui) rompendomi tre costole.
Ho avuto bisogno di lui.
Non ero più leggera e lui non ha retto.
Ha sclerato, ha cominciato ad offendermi, ovviamente per telefono dato che andava via spesso per lavoro e nonostante io piangessi e soffrissi lui è sparito.
Io, sono una persona che sa stare in coppia, non sono una donna dipendente, sicuramente a causa della fine della mia precedente relazione ero diventata ansiosa per cui il meccanismo era diventato questo.
Lui evitante distanziante, scappava, io ansiosa lo seguivo( metaforicamente con mails o sms) lui tornava, non chiedeva scusa( MAI!!!! neanche sotto tortura) stavamo bene più o meno un mesetto, trovava un pretesto stupidissimo per litigare e poi spariva di nuovo.
Me ne sono accorta, mi sono accorta di questi trabocchetti, probabilmente da lui messi a punto in tanti anni di vita, ho cominciato a fargli domande e ho scoperto che la sua prima relazione con la madre di suo figlio, che lui peraltro non ha mai voluto sposare ed è durata ben 25 anni è stata sempre contrassegnata da corna e soprusi, ho scoperto che lui le ha anche messo le mani addosso, ho scoperto che la relazione che ha avuto dopo ( e durante) è stata contrassegnata sempre da fughe e ritorni più o meno ogni 2,3 mesi e in questo periodo lui ovviamente infarciva altre relazioni con donne che lui definiva “amiche”
Siamo andati avanti fino a Natale, solo che oramai io non ero più la sua fidanzata, per lui, io non me n’ero accorta, tanto è che il 26 dicembre lui è partito per una vacanza ai caraibi, non si sa con chi, senza dirlo a me, ma pensando bene dire a tutti gli amici comuni che andava via ” con un altra”
Sono iniziate le supposizioni, mi sono arrivate telefonate da Pseudo amiche” che mi dicevano che lui era partito con la sua ex storica che lui aveva sempre amato, altri che dicevano che era una nuova, altri addirittura una escort.
Il problema è che lui non mi ha mai lasciato andare, mi scriveva sms dalle Isole Vergini, sms a cui io non rispondevo, voleva sapere dov’ero e con chi.
Non era partito con me perchè io, con le mie semplici richieste d’affetto lo ‘innervosivo’, lui aveva bisogno di distrarsi, di rilassarsi,io ero pesante.
Ho sofferto come un cane, dal momento che lui è un narciso Grandioso, stimato imprenditore considerato generosissimo e buonissimo, brilllante agli occhi di tutti, non ero capita, nessuno poteva credermi, lui inoltre, bugiardo, per accrescere la sua fama di uomo di successo aveva raccontato a tutti che era andato via con un altra e quando è tornato, ovviamente in forma strepitosa, ha fatto vedere a tutti gli amici comuni le foto del suo meraviglioso viaggio.
Io ero molto innamorata, avevo ancora ben presenti i ricordi dei primi sette mesi, grandiosi, e lui intanto continuava a mandarmi sms a cui io non rispondevo e che ovviamente lo facevano molto innervosire, non capiva come mai io non capissi, questo “incidente di percorso’ il fatto che lui era andato via con un altra solo perchè era stressato, lui aveva bisogno di una donna intelligente, che capisse le sue esigenze.
Mia madre si è ammalata., una cosa grave, doveva essere operata, lui l’ha saputo e così, in nome della sua bontà ha fatto si che comincia io cominciassi a rispondere al telefono ,lui facendo vedere il suo interessamento, è riuscito di nuovo ad uscire con me( i primi di febbraio)
La prima volta che sono andata a cena con lui, all’uscita dal ristorante ho fatto la più grande scenata della mia vita.
Gliene ho dette di tutti i colori, ho fatto delle urla pazzesche quasi gli ho messo le mani addosso, anche perchè un suo caro amico mi aveva confidato che in realtà lui non era andato via con una nuova ma con la sua ex storica che aveva ritirato fuori dal cilindro.
Lui ha incasssato,non ha reagito alle mia urla questa volta, dopo, studiando il suo caso, la sua malattia ho capito perchè: io soffrivo per lui.
la mia enorme sofferenza il mio dolore erano causati da Lui.
Io lo amavo e gliene stavo dando la prova.
Il giorno dopo mi ha richiamato come se niente fosse, come quando eravamo fidanzati:agli stessi orari scanditi di sempre
le 8,24, le 14, la sera
superabitudinario, ormai so che se non chiama me chiama un altra
Io non riuscivo a non rispondere ormai ero attaccata, avevo nel frattempo letto vari libri, Atttaccamento e amore di Grazia Attili e” ho sposato un Narciso” di Umberta Telfener e avevo imparato a riconoscere certe sue peculiarità, ma non riuscivo ancora a credere che lui potesse essere così grave.
Nel frattempo, avevo conosciuto un altro anch’i,o nella mia vacanza di capodanno, un ingegnere più giovane di me( e quindi molto più giovane di lui..) che abitava in un altra città e quando gli ho detto che sarei andata a trovarlo lui è impazzito.
Sembrava l’uomo più geloso e perciò innamorato di questo mondo mi ha perseguitato con sms e telefonate per tutto il week end, ovviamente rovinandomelo tanto che non sono riuscita a consumare con il povero ingegnere.
mi ha invitato un week end in una delle sue case, al lago.
Siamo stati da Dio, per me lui era il mio fidanzato di nuovo, nonostante io mi vergognassi a farmi vedere in paese con lui dopo quello che aveva fatto a capodanno.
però non ero la sua fidanzata, non lo sarò mai più.
Ero nell’olgettina, nell’harem.
Ho saputo di un altra, lui ovviamente ha negato giurando su suo figlio( che non ama come non ama nessuno) e di un altra ancora.. e di tante altre che non so.
ho iniziato ad andare da una psicoterapeuta, la quale mi ha aperto gli occhi e mi ha spiegato che io non sarò mai la sua fidanzata ma non sarò mai neanche una sua amica… perchè sono una sua proprietà.
Lui non ha mai smesso di telefonarmi ed io un pò rispondevo e alcune volte se riuscivo no.
Abbiamo fatto terribili litigate,lui mi ha fatto tante promesse ( che mi porterà ai caraibi, che mi aiuterà nell’aprire una nuova attività)ma so che non ne manterrà nemmeno una, è arrogante e prepotente.. si fa vedere tutte le sere all’aperitivo nel bar sotto casa mia tanto da costringermi a non andare nei posti dove andavo abitualmente.
Praticamente mi fa stalking.
Mi ha fatto lunghissime telefonate (due ore di media) magari quando è in macchina il sabato o la domenica, ma non mi porta da nessuna parte, non posso uscire con gli amici comuni anche se le sue amiche, sono anche mie amiche.
Ho realizzato che è veramente un vampiro, si bea del mio amore per lui.
Allora mi sono un altra volta ribellata, questa volta gli ho chiesto un grande prestito per aprire una nuova attività, gliel’ho chiesto piangendo, in una di queste lunghe telefonate e lui ovviamente ha urlato, nonostante sia un uomo ricco e ” buono” ed io sia estremamente ” Fortunata” mi ha detto di no … ed è sparito .. da una settimana.. spero di farcela questa volta e che non torni mai più
I narcisisti patologici – in quanto sono distruttivi, delusivi e abbandonanti – non fanno stalking
Allora, molto in sintesi e come c’è scritto nell’articolo… se proprio facciamo riferimento alle diagnosie psichiatriche eventuali comportamenti riferibili allo stalking sono da riferirsi ad un quadro più borderline che narcisista, in quanto il quadro borderline presume un attaccamento ed un rifiuto in costante squilibrio, per cui in certe fasi la persona è effettivamente alla disperata ricerca dell’altro/a (nonostante la abbia offesa e respinta), per poi passare di nuovo all’abbandone e alle aggrssioni psicologiche e/o fisiche – tuttociò nonostante nel partner vi sia una disponibilità a stare insieme, nonostante i problemi, ma in una prospettiva di dialogo vero, armonizzazione e recupero della salute (cosa che trova il quadro borderline non coerentemete partecipe).
Il quadro narcisista invece giunge a fare in modo che comportamenti di pseudo-stalking vengano praticati nei suoi confronti, portando il partner a stati di confusione parossistica e disperata. Certi soggetti su base gravemente narcisistica fanno impazzire l’altro/a per poi tendergli trappole e minacciarlo di denuncia stalking, o denunciandolo direttamente dopo che le sue provocazioni (occultate) gli consentono di tendere trappole riuscite dalle quali ricavare prove. Non è difficile, basta proporre appuntamenti quando ci si inconta, per poi farsi cercare tante volte al telefono non facendosi trovare all’appuntamento. Ho avuto un caso – ormai lontano – ove una donna sposata da un anno con un giovane piuttosto ricco, e con bambino piccolo, ha chiesto la separazione e poi si faceva vedere deliberatamente con l’amante in luoghi frequentati dall’ex, quando lui si avvicinava per salutare il figlio, lei gli bisbigliava frasi umilianti, a sfondo sessuale, mortificandolo nei confronti dell’amante… una volta il giovane ha reagito urlando in un Mc Donald, intanto l’amante con un amico testimone appostato lì apposta con il cellulare, ha filmato la scena… e quindi scattata la denuncia per stalking ecc. lo scopo ultimo era quello di estorcere soldi ricattando sugli effetti della denuncia a riguardo della separazione e di poter vedere il bambino… il marito ha preferito pagare e ha dovuto poi intraprendere un faticoso processo di guarigione, ecc. ecc. Faccio presente che la signora non era una delinquente incallita e che l’amante era una persona competente di leggi e al di sopra di ogni sospetto – io direi entrambi narcisisti patologici maligni in complicità nella fase distruttiva, poi so che si sono lasciati, disprezzandosi reciprocamente, ma senza soffrire più di tanto (soffriranno comunque più avanti, giacché la loro sofferenza resta a lungo in uno stato interiore del quale non si rendono conto, ma che poi esplode). Faccio anche presente che i primi tempi la relazione tra questa donna e suo marito – fin quasi al matrimonio e al figlio – era piena di carica vitale e di reciprocità – ma il narcisista patologico si stufa presto e considera questo una colpa dell’altro/a e allora deve fargliela pagare, infatti il comportamento di questa signora era in lei motivato dalla convinzione di aver perso del tempo con un uomo che aveva il difetto di non farla più attizzare (nonostante lui sia bello, ricco, buono, prestante e pieno d’amore come lo era quando lo aveva incontrato se non di più) … bisognava quindi fargliela pagare ad esempio con il sussurrare, mentre fa il padre che gioca con il figlio, frasi del tipo’ eh dovresti fare la bambinaia, fortuna che adesso lo so com’è un uomo … a letto ed anche fuori!!’ – Del resto secondo questa signora suo marito disgraziato (e diffamato ai 4 venti, senza che questo avesse proprio niente, se non iniziare un po’ a lamentarsi, ogni tanto, ma sempre riparatorio e innamorato) l’aveva addirittura manipolata al punto di fargli fare un figlio… quindi la rabbia narcisistica mira a distruggere l’altro per una folle ed inesistente vendetta, stando insieme fino a quando l’altro non è stato veramente distrutto e sfruttato in ogni sua possibilità umana, il gioco finisce quando il partner risulta con tutta evidenza ‘impazzito’.
Si potrà dire che questa Signora è stata psicopatologicamente distruttiva verso l’altro, ma in fondo non lo è stata di più con se stessa? E poi se non voleva più la relazione non è che per questo uno/a si accanisce contro la persona con la quale non vuol più stare… (vabbé, lasciamo perdere… spero di tiuscire a spiegarmi, ma dipende anche da chi vuole capire…).
Nel quadro borderline, poiché si passa rapidamente e senza motivi apparenti da attaccamento a distruzione, l’altro può essere tenuto per tempi lunghissimi, o per sempre in uno stato di grande prostrazione, ma senza mai abbandonarlo totalmente, come una specie di tortura ‘waterboarding’ che non finisce mai – soffocamento e aria e poi di nuovo aria e così via… invece nel quadro narcisistico questo stesso trattamento si conclude quando più conviene con l’abbandono totale lasciando l’altro soffocato in un dolore ormai incomprensibile, come uno zombie (che potrebbe anche azzardare qualche piccolo stalking – che stalking non è perché vi sono sempre trappole e provocazioni che non si possono dimostrare – per una spiegazione, per capire… ma a quel punto rischia, come è successo, di essere denunciato e ricattato).
Insomma entrambi i quadri diagnostici di riferimento, borderline e narcisista, non sono carini per chi li ha e per chi li subisce.
sì, non fanno stalking, almeno non lo sta facendo ma ha minacciato di denunciare me dopo aver disatteso sitematicamente le promesse di vederci per un chiarimento ed io, angosciata, incapace di capirne le ragioni, lo chiamavo. Le chiamate a cui ha risposto sono state tutte devastanti: le promesse di parlare, chiarirci spesso partivano da lui, io ne condividevo i contuenuti e sistematicamente lui le disattendeva ed alla mia richiesta di un chiarimento partivano una valanga di insulti, umiliazioni, ingiurie e minacce. Forse lo ha già detto, forse sono io che non riesco a capire, ma perchè è così difficile accettare che non si potrà mai ottenere un chiarimento e nonostante ciò si rimane attaccati a questa speranza? Perchè non si riesce a rinunciare all’idea che questa persona possa cambiare nonostante i comportamenti che hanno minato e tentato di distruggere definitivamente la nostra anima e la nostra psiche? Quelle parole di disprezzo, quelle crudeltà di fronte al pianto, l’infierire in maniera spietata oltre ogni immaginazione come possono essere riconosciute da una persona che aveva, o pensavi avesse, condiviso momenti di intimità profonda, di comprensione e d’amore? Perchè questo è cio che mostrava, questa era la base della fiducia che si andava via via costruendo dentro di me: e poi? Un trauma sentire urla piene di offese e volgarità indicibili, disprezzo e scherno di fronte al pianto e al dolore! Come si può accettare? Questo trauma che non viene compreso da molti che ti circondano, perchè finiscono tante storie dicono, e non è compreso neanche da noi stessi sembra essere insuperabile, inaccettabile, a vita. Troppo forte l’amore, la fiducia, l’aver creduto, l’aver vissuto, il pensiero d’aver condiviso momenti di profondo affetto e poi inaspettato, traumatizzante, scioccante vedere lo stesso volto, la stessa persona trasformarsi in un uomo che ti odia, ti disprezza, ti umilia e ti augura la morte più e più volte; lo supplichi di smetterla e rincara la dose, infierisce, cambia voce intrisa di un odio inspiegabile, mentre tu pensi..ma lo amo, ci siamo amati? Perchè? E oltre a non avere una risposta ti sembra di impazzire nella disperata ricerca di quell’amore, di quei momenti condivisi, di quella fiducia che avevi riposto con gioia e cuore aperto ma che non trovi più, che forse non è mai esistita.
Sa perché si continua a restare attaccati e a subire? Perché non ci si vuol proprio capacitare di aver avuto a che fare con una persona disturbata nel campo delle relazioni, e si crede invece che il suo comportamento sia dovuto a mancanza di amore e quindi si spera di poterlo tenere innamorato, di piacergli il più possibile affinché lui/lei torni quel che sembrava all’inizio… insomma si continua a credere che si tratti di una persona affettivamente normale e che ci tratta male perché non ci ama e che è capace ad amare perché ama altre… e invece non è proprio capace, se non nelle fasi iniziali quando si ringalluzzisce per la novità, dopo si stufa ed entra nel vortice distruttivo narcisistico soprattutto se l’altro /a ha inizito a volergli un po’ di bene, e lo ridistruggerà come ha fatto con voi… perché il suo squilibrio consiste proprio nel far innamorare qualcuno/a per distruggerlo… incredibile vero? anzi, ‘roba da pazzi’ direte voi… e infatti!
sì, roba da pazzi! Ma perchè? Che cosa può portare a fare del male alla persona che si è cercato in tutti i modi di conquistare, di far credere che condividesse gli stessi valori, di amare per poi distruggerla moralmente, psicologicamente? Perchè? Mi scusi, ha già risposto nei suoi articoli, eppure non riesco, non riesco ad accettare, a capacitarmi, a capire come possa essere vero tutto questo. Possibile che non se ne rendano conto? Perchè paradossalmente questo mi capita e questo mi logora: cercare in lui, ancora in lui delle risposte e che torni ad essere la persona che ha fatto di tutto per convincermi che mi amava in maniera speciale e che voleva costruire un futuro meraviglioso insieme a me. Quando ho cominciato ad accogliere tutto questo a viverlo e a condividerlo (almeno pensavo) è iniziato un lento e sempre più violento massacro. Io mi sento svuotata, di energie, di forza e vitalità…e ho paura; paura di non farcela, è come se sentissi perduta una parte di me importante, vitale, è come se chiedessi a lui aiuto affinchè torni la gioia che avevo nel cuore, la fiducia nel prossimo e la voglia di vivere e di stare tra la gente, è come se solo lui possa restituirmela, e razionalmente mi rendo conto che non potrà mai avvenire. E’ che ho capito di essere stata considerata un oggetto, un oggetto da usare finchè faceva comodo e da distruggere quando non serviva più. Sì, ciò che mi distrugge interiormente è proprio la mancanza di umanità che quest’uomo ha rivelato negandomi il riconoscimento di una dimensione umana anzi calpestandola brutalmete. Questa è la sensazione più atroce che sto vivendo, sentirmi privata di una dimensione umana, sentirmi un oggetto, un feticcio, e la paura che questo accanimento nel farmi sentire così alla fine mi abbia privato realmente di questa dimensione. E’ spiazzante, sconvolgente, mi fa paura e mi fa sentire impotente; è qualcosa di fronte alla quale ho cercato di reagire, ribellarmi con il risultato di vedere ancora più svilito, offeso e vessato il mio essere umano. Non so spiegarmi probabilmente, vivo un’angoscia che non riesce a dispiegarsi in parole…forse mi potete capire più di quello che credo e che non so come esprimere….
Mi ricordi di risponderle … adesso sono troppo stanco. Notte.
..scusate, solo una cosa volevo aggiungere rispetto allo stalking. Questo narcisita maligno non lo agisce anche perchè ha raggiunto il suo scopo, distruggerti e succhiarti tutte le energie vitali. Non vuole più niente da te dopo che ti ha divorata, anzi gli fai schifo, non vede l’ora che ti levi di torno, ti augura la morte….questo mi è capitato, sì, dopo infinite promesse d’amore e momenti che pensavi fossero realmente pieni di sentimento e di valori profondi. Cerco di dare una definizione sulla base del mio vissuto, ma questo purtroppo non me lo fa accettare. Resto aggrappata a un’illusione che ero convinta ( e forse una parte di me lo spera ancora) che fosse realtà. Tanta malignità non è accettabile, proprio no.
….stalking…mi chiedo in quanti qui dentro l’abbiano mai veramente subito. Telefonate anonime a tutte le ore…macchina distrutta più volte….lettere anonime….inseguimenti in macchina con sorpassi che strisciano la fiancata della macchina con salto dello specchietto…tutti i giorni o quasi. Il terrore che si accumula dal senso dell’imprevedibilità e dell’ignoto è superiore a qualsiasi violenza diretta! !!!Si arriva a preferirla…ma che almeno tutto il resto smetta…finisca! E’ l’esperimento umano d'”impotenza appresa”…. se i cani non si ribellano più, l’uomo o la donna ancora meno! Per fortuna anche questa non è una regola matematica però! Si può venirne fuori recuperando il coraggio e la lucidità…a volte anche da soli, ma è raro, molto raro! Concordo col Dott. Brunelli, chi fa stalking si espone oltre ai limiti della legalità…non si fatica a trovare le prove di stalking e il tutto è giocato sul terrore di chi subisce, poichè il messaggio dello stalker è questo: “se mi denunci ti capitarà di peggio perchè io supero ogni limite e chi si rivolge alla giustizia è un povero debole “bastardo” che deve essere punito!”.
Il narcisista non può fare tutto questo, perchè lo esporrebbe ad un evidente comportamento oltre ai limiti che lo renderebbe troppo troppo visibile alla luce. Si difende dall’ossessione verso una persona sola, diffondendo l’attenzione (rispecchiante naturalmente) in tanti “piccoli investimenti” e non tollera confronti nei quali possa assumersi una qualche responsabilità. A suo modo progetta un controllo occulto, atto a rendere visibile le pene di chi ha aggredito in maniera subdola e nascosta, poichè si crede molto intelligente, intelligente sopra e al di fuori della norma…a-normale! Una persona che ha avuto il “privilegio” di conoscere la pura violenza e lo “stalking”…quello vero, quello con la m—a nelle mutande, non potrà mai cadere nella rete di questo sopraffino progetto, facendo la parte di chi fa stalking, anche se personalmente credo di avere in un qualche modo anche rischiato, così come mi ha fatto notare la mia terapeuta a suo tempo. Mi ha salvato saper stare nel vuoto e nella disperazione senza senso, senza chiedere spiegazioni ulteriori. Mi ha salvato sentire la repulsione verso la sua abnorme tendenza a forzare le cose. Questa abnorme tendenza a forzare le cose è la caratteristica che più di ogni altra, secondo il mio sentire, lo caratterizza in maniera non auto-controllabile.
Scrivo qui oerchè non posso riprendere il mio stesso post; a e il nome originale, G di -AAA Gruppo di AutoAiutoAlbedoImagination, piace, mi sembra semplice, immediato, chiaro, esemplificativo e diretto. (mi sono anche resa conto scrivendo che non avevo messo in fondo troppe A…:-) ).
A tutti noi vorrei dedicare questa bellssima poesia in musica di Ivano Fossati, che possa essere di conforto per chi è in crisi e per chi ha bisogno di sentire che ne mondo esiste ancora qualcosa di bello, capace di “toccare” l’anima.
Spero vi piaccia e vi conduca al vostro interno, dove realmente, per il vostro bene, avete e sentite il bisogno di andare, anche nei sogni.
https://youtu.be/xLquEK6m0o8
Un bacio ed un caro abbraccio a tutti/tutte
bellissima la poesia di Ivano Fossati.. è tempo che sfugge, niente paura, che prima o poi ci riprende…
Sì…molto bella la canzone. Grazie
ALLORA, RICORDO CHE IL PROBLEMA DELLA CO-DIPENDENZA ESISTE… PERO’ QUI IN MODO PIU’ SPECIFICO STIAMO PARLANDO DI RELAZIONI SENTIMENTALI, NELLE QUALI CERTE PERSONE (per loro problematiche che la psichiatria indica nei quadri narcisistici e borderline) si comportano manipolatoriamente e occultamente come veri e propri farabutti, all’insegna della violenza psicologica, (e anche fisica) diffamazione, mobbing, umiliazione, raggiri, inganni, truffe e che al di laà di ogni eventuale co-dipendenza non sono cose carine…. CHIARO? perciò va bene tutto per riflettere, allargare la discussione ad ogni cosa si ritiene giusto, ma il fine specifico (se poi ne vengono fuori altri utili va benissimo) è quella dell’auto-aiuto (basato su comprensione, testimonianze, espressività, elaborazione e quant’altro si può fare in un blog) per coloro che hanno subito TRAUMI SENTIMENTALI con evidenti comportamenti distruttivi, crudeli e spesso anche delinquenziali da partner che, invece di considerare semplicemente KATTIVI, li consideriamo in funzione di quadri psicodiagnostici e clinici (di diverso orientamento) – quindi siamo già bravissimi e concilianti e disposti a capire tutte le mancanze da AMBO le parti… però certa gente negativa esiste e fa del male, e chi è stato da questi traumatizzato merita prima di tutto rispetto e aiuto, e sono allo studio della giurispridenza anche possibilità affinché si possano prendere provvedimenti legali. Credo, comunque che è importantissima l’educazione, solo che finché si insisterà sul pur giusto postulato che LE RESPONSABILITA SONO SEMPRE DA ENTRAMBE LE PARTI (solo che purtropo NON E’ SEMPRE) allora certi cattivi, o certi malati, chiamateli come volete a questo punto, crederanno sempre di aver ragione ad essere malefici come sono.
Spero che la giurisprudenza faccia davvero qualcosa in tal senso ed in tempi anche rapidi dato che di questo tipo di persone è purtroppo pieno il mondo, se consideriamo quanto esso è grande e variegato; non solo, essi operano in tutti gli ambiti, familiari, amicali, amorosi o pseudotali, professionali o pseudotali. In questi ultimi due casi, ad esempio, quando una persona subisce delle manipolazioni e dei maltrattamenti fisici e/o morali, può venire a trovarsi, non sentendosi adeguatamente garantita dale Autorità come dovrebbero invece fare, in situazioni difficilissime e, talvolta paradossali. Ad esempio, è molto sottile il confine in cui un uomo grande, collocandosi tra la categoria dei pedofili e quella dei narcisisti patologici, come espressione di entrambi i disturbi a livello comportamentale, possa coinvolgere un bambino o una bambina e ragazzino o ragazzina, in una situazione perversa di cui per le carenze anche cognitive dovute all’età e per mancanza di esperienza del mondo,non comprende pienamente soprattutto, nelle sue conseguenze future, così come capita anche alle vittime adulte dei narcisisti patologici (che si presuppone possano avere un pò più di “intelligenza” rispetto al mondo, grazie all’età che li ha condotti ad averne in linea di massima, un quadro più chiaro e stabile, eppure accade di ritrovarsi in rapporti con persone patologiche e patologizzanti che provocano dolore, smarrimento e rabbia, una giusta rabbia, poichè si è stati feriti in modo subdolo da chi si credeva amico e amante degno di quell’amore e di quella fiducia che si era riposta in lui/lei, per trovarsi poi, una volta che si è stati “usati” e “risucchiati” di fronte ad una persona “straniera”, che sembra non aver mai condiviso niente – ed in effetti molte volte è proprio così – con noi ed allo stesso tempo, reclamare per sè tutti i diritti del mondo, anche attraverso lamentele e minacce ). Molto spesso, questi ragazzi, vengono sottoposti, complice il silenzio che subdolamente gli si impone con minacce di rivelare al mondo “chi” loro sono veramente – ad es. delle prostitute se ragazze, dei gay se ragazzi violentati, per fare degli esempi concreti di immediata comprensione – per il fatto di “essere andati con quelle stesse persone che ora li minacciano” di rivelare al mondo, ai genitori, alla scuola e-o datori di lavori, ai loro amici ed amiche chi siano in realtà e cioè dei “pochi di buono”, sia maschi che femmine ed indegni perciò di fiducia, inducendoli in tal modo in uni stato oltre che di annichilimento per la violenza fisica e verbale subita, spesso sotto la minaccia di un abbandono affettivo da parte di quella persona che nel corso di un processo manipolativo, si è “insinuata” nella loro vita come unica capace di amarli come meritano ed allo stesso tempo, degna del loro amore (lavorando intanto per allontarla da altri significativi, al fine di renderla più vulnerabile), in uno stato di paura e di isolamento. Un isolamento che è funzionale a far si che il manipolatore possa tentare di tornare alla carica, facendo vivere il ragazzo/ragazza sotto l’egida di questo timore. In un circolo vizioso e, questo, realmente perverso, perchè l’isolamento alimenta la paura ed il senso di impossibilità di riuscire a chiedere aiuto per il proprio dramma e per ottenere giustizia per il danno morale, gravissimo, e fisico, che spesso può segnare per sempre, che si è subito. Il ritardo nel denunciare dovuto alla paura delle persone violentatrici, nell’animo e nel fisico, può far si che questi ragazzi e ragazze, si trovino in una ulteriore situazione devastante se decidono poi di recarsi presso le autorità a denunciare i fatti, seppure questi siano legalmente riconosciuti come reati e cioè possono sentirsi chiedere perchè non lo abbiano fatto prima e tutta una serie di sequele ddi domande improprie ed ulteriormente distruttive nei loro confronti se non viene capito da personale adeguatamente preparato, il loro dramma personali che li ha condotti ad un dramma esistenziali più generale con una infinita sensazione di perdita e, spesso, ciò paradossalmente perchè il trauma subito li ha spinti a modificare in parte il loro carattere e certe loro reazioni, anche colpevolizzati da chi vive insieme a loro che non li riconoscono più e non ne comprendono il motivo. Inoltre, anche alcuni comportamenti della legge talvolta, funzionano in modo piuttosto perverso e non sufficientemente garantista verso chi subisce delle molestie e maltrattamenti fisici e morali di livello gravissimo. La terza situazione assurda e paradossale in cui quseti ragazzi/ragazze, possono trovarsi è quella relativa al momentoin cui decidono di chiedere aiuto rivolgendosi, inolontsriamente, a certi professionisti delle relazioni di aiuto che svolgono purtroppo il loro lavoro con superficialità (seppure gli effetti che produìcono osono essere devastanti a livello profondo)e poca conoscenza oppure in un modo che sia finalizzato al loro esclusivo e rapido successo del caso clinico che hanno davanti e per condurre il quale, a volte, possono utilizzare delle tecniche assurde, “sadiche” – difficile dire se e quanto ne siano consapevoli date le giustificazioni che poi danno a posteriori al loro operato, che si rivela al di fuori di qualsiasi canone etico riconosciuto dagli operatori seri di queste professioni- come l’indurre volontraiamente, in forme di esercizi utili per il suo personale progresso psicologico-emotivo personale , il ragazzo a parlare in termini positivi, belli, del proprio violentatore, del fisico e dell’animo, producendo così, spesso, ulteriori, gravissimi danni e senso di perdita di dignità e colpa, oltre a colpeevolizzarli se si lamentno poi degli effetti devastanti di queste pseudoterapie, per non aver allora, nei “temoi utili”, dato che le leggi “c’erano”, denunciato quel fatto che non vogliono vedere, questi ragazzi/pazienti, non essendolo, come positivo (pensate che mi riferisco a delle situazioni reali di casi di ragazzi che disperati, si sono rivolti ad un centro parrocchiale raccontando queste esperienze presso professionisti che li hanno ri -traumatizzati e spesso indotti in ulteriore shok e momenti dissociativi e che in quanto tali meriterbbero, secondo me e non solo, d’essere denunciati e radiati dagli albi presso i quali sono iscritti, oltre a che a rimborsare questi ragazzi/e dell’ ulteriore male che gli hanno fatto, spesso facendosi anche pagare un bel pò). Quindi, spero che la legge non solo provveda e rapidamente ma lo faccia in qualsiasi campo dove queste persone operano facendo del male agli altri, siano essi pedofili, narcisisti patologici che agiscono diverse forme di crudeltà morale e mentale (una specie di tortura psicologica, come insegnano anche ceri film) nell’ambito dei rapporti umani di diverso tipo, sia anche prendendo serissimi provvedimenti verso quei professionisti che incapaci o narcististi patologici anch’essi a vari livelli agiscono portando i loro pazienti, fichè non se ne allontanano (sia chiaro che non mi riferisco a normali errori che un qualsiasi psicoterapeuta in perfetta buona fede e dotato delle migliori intenzioni, può fare essendo anch’egli un essere umano con i propri limiti e che non inficiano affatto la sua capacità più generale ed il diverso modo di porsi che in genere hanno, così come non mi riferisco a casi di momenti di resistenze o sentimenti negativi del pz verso il proprio terapeuta, normali anch’essi, entro certi limiti ed in certi momenti, anzi fonti spesso di evoluzione se elaborati adeguatamente, nè a persone con forme paranoiche ma a professionisti che più o meno volontariamnte, per incapacità, per fretta, per sentimenti di onnipotenza e grandiosità non elaborati, non in modo sufficiente, accompagnati anceda una certa noncuranza, fanno realmente del male ai loro pazienti, come è spiegato anche sia in uno degli articoli del dottor Brunelli a proposito delle incomprensioni e delle colpevolizzazioni, con richieste di responsabilizzazione di fatti di cui non si era responsabili, differentemente da chi li ha compiuti e da come scritto anche, in modo diverso, nel post di un’amica del forum che è intervenuta parlando dell’ empassè della sua analisi, spiegandone le motivazioni.
Penso che sia un comportamento grave, se non gravissimo, quello di professionisti o pseudotali che a vario titolo operano nelle relazioni di aiuto, che compiono molte volte una ri-traumatizzazione della vittima (concetto in realtà molto più complesso di come dice questa semplice parola, che alcuni, incautamente, potrebbero interpretare come un momento positivo nell’ambito di qualche terapia e chequi, ora, non mi è possibile spiegare meglio) e che in quanto tale, debba essere adeguatamente punito con un risarcimento, per quanto mai sufficiente rispetto al danno ed alla perdita di tempo utile, alle vittime. Inoltre, credo che per chi ha subito truami del genere, sia invece fondamentale una terapia de-traumatizzante, in grado di far risentire la persona degna (anche perchè, al dil à del fatto che possa avere dei problemi, come delle profonde ma risanabili, ferite interne che l’hanno predisposta ad entrare in relazione con certi personaggi che hannno poi aproffittato di lui/lei in modi subdoli e continuativi, anche con minacce, non ha in realtà fatto nulla per non doversi sentire realmente tale) e degna anche, di dare – dato che può entrare in gioco quando si è subito qualcosa di violento e stressante e traumatizzante, a livello affettivo, la paura di “dare” ancora, il proprio affetto ed il proprio amore, in primis a sè stessi e, poi, con i dovuti tempi e le dovute cure, all’altro, un altro che non sente il bisogno di un oggetto ma di una persona autentica , essendo anch’essa tale. E, quindi, pur con i suoi difetti, degna, de nostro amore nelle sue diverse forme. Come noi del suo, là dove senza la violenza può esistere allora la reciprocità ed il riconoscimento dell’altro e dei suoi confini e diritti.
Elisa
Il tema della “giustizia”giuridica è molto interessante e complesso, come tutti possiamo comprendere o dedurre da varie fonti o testimonianze dirette. Ma mai come coloro che hanno anche tentato, in vano, di vedere accolti i propri diritti umani, senza il “doveroso”riconoscimento, possono rendere il senso pieno di ciò che significa essere abusati nuovamente e in più riprese su scala sociale. Nudi davanti a tutti coloro che ti conoscono o ti immaginano e se va bene, arriva un riconoscimento che non equivale certamente al fifty-fifty delle responsabilità….Questo quando va bene, ma quando invece va male, (e questo accade assai spesso nella violenza domestica, compresa la pedofilia ), l’azione giudiziaria diventa quel famoso “evento precipitante” che accellera concrete e reali “messe a morte” da parte dei famosi narcisisti patologici…la cronaca è piena!|!!
Detto questo e avendo pagato anche sulla mia “pelle”(che non è nè indurita, nè molle) rimango certamente a favore della denucia, quella giuridica e quella che avviene quando ci si ritrova a parlare di cose importanti come il tema che si sta trattando qui in questo blog. Sono anche a favore di una denuncia chiara, limpida, senza interpretazioni, ma fatta di “fatti”concreti, poichè, sapendo bene che “il male” si nutre di tutto ciò che è nascosto e per camuffarsi e rendersi invisibile, tende alla fusione, al livellamento, all’appiattimento di qualsiasi responsabilità che lo possa portare in superficie, è l’unico modo per disattivare il suo gioco perverso della seduzione e della manipolazione, certamente anche sessualizzante, visto che l’attivazione biologica vince su qualsiasi barriera, e questo il narcisista lo sa bene. Ma c’è anche un’altra ragione, quella di accogliere il male che si mostra evidente anche al di fuori di noi, con atteggiamento comprensivo e amorevole verso la cura, della quale più che mai necessita il narcisista. Senza questo percorso il pericolo maggiore è quello di continuare a diffondere male in maniera subdola e mistificante. Il mio motto è: che il cuore mi indichi la via della trasparenza, chiarezza e coraggio, sempre, per seguire la strada del bene comune, nessuno escluso!
Grazie dottore per queste parole di riconoscimento, di sostegno e di ridefinizione di questa infelice e non attesa nè voluta realtà.
…e no Rosy! ….non può essere l’unica valutazione questa! Troppo facile e troppo comodo per chi ricava enorme interesse a mantenere lo status quo! Non si può smettere di “pensare” ad una giustizia migliore…almeno per coloro che verranno dopo. Se abbandoniamo noi questo valore, che ne sarà dei nostri giovani? Le “cose originali” che ti ha detto quella simpatica personcina che è il tuo ex (spero) lui, le dicono tutti quelli che sono come lui, senza sapere un’h di diritto. Certo che l’immagine che mostra ai tuoi occhi, in quanto “esperto del settore giuridico” esercita senz’altro un grande potere su di te e non ti biasimo di sicuro se per paura hai ritirato la denuncia,….ma questo è! Lo so che l’argomento è delicato, ma per affrontare una causa penale per maltrattamento occorre essere molto lucidi, equilibrati e fermi sulla giustezza della propria posizione, occorre sentire che niente e nessuno ti può smuovere dalla tua decisione. L’avvocato, sembrerà strano, poichè a volte si vive anche qui un ideale romantico, ma attinge dalla sicurezza del suo assistito e non è lui che la dà a te, anzi è pronto a disattendere le tue aspettative, poichè il suo compito è quello di mediare, anche a tuo sfavore se è necessario. Se vede invece la sicurezza, insieme alla forza del diritto che è stato leso (e le botte, i sequestri e le minacce, scusa se te lo dico, ma lo sono ) allora esce dalla sua personale paura (non è addestrato a contenere la paura del cliente) e riesce a collaborare nella estenuante via legale della tutela e del risarcimento. Senza una tua precisa motivazione, non si può fare nulla. Nessuno ti prende in braccio in quel percorso lì, anche perchè sei adulta e vaccinata. Sei tu che devi e puoi far valere i tuoi diritti!
Carissima Rosi, vorrei farti solo una domanda:” Ma non credi che quella persona ci giochi (e si incentivi anche) sul fatto che tu, per amore, non voglia “rovinare” (non sembrerebbe poi, visto la situazione favorevole che ricopre e tutto quanto abbiamo detto), colui che invece non si fa scrupolo a ledere te?”. Comunque, hai ragione e come te me ne rattristo, il problema attuale che hai descritto molto bene ( analisi con la quale concordo ) è proprio quello di portare a considerare una denuncia legittima e doverosa come una rovina, anzichè una meritata liberazione!
Allora, io non ne conosco di persone che non hanno una qualche fragilità, a meno che non siano narcisisti patologici che dicono di averle solo per manipolare meglio… detto ciò, la fragilit che riguarda tutti, a seconda dei periodi della vita, può condurci a storie d’amore sbagliate , difficili, dolorose (non positive per non dire negative) ed in ogni caso qualsiasi trauma sentimentale anche il TdN deve farci interrogare sulle fragilità e le ferite di chi lo ha subito, MA NON DEVE MAI arrivare alla conclusione che alla fine certi soprusi e violenze li si è subiti perché in fondo si aveva questa fragilità… d’altra parte seppure così fosse non è certo giustificabile abusare e distruggere gli altri approfittandosi del fatto che abbiano delle fragilità, questo è ciò che i vampiri affettivi, in modo semi-cosciente fanno, ed è questo il punto da capire bene affinché l’inconscio della cosiddetta vittima (già fragile e ferita) possa produrre gli anticorpi psichici per liberarsi dall’infezione psichica che con svariate modalità e sottigliezze (talvolta da SINDROME DI STOCCOLMA) tiene legati ad un massacratore – Purtroppo tutti possono essere fragili nell’amore in determinate situazioni e le energie NEGATIVE (pulsione di morte con Freud, se può andare) è di questo che si approfittano.
Grazie Dott. Brunelli, ho cercato l’articolo da lei indicato, senza trovarlo, ma…. ne ho trovato un altro molto, moltissimo interessante, sempre di Gambaro: ARAGON SCRIVE A BRETON UN’ AMICIZIA SURREALISTA
09 gennaio 2012 — pagina 55 sezione: CULTURA, che consiglio a tutti gli amanti dell’arte e di tutte le correnti culturali di inizio secolo scorso, verso cui, ognuno di noi, per i propri aspetti visibili a sè stessi e agli altri, potrebbe riconoscere la propria natura intrinseca. Ancora grazie!
Caro dott. Brunelli, conosco il linguaggio musicale e nei 7/8 del ritornello (come citato da Dada), che è in 8/8, cioè 2 battute da 4/4, ci sono parole, le cui singole lettere compongono 2 volte il mio nome e 1 volta il mio cognome. I nomi possono essere non infiniti, ma anche altri, come Rosi, Rosa, Oriana, Simona…. La prima volta che ho letto il suo post, non ho fatto caso, ma essendo che il riferimento di 7/8 era riportato 2 volte, comprese le parole omesse, il richiamo musicale è stato per me troppo forte (direi seducente) e sono andata a verificare. Ora in questo ultimo intervento di Dada, l’informazione è per me diversa e chiarisce parlando di 7 lettere uguali su 8…. e non ha niente a che fare col mio nome e neanche col riferimento musicale che io avevo compreso! Mi spiace se si è verificato un equivoco e spero di avere chiarito. Aggiungo comunque la stessa particolarità….. avevo ricevuto in dono il CD di Giovanotti dalla persona di cui ho parlato e ogni canzone sembrava rappresentare un simbolo della nostra relazione…soprattutto quella, che ha ancora un notevole impatto su di me. Ma, essendomi arrivata in regalo da Elisa, con le successive indicazioni di Dada, che io ho tradotto sul piano musicale, ho pensato che in questa cosa ci fosse un messaggio positivo per me, senza che le persone ne fossero a conoscenza, così come ho scritto. Comunque, se ci fossero dei dubbi da chiarire io mi rendo senz’altro disponibile a qualsiasi forma di contatto anche privata, come ci suggerisce lei. La ringrazio per l’attenzione delicata che dedica a tutti noi!
….hai fatto bene Rosy…e qui, mi pare che tu abbia trovato degli amici, perchè tu meriti di avere di avere degli amici! Un bacio
ho letto Uscire dalla paura, e ho pianto lacrime amare… che meraviglia che ci siete… scusate se scrivo poco ultimamente ma ho problemi con internet.. esco più volte al giorno per controllare il blog e non posso soffermarmi a lungo… Penso che dopo tanto la mente si stanchi di pensare alla mattanza che vive… ripretende un suo equilibrio e a forza di martellarsi lo trova… è passato un anno per me. anche solo l’inclinazione del sole mi ricorda gli eventi… comunque il mio stomaco non urla più, è tornato a respirare pure lui! per fermare le paranoie e i pensieri negativi all’epoca, mi dicevo a voce alta “stai qua” me lo ripetevo e guardavo le cose che avevo attorno oppure mi dicevo solo di attendere e dopo qualche ora in effetti mi trovavo a pensare ad altro e a stare un po’ meglio, anche questo era un modo per non sprofondare e per rendermi conto che non sarebbe durata per sempre.. saluto tutti vi penso e vi auguro serenità. approfondirò la differenza tra narcisista e border line per quel che mi è possibile e mi riprometto di aggiustare tastiera e connessione
Credo che ci siamo piu malati fra coloro che vedono narcisisti avunque e si sentono sempre loro vittime, che non fra i presunti nercisisti stessi, di cui la vittima rappresenta nient’altro che la forma speculare ma perversa, perchè rosa dall’odio e dal risentimento.
Salve Faust, (purtroppo non ce l’ho fatta a rispondere prima e mi scuso per questo anche con il gruppo…) in un certo senso lei ha ragione laddove ci sono effettivamente degli errori di interpretazione, accuse e altre contraddizioni… comunque sia a prescindere di dove ci siano più o meno malati, o quanto siano più malate le presunte vittime di narcisisti o i presunti narcisisti, ecc… qui c’è un dato molto semplice: CI SONO PERSONE DI VARIO TIPO – A SECONDA SE LI SI VUOL CLASSIFICARE – CHE A MODO LORO SONO FORTEMENTE DISTRUTTIVE NELLE RELAZIONI AFFETTIVE, FINO ALLA VIOLENZA PSICOLOGICA GRAVE (considerata legalmente anche come ‘crudeltà mentale’) – questo non va bene a prescindere se chi subisce tale violenza si più o meno malato – purtroppo è un dato di fatto che si conosce da che mondo e mondo, espresso da romanzi, leggende, film, miti e che poi riguarda tragedie di tante vite reali di tutti noi… qui stiamo cercando di collaborare con diversi punti di vista a lenire e a superare questi stati di sofferenza, soprattutto quando con tutta evidenza scaturiscono da relazioni con partner, manipolatori, subdoli, e violenti (psicologicamente e anche a volte fisicamente, nonché attraverso inganni e truffe a scopo di sfruttamento, ecc. ecc.) purtroppo tutto ciò esiste… spero che a lei non tocchi mai, comunque comprederà che a quelli che gli tocca bisogna pure che si faccia qualcosa per uscirne fuori, e superare stati traumatici, che, mi creda sono tremendamente dolorosi e pericolosi, e possono colpire anche le persone abbastanza equilibrate colte in una loro debolezza momentanea o anche costituzionale. A tal fine di partecipazione per questo ‘auto-aiuto di gruppo’ ritengo utile il suo intervento, che potrebbe aprire nuove riflessioni, spinte da un intervento ‘polemico ma costruttivo’ che fa sempre bene per quanto possa risultare ‘duro’. Quindi grazie e buona partecipazione.
….qui ci vorrebbe Mefistofele per dare una risposta. La tua vittima Gretchen non ti è speculare, anzi….la sua innocenza la salva. Non sarà che per l’amor del provocare tu vedi vittime, odio e risentimento ovunque? Oppure ti travesti da giullare!?
Sei il benvenuto comunque,
poichè comunque tu la pensi,
comunque avrai la tua ragione!
Ciao a tutti, non so perchè ho deciso di scrivere anche io, dopo aver letto gli altri, in silenzio.
Ma fra le tante cose che ho letto di tutte le persone che qui hanno scritto, all’improvviso mi sono resa conto di una cosa, una cosa che è emersa leggendo la condivisione che qui ho trovato.
Non voglio parlare di mio marito o dei miei figli, o di quello che è stato il mio dolore, ma di un qualcosa che secondo me NON è di minore importanza, ripetto a ciò che tutti qui testimoniano.
Di molte persone che conosco o ho conosciuto nella mia vita saprei ricordare a me stessa, con tenerezza, alcune delle cose che ciascuno di loro tiene stretto a sé nel suo universo di vitalità.
Ricordo tutte quelle piccole cose e interessi e emozioni che si addensano attorno al loro cammino.
È come una danza di piccoli fiocchi, come un cristallo pieno d’acqua con la neve che cade; quando ricordiamo, è come se muovessimo un pò un cristallo, e poi ci si ritrova a guardare i filamenti che danzano nell’acqua. Poi i fiocchi si riaccumulano sul fondo e la magia della danza di neve si acquieta davanti agli occhi, e il ricordo svanisce a poco a poco, tornando ad addensarsi fra gli altri ricordi.
Ebbene… mi sono resa conto che ognuno sembra avere una propria scia di tempo, una scia di fiocchi che danzano, che resta NELLE altre persone incontrate nel percorso di vita, persone che di tanto in tanto, ricordando, si ritrasportano in questo flusso magico, che riporta un piccolo pensiero, un ricordo, di coloro di cui si ricordano.
Magari questa scia è una canzone che in quel momento è in onda alla radio, oppure si ritrovano al negozio a scegliere un pacco di fazzoletti e c’è un’altra musica ancora che emana dagli altoparlanti. Magari qualcuno nomina un argomento che ne richiama altri, o arriva la primavera e ti pare di essere tornata indietro nel tempo, perchè dentro senti che c’è qualcosa nella luce di questo giorno che è come un universo parallelo. Oppure un collega di lavoro mangia una caramella di una marca che ti ricorda amici lontani, oppure il profumo di mare, di lago, di stagno o di pini o di fiume o di qualsiasi altra cosa ti ricorda qualcosa, perfino un semaforo.
Ascoltando gli altri, mi sono resa conto che io non ho una mia scia, una mia danza di fiocchi, che altre persone possano rivivere di me con me. Lo dico senza lamento.
Chi è che disse… fa rumore un albero che cade, in una foresta sperduta, in un angolo sperduto dell’amazzonia?!
Che canzoni ascolto quando sono allegra, e quando sono triste? Che libri leggo? Cosa mi piace? Quando è il mio compleanno? Che cosa penso della vita? Ho un nome per le persone che mi conoscono? Se mi dicono che resterò sempre giovane, come le rock stars o come le stelle, capirei cosa mi sta accadendo?
Solo io saprei rispondere, nessuno ci andrebbe vicino.
Al contrario di molte altre persone, io non ho una scia, un ricordo che apra un ballo di fili di neve.
Ho solo un’immagine che mi appare quando guardo la danza dei miei propri fiocchi di vita, quei fiocchi che solo io posso far danzare, e che nessuno potrà mai far danzare al posto mio quando non ci sono, ed è l’immagine di una bambina buona e triste .. che sta impalata con una mela in testa e gli occhi grandi mentre gli altri tirano l’arco; e mentre guardo con occhi grandi vorrei poter andare anche io a ballare nei fiocchi di neve, ma non posso farlo.
Sono stata una trasparenza seduta sul sentiero di altri, buona e tranquilla, ascoltando le persone che si divertono, si parlano, si sorridono, ciascuno, ognuno col suo vezzeggiativo affettuoso inventato dai propri amici, e detto con un suono di chi ti è familiare, ognuno con aneddoti da condividere con altri, i famosi ti ricordi di quella volta che. Mentre guardo la danza dei loro fiocchi nell’acqua io so che le stelle di carta piangono solo d’estate, quando fa caldo e non c’è pioggia, se non nelle stagioni in africa, e allora guardo il mio album con le figurine degli animali del wwf, e vorrei essere come quei bei animali con quei bei colori, e gli orsi con le code strane, e gli impala, e i bongo decorati e le antilopi cervicapra, la lince, e il canguro. Il mio album è bello, oggi ho incollato le figurine di carta ad una ad una, con grande felicità, adesso è sul mio scaffale, fra i miei libri, e mi piace tanto il disegno del minerale a fiore del deserto, e la figurina del lupo che sorride buono, con le stelle argento che scintillano.
Ma allora anche lei ha una bella scia di ricordi, sentimenti, emozioni… non vede come li tiene vivi e come ne parla con linguaggio poetico-melanconico… Proust ha dedicato la sua vita a rigenerare nella scrittura “Il tempo perduto”, una scia di immenso valore vitale…. come Dalla , quando nella canzone ‘Caruso’ “la bianca scia di un elia (2 volte)…. ricordi in noi sempre vivi – di gioia e dolore – quando siamo vivi nell’anima, tutto il male avrà un senso, e dai rovi, le rose… e ricomincia il canto…
Lucio Dalla
Qui dove il mare luccica
e tira forte il vento
su una vecchia terrazza davanti al golfo di Sorrento
un uomo abbraccia una ragazza
dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto
Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
e’ una catena ormai
che scioglie il sangue dint’ e’ vene sai
Vide le luci in mezzo al mare
pensò alle notti la in America
ma erano solo le lampare
e la bianca scia di un’elica
sentì il dolore nella musica
si alzò dal Pianoforte
ma quando vide la luna uscire da una nuvola
gli sembrò più dolce anche la morte
Guardò negli occhi la ragazza
quegli occhi verdi come il mare
poi all’improvviso uscì una lacrima
e lui credette di affogare
Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
e’ una catena ormai
e scioglie il sangue dint’e vene sai
Potenza della lirica
dove ogni dramma e’ un falso
che con un po’ di trucco e con la mimica
puoi diventare un altro
Ma due occhi che ti guardano
così vicini e veri
ti fanno scordare le parole
confondono i pensieri.
Così diventò tutto piccolo
anche le notti la in America
ti volti e vedi la tua vita
come la scia di un’elica
Ah si, e’ la vita che finisce
ma lui non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva felice
e ricominciò il suo canto
Te voglio bene assai
ma tanto tanto bene sai
e’ una catena ormai
che scioglie il sangue dint’e vene sai (2 VOLTE).
“Anima calda”
È come una danza di piccoli fiocchi
E’ un cristallo pieno d’acqua… con la neve che cade.
io non ho una mia scia, una mia danza di fiocchi,
Ho solo un’immagine che mi appare
ed è danza dei miei propri fiocchi di vita,
fiocchi che solo io posso far danzare,
e so che le stelle di carta piangono solo d’estate
…se non nelle stagioni dell’africa
Per te e per noi….Grazie!!!!
ciao Mìhmi
leggerti mi ha commosso.
forse capisco cosa intendi per trasparenza ma non ne sono sicura. Mi piacerebbe che tu approfondissi, se puoi e se vuoi, il legame che questo ha con il dolore di
cui parli all’inizio o con le nostre esperienze. comunque, sono sicura che la tua scia esista nel pensiero di qualcuno e il fatto che tu abbia già mosso
qualcosa in me ne è una prova.
benvenuta
Sisi ma hai ripreso le frasi di Mìhmi e hai composto questa meraviglia e gli hai dato un titolo? è nata così?
Pamela ci sei? La vedi la scia? Ti aspetto…abbiamo voltato pagina!
Caro doctor Faust, potresti spiegarmi in che modo le “presunte vittime” ( presunte vittime; infatti, come tu affermi, non sempre chi si sente vittima, lo è e questo è realistico sotto certi punti di vista, come nel caso di chi si sente vittima anche di altre forme di manipolazioni o ingiustizie sia personali che sociali , come ad es. il non adeguato riconoscimento per dei meriti, talvolta sudati con fatica, che si sente di avere al proprio interno e dei quali si è anche data valida, secondo il proprio sentire, dimostrazione esterna con comportamenti e parole o di altro tipo ancora, ed in questi casi – di presunte “vittime” di qualcosa -la psicologia clinica, anche nei suoi dialoghi interdisciplinari e nelle sue diverse ed interne diramazioni ha molto da poterci insegnare) , in che modo, ti chiedevo, esse rappresentano la controparte perversa del narcisista patologico del quale si lamentano e scorgono ovunque l’ombra? (forse perchè non immediatamente visibili, differentemente dal perverso vero che si manifesta come tale, come insegnato da Freud nei suoi studi sulle nevrosi, alla” luce del sole”? Io penso che tu voglia dire o ci possa piuttosto dire qualcosa, se non molto, di più in proposito, dal modo in cui hai impostato il tuo ingresso in questo blog e la conoscenza di punti di vista diversi e/o complementari, mi è e ci è sempre benvenuta se capace di porsi in modo costruttivo ed ancor di più se aperto alla possibilità di uno scambio reciproco, quindi se ci spieghi meglio, personalmente ti ringrazio molto dato che sono molto interessata al tuo discorso ed alle sue interne possibilità di “sviluppo” ma ti ringrazio anche a nome di tutti quei/quelle miei /mie amici ed amici/che del forum che in questo mio ringraziamento, potranno riconoscersi se vorranno). Ti sarei molto grata se potessi spiegarmi meglio in che modo tu vedi e collochi questo tipo di perversione anche rispetto ad altre – ed anche se eventualmente puoi citare degli specifici studi in merito se ti è possibile, altrimenti anche la tua personale opinione, per me va benissimo, dato che il tuo post, mi sembra voler essere denso o almeno appare come tale, di significato ed emozioni e sentimenti emergenti.
Inoltre, quali sono secondo te, gli aspetti che maggiormente queste persone invidiano in queste altre persone definibili come narcisisti patologici (secondo una definizione clinica, derivata da appositi e specifici studi in merito, condotti sia su “vittime vere”, dei loro comportamenti patogeni e devastanti, che su quegli stessi soggetti patologzzanti aall’interno dei rapporti umani, sia sul campo ed empirici, sia anche, attraverso la somministrazione di test di personalità e psicometrici, della psichiatria e della psicologia clinica e specificatamente, della psicologia dinamica e della psicoanalisi originaria freudiana, successivamente sviluppata oltre che in modi diversi da Jung, in Gran Bretagna, in Argentina e, quindi in Usa ed in Francia, oltre che in Italia da molti Autori che se ne sono occupati?). Mi piacerebbe anche conoscere qual’è il tipo di risentimento- e come esso, secondo la tua esperienza o intuizione, si manifesta – che viene sviluppato dalle persone che si sentono “vittime” dei narcisisti di cui vedono spesso forse, secondo quanto tu dici, erroneamente l’immagine in altri, che sono invece piuttosto appunto, dei “presunti tali”. A tale proposito, ti vorrei anche chiedere: “cos’è” secondo te , che “confonde queste persone”, spingendole a vedere qualcosa che forse non c’è e quali delle caratteristiche di quelle persone che sono scambiate per narcisisti patologici da chi ritiene non esserlo e che altri come – nel senso di estremamente simili “a”- lui/lei, non lo siano e che a volte in effetti, non lo sono mentre hanno delle problematicità anche intense ma di tipo diverso con colori affettivi molto o solo parzialmente differenti, possono essere facilmente fraintese e diventare quindi oggetto di invidia e risentimento? infine, cosa del narcisista che invece si riconosce come tale ed ha anche una certa fierezza nell’esserlo per le proprie specifiche peculiarità, è maggiormente in e “di” lui/lei, invidiato dalle persone che non lo sono ma che, entano con loro in rapporto, amicale, affettivo, amoroso, colleganza, ecce, ne rappresentano piuttosto invece, come affermi, la controparte perversa in quanto loro immagine speculare? Termino con una domanda semplice e complessa: “perchè ed in che modo, il narcisismo patologico, nelle sue diverse declinazioni, non è invece una peversione?”
Ti ringrazio molto se puoi aiutarmi a comprendere meglio, così come spero a tutti gli amici/che del forum, alcuni aspetti dei” problemi” o quesiti che ti ho posto, partendo da alcune delle riflessioni che il tuo post – in cui mi sembra potersi condensare un insieme di discorsi possibili e da attualizzare sul tema, attraverso e soprattutto, un confronto – mi ha suscitato, attraverso le tue risposte.
Un caro saluto
Elisa
Cara Rosi, dedico in modo particolare a te e anche a tutti un pensiero nato da un “verso di Mìhmi di augurio verso” un tuo desiderio… se vuoi, puoi prima chiudere gli occhi…esprimere il tuo desiderio…e poi leggere:
“Stella cadente”
E so che le stelle di carta piangono solo d’estate
dagli occhi bambini di fuoco, bramosi e specchi
nei colori dei ricordi caduti di S. Lorenzo
Un abbraccio forte!
io credo che il narcisista maligno ha delle peculiarità che non possono essere facilmente confuse con qualsiasi altra persona che magari ha dei comportamenti scorretti ma non maligni e sadici. Il problema e la difficoltà, almeno per quello che mi riguarda ed è capitato a me, è stato nel capirlo dall’inizio, in quanto adottava delle raffinatissime tecniche attoriali per conquistarmi, convincermi del suo amore.. il fatto è che tu non pensi minimamente che sia una finzione, chi non ha l’abitudine a fingere non tende spontaneamente a pensare che gli altri possano farlo, per raggiungere dei fini di sfruttamento e manipolazione ed arrivare poi a ribaltare tutto quando ti lasci andare e ti fidi. Non si tratta di fare la vittima ma di cercare di capire un dolore inspiegabile e un’escalation di violenze e crudeltà ricevute proprio nel momento in cui ho cominciato a lasciarmi andare e a credere nel rapporto. Non è facile vedere due volti opposti in una sola persona e soprattutto accettare che quello prevalente è manipolatorio e capace di infierire, di atti crudeli, scientemente. A quel punto la cosa più sensata è fuggire, è giusto, altrimenti può essere patologico anche accettare di continuare a sopportare tutto questo: certamente c’è l’insicurezza, una bassa autostima? forse, ma questo non giustifica la crudeltà, anzi… soprattutto se quella persona ti ha conosciuta così, emotiva, fragile, quindi sapeva quali potevano essere i punti deboli (perchè chi non manipola si mostra come è, con i suoi limiti e le sue debolezza). Ma allora se quei punti di fragilità erano il motivo principale di aggancio per questa persona, dove sembrava voler capire, stare accanto, sostenere etc che “colpa” può avere chi ha creduto in questo e si è innamorata di questo aspetto affettuoso, romantico, protettivo? Si può pensare male a priori di una persona quando si presenta così? SI può preventivare tutto questo, che è una finzione, un gioco manipolatorio e finalizzato alla sola seduzione per trasformarsi poi in massacro morale e psicologico? Io non ci sono riuscita, non lo credevo, non mi è venuto spontaneo pensarlo ed ora tutti gli atti di crudeltà, denigrazione, umiliazione non riesco a superarli. Sarà un limite, un problema, ma credo che non si debba mai giocare con i sentimenti e la vita della gente…affossarla con crudeltà violente e gratuite proprio nel momento in cui ti fidi di più, perchè non si può sapere quanto la sensibilità e il cuore possano reggere.
Francesca, concordo pienamente e mi sembra che la tua sensibilità e il tuo cuore reggano alla grande!!! Non saresti potuta essere così chiara e sensibile anche verso colui che ti ha trattato tanto crudelmente, come appare dalle tue parole. E’ terribile pensare di non essere capaci a valutare chi ci sta difronte. E’ forse il disorientamento più grande. Ma non è così…anche questo è un grande inganno. Tu reggerai perchè stai già toccando l’altra riva!
Il tuo arrivo qui mi fa un grande piacere, perchè sento da quello che dici che puoi veramente dare tanto! Grazie!
personalmente non provo odio. e di narcisisti ne ho incontrato solo uno, sempre se si tratta di un narcisista, il punto poi non è più neanche quello. Scrivo per parlare di come mi sono sentita e mi sento. Tu che trascorso hai? Cosa ti spinge a scrivere?
il mio ultimo commento era riferito all’intervento di doctor Faust.
Sì Pluma…è la poesia di Mìhmi e spero ce ne siano altre…mi fanno bene al cuore e in questo periodo sento di averne un particolare bisogno! …rido..scherzo…mi entusiasmo…mi arrabbio, ma ho sempre una nota melanconica di fondo. E’ come se sentissi il bisogno di farmi lavaggi frequenti…
A conferma del fatto che la scia la lasci Mìhmi!! Questi versi entreranno nella mia personale raccolta cartacea.
Grazie Si.
Vi prego cortesemente di non indugiare a lungo con interventi tipo chat, altrimenti alle persone arrivano notifiche di messaggi che poi non riescono a seguire… vi ricordo che la vostra partecipazione aiuta anche gli altri e perciò va sempre almeno un po’ indirizzato l’intervento in tal senso — mi raccomando non voglio dire che non si può interloquire, ma solo di privilegiare , anche nell’interloquire, comunicazioni più adatta all’auto-aiuto, di chi partecipa, ed anche di chi solo ci legge, SEGNALO infatti che c’è una media di circa 300 visite al giorno… quindi ci leggono in tanti, e questo è bene, dà il senso che stiamo attivando veramente un momento di riflessione costruttiva… ma qui non sono le quantità che contano nel senso dell’audience, quanto la qualità di una partecipazione che tende a generare una NUOVA EDUCAZIONE SENTIMENTALE, un maggior senso e valore della relazione, aperta a molteplici possibilità quelle più classiche a quelle più trasgressive a quelle più complesse… e così via… ma dove si cerca il più possibile la sincerità con se stessi e con l’altro e di non farsi del male inutile e cattivo… in amore è normale che si soffra nella vita, succede e si cresce, però dobbiamo collaborare per un’educazione ed una consapevolezza che limiti, prevenga e curi le relazioni effettivamente patologiche… in un certo senso, stiamo combattendo per l’amore con le armi della coscienza, della partecipazione e della pace… ove ciascuno con le sue idee e le sue esperienze possa sentirsi accolto ed accogliere.
Cara Rosy , fa come se ora accanto a te si sedesse una persona , sconosciuta ma a te vicina . Questa persona sono io , che come te , sta più o meno o vivendo la tua esperienza ….non sarebbe meglio a questo punto riuscire a farci una risata insieme ? riuscire a stravolgere il dramma ? capovolgere la trama e inventarci un meraviglioso colpo di scena ? Bene , secondo me , vale la pena almeno di provarci , anche solo per un momento: fare in modo che per un attimo tutti i personaggi di queste storie , che fino ad ora sono stati protagonisti , recitanti senza lode ne gloria , vengano messi da parte , si togliesse audio e luci . Mettiamoli in un angolo ed entriamo in scena ….e finalmente diamo voce alle nostre di sensazioni partendo proprio da te …da quello che hai scritto
“Voglio staccarmi da lui e dalla Rosi che non sta bene. Io voglio star bene, voglio star bene con le piccole cose di ogni giorno, quelle che un tempo riuscivo ad apprezzare e che, se pur piccole, mi davano tanta soddisfazione”…
E giunto il momento di imparare a volersi bene nel senso di essere sempre e comunque orgogliosi della propria vita …anche dei propri errori …. Tu sei madre Rosy ! solo tua figlia merita i tuoi pensieri e volersi bene inizia con un elegante chissenefrega dei giudizi che gratuitamente vengono sentenziati ….ti preoccupi dei giudizi di certe persone ‘ ma vuoi scherzare ? … tu non devi cadere nella trappola ….ribalta le parti Rosy ! schiaccia questo clan di buffoni prima nella tua testa e poi il resto verrà da se . Non pensare che tu stia peggio di lui ,
tu pensa solo che hai un anima e che da quest’anima escono parole che esprimono rabbia ma anche un grande bisogno d’amore ! Tu ora fai tesoro di questo brutto “episodio” perché senza rendertene conto ti ha arricchita e lo capirai quando riuscirai ad abbandonare il rancore e proseguire a testa alta …. Sono caduta e ho toccato il fondo , tremando e sentendomi gravemente colpita da più parti sto tentando la risalita , perché troppo spesso ho guardato negli occhi mia figlia vedendo in lei qualcosa di mio:…quegli occhi impauriti e quella tristezza che mi hanno fatto capire che nessuno ha diritto di calpestare la mia e la sua vita!
Inizia ad essere meno accomandante e più incline alle pretese ! Perché questo è l’errore che ho fatto anch’io, perché se non fossi stata così sono certa che già da tempo mi sarei liberata di questi parassiti inutili . Fammela sta promessa ….ho letto spesso ciò che hai scritto , si vede sofferenza ma tanta umiltà, e l’umiltà è uno degli elementi che fanno una persona dignitosa , e che l’umiltà non si confonda con la sottomissione , alza lo sguardo e puntalo dritto negli occhi di chi interrompe la tua rinascita , poi ignorali e vai avanti , dedica energia alle persone che ti vogliono bene ….ti stupirai quando vedrai svanire la loro forza , perchè era tutto falso …perché forse questa forza gliel’hai attribuita tu …. Ti stupirai … credimi …. Un cambiamento implica una rivoluzione totale ….
Metti in campo la grinta e inizia la giornata davanti a quello specchio senza cercare di scorgere, attraverso i tuoi occhi, quella bimba indifesa, maltrattata e bisognosa di cure , attenzioni vere, autentiche… ma sorridi a te stessa , cura tu per prima la tua anima , respira profondamente e fai posto solo all’aria pulita e fresca del mattino …..datti tutte le attenzioni che ti servono ….
“La padronanza della propria mente, ribelle, capricciosa, e vagabonda, è la via verso la felicità.”( Dhammapada )… un abbraccio forte
Salve dott. Brunelli e salve a tutte-i,
non ho molta forza al momento che mi sostiene nel racconto, ci stavo rinunciando solo al pensiero perchè le mie energie vitali sono spente,ma cerco di sforzarmi un pò perchè ho trovato delle risposte a tanti dei miei incomprensibili vissuti. Sono distrutta, questo riesco intanto a dire, da una relazione che è durata pochi mesi ma che ho avuto dopo una storia di due anni molto sofferta. Una sera dopo un lungo periodo di sofferenza e di chiusura in me stessa, finalmente decido di uscire con una mia amica che aveva ormai perso le speranze ma non mollava. Quella sera volevo distrarmi, finalmente… ed ho conosciuto un ragazzo che ha iniziato a seguirmi con lo sguardo fino ad avvicinarsi a me (c’era uno spettacolo all’aperto, in piazza). Con una virata ha localizzato, come un falco, dove mi ero seduta e ha cominciato a parlarmi con modi affabili e seducenti, galanti. alla fine abbiamo cominicato a frequentarci: sin dall’inizio mi ha corteggiata fino a conquistarmi, nonostante le mie grosse resistenze e paure per l’esperienza passata: era gentile, brillante, sembrava sempre voler sapere cosa facessi per aiutarmi, diceva lui. Io rimanevo abbastanza colpita dalle sue frasi spiazzanti, dai suoi improvvisi “blitz” sotto casa con i fiori o sotto il posto di lavoro ad aspettarmi inatteso. Pensavo a quanto fosse romantico, anche se così velocemente: non faceva altro che riempirmi di complimenti idealizzandomi, facendo riferimento a me come donna di qualità “superiore”con alti valori morali e piena di un amore compassionevole, introvabile.Io da una parte mi sentivo gratificata ma sentivo cmq un eccesso nei suoi giudizi. Ma appena ho cominciato a coinvolgermi anche io nella storia, sentendo dei sentimenti che giorno dopo giorno crescevano dentro di me ho iniziato a sentire da parte sua iniziare un distacco e una freddezza, a tratti un disprezzo per la mia persona. Questa altalenanza che cominciava a ripetersi sempre più spesso, un continuo passare dalle stelle alle stalle, mi destabilizzava e ho iniziato a chiederne i motivi, ma questo e qualsiasi altra mia richiesta, qualsiasi cosa partiva da me e non da lui (anche una semplice uscita) scatenava in lui delle reazioni spropositate. Ha iniziato ad offendermi verbalmente con parolacce che mi lasciavano esterefatta, magari per avergli detto se ci prendevamo un caffè insieme o quello che aveva fatto durante la giornata. Mi colpevolizzava di tutto, di esasperarlo, di provocarlo continuamente, e che quelle ingiurie e minacce erano solo per colpa mia…ma non capivo di cosa? Minacciava continui abbandoni, mi attaccava il telefono in faccia mandandomi aff… e magari richiamavo piangendo ed ecco che partivano a valanga insulti senza che riuscissi a farlo ragionare, a parlare con calma…mi attaccava di nuovo concludendo con insulti fino ad augurarmi la morte. Ma ero già innamorata di lui e non riuscivo a credere che potesse dire e fare questo, non riesco tutt’ora a farlo,ancora non riesco a distaccarmi da quell’immagine che ho di lui, romantica, affettuosa, “salvifica”, protettiva, così ho cominciato ad abbozzare, ad ingoiare rospi, a non dirgli più nulla per paura delle sue reazioni, a dovergli perfino chiedere scusa se lo avevo fatto innervosire per arrivare al punto di dirmi insulti di una volgarità e cattiveria mai udite prima. Ma poi ho scoperto un tradimento, ho provato a parlargliene e lì la sua furia si è scatenata in maniera devastante: parolacce, insulti, minacce sempre più gravi. Ed io sempre lì, con calma e pazienza a cercare di ricucire, fino a dire che mi ero sbagliata io, che mi ero inventata tutto pur di non vedere quella furia scagliarsi contro di me, spaventata dall’idea di perdere quell’uomo che mi aveva conquistata così dolcemente. Alla fine non è bastato nemmeno abbozzare, non fare richieste,niente. Abbiamo trascorso alcuni gg insieme, abbiamo parlato, sembrava ragionare con calma, ci eravamo ripromessi di affrontare qualsiasi problema parlando con calma e lui sembrava essere d’accordo, promettendomelo con dolcezza. DIceva di amarmi; di nuovo la freddezza e il distacco il giorno dopo. sono stata in silenzio molti giorni, ho sopportato il suo ennesimo capovolgimento, ma alla fine dopo l’ennesima risposta brutale e incivile di fronte al mio come stai? ho chiesto spiegazioni, se gli avevo fatto qualcosa di male,ma lui ha iniziato a dirmi che non voleva vedermi (nonostante avessi ricevuto un sms da lui pochi min prima dove mi chiedeva se avevo voglia di stare con lui, ho capito dopo che non era indirizzato a me). Cercando di capire il perchè di questo cambiamento e il perchè di quel messaggio se lui non aveva voglia di vedermi, ha cominciato a riempirmi di una valanga di insulti, volgarità, fino alla minaccia di venire a casa mia e di gonfiarmi di botte….. Poi di non volermi vedere più…a pochi giorni da dichiarazioni d’amore e di voler stare con me tutta la vita….In questi giorni ho cercato e cerco una risposta e una spiegazione, qualche risposta l’ho trovata in questo sito, altre nella scoperta che lui ha altre due relazioni parallele alla mia, che addirittura frequenta abitualmete prostitute!!! Non ce la faccio ad aggiungere altro, so solo che sto molto male, gliel’ho detto, mi ha sentita piangere, chiedere una spiegazione e le sue risposte sono state solo di totale disprezzo e umiliazione, parolacce e ingiurie senza fine, accuse su tutto e di tutto. Più stavo male più infieriva.
Non riesco ad essere razionale, non riesco a capire i motivi di questo ribaltamento continuo e questo disprezzo e odio per la sofferenza che provo… mi ha augurato la morte affinche mi levi dalle p…. Ho cominciato a soffrire di tachicardia, ansia, la notte non riesco a dormire ma la cosa che mi preoccupa è che se anche tutti mi dicono che è uno stronzo senza pietà, se leggo questo blog, la mia spinta continua ad essere verso di lui, verso la ricerca del suo aiuto, la speranza che lui non sia questo ma la persona gentile e amorevole che mi era apparsa, della quale mi sono innamorata, che pur sapendolo non riesco ad accettare che sia una maschera. Ho letto delle cose a sua insaputa che ha scritto ad un amico di un cinismo sconvolgente, di come considera le donne (oggetto per puro divertimento sessuale) e come denigra il suo amico per essersi innamorato di una ragazza. Non riesco a credere che sia l’opposto di quello che ho conosciuto, non riesco ad accettare e a comprendere questa crudeltà gratuita, questo volermi fare del male sapendo e riconoscendo che io l’ho amato. Ho paura di non farcela, sento compromessa la mia vita. Grazie intanto
Francesca
Ciao Francesca, ti capisco . Sono stata come te, per sei anni. Lui era il pediatra di mio figlio (mio figlio e’ disabile o handicappato, la sostanza non cambia). E’ arrivato addirittura a riempirmi di pugni sulla nuca e sono finita in ospedale. Prima dell’ esplosione aveva gli stessi comportamenti che descrivi tu. Salvati. So che stai soffrendo ma pensa che ogni gesto bello era finto. Questi uomini sono maschere . Per tutti. Te e le altre che frequenta. Consolati pensando che le altre staranno male come te. Le modalità di questi personaggi sono fisse, inerti, stereotipate. Salvati. Allontanalo dalla tua testa e pensa a cosa ci sia dentro di te che ti fa resistere in questo modo . Sicuramente e’ una qualità ma usala bene. Sono certa che lo saprai fare. Auguri Alessandra
Molti dei vostri commenti risvegliano in me ricordi, episodi, frasi, cose dimenticate.
-Mi lascia e dopo due giorni ci vediamo in compagnia di amici e lei flirta tutta la sera con un’altra persona, eppoi mi dice che se fossi stata più tranquilla e sicura di me non l’avrebbe fatto. Era colpa mia.
-Definiva la mia voce al telefono “monocorde” e continuava spazientita e scocciata a farmelo notare e se tentavo di essere più allegra (sbagliando peraltro), mi diceva che non ero spontanea ed ero falsa (io!)
-Al momento di lasciarmi mi dice che in una coppia ci vuole “indipendenza emotiva” (!!!) ed io sono dipendente e questo non va bene. Si è dimenticata tutti i numeri che ha fatto per farmi capitolare? Eppoi appena cedo, per lei, divento dipendente. Ma poi, ditemi, cos’è l’indipendenza emotiva in una coppia che si ama?
-L’anaffettività completa nascosta da un’interpretazione esemplare dell’amore, mancanza d’intimità, sesso completamente privo d’amore e tenerezza, fatto di “pseudo erotismo” fine a se stesso, freddo.
Potrei continuare all’infinito perchè i ricordi affiorano insistenti e senza sosta ma quello che mi chiedo e vi chiedo è:” tutto ciò a cosa serve? Non è che alla fine, ricordare, parlare continuamente di questa storia, rimuginare in maniera oserei dire ossessiva, non fa altro che tenermi legata, inchiodata lì? Oppure, come ho letto da qualche parte, la via della guarigione passa per le strade della memoria e termina per quelle dell’oblio?”
Per me Elli ricordare e rimugginare sono 2 cose diverse. Rimugginare mi dà l’idea di qualcosa di statico che si ripete sempre uguale…sfinevole…ossessivo. L’altro nella comunicazione non esiste, ma viene usato per ripetere un vissuto sempre uguale, che appunto non cambia, perchè non si vive l’interazione che presuppone l’ascolto di ciò che ci proviene dall’altro…magari i tempi non sono ancora maturi o magari l’altro al quale ci rivolgiamo non fa per noi. Il ricordare invece può avere un’altra qualità, poichè il ricordo di ciò che è stato, nel momento presente, cambia sempre anche il ricordo stesso. Infatti ricordare insieme ad un altro che ascolta e che ci porta le sue disinteressate risposte, ci aiuta a cogliere un senso che possiamo sentire come giusto per noi…C’è qualcosa che torna…si sente come una sorta di sblocco che fa proseguire….e l’energia cambia…è più leggera. Inoltre ricordare è sempre molto importante, più che dimenticare…anzi, dimenticare può essere persino pericoloso….ricordare serve perchè certe cose non accadano più…è la nostra hashoah! Ricordare senza rancore e mettere il ricordo a disposizione degli altri, come forma di aiuto gratuito. Grazie per la tua domanda!
Buonasera, riscrivo qui ora per ricevere la notifica perchè un problema che ho avuto oggi al pc ed alla connessione mi ha fatto saltare anche questo collegamento. Grazie, chiedo scusa per l’involontario l’inconveniente.
Elisa
Cari compagne e compagni di questo blog, mi sento di ringraziarvi tutti, per la vostra capacità di fare scorrere le vostre emozioni insieme alle mie, nei preziosi regali che ci fate e ci facciamo reciprocamente….poesie…citazioni….immagini…fiabe…miti….e canzoni.
E’ un’occasione per me di affrontare la mia solitudine, sentendomi unita ai miei simili che sento così somiglianti… così diversi…grazie! Ieri mi è accaduta una cosa mai successa prima…ero insieme a tante altre persone ad ascoltare una sola…L’argomento mi interessava molto e quando c’è l’interesse, in quel momento, non c’è spazio per altro….mi sono messa a piangere senza motivo. In questo momento sento di essermi portata dentro le emozioni e il pianto di tutti voi, a dimostrazione del fatto che siamo tutti collegati e che nulla accade per caso. Un grazie particolare ad Elisa e a Dada che mi avete fatto magicamente ritrovare anche il mio nome ripetuto 2 volte nei 7/8 del ritornello, inviandomi un bellissimo messaggio d’amore anche tutto mio…è stato bello e toccante…molto toccante. Mi sono sentita toccare dall’amore dell’universo che ha un messaggio per ognuno di noi e io ringrazio tutti coloro che come voi si fanno strumenti d’amore inviati dall’universo….e tutto questo anche grazie a questo blog! Un ringraziamento particolare al Dott. Brunelli!
Mi permetto di far notare un po’ a tutti i partecipanti che sarebbe bene evitare messaggi ‘criptici’, nel senso di generare comunicazioni personali che possono risultare ambigue per i partecipanti… eventualmente per chi avesse necessità personli più private si può scrivermi in privato e poi posso chiedere ad ambo i richiedenti il permesso di scambiare l’indirizzo mail… naturalmente tutto questo, come tutta la gestione mi costa molto impegno e tempo, chiedo quindi di collaborare con comunicazioni più rivolte a tutti, anche se richiamano l’attenzione su un post particolare di una persona – ovviamente è sempre bene esprimere le proprie emozioni, testimonianze, esprimere se stessi e accettare il confronto… Inoltre è interessante segnalare NOVITA’ E IDEE, ad esempio oggi sul VENERDI’ DI REPUBBLICA 20 Aprile di oggi c’è un articolo di Fabio Gambaro su dal titolo “Così, spinto dal consumismo NARCISO batte Edipo (E PEGGIO PER NOI) – cercatelo, conferma molte cose che qui andiamo insieme scoprendo… qui però siamo anche impegnati in un dialogo di auto-aiuto capace di apportare relativi benefici terapeutici e di sostegno, che in alcuni casi, possono essere davvero importanti, come confermano molti partecipanti… e quindi grazie ad una vostra propizia partecipazione collaborativa ed espressiva.
Pier Pietro Brunelli
Psicoterapeuta (moderatore G-di-AAA ; Gruppo di Auto-Aiuto-Abedoimagination … che ne dite come nome? Si accettano anche altri suggerimenti).
Faccio la mia proposta al Dott Brunelli e a tutti voi:
Pier Pietro Brunelli
Psicoterapeuta (moderatore GEA ; Gruppo-Ecorinascita-Abedoimagination).
Bello però il GEA esiste già e riguarda un organismo tipo (GEnitori ancora, dopo la separazione) ed è abbastranza noto al nord… inoltre, a me piacerebbe che il nome fosse meno complicato e più aggregante per chi avesse problemi e cerca sostegno on line… un altro gruppo di auto-aiuto che secondo me sarebbe importantissimo su un altro problema è quello della SINDROME DA DISOCCUPAZIONE , se così la si può chiamare, che sta spargendo malattia, infelicità e morte tra milioni di persone… SAREBBE FONDAMENTALE CHE VI FOSSERO SERVIZI STATALI SPECIFICI SU UNA COSA DEL GENERE E SU ALTRE, MA ORA SIAMO NOI CHE DOBBIAMO RIMBOCCARCI LE MANICHE E FARE DEL NOSTRO MEGLIO … e allora ameremo di più noi stessi perché ameremo di più gli altri, e così sempre può venire l’amore e la pace, terrestre e celeste, nell’anima e nei sensi… ah come è doloroso questo cammino di vita, se però entriamo nella sintonia con il grande progetto dell’amore che passa dentro il ricamo delle nostre sofferenze, alora sì, che ne vale la pena e la gioia.
Raggi (cioè tutti noi
e del sole di albedo, anche come simbolo di speranza) di Albedoimagination, Gruppo di AutoAiuto R.A. GAA
RaggidiAlbedoimagination.. GruppoAutoAiuto
QuellidiAlbedoimagination.GruppodiAutoAiuto
Q. AIGAA; AIGAA; RAIGAA (Raggi)-R-AIGAA
AII-GAA AlbedoImaginationIterinari-GruppoAutoAiuto
AnimediAlbedoimaginationGruppoAutoAiuto o GruppoAutoAiutoAnime(di)AlbedoImagination o Anima/AnimusAlbedoImaginationGAA.diAI GAA.AI (troppe A??) o GAI. AI GruppodAlbedoAnimaItinerantei AUTOAIUTO
ALBEDOIMAGINATION.FAREANIMA.GRUPPOAUTOAIUTO. AI.FA-GAA (a me piace questo soprattutto, non è originale ma riprende lo spirito del blog credo)
AlbedoImaginationGruppoAutoAiuto(o)nline
AlbedoImaginationAutoaiutoGroup(po)online…
AlbedoImaginationGruppoApertoAutoAiuto
AIGAAA
GruppodiAlbedoImaginationperl’AutoAiuto
GAIAA ….
Per il momento ho esaurito le risorse però ci penso anch’io
Gentile Dott.Brunelli,
vorrei chiederle un parere sulla mia esperienza.
Ho concluso da alcuni mesi una relazione con una donna con cui sono stato insieme tre anni. Questa donna, molto simpatica in contesti sociali, capace di conversazione vivace ed intelligente, raffinata nel vestire ed in grado di essere intensamente seduttiva, risultava e risulta molto apprezzata da tutti coloro che non la conoscono approfonditamente.
Nella vita di coppia, tuttavia, ha dimostrato un comportamento fortemente manipolativo, facendo uso assolutamente spregiudicato di menzogne, ricatti, violenza verbale, colpevolizzazione dell’altro o vittimismo, a seconda dei casi; l’uso della menzogna è giunto non solo a simulare sentimenti profondi (dico simulare perché ho verificato che, allo stesso tempo, flirtava con altri uomini) pur di attirarmi di nuovo in situazioni da lei controllabili, ma persino a fingere finte gravidanze ed aborti. D’altro canto, a queste cose la persona in questione è stata in grado di alternare parole di grande tenerezza, regali, simpatia, etc…..con la particolarità, di cui mi sono accorto solo dopo molto tempo, che queste espressioni erano in genere una sorta di ricompensa per quando facevo “il bravo”, ovvero soddisfacevo le sue necessità. Altra particolarità, questa donna pretendeva sempre un certo tipo di comportamenti sociali (modo di vestire, di comportarsi, di parlare, etc.) e la partecipazione ad attività di suo gradimento, ma non ha mai condiviso né le attività di mio gradimento (se non nei momenti in cui percepiva il rischio di rottura della relazione) né ha mai accettato di frequentare i miei amici, parlandone sempre male in maniera diretta o subdola, a seconda dei casi. La relazione era sempre incentrata su di lei e sui suoi bisogni.
Allo stesso modo, mi accorgo che è sempre mancata una condivisione emotiva a livello profondo, con una notevole freddezza emotiva ogni volta che si giungeva a parlare di questioni importanti, salvo poi rimproverarmi il non affrontarle ed il non fare progetti a lungo termine sulla coppia.
La persona presenta inoltre sintomi depressivi con variazioni di umore e ipersonnia.
Questa persona ha avuto un’infanzia affettivamente molto pesante, con una madre dura, fredda, severa al limite della violenza sia verbale che fisica, ed un padre affettuoso ma assente per la maggior parte del tempo, il che mi ha portato per lungo tempo a compatirla ed a perdonarle un gran numero di comportamenti distruttivi, senza che ciò abbia tuttavia portato ad alcun cambiamento positivo nella relazione.
A questo punto le domando: in quanto ho descritto, è possibile ravvisare una tendenza al narcisismo patologico, se non una patologia conclamata ?
E, secondo punto: non sono riuscito a valutare il grado di consapevolezza di questa persona….alcune azioni sono deliberate, ma ho il fondato sospetto che non vengano valutate in quadro più ampio, ovvero considerandone gli effetti sugli altri e sull’evoluzione futura della sua vita e della sua personalità. Sulla base di queste osservazioni, con mio grande dispiacere, ho concluso che è estremamente difficile, se non impossibile, che questa persona possa affrontare un percorso di guarigione. E’ vero ? ci sono percorsi da suggerirle ? In ogni caso io non intendo avere un ruolo attivo nella sua guarigione perché allo stato attuale ciò mi ricondurrebbe in una condizione difficile ed energeticamente debilitante in cui non voglio rientrare.
La ringrazio anticipatamente per la cortesia e la professionalità,
Lorenzo
Caro Lorenzo, purtroppo non ce la faccio a rispondere a singoli casi, sia per il tempo e sia perché non ho elementi sufficienti attravrso alcune righe, e non mi è concesso dalla mia impostazione professionale dare pareri improvvisati. Tuttavia se lei partecipa al blog potrà incontrare testimonianze e commenti che le serviranno senz’altro a comprendere, inoltre questo può permettere di conoscerci meglio e di poter intervenire anche da parte mia quando si evince una questione che appare importante anche per altre persone nel gruppo di auto-aiuto. Allora benvenuto
P.B.
Caro Lorenzo, la tua storia dolorosa è purtroppo simile a quella di molti di noi che scriviamo in questo forum di auto-aiuto dove cerchiamo di aiutarci e sostenerci a videnda ma con la supervisione attenta ed il coordinamento svolto dal dottor Brunelli. Anche io ti invito a partecipare con noi a questa discussione condividendo se vuoi e nel rispetto dei tuoi tempi, qualcosa in più della tua esperienza e di ciò che durante la stessa hai vissuto così come cercando di esprimere cosa essa, ha lasciato ora dentro di te, sia emotivamente che a livello psicologico, in modo che anche per noi partecipanti sia possibile capire qualosa in più di te – ognuno di noi, vedrai, pian piano potrà, attingendo a qualcosa di simile dentro sè stesso e nei ricordi delle proprie esperienze negative e positive, cogliere qualche diversa sfumatura della tua e ciò potrà far nascere un proficuo scambio di idee, emozioni e sostegno. Inoltre, attraverso questi scambi, anche il dottor Brunelli secondo me, come fa ed ha già fatto per noi tutti, nei limiti del possibile, potrà senz’altro, con un pò di pazienza anche da parte tua, dato che legge tutti noi, che come avrai visto, scriviamo davvero molto data la possibilità che ci viene qui offerta di farlo e di essere “ascoltati”, cogliere ed estrapolare con l’occhio e l’orecchio clinico, ciò che gli sembra più saliente ed essenziale e “tuo” in modo più peculiare e potrà, come spero per te, dirti qalcosa di più specifico, così come ,tu gli chiedi. Mentre così la tua esperienza mi sembra descritta in modo molto generico – anche se mi rendo conto che per te, lo è invece in modo specifico, essendo la “tua” esperienza, con grande coinvolgimento emotivo -nel senso che ci sono alcuni aspetti comuni sia a tutte le persone che soffrono per problemi affettivi/amorosi, sia alcune carattristiche della persona che descrivi che si possono, secondo me, individuare anche in altri disturbi di personalità non necessariamente ed esclusivamente il narcisismo patologico . A volte le persone manipolano non per reale cattiveria ed incapacità di amare, anche se la persona manipolata si sente molto male ugualmente ed “usata”, ma per difendersi da qualcosa che temono, perchè sono stati a loro volta manipolati ed è questo l’unico “copione” secondo il quale hanno imparato a condurre la loro vita non conoscendone altri, nè i loro vantaggi; oppure lo fanno per una sorta di desiderio o bisogno di perfezionismo che è entrato a far parte della loro struttura di personalità (ti invito, a tale proposito a leggere l’articolo “Il narcisista bravo”, ispirato al film “The Artist”, dove c’è anche un bel filmato) e che li spinge a “dover” controllare anche gli altri, per il timore di perdere loro stessi il controllo, come in alcune forme di disturbo ossessivo compulsivo di personalità, ad es. Oppure ciò può accadere per incapacità di esprimere i propri sentimenti reali perchè un tempo, ciò è stato loro impedito nell’ambito di situazioni affettive di base come quelle con i propri genitori, alle quali tra l’altro, tu stesso in relazione alla donna (che non sto qui giustificando, sia choiaro, sto soltanto cercando di riflettere sulle tue parole e di fornirti, così come possibile e come invito i miei amici ed amiche del forum a fare anche loro con te, qualche piccolo spunto per riflettere anche tu insieme a noi, anche contraddicendo tutto ciò che qui dico se senti che non corrisponde in nulla o solo in qualcosa alla tua esperienza di relazione negativa, ma purtroppo, così è un pò difficile, senza conoscerti un pò meglio, capire anche meglio te ed il tuo personale problema), donna di cui parli e con la quale hai intrattenuto una relazione, fai riferimento. Da ciò che dici sembra che questa donna, abbia avuto dei genitori che al suo interno, per la loro grande diversità di atteggiamento e comportamento verso di lei quando era piccola, potrebbero essere stati vissuti come non integrabili ed aver generato una sorta di scissione o separazione totale tra un genitore buono ed uno cattivo e, di conseguenza, ciò potrebbe aver creato una notevole difficoltà in questa donna dello sviluppo della propria parte femminile e della propria parte maschile, con i relativi comportamenti ed atteggiamenti che in ogni individuo, le caratterizzano. L’Anima del’uomo è infatti formata sia da parti maschili che da parti femminili, indipendentemente dal sesso dell’individuo, seppure in proporzioni diverse.Infatti, a proposito delle sue esperienze con i genitori, tu stesso dici che lei ha avuto una madre dura, fredda ed al limite della violenza fisica e verbale (ma, ti chiedo io: la freddezza, la durezza di una madre, non è già una forma di violenza, anche se sicuramente, involontariamente , agita su di lei?) ed un padre invece affettuoso ma assente per la maggior parte del tempo. Secondo me anche l’assenza può essere una forma di violenza ma agita silenziosamente: l’assenza non fa rumore ma esplode dentro, talvolta in modo anche più corrosivo, per per chi la subisce -per inciso, l’assenza è una delle armi preferite dai narcisisti patologici in certi momenti dei rapporti . L’assenza può essere talvolta una silenziosa ed invisibile violenza, tanto più quando quel bambino/a, persona, avrebbe invece bisogna di quella specifica presenza, tanto più se è l’unica affettuosa a cui una bambina o un bambino, sente di poter accedere e, quindi di avere diritto. Quindi, io purtroppo, non so dirti se questa persona abbia un disturbo narcisistico di personalità del tipo patologico di cui qui si parla e noi in questo forum parliamo, scambiandoci le nostre esperienze e condividendo le nostre emozioni, anche le più brutte, così come quelle bene che sono un dono che ci capita di sperimentare, però, seppure da ciò che tu esprimi rispetto alla tua sensazione di impossibilità di questa persona di accedere ad un percorso di guarigione mi rendo conto che molte o alcune riflessioni in proposito le hai sicuramente già fatte, vorrei semlicemente invitarti a riflettere su una cosa, per il momento: con un padre affettuoso ma assente – e quindi potenzialmente desiderabile ma inaccessibile, soprattutto nei momenti di maggior bisogno, ad es., quando la mamma era più dura con lei – e con una madre fredda, dura, al limite della violenza nelle sue diverse forme, a quale modello di amore per sè e per l’altro potrebbe aver avuto acesso e modo di sviluppare questa donna? Ed integrato, come due facce di una stessa medaglia che possono alternarsi in momenti diversi, quelli fuggevoli di odio suscitati da qualche forte o pressante motivo scatenante e che se contenute entro determinati limiti, non possono compromettere l’amore vero? E quale capacità di esprimerlo, l’amore può realmente aver sviluppato, senza falsità? Intendo una falsità divuta ad una incapacità internamente serientata come tale e, in tal senso, fonte di sofferenza. La cosa interessante e piuttosto sottile da comprendere e differenziare è che ci sono persone anche, che apparentemente possono sembrano dei narcisisti ma che differentemente dai narcisisti patologici che volontariamente fanno del male agli altri, altri di cui non gliene frega nulla, perchè sono, come spiegato nell’articolo sopra ed in alti articoli qui ed in altre pagine del blog, del dottor Brunelli (e come si può evincere anche i n alcuni dei contributi che noi che in questo blog scriviamo, dove a volte anche lì vi è una relativa incertezza, al di là della certezza della sofferenza provata ), come forma di autoaiuto reciproco, differentemente da quei narcisisti dicevo, ci sono persone che seppure sembrano incapaci di amare perchè vivono oscillando al loro interno tra profonde scissioni dentro di loro, come avviene ad es. in persone che soffrono del disturbo bordeline di personalità (sopra, nell’articolo ad inizio pagina, viene ben spiegata dal dottor <brunelli la differenza tra NdP e BDP), scissioni a causa delle quali esse vivono la persona con la quale hanno una relazione ora come buona ed ideale ora come cattiva e da svalutare, perchè non in grado di corrispondere in quel momento all'ideale di cui avrebbero bisogno ma che per questa loro "incapacità", seppure spesso di essa non ne parlano quanto piuttosto, finchè non vengono capite ed aiutate, le agiscono, facendo male a sè ed all'altro, si sentono però profondamente in colpa. Solo che spesso nascondono questo senso di colpa sia a se stesse che agli altri e, talvolta per non sentirlo, per quanto esso è forte e profondo, si gettano ad esempio, in più relazioni contemporaneamente senza riuscire ad investire affettivamente in nessuna di essa, poichè così come hanno vissuto nel rapporto con i genitori, dove uno di loro era più buono e desiderabile, accogliente in modo potenziale mentre l'altro era freddo, duro, respingente per i bisogni di un bambino, allo stesso modo, cercano in una persona, ad es., un amante ideale e quinndi un ideale di "potenza, sicurezza e forza" e nell'altro, la tenerezza, il calore del rapporto affettivo ed umano al fine di sentire per un certo tempo, in modo inconsapevole o semi.inconsapevole, la possibilità di "avere ciò che serve", come un nutrimento affettivo che essi, con una specie di pensiero "magico" che è tipico dei bambini piccoli che giocano creando un mondo a parte dal quale però, sono poi capaci di riuscire, così allo stesso modo, queste persone rendono quei rapporti, in quel momento come"totamente buono", attraverso un processo di idealizzazione che glielo fadiventare "intero" (anche se i rapporti sono ad esemio due..). Poichè questa idealizzazione, in questi frangenti, non è però sana, differentemente da altre situazioni in cu si può verificare, essa è presto destinata ad infrangersi, restituendo loro l'immagine della persona idealizzata con dei difetti come quelli che aveva la persona dalla quali erano fuggiti. Questo può portarli, anche se qui è un pò difficile spiegare il tutto in modo sufficentemente comprensibile, ad un temporaneo bisogno di disprezzare quella persona per proteggersi dal profondissimo dolore che provano, per la delusione ed anche seppure ciò può apparire paradossale, per poter fare ritorno alla persona amata inizialmente, nella quale tutto sommato "quel"difetto, divenuto ora così grande nell'altro a causa del loro stesso disprezzo, appare ora ri-dimensionato ed accettabile. E verso il quale si torna a nutrire speranza. Questo è uno dei diversi meccanismi alla base di tante "andate e ritorni" verso l'altro di alcune persone che pur sembrandolo, non sono necessariamente narcisisti patologici, seppure provocano nell'altro, ugualmente, un'enorme sofferenza, dalla quale anch'essi, però, in modi e forme diverse, non sono immuni. Mi preme sottolineare che la mia non è nè ha alcuna intenzione di essere una diagnosi nè potrebbe esserlo ma è solo un tentativo di condividere con te e con gli altri alcune delle idee e riflessioni che mi sono sorte leggendo il tuo post.
Naturalmente, anch' io esprimo la mia solidarietà nei tuoi confronti e spero che tu voglia condividere con noi qualcosa di più di te, perchè la condivisione che qui, ognuno con il suo modo ed i suoi tempi e modalità espressive facciamo, è sempre alla base del'arricchimento – seppure e certamente non materiale – reciproco, per restituire amore alle nostre Anime ed ai nostri cuori che in modi diversi sono stati feriti e, molto spesso, "derubati", anche di quell'energia che ci ha spinto ad amare anche chi in modo diverso, non lo avrebbe meritato o, semplicemente, per le nostre personali caratteristiche, sarebbe stato meglio non avessimo incontrato, quell'energia che ora ha bisogno di sentirsi rinnovata per permetterci di ri-nascere e riaprici all'amore, che è sempre in ogni sua forma, purchè rispettosa di no stessi, dellaltro e di ciò che vive nel mondo, una cosa meravigliosa.
Un caro saluto
Dada
perché secondo te non ci viene naturale/facile vivere (nel) bene (essere)?
Caro Dada, adesso che lei ha chiarito il senso più ‘etilologico’ della parola perdono, non si può essere che d’accordo con lei… se perdono vuol dire liberarsi che ben venga il liberarsi… ma lei deve considerare che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare… mi permetto di farle notare che lei nel corso di questi dialoghi ha espresso forte risentimento verso Pam e poi non mi risulta la abbia mai perdonata – ciònonostante è sempre stato accolto e compreso rispetto alle sue ragioni… non glielo dico per ripicca, ma per evidenziare che a volte, anche nelle piccole cose è difficile perdonare, figuriamoci nelle grandi… figuriamoci quando parliamo di moltissimi casi qui testimoniati e di moltissmi altri dei quali ben si sa, anche se non direttamente … qui non parliamo del risentimento che si prova per qualche tempo per il fatto di essere stati lasciati, questo può capitare, fa soffrire, ma poi effettivamente bisogna farsene una ragione, ed è bene non serbare rancore. Qui parliamo di TdN, Trauma da Narcisismo, nel senso di cercare di comprendere come è possibile che partner con i quali c’è stato uno scambio amoroso si rivelano a poco a poco in una sorta di mostruosità pratuicamente delinquenziale, che si attua in violenze psicologiche e fisiche di ogni tipo, di diffamazioni, trappole, inganni, manipolazioni, ruberie, offese , umiliazioni… esercitate soprattutto quando il partner che aveva amato sinceramente è stato indebolita da una costante ambivalenza, teme l’abbandono (come è normale se si ama) è diventa così un oggetto da distruggere e da buttare via… qui stiamo parlando di persone che infieriscono su altre (dalle quali hanno tratto vantaggi e piaceri), somministrando sofferenze inutili e devastanti, al fine di scaricare su di loro tutta la loro malvagia personalità repressa, che ha bisogno di sentirsi potente infierendo su chi è più indifeso perché li ha amati, in quanto hanno prima fatto tutto quanto era necessario per farsi amare… certo chi li ha amati è già un povero disgraziato con ferita narcisistica, un imbecille, un ingenuo, un masochista, uno sfigato, un mezzo pazzo, ecc, chi vuole ne aggiunga degli altri… ma comunque sia non è giusto maltrattare in ogni modo una persona solo perché da essa si viene amati e ce ne si vuole non solo e non tanto liberare, ma la si vuole proprio distruggere così che risulta più facile buttarla via come una scarpa vecchia… allora la si umilia nell’intimità, le si dà appuntamenti e poi non si va, le si dice che altre/i sono meglio, che con lei/lui si è buttato via del tempo, si arriva a preparare trappole per denunciuarla per stalking al fine di carpirle soldi (CASI VERI), si espongono le proprioe foto su FB in felicità con altri, oppure si passa apposta per farsi vedere in bella compagnia, si istiga il/la partner al suicidio (CASI VERI), le si rubano i soldi, le si fa perdere il posto di lavoro, si getta infamia intorno a lei/lui, si mandano messaggi infamanti ad amici e possibili nuovi partner in modo da isolarla/o… dopo queste violenze perpetuate, a volte sottili e serpeggianti, altre volte meramente criminali, le persone traumatizzate subiscono danni che spesso sono molto gravi, ma quasi sempre sono abbastanza gravi… si diventa come zombie, come morti viventi senza futuro, angosciati dalla realtà, dalla paura di vivere, dalla sfiducia… sogni orribili devastano la notte quando si riesce a dormire… in ogni attimo del giorno per mesi e mesi, anche per anni, si ode dentro se stessi un lamento di dolore, si resta spezzati in due… possono insorgere disturbi fisici che non sono immaginari, ma funzionali eppure importanti, apparato digerente, respiratorio, il cuore certamente, lo stomaco … il corpo viene dilaniato, purtroppo certi studiosi hanno confermato una relazione significativa tra queste traumaticità sentimentali e l’insorgenza di tumori e malattie cardiovascolari… ma una delle cose più orrende è che si resta mutilati nella capacità di amare, a volte non si riesce a sentire di amare nessuno, intendo dire nemmeno parenti, figli, genitori… a volte ci si aggrappa loro danneggiandoli, altre volte si esasperano litigi e rancori famigliari, gli amici si allontanano, si resta soli.. e si resta contro se stessi, si vorrebbe graffiare la propria faccia, si vorrebbe trasformarsi in un’altra persona, si vorrebbe non essere mai nati… a volte ci si aggrappa a religioni, a volte si fugge in luoghi lontani, spesso si perde il lavoro e allora occorrono psicofarmaci, droghe alcool… anche perché sono ancora poche le persone o i centri specializzati in grado di aiutare davvero e di capire, e poi costano…. gli psicofarmaci spesso non sono quelli giusti, ammesso che servano, perché spesso la diagnosi è sbagliata, si confonde sovente per depressione uno stato che è invece più vicino al DPTS il disturbo post traumatico da stress, simile a quello che resta a lungo negli esuli di guerra, nei sopravvissuti a terremoti e a grandi catastrofi… ma secondo me sebbene, guerre e terremoti siano eventi realmente peggiori, qualora ne si esca illesi fisicamente, il trauma psicologico è minore rispetto a quello di essere stati VIOLENTATI NELL’ANIMA dalla persona amata…
Allora, certo, bisogna arrivare a perdonare nel senso di cui parla lei – che però specifico, non vuol dire augurare che l’altro se la spassi felice e contento – ma di liberarsene, liberandosi dal RI-SENTIMENTO – cioè non lo si RI-SENTE più né dal vivo né nella mente, nei sensi e nel cuore… che vada per la sua strada… bisogna arrivare a non provare più quel naturalissimo e comprensibilissimo bisogno di vendetta, che non va però negato e represso costringendosi anzitempo a perdoni assurdi con il risultato di arrivare a credere che il vero cattivo sei te perché non riesci a perdonare – così che un torturato dovrebbe essere curato dal trauma proponendogli innanzitutto di dare un bacino al suo torturatore augurandogli buone vacanze – purtroppo, al di là dell’ironia molte persone che vanno a chiedere aiuto si sentono dire che innanzitutto devono vedere le proprie responsabilità e che l’altro avrà avuto i suoi motivi e che bisogna comprenderlo, e che in fondo non si può pretendere di essere amati da uno che non ti ama, e che quindi se si è stati trattati male è perché se la si è cercata, e che quindi bisogna perdonare l’altro (che magari sarà anche un birbantello, ma in fondo, cosa poteva fare?) , e non solo, bisogna anche pentirsi dei propri errori e infine – dulcis in fundo – accettare di essere limitati, di essere quel che si è, insomma, non un gran ché, e che l’altro aveva diritto di cercarsi qualcuno di migliore per essere più felice e quindi di liberarsi di un borderline come voi che non si toglieva più dai piedi… quindi, non solo perdonare, ma soprattutto anche di andare a chiedere scusa per il disturbo arrecato al vostro ‘narciso’ e passare il resto dei vostri giorni in penitenza, giacché siete vittime solo e soltanto di voi stessi/e e per giunta avete infastidito un altro/a con le vostre assurde pretese d’amore…
E INVECE NO, in questo gruppo – rispetto alle tematiche trattate su vendetta, perdono, rancore, risentimento – io sostengo alcune riflessioni che qui cerco di mettere un po’ in ordine e che spero poi di poter ulteriormente sviluppare per iscritto, insieme alla mia attività psicoterapeutica e di sostegno.
1) CHE NESSUNO TOCCHI CAINO (così come Dio ha detto chiaramente… ma perché ci pensa lui, di sicuro)
2) Non cercate di farvi una ragione per la perdita di queste persone, voi infatti AVETE già RAGIONE, siete stati con una persona malata e cattiva che vi ha fatto del male ed è normale il vostro desiderio di vendetta e il vostro bisogno di un ANGELO VENDICATORE (che c’è, state tranquilli, è già predisposto ad agire a tempo e luogo nell’inconscio di tutti i malvagi).
3) Il vostro tormento si placherà quando riceverete GIUSTIZIA cioè sarete compresi, le vostre ragioni saranno accolte, chi vuol bene ed ha saggezza ed esperienza starà dalla vostra parte, vi rispetterà e vi aiuterà a ristabilirvi, ascoltandovi senza consideravi vittime, ma persone traumatizzate da esseri dalle sembianze umane, senz’anima e che per averla dovranno penare a lungo, ammesso che ce la faranno…
4) Nel cristianesimo, la religione del PERDONO, è stato pensato l’INFERNO, il luogo cioè dove dovete mandare chi vi voleva trascinare con lui/lei, e dovete stare sicuri che senza che voi muoviate un dito, quella persona ci finirà, ma non da dopo morto, già nella tragedia della sua vita interiore…
5) La vostra vera vendetta sarà il vostro rifiorire nell’Amore, in una nuova scoperta dell’Amore… allora sarete in grado di fare autocritica, di esaminare i vostri errori, le vostre debolezze, allora scoprirete che potrete convertire il male somministratovi dal vostro criminale affettivo in bene, in energia positiva, e allora potrete non tanto perdonarlo per sempre, anche se con la volontà ci proverete, ma potrete fare in modo che quell’essere cada in un luogo dimenticante del vostro inconscio dal quale potrà farvi meno male possibile…
6) Noi non siamo padroni del nostro cuore e dei nostri sentimenti, piuttosto è vero il contrario… ma dobbiamo imparare ad amare anche attraverso la sofferenze che i malvagi ci hanno recato ed è così che ci avranno reso, alla fine, anche un servigio, ma è molto dura…
7) Possiamo sperare che i malvagi si convertano al bene e che quindi comprendano la loro perfidia e ne abbiano orrore e vogliamo allora pentirsi e scusarsi, magari anche un giorno lontano, quando forse non sapranno più niente dell’ex-partner che hanno violentato nell’anima – qundo gli dispiacerà davvero per quello che hanno fatto – ma per arrivare a questo devono prima soffrire a fondo, non per vendetta, non per punizione, ma per penitenza, per espiare, davvero per il loro bene – davvero ‘BEN GLI STA’ – così che possano capire e purificarsi e ritrovare l’anima che avevano smarrito e che li aveva resi mostruosi – e certo allora che anche noi mortali, dovremmo dire davvero “CHE DIO LI PERDONI”… (e qui non mi riferisco ad un concetto di Dio telogico, quanto psicologico, come principio fondativo e armonizzante insito nell’inconscio individuale e collettivo quale mistero spirituale della vita – immanente e trascendente, nel corpo e nell’anima).
Con solidarietà e affetto
Pier Pietro Brunelli
Buonasera Dottore ,
seguo questo blog da tempo da “dietro le quinte”, ora leggendo quest’ultimo intervento sento il bisogno di dire un grazie .
Non so ancora come ho fatto , ma barcollando e cadendo più volte mi sono rialzata e finalmente e ho preso coscienza e forza per affrontare la realta’….senza ombra di alcun dubbio sono vittima della peggior specie di narcisista … ho visto rivoltarsi contro di me in maniera subdola e spietata la persona con cui ho anche generato mia figlia . Finchè ha potuto manipolarmi e gestire la mia autostima è riuscito a far credere che la nostra fosse una famiglia perfetta ….poi ho aperto gli occhi e qui è successo il finimondo . Non ho mai pianto (inspiegabile ) non ho mai disperato forse perchè già in fondo alla mia anima si stava facendo strada quella sana voglia di rinascere e di vedere la luce , che paradossalmente , proprio in questo che è il periodo peggiore , mi fa assaporare uno strano entusiasmo ed una sana positività . Non ho mai pianto ma ho tremato e Dio solo sa quanto ho tremato nelle notti insonni o quando dovevo rientrare in questa che non è più la nostra ma la sua casa ….avevo paura . Poi lentamente , giorno dopo giorno , la figura di questo essere temibile ha assunto i connotati di un buffone inconcludente . Ora non lo temo più , non lo considerò più, lui ora costituisce solamente una controparte che volente o nolente si assumerà (per la prima volta in vita sua ) le proprie responsabilità ( ma se la vedrà con i legali ).
Io ora devo gestire l’equilibrio di mia figlia ,adolescente , che ha assistito ad una tale disarmonia umana , e la difenderò perchè lui non manipoli anche lei . Io voglio il mio tempo per me , per lei e per il mio mondo , quello che tempo fa mi era stato offuscato e allontanato . Preparerò con cura il pacchetto regalo da spedire a quella che da tempo è la sua nuova vittima . Non intendo essere in nessun modo offensiva , agirò con dignità , ritornando a respirare l’aria pulita che io voglio intorno a me … Questo era un grazie rivolto a voi , perchè se ora, che sono ancora in fondo al burrone , io non tremo più ma guardo di nuovo con occhi dolci il mio mondo , se ora mi sveglio la mattina e mi strizzo l’occhio allo specchio e affronto la mia giornata con entusiamo … lo devo anche a voi . Buona vita a tutti
Brava Stefy! Dignità e rispetto verso chiunque, ci indica la strada della guarigione, dentro all’intreccio delle nostre relazioni così profondamente offese e ferite…
Dignità e rispetto verso i più piccoli innanzitutto…la parte fragile, ci aiuta a ritrovare dignità e rispetto verso noi stessi, insieme a dignità e rispetto verso chiunque. Ti auguro Stefy di riuscire, d’ora in poi, a difendere sempre te e tua figlia da qualsiasi tipo di insana manipolazione o influenza, agita da chicchessia, donandovi reciprocamente amore nella libertà, come l’amore riesce a rendere nella sua mutevole/immutabile forma gratuita. Grazie Stefy, perchè mi dai l’occasione di interrogarmi su cosa sia l’amore gratuito, dentro all’amore di tutti i giorni. Mi fa bene sentire di ritornare ad attingere a quella radice.
Buona vita anche a te
Caro Dott. Brunelli, La ringrazio personalmente di tutto quello che sta facendo per noi !. Non mi sono mai sentita così tanto difesa in vita mia! Ho fatto tantissimi laboratori di trasformazione, ma non ho mai assistito ad una forza di salvaguardia così potente verso gli altri! Grazie!
Con il dolore, quello “sporco”, quello più profondo che proviene dalla nostra ombra, bisogna saperci stare, per sollevare chi ne è avvolto, senza condannare quei sentimenti umani che oltretutto per la maggior parte provengono dall’aver mangiato “merda” di altri, ingiustamente, come fa lei!!! Ho avuto uno zio missionario in Ruanda che prima di morire mi ha detto:” E’ inutile andare a parlare di Dio dove c’è il dolore della sopravvivenza, prima bisogna stare con quel dolore…..senza condannare…. e farlo tuo…e saper stare col dolore degli altri così com’è….il dolore di essere senza Dio….poi Dio arriverà, perchè si rivela anche così.” Grazie perchè con queste sue parole sento di perdonare ancora meglio e vorrei dire a Dada che le scuse sono tutt’altro che una sfumatura irrilevante o un’ingrediente estetico mentale, in questa espressione non vengono considerati i sentimenti, che sono gli unici che salvano. A me non interessa che mi vengano rivolte le scuse, posso perdonare ugualmente me stessa, ma chiedere scusa “libra” chi ha fatto male ed è veramente pentito….è soprattutto un dono che fa a sè stesso e in questo blog sono accettati tutti, offensori e offesi, in quanto l’illuminazione si augura a tutti.
Un caldo abbraccio al Dott. Brunelli e a tutti.
Cara Sisi,
l’amore gratuito, dentro all’amore di tutti i giorni…
…anche qui lo stiamo respirando:: mentre lasciamo tracce scritte del nostro dolore , sentiamo il bisogno di scrivere parole di conforto agli altri …e abbiamo già vinto.
Cara Rosy , con piacere vi aggiornerò sul pacchetto regalo a cui mi sto dedicando con “particolare attenzione “, anzi organizzerò una grande festa con tutti voi !… Bagordi a parte ….qualsiasi cosa succederà, ora che ho preso coscienza di tutto , sarà indubbiamento meglio . Non cè niente di più apprezzabile che respirare aria di normalità dopo tanta nauseante apnea, ovvero, dopo avere masticato per tanto tempo cibi avariati e insipidi , puoi gustarti e apprezzare meglio la meraviglia di un gustoso e genuino piatto di pasta ! …. Rosy ti aspetto per brindare alla tua rinascita …. alla tua nuova vita …al tuo nuovo respiro …bacione .
A quando la festa?
Rosy, non preoccuparti!
Ecco un aspetto molto controintuitivo (a proposito delle proiezioni fuorvianti):
NON sei tu quella che non sa stare da sola.
NON sei tu che devi imparare a stare da sola.
… E’ LUI CHE NON SA STARE DA SOLO E CHE DEVE IMPARARE A STARE DA SOLO!!! (proprio!)
Su cosa baso la mia profana opinione? Ovviamente non posso parlare per te, ma (visto che parliamo di certi soggetti a comportamento piuttosto caratteristico), per quel che riguarda la mia esperienza, mi sono posta poche semplici domande.
Ecco IL QUIZ su cui ho riflettuto per capire chi, fra me ed il mio ex, è la persona che (veramente, e anche letteralmente!) non sa stare da solo, al di là delle illusioni ottiche proiettive. (siccome noi narcisi ci proiettiamo su tutti, uso la 1°persona singolare, ma va bene qualsiasi pronome!)
1) Quanti (di tutti i miei spasimanti e ammiratori di una vita) IO ho – di fatto – tramutato in trombo-amici (magari uno dietro l’altro) senza neanche prima riprendere fiato o fermarmi a riflettere? In sintesi: quanti me ne sono trombati IO senza sosta e con smania implacabile? A scanso di sarcasmi: si intende a parità di opportunità, sennò è troppo facile dire “virtuosi per circostanze e non per merito”! :D :D
2) Quanti trombo-amici IO ho in contemporanea (giusto per accumularli come le figurine panini, nell’attesa dell’avvicendamento, ognuno all’ombra dell’altro, tutto ciò per non rischiare di restare in solitaria neanche per un istante)?
3) Quante volte mi è stato possibile passare un compleanno, sagra, festa, pasqua, natale, capodanno, ferragosto, cena, battesimo, domeniche (ecc ecc)… completamente e totalmente in solitudine … senza il bisogno compulsivo di avere amici/trombo-amici/parenti … ecc ecc tutti intorno A ME?
4) Quante volte IO ho tremato all’idea di disperdere il mezzo mondo di giocattoli-amici che non voglio che si rompano, perchè li voglio tutti attorno a me a fare quello che dico IO? Quante volte A ME è capitato di perdere la calma anche solo all’idea?
5) Quante volte (pur di non restare in solitaria senza teatrino) IO mi tengo incollata ad amici verso cui sembro nutrire disistima e sprezzo, tanto che loro stessi lo hanno perfino percepito e sono arrivati a dirmi in faccia: “tu disprezzi le persone”?! Poveretti (saranno dei codipendenti di sicuro!?), si sentono rivolgere contro (perfino in faccia) sferzate di feroce ironia alle varie rimpatriate sociali – in macchina, a tavola, in giardino, senza tregua ecc ecc ecc? (magari si sentono raccontare in faccia – cosicchè possano sentire bene – che tizia ha fatto diete e che nonostante le diete e il movimento non riesce a dimagrire, o raccontando chi è “presuntamente” infedele a chi, chi dovrebbe cambiare “look”, chi è stupido e chi …meno stupido, chi dovrebbe (non) sposare chi, perchè essere imparentati non fa bene alla salute ecc ecc ecc). Sempre per restare in tema di amici che IO-me sembro disprezzare: quante volte IO, se c’è un battesimo, rovino la festa a tutti dicendo “tanto i figli voi li fate solo per dare un senso al vostro matrimonio”? Quante volte IO-me, se una mia parente resta incinta, sbotto “m—-etti cattolici”? Chi è che, se c’è un matrimonio, rovina la festa a tutti proclamando “che senso ha? Adesso dovete fare dei figli per dare un senso al matrimonio”? Chi è che, se qualcuno è contento di un laghetto con i pesci, sbotta con fastidio “che caz… avete da entusiasmarvi, che caz.. è?! È solo un lago con i pesci”! (preciso: ognuno ha diritto alle sue opinioni, ci mancherebbe, ma non tutti se ne escono con queste esternazioni ogniqualvolta gli altri festeggiano per qualcosa!)
7) Quante volte IO-me, per mia stessa ammissione, ho dichiarato “sto male (anche) da sola”?
Ed eccoci alla parte divertente del QUIZ: la domanda numero 8
8) Per tornare alle peculiari logiche del mondo di “IO-me-narcisi” … Quante volte IO ripeto all’infinito cose come “IO voglio stare con qualcuno che sta bene da solo”, invece di cercare (semplicemente) qualcuno con cui (voler) stare bene OPPURE (aut-aut) di restarci .. da sola (appunto)? … Che caspita di logica è? :D :D :D :D Come a dire “IO voglio stare con qualcuno che NON voglia stare con me”?!?!?!?!? :D:D:D:D Giuro che lo trovo comico!!! :D
Ok …spremiamoci le meningi … ragioniamo: ma SE quel qualcuno sta bene senza di IO-me (e ci vuole poco per stare bene senza!), allora perchè dovrebbe stare … con IO-me!, e quindi che senso ha – a quel punto – che IO voglia stare con una persona che goda della proprietà di “non voler stare con IO-me” … visto che – appunto – non vuole stare con IO-me?!? D’altra parte, se volesse stare con IO-me allora sarei IO a non voler più starci assieme, poiché IO voglio stare solo con persone che stanno bene senza di IO-me (e che me lo dimostrano NON stando con IO-me, e che non vogliono starci mai, perchè se uno vuole stare con IO-me anche solo un secondo allora vuole dire che VUOLE stare con IO-me sempre: perchè se si è una persona che gode della proprietà di stare bene da sola senza IO-me, allora quella persona lo deve essere SEMPRE …contenta da sola senza IO-me, altrimenti vuol dire che mente e che in fondo vuole stare con IO-me e che fa solo finta di stare bene senza IO-me, mentre in realtà non aspetta altro che stare con IO-me ..ad ogni modo posso essere certa che quel qualcuno gode della proprietà di voler stare senza IO-me soltanto finchè dimostra con i fatti di voler stare senza IO-me, e quindi soltanto finchè di fatto sta senza IO-me)!!!! :D :D :D :D :D :D
Benvenuti nel mondo (controintuitivo) della logica di noi narcisi!!! :D:D:D:D
Sapete come noi narcisi risolviamo il paradosso?!
Facile – un giochetto da niente:
1) (all’inizio) Cerchiamo qualcuno che non vuole stare con IO-me (ma che potenzalmente forse vorrebbe, altrimenti il gioco non inizia nemmeno!). E chi sarà mai questa gente che non vuole stare con IO-me ma che in realtà lo vuole (e io lo so a priori, perchè li conosco meglio di quanto essi conoscano se stessi!)? Risposta: gente ferita e debole che non si vorrebbe fidare ma che sotto sotto ha troppo bisogno di affidarsi, cosicchè ci cascherà prima o poi, è sicuro!
2) (poi) questa persona si fa convincere a fidarsi, affezionarsi, e a voler stare con IO-me. (ovviamente si autoconvince, senza aiutini!)
3) Adesso che la persona vuole IO-me,… lo molliamo dicendogli che non vogliamo uno che vuole stare con IO-me perchè non sa stare bene da solo senza IO-me!!!!
Non fa una piega no?!!?! Geniale, vero? Una perfezione circolare!!! Le montagne russe dell’ambivalenza che ha perfettamente un senso!!! E’ UNA PERFEZIONE!!!! :D :D :D
Un ragionamento davvero sopraffino!!! :D :D :D :D :D
Per restare in tema di virgole … un comma 22 di perfezione!!! UN CAPOLAVORO!!!
Ciao a tutti…ho scoperto da poco di essere stata vittima di una persona affetta da disturbo narcisistico di personalità…il problema è che questa persona non era un uomo, ma una donna…era quella che credevo la mia migliore amica e poi ho scoperto essere una persona in realtà che non è mai esistita… si erigeva a paladina della sincerità e della lealtà… a poco a poco mi ha fatto perdere tutte le mie amicizie più importanti facendomi credere che gli altri parlassero alle mie spalle e facessero complotti verso di me…lei nella sua mente malata pensava di dirmi queste cose per aprirmi gli occhi e farmi capire che fossero tutti cattivi e falsi e lei sola era quella sincera e l’unica che tenesse a me veramente…ha provato ripetutamente anche a farmi lasciare con il mio ragazzo dicendomene di lui di tutti i colori…voleva da me un’amicizia esclusiva, morbosa e possessiva…mi rimproverava sempre del fatto di essere troppo buona e disponibile e di essere sempre pronta al perdono…per fortuna un’altra mia carissima amica e riuscita ad aprirmi gli occhi e abbiamo scoperto insieme tutte le bugie che mi ha detto questa persona e il modo in cui è riuscita ad allontanarmi da tutti…sono ancora sotto shock perchè non è neanche passata una settimana da quando ho scoperto tutto questo…la persona cattiva in questione non appena ha visto che io mi sono riavvicinata a tutte le persone da cui mi aveva fatta allontanare in un primo momento mi chiamava e mi mandava messaggi dimostrandosi infastidita…successivamente si è allontanata senza spiegazioni forse perchè ha capito di essere stata scoperta o forse perchè avendo fallito nel suo obiettivo adesso è in cerca di altre persone da cui succhiare il sangue… inoltre ho scoperto che la stessa cosa che ha fatto a me l’ha fatta in precedenza anche con altre persone…comunque io a questa persona non ho ancora rivelato di averla scoperta e non credo che lo farò…perchè avendo capito subito che si trattasse di qualche problema a livello mentale istintivamente ho cercato di comportarmi con lei come se niente fosse e allontanarmi piano piano…evidentemente ha capito da sola di essere stata scoperta…in ogni caso vorrei un parere dal dott. Brunelli perchè in questo momento mi sento alquanto destabilizzata… grazie a tutti, vi saluto calorosamente…
Cara Kiara, lei deve comprendere che non mi è possibile, senza un approfondimento, rispondere a questioni specifiche. Senz’altro se partecipa al gruppo la può aitare a comprendere meglio. Io poi cercherò di cogliere aspetti specifici che più possono interessare il suo caso, ma ho bisogno di capire di più con un po’ più di coinvolgimento. Intanto la ringrazio del suo intervento con solidarietà ed invito gli altri partecipanti a risponderle e a dialogare con lei.
Caro Dada, ho atteso qualche giorno per risponderti perché le tante cose importanti che hai espresso, mi hanno stimolato ad una riflessione profonda e personale, anche se riferita a tutti. Il riferimento al mio nome era solo da esempio, come hai evidenziato subito. Una delle cose più importanti, che hai più volte sottolineato, è stato per me riflettere sulle differenze tra uomini e donne nell’interfacciarsi….differenze che creano quelle famose ambiguità di significato, che a volte danno dispiacere e a volte suscitano allegria o ironia, oppure, nei casi peggiori, creano frammentazione, come dici bene tu. Differenze che possono creare tensioni, un po’come ho avvertito anche in alcuni nostri scambi. In questo senso l’esperienza concreta è proprio una gran bella cosa e una gran bella opportunità! Altra cosa importante è che ho visto, sentito e sono stata con quella bambina che piange….che frigna e mi ripropongo di farlo ogni volta che occorrerà e per tutto il tempo di cui avrò bisogno. E’ utile…quel pianto sono io, è vero, che cosa c’è di più triste e disperato di un pianto di una bambina rimasta lì, mentre gli altri magari sono allegri o occupati e brindano o parlano tra loro, dimenticandosi di lei!? In questa esperienza così triste ho sentito la felicità naturale degli altri e allora mi sono sentita felice pure io. ….non sono riuscita a continuare a piangere! Ma non è fantastico tutto questo? Certo ci vogliono anche quelle del corpo, ma non esistono per me carezze più belle di quelle che provengono da un cuore che ride o sorride, anche se quella felicità non riguarda direttamente me…carezze impagabili!! E penso che anche la persona di cui mi sono innamorata, nonostante i graffi, sentisse questa cosa, non sempre, ma ne ho avuto l’impressione in alcune particolari circostanze che riguardavano me e anche altri. Nella mia testimonianza ho sottolineato i sentimenti di offesa, sgomento, incredulità e rabbia, ma posso e voglio dire in tutta onestà che non ho ricevuto solo questo. Non parlo della mia prima relazione con una persona assai malata e con la quale ho avuto, molto giovane, dei figli, (il mio parere è che i figli non appartengano ai genitori, ma vengano affidati loro…e in questo, la responsabilità è come minimo doppia… se non immensa. E’ questo sentimento che mi fa accettare di averli messi al mondo insieme ad un’altra persona così… che li ha perfino pubblicamente disconosciuti. E’ una grande prova di amore e accettazione totali verso la mia esperienza)… non so nemmeno se l’abbia mai amato. Mi sembra ora che non ce ne sia stato il tempo. Ma parlo della seconda relazione….. la più importante per me. Questa persona mi ha dato anche molto. Non è stato solo svalutazione, controllo e misoginia, ma mi ha anche aiutato ad esprimere un potenziale che in me era rimasto nascosto per tanto tempo. Certo quello che ho fatto, l’ho fatto io, con la mia fatica, ma non posso negare questo suo sostegno molte volte nascosto e a distanza, ma che ho sempre percepito! E’ per questo che quando penso a lui, mi sorge anche dal cuore l’augurio di potersi innamorare o ri-innamorare ancora! Potrei non saperlo, ma sentirei una carezza nel cuore che mi proviene da altri due cuori che ridono insieme. Senza contare che anch’io mi posso riinnamorare e fare lo stesso effetto in coloro che mi vogliono o mi hanno voluto bene, poiché secondo il mio parere il bene rimane. E se dovessi ancora aspettare…… concludo citando una frase di una filosofo ebrea, la quale, vedendosi rifiutare il battesimo richiesto, poco tempo prima di morire, lasciò scritto:
….si vede che Dio mi vuole così, credente ed esterna ancora, ancora in attesa….(Simon Weil)
La tua presenza in questo blog è molto importante Dada e mi piacerebbe che partecipassero anche altri uomini.
Un abbraccio
Raccomando di ricordare che il perdono in certi casi si raggiunge dopo un percorso, pretendere che le persone perdonino subito sempre ad oltranza fino a colpevolizzarle, non è giusto e non fa bene.
Indipendentemente dal nostro perdono se davvero si vuole che la persona che ci ha fatto del male stia bene, bisogna augurarle di passare un brutto periodo sufficientemente brutto affinché capisca che ha fatto del male a se stessa e a agli altri, così potrà curarsi, pentirsi, se avrà la possibilità chiedere scusa, se no fa niente, ma che sia davvero dispiaciuta e che quindi possa diventare una persona capace di rispettare la vita sua e degli altri. Quindi non si tratta di vendetta o di perdono, ma di capire che fino a quando la vita non avrà dato a quella persona la lezioncina che si merita quella persona non cambierà, e anzi si ammalerà sempre di più. Quindi se davvero la si perdona, bisogna proprio per il suo bene che la paghi, altrimenti la pagherà talmente amaramente che non si riprenderà mai più. Nessuno la fa franca con l’inconscio. Il vero perdono consiste allora nell’augurare l’illuminazione dell’altro e questo potrà avvenire solo e soltanto dopo che si sarà purificato dal suo inferno, verso un purgatorio… e il purgatorio non può essere un villaggio turistico.
Volevo condividere con voi delle righe che ho scritto pensando alla terapeuta che mi sta sostenendo nel processo di guarigione dal trauma affettivo subìto e da tutte quelle ferite che hanno reso possibile l’instaurarsi di una relazione con un individuo tanto malefico e malato:
“Grazie dottoressa.
Grazie per la libertà che vado riassaporando.
Grazie per il dolore che posso finalmente nominare.
Grazie per le lacrime che i miei occhi sono adesso in grado di versare.
Grazie per la forza della sua passione, per la fermezza dei suoi rifiuti, per la bellezza dei suoi silenzi.
Grazie per l’attenzione del suo ascoltare.
Grazie per l’importanza attribuita ai miei pensieri, ai miei valori, alle mie interpretazioni, alle mie paure, alle mie emozioni.
Grazie perché in questo viaggio lei non cammina davanti a me, ma al mio fianco.
Grazie per essere scesa con me nel mio inferno.
Abbiamo cercato tra le fiamme alcune mie cose preziose, smarrite e quasi incenerite.
Quelle cose erano: l’amore verso me stessa, la dignità, la speranza, l’accettazione.
Sono ustionata e sofferente, ma per la prima volta provo tenerezza verso me stessa.
Grazie per la sua volontà nel guidarmi verso quei tesori.
Esistono persone smarrite e che si sentono piccole piccole.
Io ero minuscola e piena di corazze quando entrai per la prima volta nel suo studio.
Mi nascondevo sotto enormi cappotti neri, stringevo tra le mani borse grandi quanto quello che credevo mi fosse stato rubato dalla vita e il mio sguardo vagava per aria.
Io non vedevo futuro, io non avevo un presente, io esistevo nel passato.
Adesso, a volte, riesco a guardarla negli occhi per qualche secondo e riesco a togliermi la giacca e a posare la borsa sull’altra sedia.
Oggi ho ancora quell’antico dolore, ma qualcosa in me si è riacceso e non so spiegare bene cosa.
Soltanto so che mi sento viva per la prima volta.”
Una cosa che non riesco a capire rispetto al capitolo 6 del suo libro. Rispetto la Ferita originaria. La relazione con questa persona è iniziata in un momento particolare della mia vita, in cui pensavo di sentirmi veramente pronta per vivere una relazione costruttiva, in cui dare e ricevere in maniera piena ed aperta, in precedenza avevo scelto relazioni che fossero “rassicuranti”, amando certo ma non scegliendo fino in fondo. La malefica relazione con lei è iniziata una sera un cui mi chiede cosa cercassi dalla vita in quel momento. Ed io argomentando a lungo le dico che dopo la carriera lavorativa, obiettivi vari personali ora la mia priorità era quella di avere una relazione piena, volta alla moltiplicazione dell’energia. E quando le ho chiesto cosa cercasse lei, mi ha risposto:” la tua stessa cosa”. Ancora non lo sapevo ma era già iniziata la commedia. Si era già messa nella seduzione perversa trasformandosi nel “sogno d’amore” mio. Ed ha continuato in quella direzione fino alla fine, irretendomi in un modo malsano, paralizzandomi ed infettandomi. E quando mi ha lasciato mi ha detto che lei cercava una persona adulta, indipendente, che io cercavo l’amore fusionale, che andavo a rimorchio, che mi appoggiavo a lei. In realtà quella era roba sua che scaricava su di me, lei cercava appoggio, lei si piazzava a casa mia, lei non andava al lavoro per stare con me, lei faceva discorsi sulla coppia da famiglia del Mulino Bianco, e spingeva, spingeva perchè io cedessi. Ed io le dicevo di avere pazienza, dovevamo rafforzarci. Appena mi sono lasciata andare un pochino di più perchè a forza di insistere mi sono detta che magari la mia diffidenza era solo paura di lasciarsi andare (ed anche su questo argomento lei non faceva che battere…) allora, tutto d’un colpo mi ha lasciata dicendo che quella che voleva l’amore fusionale ero io.
Dunque, non è che io cercassi o cerchi l’amore originario, semplicemente non ho saputo riconoscere la manipolazione e la menzogna e sicuramente dare più spazio alle mie sensazioni più profonde che erano certamente di diffidenza e sospetto. Ma le assicuro che era difficilissimo vista la maestria con cui mi ha “lavorato”.
Le storie d’amore complicate e che fanno soffrire non sempre riguardano la manipolazione entro il narcisismo patologico… l’amore è difficile, si sbaglia, si è ambivalenti e chi è senza peccato scagli la prima pietra… certo è che le sofferenze volte sono atroci e vanno comprese e lenite altrimenti si corre il rischio di impazzire davvero o di ammalarsi… bisogna considerarsi con rispetto, fare ogni cosa per il proprio bene e per quelli che ce ne vogliono e che ce ne vorranno.. anche se feriti a morte bisogna rispettare la vita alla quale apparteniamo, perché la vita non è nostra, siamo noi che siamo della vita e dobbiamo fare di tutto affinché dalle spine della sofferenza spunti una rosa… non solo per se stessi, ma per l’umanità intera, per l’amore dell’amore.
Allor facciamo un ripassino, visto che giustamente Rosy propone alcune importanti riflessioni… vi propongo la seguente sintesi…
I criminali e il narcisismo di Luca Traverso
by rolandociofi
Dall’analisi della letteratura criminologica e della cronaca nera emergono diversi delitti e fatti reato legati a problematiche narcisistiche. Spesso infatti le dinamiche implicate nel narcisimo patologico possono costituire il background personale o, in alcuni casi, la causa principale e la spinta motivazionale primaria che porta il soggetto a compiere un’azione delittuosa.
Il narcisismo è un “concetto problematico”; il suo studio, infatti, ci impone un’analisi attenta per rilevare i diversi fattori che concorrono alla sua determinazione, e per stabilire il suo rapporto con il continuum salute-patologia.
Jack lo SquartatoreQuest’ultimo aspetto è legato alla distinzione tra narcisismo sano e narcisimo patologico; tale distinzione in ambito psichiatrico e psicodinamico è particolarmente critica, sia perché un comportamento definibile come narcisista può essere considerato “normale”, sano e addirittura adattivo in un determinato contesto o in una specifica fase di vita di un individuo; sia perché la cultura (Lash, 1979) in cui viviamo è impreganta di messaggi in cui si esaltano aspetti narcisistici – quali individualità, vittoria, supremazia, potere, ecc. – ed è difficile capire quanto l’individuo etichettato come narcisista possa essere stato influenzato da tali messaggi e quanto, invece, presenti una vera e propria organizzazione di personalità narcisista.
L’aspetto che maggiormente può chiarire la distinzione tra forme adattive di narcisismo e forme patologiche è rappresentato dalle relazioni oggettuali (Kernberg, 1975). La qualità delle relazioni interpersonali degli individui caratterizzati da narcisismo patologico è infatti molto bassa, e si concretizza nella cosiddetta “incapacità di amare”.
Il rapporto tra narcisismo, patologia e salute mentale è un rapporto complesso; il narcisismo, infatti, risulta essere in relazione sia con caratteristiche strettamente patologiche, sia con aspetti normali e adattivi dell’individuo. Occorre quindi approfondire questo tema per individuare quali siano le caratteristiche patologiche del narcisismo e quali quelle adattive, e per far questo è necessario fornire una chiara definizione del concetto di salute mentale e di patologia. Va detto, però, che ogni modello, nonostante temi principali in comune, offre una visione propria della salute mentale, in cui l’accento è posto su aspetti diversi.
L’approccio di Kohut e quello di Kernberg sono tutt’oggi i modelli psicodinamici più importanti in questo ambito. Le differenze che caratterizzano le due diverse prospettive teoriche possono essere ricondotte ad un campione clinico diverso: i pazienti studiati da Kohut corrisponderebbero ai cosiddetti “narcisisti dalla pelle sottile” (Rosenfeld, 1987) o “narcisiti ipervigli” (Gabbard, 2002), caratterizzati da vergogna, umiliazione, ipersensibilità alle critiche, ecc.; i pazienti analizzati da Kernberg sarebbero caratterizzati dalla sintomatologia espressa dai criteri diagnostici del DSM e dell’ICD, e verrebbero definiti come “narcisiti dalla pelle dura” (Rosenfeld, 1987) o “narcisisti inconsapevoli” (Gabbrd, 2002), e sarebbero individui con un funzionamento sociale buono, esibizionisti, arroganti, grandiosi, ecc. Le ultime ipotesi tendono a vedere il modello di Kohut come un caso particolare del più ampio approccio di Kernberg.
I diversi modelli teorici, quindi, nonostante le differenze, concordano nel ritenere essenziale per la salute mentale dell’individuo un buon funzionamento relazionale e sociale, e da questo punto di vista il narcisismo, essendo intimamente connesso agli aspetti relazionali e agli investimenti oggettuali, riveste un ruolo principale nella valutazione della salute psichica dell’individuo. I suoi aspetti, in parte patologici e in parte adattivi, confermati da studi empirici e da diverse ricerche condotte in questo ambito che ne rivelano una struttura multifattoriale, lo collocano in un’area al limite tra la patologia e la salute mentale, e solo un’analisi qualitativa e quantitativa di tali fattori può fornire indicazioni utili per quel che riguarda il rapporto narcisismo-salute-patologia.
La letteratura criminologico forense e gli studi di psicopatologia forense ci forniscono diverse prove circa la centralità delle dinamiche narcisistiche negli omicidi di massa: “mass murder”. Il mass murder viene definito come un particolare tipo di delitti in cui l’autore, in uno stesso spazio temporale e fisico, tenta o riesce ad uccidere più persone del tutto sconosciute a lui; proprio per questo motivo vengono escluse le stragi operate in tempo di guerra (sorrette da un non meno drammatico fine ultimo che si realizza con la vittoria del conflitto), le stragi di stampo terroristico unitamente a quelle di tipo mafioso. Una sottocategoria del mass murder è il “family mass murder”, in cui l’autore uccide con le modalità sopra indicate familiari e/o parenti più o meno prossimi.
In questo tipo di omicidi la spinta motivazionale primaria che rende possibile il passaggio all’azione e al fatto reato sembra essere una ferita narcisistica che provoca nel soggetto depressione e rabbia verso l’altro da sé, che viene vissuto in maniera svalutante e persecutoria e che viene quindi individuato come bersaglio per una rivendicazione o rivincita personale che possa permettere un riscatto tramite la scarica degli impulsi aggressivi. In alcuni casi l’omicidio di massa rappresenta una vera e propria missione in cui l’onnipotenza, l’aggressività e il senso di grandiosità patologici del soggetto narcisista si canalizzano e trovano significato.
Anche le dinamiche interpesonali e di personalità di alcune tipologie di “serial killer” sono incentrate su problematiche narcisistiche. In questi casi il narcisismo patologico e le conseguenti implicazioni psichiche, come ad esempio la mancanza di integrità del SuperIo, la bassa autostima, la mancanza di empatia e l’impossibilità di esperire la relazione con l’altro in modo significativo e costruttivo, rendono possibile il passaggio dalle fantasie omicidiarie al fatto reato. L’efferatezza che caratterizza spesso i delitti dei serial killers viene così a trovare senso nella struttura narcisistica del soggetto: l’altro è solo un oggetto, ed in quanto tale può essere vissuto solo in funzione della gratificazione; gratificazione che spesso coincide con le fantasie inconsce e pulsionali – libidiche ed aggressive – non mediate da strutture psichiche superiori come l’Io ed il SuperIo. Anche in questi casi l’onnipotenza, l’aggressività e la svalutazione dell’altro dominano l’attività psichica dell’omicida.
Inoltre l’assunto teorico proposto da Kernberg, circa la presenza di un’eleveta pulsione aggressiva orale innata in disturbi legati al narcisismo patologico, può essere utilizzato come chiave interpretativa delle dinamiche motivazionali soggiacenti a delitti di tipo cannibalistico.
Ovviamente in ambito criminologico forense queste considerazioni di natura psicodinamica devono essere inquadrate ed organizzate all’interno della giurisprudenza e devono quindi essere analizzate in modo da fornire chiare indicazioni circa la capacità di intendere e di volere del soggetto al momento del reato.
Fonte https://www.studiopsicologia.com/articoli/criminologia/criminali-narcisismo.php
Consiglio pratico: esiste una paura sana ed obiettiva e occorre rimanere con quella(con tanto di dati statistici alla mano: in Italia muore ogni tre giorni una donna per violenza domestica o relazionale)…starci… senza cedere al bisogno di cancellarla!!!….. Ad esempio io la cancellavo con un’altra paura irreale, quella che avrebbe fatto del male ai miei figli. Non era vero, cazzo! Ognuno di noi donne o uomini che stiamo o siamo stati per tanto tempo dentro a queste relazioni criminali abbiamo o abbiamo avuto una paura irrealistica, fasulla che ci impedisce o ci ha impedito di ascoltare quella vera, reale. La tua qual è Rosi? La paura realistica mette in moto il piano della fuga. Perchè ci vuole organizzazione, molto organizzazione e ciò che si muove dalla paura sana esalta al massimo la nostra lucidità!! La paura irrealistica invece porta all’odio, con tutto quello che ne segue. Ci stavo e pregavo che morisse…poi sono passata a pregare di morire io perchè mi sentivo in colpa di un pensiero ben poco spirituale e poi una notte mi sono svegliata dalla puzza di gas che sentivo….ero sola…mi sono alzata a spegnere il gas che sbadatamente avevo lasciato acceso. Non mi ricordavo di sicuro di averlo fatto!!!…questo per dire, proprio come dice il Dott. Brunelli, come l’inconscio registra proprio i nostri veri desideri, consegnando i conti a noi stessi!! Visto questo, che è una grande illuminazione, i consigli pratici e utili per gli acquisti mi si sono mostrati che era una bellezza!! E chi meglio di me poteva sapere come fare??? Ma questo non prima…non sarebbe servito, avrei svilito tutto e contraddetto tutto e tutti, MA SOLO DOPO AVERE GUARDATO IN FACCIA ALLA SANA PAURA. E’ il dono dell’illuminazione che sta dentro alla VITA REALE, COCRETA DI TUTTI I GIORNI. Un consiglio però a pensarci ce l’avrei, prova a guardarti su youtube tutte le puntate di amore criminale, per me sono fatte alcune piuttosto bene. Guardale tutte però, una al giorno. Sono poche ma ci sono storie anche su uomini uccisi da donne la cui violenza non ti pare umanamente possibile!! Rosi il tuo impeto va bene, perchè è riuscito a farmi incazzare e ne avevo bisogno!!! Perciò grazie e buona visione, visto che chiedi consigli pratici.
Un bacio grande
Rosi quello che fa qui è già una via… e probabilmente è più di quello che sembra.
Rosi, secondo me tu stai ancora così perchè continui a colpevolizzarti. Se riuscissi a vedere il tuo narcisista veramente per quello che è e, soprattutto, non responsabilizzare te stessa per quello che è accaduto riusciresti a vivere meglio. Come? Non è facile, lavorando sull’autostima, ricostruendo le parti di te logorate dal continuo contatto con la svalutazione subita.
Eppoi stai pure tranquilla, quello non riuscirà mai ad amare qualcuno, vive di fiammate che si spengono in fretta ma non è amore. Potrà incontrare anche la persona migliore di questo mondo ma non saprà mai amarla. Non dipende da chi incontra, da te insomma, ma da com’è arido lui. Era fuffa, teatro, interpretazione.
Cappero! Noi sappiamo amare, noi siamo ricche interiormente, noi siamo empatiche, sensibili, generose, aperte. Molla l’osso e riprendi a vivere, meriti questo.
Elli
….il consiglio del diario a me piace, l’ho fatto anch’io. Registravo tutte le situazioni che accadevano in sucessione cronologica, qualsiasi cosa accaduta in giornata nel bene e nel male. Utilizzavo la tecnica delle parole-chiave, per fare prima, ma ovviamente si può fare come si crede e le rileggevo attaccandogli ogni volta il nuovo….l’ho fatto per 3 mesi ricordando il negativo e il positivo sempre e se quest’ultimo non era accaduto in giornata, prima di andare a letto mi dedicavo una canzone….il diario….chissà dov’è finito…se lo trovo, me lo rileggo e magari ti posto una mia pagina….il mio diario…
Un abbraccio a tutti
Ciao Elly, mi fa piacere che sei intervenuta con la tua esperienza. Forse non ho compreso bene io, ma mi chiedevo, circa la persona che stava con te, se oltre a chiederti un rapporto sempre più stretto, mentre tu sentivi il naturale bisogno di una maggiore indipendenza, insieme a quello di trovare un rapporto pieno che moltiplicasse l’energia, se abbia cominciato, presto (intendo poco dopo i primissimi rapporti sessuali oppure abbia continuato in quella che tu chiami recita d’amore per molto tempo, senza ombre apparenti) e all’improvviso, a colpirti con svalutazioni in privato o in pubblico. Un’altra cosa che mi ha incuriosito è sulla terapia che hai intrapreso. Non mi è chiaro cosa intendi con l’esserti assunta le tue responsabilità e sentirti immensamente in colpa. Forse è da poco che hai iniziato?. Grazie per la tua disponibilità e per la tua importante testimonianza. Continuare a dialogare insieme in questo blog può essere molto utile a te e a tutti. Grazie ancora.
Credo di essermi spiegata male presa dalla foga del racconto. Utilizzava le richieste di rapporto stretto come pratica seduttiva (non era un suo reale bisogno), era la sua modalità per farsi strada in me, per prendere potere. Oltre a questo era estremamente seduttiva in genere, proprio come voi tutte ben sapete sanno fare queste persone, con modalità e parole spesso artefatte. Le mie resistenze le piacevano, perchè sentiva la sfida, mi sentiva forte, insomma sentiva che c’era energia da succhiare. In questa fase mi lusingava, mi rimandava un’immagine di me di cui lei aveva bisogno e non era realistica. Io non so come spiegarvelo ma sentivo in lei come due livelli: quello superficiale fatto di parole d’amore (ma erano parole), quello sottostante fatto di odio ed invidia (invidia riconosciuta in più di un’occasione rispetto la mia realizzazione personale, la mia posizione, la mia vita in genere, di contro alla sua incapacità di realizzarsi socialmente e come persona). Quando io ho ceduto è partita la fase di svalutazione fatta di frasette buttate lì, sottintesi, tutte cose molto subdole ma mirate, andava a colpirmi nei miei punti più deboli e goccia dopo goccia mi ha svuotata finchè nella fase finale è scattata la parte più violenta, aggressività pura, perchè si voleva liberare di me, non le servivo più, non c’era più nulla da prendere. Ma l’ha fatto con una spietatezza tale, con una mancanza di umanità che io non ho mai visto in vita mia. E più io tentavo di difendermi più lei era irritata, più mi vedeva star male più lei mi odiava. Ma se devo dirti la verità Sisi, nonostante tutto, ho preferito di gran lunga quest’ultima fase, palesemente aggressiva, rispetto la precedente fatta sempre di violenza ma non riconoscibile, subdola, camuffata. Fatta di messaggi contrastanti: mentre ti faccio una dolce carezza ti dico che sei grassa (esempio…). Questa per me è stato il momento in cui sono andata più in confusione, quello in cui mi sono persa.
Rispetto la psicoterapia. Io ho intrapreso una psicoterapia psicanalitica che come approccio tiene conto principalmente dell’intrapsichico. Vale a dire in soldoni, se c’è una collusione tra due persone, esempio una che tende a colpevolizzare ed una che si colpevolizza, il terapeuta ti dice:” se lei non fosse una che si colpevolizza non sarebbe mai stata con una persona colpevolizzante, occupiamoci del suo problema”. Questa cosa ha un senso logico schiacciante ed è anche estremamente vera ma c’è un però. Se tu sei stata appena lasciata da una che ti ha manipolata per bene, ti ha convinta che ti lascia perchè tu non sei abbastanza “tante cose” e tu ci credi e ti martelli di sensi di colpa e poi vai dal terapeuta che ti dice da subito che è stato la tua tendenza a colpevolizzarti a farti entrare in quella situazione, tu non fai altro che confermati che è colpa tua ed entri un uno stallo pazzesco, non ne esci! In quel momento mi sarebbe servito analizzare le modalità manipolatorie della mia persecutrice, smascherarla, riconoscerla, poi, una volta fatta quest’operazione incominciare ad occuparmi dei motivi per cui mi sono andata a cacciare in una situazione del genere. Quest’operazione, non so come, l’ho fatta da sola. I conti non mi tornavano ed ho incominciato a leggere, informarmi, finchè non ho capito cosa fosse accaduto. A quel punto sono andata dalla mia terapeuta e le ho detto ciò che pensavo del suo approccio ed abbiamo avuto un bello scambio.
Non so se ti ho risposto e sono stata chiara, ti abbraccio
Elli
Sì Elli, mi hai risposto….altrochè!…
“Utilizzava le richieste di rapporto stretto come pratica seduttiva (non era un suo reale bisogno), era la sua modalità per farsi strada in me, per prendere potere”. Questa modalità raffinata mi ricorda molto l’incipit della mia relazione che riemergeva sostenendo la perpetua danza dell’ambivalenza.
Anch’io ho fatto una terapia di stampo psicoanalitico, ma la mia terapeuta è partita dalle mie idealizzazioni, potenzialità e i meccanismi di proiezione agiti dall’altro/i su di me. Il nostro rapporto è stato speciale… sento di portarmela dentro sempre. Ho fatto un percorso continuativo per quasi sei anni, con sedute anche due volte la settimana e mai meno di una, con un’interruzione di 15 giorni per le sue uniche vacanze all’anno. Siamo arrivati a conclusione del percorso decidendolo insieme. Non sono andata in terapia per distaccarmi dalla seconda persona che frequentavo, ma per imparare a “guardare” dentro me e alla mia vita con accettazione e fiducia nelle mie capacità. Ma se non l’avessi fatta, sono sicura che non sarei riuscita a rendermi conto di quanto fosse nociva la seconda relazione. Dopo circa tre anni ho preso la decisione di distaccarmi definitivamente e successivamente ho cercato un altro psicoterapeuta specializzato in relazioni intime a sfondo narcisistico, col quale riflettere su particolari aspetti legati all’accettazione e alla comprensione di un fenomeno estremamente complesso le cui conseguenze, come dice il Dott. Brunelli, se non guardate e monitorate bene, possono rimanere silenti ma attive ancora, anche dopo l’interruzione e senza che la persona che ha subito questo tipo di sofferenza se ne renda conto. Ciò che rende lo stress più evidente e penoso è che tutti i sentimenti di vulnerabilità di entrambi, in una coppia di qualsiasi tipo si tratti, TROMBO-FIDANZI-AMICIZIA-SPOSI, vengono portati SOLO DA UNO DEI DUE, porca miseria! Senza che le due persone in relazione magari lo sappiano. Sofferenza, gelosia, abbandono, disistima, odio di sè, tutte portate per la maggior parte da uno solo! e il peso di quelle che sono implose e scisse nel narciso è micidiale!!! Cioè quelle che dovrebbe portare lui e che non conosce e riconosce! E’ questo che intendo con la parità, equità e rispetto!!! Per me si può perdonare ed essere arrabbiati contemporaneamente! E’ una rabbia sana, niente rancore, è una rabbia che porta lucidità e che non permette di essere rapiti dal primo che ti fa una carezza…è la rabbia sana del genitore padre interiore che dice “ALT! qui non si passa!” “Avevo lasciato solo/a quella bimba/o, ma adesso ci sono io!!!”
Grazie Elli, rimani con noi, un saluto al tuo padre interiore e al padre interiore di tutti!
Cara Rosi…..”dimensione surreale, alienante e fuorviante che forta altrove”…che seduce. Il piacere della seduzione in quanto tale. Oh Rosy…come ti capisco…eccome se ti capisco!! E’ l’amore per l’adrenalina…è l’orgasmo che supera l’orgasmo dentro a un’orgasmo di palpitazione perenne. Mi viene in mente che una volta qualcuno mi disse che l’esperienza naturale dell’orgasmo sia simile al passaggio
da vita-morte a morte-vita, dove dallo scorrere naturale di un orgasmo si ritrova la vita, l’unica meta possibile per tornare a muoverci dentro alla nostra evoluzione. Rosi, un grazie grazie grazie a te!
Ciao Rosi, prima di tutto ti abbraccio, senza aspettare la fine del post! Veramente la domanda era:”Qual è la tua paura irrealistica, che ti sposta dalla paura reale? cioè quella di salvarsi la vita?” Lo so benissimo che la paura la conosci bene, ma tu la disattivi con altro. So che non sono riuscita a spiegarmi bene. La paura irrealistica non è che non sia una paura possibile, ma è irrealistica perchè è proiettata nel futuro, è irrealistica perchè non è quella attuale, contingente, quella del qui e ora. Questa paura irrealistica ti devia dalla paura vera, cioè concreta, dimostrata già…PROVATA GIA’……con tanto di emozioni terrorizzanti!! La paura irrealistica, ma possibile nel futuro, come no, si nutre di sentimenti come la PLATEALITA’ e la COMPETIZIONE, che piace tanto ai narcisi del calibro del tuo. PLATEALITA’ e COMPETIZIONE ( strappo della sim con recapito al mittente ) nutre fortemente l’ego di entrambi, come è capitato a me naturalmente. Ogni zona ha le sue usanze, io non avrei mai fatto una cosa così, ma ogni volta che tirava fuori il coltello per puntarmelo contro, dopo la simpatica esperienza di dolore reale, sempre più rapidamente cercavo di cadergli sopra….insomma, invece di indietreggiare avanzavo con scatto, pensa che pazza che ero!!! La persona che conviveva con me, nonchè padre dei miei figli era uno psicopatico con una paura e codardia di fondo impressionante, pari alla sua violenza. Avrebbe potuto uccidermi solo se avesse avuto meno paura, daltronde avevo già fatto testamento e avevo già pensato alla collocazione dei figli! Succede però che la paura e la codardia del padre con l’assenza totale del mio, era furba, molto furba……..furbissima!!!!!!!!!!!!
Avendo rispecchiato un demonio estremamente potente e orrendo quale ero io e tutti quelli che competono diventano così, lo psicopatico in questione aveva preso di mira il figlio maggiore. Mi è bastato vedere lo sgurdo appoggiato su di lui in tempi di pace….Aveva cominciato a fargli degli scherzetti sadici osservando così che le mie reazioni erano tornate somiglianti a quelle dell’inizio. Adesso basta con la mia storia, sono stanca, ma non troppo stanca, anzi non sono stanca per nulla! Mi interessa la tua!!!! E se rispondi alla mia domanda ti ringrazio, mi serve per capire meglio qualche cosa di me!
Ciao
Non riesco a ritrovare la risposta che mi è stata data da PLUMA, l’ho appresa solo dall’avviso di aggiornamento, ad ogni modo dichiarava curiosità per quanto ho scritto a proposito di retroverità, cerco di spiegarmi meglio, la persona narciso che ho incrociato a suo modo era “sincero” ma non autentico, gestiva le proprie verità, credeva in quello che affermava o lo dava a intendere molto bene, credo appartenga alla loro capacità di manipolatori.
Quanto al resto che ho letto una volta presa coscienza di chi ci ritroviamo a fianco non capisco davvero come si possa tollerare, per me si è trattata di una reazione istintiva, come d’istinto si ritrae la mano di fronte a un serpente, altro che comprensione, sono persone la cui vicinanza è nociva, e siccome non mi hanno ancora candidata alla santità, il martirio se lo tiene lui tutto stretto ;) e aggiungo che da quando ho bloccato il ricevimento delle sue email, sms e chiamate mi sento molto più leggera, sono persone che non hanno la capacità di condividere nel senso più pieno del termine, non conoscono il significato della parola compassione, innanzi a nostri momenti di dolore profondo sono capaci di dirti che stai disturbando la loro quiete, un vaffa a questa gente ci sta tutto ;) perciò mi associo a riconoscere loro una capacità seduttiva prepotente, che poi a ben guardare puzza di falso da mille km, troppo artefatti e perfetti, però riescono a cogliere sempre la crepa dei momenti di fragilità ed inserirsi, il ” mio narciso” ora dichiara di soffrire perché l’ho abbandonato proprio quando aveva imparato ad amarmi, gli ho riso in faccia, questa storia che ha imparato ad amarmi per riacchiaparmi l’ha detta almeno tre volte, ma ha la memoria corta a differenza di me, perciò dai narcisi ci si allontana ogni tipo i relazione personale è deleteria, anche semplicemente quella amicale.
ciao tages La mia replica è finita un po’ più giù (Scusate non funziona la tastiera non posso usare punteggiatura) Grazie per la risposta mi sembri molto lucida “innanzi a nostri momenti di dolore profondo sono capaci di dirti che stai disturbando la loro quiete” mi ricorda una sera in cui avevamo appena litigato E lui mi disse che per i suoi gusti stavo facendo troppo rumore perché piangevo Il punto è che ogni reazione io avessi per lui ero una vittima e allora mi puniva con la freddezza o la rabbia o l’indifferenza Potevo arrabbiarmi chiedere prendere ignorare impressionarmi andarmene più tutta l’altra gamma di sentimenti positivi come rispettare aspettare pazientare comprendere giustificare per lui ero sempre una vittima
per Rosy io ci ho provato a capire cosa aveva scritto Pamela ma quando mi sono accorta che era la quarta volta che leggevo e non ne venivo a capo ho chiuso e mi sono rifiutata di pensarci ancora Ho bisogno di comunicare in modo ecologico citando Elisa e di chiarezza
Sisi ho pensato alla tua storia per un intero pomeriggio e faccio mio il tuo farmaco “Senti di dire la cosa giusta per te con sentimenti buoni verso chiunque Non c’è spazio per nessuna manipolazione” sottoscrivo e aggiungo che mi sembra la conquista di una grande liberta’
Dada sei ancora con noi? Saluto il dott che ci segue grazie
Buongiorno dottor Brunelli,
la disturbo perchè mi piacerebbe approfondire alcune tematiche riguardanti il Trauma da Narcisismo. Ho letto il suo libro e i contenuti del suo sito al riguardo oltre a “Molestie morali” della Hirigoyen. Sono uscita da un’esperienza, per fortuna breve, con una persona che a questo punto, visti i miei vissuti durante e dopo la relazione, posso definire una narcisista patologica (sono omosessuale).
Quello che in particolare mi interessa è comprendere le dinamiche del narcisista donna. Rispetto quello che ho letto, nel mio vissuto, le dinamiche manipolatorie, seduttive e poi quelle di svalutazione sono state molto subdole, fatte di sottintesi, mezze parole, silenzi, sguardi, espressioni, non tanto quindi di violenza verbale diretta. Ovviamente tutto ben mirato e volto a destabilizzarmi. Questo ha reso la mia presa di coscienza di quello che stava succedendo molto difficile, non certo aiutata dal fatto che questa persona si pone agli altri come vittima sacrificale, persona buona, che ha sofferto, caritatevole. Le mie esternazioni di sospetto e sorpresa rispetto certi suoi comportamenti venivano interpretati da amici comuni come miei deliri, tanto che
ho incominciato a pensare che stessi veramente impazzendo.Io sentivo che c’era qualcosa che non andava, esternavo, lei mi diceva che erano mie insicurezze e “facevo tutto io”, poi ha iniziato a dire che la mia insicurezza (o presunta tale) la faceva allontanare perchè aveva bisogno di una persona più sicura. Così in questo movimento circolare e distruttivo per me, fino alla fine.Io sentivo che fingeva amore, non era sincero, non fosse rivolto a me ma ad un suo ideale. Oltretutto, visto il pericolo che la sua maschera venisse vista come tale, ha iniziato a parlare con amici comuni dicendo che io ero fragile ed insicura e questi vedendo le mie reali difficoltà le hanno creduto ed abbiamo iniziato a litigare, così lei ha avuto campo libero. Insomma un delirio, una rete in cui comunque mi ponessi risultavo perdente. La violenza verbale diretta è sopraggiunta solo alla fine quando, prosciugata tutta la mia vitalità, mi ha lasciata
dalla sera alla mattina trasformandosi da Dr.Jeckill a Mister Hide, scaricando su di me tutte le colpe, affermando che proprio la mia mancanza di vitalità esicurezza (dal lei causata!) era il motivo della sua impossibilità ad amarmi.
Sono crollata come mai mi era successo avendo una vera e propria crisi identitaria. Ho intrapreso una psicoterapia che già da subito, mi ha messo davanti alle mie “responsabilità” e questo non ha fatto che acuire il mio già immenso senso di colpa. Poi ho iniziato a leggere e cercare di informarmi finchè non ho trovato i suoi scritti ed ho capito. Tutto a quel punto ha preso, nell’arco di poco tempo, una dimensione diversa. E’ stato come se si fosse bucato il palloncino. Ho smesso di idealizzarla, ho smesso di colpevolizzarmi, ho capito cos’era successo. Ora però, oltre la psicoterapia, che ho messo subito davanti ai suoi limiti, vorrei potermi aiutare anche con altri metodi. Ho capito tante cose ma mi sento ancora assediata dai pensieri su tutta questa vicenda. Vorrei cambiare pagina ma sento che non sarà un processo breve perchè mi sento svuotata, intaccata nel profondo, da ricostruire.
Riepilogando vorrei capire:
Le pecularità del narcisista donna
Come arginare la gelosia devastante dopo la fine del rapporto
Come recuperare la propria autostima devastata
Come elaborare la rabbia.
La parola devastazione mi sembra quella più adatta a descrivere il mio stato d’animo e ho notato che è ricorrente nelle cose che ho letto sugli effetti del narcisismo patologico.
A dire il vero ora incomincio anche a vedere gli aspetti comici in tutta questa storia. Pensi che fino al giorno prima di lasciarmi mi ha detto le seguenti frasi:” Ti amo tanto; Andiamo a vivere insieme al più presto, entro l’anno; Prima in affitto poi compriamo casa con la comunione dei beni;Facciamo una famiglia; Non ci credo che stiamo vivendo questa cosa bellissima; Sono stata in chiesa ad accendere un cero per ringraziare di quello che mi sta succedendo”
La ringrazio tanto per la sua risposta
Elli
Le ho risposto in sintesi al suo precedente intervento – non cada nel trauma di sentirsi sconfitta, di sentire che ha perso qualcosa che non è riuscita a conquistare, magari è invece vero il contrario, che l’altra persona ha perso lei, solo che è inevitabile un percorso nel qual la sofferenza viene compresa e sostenuta affinché generi una trasformazione interiore… chieda alle persone di saggezza le confermeranno che è così, ma quando si è traumatizzati la disperazione chiude ogni spazio, ogni luce… eppure non è così… la cura fondamentale è nel restare fedeli all’amore in ogni sua possible forma – non solo di coppia – e l’amore tornerà ad amarvi in modo nuovo, in un modo che prima nbon si sapeva…
Vorrei dedicae questa canzone a Sisi in modo particolare e, per motivi diversi a Rosi ed a Dada (con un pensiero anche a tutti/e gli/le altri/altre); ma vorrei dedicarla anche al dottor Brunelli, che me l’ha fatta venire in mente leggendo il suo invito, che è già implicito in altri suoi scritti, in una risposta ad Elli, a restare fedeli all’amore per l’amore (che sotto diversi aspetti, è o può essere una cosa molto, molto difficile, finchè non si inizia a comprendere un pò di quel qualcosa che dentro di noi, ce lo impedisce o ce lo ha impedito anche apparendoci sotto vesti diverse da quelle che a questa interna, talvolta terrificante, difficoltà, appartengono, aumentando così quelle stesse nostre diffoltà), all’amore nelle sue più diverse forme, non solo di coppia, dato che l’amore può essere anche per un fiore, come quello raccolto in strada tanto tempo fa da Rosi, che tornando indietro e cogliendolo dal cemento, impedì ad una macchina di investirlo e portatolo a casa, lo innaffiò, permettendogli con cura, di aprire i suo petali .
https://www.youtube.com/watch?v=B7kcKczSrDo
Spero vi piaccia e che vi e ci possa ispirare un pò di quell’amore di cui tutti, abbiamo bisogno, indipendentemente dalle sue diverse forme con le quali può manifestarsi, talvolta sorprendendoci.
Un abbraccio a tutti/e
Elisa
Grazie Rosi; in questa tua dedica, vi ho colto una nota dolcissima che è dentro di te ed è quella nota che ti invito a coltivare, con pazienza ed amore, fino a farla ri-sbocciare in te nella sua pienezza, per te stessa e per gli altri, gli altri che meritano la vera Rosi, forte, arrabbiata e dolce con moltissimo da dare e da dire e che merita di avere anche tanto e con vero amore.
Ti abbraccio
Elisa