NARCISISMO E TRAUMA SENTIMENTALE
Il narcisismo patologico e la ferita narcisistica nel ‘vampirismo affettivo’.
Leggere questo articolo e se si vuole parteciparvi con commenti, può essere di grande aiuto a voi e ad altri, ma una prima raccomandazione importante è la seguente: si tratta di informazione partecipata e non di psicoterapia o consulenza online (informazione divulgativa, ma concepita attraverso testi aventi valore scientifico e filosofico). Perciò fatene buon uso, non traete conclusioni affrettate, non fate scelte avventate, non giudicate nessuno e non sentitevi giudicati. Per ogni perplessità cruciale, fate riferimento a specialisti oppure chiedete un consulto personalizzato (info: https://albedoimagination.com/)
Al termine dell’articolo collegamenti a video you tube con Pier Pietro Brunelli su Narcisismo patologico e trauma sentimentale (si consiglia di leggere prima l’articolo e i commenti).
BUGIARDI E IPOCRITI NELL’ANIMA – MANIPOLATORI AFFETTIVI – LOVEKILLER – VAMPIRI SESSUO-SENTIMENTALI…
scientificamente detti: NARCISISTI PATOLOGICI (… patologici ma anche patogeni?).
In questo lungo articolo (ricerca partecipata e di auto-aiuto) l’etichetta diagnostica psichiatrica di “Narcisismo patologico” (inteso come tratto e comportamento disturbato) o “Disturbo narcisistico di Personalità” (che riguarda l’intera struttura caratteriale) è da considerarsi un riferimento orientativo e di inquadramento. Le etichette in questo campo non sono mai certe e nonostante si sforzino di raggruppare classi enormi di persone sotto una stessa patologia psichica sono sempre destinate a generare equivoci e massimalismi, in modo particolare nel caso del Narcisismo patologico che recentemente sta creando un vero e proprio terremoto clinico-diagnostico negli USA, che esaspera il conflitto tra diagnosi psichiatrica e diagnosi psicodinamica (si veda alla fine dell’articolo un’importante specifica di aggiornamento). Qui quando si parla di Narcisismo patologico o di DNP lo si fa nell’osservazione di criteri diagnostici psichiatrici adottati per decenni, tuttavia si predilige la figura archetipica (in senso junghiano) del VAMPIRO, il quale può avere molteplici interpretazione (nelle leggende e nei racconti se ne riportano centinaia di tipi e ciascuno sa attraverso le sue esperienze che l’eventuale” vampiro” con il quale ha avuto o ha a che fare ha precise caratteristiche sue proprie, e che per liberarsene vanno esaminate con un analisi specifica) STIAMO PARLANDO DI UNA METAFORA a carattere psicoanalitico, è ovvio che i VAMPIRI NON ESISTONO – tuttalpiù esistono comportamenti vampirizzanti e persone tendenti a farsi vampirizzare). INOLTRE BISOGNA EVITARE IN TUTTI I MODI CHE ATTEGGIAMENTI VITTIMISTICI E PARANOIDEI VENGANO RINFORZATI ATTRIBUENDO AD UN PARTNER L’ETICHETTA DI NARCISISTA PATOLOGICO O LA METAFORA DEL VAMPIRO – va altresì considerato che il VITTIMISMO PATOLOGICO è considerabile anch’esso come una forma di vampirizzazione con componenti narcisistiche che giungono all’autolesionismo e alla autocommiserazione pur di essere al centro del mondo e manipolare il prossimo… (ma qui non ci dilungheremo su questo aspetto, tuttavia è necessario che lo si tenga bene in considerazione).
Dunque questo articolo può offrire una cornice, in termini di etichette psichiatriche e di ragionamenti psicodinamici generali, ma il suo orientamento e di carattere junghiano (con l’ausilio di immagini e linguaggi simbolici volti a dare una particolare coloritura psicoemotiva, affinché sia più agevole comprendere nel profondo, immaginativamente, e non solo razionalmente). Detto ciò il lettore non specialista non si senta spiazzato, infatti l’articolo è a vari livelli di lettura, affinché tutti possano comprendere e partecipare, e contribuire anche in termini specialistici.
Partecipa e leggi il lungo ed esclusivo articolo che segue, poi, per favore per contribuire a questa ricerca ed approfondirla, acquista il libro TRAUMA DA NARCISISMO NELLE RELAZIONI DI COPPIA (2011) di Pier Pietro Brunelli. Puoi vedere la presentazione e acquistarlo on line in copia cartacea (con spedizione a domicilio) o in versione E-book presso i seguenti link:
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Introduzione
Il presente articolo studio e i commenti servono ad ottenere un quadro generale informativo su una patologia della personalità che diventa particolarmente disturbante nelle relazioni affettive: Il “narcisismo patologico”, detto anche DNP (Disturbo narcisistico di Personalità).
In particolare questo articolo propone una nuova diagnosi il TdN Trauma da Narcisismo e si rifà a studi e ricerche molto approfondite, in parallelo a ricerche effettuate negli USA riferite alla “Sindrome della vittima da Narcisismo” vedi: Narcissism Victim Syndrome, A new
La questione è delicatissima poiché la persona traumatizzata da una relazione a sfondo narcisistico soffre terribilmente e questo articolo vuol cercare di aiutare dando una prima informazione.
Come si osserverà in questo articolo viene proposta una sintesi informativa utile per fare il quadro generale al fine di comprendere meglio la propria situazione particolare, ed anche per partecipare con la propria testimonianza e i propri pareri. Se si desidera qualcosa di più dal sottoscritto: un approfondimento, un aiuto, una terapia si deve necessariamente rivolgersi in modo privato al mio indirizzo e-mail pietro.brunelli@fastwebnet.it (pertanto saranno segnati i titoli di parti di approfondimento che qui non saranno disponibili, ma che si potranno richiedere previo consultazioni private ed accordi).
IO RACCOMANDO SEMPRE CHE PER EVENTUALI DUBBI ED ESIGENZE PERSONALI non è assolutamente indispensabile rivolgersi proprio a me, dal momento che, su tutto il territorio nazionale esistono molti bravi psicoterapeuti ai quali potete rivolgervi, traendo da questo blog gratuitamente ispirazioni e indicazioni.
Questo articolo vuole offrire un sostegno informativo gratuito e solidale al massimo livello possibile per quello che si può fare in rete, ma se si vuole approfondire davvero la propria situazione personale, al fine di capire a fondo (molto importante per superare il trauma) e ristabilizzarsi occorre un sostegno personalizzato. Io mi rendo disponibile per fornirlo a chi me lo richiede venendo incontro in tutti i modi possibili, sulla base di chiarificazioni e di accordi personalizzati.
Auguro a tutti di trarre utili informazioni dalla lettura e dalla partecipazione a questo blog altamente qualificato (anche per altri articoli), libero e gratuito. In particolare questo articolo è la base informativa per lo sviluppo di un forum considerabile come una forma di auto-aiuto on line coordinato e informato gratuitamente dal sottoscritto Pier Pietro Brunelli – Psicoerapeuta, particolarmente attento alla problematica in questione – nel rispetto della deontologia professionale e con l’ausilio di mezzi mediatici (non in presenza e senza alcuna intenzionalità di fare ‘psicoterapia di gruppo’ on line, né ‘telefono amico’, ma come partecipante ed informatore esperto – declinando ogni responsabilità per eventuali interpretazioni o usi errati delle informazioni da me o da altri divulgate).
Il sottoscritto coordinatore/informatore, su richiesta privata, può offrire consulenze informative personalizzate, consulti psicologici ed anche percorsi di assistenza e cura psicoterapeutica.
(vedi pagina info https://www.albedoimagination.com/contatti/: Informazioni e consulenza psicologica – Psicoterapia).
La partecipazione al dibattito con commenti e pareri da parte di psicoterapeuti, psichiatri, educatori ed esperti di altre discipline che possono aiutare a sviluppare la comprensione del problema in questione è accolta con particolare gratitudine.
AVVERTENZA IMPORTANTE DI BASE SE QUESTO ARTICOLO DOVESSE TURBARVI IN QUANTO CREDETE NON DI ESSERE VITTIMA DEL NARCISISMO PATOLOGICO, MA DI RICONOSCERVI COME NARCISISTI PIU’ O MENO PATOLOGICI ,RICORDATEVI, QUALORA VOGLIATE CONTINUARE A LEGGERE, CHE NON SI HA INTENZIONE ALCUNA DI DEMONIZZARVI – I RIFERIMENTI IN NEGATIVO SONO RIVOLTI ALLA MALATTIA (Al PECCATO), NON A CHI NE E’ PORTATORE (PECCATORE), QUI CI OCCUPIAMO DELLE PERSONE CHE LA SUBISCONO DA PARTE DI CHI NE E’PORTATORE E CHE NON E’ PIENAMENTE CONSAPEVOLE – CAPITA NELLA VITA DI SENTIRSI COSTRETTI A MENTIRE ED ANCHE A MANIPOLARE PERCHE’ CI SI SENTE CONFUSI E DEBOLI, QUESTO NON VUOL DIRE CHE SI E’ AFFETTI DA NARCISISMO PATOLOGICO – INOLTRE IN CERTE SITUAZIONI PUO’ CAPITARE DI ECCEDERE NEGATIVAMENTE IN MODO NARCISISTICO, QUINDI EGOISTICO E PROFITTATORIO, MA ANCHE IN QUESTO CASO NON VUOL DIRE NECESSARIAMENTE CHE SI HA UN DISTURBO DI PERSONALITA’ – SE VI RICONOSCETE IN QUESTO ARTICOLO IN QUANTO NARCISISTI PATOLOGICI ED OLTRE A PROVARE UNA COMPRENSIBILE RABBIA PROVATE ANCHE SENSO DI COLPA E’ BUON SEGNO, POTRETE MEGLIO APPROFONDIRE I VOSTRI DUBBI INFORMANDOVI IN MODO CORRETTO ED ANCHE CON IL SOSTEGNO DI UNO PSICOTERAPEUTA.
NEL VOSTRO INTERESSE, NELL’INTERESSE DI CHI VI STA VICINO, NELL’INTERESSE DELL’AMORE, SE AVETE DUBBI INFORMATEVI CON CURA E CON DISPONIBILITA’ A COMPRENDERE IN PROFONDITA’… IL DIBATTITO E’ QUI APERTO A TUTTI, SE AVETE DUBBI POTETE PARTECIPARE, POTRA’ SERVIRVI PER COMPRENDERE MEGLIO LE VOSTRE DIFFICOLTA’ MA, IN QUESTO ARTICOLO-DIBATTITO SI DISCUTE DELLE SOFFERENZE, SPESSO TRAGICHE, DI CHI VUOLE STARE VICINO CON AMORE, AD UNA PERSONA CHE HA COMPORTAMENTI NARCISISTI PATOLOGICI, A CAUSA DI UN DISTURBO DI PERSONALITA’ O ANCHE PER ALTRE RAGIONI. PERCIO’ ANCHE SE VOI RITENETE O SAPETE DI ESSERE O DI ESSERVI COMPORTATI COME NARCISISTI PIU’ O MENO PATOLOGICI IL VOSTRO CONTRIBUTO POTRA’ PORTARE DEL BENE A VOI E AGLI ALTRI. IN TUTTI GLI ESSERI UMANI C’E’ IL BENE E IL MALE, A PRESCINDERE DALLE LORO DIFFICOLTA’ PSICOLOGICHE (LA PSICOLOGIA VUOLE IL PIU’ POSSIBILE IL BENE PER TUTTI) – TUTTI INGENUAMENTE SIAMO VITTIME E NELLO STESSO TEMPO COLPEVOLI, SIA QUANDO IL NARCISISMO LO AGIAMO SENZA PIENA COSCIENZA IN NEGATIVO E SIA QUANDO, SENZA PIENA COSCIENZA, LO SUBIAMO (E SIA QUANDO NON SI TRATTA DI NARCISISMO, MA DI ALTRO). LA PSICOLOGIA E’ UNA VIA PER RENDERCI PIU’ COSCIENTI… SOLO SE, CON COSCIENZA, CI COMPRENDIAMO VICENDEVOLMENTE, L’AMORE E LA PACE PREVARRANNO SULL’ODIO E SULLA GUERRA, NEI SENTIMENTI PERSONALI, COME NELLA SOCIETA’ E NEL MONDO INTERO.
Inoltre raccomando a chi si sente o crede di essere vittima di una relazione con dinamiche narcisistiche disturbanti o anche di altra natura di evitare di ‘bollare’ il partner ritenuto disturbante con etichette psichiatriche a scopo di ferirlo e di offenderlo. Ricordatevi che quando si soffre per amore si è portati ad accusare il partner anche di colpe che non ha, quindi è sbagliatissimo e pericoloso usare questo articolo per costruirsi un’immagine totalmente negativa del partner, senza poi voler vedere le proprie responsabilità. E’ vero che se il partner è un narcisista patologico o ha altro disturbo della capacità relazionale (ad es. borderline) è importante ‘diagnosticarlo’, rendersene conto, ma ciò deve servire ad una comprensione e a fare le giuste scelte, innanzitutto nel rispetto di se stessi, e non per questioni di rabbia o di vendetta, comprensibilissime, ma che poi si ritorcerebbero contro chi se ne è lasciato prendere. Inoltre le ‘diagnosi’ in senso psichiatrico possono farle solo ed esclusivamente gli specialisti. Qui, come in tanti articoli su internet o nei libri, ci si può informare per un primo orientamento, e quanto più questo orientamento sembra plausibile, tanto più va verificato con uno specialista. E questo vale sia se ci si considera feriti da un partner problematico e sia se ci si riconosce come portatori di un qualche di sturbo – E IN MODO PARTICOLARE SE CI SI SENTE INGIUSTAMENTE ACCUSATI O BOLLATI COME VAMPIRI, NARCSISTI PATOLOGICI O QUANT’ALTRO DAL PARTNER O DA CHIUNQUE.
Qui si offrono informazioni e dibattito per individuare una cornice diagnostico/POETICA nella quale comprendere problematiche specifiche che vanno esaminate caso per caso, nella loro soggettività. Per cui la ‘cornice’ non è sufficiente per comprendere veramente il ‘dipinto’, essa serve per inquadrarlo, per dare quindi un punto di vista in chiave PSICO-MITOLOGICA (riferibile alla leggenda del vampiro e di altre figure negative che HANNO SOLO UN SENSO SIMBOLICO ED EVOCATIVO) ma poi per comprendere davvero, se stessi e l’altro, è necessario un esame approfondito capace di andare ben oltre le cornici e i punti di vista prefissati. Questo articolo e questo dibattito non deve costituire strumento per giudicare gli altri e attribuire loro colpe, ma semmai per comprenderli meglio e, senza mai dimenticare anche le proprie responsabilità – nelle ferite che si subiscono e che si infergono nelle relazioni affettive è essenziale ricordarsi il celebre monito di Cristo: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”.
Presentazione della ricerca.
Narcisismo patologico:
Un disturbo psichico che uccide l’amore.
La documentazione completa (della quale qui si offre una sintesi) si divide in quattro parti:
- Prima parte è di riflessione a riguardo dei manipolatori affettivi, bugiardi e opportunisti in amore (gli approfondimenti, specificati in seguito sono disponibili solo su richiesta, previo accordi).
- Seconda parte è fondamentale per il sostegno informativo psicologico delle cosiddette vittime (in senso figurato), ma qui non vengono considerate tali, bensì sono considerate persone che hanno subito, a vari livelli, un vero e proprio trauma (che io chiamo TdN Trauma da narcisismo) a causa di una relazione affettiva con partner che, inizialmente riescono ad apparire ‘normali’, ma che in realtà sono affetti da narcisismo patologico a da DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’, disturbo che li rende maligni, distruttivi e psichicamente patogeni (figurativamente ‘infetti’) verso la persona che disgraziatamente se ne è innamorata, non essendosi accorta della loro ipocrisia e delle loro manipolatorie finzioni seduttive. (gli approfondimenti specificati in seguito, sono disponibili solo su richiesta, previo accordi e chiarimenti personalizzati).
- Terza parte (qui non pubblicata) riguarda il libro TRAUMA DA NARCISISMO acquistabile on line https://www.lulu.com/product/a-copertina-morbida/trauma-da-narcisismo-nelle-relazioni-di-coppia/16129368 (visionabile in parte)
- Inoltre è disponibile un Test (Test TdN – Trauma da Narcisismo) che serve a capire meglio se effettivamente vi può essere un Trauma da Narcisismo e quale possa essere la sua entità. Si tratta di un test che va effettuato previo colloquio e con unsupporto per interpretare poi correttamente il risultato, perciò qui non è pubblicato. Chi vuole richiederlo può conttarmi e ricevere ulteriori chiarmenti (via e-mail o al telefono – vedi info e contatti nel blog) .
- Vi è poi una lista di argomenti di cui sono già pronti gli elaborati (qui non pubblicati) . Tale lista di argomenti serve come indicazione di massima al fine di sviluppare il dibattito in questo articolo del blog nel modo più ampio e completo, pubblicando testimonianze e pareri su questioni specifiche ai quali cercherò di rispondere entro una tempistica il più possibile breve (considerando che le mie risposte saranno di carattere generico, seppure derivate dalle mie competenze specialistiche).
- Quarta parte (qui non disponibile, ma richiedibile in forma personalizzata) consiste in un’ introduzione ad una diagnosi e ad una terapia detraumatizzante e ad una successiva psicoterapia in termini junghiani, che trascende dalle etichette di stampo psichiatrico. La base terapeutica per il TdN consiste nell’aiutare la persona traumatizzata a ‘farsi una ragione’ di ciò che le è accaduto, affinché vi sia un’elaborazione del male subito dal partner, cioè della ‘violenza psicologica’ subita nell’ambito di una relazione affettiva (questa parte non può essere pubblicata on line in quanto va data solo a chi la richiede, in seguito ad un colloquio. Un conto è avere un quadro generale, e qui lo si potrà avere, ma un altro conto è avere un’assistenza personalizzata. Informazioni terapeutiche date senza chiarimenti e specificazioni personalizzate possono avere effetti nocivi e dare luogo a convinzioni errate e dannose).
- Vedi pagina info https://www.albedoimagination.com/contatti/:
Informazioni e consulenza psicologica – Psicoterapia). - Si veda anche l’articolo in questo blog IL NARCISISTA BRAVO https://www.albedoimagination.com/2012/03/il-narcisista-bravo/ alla fine dell’articolo un’esposizione di Pier Pietro Brunelli sul tema della – Violenza Psicologica nelle relazioni amorose – – inoltre inserendo parole nel riquadro ricerca come ‘narcisismo’, ‘ferita narcistica’ ‘autostima’ ecc. compariranno altri articoli specifici.
PARTECIPATE CON I VOSTRI COMMENTI E TESTIMONIANZE , SONO UN’IMPORTANTE CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’ E CONSAPEVOLEZZA CHE SARA’ DI AIUTO A VOI E AD ALTRI… QUANDO SI INCOMINCIA A PENSARE AGLI ‘ALTRI’, OLTRE CHE A SE STESSI, ALLORA SI E’ SU UNA BUONA STRADA DI RIEQUILIBRIO NARCISISTICO, SI INCOMINCIA AD USCIRE DALLA ‘VAMPIRIZZAZIONE’ AGITA O SUBITA, E SI SCEGLIE DI:
“AMARE IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO” (questa è la via per la ‘Guarigione’!)
Il lettore che vorrà leggere e partecipare al blog sappia sin d’ora che tutti i commenti e le repliche sono importanti per comprendere, ed in tal senso possono essere di aiuto. Si tratta di una ‘ricerca a scopo diagnostico e terapeutico’ che è anche un ‘working progress’ su una tematica assai delicata che investe il tema della sofferenza amorosa entro una sua particolare tragicità e patologicità: il Narcisismo e le sue conseguenze patogene e traumatizzanti. Ciò richiede una partecipzione e una lettura non superficiali ed offre a ciascuno la possibilità di dare una testimonianza o un parere che, seppure a diversi livelli di competenza e di esperienza, può donare un prezioso contributo.
PRIMA PARTE
In qualità di PSICOTERAPEUTA, ma anche perché ho avuto la disgrazia di imbattermi con una di queste persone ‘disturbate e disturbanti’ ed ho sperimentato sulla mia pelle, con danni morali e materiali notevolissimi, quanto questa persona fosse bugiarda infida e ipocrita, sicuramente l’essere più falso e diabolico che io abbia mai conosciuto in tutta la mia vita . Questa persona si è iscritta su un social network alla CAUSA per la sincerità, addirittura ne ha fatto il suo slogan per presentarsi nelle sue apparizioni on line (chat, forum, ecc.) e nella vita quotidiana. Infatti i bugiardi patologici la prima cosa che fanno per poter ‘esercitare’ con maggior astuzia è quella di dichiararsi sostentori assoluti della sincerità e dei suoi valori. Si tratta di persone severamente malate nella sfera dell’affettività, anche se appaiono normali in superficie e il loro disturbo può provocare gravisime conseguenze a chi ne è legato affettivamente. Qui in particolare ci occupiamo di come nel legame affettivo nella coppia il DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’ (DNP) di un partner possa recare una serie sindrome traumatica all’altro partner che ne è vittima. Le persone affette da DNP non hanno quasi alcuna consapevolezza della loro malattia, ad esempio credono che mentire sia giusto al fine di salvaguardare il proprio ego ed ottenere vantaggi, fino al punto di danneggiare gravemente chi è a loro legato affettivamente con comportamenti spietatamente manipolatori, mendaci ed ipocriti. Mentono con una capacità attoriale da premio Oscar, tanto da apparire sinceri al più attento osservatore. MA E’COME SE MENTISSERO ANCHE A SE STESSI, AUTOINGANNADOSI IN CERTI CASI, FINO AD ESSERE CONVINTI DI ESSERE NEL GIUSTO E PERFINO SINCERI – basti questo per capire che non li si può condannare come persone puramente cattive o malefiche, ma come persone che hanno problemi nell’area ell’affettività. Certo poi ciò può provocare molti dolori nel partner, e noi qui ci occupiamo essenzialmente di come arginare questi dolori, offrendo interpretazion simboliche FORTI, ma simboliche, affinché con l’immaginazione e la ragione, ci si possa meglio liberare da relazioni distruttive e – badate bene – nell’interesse e per la salute di entrambi i partner. D’altra parte quando in una coppia ci sono tensioni fortissime si può ricorrere alla TERAPIA DI COPPIA, ma se da parte di uno dei due partner c’è un rifiuto, ciascuno deve elaborare per conto suo i motivi di una separazione o di una perdita.
RACCOMANDO LA SEGUENTE AVVERTENZA: va detto che tutti gli esseri umani possono essere portati a mentire e lo fanno, ma lo scopo del mentire è differente da quello dei bugiardi/manipolatori patologici e non è così perpetuato. Si può mentire nel tentativo di difendersi, di non far apparire un’amara verità, oppure perché si è confusi, si hanno timori, si ha la coscienza sporca, e questo è il caso dei mentitori ‘normali’… e “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Inoltre più si prova dispiacere e senso di colp per aver manipolato o mentito e più vuol dire che il proprio narcisismo è abbastanza sano e non è patologico. Invece i mentitori affetti da DNP, quelli patologici, non provano senso di colpa, e mantono lo fanno con la precisa intenzione ‘semiconscia’ di manipolare l’altro, per ‘succhiargli il sangue’, per ottenere benefici per sé, incuranti di danneggiare l’altro, di sfruttarlo (IN VERITA’ NON SONO DEI VERI E PROPRI CATTIVI, MA HANNO UN DISTURBO PSICHICO PER CUI NON SI RENDONO PIENAMENTE CONTO DI ESSERE POSSEDUTI DALLA CATTIVERIA – vedi ‘Avvertenza importante di base nell’introduzione). Costoro sono convinti che l’altro vada trattato così, in quanto invidiano l’altro, invidiano la sua capacità di amare, che loro non hanno, e quindi credono sia giusto raggirarlo e ferirlo per mettere in atto una sorta di ‘rivalsa sul mondo’, affinché ottengano quello che secondo loro gli spetta e che perciò va ottenuto anche con la frode, l’ipocrisia, la menzogna perpetuata, avente pure l’obiettivo di procurare un danno e incutere sofferenza. Perciò, mi raccomando, se dite delle bugie, o vi trovate in una condizione confusa, per cui vostro malgrado state recitando un copione, ma vi dispiace di farlo, vi sentite anche in colpa, allora non dovete immedesimarvi in alcun modo con il soggetto patologico di cui ci stiamo occupando, e cioè nello specifico il soggetto affetto da DNP (narcisismo patologico divenuto struttura caratteriale), che con diversi gradi di malignità mente per una strategia manipolatoria volta a sfruttare l’altro ed anche a distruggerlo psicologicamente (questo chiarimento era necessario altrimenti alcuni lettori potrebbero fraintendere e sentirsi erroneamente messi in causa, sul banco degli imputati: no, gli imputati di cui ci stiamo occupando sono tutt’altri, potremmo definirli: ‘criminali del cuore’, per usare una metafora pseudo giudiziaria, oppure ‘vampiri’ nel senso della legenda).
Avvertenza: differenze tra disfunzionalità ‘normali’ della coppia recanti ‘pene d’amore’ e relazioni affettive francamente patologiche, dovute principalmente ad un partner con DNP o altro disturbo.
Quindi, specifichiamo meglio, per evitare sin da ora fraintendimenti: anche gli amori più belli possono finire e ciò può generare grandissime sofferenze. Incomprensioni e delusioni amorose generano sofferenze, equivoci, nonché comportamenti ‘cattivi’ o errati. Inoltre se si viene abbandonati, accade spesso che l’abbandonato proietti sul partner abbandonante colpe e cattiverie molto superiori a quelle che ha. Lasciare una persona, o avere con essa una relazione affettiva problematica, non significa essere per forza cattivi. Quindi invito lettrici e lettori, partecipanti e non, a non interpretare le informazioni qui riportate nel senso del ‘vittimismo generalizzato‘. Capita, per moltissime ragioni che l’amore generi conflitti dolorosi e che strade, che prima erano unite, si dividano, e a quel punto può succedere anche di farsi reciprocamente del male, per rabbia, nervosismo, incapacità di sostenere il dialogo, rivalsa, ecc. … Ma qui non ci stiamo occupando di queste situazioni che, pur generando grande sofferenza, sono relativamente normali, oppure che hanno una inclinazione patologica, ma che non sono riportabili alla specificità della relazione patologica a sfondo narcisistico.
LA PAROLA ‘VITTIMA’ (adoperata ad esempio negli USA – Narcissism victime Syndrome – o in alcuni forum – dovrebbe intendersi solo in SENSO FIGURATO. QUI SI PROPONE INVECE DI NON ENTRARE NEL ‘VITTIMISMO’, MA DI CONSIDERARSI COME PERSONE CHE HANNO SUBITO UN TRAUMA PSICOLOGICO A CAUSA DI UNA RELAZIONE CON UN PARTNER NARCISISTA PATOLOGICO
Qui ci occupiamo di una relazione a sfondo narcisistico, nella quale il narcisista patologico, a diversi livelli di patologicità, esercita una finzione e un’ambivalenza quasi costanti allo scopo di manipolare, sfruttare e ferire psicologicamente una persona che è riuscita a sedurre. Si tratta di meccanismi distruttivi parzialmente inconsci, agiti senza piena consapevolezza, che purtroppo possono emergere anche nelle relazioni affettive relativamente normali, o affette da altre problematiche, tuttavia quando caratterizzano la relazione in modo costitutivo, continuativo, esacerbato e conclamato, danno luogo ad una tipica relazione distruttiva a sfondo narcisistico.
Quindi nel leggere questa ricerca bisogna cercare di capire che, un conto è essere vittime dell’amore (delusione amorosa), un conto è essere vittime di un amore malato a causa di un partner con DNP, il quale – in modo semi-inconsapevole – ha generato una relazione subdola e stressante, fino al punto di provocare una sindrome traumatica da narcisismo (TdN) nell’altro partner. Questo in quadramento della patologia del partner patogeno e distrurbante è importante affinché se se ne viene traumatizzati si possa capire cosa è successo. Qui lettrici e lettori potranno ricavare informazioni per un inquadramento generale, in termini psicopatologici e psichiatrici, poi però questa ‘analisi del partner con DNP deve essere fatta su misura, cioè in modo specifico, in quanto ogni portatore di DNP è diverso da un altro pur proponendo comportamenti patologici riportabili ad una classificazione generale.
Solo in un secondo momento, dopo aver a fondo compreso la patologicità del partner, si arriverà a capire che questi è riuscito a sedurre e a manipolare approfittandosi di una ferita narcisistica che la vittima trascurava o non sapeva di avere (la ferita narcisistica consiste in una carenza o un disequilibrio d’amore verso se stessi). Anche qui ci troviamo di fronte a considerazioni utili per un inquadramento della situazione, ma poi ciascuno deve riuscire a comprendere la specificità della propria ‘storia’, da solo o con l’aiuto di uno psicoterapeuta… l’importante è avere la serenità e l’onestà di capire se ce la si fa da soli o se si ha bisogno di un sostegno e nella misura che si ritenga necessaria. Qui si propone un sostegno informativo, ma una consulenza psicologica vera e propria la si può ricevere solo se la si richiede, per cui l’informazione diventa personalizzata ed ovviamente ha un’altra efficacia.
L’importanza di un informazione psicologica per un quadro generale; capacità di elaborare considerazioni rispetto alla propria specifica situazione
In questo articolo troverete un elenco di questioni che sono state approfondite e che quindi possono perfezionare l’inquadramento del problema e di suoi specifici aspetti cruciali. Tuttavia si tratta di approfondimenti che per questioni realmente diagnostiche possono essere impiegate solo da specialisti. Il lettore non specialista deve considerare questo articolo a titolo informativo. Si può partecipare nei commenti per chiedere chiarimenti generali. Chi desidera un approfondimento dell propria situazione personale può eichiederlo con un colloquio (a nche via Skipe o al Telefono, o in studio a Milano, Roma e Genova) previo appuntamento e nel rispetto delle norme professionali, della psicoterapia. Si avverte che il ‘troppo approfondimento teorico’ e il ‘fai da te’ , può generare convinzioni sbagliate e talvolta anche pericolose. L’importanza di una informazione personalizzata è dunque sempre consigliabile per comprendere se effettivamente e come si è stati disturbati e traumatizzati da una relazione prevalentemente a sfondo narcisistico, o a causa di altre patologicità, ad esempio riferite ad una sfera prevalentemente borderline, o anche essenzialmente, come abbiamo detto sopra, perché purtroppo le pene d’amore nella vita sono quasi inevitabili per maturare e per imparare ad amare.
Differenze e concomitanze tra DNP e Disturbo Borderline
Altre precisazioni sul DNP
Nella scala dei disturbi psichiatrici i narcisisti patologici, bugiardi/manipolatori/distruttivi (DNP), vengono poco prima degli psicopatici, ovvero dei serial killer, cioè di quelle persone disturbate che oltre a mentire e a praticare violenza psicologica senza ‘senso di colpa, né di pietà’, commettono anche atti di estrema crudelta’ fisica. I bugiardi patologici narcisisti ovviamente non arrivano a tanto, ma con la loro violenza psicologica, pregna di atteggiamenti e comportamenti ingannevoli e manipolatori, possono – senza farsi il minimo scrupolo – generare immani sofferenze nelle loro vittime/prede (loro le credono tali) e in alcuni casi possono giungere ad istigare al suicidio.
Purtroppo capita sempre più spesso, data la cultura narcisistica in cui viviamo, di incontrare e conoscere persone con tale grave disturbo, aventi nuclei psicotici narcisisti, che li portano a mentire costanemente con obiettivi di spietato egoismo; essi si presentano con grande attorialità (“ipocrita”, nell’antica Grecia significava attore) e astuzia come persone buone, sincere, magari aventi una carenza affettiva o vittimismo che chiede rassicurazione… tutto ciò come copertura al fine di poter mentire e raggirare con maggior efficacia la vittima/preda sedotta. Perciò è molto difficile riconoscere i narcisisti patologici e si può facilmente diventarne vittima nelle relazioni di amicizia, di lavoro e, ancor di più, sentimentali (però poi è meglio non considerarsi vittima, ma persona che ha subito un torto o addirittura un trauma TdN).
L’attorialità del narcisista è diversa da quella dello psicopatico che finge di essere una persona normale, ma è consapevole di voler uccidere; il narcisista finge sul limite tra consapevolezza ed inconsapevolezza, lui/lei si identifica con il suo personaggio ‘super e speciale’ , ne viene posseduto, così agisce nel bene e nel male sentendosi nel giusto e con una strana e inquietante spontaneità. Non si rende conto di quanto sia ambivalente e manipolatoria la sua modalità di agire nel bene e nel male, pertanto la persona che vi è legata affettivamente non capisce con chi veramente ha a che fare… a mano a mano che lo scopre ne viene sempre più traumatizzata. Si tratta di un trauma della sfera affettiva molto forte, che nonostante l’evidenza, non riesce a far capire chiaramente la negatività del narcisista patologico verso il quale si sviluppa una spaventosa dipendenza affettiva: si sente di amare un ‘mostro’, il ché è ulteriormente traumatizzante.
Ogni narcisista patologico è diverso da un altro, per difendersi dai suoi comportamenti disturbanti è importante comprendere la sua specificità. Le informazioni fino a qui fornite danno un quadro generale, ma se si vuole approfondire la conoscenza di ‘quel narcisista patologico’ è indispensabile un colloquio, dove viene riportato un racconto il più possibile dettagliato circa i comportamenti ambigui del partner e della violenza psicologica subita. Ogni caso è diverso, anche se conviene almeno in quadrarlo in termini generali, sebbene poi va analizzato nello specifico.
(A tal fine vedi pagina info www.albedoimagination.com/contatti/)
httpv://www.youtube.com/watch?v=H30I_x0OgiU
Informazioni e consulenza psicologica – Psicoterapia).
Prima di passare alla seconda parte (sintesi), qui di seguito, due brevi brani di approfondimento a cura di altri autori:
MENTIRE L’AMORE
Secondo uno studio americano i narcisisti amano troppo se stessi per riuscire ad amare gli altri. Secondo uno studio statunitense, pubblicato sul “Journal of Personality and Social Psychology”, non sono in grado di mantenere relazioni sentimentali felici e durature. Per il “narciso”, l’amore è un gioco in cui fare sempre la “parte del leone”, in cui mantenere sempre il potere anche a costo di mentire, tradire e umiliare il partner.
La personalità narcisistica è poi risultata incompatibile con la possibilità di stabilire relazioni sentimentali soddisfacenti, durature e affettivamente importanti. Infatti, nonostante sia vero che per amare gli altri bisogna prima di tutto amare se stessi, i narcisisti, in realtà, non amano veramente se stessi ma si sopravvalutano continuamente, a spese di chi sta loro vicino.
Lo studio mette poi in guardia chi cerca un partner: “attenzione a non confondere il narcisismo con l’autostima”, perché l’autostima si concilia benissimo con la capacità di amare, il narcisismo implica necessariamente lo sfruttamento e l’umiliazione del partner. Certo, spesso i narcisisti sono estremamente affascinanti ma, alla “prova del cuore”, rivelano gradualmente la loro vera natura: egoisti, infedeli, manipolatori, prepotenti … (redazione di Staibene).
MANIPOLARE, OVVERO LA MENZOGNA STRATEGICA E PERPETUATA
Il manipolatore relazionale è un tipo di personalità patologica narcisista, egocentrica; un vampiro psico-affettivo che si nutre dell’essenza vitale delle sue prede. Critica, disprezza, colpevolizza, ricatta, ricordando agli altri i principi morali od il perseguimento della perfezione, ma questo solo quando gli torna utile. E per raggiungere i suoi scopi ricorre a raggiri, ragionamenti pseudo-logici che capovolgono le situazioni a suo proprio vantaggio. Spesso la sua comunicazione è paradossale: messaggi opposti in double bind, a cui è impossibile rispondere senza contraddirsi; oppure deforma il significato del discorso. Si auto-commisera, si deresponsabilizza, non formula richieste esplicite e chiare. Eppure non tollera i rifiuti, vuol sempre avere l’ultima parola per trarre le sue conclusioni, pur non condivise. Muta opinioni e decisioni. Soprattutto mente, insinua sospetti, riferisce malintesi . Simula somatizzazioni ed autosvalutazioni, ma dimostra sostanzialmente disinteresse affettivo.
Si tratta, insomma, di personalità disturbate e disturbanti, con cui ci si può legare sentimentalmente per venire immancabilmente destabilizzati dalla loro perfida influenza (Giuseppe M. S. Ierace).
Vedi:
Nazare-Aga, I. La manipolazione affettiva, Castelvecchi, Roma, 2008
Hirigoyen, M.-F. Molestie morali. La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro, (Le harcèlement moral, Syros, Parigi 1994), Einaudi, Torino, 2000
httpv://www.youtube.com/watch?v=_k1mRlY-fjY
Per consulti (anche telefonici) scrivi a Pietro.Brunelli@fastwebnet.it (telefono orario lavorativo 3391472230).
PRIMA DI LEGGERE TESTIMONIANZE E COMMENTI E, SE VOLETE, DI PARTECIPARE SCRIVENDO VOSTRE OSSERVAZIONI E ULTERIORI TESTIMONIANZE, VI PREGO DI LEGGERE La SINTESI DELLA ‘SECONDA PARTE’, AVENTE IMPORTANTI CONSIDERAZIONI DIAGNOSTICHE PER COMPRENDERE IL TRAUMA DELLE VITTIME DI PARTNER OPPORTUNISTI, BUGIARDI, MANIPOLATORI – ovvero partner che – in termini di ‘spiegazione psichiatrica’, possiamo considerare come affetti da DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’ (DNP) , ma che nei termini della psicologia di orientamento junghiano possiamo ‘comprendere’ in quanto persone pervase dal loro ‘lato oscuro’ – l’OMBRA – una parte dell’inconscio presente in tutti gli esseri umani, e che in determinate condizioni può dare luogo a modi di essere e di fare negativi e maligni, per gli altri ed anche per se stessi – ciò è qui solo accennato ed è contenuto nella quarta parte di questa ricerca, parte che non è pubblicata (affinché non generi equivoci) è possa essere fornita in modo personalizzato e su richiesta questi approfondimenti terapeutici sono disponibili solo su richiesta, in forma generica o personbalizzata, previo accordi e chiarimenti).
SECONDA PARTE
IL TRAUMA DA NARCISISMO (TdN)
I narcisisti patologici: Vampiri psicoaffettivi traumatizzanti
Tutti i narcisisti patologici sono più o meno maligni a seconda della situazione, basti dire che si approfittano dell’amore altrui a scopo egoistico e manipolatorio. Tuttavia bisogna capire che sono semi-inconsapevoli della propria malignità — si veda la Importante avvertenza di base nell’introduzione. Tutti possiamo agire in modo negativo, talvolta anche deliberatamente, però nella misura in cui proviamo senso di colpa e poi anche il pentimento, non siamo affetti da narcisismo patologico (può darsi che abbiamo altri problemi, o che semplicemente abbiamo agito male). Come ha dimostrato Winnicott la base istintuale, prima ancora che culturale, per uno sviluppo individuale ed equilibrato dell’essere umano è nella capacità di provare ‘senso di colpa’ . I narcisisti sono tanto più patologici (maligni) nella misura in cui non provano senso di colpa e quindi per nutrire il proprio egoismo, giungono all’invidia, alla manipolazione e all’odio (in modo particolarmente assurdo verso chi li ama e ne ha fiducia). Voglio però ricordare che ci sono patologie o complessi ove il senso di colpa è percepito in modo esagerato oppure ingiustamente auto-accusatorio, quindi provare un senso di colpa ‘sbagliato’ non è indice di un buon equilibrio, ma è indice che il proprio disequilibrio non è di carattere narcisista.
Secondo diverse ricerche, nella maggioranza dei casi i narcisisti patologici sono uomini (per cui le vittime sono maggiormente le donne), ma quando si tratta di donne, il disturbo può diventare più subdolo e maligno (probabilmente perche le donne gravemente narcisiste covano un’invidia e una rabbia vendicativa maggiore per via dei retaggi di una tradizione penalizzante per il femminile ). Tuttavia, che si tratti di uomini o di donne, esistono tipologie particolarmente maligne di narcisismo patologico, seriamente disturbante e traumatizzante per il partner. La cattiveria semi-consapevole che caratterizza questa patologia si abbatte in modo particolare sui partner, in quanto i narcisisti patologici hanno inconsciamente nella mente la diabolica idea di doversi poter vendicare su qualcuno che attraverso l’innamoramento è caduto sotto il loro dominio, e il loro bisogno di vendetta è dovuto al fatto che credono di essere stati svalorizzati e sminuiti dalla famigli e dal mondo in generale, sentono che la vita gli fa subire torti enormi che li rendono deboli e insicuri, perciò devono farla pagare a qualcuno. Il narcisista patologico la fa pagare psichicamente alle persone che hanno la disgrazia di innamorarsene, producendole continui ‘microtraumi’ fino a provocarle una vera e propria sindrome traumatica dagli esiti che possono essere gravi e persino fatali. Invece lo psicopatico, il serial killer’ , cova anche lui/lei una forte invidia primaria, e allora ha bisogno di vendicarsi, ma a differenza del narcisista adopera la violenza fisica e nei confronti di persone che, spesso, sono ritenute appartenenti ad una certa categoria. Raramente i narcisisti richiedono di essere curati (se dovesse chiederlo è buon segno), a meno che una profonda crisi dovuta ad un lutto o ad una disgrazia non li porti ad uno stato di depressione che li costringe ad una terapia. Ma ad un certo punto la malattia evolve, in genere intorno alla terza età, sviluppando disturbi di tipo schizoide, bipolari e ansioso depressivi che costringono il narcisista a doversi curare anche se poi si possono tuttalpiù contenere i sintomi. Bisogna quindi pensare che queste persone, che a causa del loro disturbo hanno fatto molta male nella vita affettiva la pagheranno molto cara, (a meno che non riescano ad impegnarsi, per necessità o per illuminazione, in un cammino di guarigione, lungo e difficile, che passa necessariamente attraverso il riconoscimento dei danni inflitti al loro prossimo e quindi nel volersi scusare in modo sentito, profondo e sincero — cosa però, estremamente improbabile).La malattia dei narcisisti patologici fa ammalare chi intrattiene con loro relazioni affettive, nella coppia, nella famiglia e nell’amicizia. Ho quindi proposto di chiamare con il nome di TRAUMA DA NARCISISMO (TdN) l’effetto traumatizzante della relazione affettiva con un narcisista patologico. Non si tratta solo di dare un nome ad una sindrome (peraltro riconosciuta, anche se non molto esplorata), ma di inquadrare una nuova diagnosi al fine di poter procedere per una corretta terapia.
L’immaginario popolare, ripreso da artisti, letterati e registi rappresenta i narcisisti maligni come vampiri, i quali desiderano il sangue di persone sane, e l’ottengono approfittandosi delle tenebre, vale a dire di una relativa cecità della vittima dovuta ad uno stato di innamoramento indotto in modo seduttivo e manipolatorio. Le vittime/prede dei narcisisti patologici che subiscono il TdN (Trauma da Narcisismo) possono essere comprese figurativamente nel senso di essere state ‘vampirizzate’ da un ‘vampiro psicoaffettivo’.
I narcisisti patologici adoperano quindi deliberatamente la sessualità, ma anche la falsa e artata tenerezza, per far cadere la vittima/preda in uno stato di intorpidimento della consapevolezza, per conquistarne la fiducia e l’amore (che appunto e cieco) al fine di nutrirsene per scopo egoistico.
Al narcisista patologico piace immensamente sedurre, quindi adopera ogni suo talento per riuscirci, e ci riesce proprio in quanto è capace , inizialmente, di assumere le sembianze del ‘sogno d’amore’ della vittima… sogno che poi diverrà un incubo. Inoltre il narcisista patologico, non potendo amare normalmente è invidioso della capacità del partner di amare, a tal punto da volerlo distruggere, logorandolo sottilmente e arrivando in certi casi ad indurlo all’autolesionismo e al suicidio. Molti testi psichiatrici considerano il DNP (Disturbo narcisistico di personalità) come un grave disordine mentale che mira a generare la pazzia negli altri (è qualcosa di satanico che soltanto le vittime possono comprendere in tutto il suo orrore).
I narcisisti più maligni nell’ambito della relazione affettiva diventano spesso rabbiosi (senza un chiaro motivo) non piangono mai o quasi mai, inoltre umiliano sadicamente il partner con molteplici modalità, specialmente quando la relazione si sta ultimando, allo scopo di distruggerlo moralmente. Come narra il mito di Narciso, il quale istigava i suoi ex-amanti al suicidio, purtroppo il narcisista maligno può giungere anche a questo. La malignità si puo’ esprimere anche attraverso denunce alla polizia per il solo fatto che il partner chiede una spiegazione. Inoltre la malignità si esprime anche attraverso la diffamazione del partner presso amici e anche persone che il partner-vittima non conosce. Le vittime/prede di un narcisista è come se fossero state contagiate da un virus psichico trasmesso per via erotico/sessuale (anche se il paragone può considerarsi tragicamente infelice, in quanto chi è colpito da una malattia virale trasmissibile sessualmente ed applica ogni cautela può essere di certo meritevole di grande amore, ma chi trae godimento nel suo narcisismo patologico nel manipolare e violentare psicologicamente la persona che lo ama, infettandole veleno psichico, certamente NO). Quindi è come se le persone traumatizzate da un narcisista patologico fossero entrate in contatto con un potente veleno, ad esempio l’amianto, o scorie radioattive, e quindi sono intossicate. Le persone infettate/intossicate da un narcisista cattivo e distruttivo attraverso una relazione affettiva manipolatoria, perdono le loro difese immunitarie nei loro punti deboli, per cui i loro problemi o le loro debolezze, a livello psicologico e umano, si acuiscono pericolosamente. Vi è poi un forte crollo dell’autostima per cui ci si sente brutti, incapaci, insicuri in quanto appare inconcepibile di essere stati trattati con tanta violenza psicologica dalla persona amata. Si viene invasati da una sorta di ‘delirio di rovina’ che fa sentire perduti, senza più speranze, senza più un senso nella vita, con la morte nel cuore.
Dunque, quando parliamo di un narcisista patologico è chiaro di chi stiamo parlando? con chi abbiamo avuto a che fare? Signore e Signori, come si dice comunemente, stiamo parlando di UN PAZZO/A! (di certo nell’ambito dell’affettività), ne siamo stati infettati; non ci resta che curarci con pazienza e amore di se stessi. La pazzia non è da intendere solo come l’essere fuori dalla realtà, ma anche nelle sue forme lucide, che non alterano le funzioni cognitive o l’esame di realtà, ma che sono comunque pericolose per sé e per gli altri. Uno psicopatico serial killer, nella vita di tutti i giorni, sembra una persona assolutamente normale. Un narcisista di tipo maligno si differenzia dallo psicopatico perché non uccide, non esercita violenza diretta, ma comunque attua comportamenti volti a danneggiare tutti coloro che per errore si fidano di loro, nell’amore, nell’amicizia, nelle relazioni parentali. Si tratta quindi veramente di una forma di pazzia, la quale ha il potere di far impazzire chi ne viene ingenuamente a contatto. Inoltre chi ne può venire a contatto non è assolutamente detto che sia un ‘ingenuone’ in quanto i narcisisti come gli psicopatici sono così subdoli che spesso non vengono riconosciuti neppure dagli psicoterapeuti e dagli psichiatrici (se non dopo attentissime osservazioni). Tuttavia va detto ancor una volta che le persone più soggette e predisposte ad essere ‘infettate’ dal narcisismo patologico sono quelle con una ‘ferita narcisistica’ la quale fa sì che esse abbiano meno anticorpi psichici, e quindi meno capacità di salvaguardarsi in tempo, nonché di reagire per guarire. Ciò le rende pericolosamente vulnerabili alla traumatizzazione da narcisismo patologico la quale va ad infettare una ferita preesistente, occulta e non curata. Se una ferita si infetta c’è il rischio che l’infezione si espanda a tutto l’organismo. In genere, restando nella metafora della salute corporea, quando una ferita si infetta, gli anticorpi provvedono ad arginare l’infezione in modo piuttosto spontaneo, ma se la ferita è troppo profonda, gli anticorpi non bastano, bisogna disinfettarla e poi suturarla con dei punti. Se poi gli anticorpi sono indeboliti anche una ferita superficiale può diventare pericolosa.
L’infezione psichica trasmessa dal narcisismo patologico ha due effetti devastanti: dilata e approfondisce la ferita e depotenzia e disorienta gli anticorpi, cioè il sistema immunitario ; tuttavia le persone traumatizzate da narcisismo patologico non si spaventino, le cure ci sono e sono efficaci, ma necessitano di un loro impegno, di una loro volontà di curarsi. Soprattutto è importante, al fine di attivare correttamente gli ‘anticorpi psichici’ di capire che il partner narcisista introiettato (vissuto dentro di sé) è un ‘oggetto idealizzato’ malato. Ecco perché un informazione corretta può essere considerata l’avvio ad una terapia. Solo se si ha coscienza, se si è informati, la psiche può reagire -anticorpi — verso il disturbo/malattia, altrimenti se si è nel TdN, gli anticorpi (sempre in senso figurato) agiscono in modo errato, o contro se stessi, o contro altri (anche persone vicine, amiche o terapeuti) e poi anche contro il partner narcisista patologico in carne ed ossa (in quanto ci si dimentica, o non si vuole accettare che questi è una persona davvero disturbata).
Differenze e concomitanze tra Trauma abbandonico e Trauma da Narcisismo
La sintomatologia della vittima – che io definisco come colpita da TRAUMA DA NARCISISMO (TdN) – può dare luogo ad una sindrome più o meno grave e va curata onde evitare peggioramenti. Va detto che quando si viene abbandonati si può subire un TRAUMA ABBANDONICO di maggiore o minore intensità, che è già di per sé assai doloroso e sconvolgente, ma se a questo si aggiunge il TdN – TRAUMA DA NARCISISMO – la situazione diventa ancora più grave, in quanto il partner narcisista, oltre ad abbandonare, mira a distruggere, umiliare, ferire, offendere il partner che viene abbandonato. Quest’ultimo, cioè la vittima del narcisista, può sviluppare una vera e propria sindrome traumatica specifica, che negli Stati Uniti è stata già evidenziata da qualche anno, ma che in Italia non è ancora chiara (vedi: Narcissism Victim Syndrome, A new — https://samvak.tripod.com/npdglance.html). In pratica si pensa soltanto ad un trauma abbandonico – esasperatosi per problematiche soggiacenti nella vittima – e non si riesce a capire che in tal modo la vittima viene incompresa e ferita, in quanto non si riesce a diagnosticare che essa ha subito qualcosa di assai peggiore, un TdN, appunto (e ciò a prescindere dalle sue eventuali problematiche psicologiche).
Purtroppo, le persone violentate nell’anima e traumatizzate dal narcisismo patologico, hanno una ferita nascosta e non curata nel proprio narcisismo (ferita narcisistica) cioè una carenza nella qualità e nella capacità di amare se stesse, carenza della quale non sono consapevoli. A causa di questa carenza affettiva verso di sé, le vittime sono propense a innamorarsi in modo assai cieco e idealizzante, ed in un certo senso restano costantemente innamorate del partner senza riuscire a passare allo stadio del ‘voler bene’, cioè senza riuscire a conoscere e ad accettare in modo critico e correttamente difensivo le parti negative e conflittuali dell’altro. Quando si ha una ferita narcisistica occulta si è più esposti in generale alle pene d’amore, ma in modo particolare si diventa più facilmente vittima dei narcisisti patologici. Si immaginino costoro come iene o come squali che hanno una fortissima capacità di fiutare il sangue e di aggredire altri animali sanguinanti, inclusi gli umani. Ecco, allora che la ferita narcisistica sanguina e il narcisista patologico, immaginabile come un vampiro succhiasangue, individua una preda assai appetibile, in quanto più facilmente manipolabile e sfruttabile (dissanguabile). Allora è vero che le vittime sono persone buone ed equilibrate nella loro capacità di dare e di ricevere amore, ma purtroppo hanno una ferita occulta che non gli permette di ‘autoamarsi’ (autostima) in modo sufficientemente equilibrato. Ecco quindi che la persona traumatizzata da narcisismo patologico va prima aiutata a superare il trauma, ma poi deve essere aiutata anche a sanare la sua ferita, la quale non è stata provocata dal vampiro, in quanto c’era già prima, al vampiro è servita come punto debole su cui agire, traendone metaforicamente sangue, cioè vitalità, energia, a scopo manipolatorio e mortificante.Nella pratica clinica e nella mia esperienza personale ho avuto modo di rilevare uno specifico TdN, e cioè un TRAUMA DA NARCISISMO, avente una sintomatologia simile al DPTS (il Disturbo Post Traumatico da Stress) che lasciava i militari reduci del Vietnam per tutta la vita destabilizzati), che richiede cure, solidarietà, comprensione. IL DPTS provoca una sindrome post-traumatica, l’incapacità di riprendersi da un trauma (con conseguenze purtroppo molto destabilizzanti e a lungo termine), dovuto soprattutto alla paura verso eventi violenti e catastrofici per la propria vita o di persone care, o anche di altri esseri umani. Invece il Trauma da Narcisismo agisce sulla sfera affettiva, la più sensibile dell’esperienza umana; consiste in un perpetuarsi del Trauma abbandonico, che nelle relzioni disturbate dal narcisismo patologico si percepisce anche durante una relazione affettiva come continua ‘minaccia abbandonica’ alla quale segue uno shock finale, o numerosi devastanti ‘tira e molla’, che destabilizzano l’equilibrio affettivo ed erotico.
Si subisce una mortificazione interiore dell’amore… solo chi ha esperito questa tragica sensazione sa quanto è grande il dolore, il pericolo, la solitudine, l’’incomprensione colpevole e incolpevole degli altri, l’ansia, la depressione, la vergogna, le idee di fuga o suicide, il tentativo di calmarsi con psicofarmaci, alcol, droghe, l’autolesionismo, la paura di impazzire, il senso di ‘morte vivente’…VERSO UNA GUARIGIONE… Se il TRAUMA DA NARCISISMO viene curato e compreso, le ferite si cicatrizzano, resta il segno, ma diventa anche un segno di forza e di conoscenza.
Le informazioni in questo blog possono aiutarvi a capire, se desiderate ulteriori informazioni potrete riceverle solo previo colloquio e accordi in quanto vanno personalizzate per il vostro specifico caso, altrimenti potrebbero essere interpretate in modo non corretto, in quanto quando si è sotto l’effetto di un trauma è facile sbagliarsi (e questo bisogna cercare di evitarlo).
Raccomando alle vittime da TdN di non cadere nell’abuso degli psicofarmaci (o di altro: alcol, fumo, droghe), di chiedere aiuto a persone veramente amiche, capaci di comprendere a fondo (che purtroppo non sempre si trovano e che soprattutto non credano che si tratta di un ‘semplice’ mal d’amore, cioè di un trauma abbandonico ‘esagerato’). Raccomando inoltre di non buttarsi tra le braccia di chiunque credendo di poter risolvere il trauma in tal modo, e neppure di intraprendere lunghi viaggi da soli o tentare drastici cambiamenti di vita, come fuga reattiva nel tentativo di fuggire al trauma. Datevi tempo e seguite tutti i consigli che più vi sembrano adatti a voi con l’obiettivo primario di de-traumatizzarvi. Vanno bene tutte le tecniche di rilassamento, le attività espressive e ricreative, allo scopo di esprimere creativamente la propria sofferenza e di distrarsi in modo sano. Ricordatevi sempre che l’effetto del trauma è quello di far apparire la vita completamente distrutta, di sentirsi lordati nell’anima da una potenza malefica, MA NON E’ COSI’. Inoltre informatevi, in quanto è importantissimo per superare il trauma riuscire a comprendere ledinamiche di coppia a sfondo narcisistico. E poi ricordatevi che esistono varie forme di intervento deutramatizzante e psicoterapeutico, che possono essere su misura per voi (questo articolo/forum, nonché auto-aiuto, ha lo scopo di informare a livello generale anche su tali tecniche, ma trattandosi di questioni strettamente personali una consulenza o una assistenza psicologica personalizzata può essere data solo attraverso colloqui diretti e la creazione di un’alleanza terapeutica con il terapeuta particolarmente centrata sull’empatia, la solidarietà e la comprensione e il rispetto per la vostra pazienza, impegno e coraggio di voler superare il TdN).
A mano a mano che si guarisce si comprende di come la propria conoscenza della vita sia aumentata, di come ci si senta più indipendenti e più sensibili alle sofferenze altrui, di come sia importante un amore vero ed equilibrato, raggiungibile solo se prima si raggiunge una buona comprensione di se stessi e si impara ad accettarsi per come si è ed a volersi bene. Il Trauma da Narcisismo può dunque diventare un’occasione per rivelare, accettare e curare la ferita narcisistica della quale non si era consapevoli e che era, già prima, una fonte di turbamento e di negatività. Allora l’incubo passerà, il ‘mostro semi-inconsapevole’ (vedi: ‘Avvertenza importante di base’ nell’introduzione) reale e interiorizzato, non potrà più farvi alcun male, il male che vi ha fatto servirà per curare ferite sanguinanti che non sapevate di avere e che avevate ancor prima di subirne la violenza, ed è così che nascerà in voi un processo di trasformazione positiva e, davanti a voi, ci sarà davvero la prospettiva di una vita migliore…
ARGOMENTI consigliati per i quali si può richiedere approfondimento generalizzato e/o personalizzato o per poter meglio sviluppare un dibattito sul blog attraverso testimonianze e pareri:
- IL PROCESSO TRAUMATIZZANTE DA NARCISISMO – COME ESORDISCE, COME SI ACUISCE, QUALI SINTOMI E DANNI PROVOCA E COME SI PUO’ CURARE
- PERCHE’ PER SUPERARE IL TRAUMA (TdN) E’ IMPORTANTE STUDIARE LA MALATTIA DEL NARCISISTA PATOLOGICO CHE LO HA PROVOCATO
- IN CHE MODO IL NARCISISTA PATOLOGICO PUO’ FARE IMPAZZIRE L’ALTRO
- LA RECITAZIONE ‘QUASI SPONTANEA’ DEL NARCISISTA PATOLOGICO
- PERCHE’ L’AMBIVALENZA DEL NARCISISTA PATOLOGICO
- PERCHE’ SI CEDE ALLA SEDUZIONE DEI NARCISISTI PATOLOGICI
- IL MASCHILE E IL FEMMINILE NEL NARCISISMO PATOLOGICO
- LA SESSUALITA’ DEL NARCISISTA PATOLOGICO
- DNP e SFRUTTAMENTO E DANNEGGIAMENTO DEL PARTNER
- LA FERITA NARCISISTA DELLA PERSONA TRAUMATIZZATA DA TdN
- LA CATTIVERIA DEL NARCISISTA PATOLOGICO
- CRUDELTA’MENTALE, VIOLENZA PSICOLOGICA DEL NARCISISTA PATOLOGICO CHE VIOLENTA L’ANIMA DEL PARTNER
- IL LATO BUONO DEL NARCISISTA PATOLOGICO (… è quello che ti frega!).
- IL NARCISISTA PATOLOGICO NEL SOGNO/INCUBO DEL PARTNER TRAUMATIZZATO
- IL NARCISISTA PATOLOGICO INTROIETTATO DENTRO LA PERSONA TRAUMATIZZATA
- I NARCISISTI PATOLOGICI NELLA LETTERATURA E NEL CINEMA
- PERCHE’ LA PERSONA TRAUMATIZZATA NON E’ PROPRIO UNA VITTIMA
- PERCHE’ IL NARCISISTA PATOLOGICO APPARE SPESSO BUONO AGLI ALTRI
- COME ARGINARE LA GELOSIA TORMENTOSA VERSO IL PARTNER NARCISISTA PATOLOGICO, DURANTE LA RELAZIONE E DOPO LA ROTTURA
- COME RECUPERARE LA PROPRIA AUTOSTIMA DEVASTATA DA UN PARTNER CON DNP
- SOVRAPPOSIZIONI TRA NARCISISMO PATOLOGICO E BORDERLINE
- QUALE CURA PER I NARCISISTI PATOLOGICI ?
- COME AIUTARE I NARCISISTI PATOLOGICI
- IL NARCISISTA PATOLOGICO E’ SULLA VIA DI GUARIGIONE QUANDO CHIEDE SINCERAMENTE SCUSA (rarissimo)
- COME CONFRONTARSI CON I NARCISISTI PATOLOGICI ALL’INTERNO DI UNA RELAZIONE CHE SI INTENDE CONTINUARE
- PER QUALI RAGIONI IL/LA NARCISISTA PATOLOGICO TIENE IL PARTNER SOTTO MINACCIA ABBANDONICA E ATTUA SPESSO
- PERCHE’ IL PARTNER CON DNP TRADISCE (Cosa cerca in particolare nel tradimento)?
- PERCHE’ IL PARTNER CON DNP TENDE A CALUNNIARE E A DIFFAMARE LA PERSONA CHE LO AMA, NASCOSTAMENTE, DURANTE E DOPO LA RELAZIONE?
- PERCHE’ IL PARTNER CON DNP SI RIFIUTA DI DARE SPIEGAZIONI E SI ARRABBIA SE GLI VENGONO RICHIESTE?
- PERCHE’ LA PERSONA TRAUMATIZZATA DAL PARTNER CON DNP HA UN DISPERATO BISOGNO DI OTTENERE SPIEGAZIONI DAL SUO PERSECUTORE?
- PERCHE’ BISOGNA BEN DISTINGUERE UNA RELAZIONE A SFONDO SADOMASOCHISTA CON UNA RELAZIONE A SFONDO NARCISISTICO?
- QUANDO IL PARTNER CON DNP TENDE A SENTIRSI E A PRESENTARSI COME SE FOSSE PERSEGUITATO DALLA PERSONA CHE HA TRAUMATIZZATO.
- PRECAUZIONI E DIFESE DOPO LA RELAZIONE CON IL NARCISISTA PATOLOGICO
- COME ELABORARE LA RABBIA VERSO IL NARCISISTA PATOLOGICO
- COME LA PERSONA TRAUMATIZZATA DA UN PARTNER CON DNP, PUO’ OTTENERE GIUSTIZIA RISPETTO AI SOPRUSI E ALLA VIOLENZA PSICOLOGICA SUBITI
- DIFFERENZE E CONCOMITANZE TRA TRAUMA ABBANDONICO E TRAUMA DA NARCISISMO (TdN)
- SIMILITUDINI TRA TdN e DPTS (DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS)
- PERCHE’ SPESSO LA VITTIMA DA TdN NON VIENE COMPRESA DAVVERO
- LA PERSONA TRAUMATIZZATA DA TdN RISCHIA IL DETERIORAMENTO DELLE RELAZIONI FAMIGLIARI E DI AMICIZIA
- CONSIGLI PER GLI AMICI E I PARENTI DELLA VITTIMA CON TdN
- LA PERSONA TRAUMATIZZATA DA TdN RISCHIA DI CEDERE ALL’ABUSO DI SOSTANZE PSICOGENE (Psicofarmaci, alcol, droghe)
- L’AUTOLESIONISMO DELLA VITTIMA E I PENSIERI SUICIDARI
- IL BISOGNO ESTREMO E FRUSTRATO DI OTTENERE CHIARIMENTI DAL PARTNER CON DNP
- IL BISOGNO ESTREMO DI MANTENERE CONTATTI CON l’EX PARTNER CON DNP
AVVERTENZA! Le diagnosi non sono un gioco! Narcisismo patologico o alibi paranoide?
Credo sia doveroso aprire un dibattito anche sulle proiezioni paranoidi, in quanto c’è il rischio che la nozione di narcisismo patologico venga sempre più spesso usata per proiettare tutte le colpe su chiunque che per qualche motivo non ci viene bene…
E’ UN RISCHIO SERIO CHE C’E’.
Va inoltre ricordato che , anche se l’altro/a è un narcisista patologico, ciò non vuol dire che non ci si debba mettere in discussione in quanto si è la povera vittima incompresa. Per guarire veramente, una volta appurate le colpe dell’altro, va assolutamente fatto il lavoro del MEA CULPA.
Solo quando si farà i conti con il proprio VAMPIRO INTERIORE, si riuscirà a mollare veramente la presa collusiva con il VAMPIRO ESTERIORE. Chi adopera la nozione di narcisismo patologico, senza profonda conoscenza psicoterapica e senza un consulto serio sulla propria esperienza, rischia seriamente di farsi del male e di fare del male ad altri. Tutti abbiamo diritto di esprimere pareri e testimonianze, ma non abbiamo il diritto, neppure se psicoterapeuti, di sparare diagnosi con lo scopo di scaricarci la coscienza… va bene riflettere, ma in modo ponderato e sempre mettendosi in discussioni e con il dovere di verificare attraverso situazioni e consultazioni serie e personalizzate. Perciò occhio ai sitarelli che adoperano le etichette psichiatriche come se fossero torte in faccia e frecciatine liberatorie.
PER FAVORE DOVETE CAPIRE che su queste cose non si scherza è in gioco la vita delle persone, si tratta della salute umana, del posto di lavoro, delle relazioni rovinate con amicizie e con i parenti, del rischio di abuso di psicofarmaci, droghe, alcool, dell’insorgere di patologie psicosomatiche (anche gravi come il cancro), di molti disturbi d’ansia e depressione, fino alla fantasia suicidaria ed il passaggio all’atto, e comunque di destini vitali spezzati e di infelicità durature. Ecco, di cosa stiamo parlando quando ci intratteniamo con bocconcini di narcisismo patologico self service… ok, va bene, si vuole riflettere, però attenzione, bisogna sapere bene cosa si sta toccando, e se si vuole riflettere su queste cose senza titoli ed esperienza specialistica la cosa giusta da fare è spendere almeno quanto si spende da un parrucchiere — perché questo è — per parlarne con specialisti che hanno studiato una vita per capire e per curare questi gravi problemi della salute mentale. Era mio dovere scrivere questa nota, in quanto psicoterapeuta più volte citato per via del blog a cura dell’Associazione Culturale Albedo di cui sono Presidente.
IL NARCISISMO PATOLOGICO NON E’ PIU’ UNA MALATTIA… ALLORA SAREBBE PROPRIO UN MALE, in particolare: VAMPIRISMO.
E’ di questi giorni la notizia che il prossimo DSM 5, bibbia della psichiatria non intende considerare più il narcisismo come disturbo di personalità, in quanto i tratti che lo caratterizzano sono sempre più diffusi come ‘normosi’ e molte persone del settore e non, lo hanno divulgato senza il necessario approfondimento. Per cui il DNP non sarà più considerato una malattia psichiatrica precisa (anche se ciò sta provocando un terremoto nella ricerca sulla salute mentale negli USA), e al suo posto vi sarà un generico disturbo di tratti di personalità (che incrocia altri 4 disturbi pure rimossi, lasciando tuttavia a sé il borderline). Questa scelta, prevalente per ora prevalente nel gruppo di lavoro di psichiatri che pubblica il DSM , oltre essere stata duramente criticata da eminenti psicoterapeuti, psichiatri e commentatori autorevoli di altre discipline, denota la gravità della situazione di fronte a comportamenti di egoismo esasperato, manipolazione e violenza psicologico che sono così diffusi, variegati ed ambigui (normosi) da sfuggire ad una diagnosi scientifica di tipo classificatorio, con la conseguenza di dichiarare una resa dinnanzi a mali evidenti che vengono quindi considerati psicologicamente normali.
Resta il fatto che la violenza psicologica esiste, a questo punto se non è più una malattia è proprio il male. Il dibattito è molto delicato ed è un bene che sia così. Noi psicoterapeuti consideriamo da sempre le etichette psichiatriche solo come quadri di riferimento da interpretare caso per caso. L’approccio clinico che io ho proposto in riferimento alla psicologia archetipica ed in particolare rispetto alla figura del vampiro, a questo punto, in termini umanamente e psicologicamente diagnostici e terapeutici è effettivamente il più intuibile, comprensibile ed efficace (sebbene non sia ancora molto conosciuto, anche perché non si rifà al linguaggio psichiatrico ortodosso). Va quindi ricordato che chi pretende di improvvisarsi in questo settore, senza competenze specialistiche e senza volersi fare aiutare da esperti, genera una pericolosa confusione negli altri e in se stesso, pur essendo mosso da buone intenzioni. Questa può essere solo una breve nota che rinvia al seguente articolo introduttivo in inglese (uno tra i tanti) che appaiono in questi giorni. https://psychcentral.com/
Quanto viene affermato in questo articolo, nonostante queste recenti diatribe teoriche non cambia, anzi si specifica maggiormente che in termini di psicologia, intesa come logica della psiche, che è l’anima (la quale ha logiche assolutamente speciali) la figura archetipica del VAMPIRO è quella che maggiormente consente di comprendere il fenomeno. Per cui quando parliamo di Narcisismo patologico o di DNP , in ottemperanza a decenni di ricerche ed esperienze, teoriche e cliniche internazionali, si consideri che qui parliamo di VAMPIRI PSICHICI e più in particolare dei loro devastanti effetti in termini di VAMPIRIZZAZIONE della vita amorosa.
La sfida in questo dibattito è dunque assai complessa e delicata, ma vale la pena impegnarsi, ciascuno con le sue esperienze, competenze e sensibilità. In tal modo si darà un significativo contributo ad una questione fondamentale che riguarda il benessere e la salute mentale… e soprattutto all’AMORE che tra tutti i beni è il più grande.
CHI E’ IL MANDANTE DEI VAMPIRI PSICHICI? SOLO L’AMORE POTRA’ SCOPRIRLO E SCONFIGGERLO.
pubblicato da Pier Pietro Brunelli – Psicoterapeuta
il giorno domenica 26 dicembre 2010 alle ore 3.03
Carissime e carissimi
è tardi, sta finendo il giorno di Natale, voglio scrivervi quello che penso e che so, come un messaggio di auguri, un regalo ed una esortazione… ci provo. Perdonate gli errori, sono stanco…
Chi è stato traumatizzato nei sentimenti da partner che hanno grossi problemi relazionali — tanto da poter essere paragonati a vampiri psichici – è una persona che ha sbagliato, ingenuamente, perché ha colluso con la negatività, si è lasciata legare ad aspetti malefici dell’anima… ha tutte le attenuanti, ma ha sbagliato, e quindi la sua sofferenza è una forma di espiazione, perché deve capire che ha sbagliato e deve riscattarsi verso il bene… deve tornare ad amare il bene non il male … e il bene non è solo egoistico, non è la felicità per sé come due cuori e una capanna e il resto chi se ne frega… no, è anche stare insieme, ma insieme anche PER qualcosa di giusto, per il bene, anche attraverso piccole cose, due hanno un amore nel bene quando questo amore porta buoni frutti al mondo, agli altri… Allora chi è stato traumatizzato dall’amore per il male, e il male lo ha distrutto, stuprato, devastato, ha però anche un grande dono, ha cioè, anche se ha sbagliato e deve pagare, ha una grande, immensa capacità di amore.. è una persona che ha una capacità di amare, accettare, perdonare così grande che, purtroppo, potrebbe arrivare, anzi arriva, ad amare anche il diavolo, non in quanto tale, ma credendo che in esso/a c’è un angelo da salvare… Dunque è un grave sbaglio amare chi si serve del male e lo fa, seppure con l’idea di salvarlo, e questo sbaglio si paga, ma si tratta di uno sbaglio che rivela anche una grandissima forza verso il bene ed è su questa che bisogna lavorare per tornare a stare bene e per imparare a donare il proprio grande immenso amore a tutto ciò che può fare bene… certo ad un compagno buono, ad una compagna buona… ma affinché questo possa avvenire bisogna prima amare tutti coloro che lo meritano e che hanno bisogno di essere amati… bisogna amare anche i cattivi, ma quelli veri, cioè quelli che sono sempre cattivi, come lo era il lupo di San Francesco, odiato e cacciato da tutti, sempre cattivissimo, allora San Francesco capì che lo si doveva aiutare a trovare la sua parte buona e così con amore lo aiutò… bisogna amare anche le ‘pecore nere’ quelle che sono nere sempre, perché hanno sbagliato e nessuno le aiuta e continuano a sbagliare… ma dovete fare molta attenzione e allontanare i falsi cattivi che sono anche i falsi buoni, quelli cioè che fanno finta di essere buoni per poi poter fare meglio del male… E’ una storia vecchia come il mondo quella di Satana che inganna Eva con l’inganno, appunto, facendo finta di essere buono, per avere la sua fiducia… dovete rinnegare quelli che sono ora cattivi e un attimo dopo buoni e poi cattivi perché lo fanno perché sono malati di una malattia che li spinge a farvi del male perché questa malattia si nutre del male , essi esse hanno bisogno del male, e per farlo in certi momenti vi seducono e vi manipolano facendo la parte di angeli o di bisognosi d’aiuto e d’affetto… Ricordatevi il CAVALLO DI TROIA, la più infida arma di tutti i tempi, quella che rese celebre una guerra che divenne il mito omerico fondante di tutta la cultura occidentale, una guerra che dopo dieci anni fu vinta dai greci assediatori con l’inganno… come? Facendo finta di essere buoni, con un bel regalo , un bellissimo grande cavallo bianco … e i troiani aprirono le porte e festeggiarono, ma nella notte dalla pancia del cavallo fuoriuscirono gli invasori greci che misero a ferro e fuoco ogni cosa… ecco così fanno certi vampiri/e nelle relazioni affettive, 10, 100, 1000 cavalli di Troia fino a quando non vi avranno completamente devastate/i… ALLONTANATELI, ALLONTANATEVI prima che sia troppo tardi, prima che la vostra vita fisica, psichica, morale materiale venga devastata a morte (questo è il rischio, purtroppo).
Ma allora chi bisogna amare? Solo quelli che sono sempre bravi? E no, questi non esistono, e se lo sembrano, stanno facendo finta anche loro… bisogna amare le persone con i loro pregi e i loro difetti, accettare il conflitto, confrontarsi, è normale ciò… ma badate ho detto bisogna amare.. le PERSONE… non delle strutture psichiche disaggreganti e devastanti dalle sembianze umane… scusate, se esagero. Voglio dire che… sù, andiamo, siate oneste/i… voi lo sapevate benissimo che quella lì, quello lì, il vampiro, la vampira, non era una persona tanto normale (addirittura a mio avviso dal punto di vista di una compiutezza psichica, di un Sé coeso accettabile, non si tratta nemmeno di una persona vera e propria… ma vabbé) comunque lo sapevate che era un essere pregno di energia negativa che a volte faceva il bravo, la brava per poi contaminarvi meglio … “Che bella bocca che hai?”… “Per sbranarti meglio piccina mia” (infatti fingeva di essere la nonnina, ma era il lupo… e voi però non eravate ingenui tanto da essere come Cappuccetto rosso… dai!). Insomma voi lo sapevate nel vostro intimo che ve la facevate con un rappresentante del male, una manovalanza, diciamo così, delle energie malefiche… e stavate già da tempo malissimo, ma come il drogato, non avevate il coraggio di allontanarvi e avete voluto resistere e continuare… insomma come dicevamo prima avete sbagliato, perciò adesso è normale che dovete soffrire, ma dovete soffrire per riscattarvi, per tornare a fare del bene e a dare per il bene il vostro grande amore e ribellarvi… Ma ribellarvi verso chi? Vendicarvi di chi? Della manovalanza? Di quella mezza persona vampirica che vi ha succhiato il sangue, di quel morto vivente che sembra stare bene e che in realtà è uno zombie che finge di provare qualcosa , ma non prova nulla? No, non è della manovalanza che vi dovete occupare, quella dovete solo allontanarla e più lo fate presto e tanto più andrà incontro rapidamente al suo squallido destino, in quanto impazzirà, oppure non avrà mai vissuto veri sentimenti, resterà un non vivo, nel male (a meno che proprio, quando abbandonata da tutti, dato che perde progressivamente potere, e soffrendo peggio di un cane non implorerà perdono per farsi curare e si pentirà amaramente e dovrà comunque pagare terribilmente, molto, ma molto più di voi). Non è del traumatizzante & manovalanza che vi dovete occupare voi per guarire, voi vi dovete occupare del MANDANTE, cioè delle forze del male che hanno impiegato quel manovale-burattino senz’anima (perciò non persona, le persone hanno l’anima) per impedire alla vostra natura di fare del bene, di usare il vostro grande amore per il bene, siete stati colpiti su commissione da un lovekiller, un criminal love, un delinquente sentimentale di infimo rango, che è stato mandato da forze maligne per togliervi di mezzo perché potevate fare troppo bene, e queste persone che possono fare bene perché amano tanto, il male le odia, perciò le attacca a morte. Ma in tal modo ora siete stati messi alla prova, o diventate vampirizzati/e, verso gli altri e verso voi stessi dannandovi l’anima, oppure fate di tutto per ritornare a far vincere l’amore in tutte le sue forme …
“Commento 21”(www.albedoimaginaton.com) IL VAMPIRO INTERIORE UCCIDE FINO A QUANDO NON LO SI COMPRENDE, MA SE LO SI COMPRENDE CI SI AVVIA ALLA GUARIGIONE
UNA PRECISAZIONE IMPORTANTE: IL VAMPIRO E’ UNA FIGURA ARCHETIPICA PRESENTE IN OGNI ESSERE UMANO. ESSO E’ UN’IMMAGINE DELL’OMBRA (archetipo individuato da Jung costituente il lato oscuro della natura umana, eppure contenente anche una luce).
La figura del vampiro, come distruttivo invasore della psiche, è stata studiata da C.G. Jung, dalla M. Von Franz, da J. Hillman e da altri psicologi di orientamento junghiano. Costoro avvertono che si tratta di una parte della psichica insita in ogni essere umano. Dentro ciascuno di noi c’è un vampiro, come c’è anche un angelo, c’è il male come il bene, l’oscurità e la luce. Il vampiro è quindi una rappresentazione leggendaria dell’OMBRA, la parte più contraddittoria ed inconscia della personalità, che esacerba i conflitti, emerge negli incubi, in molti disturbi mentali dovuti a complessi o a traumi, ma che pure contiene valori conoscitivi e di crescita. Perciò tutti dobbiamo fare i conti con l’Ombra, con il vampiro interiore che succhia il sangue all’Anima e la costringe a reagire, e quindi ad ammalarsi o a curarsi, a regredire o ad evolversi. Purtroppo la tentazione è quella di proiettare il proprio vampiro interiore sugli altri, giungendo a credersi perfetti e ad attribuire il male solo agli altri, senza volersi assumere le proprie responsabilità. La disputa con il ‘vampiro interiore’ riguarda la soggettività di ognuno, ma possiamo dire che può svolgersi su due livelli.
Il primo livello, quello più sano, consiste nel tentativo di accettare e conoscere il proprio vampiro interiore, di negoziare con esso, di integrarlo il più possibile con la nostra personalità e quindi di comprendere come può farci crescere e maturare e quali sono i nostri punti deboli o da sanare. E’ un processo che non si conclude mai completamente, la conoscenza di sé e delle proprie contraddizioni, nel bene e nel male, richiede tutta la vita, nonché l’appoggio ad alleati (ad esempio uno psicoterapeuta) e di maestri.
Il secondo livello riguarda la possibilità che il vampiro interiore resti parzialmente o del tutto inconscio, non riusciamo a comprenderlo o ci rifiutiamo di vederlo per una questione di comodo. In tal caso può succedere che lo proiettiamo sugli altri, diventiamo allora difensivi, ma anche aggressivi nel tentativo errato di liberarci dal male, che non viene visto come anche interno.
Ecco allora che, nello specifico del narcisismo e della vita amorosa ed affettiva, si aprono altri due sottolivelli:
– Il primo sottolivello è che il vampiro inconsciamente invade tutta o quasi tutta la personalità, la quale può quindi assumere tratti narcisisti patologici o irrigidirsi in un vero e proprio Disturbo Narcisistico di Personalità (con le conseguenze di nullificazione di sé e di traumatizzazione del prossimo che ormai abbiamo sufficientemente esplorato) o addirittura diventare uno Psicopatico conclamato. Vi sono poi altri disturbi gravi nei quali l’Ombra non compresa o negata emerge, come i disturbi paronoidi, la schizofrenia, ecc. Tutti questi disturbi comportano gravi problemi ai malati e a chi sta loro vicino. In particolare il narcisismo patologico implica una sua particolarità patogena e traumatizzante nell’ambito delle relazioni di coppia attraverso la manipolazione affettiva, l’opportunismo e un assurdo, folle e invidioso odio distruttivo verso la persona dalla quale si riceve amore e fiducia.
Nota: Senza giungere a quadri patologici estremi dovuti al fatto che proprio male interiore viene proiettato tutto sugli altri, o su una categoria, o sul partner, possiamo pensare alla proiezione che spesso gli uomini fanno sulle donne considerandole tutte quante negative, in parte o totalmente, e quella che, viceversa, fanno le donne verso gli uomini. Purtroppo queste reciproche proiezioni negative tra i sessi, che non riescono più a vedere che in tutti c’è il bene e il male, e che ci sono persone più buone o più cattive tra gli uomini come tra le donne, generano pregiudizi e stati patologicamente difensivi che uccidono l’amore e portano l’infelicità. Seppure tra il maschile e il femminile ci sono conflitti psicoculturali che hanno danneggiato soprattutto la femminilità, alle donne non conviene cercare la vendetta, così come non conviene agli uomini voler dominare o dichiarare il proprio sgomento per il fatto di non riuscire più a farlo. Siamo stati fatti maschio e femmina non soltanto nella carne, ma anche nell’anima per compensarci confrontandoci. Si tratta di due polarità psichiche, come ha individuato Jung che sono presenti nella psiche di ciascuno a prescindere dal fatto che sia un uomo e una donna, in entrambi c’è la componente maschile (anima) e la componente femminile (animus), e ciascuno dovrebbe armonizzarle dentro di sé. Allora si capirebbe che è sbagliato lasciarsi tentare dal voler proiettare il male sull’altro sesso in generale. Se il maschile e il femminile sono compresi come due polarità complementari presenti, in modo diverso a seconda del genere sessuale, ma presenti, l’amore funzionerebbe molto meglio, sul piano soggettivo e collettivo. Questo principio di complementarietà psichica tra il maschile e il femminile sta alla base di un amore sano, così che esso nel suo mistero, oltre a recare piacere e passione, porti anche la pace, la vita, la maturazione nel confronto, e tutto ciò per gli eterosessuali come per gli omossessuali, nell’ambito di ogni ceto, ogni razza, ogni religione, ogni cultura.
– Il secondo sottolivello consiste nel tentativo inconscio di liberarsi da un vampiro interiore (annidato in una ferita narcisistica occulta e quindi non curata), senza però riuscire ad analizzarlo e a comprenderlo, perciò si è tentati (inconsciamente predisposti) dal venire a patti (colludere) con un vampiro esterno, cioè con una persona affetta da narcisismo patologico della quale ci sembra di poterci fidare, nell’amicizia, nel lavoro e più sciaguratamente nei sentimenti e nell’amore. In tal modo il male interno non viene proiettato sull’altro, ma funziona come una calamita che introietta il male dell’altro. Il vampiro esterno viene allora erroneamente considerato come un guaritore (dato che è molto abile nel fingere di esserlo) che seduce il nostro vampiro interiore e si allea con esso. Attraverso questo alleato interno alla vittima portatrice di ferita narcisistica occulta, il narcisista patologico riesce a far innamorare la vittima, con il fine ‘semiconscio’ di manipolare e approfittarsi della vittima, provocandole una sindrome traumatica che può condurre a disturbi ed esiti anche gravi. Ciò è stato possibile perché il vampiro esteriore ha trovato nella vittima un vampiro interiore annidato in una ferita, al quale si è alleato. Dunque seppure possiamo inquadrare tutta la vicenda come una disgrazia o un tragico scherzo dell’amore, si tratta di una vicenda non proprio casuale, che presuppone una complicità inconscia tra la vittima e il suo aguzzino, tra debolezza e malvagità (senza che ciò voglia necessariamente dire sadomasochismo), o per meglio dire tra le parti ferite inconsce nell’Ombra di chi viene ‘infettato’ e le parti maligne dell’Ombra di chi infetta.
Dopo aver detraumatizzato la vittima va dunque scoperto il suo ‘traditore interno’, cioè il vampiro interiore che si è alleato con il narcisista patologico al fine di dilaniare ancor di più la ferita narcisista dalla quale succhiare sangue ‘simbolico’, che significa anima, amore, vita. Si scoprirà allora che il vampiro interiore può essere rieducato, ma non può essere ucciso (la leggenda spiega appunto della quasi impossibilità di uccidere i vampiri) – si scoprirà che se viene compreso e accettato questo vampiro interno può avere anche qualche cosa di buono da dire, nonostante faccia parte dell’Ombra e del male – si scoprirà quindi che è molto meglio negoziare con esso (pur senza allearsi ad esso) piuttosto che non riconoscerlo e farlo alleare con vampiri esterni – si scoprirà che attraverso la negoziazione con esso, esso può aiutarci a guarire la ferita narcisistica (la leggenda dice che alcune gocce, o pochi capelli del vampiro erano una medicina prodigiosa).
Il TdN, ovvero la vampirizzazione, ci costringe a curarci in profondità e, una volta superato il trauma, a renderci conto che, purtroppo, il vampiro esteriore di cui ci siamo fidati e innamorati aveva fatto presa sul vampiro interiore che non conoscevamo.
Perciò se curiamo il Trauma da Narcisismo, poi dobbiamo anche curare il vampiro interiore e la ferita dove se ne stava nascosto a succhiarci il sangue dall’interno, rendendoci inconsciamente vulnerabili alle seduzioni manipolatorie e distruttive dal vampiro esteriore (che ormai sappiamo essere il ‘narcisista patologico’). Solo in tal modo il trauma può essere superato e diventare opportunità per elaborare un’esperienza di crescita, altrimenti se pure vi è una de-traumatizzazione, i segni e le cicatrici lasciate inevitabilmente dal trauma ostacolano la conoscenza di se stessi, con il rischio di successive ricadute, infelicità… e nuovi vampiri inconsci, esterni e interni
Ad un certo punto della fase di de-traumatizzazione riconoscere il nostro ‘vampiro interiore’ (risalente alla propria storia famigliare, ma anche alla propria natura umana, in quanto archetipo del negativo in ognuno di noi) ci aiuta a superare il trauma in quanto il ‘vampiro esteriore’ viene depotenziato, viene considerato non più come un malvagio potente dal quale non ci si può difendere, quanto come un posseduto dalla malvagità. Se tale riconoscimento avviene si può arrivare a comprendere che il problema di chi è affetto da narcisismo patologico – patogeno e traumatizzante -consiste nel fatto che il suo ‘vampiro interiore’ si è impossessato di gran parte della sua personalità nella sfera dei sentimenti (ciò lo porta a fare del male a chi li ama). Intanto però si comprende che il vampiro interiore della ‘vittima’ lavora in un modo diverso, invece di far ammalare nel senso del narcisista patologico che non è più capace di mare gli altri, fa ammalare nel senso della ferita narcisista che rende incapaci di amare veramente se stessi. Così, i due vampiri, quello dell’aguzzino e quello della vittima, si alleano a favore del male (che implica l’odio), cioè per distruggere Il bene (che implica l’amore verso se stessi e verso gli altri). La vittima comprende che non è veramente che si è innamorata di un vampiro in quanto è il suo vampiro interiore non conosciuto che l’ha fatta innamorare… ecco perché il narcisista patologico è riuscito a sedurre e a tenere innamorata la vittima pur infliggendole tormenti, e continua a tormentarla come fantasma anche dopo l’abbandono. Allora lo psicoterapeuta, dopo aver veramente compreso il trauma della vittima, la aiuta a ‘parlare’ e a negoziare con il suo vampiro interiore, in quanto solo così il fantasma del vampiro esteriore perderà il suo alleato e dovrà andarsene per la sua strada ad espiare le sue colpe o a vampirizzare altre vittime, solo così ci si libererà di lui/lei e si potrà rimettere il cuore pace per rinascere.
Ora se accettiamo la verità (difficile da accettare davvero), e cioè che un vampiro interiore lo abbiamo tutti e che esso può agire con molteplici modalità, ci scopriamo non soltanto vittime del male, ma anche suoi potenziali portatori, perciò chi ci ha fatto del male viene percepito con uno sguardo che non è più solo di incredulità, di paura e di rabbia, ma semmai di triste compatimento unito a condanna – questo sguardo piuttosto che a vendicarci ci invita a guardarci dentro – senza colpevolizzarci – affinché si possa diventare sempre più capaci di comprendere il male, depotenziarlo e sviluppare la coscienza di tutto il bene possibile, per noi e per gli altri. Si arriva allora a capire che forse può essere meglio essere stati traumatizzati ( a patto di venirne fuori) che traumatizzare, che in ultimo ciascuno è vittima di qualcosa che è in se stesso, tuttavia è preferibile essere una vittima delle proprie debolezze (ferita narcisistica) che fanno amare una persona sbagliata, piuttosto che vittima del proprio odio e della propria incapacità di amare, che spinge il narcisista patologico a fare del male a chi li ama e quindi, logicamente e psicologicamente, anche a se stesso, costruendo intorno a sé un cimitero d’amore che non appare traumatico, ma che alla lunga diventa una mortale trappola di infelicità. Ecco allora che al fine, si comprende che è meglio essere stati vampirizzati piuttosto che vampiri conclamati; anche se è molto dura, dalla vampirizzazione ci può salvare, ma salvarsi dall’essere un vampiro psicoaffettivo è molto più dura ed è terribilmente più difficile. Così il narcisista patologico, nonostante tutto il male che h fatto, al fine viene percepito da chi lo ha subito e se ne è liberato come un povero disgraziato e ciò porta ad un processo di disinnamoramento che rende più forti e più liberi. Tuttavia, affinché ciò avvenga, una volta terapizzato il trauma, bisogna fare chiarezza dentro di sé, ed elaborare e guarire la propria ferita/infettata che ha fatto innamorare di una persona infettante/maligna; a tal fine l’unica terapia possibile è una psicoterapia, basata sull’empatia e l’esplorazione delle costellazioni che formano il mondo interiore e che si manifestano energeticamente nell’anima, nella mente, nelle emozioni e nello spirito.
Nota: Il seguente link presenta una video sulle conseguenze più tragiche del non riconoscere il nostro ‘vampiro interiore’ – è un video ‘molto forte’ orientato alla psicologia junghiana tema del diavolo (insito nella natura umana) e sulle sue manifestazioni, non solo leggendarie, ma nella realtà degli individui e della società:
httpv://www.youtube.com/watch?v=DT42l5L_fUI
Un altro link su tale tema riguarda un’intervista a C.G. Jung in persona
httpv://youtu.be/wop91_Gvwos
Prime conclusioni
Dunque il TdN, il Trauma d Narcisismo, ovvero l’essere vampirizzati, può anche essere un’occasione propizia per riconoscere la propria ferita narcisistica, snidare il vampiro interiore che vi si era annidato e impiegarlo per la guarigione della ferita. Da tale guarigione può poi nascere una propria via di maturazione del Sé, capace di sostenere la tragica verità che il bene e il male sono in ciascun essere umano. E’ una verità sconcertante, ma è un principio costitutivo che va oltre il tema del narcisismo che stiamo trattando, espresso negli insegnamenti della saggezza e delle religioni di ogni epoca e di ogni cultura, ed è necessariamente da accettare se si vuole essere ‘veraci’, diventare se stessi. Come fare a trovare un equilibrio tra il negativo e il positivo, e quindi ad accettare che il negativo non è eliminabile? Freud ha parlato di ‘pulsione di vita e pulsione di morte’, la Melanie Klein di ‘seno buono e seno cattivo’, Winnicott di ‘madre sufficientemente buona’, Jung dell”Ombra’ in quanto archetipo complementare a tutti gli altri archetipi della psiche secondo un principio di ispirazione Taoista e Gnostica (la ‘congiunzione degli opposti’). E poi si tratta anche di una verità che implica uno speciale percorso personale, che non tutti riescono a vivere e che nessuno può portare al totale compimento… un processo di conoscenza di Sé, nel bene e nel male, che ha una sua formula unica ed assoluta per ogni individuo, come ben sanno quegli psicoterapeuti che comprendono di quanto il loro difficile mestiere consista nell’ aiutare i pazienti a trovare un equilibrio tra le schiere di demoni e di angeli che abitano la loro psiche soggettiva. Protendersi verso questo processo conoscitivo di Sé, considerando che la sofferenza può essere una spinta per compierlo, da soli, ma quando ci vuole anche con l’aiuto della psicoterapia, oltre che con il sostegno di fonti maestre di saggezza e di spiritualità, consente di diventare più autentici, più fedeli a se stessi, più veraci, dove la veracità non vuol dire perfezione o essere il migliore, ma provare a fare del proprio meglio con genuinità, spontaneità, umiltà, esame di coscienza, osservazione non colpevolizzante e non esaltante dei propri lati positivi e negativi. Il male dentro di sé, allora, va compreso come nella parabola di Cristo della ‘pecora nera’: tutti ne abbiamo una e forse anche di più, ma dobbiamo saperle accogliere nel gregge.
Quando non si riesce ad accogliere il male esso gioca brutti scherzi a se stessi e viene proiettato sugli altri, così Cristo ha detto: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Ma per accogliere il male bisogna comprendere che in esso, in quanto Ombra della psiche, c’è pur sempre un punto di luce, come nel simbolo del Tao: dello Yin e Yang… ecco forse perché Dio non distrugge Lucifero, semmai lo fa controllare dagli Angeli, poiché esso nonostante tutta la sua malvagità è un ‘portatore di luce’ (questo è il significato del suo nome). Quindi la nostra ricerca ci ha portato a rivolgere lo sguardo su una questione di infinita importanza che non arriveremo mai a circoscrivere e che quindi comporta una costante attenzione da parte degli individui e della collettività. Qui diciamo solo che, affinché si possa essere ‘veraci’, occorre una costante attenzione verso la conoscenza e l’autenticità del proprio Sé (Jung ha parlato in tal senso di “processo di individuazione”, Hillman ha parlato di “fare anima”, ma ciascuno, se vuole dare un ‘senso di verità’ alla propria vita deve scoprire una via concreta, non solo teorica o mistica, dentro se stesso).
Essere ‘veraci’ comporta il disporsi con umiltà, fiducia e coraggio per comprendere il bene e il male dentro di Sé, in modo da non essere ipocriti con se stessi, al punto di dover impiegare la menzogna e la manipolazione per vivere, oppure di doverle subire. La veracità è indispensabile al fine di poter ‘essere nell’amore per sé e per l’altro’, perciò nel Libro dell’Oracolo cinese I king sta scritto : “Se sei verace hai successo nel cuore“.
Per favore per contribuire a questa ricerca ed approfondirla, acquista il libro TRAUMA DA NARCISISMO NELLE RELAZIONI DI COPPIA. Di Pier Pietro Brunelli. Puoi vedere la presentazione e acquistarlo on line in copia cartacea o in versione E-book cliccando sulla copertina qui accanto. Sono possibili presentazioni, seminari e gruppi terapeutici – sulla base delle vostre segnalazioni presso librerie, associazioni, ecc. – del libro Trauma da narcisismo nelle relazioni di coppia. Ipotesi per una nuova diagnosi di Pier Pietro Brunelli Psicologo – Psicoterapeuta
Chi subisce o ha subìto manipolazioni, inganni e violenze psicologiche in una relazione affettiva, ha bisogno di comprendere ed elaborare tale esperienza negativa, al fine di non cadere in uno stato traumatico e destabilizzante, e di non rifugiarsi nel ‘vittimismo’. La sofferenza del trauma sentimentale, causato dal narcisismo patologico, o anche da ogni possibile pena e conflittualità della vita amorosa, non deve esasperarsi in modo psicopatologico, e deve invece servire a crescere verso l’autorealizzazione (C. Rogers), verso il fare anima (J. Hillman), verso il Sé (C.G. Jung) per se stessi, gli altri e il mondo.
Pier Pietro Brunelli è Psicologo e Psicoterapeuta, Dottore in DAMS e Specialista in Comunicazione Sociale – Per consulti individuali riceve su appuntamento a MILANO, ROMA a GENOVA Oppure, previo accordi e nel rispetto delle normative, sono possibili con consulti telefonici e via skipe. Vi è anche la possibilità di richiedere brevi soggiorni di ‘ecopsicoterapia’.
(vedi articolo, https://www.albedoimagination.com/2011/05/ecopsicoterapia/ info – orario lavorativo – cell:3391472230).
AMORI DISTRUTTIVI E VAMPIRIZZANTI.COME DIFENDERSI E COME USCIRNE (2015) E’ un Manuale di auto-aiuto concepito per dare un supporto di base a tutte le persone che soffrono a causa di relazioni amorose distruttive e ‘vampirizzanti’. Esso indica un percorso interpretativo e di auto-aiuto rivolto innanzitutto a chi si trova a vivere o ha vissuto una dinamica erotico/affettiva traumatizzante. Quindi il linguaggio cerca di risultare informativo, emotivo e motivante ed in tal senso tende a limitare il più possibile la terminologia e l’analisi specialistica, e comunque mira a renderla comprensibile a tutti. Nel contempo però questo Manuale si rivolge anche ai colleghi psicoterapeuti e a tutti coloro che attraverso la loro professione o per motivi affettivi si impegnano ad aiutare persone che sono colpite da severe forme di traumatizzazione amorosa
VIDEO-CONFERENZA di Pier Pietro Brunelli sul tema della – Violenza Psicologica nelle relazioni amorose
httpv://www.youtube.com/watch?v=Wj0DeEZ96lY
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Mi scuso, ma per le ragioni che se vorrete potrete leggere devo inserire il seguente link: MONITO CONTRO I PLAGIATORI E I VAMPIRIZZATORI DI ALBEDOIMAGINATION E DEGLI SCRITTI DI PIER PIETRO BRUNELLI
Per eventuali esigenze di informazione psicologica generale o personalizzata, oppure consulto psicologico, o percorso psicoterapeutico, scrivete o telefonate (orario lavorativo) al Dott. Pier Pietro Brunelli (Psicologo-Psicoterapeuta).
Le sedi di ricevimento del Dott. Pier Pietro Brunelli sono a Milano, Genova e Roma
Contatti: Pietro.Brunelli@fastwebnet.it – Pagina Facebook Albedoimagination https://www.facebook.com/groups/Albedoimagination/?fref=ts
Cell.: 339/1472230 (Si prega di chiamare sul celulare dalle ore 15-18 nei giorni feriali). SONO POSSIBILI ANCHE CONSULTI TELEFONICI E VIA SKYPE PREVIO ACCORDI e nel rispetto delle normative deontologiche dell’Ordine degli Psicologi e Psicoterapeuti.
3.044 Comments
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BUONA PASQUA a tutti e a lei dott..Brunelli
Grazie e buona Pasqua a lei e a tutti anche con questo articolo https://www.albedoimagination.com/2013/03/la-primavera-e-la-pasqua-dentro-di-noi/
ora però voglio andare un pò oltre i vampiri e i vampirizzati….ma tutto quello che succede nel nostro paese mi riferisco ai tanti femminicidi e alla violenza verso la donna non è sintomatico di qualcosa di sbagliato e di radicato nella nostra società? le relazioni nel complesso sono un vero disastro molta precarietà quando va bene falsità ambiguità immaturità promiscuità trovare un compagno normale è un impresa per molti! insomma poteva andar peggio …spero dia vervi strappato un sorriso!
Gentile Dott. Brunelli… forse la mia situazione è diversa, perché parlo di una relazione omosessuale. Parto dal fatto che nessuno sa della mia bisessualità. Conosco questo ragazzo in una chat (già da qui, forse dovevo attivare qualche segnale di allarme), spinto dalla curiosità, iniziamo a parlare tramite Skype. Io, inizialmente molto diffidente, perché inesperto e non convinto, lui inizia a corteggiarmi. Alla fine decido di incontrarlo. C’è stata subito una grande intesa, passionale (non abbiamo comunque fatto sesso) e anche sul piano familiare. Io cresciuto senza padre, il quale definirlo padre è un complimento (violenza fisica nei confronti di mia madre), lui anche, per motivi molto diversi comunque. Mi ha raccontato che suo padre era più interessato ai soldi, al successo, che a suo figlio, la sua priorità era il denaro. Dopo questo incontro si fa sentire per 2 giorni, poi sparisce, io invio messaggi (tutto ciò su skype, quindi recapitati regolarmente), lui non risponde. Dopo mi chiede di rimanere “amici di sesso” perché lui non può stare con una persona come me. Io rifiuto. Comunque mi chiede se qualche volta mi faccio sentire io. Lo faccio (e non insistentemente) e non risponde. Lascio stare, si ripresenta chiedendomi come mi sentivo dal punto di vista emotivo, che il suo intento non era di farmi del male, che se provavo un qualcosa era meglio non essere amici di letto, però poi si contraddiceva dicendomi che una porta per me la lasciava sempre aperta, che l’amore con il tempo poteva nascere. Io lo dovevo fare solo con lui. Insomma, molto ambivalente. Lascio stare e non entro più su Skype, perché mi lanciava questi messaggi ambivalenti, ma se io qualche volta gli scrivevo non rispondeva mai. Ero molto infatuato di lui, quindi decisi di lasciar stare. Ad un mese di distanza apro nuovamente Skype (maledico quel giorno) e neanche entro che lui mi scrive. Inizia nuovamente a corteggiarmi (io ci ricasco, ho pensato che forse si era reso conto che gli mancavo), dicendomi frasi come “hai sofferto tanto in passato per via di tuo padre, e io mi impegnerò al massimo per renderti felice”. Sembrava puntasse su questo fatto. Lo rivedo, di nuovo grande passione, grandi slanci da parte sua, forti dichiarazioni, io inesperto e prima esperienza omosessuale, cedo di nuovo. Da lì, l’agonia. Mi incolpava che lui non si fidava di me, che dovevo dare dimostrazioni nette e concrete, che tutto dipendeva da me, da quello che facevo e dicevo, che dovevo essere presente. Una pazzia, e io, lo faccio. Ma non mi considerava più di tanto, rimaneva connesso tutto il giorno, fino a notte fonda, come se stimolasse questa cosa, ed io credevo che lo facesse perché aspettava che io gli davo il buongiorno e la buonanotte (rispondeva di rado). Le scuse, il lavoro. Lavorava troppo, però mi rincuorava dicendo che queste cose gli facevano molto piacere. Altro aspetto, un uomo misterioso. Non mi ha mai detto precisamente dove abitasse, il cellulare non l’ha mai lasciato (non si fidava, voleva conoscermi meglio), silenzi, mi colpevolizzava che ero troppo richiedente e presente (quando leggendo sopra era lui che mi ha fatto questa richiesta), mai esplicitamente chiaro, molto possessivo, parlava di sesso. Non mi ha mai maltrattato verbalmente, però sottilmente mi inviava segnali che mi facevano sentire in colpa. Solo in alcune occasioni, sembrava sincero, quando io cercavo di farlo ragionare ed esponevo il mio dolore e la mia sofferenza. Riporto solo alcune sue frasi “credimi quando ti dico che veramente ti voglio bene, cerca di capirmi, io ci sarò sempre per te” oppure “se non riesci perché stai male, finiamola qui, perché non voglio che stai male per me”… Forse il mio errore è stato quello di rincorrerlo, a volte lui faceva uscire la sua vera natura, cioè mi diceva che ero una persona d’oro ma non credeva di potermi dare la felicità che meritavo… io forse ho sbagliato ad insistere, a provare, ma a volte mi dava messaggi ambivalenti, e la relazione si chiudeva solo su mia richiesta perché esasperato, mai di sua iniziativa. E’ lui che si è ripresentato con grandi promesse, non io, per poi dileguarsi nel silenzio od incolpandomi di qualcosa (ponderava le frasi che io dicevo molto spesso) ed io proseguivo poi da solo nella relazione. Mi dica lei, ha tratti di un narcisista patologico questo ragazzo, o portava avanti la relazione perché, per tenerezza, perché non sapeva dirmi che aveva sbagliato a ricercarmi, non so… se ho sbagliato io ad insistere quando lui mi esponeva quelle frasi. Ora comunque è quasi un mese che ho chiuso ogni contatto e da fonti esterne ho saputo che neanche lui utilizzi più quel contatto (prima campava su Skype). Spero di farcela.
Tutti i problemi relazionali sono in qualche modo afferenti all’area del narcisismo. Può trattarsi di ferita narcisistica o di narcisismo patologico come DNP Disturbo narcisistico di personalità. Ma si tratta di grandi classificazioni che non possono essere veramente considerate se non attraverso un’analisi che ne valuta la quantità, la qualità, la tipologia, l’interazione con altre patologie o situazioni contestuali. D’altra parte anche per qualunque malattia fisica, bisogna fare un’analisi (ad es. analisi del sangue che valutano moltissimi differenti fattori che poi solo il medico può interpretare in funzione di un esame del soggetto. Il narcisismo patologico può avere forme più o meno maligne dove l’opportunismo, lo sfruttamento , la manipolazione sono più o meno conclamate. Anche la ferita narcisistica può essere talmente profonda da rendere in certi casi cattivi, insensibili, egoisti e alquanto vittimisti e incapaci di autocritica.
A me pare che nel vostro caso non si possa parlare di una dinamica narcisistica grave, tuttavia è evidente che ci sono incomprensioni e incapacità affettive che rendono pesantissimo il vostro rapporto. Non posso fare altro che consigliare un consulto per approfondire di che si tratta. In ogni caso l’importante in questi casi è rendersi conto che bisogna lavorare su se stessi piuttosto che sull’altro, quindi prendere le giuste distanze. Solo così l’altro potrà meglio chiarirsi i suoi sentimenti, sentire cioè la mancanza e che l’altro non è sempre e a tutti i costi disponibile. In tal modo potrà capire cosa prova davvero e quindi cambiare il proprio comportamento per una relazione più profonda o più leggera, ma comunque più chiara e perciò meno destabilizzante. Un caro saluto.
mah mi sembra una delle tante storie qui sentite simile anche alla mia !narcisista o no è sicuramente ambiguo ,avrà famiglia magari ,figli chissà…..ti farà soffrire questo è sicuro!
Complimenti per la tematica trattata e per il lavoro che sta facendo.
Grazie. Sono anni che sto lavorando anche insieme ai partecipanti. Purtroppo devo constatare che il vampirismo intellettuale non ha limiti. Sono ormai centinaia le pagine pubblicate a mia insaputa con i miei testi o le mie tematiche – anche su libri – che non riportano la fonte. Mi spiace perché è un ulteriore aspetto del narcisismo patologico, in quanto sofisticata forma di egoismo opportunistico e manipolatorio che arriva perfino a proclamarsi antinarcisista patologico pur di trarre vantaggi e impossessandosi con plagi e copie delle idee e dei lavori degli altri.
La cosa più preoccupante però è che queste situazioni gestite in modo narcisistico con la scusa di essere antinarcisistiche favoriscono un’idea di vittimismo ad oltranza pur di abbindolare i propri fan e utenti. In pratica viene accusato di vampirismo o di narcisismo chiunque non piaccia, dando ragione a qualunque accusatore senza la benché minima autocritica e con motivazioni sommarie. Si è poi diffusa l’idea, dolorosissima e patologica per la coppia e in particolare per alcune donne più ferite, che i narcisisti vampiri siano per lo più solo uomini, incrementando il vittimismo patologico che provoca un destino relazionale e intimo dolorosissimo. Solo chi è capace di autocritica può guarire dal vampirismo affettivo subito e trasformare la dolorosa esperienza subita in una rinascita verso il vero amore. In questo cammino ogni idea misogina, misandrica o omofoba può far cadere in un prolungarsi della sofferenza per se stessi e gli altri.
Da settimane gironzolo per blog e siti e pagine Facebook e non posso che confermare quanto dice. L’idea che si trasmette è che esiste solo il vampiro narcisista e tutto il mondo ne è vittima inerme senza alcuna responsabilità e alternativa. Finalmente in questo spazio se ne parla con cognizione di causa contribuendo a dare un aiuto sostanzioso a chi ne ha bisogno. Purtroppo troppe persone si improvvisano provette psicologhe/gi danneggiando più che aiutando e questo solo per un proprio problema personale, appunto legato al narcisismo. Confermo anche che alcune cose lette qua le ho ritrovate altrove. Peccato le usino per distorcere la realtà e nutrire la patologia vittimistica di alcuni soggetti. Saluti
Caro Sergio, come lei può vedere in questo blog non ci si occupa solo del Narcisismo patologico, ma di fare il proprio meglio per rigenerare energie positive per affrontare varie problematiche importanti che rendono infelice l’individuo e la comunità. Il narcisismo patologico consiste nell’utilizzare qualunque cosa – anche il narcisismo patologico come concetto, cura, aiuto – pur di avere un potere personale, per trarne vantaggio, per speculare. Bisogna poi dire che proprio come nella leggenda chi viene vampirizzato rischia di diventare un vampiro, cioè una persona che anche nella sofferenza diventa estremamente egoista, poiché vede solo se stesso, il suo problema, ed ha come unico dio il vampiro o la vampira che continua a desiderare e ad amare ed insieme ad odiare. E’ incredibile come molte persone che leggono questo articolo non approfittino per leggere qualcosa anche degli altri articoli, qualcosa che è poi alla base della cura e della rigenerazione delle proprio possibilità di essere nell’amore, perciò in vari articoli si parla di Anima, Natale, Pasqua, Arte, Mito, Teatro, Natura, Salute, Società… quando ci si incomincia a interessare di cose buone, belle, giuste, che non riguardano solo se stessi e la propria sventura amorosa, allora si incomincia a guarire, allora nasce una nuova Alba, allora i vampiri interiori ed esteriori incominciano a dileguarsi….
Buonasera dott. Brunelli,
da circa 3 anni sto vivendo un rapporto difficile con un ragazzo/uomo. A mio avviso ritrovo molto in lui nel profilo del narcisista patologico. Da un po’ di tempo sto approfondendo il “tema”. In questo rapporto entrambi viviamo momenti di grande sofferenza. Premesso che sono consapevole di avere bisogno io per prima di aiuto e che la cosa più giusta da fare sarebbe chiudere questa difficile relazione che alterna momenti bellissimi a momenti di grande sofferenza appunto, mi chiedo come reagirebbe lui se io lo mettessi di fronte alla possibilità che lui abbia questo problema/disturbo. Lei cosa ne pensa? Sono convinta che lui non se ne renda nemmeno conto e che probabilmente non conosca nemmeno che esiste tale disturbo. So che sono io quella che ha bisogno di aiuto ma aldilà di come andrà a finire questo nostro rapporto così sbagliato io vorrei poterlo mettere nelle condizioni di rendersi conto di avere bisogno anche lui di un aiuto. Per quanto sia difficile da spiegare/capire dopo 3 anni e tanti momenti insieme di base c’ è un affetto da parte di entrambi, anche se magari questo non è amore, che mi porta a voler smettere non solo di soffrire io ma mi piacerebbe avesse anche lui la possibilità di stare bene…anche se non necessariamente con me. Come posso metterlo di fronte alla possibilità di avere questo problema? La ringrazio in anticipo.
Se c’è affetto allora non c’è un problema di narcisismo patologico, ma altri blocchi dovuti a nuclei di immaturità e complessuali che impediscono di parlare con fiducia dei problemi e delle ansie. Infatti lei mi dice che ha difficoltà a parlare e a chiarire, quasi che ciò potrebbe compromettere un certo ‘equilibrio acrobatico’. Bisogna però provarci, l’importante però che non vi siano pre-giudizi e che lo si possa sempre fare con affetto erispetto, e anche con il coraggio di chi vuole fare del suo meglio per il bene reciproco.
Buongiorno, sono qui a scrivere un po’ in imbarazzo e titubante…sono molto confusa perché sto da 5 anni con un uomo che fa della menzogna quasi una regola di vita. Inizialmente mi fidavo moltissimo di lui ma dopo che le prime bugie sono venute a galla ho iniziato a essere più cauta, ad osservare più attentamente il suo modo di rapportarsi con me e con gli altri. Non lo considero del tutto narcisista ma ha degli elementi che sono compatibili. Ad esempio è molto fiero e testardo, non si può avere una conversazione “sana” perché anche portando delle argomentazioni più che valide lui raramente cambia idea (quasi mai) e cerca in tutti i modi di inculcare il suo modo di vedere agli altri ad ogni costo, anche umiliandoli o rigirando a modo suo le frasi che sono state dette. Ho sopportato tantissime bugie e ne ho perdonate altrettante, non sto parlando di bugie da poco conto ma bugie davvero gravi che si sono trascinate per anni, ogni tot tempo riuscivo a smascherarlo, sono diventata una persona estremamente attenta (e sono stata sempre molto empatica) e questa mia capacità mi ha portata più volte a sospettare e chiedere particolari sulle cose che accadevano per sentirmi successivamente in colpa per non essere stata capace di essere fiduciosa, lui mi portava a questo e mi faceva sentire sbagliata. Ieri ho scoperto che, dopo avermi promesso di cambiare e avermi detto di aver capito ciò che che gli ho sempre ripetuto in 5 anni, questi ultimi 4 mesi sono stati di nuovo una menzogna dopo l’altra. Mi è crollato tutto addosso…è stato come se, mentre io vivevo la mia vita con lui, lui ne viveva una parallela fatta di paure di manipolazioni di invenzioni, ho fatto una fatica enorme a ritrovare un briciolo di fiducia per questa persona tempo fa e ora mi sono ritrovata a perderla nuovamente e a vedere il mio mondo sgretolarsi di nuovo. Amo questa persona, odio me stessa perché non riesco a staccarmene e perché desidero più aiutare lui invece che me. Non riesco a capire che problema abbia, tutto questo per me non ha senso, dice di amarmi ma si comporta come se non mi amasse perché io per colpa di tutte queste bugie soffro moltissimo, la cosa assurda è che sono bugie “stupide” di cui si potrebbe benissimo parlare ma che poi diventano enormi perché una ne fa nascere un altra. Ad esempio ho saputo recentemente che il contratto di lavoro che ha avuto, invece di essere stato riconfermato con un indeterminato come invece mi aveva detto, è cessato e lui si è ritrovato senza lavoro, cosa che può capitare a tutti al giorno d’oggi e che non ha motivo di essere tenuta nascosta. A seguito di questa bugia si è cominciato a parlare di convivenza, e da una cosa si è passati ad un altra, insomma…nel giro di 5 mesi (della cosa si parlava già da anni) nella teoria delle cose ed in mezzo a mille bugie io ero già pronta a traslocare in una nuova casa, scelta da lui per noi (che ovviamente aveva detto di essersi occupato dell’affitto e di tutto e non mi ha mai fatto partecipare attivamente alla cosa, io ho accettato prendendolo inizialmente come una dimostrazione di cambiamento) avevo dubbi dato i precedenti ma mi sembrava troppo assurdo mentire così, costruirsi tutta una vita fasulla basata solo ed esclusivamente sulle bugie e invece meno di una settimana prima ho scoperto tutto. Lui dice ogni volta che è pentito, che lo fa perché ha paura di perdermi (??) e altre cose per me senza senso, io davvero non riesco a capire quale ragionamento malato gli giri per la testa. Abbiamo parlato e gli ho detto chiaramente che secondo me ha un problema grave e che ha bisogno di cercare un aiuto psicologico, la nostra relazione si è ovviamente raffreddata io sono fredda ferita e confusa e lui è come se pretendesse da me comprensione, ripete più volte che lui ci prova a non mentire ma che alla fine non ci riesce, inizialmente mi ha perfino detto “se tu non ci tenessi così tanto a me forse non saresti in questa situazione” (poi si è scusato ammettendo che è un ragionamento malato) mi fa male solo pensarlo, mi ha ferito tantissimo eppure gli voglio ancora bene. Ha promesso di sistemare questa situazione e di andare da uno psicologo ma dentro di me è come se sapessi già che non lo farà…da quando ho iniziato questa relazione 5 anni fa qualcosa dentro di me si è rotto, ho passato vari periodi di depressione, addirittura pensieri suicidi, mi vergogno estremamente per tutto ciò e non mi riconosco più. Fortunatamente sono riuscita sempre a rialzarmi senza l’aiuto di nessuno (chi mai avrebbe capito la situazione in cui mi trovavo? Come minimo mi avrebbero dato della pazza a stare con una persona del genere e le risposte già le conoscevo) anche se dentro di me le ferite si sentono ancora. Probabilmente ho scritto in modo molto confusionario e chiedo scusa, è molto difficile per me e se alla fine riuscirò ad inviare questo messaggio sarà già una grande cosa. Ha anche una situazione difficile dal punto di vista famigliare, una madre troppo apprensiva e manipolatrice, bugiarda anche lei, un padre troppo orgoglioso e narcisista. Lui è balbuziente, dice di disprezzare la madre ma cerca sempre la sua approvazione e imita gli atteggiamenti di superiorità del padre. Siamo giovani ma non siamo dei bambini (24anni) ho provato di tutto per fargli capire che ciò che fa è sbagliato, sia con le buone che con le cattive. Una persona del genere può davvero smettere di mentire tramite un aiuto psicologico? E’ necessario chiudere ogni rapporto? Come si fa ad aiutare una persona così…
La ringrazio per l’aiuto e spero in una sua risposta.
Candida
Un punto fondamentale del suo problema è dato da questa idea che lei scrive “Fortunatamente sono riuscita sempre a rialzarmi senza l’aiuto di nessuno (chi mai avrebbe capito la situazione in cui mi trovavo? Come minimo mi avrebbero dato della pazza a stare con una persona del genere e le risposte già le conoscevo)…” . Invece sarebbe stato meglio o che fosse finita o che si fosse fatta aiutare da qualcuno, un esperto, da sola o in coppia, perché queste sono relazioni patologiche e possono essere curate, così come si curano le malattie… non è detto che la malattia finisca con una stare insieme per sempre, può anche finire con una fine liberatoria, l’importante è che non ci si rovini molti anni della propria vita pretendendo di farcela da soli sempre. Avete bisogno di un consulto o di un sostegno, singolo o di coppia.
Il tratto psicopatico è tipico del narcisista patologico vampirizzante …
“Lo psicopatico ha fama di essere un manipolatore. Tutte le sue manipolazioni e manovre hanno lo scopo di farlo apparire speciale agli occhi degli altri. Tutti coloro che manipolano gli altri hanno nella loro testa questa intenzione, e tutti coloro che hanno l’immagine segreta di essere speciali sono dei manipolatori.
Fare promesse che non possono essere mantenute equivale a manipolare. Il campo politico è pieno di tali persone, oggigiorno. […].
Tutti gli approcci che vi promettono di salvarvi, di soddisfarvi, di farvi realizzare, e così via,
sono delle manipolazioni che hanno il fine di far considerare il loro promotore come un individuo speciale. Lui ha le risposte. Lui conosce il modo. Lui può dire o mostrarvi come fare. E le persone cadono in queste promesse perché sono smarrite e disperate; ma diventano preda di questa gente anche perché nel loro intimo si considerano anch’esse speciali. A loro non importa se altri su quella stessa strada hanno raccolto solo fallimenti. Loro si rifiutano di vederli. Credono che ciò che accadrà a loro sarà diverso perché sono speciali”.
Da una lezione tenuta da Lowen alla Community Church di New York nel novembre 1975
E’proprio cosi dottore,
ho visto esseri squallidi, adepti di movimenti che promettevano la Salvezza (e non sto parlando di sette religiose ma di movimenti laici a contenuto politico-economico finalizzati ad una giustizia sociale) praticare sistematicamente violenza psicologica ed esclusione in nome del loro Leader a chiunque venisse da quest’ultimo additato come un nemico. Si aprirebbe un capitolo enorme riguardante la psicologia delle masse (di cui posso dire di avere esperienza proprio per esserci passata) e del cosiddetto “feticismo delle idee”; la simbiosi narcisistica tra un leader e le sue pecore è un aspetto tra i più disgustosi si possa riscontrare a livello sociale: gli uomini-pecora sono per certi versi persino più rivoltanti del loro leader manipolatore in quanto sono narcisisti manipolatori anch’essi ma paradossalmente privi persino del coraggio di essere maiali in prima persona: si nascondono alla sua ombra per sentirsi speciali e reagiscono alla violenza praticata con un tacito assenso quando va bene, con l'”ecolalia” quando va male (ripetendo cioè le parole del loro padrone che arrivano ad imitare persino nello “stile” comportamentale). Non riesco a considerare questa gente vittima di manipolazione tanto quanto non riesco a considerare le SS vittime di Hitler.
Il narcisismo patologico può avere tratti psicopatici, oppure vittimistico. Nel primo caso si tratta di ‘vampiri’, nel secondo caso di ‘vampirizzati’ diventati ‘vampiri’. In questo secondo caso cadono molte persone che non hanno alcun altro dio se non il loro narciso-vampiro e che per moltissimo tempo o per sempre si occupano solo di accusare i narcisisti e i manipolatori, senza mai, dico mai, porsi alcun problema di autocritica. Molte di queste persone possono poi accusare l’altro di essere un vampiro solo perché ci sono incomprensioni reciproche che portano alla fine di una relazione. In genere questi narcisisti patologici vittimisti si ritrovano in forum e gruppi specializzati dove vengono incentivate lamentele e accuse criminalizzanti senza neppure sapere come stanno le cose davvero. Molte persone che hanno partecipato a questo forum sono sparite dopo un po’ in quanto si sono accorte che qui c’è un approccio diverso. Qui si lavora insieme per l’amore e con amore cercando di aiutare a capire e a capirsi, anche con i propri limiti. Ciò ai narcisisti patologici vittimisti ‘uniti nella lotta’ non sta molto bene e quindi vanno a sfogarsi e a confabulare altrove, in veste di vampirizzati diventati vampiri. Tra costoro c’è anche chi ha fatto fortuna diventando il/la paladino/a della criminalizzazione ad oltranza e della giustizia sommaria dei manipolatori, considerati tali senza processo, senza diagnosi e solo sulla base delle accuse di chi racconta di averli subiti. Per guarire veramente dalla vampirizzazione subita da narcisisti patologici tendenzialmente psicopatici così come anche da ogni ferita d’amore, superato un primo periodo di comprensibile difficoltà, è necessario esaminare se stessi e il proprio ‘vampiro interiore’. Solo così si potrà tornare ad amare e ad essere amati e non passare da vampirizzati a vampiri (proprio come dice la leggenda).
Eh sì, caro Dott. Brunelli, ha ragione: il vampiro interiore diventa evidente in tutti i casi in cui siamo a contatto con vampiri esteriori. Io stessa, dopo avere recepito le sue parole, ho cercato di trovare il mio. Lo sto conoscendo, lo sto affrontando, lo sto anche accettando perchè comunque mi rendo conto di essere stata “inconsapevolmente” colpevole nell’averlo fatto crescere dentro me.
Credo sia importante capire una cosa: accettare di avere un “concorso di colpa” in queste esperienze, non significa che dobbiamo condannarci o torturarci, quanto piuttosto accogliere con umiltà una parte di noi che fino ad oggi non abbiamo voluto vedere.
Il nostro vampiro interiore è comunque stato una parte di noi: e quella ferita, infetta ed infettabile, c’è. Va sanata. Va disinfettata.
Ha ragione quando dice che limitarsi ad accusare gli altri, senza guardare dentro la propria “casa”, è l’altra faccia della medaglia del narcisismo, perchè è davvero così. Chi ignora questo fatto non guarisce, perchè ignora la debolezza e la precarietà delle proprie fondamenta. Si autoinganna di nuovo.
Costa fatica e dolore capire, accettare. Ed altrettanta fatica la si fa ad alzare la testa cercando di cambiare le proprie cattive abitudini, ma c’è di bello che quando si inizia a farlo, ci si sente persone diverse. Ci si sente parte del mondo, si sente che la vita ci appartiene ed è una benedizione, fatta di piccoli gesti, parole, esperienze e relazioni che ci regalano la consapevolezza di “essere veramente noi stessi”, non semplici attori nascosti dietro una maschera. Quella maschera, usata per nascondere e camuffare la verità a noi stessi, altro non è che il ponte che ci congiunge a chi è come noi, magari in forma ancora più estrema e perversa.
La perversione, a questo punto, è anche in noi che decidiamo di non curarci, ma di torturarci di nuovo con il compimento di tanti altri inevitabili fallimenti.
Mi associo, per quanto possa essere agli inizi la mia esperienza di rinascita, a quanto Lei scrive: il rischio di fare agli altri ciò che abbiamo vissuto noi non è solo teorico.
E’ stata proprio questa consapevolezza che mi ha spinta e mi spinge ancora a credere che il bene esiste e che si possa far parte di questo bene.
Chi lo capisce merita di divenire parte di questo bene, chi non lo capisce si crogiola nella misera dimensione del dolore, nell’oscurità, preculdendosi la possibilità di amare e garantendosi la sola alternativa possibile: una vita fatta di odio per se’ stesso e per gli altri.
Un caro saluto,
Serena
Mi raccomando Serena, il vampiro interiore è una metafora, è una parte contraddittoria e oscura in noi, quando però la si rivonosce bisogna considerarla nel modo seguente, secondo queste paroledi Jung:
Accettare se stessi sembra molto semplice, ma le cose semplici sono
sempre le più difficili…l’arte di essere semplici è la più elevata, così come
accettare se stessi è l’essenza del problema morale e il nocciolo di
un’intera visione del mondo.
>>Ospitando un mendicante, perdonando chi mi ha offeso, arrivando
perfino ad amare un mio nemico nel nome di Cristo, do prova senza alcun
dubbio di grande virtù…quel che faccio al più’ piccolo dei miei fratelli l’ho
fatto a Cristo! (…)
>>MA SE IO DOVESSI SCOPRIRE CHE IL PIÙ PICCOLO DI TUTTI, IL PIÙ POVERO
DI TUTTI I MENDICANTI, IL PIÙ SFACCIATO DEGLI OFFENSORI, IL NEMICO STESSO, È
IN ME, CHE SONO IO STESSO AD AVER BISOGNO DELL’ELEMOSINA DELLA MIA BONTÀ, CHE
IO STESSO SONO IL NEMICO DA AMARE, ALLORA CHE COSA ACCADREBBE?
>>Di solito assistiamo in questo caso al rovesciamento della verità
cristiana, allora scompaiono amore e pazienza, allora insultiamo il fratello
che è in noi, allora ci condanniamo e ci adiriamo contro noi stessi,
nascondiamo agli occhi del mondo e neghiamo di aver mai conosciuto quel
miserabile che è in noi, e se fosse stato Dio stesso a presentarsi a noi
sotto quella forma spregevole, Lo avremmo rinnegato mille volte prima del
canto del gallo»
>>
>>(C.G.Jung – Psicologia e Religione)
E’ vero Dott. Brunelli, accettare se’ stessi non è cosa semplice.
Non lo è stato per me, non lo è stato nei mesi in cui ho rinnegato il mio cavallo di troia, non lo è stato nei mesi in cui l’ho riconosciuto e me ne sono data la colpa, e non lo è nemmeno ora, quando ogni tanto questo cavallo, ora accettato e di cui sono consapevole, s’impenna.
Non sono ancora in grado di controllarlo bene, perchè ancora adesso non conosco me in tutta la mia interezza, nella mia profondità.
Dopo questa esperienza ero mille Serene impazzite: come uno specchio caduto ed andato in frantumi, allo stesso modo ero io. E questa sensazione è andata avanti per ore, giorni, mesi.
La Serena d’un tempo non c’era più, al suo posto solo frammenti di una persona offesa da se’ stessa e dal mondo. C’è stata la rabbia, l’odio, il disprezzo, il senso di colpa, la disperazione, la delusione, il dolore.
Ma è anche arrivata la necessità improcrastinabile di evacuare tutte queste schegge taglienti. Per buttarle fuori, ho dovuto credere in me e, credendo in me, dandomi una nuova possibilità, è arrivato il perdono.
Ho impiegato moltissima energia, pazienza, moltissime forze per riuscirci e, proprio nel fare questo, mi sono resa conto di quanto fossi stata “narcisista” pure io, a modo mio, nei confronti di me stessa.
Però è anche vero che quando si capisce questo, quando si spezza lo schema mentale, le cose cambiano eccome: le cose cambiano semplicemente perchè cambiamo noi. Passiamo da una fase “infantile” ad una fase di maturità, in cui si comprende che se non siamo in grado di perdonarci, di accettarci anche per i nostri errori, l’unica strada che ci troveremo a dover percorrere sarà sempre e solo la stessa che abbiamo percorso in passato. Nessun cambiamento, nessuna possibilità di essere felici, nessuna possibilità di vivere la vita che ogni persona avrebbe diritto di vivere.
Si fa tanta, tantissima fatica Dott. Brunelli: io non immaginavo che sarebbe stata così difficile, ma non mollo la presa. Si muore un po’ per poter vivere… questo si diceva in una canzone di tanto tempo fa… ed è vero, chi si trova a dovere affrontare queste esperienze muore, ma poi torna a vivere.
E forse diventa anche più consapevole della bellezza del mondo rispetto a chi non ha vissuto questo dolore, od a chi ignora – semplicemente e semplicisticamente – questo dolore.
Ci vuole tanto coraggio, ma quel coraggio non nuoce.
Allora bisogna imparare di nuovo a fidarsi di se’ stessi, e per farlo, però, occorre fare la pace con se’ stessi.
Grazie per le Sue parole, Dott. Brunelli, Lei mi aiuta sempre moltissimo, perchè queste riflessioni mi permettono di scendere negli abissi e di interrogarmi su ciò di cui stiamo parlando. Anche questo ci porta alle conferme che stiamo cercando.
Un carissimo saluto,
Serena
Questa frase che lei ha citato è assolutamente vera nella sua profondità. Ci creda, ci creda moltissimo, abbia fiducia nella natura della guarigione interiore che non conosce la morte senza rinascita: “Si muore un po’ per poter vivere… questo si diceva in una canzone di tanto tempo fa… ed è vero, chi si trova a dovere affrontare queste esperienze muore, ma poi torna a vivere”.
Solo se non si vuol morire non si riesce a vivere e a rinascere. Le relazioni vampirizzanti sono stati di non morte e non vita. Dobbiamo allora morire nell’anima per tornare in vita, perché l’anima non può morire, perché ‘più forte della morte è l’amore’, e l’anima è disposta a morire per il vero amore, perciò sempre rinasce e ama.
ok proviamoci!!!
come si supera la forte attrazione verso i nostri simili?
Un conto è l’attrazione un altro conto è l’amore. Un vampiro/a potrebbe anche essere attraente, ma l’importante è non innamorarsene. Non è assolutamente detto che bisogna innamorarsi di chi ci attrae, tanto più quando capiamo che è una persona negativa. Altrimenti veramente rischiamo di essere un suo ‘simile’…
ma iniza come attrazione poi si viene manipolati e si pensa ad un grande amore!!
Un articolo su Albedoimagination per tutti su NARCISISMO E AUTOSTIMA…. Ama il prossimo tuo COME te stesso! Ecco il link, oppure cercalo in cerca: Narcisismo e autostima.
https://www.albedoimagination.com/2011/12/ama-te-stesso-come-il-prossimo-tuo/
volevo ringraziare per avermi risposto in tempi cosi stretti in questi giorni anche se non ho più rapporti con mio ex vivendo in una citta assai piccola spesso mi ci imbatto nonostante eviti tutti i luoghi a rischio con i turbamenti del caso…..ed ero un pò giù e nervosa .Grazie ancora
Posso confermare totalmente quanto scritto nell’articolo, anche se faccio parte della minoranza maschile delle vittime . Dopo 10 anni di distruzione psico-affettiva da parte di una collega, solo in questi giorni ho capito, quando mi è stato fatto del male per l’ennesima volta in modo completamente gratuito, e ho visto applicare le stesse strategie su un nuovo malcapitato, il perché di tanta sofferenza. Purtroppo queste cose si capiscono quando ormai si è distrutti. Tuttavia sento che la rinascita è vicina e non difficile, perché uno dei motivi di maggiore sofferenza è non capire il perché di tanto accanimento, di sprazzi di felicità e periodi di sofferenza, questo eterno rapporto a “elastico”: una volta compreso, tutto diventa chiaro ed è più facile risalire la china. Grazie per l’articolo.
Caro Giovanni, io e molti altri colleghi clinici, possiamo assicurarle che non c’è alcuna minoranza maschile. Uomini e donne sono egualmente distribuite in queste dinamiche relazionali patologiche. Gli uomini tendono, per un senso di ‘vergogna maschile’ (un po’ sciocca) a parlarne meno, per cui poi finiscono molto peggio, nel senso che fanno più uso di psicofarmaci, alcool, droghe e (nei casi molto estremi) si suicidano di più. Inoltre ci sono molte più donne che involontariamente cadono nel ‘vittimismo patologico’ e quindi tendono a considerare l’altro come più negativo di quello che è e a non vedere le problematiche relazionali e quindi le responsabilità e le difficoltà da ambo le parti. Basti dire che capita spesso che molte donne – sposate e fidanzate – considerino il loro amante – sposate o fidanzato – come un vampiro che provoca loro immani sofferenze, senza però voler comprendere minimamente che essendo già impegnati entrambi, a prescindere che l’altro possa avere o non avere un certo disturbo o una certa negatività, è ovvio che ci si trova in una relazione complicata che fa soffrire già per come è. Anche in queste situazioni di amanti ci sono certo negatività e dinamiche narcisistiche, ma è ovvio che bisogna tenere conto che si è in una situazione di amanti… Fino a quando una persona, donna o uomo, crede che i maschi possano essere o più bravi o più cattivi delle femmine, o che le femmine siano più brave o più cattivi dei maschi, questa persona avrà problemi relazionali con se stesso e con gli altri. Il conflitto uomo-donna esiste, ma è stato creato dalla natura per essere negoziato e portare alla crescita reciproca. Quello che invece non è giusto assolutamente è l’idea e il comportamento di prepotenza, supremazia e arroganza degli uomini che si sentono di essere superiori alle donne, mentre invece proprio questa loro stupida superbia li rende dei falliti, degli impotenti dal punto di vista di un’autentica virilità e della dignità maschile. Gli uomini devono smetterla di sentirsi migliori o peggiori, più vittime o più aguzzini, devono invece impegnarsi ad un dialogo con il femminile, onesto, sincero, generoso, forte, delicato, gentile e autocritico… ed è questo che li rende uomini come si deve. Naturalmente i narcisisti patologici non possono capirlo, e le donne dovrebbero evitare in tutti i modi di cedere alle loro seduzioni. Ma potranno evitarlo tanto più, quando comprenderanno che ci sono moltissimi uomini bravi, in grado di amare e di relazionarsi, seppure con i loro difetti tipicamente maschili… così come ci sono donne capaci di amare, sincere e oneste, seppure con i loro difetti tipicamente femminili. Ma la natura ci ha creato diversi e con i rispettivi difetti, affinché insieme possiamo amarci e migliorarci, non per tormentarci e vampirizzarci e colpevolizzarci a vicenda (e in maniera sommaria). L’amore è anche comprensione dei difetti dell’altro, se invece si amano solo i perfetti, vuol dire che si tende ad amare quelli che credono di essere perfetti, cioè i narcisisti patologici, che possono essere sia uomini, sia donne, sia lesbiche e sia omosessuali. Il narcisismo patologico non riguarda l’identità sessuale, 5riguarda un patologico bisogno di ferire e uccidere l’amore, l’amore di chiunque.
Grazie per la risposta, con spunti di riflessione interessanti. Potrei aggiungere che, una volta raggiunta la consapevolezza, tutto si ridimensiona e diminuisce di importanza. Ma avendo compreso i meccanismi, occorre adottare una necessaria cautela, poiché da una persona che prova “un patologico bisogno di ferire” e in grado quindi di mentire, ci si possono aspettare reazioni negative dalle quali può non essere facile difendersi. Come da lei evidenziato nell’articolo e in alcuni post. Ancora grazie, penso che il suo sito possa essere di aiuto a molte persona.
concordo in parte …..perchè il narcisista patalogico coinvolge e provoca non solo danni psicologici ma anche di altra natura è vero non sa amare ma fa di tutto per essere amato per poi distruggere quest’amore!!! sembra un pò che lei voglia giustificarlo sono persone infeiici spesso invidiosi della felicità altrui e competitivi a me ha distrutto un matrimonio che sicuramente non era felice ma avrei dovuto affrontare la cosa senza intromissioni e manipolazioni e negli ultimi tempi quando tornava da me non faceva altro che informarsi sulle mie evoluzioni per verificare se fossi riuscita a rifarmi una vita …..invidia di me e delle mie potenzialità io questa la chiamo cattiveria
Il narcisista patologico è uno che pensa solo a se stesso. Se per esempio una persona ha come unico e solo problema che gli interessa per molto tempo il fatto di essere stata vittima di un narcisista patologico, ed è assolutamente incapace di interessarsi minimamente di altri valori e affetti, a livello umano e spirituale – e questa situazione, come ripeto, dura per molto tempo – allora è un narcisista patologico ‘passivo’. Quando la ferita narcisistica, va oltre il suo essere una ferita, e diventa quindi una patologia, allora ci troviamo in una forma di narcisismo patologico che non mira a sfruttare un altro, ma che comunque considera il mondo e gli altri solo edesclusivamente in base al suo Io, ai suoi bisogni, alle sue frustrazioni, a quanto dovrebbe essere suo. Ad esempio il ‘vittimismo ad oltranza’ è una forma di ‘narcisismo patologico’. I ‘forum dove ci sono solo accuse contro i narcisisti patologici, senza alcuna possibilità di considerare il proprio ‘vampiro interiore’ sono ambiti di espressione del ‘narcisismo patologico’ in chiave vittimista. Tutti coloro che, superato un certo periodo, non si rendono conto che il fatto di essere stati trattati male da un narcisista patologico è anche dovuto ad una loro propria debolezza e ferita DA CURARE, sono delle persone che hanno una forma di ‘narcisismo patologico’ egocentrica e vittimista, che le rende incapaci di vedere i propri difetti e di interessarsi davvero di qualcosa al mondo che non sia il loro problema con il narcisista patologico di turno. Inoltre è ormai una moda diagnosticare chiunque come narcisista patologico perché ha qualcosa che non piace, o perché si è in conflitto, quando in realtà può trattarsi di reciproche incomprensioni. Come per tutte le diagnosi, anche quelle ‘psichiatriche’ e ‘psicodinamiche’ vanno fatte da specialisti, e chi le fa da solo, le fa a suo rischio e pericolo, e in certi casi anche a scopo strumentale e manipolatorio verso se stessi e verso gli altri. Naturalmente ci sono i veri casi di narcisismo patologico e borderline, ma si tratta sempre di dinamiche di coppia, e non se ne esce fino a quando non si riesce a capire anche il proprio modo di colludere, più o meno inconscio, con quella dinamica. In questo articolo, si parla del ‘vampiro interiore’ , ma sono pochi a commentare anche in tal senso, i più guardano solo al vampiro esteriore… e quindi finiscono con il cronicizzarsi… Solo chi è capace di autocritica rientra nel campo della ‘ferita narcisistica’ altrimenti ha un problema di narcisismo patologico che lo fa essere e sentire solo e sempre vittima innocente.
buongiorno non sono certo io a non riconoscere il mio vampiro interiore e l’ho ammesso tante volte e raccontato le cause anche se brevemente .Riflettevo anche sulla questione degli amanti è vero che se una relazione è extracognugale va ritenuta tale ma penso che se c’è amore esistono patti anche tra amanti esitono regole morali etiche c’è adesempio il patto della riservatezza che è fondamentale !! anche in questo caso e invece un narcisista patologico non ne ha con nessuno ne con amante ne con famiglia ….distrugge ferisce e basta!!.gli amanti del passato secondo me erano diversi riuscivano a regalarsi una vita migliore ,ma in qualche modo erano meno distruttivi oggi si entra e si esce dalla vita di qualcuno senza pietà.
In questo forum le nostreesperienzee testimonianzeservono a farci riflettere. Non era diretta a lei nello specifico la mia risposta. E sono lieto per lei che leisubito ci abbia tenuto a parlare del ‘ suo vampiro interiore’… dobbiamo capireche la vera cura possibile da certi legami che ci fanno star male per troppo tempo in modo ingiusto e cattivo, deve passare necessarimente attraverso la curadel nostro vampiro interiore, giacché è esso che , inconsciamente, cicostringe a sottostare a questo legame… ma se non lo vediamo, come facciamo a curarlo? Poi certamente anche nelle relazioni tra amanti ci vuole onestà e lealtà, anzi ce ne vuole per certi aspetti ancordi più che in una relazione ‘ufficiale’… ma allora ,a maggior ragiuone, se si ha un amante negativo, che invece di aiutare ecollaborare per faredi tutto perstar bene, capirsi, venirsi incontro, fa di tutto perdistruggerci l’anima, perché non mandarlo all’inferno? perché lasciarci invece portare all’inferno insieme a lui? Dopo tutto non si è nemmeno costretto dall’ufficialità di una relazione, che so dalla famiglia, da impegni economici, insomma da tante questioni che in qualche modo ostacolano la possibilità di liberarci… allora quando la dinamica vampireggiante e narcisistica è tra amanti, vuol dire che il vampiro interiore è ancora piuù forte, ed è più forte perché è più invisibile, cioè ha meno luce, e i vampiri temono la luce… la luce della coscienza, che viene anche con la terapia, che ci fa capirecosa abbiamo dentro che ci lega a persone problematiche, negative, vampiresche, che ci feriscono senza pietà. Forse questo vampiro interioreci fa credere che solo subendo un vampiro esteriore possiamo avere qualche emozione, eche a tal fine vale la penaanche perdere l’anima? Forse crediamo che senza quella persona amante, ma negativa, distruttiva, non possiamo vivere? Ma perché? PERCHE’? Il nonstro ‘vampiro interiore’ non vuole che troviamo una risposta chiara… perché vuole che ci intratteniamo nell’oscurità e nel dolore, vuole trasformare le pulsioni di vita in pulsioni di morte, in regressione, immaturità, in ambiguità… cerchiamo allora la luce, un po’ più amore vero, a cominciare dall’amore per noi stessi… perciò consiglio di leggere l’articolo in Albedoimagination su NARCISISMO E AUTOSTIMA…. Ama il prossimo tuo COME te stesso! Ecco il link, oppure cercalo in cerca: Narcisismo e autostima.
https://www.albedoimagination.com/2011/12/ama-te-stesso-come-il-prossimo-tuo/
si è vero il mio vampiro interiore è venuto fuori tutto inseguito a questa relazione ne ho preso coscienza vivendo questa relazione e ora consapevole ho saputo troncare e allontanare il soggetto in questione soprattutto dopo l’ultimo ritorno !dopo la chiusura della nostra storia che poi ha deciso lui ho rielaborato il tutto e anche grazie all’aiuto dei vostri articoli delle esprienze riportate qui e con i suoi consigli dottore ho preso ancora di più coscenza di me e dei miei errori …. del vampiro che è in me !ma dovevo affrontare tutto questo e solo ora posso provare a fare scelte diverse…..
https://d.repubblica.it/attualita/2014/04/04/news/eugenio_scalfari_storia_intervista-2081714/
Buongiorno,
Mi chiamo Roberta e esco, finalmente, da una “relazione”, anche se la definisco più un incubo, da 1 settimana.
Le scrivo perchè mi sono ritrovata a parlare con un amica che presta volontariato al centro contro la violenza alle donne, e, essendo disoccupata e frastornata da questa pseudo relazione, volevo offrirmi per aiutare queste donne.
Mentre mi raccontava le storie di vari tipi di violenza, sono rimasta a bocca aperta, ho riconosciuto questo personaggio che mi ha torturato emotivamente per 6 mesi, come un manipolatore. Mi sono ritrovata con ansia, attacchi di panico, se mi avvicino al luogo del suo lavoro (zona dove io avevo un’attività commerciale, quindi conosco tutti) inizio a tremare terrorizzata come una foglia!
Oggi ho trovato il suo articolo su internet, ed effettivamente, molte descrizioni del DNP, corrispondono a quest’uomo che sognavo con le sembianze di un orco, il quale ha dichiarato ) apertamente (finalmente, dopo 6 mesi di grandi promesse) che mi ha solo preso in giro, non gli sono mai interessata, eppure più di una volta gli avevo chiesto di allontanarsi da me.
Ora mi chiedo, come faccio a capire esattamente se ho trovato il cretino di turno o sono stata veramente manipolata? Ma la cosa che mi turba di più, come leggevo nel suo articolo, visto che IO lo ho attirato nella mia vita, lei parlava di “ferite narcisistica occulta”, come posso capire che ho questo problema e guarirlo?
Premetto che avrò un primo colloquio con uno psicologo 11 aprile…
Grazie per il suo articolo,
Gentile Dott. Brunelli,
ho provato a postare una mia domanda, ma credo di non avere avuto fortuna.
Replico oggi, sperando che la tecnologia sia dalla mia parte.
Vorrei sapere se può spiegarmi le dinamiche che accadono ad una persona che si sta detraumatizzando nell’ambito dei nuovi rapporti di coppia.
Da qualche mese ho una relazione con una persona con la quale mi trovo davvero bene, non abbiamo mai avuto screzi, se non l’altro giorno, in occasione di un fraintendimento che mi ha portata a sentirmi colpita nella parte più profonda di me, ovvero nella mia fiducia. Inutile dirLe come la mia reazione sia stata quella di “attacco/difesa”: ho immediatamente messo in discussione tutto sentendomi tradita nella pate più profonda di me. Ciò ovviamente ha spaventato il mio compagno e lo ha posto in una situazione di atroci dubbi: lui teme infatti che d’ora in avanti dovrà stare attento a qualsiasi cosa dirà o farà. In realtà, l’equivoco nasce da una cosa che ha omesso di dirmi, non in malafede, ma proprio perchè non ci ha pensato.
Ma io mi sono sentita tradita e la sensazione che ho provato è stata terribilmente dolorosa: riuscirò con il tempo a gestire queste ferite? Le evidenzio che per me questo è stato il primo episodio e quindi non sapevo minimamente come avrei potuto reagire. Ora lo so. Ma quali altri pericoli ci saranno nella vita di coppia? Quale altro tasto dolente, oltre alla fiducia, rischia di mandarci in tilt? E come possiamo far capire al nostro compagno che queste reazioni trovano giustificazione in un dolore per noi atroce, che solo il tempo, unito alla mia costante volontà di migliorarmi, potrà attenuare?
E’ possibile che anche i nostri compagni attuali non riescano a credere/capire pienamente a ciò che ci è successo?
La ringrazio per l’aiuto che mi vorrà dare.
Serena
Cara Serena, una vita di coppia normale non può e non deve mai essere totalmente SERENA, altrimenti non è normale. Litigi equivoci incomprensioni ci devono essere in giusta misura e devono poi essere chiariti e negoziati, servono per crescere. Se così non fosse si avrebbe una sorta reciproco azzeramento della pertsonalità, come due zombie in uno. Detto ciò un conto è che uno riprende a vivere la relazione con altre persone, attraverso avventure, esperienze erotiche fugaci o relazioni importanti e un altro conto fare una terapia per togliersi di dosso ciò che si è vissuto e curarsi le proprie ferite. E’ chiaro che le due cose insieme possono andare molto bene, ma se non c’è alcun impegno terapeutico di alcun tipo è ovvie che sarà più facile difar pagare all’altro, in misura maggiore o minore, le proprie ferite, ed è ovvio che si è più deboli, e quindi si sopporteranno molto meno i difetti e le debolezze del partner. In entrambi i casi il rischio è cfhe le ferite pur reimarginatesi presentino sempre aree non curate, facilmente infettabili e che possono poi anche ritornare ‘sotto’, come erano un tempo, cioè diventare occulte e non curate, con conseguenze per il futuro che non possiamo prevedere, ma che comunque in una logica di prevenzione sarebbe bene prevedere. E’ importante che non siano essenzialmente e solo i nostri compagni/e attuali a credere cosa ci è successo, del resto qualora lo facessero non avrebbero gli strumenti terapeutici e non potrebbero in alcun modo essere imparziali. Occorre quindi un lavoro psicologico, spirituale e materiale su se stessi, più lo si capisce e lo si fa e meglio è, per sé, per il partner, per il presente, per il furturo, per i parenti e gli amici e per le forze buone, guaritrici e creatrici in generale.
Grazie Dott. Brunelli,
Lei ha proprio detto una cosa giusta: ho capito che dentro me ci sono ancora ferite sulle quali devo insistere, devo curarle. Pensavo fossero rimarginate, ma è bastato un niente per riaprirle.
Questa esperienza è stata molto dura per me. Dopo tanti mesi di terapia, non mi aspettavo che potesse accadere, eppure è accaduto. E’ un passo indietro, certo, ma sa una cosa? Nel male è successo un bene, perchè ho potuto vederle queste ferite.
E questo è ciò che importa, avere consapevolezza di dove si è e di cosa si è.
E io so che voglio andare avanti, affrontare fino in fondo questo lungo cammino, perchè non mi sono sbagliata a credere che si può guarire, facendo del bene a me stessa, al mio compagno e ai miei affetti.
Quindi grazie Professore, perchè le Sue parole mi aiutano, mi danno speranza, mi fanno capire che questo scivolone è accettabile, ma non irreversibile.
Sa una cosa?
Non ho perso l’entusiasmo, non ho perso la voglia di andare avanti, semplicemente perchè quanto ho fatto fino ad ora è comunque tanto positivo per me. Sto ritrovando me stessa, ho vicino a me un compagno che mai avrei trovato con gli occhi del passato, e l’ho trovato perchè lui ha potuto vedere quello che di buono c’è in me.
La spinta al cambiamento nasce da noi, ma significa tanto avere anche vicino il sostegno di un compagno “vero”, che non credevamo di meritare e che invece, ogni giorno, ci ricorda che è lì anche per noi e, soprattutto, che ci insegna che l’Amore, quando accade, è qualcosa di meraviglioso, che non ha nulla a che vedere con ciò che un tempo credevamo fosse amore.
Quindi, ancora una volta, Dott. Brunelli, io La ringrazio per quanto ha voluto darmi con le Sue parole.
E’ vero che il percorso di rinascita varia da persona a persona, e che quindi non è possibile parlare in via generale, ma per me era necessario avere delle conferme.
Grazie di cuore,
Serena
Gentile Dott.Brunelli….questo articolo e blog sono stati e continuano ad essere illuminanti…una vera e propria forma di libertà e allo stesso tempo comprensione interiore per me.
Esco solo da qualche settimana da una storia di due anni con un DNP e annessi deliri di onnipotenza…tutto il mondo lo ama…tutto il mondo lo stima…tutti lo acclamano (parole sue!) e solo io non sono in grado di comprenderlo supportarlo ed amarlo!
Prima di conoscere quest’individuo ero una persona solare…a tratti anche iperattiva…lavoravo 12 ore al giorno…facevo sport a livello agonistico e avevo tanti amici…una vita spensierata insomma e vissuta prevalentemente da single!
Poi ho incontrato lui…e tutto è lentamente svanito…ho lasciato il mio lavoro per colpa delle sue pressioni (sono un’ estetista e non accettava che dovessi “toccare” altri uomini oltre lui), ho lasciato lo sport perchè non andava bene che chiunque potesse venire a vedermi e che quindi potessi essere oggetto dell’ attenzione altrui…ho cambiato numero di telefono perchè quello vecchio non andava più bene dato che ce l ‘avevano in troppe persone!Non siamo mai usciti di casa…perchè non potevo salutare nessuno…ogni persona che conoscevo per lui non andava bene…e in rari casi in cui succedeva di incrociare per la via qualcuno di mia conoscenza che mi diceva anche solo “ciao” c ho beccato anche qualche ceffone!Sono arrivata ad avere paura di uscire di casa…ad avere paura delle persone…della mia città e del mio passato!
Ogni mio”ex” rappresentava motivo di litigio…discussioni che andavano avanti per giorni perchè io non ero arrivata”pura” al suo cospetto!
Recentemente questa persona ha avuto una gravissima malattia ed ha rischiato di morire…giusto un paio di giorni prima che si ammalasse avevamo discusso per l’ ennesima volta su un bicchiere di vino che avevo osato bere e c’eravamo lasciati!Ma sono tornata…non volevo abbandonarlo…nonostante tutte le brutte cose successe ho avuto paura di perderlo…ha passato due mesi in ospedale dove non mi ha concesso di andarlo a visitare perchè “non se la sentiva”…io ho aspettato il suo rientro a casa…ed ho iniziato a fare da madre…da amica…da infermiera….da badante!!!
Speravo che questa forte e bruttissima esperienza di vita potesse cambiarlo…potesse farlo maturare…potesse aiutarlo a capire quali siano le cose realmente importanti nella vita e l’importanza della vita stessa (perchè in tutto ciò è sempre stato un nulla-facente)…ma non è stato così!giusto il tempo di riprendersi un paio di mesi e sono riniziate le liti più assurde e i suoi controlli da detective (ho dimenticato di dire che anch’io ho spesso scoperto sue conversazioni in chat con altre ragazze..messaggi e incontri alle mie spalle…come da copione insomma!) e alla fine ci siamo lasciati!
Adesso io provo un senso di libertà e leggerezza…per quanto riguarda il non stare più con lui…ma un senso di paura e vuoto nei confronti di me stessa e del mio futuro e di ciò che mi aspetta!
Sono lieto che il blog le si a utile. Chiedo a lei e a tutte/i di diffondere i link sulle bacheche nei social network. Non c’è alcun scopo di lucro, ma veramente di diffondere una educazione e una cultura sentimentale che possa aiutare. L’unica cosa che mi spiace dover dire è che questi articoli, in particolare la tematica del TdN è stata vampirizzata da molte persone che – senza chiedermelo e senza coinvolgermi – ne hanno fatto il loro cavallo di battaglia professionale e non su altri blog, libri e siti… vabbè speriamo ne facciano buon uso. Tuttavia vi prego di aiutare a diffondere queste tematiche nella loro versione originaria. Un saluto con cordialità e solidarietà. Dr. Pier Pietro Brunelli
Io sn stata vittima di un narcisista patologico….l’ho capito perche’ stavo male, ho abusato di droga e psicofarmaci ma capivo che c’era qualcosa che in lui non andava…dopo varii tentativi, ho cominciato ad informarmi, a studiare….ho iniziato psicoterapia. e mi sono allontanata da lui a poco a poco….piu mi allontanavo e piu la mia vita ha cominciato ad aprirsi, ho visto che la gente mi trovava una bella persona e addirittura me ne meravigliavo!! e ho cominciato a credere in me stessa.
piu stavo meglio piu sentivo il bisogno di allontanarmi perche’ avevo costruito delle cose per me e non volevo perderle. Ho cominciato a vederlo come un essere inutile per la mia vita, lo disprezzato per il male che mi aveva fatto e sinceramente mi sono detta che mi era pure antipatico e che uno cosi’ non lo avrei voluto nemmeno come amico. per assurdo a volte mi manca ma capisco che è la parte di me autolesionista. quando penso di cercarlo…mi dico che da narcisita la sua reazione sarebbe quella di umiliarmi..penso a quello che ho costruto e a tutti I momenti che mi ha umiliato e PICCHIATO! allora mi fermo!.
la cosa che mi ha fatto piu male e’ che quando mi rivolgevo a persone che lo conoscevano nessuno mi credeva..
ora sto lavorando su di me…sulle mie ferite sul senso di abbandono. Ma so per certo che lui nella vita e’ un fallito.
cara silvia…le persone che lo conoscevano e che non ti hanno creduta sono state”circuite”esattamente come per tanto tempo è stato per te!A me è successa la stessa cosa…non vengo creduta dagli altri e anzi so di essere disprezzata perchè lui si è ben curato di dipingere un immagine di me che assolutamente non mi appartiene!
Ora basta…vado avanti con la consapevolezza che l unica persona a cui devo dimostrare qualcosa è me stessa…gli altri col tempo e conoscendomi davvero riusciranno a scoprire chi sono realmente ed eventualmente ad apprezzarmi!
Prossimamente uscirà un articolo su questa situazione di non essere creduti… alcuni parlano in tal senso della SINDROME DI CASSANDRA… l’importante comunque è non perdere l’autostima… CREDERE IN SE STESSI… gli altri poi, quelli migliori, magari in pochi, vi crederanno davvero, nel profondo, ed è questa qualità che conta, non la quantità.
Tredici anni di relazione malata; ci ho messo tanto per fuggirne.
Voglio dire GRAZIE a me, grazie del briciolo di amor proprio che mi ha fatto allontanare senza neanche essere consapevole del perchè.
Ma ad oggi, a due anni di distanza, non ho ancora capito appieno come posso avere fatto questo a me stessa. Come ho potuto permettere tutto questo. Come posso tornare a essere una persona. Come posso fidarmi di me stessa e della mia capacità
di giudicare gli altri.
E al tempo stesso, come salvarmi dall’eccessiva cautela e diffidenza che ora mi proteggono.
Come troverò l’equilibrio.. Se mai lo troverò.
Cara Giovanna,
la tua riflessione mi ha colpita moltissimo, perchè tu ti poni le medesime domande che mi sono posta io.
Come puoi avere fatto tutto questo a te stessa: è una domanda che segue ad un aberrante dato di fatto, ovvero che ci sentiamo in colpa, “carnefici” di noi stesse. Più volte ho sostenuto che, in questi rapporti malati, anche noi collaboriamo, ma c’è da tener presente che lo facciamo perchè non conosciamo e non ci conosciamo.
Mi spiego meglio: se avessimo tutte una laurea in psicologia o almeno qualche base rudimentale della materia, sicuramente sarebbe più agevole riconoscere una persona “sana” da una “malata” (non mi piace parlare in questi termini, ma occorre farlo per semplificare il discorso). Lo dico perchè io stessa più volte mi sono chiesta, a posteriori, come non fossi stata in grado di riconoscere i segnali (e ne avevo davvero tanti). Innocenza, beata ignoranza, ma anche… manifesta volontà di non volerli vedere questi segnali.
E qui arrivo alla seconda considerazione: accade che, prese dal desiderio illusorio di avere al nostro fianco la persona dei nostri sogni e dall’altrettanta illusoria convinzione di avere “scelto il partner giusto per noi”, sovrapponiamo questa idealizzazione alla realtà. E, conseguentemente, introduciamo – anche a forza – questa persona nei nostri schemi mentali.
Se la persona con cui ci rapportiamo è genuina, ma non fa per noi, le conseguenze di una simile “forzatura” nei nostri schemi mentali, e dunque nel nostro dna, possono portare ad una civile separazione, accettata da entrambi nei giusti modi e tempi. Ma se il partner non è genuino, allora possiamo fare ben poco nel momento in cui i primi nodi vengono al pettine: primo perchè siamo in balia della sua volontà. Non dimentichiamoci mai che siamo state vittime di tecniche manipolatorie attuate da persone bravissime a comprendere la nostra psiche ed i nostri eventuali problemi: nel mio caso, il mio partner mi conosceva molto di più e molto meglio di quanto mi conoscessi io stessa. Queste tecniche assecondano il nostro narcisismo (tutti lo abbiamo), portandoci a credere che chi abbiamo vicino ci rispetti. E proprio qui nasce il senso di colpa, perchè – di fronte ad una persona che finge molto bene di amarci ed onorarci – il senso di inadeguatezza del nostro modo di essere non viene correttamente attribuito alla situazione, ma a noi. In sostanza, in queste situazioni, noi crediamo di essere quelle sbagliate perchè ci portano a crederlo e perchè, terzo punto, con molta probabilità noi non ci conosciamo.
Se non ci conosciamo, tendiamo a screditare molto più facilmente la nostra persona: come possiamo fidarci, secondo te, di qualcosa che non conosciamo?
Credo pertanto che sia molto importante analizzare questo senso di colpa: è legittimo rimproverarci di non esserci conosciute ed ascoltate, ma non è legittimo rimproverare unicamente noi stesse per esserci messe in questa situazione.
Imparerai a fidarti di te stessa quando ritroverai la fiducia verso te stessa. E’ un potere che viene quando accettiamo il nostro passato e decidiamo finalmente di fare pace con noi. Ma per fare pace dobbiamo affrontarci, dobbiamo capire perchè non ci siamo ascoltate e conosciute, perchè ci siamo fermate a ciò che desideravamo essere, privilegiando così la forma sulla sostanza. Noi, però, siamo sostanza.
Tornerai a sentirti “umana” e sai con quale differenza? Sarai una persona migliore. Giorno dopo giorno imparerai a valorizzare aspetti impensabili di te: io stessa, dopo mesi di terapia, comincio finalmente a capirmi. Non è facile, perchè è come se dentro di noi ci fosse una sconosciuta e questa sensazione sicuramente può disorientarci e quindi farci agire con diffidenza e cautela. Per questo ci vuole pazienza e fiducia: hai già fatto un passo importante, quello di vedere la prima verità. Forza allora, ci sono tante altre mete che dobbiamo conquistare, ma un po’ per volta ci arriviamo, acquistiamo potere su noi stesse. E questo potere, a differenza del passato, non ci viene dagli altri, è nostro e ci fa risplendere di una luce positiva che prima o poi sarà vista dal compagno che fa al caso nostro.
E’ stato così per me, ma credo che lo sia per tante altre amiche che ci leggono.
Forza Giovanna, non dubitare mai più di ciò che sei ora e del tuo futuro: non permettere che il passato domini ancora il tuo presente. E’ successo, ma ora hai posto fine al circolo vizioso, non lasciare che il ricordo di questa terribile esperienza si nutra ancora di quanto di bello possiedi dentro di te. Hai già dato abbastanza. Ora vivi!
Un caro saluto,
Serena
Ciao Serena
Grazie.
Di aver aver voluto condividere le tue risposte;
soprattutto di avermi offerto una prospettiva ottimista, con il tuo messaggio che -si, sottende un trascorso difficile, ma è l’espressione di una bella persona che ha deciso di non vivere ripiegata su se stessa. Grazie davvero, lo rileggerò spesso, un abbraccio.
come poseamo salvare le prosime vitime dei nostri ex vampiri.e come fare a non pensarli piu e continuare a poter amare in quoanto lamore e bello,buono…poi ti po fregare e ricadesre in un altro incubo.vivo con la paura di esere umani.
buongiorno dott.Brunelli come mai il mio intervento non è stato pubblicato?era così sciocco?
Cara Maria, guardi che non è pervenuto. Ci mancherebbe. La ringrazio se lo rimanda.
Forse c’è stato un problema tecnico per cui è stato inserito negli spam in automatico, ma ora devoi averlo recuperato. Colgo l’occasione per dire a tutte le persone partecipanti di segnalare qualsiasi inconveniente tecnico. Grazie
si ora è tutto ok lo vedo!grazie ancora
Salve ho trovato questo articolo in un momento confuso della mia vita ho 29 anni e mio marito 44! Ci siamo conosciuti 8 anni fa e stato un colpo di fulmine grand passione sapevo che non sara luomo della mia vita…ma poi x una serie di circostanze siamo finiti per convivere dopo solo un mese ..lui era spaventato..la convivenza si e dimostrata difficile perche lui contava ogni centesimo e mi criticava che non so fare le cose di casa (giustamente forse avevo21 anni)…dopo un po mi sono tanto affezionata a lui da insistere x matrimonio lui era contrario e mi metteva delle clausole….se impari a fare q…se farai bene quello…infine ho detto ok pero non conviviamo piu ci frequentiamo e basta anche perche per la mia cultura convivenza non e accettabile io mentivo ai miei genitori e q era molto pesante x me …a tal punto x non perdermi decise di sposarmi ….abbiamo avuto bei momenti e anche grandi litigi…poi le coae sono migliorate grandi viaggi eravamo apparentemente felici siamo cresciuti insieme ci siamo laureati….il mio grande orgoglio era che siamo sinceri ci diciamo tutto!!! Io raccontavo persino tutto quello che I miei corteggiatori mi scrivevano per non avere segreti lui era geloso perche sono bella giovane …che lui non ha nessuno ma non dimoatrava…
Una sera poco tempo fa ho scoprto un indrizzo mail ….
Frequentava un socialnetwork chat x incontri extraconiugali e I contenuti del chat erano davvero espliciti un vero sex ma online con le foto appuntamenti chiamate sul cel numero memorizzato con nome di collega….lui e stato sempre amante del sex group e scambi io non ero daccordo w mi diceva se tu non sei daccordo vabene cosi gli dicevo di non guardare annunci ti invogliano mi insultava bigottona sono anche andata x toglierli curiosita in un locale…poi scopro che ha usato pure la mia foto mentre faciamo sesso con mio nome per un annuncio e tutto cio andava avanti gia dal 2007!!!! Si e incontrato pure con una che entrambi dicono di non aver avuto rapporto ma che hanno solo parlato dice che era tutto un gioco voleva sapere fin dove erano disposti ad arrivare che agli appunt non si e mai presentato che dove racconta ha avuto rapporto e solo x vedere cosa dicono….ho pianto 4 sett lui anche mi promette che non succedera che si sentiva inferiore di me che era una fuga che e disposto a cambiare va dal psicologo mi fa regali ….
Ho paura di lui non so ae crederlo o no lui dice che ha fatto un gravissimo errore ma ora ha capito I valori e cambiera. ..non so se ha una patologia ci ricasca di nuovo che solo x paura di perdermi dice q o e pentito! (Lui ha avuto problemi con separazione dei genitori nel adolescenza e ha subito un abuso sessuoale) sembrava cosi onesto non so come fare!!!
rispondo al dott Brunelli si è vero non posso permettermi un percorso di psicoterapia ma mettiamo lo facessi…..il problema è anche il contesto in cui vivo con chi mi relaziono? io mi curo e poi intorno a me cosa trovo? uomini insensibili incapaci di una relazione duratura e sincera cosa che io ho sempre cercato di avere seppur sbagliando compagno propio a causa delle mie ferite nonostante i miei dolori ho sempre cercato stabilità e famiglia !!mi piacerebbe sentire anche il parere di altri qui ….Mi sento come un pesce fuori dall’acqua
Cara Miaria Gabriella,
ho riletto i tuoi post e sento il desiderio di rispondere in particolare a questo, forse perchè poni tante domande in cerca di risposta…
Sai, pure per me è tanto difficile a volte cercare di andare avanti, pur facendo un percorso psicoterapeutico, semplicemente perchè, attraverso esso, riesco a vedere con maggiore chiarezza i miei meccanismi, comincio a capirmi e – molto probabilmente – inizio solo ora a vedere i danni che ho ricevuto e che ho anche avvallato. Proprio l’idea di esserne in parte responsabile a volte mi mette in croce, è come se la mia coscienza mi dicesse “Ma perchè ti sei fatta tutto questo male?”.
Ecco allora che soltanto attraverso una più profonda lettura del mio passato e del mio carattere, riesco a transigere, riesco a perdonarmi. Credo (in realtà parlo di me, ma mi pare che forse quella che sto dicendo possa essere osservazione valevole anche per te), credo che le esperienze ricevute da bambine ci abbiano portate sin qui. Considera una cosa: quelle esperienze abbiamo dovuto accettarle, perchè non potevamo dire di no, non ne avevamo la possibilità. Per questo le abbiamo interiorizzate, ci siamo adattate a loro credendo che fosse la migliore soluzione per crescere “serene”.
Ora che ci siamo ritrovate adulte, quelle esperienze, quel sapere interiorizzato, che un termpo ci ha salvete, adesso ci ha in qualche modo tradite: semplicemente perchè ora abbiamo un termine di paragone e vediamo gli effetti delle nostre scelte “obbligate”. Io condivido molto di quanto dice il Dott. Brunelli, il nostro vampiro interiore odia la luce, non la vuole proprio e fa di tutto per mantenere dentro di noi l’oscurità. Il nostro vampiro interiore ci dice che “ci tutela da un grande dolore, che è la realtà” e per questo noi lo legittimiamo, ci ostiniamo a nutrirlo, perchè abbiamo paura del dolore. Ma il dolore ci toglie energia, vitalità, fiducia e quindi siamo di nuovo noi che dobbiamo lottare, che dobbiamo credere che d’ora in poi la vita sarà migliore di quella che abbiamo conosciuto.
Maria Gabriella, non farti ingannare dalle tue paure, quando cominci a guarire, guarisci per te, per stare meglio, per essere finalmente in pace con il mondo. Mano a mano che inizi a guarire, la gente stessa intorno a te cambierà, ci saranno sempre persone migliori perchè in te vedranno quella bellezza che teme di uscire allo scoperto e che noi stesse stentiamo a riconoscere. Ma esiste davvero quella bellezza!
Sai, io ho avuto la fortuna d’incontrare qualche mese fa il mio attuale compagno. Ti vorrei dire che, se fossi stata la Serena d’un tempo, difficilmente lui avrebbe scelto me, perchè addosso avevo la corazza. Questa corazza è stata fonte di tante esperienze dolorose, culminate con il tristissimo incontro con il mio narcisista.
Oggi, se pur con qualche inevitabile difficoltà, vivo una relazione capace di farmi sorridere ogni giorno: sono felice, nonostante tutto. Fino a qualche mese fa non avrei mai creduto di potermi impegnare in un rapporto, semplicemente perchè ero ancora ostaggio del dolore. Eppure il caso ha voluto che ci provassi. Per me, questa relazione rappresenta una grandissima opportunità per iniziare una vita vera: anzi, ti dirò che solo stando in coppia riesco a vedere altre ferite che credevo non esistessero. Probabilmente perchè, a conti fatti, siamo state ferite nel nostro amore e dunque, una volta compreso che dobbiamo recuperare fiducia in questo sentimento, è molto facile (ma anche raccomandabile) che i nodi, tutti i nodi, vengano al pettine.
Se ci pensi, rapportarsi ad un compagno significa fare ciò che già stiamo facendo qui: aprirsi, confrontarsi, accettare, crescere. Io credo che se tu sei positiva, troverai la persona giusta, perchè le persone sensibili grazie a Dio ci sono, e ci sono anche per noi. Sono persone che ci accettano per quello che siamo, per ciò che abbiamo vissuto ed anche per i nostri errori. Non ci giudicano, ma ci sostengono sempre: a volte, quando siamo stanche, sono loro che ci prendono per mano e ci riportano sulla via della nostra rinascita, senza attribuirsi valore, semplicemente perchè ci amano.
Maria Gabriella, forza, credici, credici davvero, perchè succederà!
Bravissima Serena, molto ben scritto, con comprensione, decisione, solidarietà e incoraggiamemto alla responsabilità, alla presa di coscienza, all’autocritica costruttiva – per una giustizia interiore e verso la vita, per amore di Sé e dell’Amore.
Penso di essere affetta dal TDN, dopo aver letto il suo articolo mi ritrovo a pennello in molte situazioni, ma soprattutto identifico lui nella descrizione del DNP. Uomo che frequento da qualche mese, ma che non frequenta solo me, è un ottimo corteggiatore dalla personalità forte, intelligente, carismatico e grande amatore, ma che quasi in maniera sadica si propone tra presenza ed assenza, tra affetto e freddezza, tra bugie e le verità che preferirei non sapere… quasi come per indurmi del dolore e della sofferenza psicologica, per mettermi alla prova e vedere come reagisco… Premetto che nella vita mi ritengo una persona forte, indipendente, con un’autostima non indifferente… ma di fronte a questo uomo mi sento indifesa, quasi come se mi avesse plagiata, e nonostante mi ritrovo nelle situazioni dove nasce conflitto tra la dignità e rispetto per se stesse, io non riesco far altro che correre da lui quando chiama e dedicarmi con devozione e massima disponibilità a questa relazione lesionista…. ho provato diverse volte a dare un taglio, anche distraendomi con altri uomini sperando di diventare più forte così, ma non ci riesco, ricado sempre sui miei passi e continuo questa storia logorante dove un giorno insieme mi fa toccare il cielo con il dito, ma poi seguono dei giorni di buio totale e di sofferenza… fino al prossimo incontro…. è un circolo vizioso che ti fa morire dentro.
Caro Dottor Brunelli,
Le scrivo per esprimerle tutta la mia riconoscenza in relazione al suo libro “trauma da Narcisismo patologico”. Mi è stato di grande aiuto in un momento in cui ne avevo particolarmente bisogno. Il ritrovare descritti certi comportamenti “tipici” del Narcisista mi ha fatto in qualche modo relativizzare il danno subito, anche se tanto lavoro mi aspetta per metabolizzare tutta la sofferenza vissuta, nonché la destabilizzazione psicologica. E’ impressionante come in poche parole lei sia riuscito a caratterizzare così bene questa attitudine “psichiatrica”, mi pareva di rivivere certe situazioni, quasi fossero parte di un copione universale recitato da tanti attori quotidianamente, i Narcisi appunto. Leggendo il suo libro ho potuto dare una risposta a molti interrogativi che mi tormentavano… Grazie di nuovo.
Vito Priante
Grazie. Il contributo di tutti è prezioso. Ciascuno deve trasfornmare la sua esperienza dolorosa in qualcosa da testimoniare e ciascuno ha quindi un suo importante contributo da dare per un’educazione sentimentale che eviti il più possibile la caduta in queste relazioni così disturbate e disturbanti.
Ciao Elettra ,
non so sen io Stefy , quella che a cui ti riferisci, ma poco importa ….da tempo seguo il blog , ho fatto qualche intervento , e mi rendo conto che siamo tante ; tutte provate da esperienze più o meno assurde . Tanto assurde da riuscire , nel leggerci a vicenda , a suscitare sentimenti di comprensione , rabbia e solidarietà.
Non ho mai smesso di leggervi , nei momenti difficile e in quelli meno
Non ho mai smesso di leggervi anche senza entrare nel blog …perché ho fortemente inciso nella mia mente il messaggio che ne è venuto fuori : raccogliere queste esperienze mi abbia fortificato , rendendomi soprattutto conto di una fondamentale verità : quella sbagliata non sono io.
Tutte storie diverse ma comunque uguali , più o meno devastanti e intrise di profondo malessere hanno in comune sicuramente quella sensazione che a un certo punto provi , e che distorce la percezione di te stessa , demolisce il valore umano , intacca l’autostima , annebbia la vista e ti piega .
La nostra vita ragazze mie non deve essere regalata a nessuno , la nostra vita è preziosa e va difesa proprio come chi è madre difende i propri figli , o proprio come ci si difende con l’istinto da un pericolo
Ogni giorno che passa in questa situazione è un giorno in meno di serenità e perché no anche di gioia : prendiamo in mano questa vita , riprendiamoci con calore e dignità .
Le difficoltà possono sembrare tante , perché la paura è il peggior nemico …la paura della solitudine , la paura di non farcela , la paura di non essere all’altezza di volerci bene .
Il mio cammino è stato ed è ancora difficile , ma se all’inizio mai avrei pensato di poter riuscire ad arrivare ad aprile la porta di una casa e respirare la serenità , oggi vi dico ce la si può fare e come . Il basta volerlo non è solo un modo di dire .
Quando si tocca il fondo due sono le alternative , o ti lasci andare o reagisci . Reagire vuol dire proprio prendere questa preziosa occasione e ribaltare gli schemi . Il passato va allontanato , non serve .
Serve mettersi davanti ad uno specchio in una mattina qualsiasi e decidere se strizzarsi l’occhio accennando un sorriso , o continuare a vedersi piangere .
Non cè problema che non si risolva se non quello di una grave malattia . E’ un dato di fatto ….quante persone intorno a voi a loro volta non sono mai state coinvolte in passaggi spiacevoli della loro vita e provate a fare attenzione a quanti di loro sono riusciti comunque a venirne fuori .
Impariamo ad osservare ed osserviamoci . Iniziare a lasciar entrare nella nostra vita solo quello che ci fa bene può essere un primo passo ….non c è nulla di meglio che disabituare la nostra anima ad essere ferita e iniziare a far provare alla nostra anima calore ed emozioni .
L’emozione parte dalla libertà , dalla consapevolezza e dalla forza che ci deve gratificare ogni qualvolta ci rendiamo conto che abbiamo detto basta .
Siamo forse stati messi al mondo per “servire” questi poveri malati ? … la nostra non è una missione umanitaria autodistruttiva . Fatevene una ragione , queste persone sono totalmente inconsapevoli, incapaci pertanto di percepire le emozioni nel senso più spettacolare del termine . Lasciamoli con il perdono, con la compassione consapevoli che il nostro essere è superiore e che la sfortuna ha colpito loro .
Facciamo un bel falò di questi ex mariti , ex conviventi , ex fidanzati ….certamente idealizzati, sopravvalutati .
Elettra , Sonia , Bianca e a tutte quante dico è vero la nostra esperienza è stata pesante , ma ditemi un po’ : non vi sono situazioni veramente irreparabili, di vite spezzate , di sofferenze insuperabili nella storia di tante persone che lottano quotidianamente , condannate a prolungare le proprie sofferenza senza avere il dono della speranza ?
Ragazze guardatemi ora negli occhi… non è forse uno scempio per voi che il dono della speranza lo avete in mano gettarlo via e con esso la vostra vita?
Non sono nessuno e guai a me se volessi in qualche modo sostituirmi agli esperti che seguono con cammini terapeutici questi casi …ma parlo da donna, da mamma , da semplice e umile essere umano …. Reagite usando ogni mezzo a vostra disposizione . Quando ho deciso di prendermi meno sul serio le cose hanno iniziato ad andare meglio… quando ho deciso anche di sorridere dei guai ( come dice Vasco) ho alleggerito il cammino…quando ho affrontato con fierezza le mie paure vedendole piano piano svanire nel nulla ..quando ho capito che ho lasciato il buio per la luce …ho percepito che non mi sarebbe mai mancata questa sgradevole sensazione che ho respirato con il mio ex …ma che lentamente giorno dopo giorno si sono fatte avanti emozioni nuove , sensazioni “umane” ancor più apprezzate se per anni vivi l’anormalità .
Proviamo oltre a lasciare nero su bianco gli scritti di storie passate , a scrivere di cosa vogliamo dal domani .
E attenzione fanciulle , non sto scrivendo perché ho trovato un nuovo amore …al contrario ed è proprio per questo che ritengo di essermi finalmente ritrovata …. mi alzo alle sei , accolgo con emozione il sorriso di mia figlia , corro tutto il giorno , fra lavoro e casa , affronto il difficile momento dell’adolescenza di una figlia (…aiuto!) , faccio conti e accumulo rinunce.. ma questa vita io la graffio ! ….. una vocina mi dice che ce la farò…quella vocina è la mia anima , forte e finalmente complice .
Buona vita ….non deludetemi fate cantare la vostra vocina …..non vi conosco ma vi adoro .
Ciao cara Stefy, si sei proprio tu quella a cui mi riferivo.
Sei la voce virtuale che mi ha aiutata quando da sola ho cercato di trovare la forza di distruggere quel ‘piedistallo’ di cui mi parlavi, di smettere di vedere la grandezza di un ‘buffone di corte’ e di ridarmi la dignità che io stessa mi sono preclusa per tanto tempo.
Questo blog è stato importante, grazie al dottor Brunelli e grazie a te Stefy, con le tue parole hai contribuito al risveglio di un’anima che si era lasciata intorpidire!
Buona vita anche a te
Con affetto
Grazie anche a te Elettra per questa testimonianza positiva, ci fai tutti più contenti. Tutti quelli che soffrono a causa di traumi amorosi dovuti a dinamiche e comportamenti distruttivi e a persone davvero problematiche negative, devono sapere che è possibile tornare a sorridere e ad amare. Abbiamo bisogno di più testimnianze come la tua, Elettra.
Tante persone che hanno partecipato a questo forum orientato all’auto-aiuto non si sono fatte più sentire, ma spertiamo stiano mbene.
Fateci sapere come va. Speriamo che state bene che vi sieti ripresi o siete sulla buona strada per uscire dal tunnel di una relazione vampirizzante. Per tutti l’Alba verrà, e qui, almeno un po’ c’è sempre. Aiutateci a farla rinascere con i vostri buoni pensieri, con coraggio, forza, speranza, coscienza, anima e amore. Ce la facciamo!
Sacrosanta verità dottor Brunelli, ce la facciamo! Arriva il momento in cui realizzi che se credi tanto ad un estraneo che ti tortura col tuo consenso, non puoi non dare credito e speranza a chi ti è vicino da una vita: te stesso. E’ un meccanismo che deve scattare dentro noi, una forma di autodifesa sana che deve innescarsi con la totale consapevolezza di essere i primi portatori di un problema, la cui risoluzione è faticosa ma che promette tanto bene, quel bene che per tanto tempo abbiamo creduto di non meritare e che invece ci DOBBIAMO. Se ci mettiamo in discussione, se siamo pronti all’analisi come un punto di partenza, siamo persone che tendono a migliorarsi ed in quanto tali dobbiamo sapere ascoltare il nostro istinto che quasi sempre ci segnala un pericolo. Non sottovalutiamo le ansie e le angosce che viviamo nelle situazioni sbagliate perchè sono le manifestazioni di disagio della nostra anima, non neghiamoci la realtà pensando di essere l’eccezione, che riusciremo a cambiare un portatore di infelicità perchè ci riduciamo ad essere cani che si mordono la coda. Ognuno di noi deve trovare lo stimolo e la forza al cambiamento in modo e tempi diversi ma non ci facciamo scoraggiare, non buttiamo la spugna, diventiamo sempre di più e se può servire scriviamocelo anche qui, perchè ovunque possiamo percepire amore, benessere è il posto che da oggi in poi sarà adatto a noi.
Un abbraccio a tutti
Io sono una di quelle che ha partecipato a questo forum e non si è fatta più sentire. Ma, se oggi che sono serena e soddisfatta di me stessa, ho avuto il desiderio di riaffacciarmi è perchè la mia riconoscenza a questo forum ed al Dott- Brunelli per il bene ricevuto rimarrà in me per sempre.
Ce l’ho fatta e, adesso che sto bene, posso dirvi che uscirne è difficile ma non impossibile perchè la vita senza di loro è una continua scoperta, anzi è meravigliosa!!!
Grazie Gabriela, mi ha fatto tanto contento. Sono certo darà forza a tante persone. Noi dobbiamo sentirci uniti in questo viaggio, siamo come alleati per liberarci dalle energie negative. La nostra storia di sofferenza, è una piccola cosa di fronte alle sofferenze del mondo, ma è nello stesso tempo grandiosa perché ci ha fatto sentire quanto è terribile il dolore dell’anima che sente tormentare e uccidere la sua forza più tenera e più bella. l Amore… questo allora ci fa anche sentire che per difendere questa forza che ci rende umani e porta la vita dobbiamo trovare la forza di guarire, guarire in nome dell’Amore, in nome di una sensibilità intima che da individuale si apre e abbraccia tutte le sofferenze del mondo che dipendono dalla mancanza e dalla uccisione dell’Amore… diventiamo allora universali, più vicini a sorgenti spirituali che sentiamo essere presenti nel nostro piccolo grande cuore… più vicini al grande mistero dell’Amore e ci riapriamo al mondo e a rinascere, facendo tutto il nostro meglio per essere nel bene e incontrare gli altri nel bene, con le nostre debolezze, le nostre difficoltà, i nostri difetti, i nostri limiti, ma sempre nell’Amore e con Amore. Ecco allora che la tremenda esperienza di vampirizzazione amorosa con una persona che, in fondo è disturbata e disturbante – che ha avuto la sfortuna di non potere e di non riuscire a conoscere l’Amore, e che perciò lo teme, lo distrugge, lo tormenta – diventa un’esperienza di trasformazione interiore, laddove un potente veleno viene trasformato in un potente farmaco, una medicina dell’anima, che fa nascere la grande Rosa del Sé tra le spine, che dopo le tenebre nasce in una nuova Alba. Grazie Gabriela per essere stata così ispirativa. Ho scritto di getto, non ho tempo ora per correggere, ma tra noi tutte e tutti sento che va bene così. Un abbraccio. Dott. Brunelli
sono qui e ogni tanto vi leggo e volevo farvi sapere che sto bene sono singl ma abbastanza serena tanto da non ricadere nei ritorni del narciso alcuni incontri purtroppo non positivi conoscenze che non ho ritenuto fosse il caso di approfondire ….spesso mi scoraggio !!!
Sono stata insieme a un manipolatore affettivo per quasi 25 anni, ho chiesto la separazione un anno fa e iniziato un percorso di terapia. Ho impiegato cinque anni per trovare la forza di farlo e ora mi rendo conto di aver fatto la scelta migliore per me e per i miei figli. Piano piano mi sto liberando dai miei sensi di colpa, sto uscendo da qual senso di inutilità e inadeguatezza nel quale ero piombata e sto tornando a sorridere al mondo e a ricominciare a vivere. A differenza di lui che pare avvolto in una spirale senza fine con una donna che lo sta trattando come faceva lui con me e sono consapevole che pur non amandomi avrebbe continuato a vivere con me e mantenere altri rapporti fuori casa se non lo avessi scoperto.
Vorrei solo chiedere cosa succede a un manipolatore se finisce a sua volta tra le mani di una manipolatrice. Come posso proteggermi.
Chi sceglie il bene fatica e soffre di più però poi sta bene. Chi sceglie il male fatica e soffre di meno peròl poi sta male. Lei per tanto tempo. Ognuno avrà quel che si merita. Ma chi per tanto tempo, involontariamente, per debolezza, per ingenuità ha scelto male, prima si deve purificare e deve prendere coscienza che deve fare un lavoro terapeutico su se stesso. Non basta liberarsi di un partner negativo, bisogna esaminare a fondo, dentro noi stessi, quella parte di noi stessi che ha permesso di farci manipolare. Altrimenti si resterà manipolati da questa parte di se stessi e la strada per il bene sarà più lunga e difficile. Forza, si metta d’impegno e un po’ alla volta, con fiducia, speranza e coscienza ricostruisca la sua vita. Tutto è in trasformazione, e le esperienze negative possono diventare una forza che ci costringe a cercare il bene. E se davvero lo vogliamo con amore, e con la capacità di comprenderci e vedere anche le nostre debolezze, possiamo veramente migliorare la nostra vita, per il nostro bene, per il bene degli altri e per permettere d’incontrare altri nel bene.
Tuttavia, non intendo a fatto che bisogna diventare santi o sante. Dobbiamo però fare del nostro meglio, e capire che le sofferenze amorose devono servire a farci maturare e che solo così ci si potà aprire ad un amore più armonioso e sincero… e siccome l’amore non conosce il tempo, le età, le regole comuni dettate dalle consuetudini banali, c’è sempre la possibilità di incontrarla, ma dobbiamo prepararci, anche sofferendo.
tutto quello che dice è vero dott. infatti è propio quello che cerco di fare ho capito tutte le dinamiche che si innescavano e ho capito anche perchè trovava terreno fertile co me e ora sicuramente sono cambiata meno ingenua e più scaltra quello che mi scoraggia e che di storie cosi se ne sentono tante sono pochi quelli che hanno vita affettiva regolare e mi domando se questo non sia causa anche di altre malsane abitudini del nostro tempo(dipendenze da sostanze)io lavoro su me stessa mi correggo e cerco di migliorare ma i sentimenti esistono ancora?
Allora mettiamola così… quando una sta male, per qualunque cosa non si rivolge forse ad un dottore specialista di quella cosa? Ora se uno/a sta male per sentimenti che lo fanno star male, quindi per ragioni psicologiche, perché non dovrebbe rivolgersi allo specialista di questo malessere psicologico? E’ un paragone relativo, lo so, tuttavia , io questo so e mi sento di consigliare a tutte le persone. Certo mi rendo anche conto che non tutti possono permetterselo. Qui si cerca di aiutare un po’ on line. Investo tanto di quel non tanto che guadagno nella ricerca e nella diffusione di informazione gratuita … adesso cosa sto facendo? Cerco di appoggiare e divulgare iniziative come nel seguente articolo https://www.albedoimagination.com/2014/01/democratizzare-la-psicoterapia/ e sarebbe bello che le persone partecipassero di più e acquistassero anche qualche libro qui proposto, nella colonna di destra dove ci sono tanti consigli ancora importanti. DETTO CIO’ i sentimenti non possono essere messi e tolti in modo rapido e meccanico, non ci si riuscirebbe neppure con un trapianto cardiaco (forse del cervello?) tutti sanno che il tempo è necessario, ma è un tempo che deve servire per elaborare, per cambiare, per reagire, per capire, per imparare ad amare in modo nuovo, per scegliere se stessi e le persone buone, per fare del bene e ‘pagare’ così anche il fatto che comunque, involontariamente, si è sbagliato in qualcosa ha coinvolgersi con quella persona sbagliata e smetterla invece di pensare che la si perde osi è stati trattati in un certo modo perché si aveva qualcosa di sbagliato… lo sbaglio, che la sofferenza costringe a pagare, ma solo se si capisce, è nelle proprie debolezze che ci hanno tenuti legati ad un essere negativo… allora ecco che madre natura vuole che soffriamo nei sentimenti per un po’ e fino a quando non abbiamo imparato davvero la lezione e non dimostriamo a noi stessi e ad altri di averla imparata… è una strada dura, ma chi la percorrerebbe se non per liberarsi da questa sofferenza divenuta purtroppo ‘utile’… davvero se si capisce, se si ha pazienza, se ci si impegna poi questa sofferenza va via e ci rende più capaci di comprendere l’amore ‘che libera dal male, non quello che vi si unisce.
Grazie. E’ un percorso lungo, mi sto ritrovando piano piano. Sono libera dai sensi di colpa che mi avevano tenuta legata a lui (è colpa mia se lui è così, sono inadeguata…) e sto lavorando su me stessa per capire perchè ho dimenticato chi fossi per così tanto tempo. Sto tornando a sorridere e piano piano vorrei tornare ad amare,
Vivo da mesi una relazione altalenante con un vampiro affettivo. I primi 2 mesi sono stati un sogno, lui principe azzurro ed io principessa. Sembrava realizzare ogni mio desiderio ed incarnare il prototipo di uomo che avevo sempre atteso: dolcezza, progetti sul futuro, mille cure ed attenzioni. Poi l’improvviso distacco – 20 giorni di silenzio che mi hanno ferita e destabilizzata – e il ritorno. “Ho sbagliato, non mi sono sentito pronto, adesso sono qui per far funzionare le code”. Aggiungo che durante questa assenza ha avuto altre (mai saprò quante) storielle da una sera. Sentivo un tale bisogno di lui da perdonargli ogni cosa pur di riaverlo, ma ahimè il principe azzurro non è mai tornato: al suo posto un rospo che gradualmente ho visto trasformarsi in un mostro. Alcool (largo, larghissimo abuso, al limite della dipendenza), violenza verbale, sbalzi d’umore, desiderio di farmi sentire sempre inaduguata, incapace, meno intelligente di lui, finta ironia (” tu sei permalosa, lo sai che scherzo”), totale mancanza di attenzione nei miei riguardi (non ho mai più visto un mazzo di fiori, un regalino inaspettato, un messaggio dolce), volontà di farmi sentire sempre in bilico, sempre con il dubbio se lui mi ami o meno. Tutto ciò inframezzato da rari momenti in cui si dice innamorato o si ricorda di fare qualche complimento, tanto per tenermi con sè (con le briciole!). A tutto questo aggiungo l’imbarazzante mole di bugie che racconta per coprire… sicuramente altre storielle! Sono consapevole che per me quest’uomo è un cancro (ho già tutti i sintomi del malessere che mi suscita: ansia, panico, disinteresse verso il mondo e morboso attaccamento verso di lui, anche se mi fa star male, malissimo), ma purtroppo non riesco a staccarmene… non riesco neanche a palesargli il mio dolore… taccio … abbozzo un sorriso … e prendo lo Xanax. Sto affrontando un percorso psicoterapeutico, sono fiduciosa che prima o poi riuscirò a volermi bene… ma nel frattempo ho un mostro nel letto che non riesco a cacciare… (infatti quando mi maltratta e sfuria a letto piango in silenzio e quando si è addormentato di spalle a me mi avvicino e lo stringo forte perchè mi terrorizza non avere il contatto epidermico!)… spero di venirne fuori presto, mi sta mangiando l’anima1
Hai portato alla luce una tua grande problematica attraverso di lui. Prendila come un’opportunità per poter crescere, per poi stare meglio e iniziare POI, dopo un lungo cammino, a volerti bene. Perchè arriverà il momento in cui ne sarai fuori. Arriva, te lo assicuro e arriva pure la consapevolezza di cio’ che eravamo e dei problemi che ci tiravamo dietro e che influenzavano malamente la nostra vita. Io adesso mi sento nuova, per la prima volta inizio a voler bene a una persona senza aspettarmi nulla, cercando prima di tutto di stare bene e di farmi rispettare e cercando di apprezzare e amare nel mio compagno cio’ che c’è di bello. Non è facile, è una cosa nuova… vedremo! Un grande abbraccio…
Quanta fatica. Sono qui per tentare un passo avanti. Perchè fa parte delle iniziative che mi possono fare bene, nella mia terapia. Vittima , complice di un triangolo amoroso osceno, privo di amore ma ricco di qualcosa che mi ha attratto come il miele, e dal quale mi sono decisa ad uscire per sempre da un mese. Solo un mese, dopo tanti , troppi mesi (anni) di andate e ritorni, bugie, cattiverie, grandi speranze. Un miraggio, una illusione coltivata a metà strada tra la consapevolezza di assistere a qualcosa di orribile, deforme, inaccettabile, ed il soccombere ogni volta al desiderio di continuare a sperare, credere, sopportare: credo di avere tradito me stessa troppe volte, sopportando e scusando comportamenti che dovrebbero far fuggire via, ed io sono rimasta, con pazienza, amore. Poi la pazienza ho iniziato a perderla, grazie alla terapia. Ho iniziato piano piano a vedere, magari solo con gli occhi , che era un pozzo profondo, buio, privo di vero amore; era composto solo dai sentimenti più deleteri e brutti che possano governare la vita di una persona. Vendetta, empietà, accidia, falsità. Potrei continuare, ma basta questo. Ed allora, non basta? Non basta. Non basta a tirare fuori la mia anima malata e ferita. Non basta fare tutto quello che posso e riesco per stare meglio. Meditazione, filmati, musica, riposo. Le pagine del sito sono ormai mie compagne da mesi e mesi. Se fosse un libro, lo avrei consumato. I miei sogni, i miei pensieri scritti. E va tutto bene, ma non riesco a trovare altro che tristezza, dolore, pensieri che si infilano nella mia mente come coltelli, ed occupano il posto delle cose sane. Da un lato, mi sento in combattimento per la strada del futuro giusto, sereno; dall’altro, cerco di rallentare quanto posso (e non è semplice, il lavoro mi stritola), ed a volte non so come ordinare questi due lati, dello sforzarsi di andare avanti facendo cose buone, e di lasciarsi semplicemente andare, abbandonare tutto, non voler più sentire niente. Mi rendo conto di farneticare ancora sulla mia storia, di non riuscire a lasciarla andare; questo, nella parte profonda di me. La parte cosciente sa che è finita per sempre, che non ci saranno mai più ritorni che si possano accettare, per quanto prevedibili. Perchè è probabile che il mostro che ho incontrato torni, a cercare di nuovo di fare il pieno, succhiare ancora il mio sangue per vivere, perchè lui, di questo si nutre. Lui non ha niente che possa renderlo vivo, quindi deve trovare qualcuno da usare, torturare, maltrattare. So che in realtà anche lui ha avuto la percezione di qualcosa che non conosceva, grazie a me. Ed è quello che non ha mai tollerato, sentire l’amore, che non sa cosa sia…ogni volta ha provato qualcosa, è fuggito via, dall’altra, che è malata come e più di lui, e gli garantisce l’assenza di sentimenti. Soffocato da sè stesso, dalla propria asma che lo assale ogni qualvolta le emozioni lo tocchino. Scrivo per speranza, per me , per gli altri che sono in questo blog, per condividere. Perchè in fondo sono serena sul fatto che questo finirà, grazie alla terapia, tra qualche mese. Ho sempre pensato , ed agito di conseguenza, che le cose terribili devono stare fuori dalle nostre vite. Meglio un periodo di dolore che finisce, che una vita intera buttata via. Cerco conforto, ma desidero anche darne a chi mi legge. Guarire è possibile, lo sento. E se adesso non sono capace di trovare dentro di me il modo per uscirne fuori, il tempo, inteso non come il semplice scoccare dei minuti, ma inteso come piccoli passi guidati da buoni comportamenti e seguito dalla terapia, mi aiuterà. Adesso, davvero, ho bisogno di aiuto. Da me, da chi mi vuole bene. Navigo nei giorni come una zombie, con la testa ovunque. Vado e torno dai pensieri alle cose che mi aiutano, come un’altalena, ma so che finirà.
” Vittima , complice di un triangolo amoroso osceno, privo di amore ma ricco di qualcosa che mi ha attratto come il miele….” QUESTO E’ IL COMPLESSO DI EDIPO, quando una bambina (in questo caso) soffre per una mancanza di ‘amore normale’ da parte del padre, ed ha buoni motivi di credere che ciò sia dovuto a malasane influenze della madre.
La parte che tiene legati alla persona amata-odiata è nell’inconscio, non nella volontà, nella coscienza. Questa è una parte bambina ferita dal padre, anche a causa della madre. Questa bambina lotta disperatamente per recuperare il padre. Alla coscienza ciò si manifesta come struggente desiderio sessuale, attaccamento perverso ad un uomo senz’anima, ipocrita e bugiarda. Si tratta di un uomo capace di incarnare le qualità peggiori del padre. In verità il padre poteva essere meglio, ma comunque sempre ambivalente, abbandonico e a volte anche manesco. Questa sofferenza per il padre corrisponde al desiderio di risanare il padre, rendendolo buono e amorevole. Questo desiderio è alla base di ciò che lega psicosessualmente ad un uomo mostruoso che infatti si vuol far diventare amorevole.
La terapia sta nella ricostruzione di un rapporto paterno con un uomo (terapeuta) percepito come abbastanza buono e comprensivo. Per questo occorre tempo, in quanto l’inconscio non si può imbroglire, deve venirsi a formare una relazione di fiducia e di vero affetto reciproco. Questo padre ‘putativo’ o ‘adottato’, accompagnerà la figlia crsciuta all’altare, cioè le indicherà l’uomo giusto per lei, e scaccerà quelli cattivi, provando verso di loro anche un certo vero disprezzo, condiviso con la pseudofiglia-paziente.
L’uomo buono per la pseudo-figlia sarà quello che la tratterà bene, con amore, riguardo e sincerità. Fino ad allora l morale di questa coppia pseudogenitoriale non è bachettona, ma è aperta, liberatoria, perciò le avventure vengono favorite, ma i legami sono favoriti solo quando sono buoni, e non con esseri odiosi…
Quando la sessualità diventa la forza centrale di un legame perverso e malato, ciò denota la mancanza di un buon rapporto col padre, o anche un rapporto apparentemente buono con il padre, ma in realtà profondamente immaturo. Dobbiamo infatti considerare che l’attaccamento attraverso i sensi è primario, cioè si sviluppa nella relazione madre-neonato/a. E’ un attaccamento basato solo sui sensi, calore, odore, succhiare, accarezzare, stimolare… poi in un secondo momento si sviluppa un attaccamento più mentale con il padre, dove subentra il linguaggio, il gioco, l’emulazione, ecc. Insomma si imparara ad amare attraverso un mix di amore sensuale materno e amore mentale paterno. Quando prevale solo uno dei due poli allora vi sono sempre disfunzioni. Il legame prettamente sessuale può spesso comportare perfino mancanza di stima, ipocrisia, perfino disprezzo e sfiducia… eppure una forte eccitazione. Il legame mentale, di apprezzamento, fratellanza, rispetto, può a volte comportare un blocco o un’inibizione della della libido sessuale.
Quando ci si è cacciati in un legame squilibrato bisogna comprendere che per un periodo si deve rinunciare ad ogni tipo di legame considerabile come pieno e soddisfacente… diciamo che bisogna riformattare il sistema, salvare i dati, rielaborarli, togliere i virus, rimettere i programmi e poi tutto va a posto. Il problema è che le persone sono disperate perché pensano di dover buttare via tutto il computer e non poterne mai più averne uno. Ecco allora che le cose si allungano, la sofferenza aumenta e si complica. Bisogna che ci rendiamo conto che stiamo parlando di una malattia complessa, che può avere un decorso medio-lungo, ma che è curabile… e non solo è curabile, è in verità l’unica possibilità di scoprire una vera possibilità di amare e di essere amati. Senza beccarsi questa ‘malattia’ la si sarebbe covata dentro di sé in modo più o meno latente, non si sarebbe cioè potuto guarire da ferite risalenti all’affettività genitoriale, condizionanti e spesso veramente invalidanti sul piano dei sentimenti e delle scelte di vita. Perciò si tratta di una BENETTIA non di una malattia, cioè di un’esperienza davvero destabilizzante e dolorosa, ma che, se viene terapizzata e sostenuta correttamente porta ad una generale guarigione dell’anima e ad una migliore qualità della vita.
questo suo commento mi è molto di aiuto…vivo questa situazione figlia abbandonata alla nascita ho chiuso relazione con narcisista ma per sua decisone e da un anno non ho relazioni nel frattempo ho cercato lui mio padre che continua a rifiutarmi!!che fare?come posso ricostruire?
Gentile Gabriella, ci sono tante possibilità per ricostituirsi, crescere, superare problemi. Io dalla mia esperienza professionale e umana consiglio la psicoterapia, in particolare nei casi come il suo.
Un caro saluto
Ho bisogno di raccontare la mia storia. Ho bisogno di sfogarmi con persone che possono capire e non solo giudicare. La mia storia inizia 15 anni fa ed abbiamo una bambina di 7 anni. Non siamo sposati. Ho subito in questi anni le peggiori angherie. Fughe, silenzi, astinenza sessuale, percosse (senza mai stupidamente riuscire a denunciarle), umiliazioni a non finire, fino all’isolamento ed alla dipendenza economica. Ogni volta che provo a ribellarmi il suo odio cresce a dismisura per poi trovare il modo di riprendermi innescando in me reazioni di volerlo a tutti i costi. Ogni volta mi fa credere di più:
– 7 anni fa per non farmi scappare mi ha fatto fare mia figlia
– la bambina aveva 1 anno e mezzo ed io l’ho lasciato perché lui non si comportava con noi come avrei desiderato. Sempre assente. Sparisce nel nulla per 2 mesi e mezzo senza neppure venire a vedere la bimba.
Ritorna io per il bene della bimba ci passo sopra.
– la bambina aveva 2 anni e mezzo stessa cosa sparisce per 4 mesi.
A questo punto mi rivolgo ad un avvocato decisa a troncare per sempre questo rapporto malato. Lui sparisce da noi per 7 ulteriori mesi pur mantenendo la bimba.
Io vivevo all’epoca in una piccola casa di mia proprietà ed avevo un bel lavoro mi sentivo forte.
Via legale decidiamo di vendere la mia casa per comprarne una più idonea alla bambina (con cameretta) visto che lui è benestante con acquisto al 50%.
Ricomincia la fase delle lusinghe e mi convince a non acquistare altra casa ma andare ad abitare nella sua fatta per noi dove quando le cose andavano bene stavamo il week end e le ferie per motivi logistici più distante dalla mia dove io lavoravo. Sono pentito, ho sofferto più di voi, non posso stare senza di voi.
Mi faccio di nuovo convincere perché lo amavo ancora e per dare una famiglia a mia figlia. Mi trasferisco definitivamente a casa sua con residenza mia e della bimba lui vive con noi ma lasci la residenza dalla madre.
Nel frattempo la’azienda dove lavoravo da 27 anni annuncia il trasferimento di sede a 200 km e decidiamo insieme che per seguire la bimba dovevo lasciare il lavoro.
1 anno di calma apparente ero felice, poi ricomincia ad uscire tutte le sere, offendermi, trascurarmi sia moralmente che fisicamente.
Nella primavera del 2012 sotto mia pressione esce di casa per tornare la mamma ma continua a venire a cena da noi, esce con noi, viene in ferie con noi, ma diventa sempre più violento sia psicologicamente che fisicamente. Io chiedo continuamente spiegazioni sulla ns situazione dichiarandomi pronta ad interrompere definitivamente la ns storia mettendo naturalmente delle regole (mantenimento, casa, visite alla figlia).
Il suo odio cresce in maniera esponenziale, offese, minacce, percosse davanti alla bimba.
Comincio a sospettare l’esistenza di un’altra donna ma lui comincia a farmi passare per pazza, ossessiva, visionari mettendomi contro amici, parenti e provando anche con mia figlia.
Arriva anche a minacciarmi con un coltello ed a prendermi per il collo.
Fine agosto giorno della festa del compleanno della bimba lo affronto ormai vicina alla verità si infuria come un matto sparisce simulando un falso infarto urlando che sono pazza e che me la farà pagare.
Io consultando il suo traffico telefonico (e stata la mia salvezza) ho le prove della sua relazione. Lo affronto un paio di volte a casa di sua madre per chiedergli di assumersi le sue responsabilità e chiarire la ns situazione sopratutto per la bimba, una furia.
Mi diffida con una lettera dell’avvocato per violazione della sua privacy.
Lo affronto per questa ulteriore cattiveria e mi prende a seggiolate a casa di sua madre che schieratasi dalla mia parte per difendermi prende una seggiolate anche lei.
Io mi sfogo con qualcuno di tutte queste cattiverie compreso il fratello, mi segue una lettera che se continuo con le diffamazioni e le bugie, ed i messaggi che nel frattempo gli mandavo (unico mezzo di comunicazione rimastomi) buoni non minacciosi per chiedere spiegazione del perché di tanta cattiveria con me e sua figlia e costretto a sporgere querela.
A quel punto anche io mi rivolgo ad un avvocato. Ad oggi sono 4 mesi che non vede la bimba e via legali siamo in alto mare. Non si assume nessuna responsabilità ne morale ne economica. Unici mezzi arrivano da mia suocera.
Ora minaccia anche vie legali di buttarmi fuori di casa, mi fa descrivere come un mostro e dice di non vedere la bimba perché non vuole comunicare con me, sua madre.
Come difendermi da un mostro del genere e sopratutto tutelare mia figlia? Io non c’è la faccio più, non dormo, sono depressa, piango, prendo ansiolitici, sono gelosa, vorrei sapere tutto di lui, vorrei sparire, parlo sempre di lui, sono in astinenza, e terribile quello che sto provando malgrado tutto il male che mi ha fatto. Ma questa volta sono determinata ad uscirne ma mi sento impotente, frustrata per non riuscire ad avere una comunicazione con lui magari solo per la bimba. Sono senza lavoro. Ho paura del mio futuro. Posso dimostrare che è un manipolatore perverso narcisista? Come? Ed il trauma da narcisista mio e di mia figlia? Come?
Stiamo tutte e due soffrendo tantissimo.
Scusate la lunghezza ma ne avevo bisogno.
Grazie
Cara Sonia, fa bene testimoniare la propria storia, aiuta se stessi e gli altri. Invito tutti a coinvolgersi di piu in tal senso in una forma di auto-aiuto e confronto on line. Un caro saluto.
Cara Sonia,
rompo il ghiaccio partendo dalla fine del tuo racconto.
Inizio dicendoti che ogni volta che leggo quanto postato su questo blog non riesco a limitare la mia solidarietà al dolore di chi, come te, sente il bisogno sacrosanto di parlare apertamente. Perchè reggere in situazioni simili, che nei loro aspetti peculiari, tutte si assomigliano, è un compito decisamente difficile: cercare di mantenersi in equilibrio in una vita che non ha più alcun equilibrio è azione impossibile.
La tua vita, come mi pare di capire, sembra avere smarrito i pilastri che ci tengono con i piedi per terra, forse ora ti senti persa in una dimensione che, come spesso accade, ci porta a percepire noi stesse come “staccate” dal mondo reale, chiuse in un tunnel buio e per il momento senza via d’uscita. Così è stata la sensazione che ho avvertito io stessa: non sapere dove sei, cosa fare, non sapere nemmeno bene che cosa stia succedendo, dunque “vivere” ogni giorno come se stessimo in una dimensione irreale, quella tipica dell’incubo, dove l’unico vero protagonista è il dolore. Eppure, dentro a questo dolore che ancora non riusciamo bene a mettere a fuoco, sentiamo di provare compassione anche nei confronti di coloro che hanno “provocato” il dolore. Se hai letto i post precedenti avrai sicuramente appreso la mia storia, molto diversa dalla tua, ma anche molto simile.
Mi colpisce quanto tu scrivi in riferimento alle tue sensazioni attuali: paura, necessità di difendersi da un “mostro” ed, al contempo, necessità di stabilire un contatto con lui, gelosia, frustrazione, attaccamento morboso.
Io mi permetto di contribuire con la mia esperienza, aggiungendo un tassello alla mia storia: sto terminando in questi giorni un lungo percorso di psicoterapia che mi ha fatta rinascere. E quando rifletto su questa rinascita non posso fare altro che ringraziare ogni santo giorno il Cielo, le persone che mi sono state vicine e le persone che hanno ideato e alimentato questo blog, per la forza che mi hanno saputo dare, per le spiegazioni che mi sono giunte e che ho elaborato su me stessa, facendone gran tesoro.
Credo che sia prima di tutto importante fare un lavoro dentro te stessa: più volte il Dott. Brunelli ha evidenziato come in questi rapporti malati, i protagonisti del male non siano soltanto i nostri partner.
Ci siamo anche noi Sonia, anche noi abbiamo una chiarissima responsabilità in quanto ci accade, anche se al momento non la vogliamo o possiamo vedere/comprendere. Il nostro partner narcisista non fa altro che ampliare una ferita già esistente dentro di noi. Io non so se il tuo compagno sia un vero narcisista, non credo nemmeno che si possa fare una diagnosi a qualcuno che non è disponibile ad una diagnosi: l’unica cosa importante che puoi fare allora, è partire da te.
Proprio come ho dovuto fare io: sono partita da me per comprendere che cosa mi fosse accaduto; poichè noi non abbiamo le competenze per fare diagnosi, ci serve qualcuno che faccia questo lavoro di professione. E’ analizzando me, i miei traumi, le mie reazioni, che la mia terapeuta è riuscita a diagnosticare la mia “infezione” ed è per questo che sono arrivata nel blog.
Ci è voluto del tempo ed in questo intervallo ti assicuro che la mia esistenza non è stata per nulla semplice: come tu dici, paura, ansia, panico, inappetenza, disturbi ossessivo compulsivi, disturbi del sonno, sono stati i miei fedeli compagni durante l’arco dei giorni e delle notti.
Il dopo, ovvero la terapia, non è stata una passeggiata: ho avuto giorni in cui il mio malessere prendeva il sopravvento e allora trovavo faticoso anche solo respirare. Ci sono state volte in cui lo stesso mio corpo, al termine della seduta, non era in grado di reggere lo sforzo. Ma, un po’ per volta, ne sono uscita, mi sono disintossicata: adesso che comincio a camminare con le mie gambe, ora che le sento forti, vitali, posso dirti che ogni mattina mi sento rinascere.
Questa esperienza così negativa, violenta, brutale, mi ha regalato la vita: ma ho dovuto trovare il coraggio di affrontarmi, scavando in profondità per recuperare il bene che volevo a me stessa, perchè sopportare, vivere con, e rimpiangere queste persone significa una sola cosa: non amare noi stesse. E se non siamo capaci di amarci, non siamo nemmeno capaci di sopravvivere agli eventi che continueranno a torturarci, relegandoci in una prigione in cui noi ci siamo messe.
Se non abbiamo amore e rispetto per noi, non riusciremo mai a mettere la parola fine ad un rapporto malato!
Credo che la frustrazione di cui parli debba piuttosto trovare origine dal fatto che forse non vuoi avere un rapporto con te stessa, più che con il tuo compagno: perdona la mia schiettezza Sonia, ma come puoi pensare di recuperare un dialogo con una persona violenta? Se ascolti bene bene te stessa, è probabile che buona parte delle emozioni che stai vivendo non dipendano da lui, come lasci intendere, ma solo da te.
Ciò che posso dirti è che molto spesso la nostra mente ci inganna e se lasciamo parlare soltanto lei rischiamo di sbagliare tutto. Vuoi davvero uscire dal tunnel? Allora non farti condizionare dal futuro o dal passato, rimani nel “qui e ora” ed affronta una cosa per volta.
La tutela legale è imprescindibile, tuttavia per affrontare un simile passo devi prima recuperare te stessa: il rischio, infatti, è quello di restare invischiata nuovamente in questa storia, con pesanti ripercussioni per te e per tua figlia.
Intraprendere un’azione legale significa rivivere sulla tua pelle ricordi, situazioni e traumi che forse ora non sei in grado di sopportare. Significa inoltre prepararsi a ricevere contraccolpi, ogni genere di contraccolpo: sei pronta per questo? E soprattutto, è pronta tua figlia per un simile pericolo, sapendo che in questo momento tu, ovvero sua madre, non hai le forze per reggere la battaglia?
Con tutto il grande rispetto che ho per te, Sonia, credo che prima di tutto sia opportuno che tu prenda contatto con un terapeuta: soltanto lui potrà verificare se il tuo è un trauma da narcisismo. Soltanto lui potrà indicarti la via d’uscita. E ripeto, incamminarsi verso questa via non è affatto semplice. Ci saranno momenti terribili, dovrai accettare e vedere anche le tue responsabilità, oltre che quelle delle persone che ti hanno voluto bene o male.
Dovrai affrontarti.
Una volta che ti troverai sulla strada, però, vedrai che la lucidità, la forza, il coraggio verranno da se’.
Ed è anche probabile che, oltre a questi, ti possano raggiungere altre bellissime novità, perchè guarderai il mondo e le persone con occhi totalmente diversi, con nuova fiducia e con rinnovato ottimismo. So che in un bellissimo pezzo, il Dott. Brunelli aveva proprio parlato di cosa rappresenti il dopo per colui/colei che è stato/a vittima di un narcisista: ora posso dire che aveva ragione. Ci attende qualcosa di speciale, che meritiamo, anche se al momento ti sembrerà impossibile.
Coraggio allora, Sonia. Cerca di rialzarti, per il tuo bene e per il bene di tua figlia.
Con affetto,
Serena
Serena, ti faccio i miei più calorosi complimenti per aver descritto cosi’ bene ciò che realmente accade dentro di noi quando soffriamo di dipendenze affettive causate da traumi narcisistici!
Quello da te raccontato è l’identico percorso che sto duramente affrontando, ma necessario per sanare quelle ferite latenti e mai cucite dell’anima.
Per troppi anni nascoste, dietro parvenze di relazioni d'”amore”..ma che alla fine si sono rivelate per quello che erano: un disperato bisogno di essere amati.
Questo bisogno ti porta a vivere la relazione in modo sbilanciato e “insano”, pronandoti a qualsiasi ingiustizia che, inevitabilmente, il partner ti riserverà..(perchè non bisogna dimenticare che alla fine, consciamente o inconsciamente, si va a cercare un partner che riproponga lo schema che ha originato il trauma..), e fino quando non ti renderai conto che la “colpa” non è del partner insano, ma del fatto che TU lo hai scelto, resterai chiusa/o negli schemi ossessivi della tua mente.
Giustissimo quindi: analizzare, capire, accettare PERCHE’ si è scelto questo supplizio.
Con onestà, sincerità e senza paure di affrontare quello che troveremo dietro le nostre recondite paure, si riuscirà finalmente a volersi bene, senza essere terrorizzati dall’idea di “sentirsi soli” o immaginare una vita in solitudine (accettare che si può vivere benissimo anche da soli ti porta inevitabilmente ad essere pronto/a per una nuova relazione)…
Il vero “nemico” è nascosto nella nostra mente, nei traumi subiti, nella mancanza di affetto ricevuto in età prematura, nelle vicissitudini tali che hanno creato questo “uomo nero” dentro di noi.
Ottimo intervento Serena.
Condivido gioiosamente tutto quanto tu hai scritto.
Non bisogna vergognarsi di farsi aiutare da un terapeuta nel qual caso ci si renda conto di non farcela.
L’importante è cominciare.
Qualsiasi più estenuante maratona comincia sempre con il muovere il primo passo!
Un abbraccio
Ciao Serena,
Ti ringrazio del tuo commento che ho sentito, dentro di me, come una scossa elettrica. Hai riassunto in maniera egregia tutte le domande ed in parte anche le risposte che ogni giorno rivolgo a me stessa. Sono d’accordo con te quando dici che anche noi abbiamo le nostre responsabilità rispetto al vissuto di un Amore malato. Guardo mia figlia, l’unica cosa bella che mi ha lasciato questa storia, e mi dico non ci meritavamo tutto questo, devo fare di tutto perché nella nostra vita risplenda di nuovo il Sole. Ho un motivo in più per risalire la china ed è proprio lei mia figlia. Credo che i miei buchi nella rete sono l’eredità di una famiglia che ha avuto le stesse dinamiche, con l’unica differenza che, mia madre non si è mai ribellata completamente l’unico suo obiettivo e’ stato quello di tenere mio Padre malgrado tutto. Io non posso fare questo a mia figlia. Devo insegnargli e fargli vivere l’Amore con la A maiuscola. Unico neo a mia figlia il padre (se così lo possiamo chiamare) manca molto e quando mi chiede di lui e del perché dei suoi comportamenti …. mi riesce difficile trovare le parole giuste.
Ho provato nelle passate vacanze natalizie a farla avvicinare a lui ma la sua risposta e’ stata, per lui, un semplice Vattene. Sento di avere intrapreso la strada giusta dentro di me ed ogni giorno mi sento un pochino meglio. So che non sarà sempre così, forse avrò anche delle ricadute ma credo che l’importante sia l’obiettivo che mi sono prevista. Liberarmi di Lui e far si che nel mio cuore non rimanga niente. Mi piacerebbe conoscere la tua storia (come faccio a trovarla nel blog?). Un bacione e spero a presto. Sonia
Tempo fa’ commentai su questo forum la lettera di Stefy, che ho conservato sul mio telefonino per rileggerla ogni qual volta sentivo il macigno forte dell’infelicità sul mio cuore e cercare la forza di quel percorso che lei aveva intrapreso e reso libera e che io volevo accingermi a fare. Oggi a distanza di una sola settimana dall’aver preso la mia roba ed essere andata via da una casa dove per un anno e mezzo si sono alternati momenti di gioia (almeno per me) a violenti litigi dai quali sono uscita sempre mortificata ed umiliata, leggo la tua di lettera e trovo ancora una volta conforto nelle parole di una persona che come me sta soffrendo e che riesce meglio di me ad esprimere l’angoscia e la speranza di stare meglio. Hai reso in modo perfetto la dipendenza da una storia che la piccola parte sana di noi sa di non poter chiamare “d’amore” ma che la parte malata non riesce ad allontanare perchè drogata. La malinconia di un amore che finisce è il ripensare ai bei momenti trascorsi insieme a qualcuno che ti ha rispettata, dato importanza e fatto sentire amata ma quanti sono stati quei momenti? Il problema è dentro di noi e si può iniziare il percorso di guarigione solo quando si riconosce la propria responsabilità nello star male senza nulla fare per porvi rimedio. Oggi sono più serena, un po’ più forte di ieri, anche se so di dover affrontare nuovi giorni di tristezza, di dolore, di ricaduta, sento che è qualcosa sta cambiando e che ho voglia di amarmi e di darmi quella dignità, per me tanto importante ma che mi sono preclusa in nome di un Amore che non lo meritava.
Ce la possiamo fare chicca, il tempo sulla lunga distanza ci darà le risposte alle domande inutili che ci poniamo adesso.
Un abbraccio
Bene Elettra. Sei sulla strada giusta. Grazie per indicarla anche agli altri. Dllo forte, anche a te stessa, che è una strada che c’è!
Ciao a tutti. Credevo di essere più decisa, il mio precedente intervento è stato molto spavaldo, invece devo ammettere che ho il terrore di portare avanti la separazione. Dopo 25 anni tra fidanzamento e matrimonio sono così legata a mio marito da non riuscire a separarmene. So che è la cosa giusta, ma sono piena di sensi di colpa, ho paura di chiedermi poi “e se l’avessi amato diversamente, meglio?”. Oppure rimango troppo legata alla speranza di un suo cambiamento, e come ho letto in un suo commento, dottore, sembra quasi che l’unica via per me di felicitá sia essere amata da lui una volta che sarà guarito. Ho paura delle sue reazioni. Giorni fa ha fatto leva su di me dicendomi con le lacrime agli occhi “ma tu lo sai che io sono destinato a rimanere da solo?”‘ e poi “se starò da solo diventerò cattivissimo, ma non è una minaccia!!”. Vorrei lasciarlo senza traumi per nessuno, ma lui impazzirà, lo so, lo sento!!! È a tratti dolce, remissivo, per cercare compassione, a tratti denigratorio e davanti alla bambina piccola mi accusa di provocare traumi con la mia scelta di separarmi. Dopo avermi minacciato lui di farlo un miliardo di volte!!!! È assurdo ma dopo tutto il male che mi ha fatto mi sento ancora innamorata di lui e non vedo la separazione come una liberazione, ma solo come una terapia chirurgica d’urgenza. Mi sono veramente abituata ad accontentarmi di briciole di amore. Devo trovare il coraggio. Un altro Natale che arriva ed è sempre la stessa storia, una “nebbia mortale”, come qualcuno di voi l’ha definita, avvolge tutto… Non riesce a gioire di niente!!!! Credo che mio marito abbia paura del dolore come della felicità, distrugge tutti i momenti belli o le conquiste fatte ad es. con le terapie di coppia, e pur trovando nel momento giovamento, poi non vuole veramente impegnarsi per un cambiamento reale. Ancora non ho capito bene questo punto.. È possibile che abbia paura della gioia?
Aiuto!!! Non ho il coraggio di fare questo passo!!!!
Bianca
Bisogna riflettere molto bene su quella parte del presente articolo – nonche su diversi commenti che ne parlano – sul VAMPIRO INTERIORE quindi di quel fattore inconsapevole, incompreso e negativo che tiene legati ad un vampiro esteriore – naturalmente si tratta di figure simboliche, ma che hanno una loro sostanziale realta psichica in ciascuna persona. Il vampiro interiore gioca qualunque scherzo, specialmente producendo letgami allucinanti disgustosi e ignobili che permettono ad altri di manipolarci e tormentarci in ogni modo, ma questo succede perche questo vampiro interiore non e conosciuto, analizzato, compreso. Per liberarsi dal vampiro esteriore , l univa via sta nella comprensione di quell interiore, tutto il resto lascia il tempo che trova.
Ora comincio a capire. E’ vero come ho letto da qualche parte che l’inconscio ha i suoi tempi per assorbire e metabolizzare ciò che ascoltiamo dirci dagli altri, o leggiamo. Ecco perchè è passato tanto tempo, si vede che solo ora sono pronta per conoscere la verità su me stessa. Ho fatto psicoterapia per due anni in due momenti diversi della mia vita, ma solo ora, inaspettatamente ho aperto finalmente gli occhi sulla mia parte di responsabilità nella mia storia. Ho avuto bisogno di un netto distacco da lui. Pur non essendoci separati ho sentito il bisogno di troncare relazioni sociali di coppia, relazione sessuale con lui. Ho appena cominciato, e l’altro ieri sono tornata dalla mia terapeuta per fare un altro pezzetto del mio viaggio interiore alla scoperta delle mie zone d’ombra, del mio vampiro interiore. Ho sempre rifiutato questo discorso, sempre sentendomi buona e scaricando tutte le colpe su mio marito. Con la terapeuta ho capito che in un certo senso ho cercato anche io, restandoci poi tanti anni, una persona che fa cose così tremende, eclatanti. Mi faceva in un certo senso comodo perchè mi ha tenuto al riparo dal prendere in esame la mia parte di male che è dentro di me. Ho sempre negato con decisione tutto questo, quello che faceva mio marito era talmente mostruoso e aberrante che io in confronto ero un agnellino. Invece anche io mi sono comportata come una strega. Avrei potuto comportarmi diversamente con lui, contenere la sua parte negativa e rimandarla al mittente con un sano distacco e invece perchè non l’ho fatto? perchè non ne sono stata capace, perchè anche io come lui ho il TERRORE della mia parte negativa, tanto da negarla. E sono rimasta amplificando il mio ruolo di colei che perdona, perchè questo mi ha fatto sentire superiore e giudicante.
Rimanendo attaccata a lui ribellandomi con una rabbia furiosa ai suoi soprusi e trascuratezze non ho saputo chiedergli in modo sano ed equilibrato cosa fosse importante per me, non ho saputo manifestare i miei bisogni in modo equilibrato, ho solo alimentato un discorso perverso per cui se io sto con te e sopporto sono degna di amore.
In seduta ho sentito tutta la sofferenza nel prendere atto di questa situazione, e la terapeuta mi ha rassicurata, so che mi sosterrà teneramente e non mi farò male, anzi, mi sento già più libera.
Ora se devo essere sincera sto riflettendo su tutta la portata della storia con mio marito. Riconosco che aveva ragione su molti fronti. Ho molto esasperato certe sue reazioni. Ho letto la pagina su questo sito relativa al vittimismo patologico e un po’ mi ci riconosco. Ho avuto bisogno di sentirlo come un mostro, e ho danneggiato così anche lui. Non so che piega prenderà la mia vita. Ero già in contatto con il mio avvocato per separarmi. Ora per il momento mi fermo perchè ho pensato che il discorso non è più “ti mando via di casa perchè sei cattivo”. Ora voglio raggiungere una separazione psicologica da lui, in modo tale da poter dire in una situazione di libertà interiore (che adesso non ho in quanto invischiata) “non voglio più questa vita con te” oppure ” vale la pena se lo vorremo entrambi, riscrivere questa nostra storia”. Sento un immenso bisogno di pace e di bene, e un desiderio di alzare il mio sguardo verso l’alto.
Grazie a tutti per i vostri preziosi contributi. Grazie dott. Brunelli per avermi spiegato cos’è il vampiro interiore. Leggendo le sue spiegazioni sul narcisismo andavo sempre a cercare le informazioni sulle caratteristiche del vampiro, per dirmi “si, è vero, anche lui è così, anche lui fa queste cose!”, tralasciando tutto il resto. Bene, un passo avanti verso la consapevolezza.
Dott. Brunelli come si forma una personalità narcisistica, quali errori commettono i genitori nell’educare ed allevare un figlio che una volta adulto sviluppa un disturbo così grave? Se ho inteso bene il ruolo della madre è fondamentale nella formazione di questo disturbo. Potrebbe delucidarmi grazie.
Questo è un argomento che merita un articolo specifico. Comunque, qualora un genitore si ponga quesiti come il suo, ne deriva che è molto improbabile che abbia una responsabilità psicopatologica di tipo narcisistico nei confronti del figlio. Tutti i genitori non sono perfetti, e possono avere più o meno problemi di diversa natura. Nel bene e nel male i figli ne ricevono un’influenza. E’ giusto interrogarsi al riguardo, e talvolta è consiglibile un’attenta analisi psicoterapeutica. Ma non bisogna cadere nel ‘senso di colpa’, in quanto a volte è proprio questo che dispiace ai figli e si proietta inconsciamente in qualche forma su di loro. Un caro saluto. Dr. Brunelli
Molto spesso, quando il genitore, in modo particolare la madre ma anche l’ambiente a lei circostante, o chi ne fa le veci, non riconosce il figlio per ciò che egli realmente è come individuo a sè stante e non è capace di offrirgli quindi un adeguato rispecchiamento associato ad amorevole conforto, Quando non gli permette di esprimere liberamente i suoi bisogni sia fisici che emotivi – ad es., la paura, la tristezza, l’odio, l’amore, la rabbia, la gioia – che di curiosità (cioè l’aspetto cognitivo dello sviluppo) che richiederebbero una soddisfazione o almeno un giusto riconoscimento e risposta, affinché il bambino possa sentirsi degno di esistere e di esprimersi per ciò che è e sente di essere, con i suoi limiti senza essere ad es, per questi deriso oppure sottoposto a richieste di prestazioni non alla sua portata a causa dell’immaturità . Ovvero, potremmo meglio dire, quando non gli viene” permesso” di esprimersi in modo autentico, radicandosi così all’interno della prima importante relazione duale in una autenticità che egli senta meritevole di riconoscimento e di rispetto in primis verso se stesso poi crescendo verso gli altri (autostima). Allora, in estrema sintesi, quando certe cose necessarie ad un sano sviluppo psicoemotivo dell’infante non avvengono o avvengono in modo erroneo (per eccesso di frustrazioni o per distorsione delle cure primarie) si possono porre per lo sviluppo di un disturbo narcisistico. Soprattutto se non intervengono poi, altri fattori correttivi che restituiscano al bambino il senso di essere degno di esistere e di essere nel mondo e di essere amato, potendosi così, attraverso meccanismi di riconoscimento materni, egli stesso amarsi e diventare quindi, in grado di amare il suo prossimo a cui riconosce pari dignità. Naturalmente, qui, ho fatto uno schema estremamente sintetico di meccanismi molto particolari e che in ogni singola coppia madre – bambino, sono specifici, come lo è la storia che li riguarda. Va anche detto che se inizialmente il riconoscimento e rispecchiamento del bambino deve essere totale e di un certo tipo, poi pian piano, deve essere introdotta qualche molto oculata frustrazione, associata alla comprensione del bisogno che sta esprimendo, affinché egli si riconosca come altro dalla madre e dall’ambente. Inoltre, a causa di particolari problemi personali e non certamente con l’intento volontario di far de male al bambino, non tutte le madri riescono in questo compito di rispecchiare il figlio per ciò che è ma ciò non conduce necessariamente ad un narcisismo patologico di tipo maligno, quanto spesso ad altri disturbi della sfera narcisistica. Sarebbe comunque molto utile però, che quando una madre capisce di non comprendere realmente le espressioni del bambino e che non riesce a rispondergli adeguatamente, prima di cadere ad es. per questo nello sconforto e nella depressione o in sensi di colpa che insieme alla tristezza farebbero solo star peggio sia lei che il piccolo, chiedesse un aiuto psicologico che la supporti nella genitorialità. Così come sarebbe ancora meglio, farlo in un’ottica preventiva come genitori o quando si decide di diventarlo..
Dottore vorrei chiedere che differenza esiste fra narcisismo ipervigile e narcisismo comunemente detto patologico?
Noi dobbiamo considerare le etichette psichiatriche come delle classificazioniattendibili e comprovate, ma comunque come delle classificazione, quindi un punto di vista generale che raccoglie insiemi di sintomi, condotte e comportamenti, inquadrandoli in una cornice. Poi però dobbiamo considerare le situazioni caso per caso, nella loro estrema soggettività. Ad esempio se si ha competenza di critica d’arte io e lei possuiamo capirci se parlaiamo di Picasso, o ancora più specificamente del ‘periodo blu di Picasso’ (ad es.)., ma se invece vogliamo parlare e riflettere su un certo preciso quadro di Picasso che in quanto tale può essere enormemente differente da tutti i suoi altri, lei comprendechedobbiamo esaminare quale quadro lì, altrimenti è come se non stessimo parlando di nulla, se non di un’appartenenza a un gruppo ad una categoria. Certo ciò comunque ci aiuta a comprendere, ma c’è anche il rischio che ci porti fuori strada nel senso che poi finiamo con il dimenticarci della specificità e del sensodi quel quadro specifico. Alklora voglio dire che ogni forma di narcisismo è diversa da un’altra, seppure può essere riportata a comportamenti generali. Se vogliamo curare, curarci, comprendere qualcosa che serve alla nostra vita non possiamo fermarci alle categorie generali, bisogna fare un’analisi del proprio specifico caso, ed evitare di comprendere le cose solo attraverso classificazioni generali. Detto ciò per narcisismo ipervigile si può intendere che la persona è quanto mai attenta, in modo più o meno espresso o nascosto, che non venga ferita la propria immagine. Ciò può avere risvolti francamente paranoidei, per cui la persona sospetta perfino che si trami alle sue spalle e che in qualche modo più o meno sottile non la si degni del rispetto dovuto. In tal modo può difendersi aggressivamente, in modo querulomane o vittyimista, può fingersi indifferente per poi rimugiunare, portare rancore con l’deazione di un piano punitivo, ecc. Però si può entrare in uno stato del genere in circostanze particolari, distress interno o effettivamente situazionali, per cui si tratta di uno stato transitorio non afferibile ad un vero e proprio disturbo di personalità, o caratteriale. La maggiore o minore patologicità del narcisismo, che, per la verità esiste un po’ in tutti, è data, a mio avviso dal suo grado di ‘subdolità’, se mi si consente questa parola inventata. Si tratta di persone che in una relazione amorosa, pur di trarre vantaggi di qualsiasi natura, riescono a fingere in modo convinto, egosintonico, sentendosi in diritto di farlo. E non si tratta di sfruttatori o sfruttarici, ma di veri e propri psicotici della sfera amorosa che inconsciamente considerano l’attaccamento amoroso come una possibilità di trarre energie, incuranti di ‘succhiarle’ a spese di un altro. In tal senso adopero la metafora figurativa del vampiro del quale esistono migliaia di leggende e versioni in ogni parte del mondo, eche in termini ‘etnopsichiatrici’ possono essere riportati alle inummerevoli (infinite varianti) di narcisista patologico, iperviguile, borderline, maligno, psicotico, psicopatico, ecc. ecc. Allora ciascuno ha la sua storia, ciascuno può essere stato ‘morso’ in un certo modo, e se ciò è avvenuto non è solo perché si è stati vittima, ma perché dentro ciascun essere umano c’è in potenza l’archetipo di un vampiro… un vampiro interiore che si rende complice di un vampiro esteriore… ma è il primo che ci tradisce, che apre inconsciamente le porte alla seduzione del vampiro esteriore, che ci costringe a stare nel suo gioco.. questo vampiro interiore si annida in una ‘ferita narcisistica’ del ‘vampirizzato’, ed è questo che bisogna analizzare, comprendere, e ricondurre ad una dimensione tollerabile… ma ciò è spiegato nell’articolo… MI RACCOMANDO SONO METAFORE TERAPEUTICHE PER CAPIRE , NESSUNO SI CREDA CHE I VAMPIRI ESISTANO DAVVERO, OVVIAMENTE SONO FIGURE LEGGENDARIE CHE PERO’ CI AIUTANO A COMPRENDERE FENOMENI PSICOPATOLOGICI DELLA PSICHE E DELLA RELAZIONE AFFETTIVA.
Conclusioni conferenza di Pier Pietro Brunelli. TRAUMA da NARCISISMO … si tratta di una conferenza di diversi anni fa. Le informazioni e le immagini hanno un senso psicosimbolico, non vanno assolutamente interpretate in modo realistico o in riferimento a persone e a situazioni reali. Si tratta di concezioni e metafore diagnostico-terapeutiche riferibili al mondo inconscio.
https://www.youtube.com/watch?v=hKDkl6dKOzI&feature=c4-overview&list=UUOKA9oVLnWDo9eQ2SWHOIIw
Sono sposata da 18 anni con un manipolatore, vampiro affettivo, narcisista patologico, boh! Una diagnosi scritta non ce l’ho, ma ormai circa due mesi fa si è composto nella mia esperienza l’ultimo tassello del puzzle che rischiava di farmi impazzire. Ormai ho capito tutto, ci ho messo tanto tempo, ma una cosa positiva c’è: non è riuscito ad annientarmi, non ha distrutto la mia autostima, perchè non l’ho messa nelle sue mani. La fede in Dio mi ha dato coscienza della mia unicità e preziosità, la vita è bella!!!! Ci sono tante cose belle, persone di valore da conoscere e frequentare, anche se spesso mi sono sentita imprigionata in una spirale di infelicità. Ora che ho scoperto definitivamente i suoi giochi e mi sto progressivamente distaccando emotivamente da lui, devo capire come uscirne veramente, perchè lui minaccia da sempre il divorzio senza alla fine fare niente di concreto.
E pensare ai miei figli, a riscattarli dalle conseguenze di aver vissuto con una coppia di genitori di questo tipo…
Auguri a tutti
Cara Francesca, credo una settimana anche se dentro di te potrà sembrarti moltissimo tempo, per le sofferenze che provi, sia poco tempo per poter vedere e sentire dei cambiamenti effettivi nella tua situazione. Tuttavia, il tuo atto, è segno che in te vive un grande coraggio, altri menti non proveresti, probabilmente, una serie di sintomi come la tachicardia, l’ insonnia, il panico, che possono essere visti anche come segnali di un organismo che è in” attenzione” – un pò esagerata – perché consapevole di dover affrontare una grande battaglia, quella cioè di stare all’erta per un pò per la propria “sopravvivenza”, metaforicamente parlando, tenendosi a distanza dai pericoli che percepisce ed anche per rilevare i segnali che provengono invece dal’interno, sostenendone allo stesso tempo il gran peso..Fino al momento in cui riuscendo a differenziare questi segnali e ponendo tutta l’attenzione che meritano a quelli che provengono dal tuo interno, dalla tua interiorità nella quale, qualche problema latente ma preesistente, forse legato alla tua evoluzione personale, ti ha condotto a questa situazione. Situazione che percepisci giustamente per ora, come una trappola, sentirai che in essi, vi è invece una grande energia emotiva da poter impiegare o re impiegare finalmente a tuo vantaggio, facendo ciò attraverso l’aiuto di un appropriato supporto psicologico che possa sostenerti nel compiere questi passi, considerando che quello che hai fatto è già importantissimo e meritevole ma forse, l’aiuto più importante, ti serve per affrontare per ora, un “civile confronto” con te stessa, con quel qualcosa che creandoti disagio dall’interno, ti può portare a cadere facilmente in “trappole esterne”. Credo che solo dopo, potrai considerare adeguatamente, al di là del tuo comprensibile desiderio immediato, se con l’altra persona in questione, sia realmente possibile ed auspicabile, fare altrettanto e riuscire a mantenere, eventualmente quando ti senti meglio ed anche in base i comportamenti dell’altro, in ogni caso dei buoni rapporti.
Un abbraccio e tantissimi auguri per questa dura battaglia affinché sia il tuo primo passo verso una nuova libertà personale.
…e di nuovo sintomi come la tachicardia, l0insonnia, crisi di pianto mi fanno sprofondare in uno stato che mi spaventa e che non riesco più a sostenere.
ciao a tutt* voi, ecco io sono andata via da casa sua da una settimana ma abbiamo continuato a sentirci per telefono, ho cercato di essere distaccata per difendermi e per cercare di accettare senza troppi traumi e ripensamenti questo distacco, dopo le sue ultime denigrazioni ed ennesime umiliazioni, dopo che pochi giorni prima mi aveva chiesto in lacrime di restare con lui…abbiamo continuato a sentirci e cercando di mantenere la calma e la gentilezza nonostante le sue umiliazioni che non potevo neanche dirgli di avermi detto, sperando che lui non inveisse contro di me e invece lo ha fatto, ha cominciato ad insultarmi senza motivo. Gli ho chiesto che problemi aveva con me e a quel punto ha alzato ulteriormente i toni senza argomentare ma solo parolacce e chiudendo il telefono con bestemmie e un secco vaff… Ho aspettato che richiamasse sperando che chiedesse scusa, ho cercato di non ascoltare la mia rabbia che mi spingeva a richiamarlo sapendo che avrebbe rialzato i toni insultandomi e ribaltando su di me anche questo suo comportamento, come tutti gli altri; insomma nessun comportamento, anche il piu delicato per cercare di non soffrire e di recuperare il rapporto o chiudere senza dolore sembra sia possibile. Ora mi ritrovo ad aspettare che mi chiami sperando che si renda conto ma non lo farà e se lo chiamo io so già che mi aspetta al varco per massacrarmi, ma è difficile trattenere la rabbia e il risentimento e accettare che non sia possibile un confronto civile e pacifico. Vedere che questa persona goda nel farmi del male è la cosa più difficile da accettare, non ho potuto neanche dirgli che mi sono allontanata perchè lui mi ha detto che stare senza di me per lui è la stessa cosa anzi sta meglio, che io sono il problema di tutto, che sono una donna che non vale niente (ovviamente tutto condito da termini molto piu offensivi) perchè se oso dirgli che il motivo è questo nega e dice che sono pazza….allora alla fine è vero è per questo che mi sono allontanata, per difendermi…ma poi non so difendermi invece e alla fine ancora aspetto la normalità e quindi cosa voglio? Come mi muovo sbaglio e faccio sempre il suo gioco. Come comportarmi allora adesso, come non cadere nella tentazione di cercare di parlarci nella speranza che si renda conto? Questo mi rimane estremamente difficile se non impossibile perchè è vero che da un punto di vista razionale è tutto chiaro, la fuga è la piu sana ed auspicabile scelta, ma l’emotività, il sentimento, quello che ho condiviso nei momenti di tenerezza (o ho vissuto e pensato fosse condiviso) mi manca. E’ un momento questo che non so gestire come non ho saputo gestire in passato con conseguenze sempre devastanti per me. Vorrei uscire da questa trappola ma non so come…Ho chiamato i centri antiviolenza, sperando che mi accolgano perchè da sola non ce la faccio ma alla fine è dentro di me che deve cambiare qualcosa, sono io che devo emanciparmi da questo attaccamento, ma come? Non ci riesco….
Per uscire da questa trappola il primo passo efficae è soltanto uno: capire che l’unico, assoluto, iequivocabile responsabile che ci ha fatto cacciare nella trappola siamo noi stessi. Tuttavia è vero che la trappola può averla messa un altro. Ma non è vero che oltre a mettere la trappola ci ha costretti ad entrarci dentro. Dunque la forza che ci ha fatto cadere nella trappola è qualcosa dentro di noi che non conosciamo, ma chedipende da noi. Se noi capiamo veramente questo, e facciamo un esame di coscienza, possibilmente terapeuticamente assistito per conoscere questa forza negativa dentro di noi, allora questa stessa forza potà trasformarsi ed aiutarci a uscirne fuori. Ma fino a quando pensiamo che l’altro non solo ha messo la trappola, ma ci ha anche spinti dentro, non avremo risorse per tirarci veramente fuori. Tu PUOI uscirene perché TU ci sei potuta entrare, perciò devi scoprire come governare dalla tua parte il TUO POTERE.
Grazie a tutt* per avermi risposto….non ha funzionato quello che ho tentato di fare per ascoltarmi o vedere se a distanza le cose potessero cambiare perchè forse questa distanza non c’è e non dipende dallo spazio, anche se al livello emotivo di reciproco sentimento e di comprensione la distanza è di anni luce. In poche parole mi sono rivolta a un centro e ho avuto un colloquio con una psicologa e nonostante tanta sofferenza mi sono sentita meno sola e con un briciolo di speranza in piu, e appena sono uscita lui mi ha chiamata per vederci; non sono riuscita a dire no e in poche parole ieri sono stata tutto il giorno in pronto soccorso. Vorrei solo rispondere a una osservazione del Dott.Brunelli, che trovo giusta ma dove vorrei precisare che io non intendevo dire che lui mi ha messo in una trappola ma che io mi sento in trappola, la relazione la sento come una trappola dalla quale non so uscire perchè paralizzata dalla mia dipendenza affettiva probabilmente e dall’incapacità di accettare che il vissuto a cui ho dato valore,importanza,in cui credevo di condividere amore e dove lui mostrava tenerezza, premura etc siano una maschera o funzionali a qualcosa che poi, se mi ricoinvolgo, se ci credono,si trasformano in qualcosa di distruttivo….lui il rapporto lo vuole distruggere, i momenti belli il giorno dopo deve trovare il modo di cancellarli, reciderli come dice lui..il sadismo con cui mi tratta quando mi ha messo ko, l’infierire..sono cose che non capisco, che non accetto. Non ho paura di affrontare un vissuto o una parte che si attiva e che si allea con questi aspetti malvagi, anzi vorrei tanto scoprirli, scovarli e neutralizzare questo aspetto autodistruttivo, ma è l’accettazione che l’amore non possa curare, migliorare, salvare le situazioni che mi angoscia….che l’amore non possa vincere e prevalere e fare in modo che anche queste problematiche si superino, che un vissuto di amore venga cancellato o che a questo non si dia il giusto valore che ha. Un caloroso saluto a tutt*
Conclusioni conferenza di Pier Pietro Brunelli. TRAUMA da NARCISISMO … si tratta di una conferenza di diversi anni fa. Le informazioni e le immagini hanno un senso psicosimbolico, non vanno assolutamente interpretate in modo realistico o in riferimento a persone e a situazioni reali. Si tratta di concezioni e metafore diagnostico-terapeutiche riferibili al mondo inconscio.
https://www.youtube.com/watch?v=hKDkl6dKOzI&feature=c4-overview&list=UUOKA9oVLnWDo9eQ2SWHOIIw
Non bisogna più sentirsi, staccarsi completamente, riappropriarsi di se stessi attraverso la lontananza. frequenta i tuoi amici, le persone che ti vogliono bene, cerca di stare bene e di circondarti di cose belle… apoco a poco si riesce e poi si conoscono altre persone non più malate e che ci fanno stare bene! a me è successo e sta succedendo così anche se spesso ripenso a questo amore che nel mio caso è durato quasi 10 anni! auguri e credici fino in fondo. Fatto questo bisogna poi lavorare su se stessi per capire cosa ci spinge in quelle dimensioni dell’essere… un abbraccio!
Cara Francesca,
non sono forse io la persona più titolata a dare consigli in questa situazione, ma vorrei raccontarti che cosa è successo a me e come sto affrontando la situazione.
Quelle del Dott. Brunelli non sono soltanto parole SANTE, ma rappresentano il vero punto di partenza per uscire dalla nebbia. Devi cercare dentro te stessa il meccanismo che ha innescato questa relazione, quel meccanismo è dentro di te, esattamente come il “salvavita” che ti ha fatta andare via da lui.
Hai già compiuto un grande passo, quello di staccarti da qualcosa di negativo, e questo è un grande risultato. E’ però vero che l’ansia o il panico da abbandono, l’incertezza circa il nostro futuro senza di lui, è un fattore deviante, che ci fa credere di non essere capaci di andare oltre. Ma puoi davvero credere seriamente che cambierà? Tu cerchi risposte alle tue domande con la tua mente, che non è la sua e non ci è umanamente possibile ragionare con la sua mente: credo sia sbagliato aspettarsi qualcosa da lui, devi aspettare qualcosa da te stessa.
La scorsa settimana, dopo la mia seduta con la mia terapeuta, sono tornata a casa ed ho fatto una cosa che può apparire stupida: mi sono messa una mano sul cuore ed il battito che ho sentito mi ha fatta scoppiare in lacrime. Ho maltrattato così tanto il mio cuore da non sentirlo più… Riscoprire quel battito mi ha dato vita, mi ha ricordato che ci sono pure io in questo mondo. Da quel battito è nata la voglia ulteriore di conoscermi ancora più a fondo, di capire anche nel mio caso che cosa abbia innescato la trappola. Credo, ma ci sto ancora ragionando, che sia stata la lusinga di “essere amate”: sono stata talmente abituata a dare amore agli altri, da dimenticare di dare amore a me stessa. E quel vuoto lo ricercavo in maniera talmente ossessiva, lo volevo a tutti i costi vivere su di me imponendolo agli altri, ignorando che “gli altri” sono persone e possono liberamente decidere se ricambiare o meno. E’ una loro scelta, ma non è possibile che l’amore “di e per noi” ci venga dagli altri, dobbiamo trovarlo prima di tutto in noi stesse.
Io credo che i momenti di tenerezza di cui parli rappresentino di fatto questa illusione: colmare il vuoto che hai creato dentro te stessa prendendo amore dagli altri. Ma… non credo sia la strada giusta: quell’amore ci viene soltanto da noi stesse. Solo quando impareremo ad amarci e ad ascoltarci realmente, solo quando capiremo che bisogna più spesso mettersi la mano sul cuore, senza pensare di codificare i sentimenti con la sola nostra mente, solo allora protremo pensare di cominciare a vivere un rapporto di reciprocità autentico, equilibrato e completo. Quello che stai vivendo è qualcosa di infetto, so che fa male dirlo, ma è marcio, ti fa del male. Perchè ti stai facendo del male? Perchè rimpiangi questo male? Perchè vuoi ancora questo male per te? Trova la via di accesso ai tuoi veri sentimenti, quella via c’è, ma devi approfittare di questo allontamento e trovare qualcuno che ti aiuti ad individuarla. Si può uscire dall’inferno, passo dopo passo, ritrovando se’ stesse, si diviene più forti e consapevoli dell’amore incondizionato che dobbiamo a noi.
Coraggio!
Un caro saluto.
Ciao Francesca, anch’io sono contenta che tu ci sia! Ho letto le risposte dedicate a te del Dott. Brunelli, Elisa, Francescagr e Serena. Mi ha fatto piacere. Tutte persone che ti pensano e anch’io insieme a loro. Hai fatto dei bei tira e molla, non c’è che dire! E quanta energia impiegata! Sei una persona forte! Voglio dire, con tanta energia…e si vide subito dai tuoi primi post. Rinnovo la mia fiducia in te come fatto tempo fa! Mi ha molto colpito quanto ti ha detto il Dott. Brunelli:” TU PUOI uscirne perché TU ci sei potuta entrare”. Quella energia è solo la tua e questo è il TUO POTERE. E’ dentro di te. Il tuo corpo sta male perché ti segnala sempre di più di invertire la rotta e tornare a riprendere il possesso della tua nave. E ci vuole tutta la forza accumulata dalla paura di andare contro gli scogli! Ci vuole un progetto per fare questo. Va bene scrivere qui, ma occorre qualcosa di più per non sentirsi soli nella lotta interiore anche quando si è soli, con qualcuno che mai e poi mai potrà obbligarti a fare quello che non vuoi fare, ma che ti accompagna intimamente passo a passo in ogni tua libera scelta.
Un fortissimo abbraccio
Sisi
Conclusioni conferenza di Pier Pietro Brunelli. TRAUMA da NARCISISMO … si tratta di una conferenza di diversi anni fa. Le informazioni e le immagini hanno un senso psicosimbolico, non vanno assolutamente interpretate in modo realistico o in riferimento a persone e a situazioni reali. Si tratta di concezioni e metafore diagnostico-terapeutiche riferibili al mondo inconscio.
https://www.youtube.com/watch?v=hKDkl6dKOzI&feature=c4-overview&list=UUOKA9oVLnWDo9eQ2SWHOIIw
Cara Serena, entrambe le tue testimonianze sono moto toccanti e “forti” rispetto a ciò che devi aver vissuto ed attualmente vivi, in modo diverso, per uscire da una situazione dolorosa e distruttiva per te. Le tue parole credo siano utili a tutti/e noi come tu dici di sperare nella seconda testimonianza quindi, grazie a te. Anche per testimoniare che se ne può uscire, con il tempo, ,personalmente arricchiti, attraverso l’attraversamento di un cammino di conoscenza di sè.
Grazie Elisa, ti ringrazio per quanto hai scritto.
E’ vero, credo che una volta che si vive sulla propria pelle un’esperienza simile, che penso sia quella di tantissime altre persone che frequentano questo bellissimo blog, non ci si senta più gli stessi.
Per tantissime ragioni: perchè è proprio vero che se si vuole guarire bisogna con tanto coraggio ed umiltà cercare il proprio vampiro interiore. Posso solo sottolineare la correttezza dell’osservazione formulata dal dott. Brunelli sul punto, dicendo che nel mio caso il “mio vampiro interiore” ha richiamato poi l’attenzione dell’altro vampiro. Ma, al tempo, non ero consapevole della mia ferita narcisistitca, purtroppo: ora che la sto conoscendo, piano piano la sto curando. Una volta placata l’infezione è necessario arginare ciò che resta di essa. E per quanto sia faticoso, non mi stuferò mai di ripetere come sia bello prendersi finalmente cura di se’ stesse, imparare a conoscersi ed amarsi.
Mi rendo conto che la mia esperienza è sicuramente “meno grave” rispetto a quella di altre persone, che hanno magari vissuto un rapporto di lunga data, dove magari ci sono anche figli e tanti, tanti altri problemi. Nel male, sono stata fortunata, ma nel mio piccolo quello che ho vissuto è stato un dolore grandissimo, dal quale pensi che difficilmente potrai uscire, semplicemente perchè non capisci ne’ dove ti trovi ne’ che cosa ti sta succedendo. Ma è proprio in presenza di tale smarrimento che bisogna cercare la forza dentro di se’ per reagire, oltre all’umiltà di riconoscere i propri errori. Credo che una volta capito questo, siamo già sulla buona strada per guarire, semplicemente perchè iniziamo a vedere oltre la nebbia nella quale siamo precipitati. E… sì, si riesce anche ad accettare la triste realtà di essere state “usate” per soddisfare la “fame” di qualcun’altro. Credo che questa sensazione per me sia stata la più atroce: essere usata. Essere un semplice oggetto, non una persona. Essere negata in quanto persona è quanto di peggio mi sia mai capitato: come si può vivere accanto ad un uomo che “non ti vede e non ti sente”? Questa è la domanda che mi pongo ogni volta in cui disgraziatamente penso a lui. E allora capisco che Dio mi ha fatto un grande regalo togliendomelo di mezzo.
Vorrei però sottolineare come per me fosse stato determinante arrivare a voi e conoscere le dinamiche, tutte le dinamiche, che contraddistinguono queste persone ed i rapporti che pongono in essere: l’approccio “umano-scientifico” che qui si legge per me è stato il valore aggiunto per eccellenza, l’ingranaggio che mi ha fatto scattare il “salvavita”, dandomi tutte le risposte che cercavo. Perchè purtroppo molto spesso ciò che annienta è il fatto di non avere risposte dirette da parte di questi soggetti e vivere senza sapere non è vivere.
Per questo spero che possiate continuare a fornire contributi vitali in queste pagine.
Un caro saluto.
Serena
Certo, comprendo questa nota ma questo, personalmente, mi sembrava giustamente piuttosto ovvio da un punto di vista psicologico ed umano. Ma dato che potrebbe, forse, non esserlo nell’immediato della sofferenza che sembra provare, per Francesca, che da molto vive e racconta questa situazione personale drammatica e di crisi profonda e ripetuta, pensavo che per lei potesse essere molto utile parlarne invece proprio direttamente di queste diverse e differenziate possibilità elaborative/evolutive, nell’ambito d un percorso psicoterapeutico suo personale, con il massimo rispetto dei suoi personali ritmi. E’ ovviamente sempre meglio capire , utile e necessario, ai fini di una evoluzione personale ed umana ciò che si fraintende a causa di dolori magari profondi ed anche remoti che avvallano e/o predispongono verso quelli attuali e cercare di recuperare ogni aspetto relazionale interiorizzato ed interpersonale armonico nel presente.Ed è ovvio, ci mancherebbe, che sono sempre auspicabili per tutti, uomini e donne, separazioni umane e civili, anche con il ritrovamento a volte di un rispetto che la vita in comune aveva fatto talvolta venir meno, per motivi diversi e disparati; anche se ciò inizialmente potrebbe essere un pò difficoltoso, per alcuni, a causa di incomprensioni e rabbie accumulate. Solo che per per alcuni sembra poter essere più difficile anche solo fare i primi passi che consentano di intraprendere un adeguato, il più possibile risolutivo, cammino.
Certo, a volte io cerco anche solo di riportare in evidenza cose che possono essere ovvie, ma non sempre lo sono e vanno ribadite. Inoltre cerco di rispondere anche in generale , piuttosto che solo nel caso particolare, cosa che tu hai fatto molto bene. Il punto è che in questo articolo, in questo forum è come se tutti o molti si riconoscessero in un ‘brutto male’, ma a volte, forse spesso non è così. Può trattarsi di altri problemi, in qualche caso forse anche più gravi, ma in molti casi, assai meno, o comunque riportabili all’interno di una dinamicadi coppia disturbata, ove in qualche modo e in qualche misura ci si vampirizza un po’ da ambo le parti. Dunque, credo che il dibattito vada un po’ riorientato sul fatto che, seppure ci si riconosce nella trama fondamentale di questo articolo, sono opportune sempre analisi più approfondite e ponderate per capire se il proprio caso rientra veramente nelll’analisi espressa dall’articolo, oppure rientra parzialmente e in quali particolari modalità. Del resto per qualsiasi malattia di una certa importanza occorrono doagnosi più approfondite. Nel caso della psicoterapia la diagnosi, quanto più è precisa e personalizzata, tanto più costituisce essa stessa una terapia, o comunque una mappa per un efficace processo terapeutico. Va poi ogni tanto ricordato il valore della prevenzione e va incentivato l’avvicinamento alla psicoterapia – e a una democratizzazione anche in senso economico della psicoterapia – questione che in Italia è molto indietro anche per motivi culturali, di interessi economici, e non solo per questioni di crisi e mancanza di fondi. Grazie Elisa per la partecipazione.
Il dottore della vita.
Lui si definiva tale.
E’ la prima volta che racconto in pubblico la mia storia, una storia che purtroppo ha inciso dentro me stessa delle profonde ferite inferte da quell’uomo, in apparenza delicato, intelligente, positivo.
Solo dopo mesi di diagnosi sto cominciando a rimettermi in piedi, dopo un percorso ad ostacoli in cui ho dovuto sviscerare tanti ricordi, aneddoti, traumi del mio passato che mi stanno tuttavia portando ad essere una persona nuova e – spero – migliore.
Ho davanti a me ancora una lunghissima strada, ma non la temo, perché la forza che acquisisco giorno dopo giorno non è un’immagine, un’illusione: è vera e mi regala la vita.
Mi sento tuttavia in dovere verso chi, inconsapevolmente o meno, sta vivendo un rapporto con un soggetto di tal genere, poiché grazie alle vostre testimonianze ed agli scritti del Dott. Brunelli, ho trovato le risposte alle mie domande.
Ho conosciuto il mio “assassino”, che chiamerò X, dopo essere uscita da una convivenza durata sette anni con una persona a me molto cara, ma per la quale era finito il mio amore.
Per due anni, il mio narciso ha cercato di instaurare con me un rapporto che andasse oltre la semplice amicizia, ma, poiché non mi sentivo pronta, la mia risposta è sempre stata “no”.
Chi è lui? Lui è un uomo di 37 anni: manager di importanti multinazionali, uomo di mondo dalle mille esperienze, che cerca costantemente il vero amore e non lo trova mai. E’ un uomo che, nella fase della seduzione, si dimostra essere il perfetto principe azzurro, quello che ti ripete fino allo sfinimento che “Sei la cosa più bella che gli fosse mai capitata” o che “questo è il sentimento più forte che gli sia mai capitato e che spera di mantenerlo per sempre”, che soddisfa ogni tuo desiderio, finché non ottiene ciò che vuole. Ma è anche un uomo insoddisfatto del suo fisico, iperattento a tutto ciò che la sua partner dice e fa, che vede in ogni minima dissonanza verbale un segno di “contrarietà” diretta a lui. Quando è innamorato ascolta una particolare canzone “Chasing car” degli Snow patrol, perché anche lui “vuole specchiarsi negli occhi perfetti della sua donna”.
E’ un manager che non ha pietà dei suoi dipendenti: senza scrupoli, blocca loro gli stipendi, propone il licenziamento di coloro che possono apparentemente essere “pericolosi”; pretende che i vertici, i proprietari di queste importanti società, si fidino ciecamente di quanto lui propone. E se non si fidano, succede il finimondo. Non è capace di stare in una città per più di tre anni, dopo deve cambiare perché necessita di nuove esperienze. E’ un uomo che viaggia costantemente: ogni giorno un aereo od un treno da prendere, ogni giorno una città diversa, ogni giorno un ritmo di lavoro “umanamente insostenibile”.
E’ il paladino della sincerità: vuole e pretende sincerità in ogni situazione, peccato che poi lui sia uno tra i peggiori, se non il peggiore impostore che abbia mai conosciuto.
E’ un uomo che odia le donne, perché sostiene che gli hanno fatto del male: le considera seduttive e per questo malvage. Tuttavia, lui stesso provoca gli omosessuali: si diverte, dice, a prenderli in giro, perché lui – a differenza delle donne – attua un gioco privo di malignità. Sposa le cause socialmente più immorali e pretende che il suo interlocutore gli dia ragione.
E’ un uomo che cerca donne che abbiano determinati requisiti: che siano fedeli, carine, attente, premurose e di fascino. Aggiungo: che siano in carriera, solari, positive, forti.
E’ un uomo che non bada a spese per far colpo su una donna.
E’ un uomo che fa pochi complimenti alle donne, in quanto convinto che, una volta apertamente ammessa questa debolezza, la donna scapperà da lui, giocando con i suoi sentimenti.
E’ un uomo che desidera un figlio e che dalla partner “vuole tutto, anche se deve rinunciare a molto”.
E’ un uomo che di se’ parla poco: dice che la cosa che più gli piace è “sentirsi pieno”.
E’ un uomo che confonde la sua età e la sua vita con quella della partner.
E’ un uomo che quando fa all’amore con una donna deve pensare ad altro (a cosa non si sa), ma che, sessualmente, preferisce “essere violato”.
E’ un uomo moderno, che propone il sesso virtuale.
Ed è un maledetto, aggiungo io.
Dopo due anni di fitta corrispondenza con lui, in cui gli aspetti negativi della sua persona venivano costantemente ed astutamente occultati, è scattato l’innamoramento. Mi colpiva la sua delicata tenacia, il fatto di essere sempre presente per me in ogni situazione, anche se era distante chilometri. Mi conquistava con la sua gentilezza, la sua attenzione, le sue premure, le sue parole sempre impeccabili.
Mi conquistava e mi controllava: bombardamenti di telefonate, chat, richiesta di invio di foto in ogni posto in cui mi trovassi, spacciando tale subdola forma di controllo per premurosa attenzione alla mia persona.
Quando le cose hanno preso la naturale piega che dovevano prendere, è venuta alla luce la sua vera personalità.
E’ bastato un incontro da “persone innamorate” per cominciare a vedere l’altra metà della medaglia: tre giorni passati a Barcellona, nei quali mi sembrava di vivere un sogno, nei quali mi faceva sentire una principessa e poi… questo quadro immacolato si è sgretolato.
Una volta raggiunto l’oggetto da lui idealizzato, questo oggetto ha iniziato a vedere le prime incongruenze: X. si flagellava le mani, X. fumava spinelli, X., al momento di partire e dalla sera prima, era terribilmente in panico. Ecco, guardandolo, mi sono detta: sembra quasi che tema che il mio aereo abbia un incidente e che io muoia… teme di non vedermi più. Questo ho stupidamente pensato. In realtà erano i segnali di “quiete prima del combattimento”, come lui ha sarcasticamente scritto in un messaggio successivo. Ha quindi dato luogo, in mia presenza, al primo drastico cambiamento di umore: nell’ambito di una cena romantica, è bastata una parola “storta” seguita ad un mio regalo, per scatenare in lui una reazione aggressiva ed ingiustificata. Alla quale è seguito poi uno spinello e queste tre canzoni:
– Noemi, Vuoto a Perdere;
– Subsonica, Piccola Istrice;
– Modà, Vittima.
Lì per lì non ho fatto caso alle parole: solo successivamente, mettendo insieme i pezzi del puzzle, ho visto come lui, già la sera prima del mio rientro in Italia, avesse bene in testa quanto sarebbe successo poi. La prima canzone parla di lui, della seconda parla da solo il video, la terza parla della sua volontà di diventare il persecutore che “gode nel vedere persa la vittima”. Inutile dire come questa scoperta mia abbia lasciata attonita.
Ricordo ancora perfettamente il suo sguardo, il giorno in cui mi ha accompagnata in aeroporto al momento del mio imbarco: era uno sguardo cupo, torvo. Assisteva da lontano a tutte le operazioni, ma il suo capo era piegato, imbronciato.
Al mio rientro tutto è cambiato: non c’era più X. sensibile, ma un X. ibernato, assente, freddo, distaccato, che “non aveva molta voglia di parlare con me”. Alle mie insistenze, rispondeva dicendomi che “siamo andati troppo veloci e… sembra che tu non ti voglia svegliare da questo sogno”. Mi rimproverava di non capirlo mai veramente e che “il nostro incontro a Barcellona non era stato come realmente immaginava” (non è possibile sapere, però, che cosa immaginasse). Iniziava a divenire verbalmente offensivo. Il tutto, ovviamente, si svolgeva soltanto via comunicazione scritta, in quanto la modalità di comunicazione orale mi era ormai preclusa: un giorno il cellulare era scarico, un giorno lo aveva dimenticato, un altro giorno era in riunione… un mare di scuse per evitare ogni confronto.
In prossimità delle vacanze programmate in agosto, e considerata la situazione, gli ho pertanto comunicato la mia idea di disdire il tutto: dentro me stessa avevo iniziato lentamente a capire che il suo comportamento meschino ed ostile, iniziava a farmi dubitare delle mie sicurezze. Ma, sentita la minaccia, la sua manipolazione non è tardata a venire: “Voglio stare con te. Ma mi dispiace di non avere la sufficiente forza e coraggio per realizzare le tue aspettative”. Dunque, ero io la sbagliata, non lui… inutile dire che in agosto sono partita per questa nuova avventura in Toscana, se pur molto prevenuta. Mi era necessario capire che cosa stesse succedendo, vivevo in una situazione di totale confusione, in cui nulla mi appariva chiaro ed in cui sembravo io l’unica a sbagliare. la prepotente. E’ anche doveroso dire, che mai mi sarei aspettata di incontrare un narcisista perverso, perché nella mia beata ignoranza, al tempo non sapevo assolutamente nulla circa la pericolosità di tali personaggi.
In Toscana, ovviamente, è successo di tutto. X. continuava a bere incessantemente, guidava come un pazzo ai 250 km/h, dicendo che la velocità lo faceva sentire meravigliosamente bene, criticava qualsiasi cosa e chiunque (me per prima), alternava di continuo momenti di tranquillità-felicità-quiete a momenti di incomprensibile rabbia. Fumava. Si flagellava le mani. Restava chiuso in camera fino al primo pomeriggio. Ogni tanto era come se percepissi che non ci fosse con la testa, che fosse staccato dal proprio corpo.
La sera, a letto, disponeva con estrema cura cuscini lungo tutto il corpo per separarci, per dimostrarmi tutto il ribrezzo che provava per me.
Mi diceva che ero troppo magra, che il tono della mia voce era fastidioso, che ero ignorante, che ero un uomo vestito da donna. Faceva sfoggio di tutta la sua cultura “melting pop”, evitando accuratamente di calarsi in discussioni dove io mi sarei sentita avvantaggiata.
Mi provocava verbalmente ed anche con azioni sconsiderate: se eravamo al ristorante e sceglievo un vino od un tavolo che non era di suo gradimento, si assentava per ore lasciandomi nell’imbarazzo generale. Una sera, mentre rincasavamo all’albergo dopo un violento litigio, sulla strada ha visto un gatto e mi ha avvisata: “se non ci fossi tu l’avrei già investito”.
Subito dopo mi ha regalato una rosa.
In quei giorni ho accuratamente evitato ogni contatto fisico, proprio perché non avevo più idea di chi fosse la persona che era con me. Non mi fidavo, oltre al costante disagio di vivere una situazione irreale, provavo una strana sensazione di intorpidimento: il corpo e la mia testa erano “anestetizzati”, come se rispondessero a scoppio ritardato a tutte le sollecitazioni che provenivano da lui. Mi capitava di cadere di punto in bianco in sua presenza, questa è una cosa che rammento molto bene, perché non mi era mai successa. Credo che questo sia stato il mio inconscio meccanismo di difesa.
La sera successiva è stato il delirio: ad una mia domanda (l’unica che gli avessi fatto) su cosa si aspettasse da Barcellona è esploso in un colpo d’ira accecante, esagerato. Ho reagito sfidandolo, prendendo le chiavi della stanza e dicendogli che non avrei aperto la porta finché non mi avesse risposto: ho visto un animale, non un uomo… gli occhi iniettati di terrore, rabbia, odio. Di sangue. Urlava come se fosse posseduto. Sembrava preso dal panico più completo. Sembrava che vedesse una pressa venirgli incontro. In quell’istante ho avuto per la prima volta paura. Ho fatto cadere le chiavi. E’ uscito per tre ore guidando come un pazzo. Non so che abbia fatto. Ma poi è tornato.
Il giorno dopo era terribilmente calmo e finalmente mi ha parlato: “non sapeva quel che gli piaceva, ma sapeva quel che non gli piaceva ed io NON gli piacevo “, io ero “troppo indecisa”, “mi aveva idealizzata”, e lui… lui “si sentiva fuori dal suo corpo, come una persona che guarda dall’alto un corpo non suo”. Inoltre, dopo il nostro primo incontro a Barcellona, nel giro di 20 giorni, aveva conosciuto altre due ragazze a Parigi, “ma nulla di che”. Delle nostre conversazioni, del X. che c’era prima dei nostri incontri fisici, non ricordava più niente. Era come se non avesse mai conosciuto quel X.
I fatti della sera prima venivano esposti da lui in maniera assolutamente non veritiera, tant’è che mi sono chiesta “Ma mi sta prendendo in giro o cosa?”. Non accettava repliche, non potevo controbattere, perché se anche lo facevo, avevo un muro di silenzio davanti a me, ed un ghigno che trasmetteva un mix tra sordido piacere, sicurezza ed indifferenza.
In quei tre giorni trascorsi insieme avevo sempre la percezione di essere odiata, disprezzata, di dargli fastidio.
In quei giorni ho maturato anche un’altra allucinante consapevolezza: lui non vedeva il mio dolore. Non lo vedeva proprio, non era umano, anzi, avevo la percezione, per la prima volta, di stare con un “automa”, perché nemmeno un estraneo poteva rappresentare il senso di lui che dentro me si stava lentamente formando.
Non c’è stato un solo giorno in cui gli abbia sentito dire “scusami”, ma “lui era così, si amava così come era”, perché “le persone sono quello che sono”.
Ognuno ha preso la propria strada ovviamente, anche se per lui, dopo quanto successo, non era un problema continuare a frequentarsi, mantenere vivo il rapporto sottoforma di “amicizia”.
Abbiamo avuto degli scambi di opinione piuttosto forti tramite chat, nei quali, in un momento di mia riconquistata lucidità non ho potuto fare a meno di rappresentargli l’ipotesi che potesse avere un disturbo: mi sono sentita dire che “ero cattiva e l’aveva sempre pensato”. Solo il giorno prima sosteneva il contrario. Ha bloccato il mio profilo su facebook. E non ha più dato notizie di se’. E’ scappato come un coniglio, perché lo avevo conosciuto finalmente, ed essendo io il suo specchio, gli stavo riflettendo la sua vera immagine: quella di un mostro.
Da vittima, sono diventata persecutore: un persecutore temibile per la sua reputazione. Talmente temibile da dover cancellare ogni singola traccia del nostro perverso rapporto.
Solo in un’altra chat ho notato un cambiamento del suo stato che mi ha lasciata allibita: anziché lasciare la sua foto, ha preferito pubblicarsi con la “croce della vittoria” di un paese europeo, facilmente a significare la sua vittoria su di me.
Chi ero io? Io ero una donna di 35 anni, con una professione bene avviata ed una brillante carriera, indipendente, di buon aspetto. Interiormente ero una persona decisa, positiva, ottimista, sempre aperta al dialogo ed al confronto e molto attenta al rispetto per gli altri. Ero tuttavia una persona che non si ascoltava molto in profondità, che aveva vissuto la separazione dei suoi genitori non elaborando l’abbandono del proprio padre. Non elaboravo il mio dolore, ma trovavo sollievo a prendermi cura degli altri. Di tutti, fuorché di me.
Ringrazio il Cielo di essere restata lucida, obiettiva, di essere stata in grado di vedere le incongruenze di quest’uomo con occhi veri: amavo una finzione, perché lui non era una persona. Ma il virus, era stato iniettato, a mia insaputa. Mi ha battuta sul tempo, è vero: per rendermi conto della sua mostruosità ho dovuto provare con mano, perché fino ad allora non credevo, nella mia “positiva ingenuità”, che potesse esistere una malignità simile.
Tornata da questa esperienza, ho cominciato a sentirmi persa: incredulità, angoscia, ansia, paura di tutto e di tutti, perenne senso di stordimento e di nausea, attacchi di panico quando ero alla guida, disperazione, sensi di colpa verso me stessa, stanchezza fisica, psicologica, scarsissima, se non inesistente, concentrazione al lavoro. Al mattino, mi risultava difficile anche solo aprire gli occhi e respirare. Provavo ribrezzo per ciò che ero.
Sentivo dentro me la presenza perenne di un frullatore nello stomaco: una specie di moto costante di emozioni negative, che non riuscivo a fermare, decifrare ed a buttare fuori.
La consapevolezza di avere vissuto un qualcosa di aberrante, che aveva violato la mia integrità, il fatto di avere legittimato io stessa questa violazione con un comportamento accondiscendente era un rimorso che non mi dava tregua: perché è successo a me? Come ho fatto a permettere che succedesse? E che cosa avrei dovuto fare?
Avevo bisogno di capire, ma purtroppo tutte le mie domande in lui non trovavano mai risposta. Lui non rispondeva mai a quanto io gli chiedevo: ogni volta le sue parole, ambigue, subdole, manipolatorie, terminavano con i fatidici puntini puntini, con il preciso intento di farmi trovare da sola la risposta più opportuna. Quella risposta che poi, inevitabilmente, sarebbe stata controvertita.
Nonostante tutto ciò, arrivata al punto di non ritorno, ho preso lentamente in mano la situazione: mi sono rivolta alla mia psicologa, cercando di capire che cosa mi fosse successo. Analizzata questa storia, il quadro che ne è uscito è stato abbastanza chiaro. Per questa ragione sono arrivata a questo blog.
Ma soltanto ora trovo la forza adeguata per parlarne, perché sento che il peggio è stato superato: sono stata sfiorata dal male. Ma ho buttato fuori il suo veleno, ci sono riuscita.
Si dice che questo genere di violenza, perpetrata in modo subdolo, ai nostri danni, difficilmente possa trovare punizione in assenza di prove.
Io vorrei aggiungere una riflessione significativa: nonostante questi spavaldi “assassini dell’anima” adottino tutte le precauzioni del caso, per restare impuniti, le prove possono comunque essere trovate.
Dopo avere compreso i danni subiti, dopo avere compreso le mie vere “colpe”, non quelle suggerite da lui, ho trovato il coraggio e la lucidità, nelle scorse settimane, per rivolgermi ad un avvocato penalista, il quale, analizzando pagine e pagine di chat, di sms e di mail, ne ha individuato le conseguenze: il plagio e la stessa violenza psicologica. Il reato di violenza psicologica, consolidato poi dalla mia diagnosi, ha trovato la sua conferma.
Anche le lesioni, a seguito di ricerca, hanno trovato la propria legittimazione: fatidica è stata la foto scattata alla sua auto, con la targa in evidenza. Le rilevazioni fatte dagli autovelox hanno compiuto il resto: ed un’altra mia foto scattata mentre lui era alla guida a 250 km/h è stata la ciliegina sulla torta.
La prescrizione di questi reati, per la cui imputazione si procede anche d’ufficio, è di 10 anni: spero di ritrovare l’entusiasmo per compiere anche questo passo. Perché il mio narciso è ancora a piede libero. Impunito, per il momento, potrà uccidere le prossime vittime, ma la croce della vittoria che ha sostituito il suo profilo segna solo la vittoria di un round.
Si credeva potente, perfetto, astuto, infallibile: ma ha fallito proprio a causa dei suoi stessi eccessi. Ecco che cosa fa la tela di narciso.
Non è voglia di vendetta la mia, è l’unico mezzo a disposizione per fermare la sua follia, per fare in modo che le responsabilità delle sue condotte trovassero finalmente attuazione nella sua mente perversa. Del resto, la mia “rivincita” personale io la sto già realizzando, uscendo “fortificata” da questa storia, in cui qualcosa di buono per me c’è comunque stato.
Mi rimane un percorso lunghissimo da fare, ma grazie a Dio sono fuori dall’inferno in cui quest’uomo mi ha trascinata. Mi sentivo svuotata. Ora comincio a sentire il germoglio di una nuova vita: questo mi regala tanta, tanta fiducia.
A tutte e tutti coloro che si trovano a dover vivere la mia stessa esperienza posso solo dire di cercare di trovare dentro di se’ la propria forza, quella luce che dipana la via di salvezza dalla nebbia maligna che il narciso o la narcisa ci calano addosso. Credo che il dopo, se pur difficile da accettare, ci regali comunque una nuova vita: ed è un’occasione da cogliere per conoscere a fondo se’ stessi e chiarire aspetti sotterrati dalla nostra mente. Liberi da tutte le nostre insconsce paure.
A tutte e tutti coloro che hanno vissuto la mia stessa esperienza, rivolgo un sentito ringraziamento, per quanto hanno saputo trasmettermi con le loro parole: sapere di non essere soli è una meravigliosa consolazione.
Un grazie particolare va al Dott. Brunelli: grazie per essersi dedicato allo studio di queste persone. Oltre ad una dimensione scientifica, il Suo lavoro ha per me un inestimabile valore “umano”, quello della mia rinascita.
Con questa testimonianza, spero di poter dare il mio contributo alla presa di coscienza di coloro che sono i destinatari di questa malignità. Spero anche di poter fornire qualche elemento in più a coloro che studiano questi soggetti (perdonatemi, ma non li posso chiamare persone) poiché, se è vero che il loro modus operandi è più o meno sempre lo stesso, è anche vero che particolarità specifiche possono fare la differenza.
Grazie di cuore a tutti.
E’ veramente molto intenso e sentito quanto lei ha scritto. E’ importante provare a scrivere, mette in moto una forma di autoanalisi per portare alla coscienza emozioni e dinamiche incosce o difficilmente esprimibili. Quando la coscienza riesce ad elaborare un’esperienza negativa, allora è possibile una trasformazione e una liberazione. Tuttavia è fondamentale anche un’analisi della situazione incosncia, del mondo interiore, e per questo è determinante il dialogo con uno specialista, con qualcuno che abbia una conoscenza delle dinamiche inconsce: Una guarigione profonda e veramente trasformatrice ci farà comprendere senz’altro le negatività di una persona alla quale ci si è sottoposti per un innamoramento malato, ma ci farà comprendere anche i fattori inconsci che hanno predisposto a tale innamoramento, ciò che io chiamo metaforicamente ‘il vampiro interiore’. Solo quando si riuscirà a comprendere e ad elaborare il ‘vampro interiore’ inteso come ora ho appena detto, allora si potrà considerarsi veramentre all’ Alba di una nuova dimensione della vita e della possibilità di amare e di essere amati. Se invece l’analisi si ferma alla ‘demolizione’ dell’altro e alla sua svalutazione in quanto ‘vampiro esteriore’ (cosa che poi non è sempre vera, o potrebbe anche essere passeggera, o in misura e qualità differente) ci si ferma a metà strada, nel guado, e quindi non c’è una vera evoluzione. Bisogna invece – aprendosi al dialogo psicoterapeutico – arrivare a comprendere coscientemente in che misura, tipologia e qualità l’altro/a possa essere metaforicamente visto e giudicato come una sorta di ‘vampiro amoroso’, con il fine di smascherare ed elaborare il proprio ‘vampiro interiore’. Così dalla notte dell’anima verrà l’alba, e i vampiri ‘esteriori ed interiori’ voleranno via, e la vita si aprirà alla luce del nuovo giorno.
Ha sicuramente ragione Dott. Brunelli.
Io ero una donna che non si conosceva molto, anzi, potrei azzardare dicendo che non mi conoscevo affatto.
Scavando in profondità con la mia terapeuta, ho rilevato come io stessa non avessi sviluppato la capacità di ascoltare i miei sentimenti, ciò che il mio “corpo” aveva da comunicarmi.
Le vorrei soltanto dire come, conoscendo quest’uomo, il primo istinto che ho avuto sia stato molto chiaro: vedendo alcune sue foto ho provato una sensazione stranissima, l’idea di avere davanti non una, ma due persone. E questa sensazione era davvero inquietante, poiché mai mi era successo di avvertirla in passato.
Ma ho preferito non ascoltarmi, evidentemente perché non davo retta a me stessa. Non mi fidavo di me semplicemente perchè non mi conoscevo.
Moltissime volte mi sono chiesta quale sia stato il meccanismo perverso, l’ingranaggio che abbia consentito la mia “unione” ad un uomo simile: sto giungendo alla conclusione che, con molta probabilità, io stessa per taluni tratti sia stata “narcisista”.
La mia immagine, quella che la mia sola mente aveva costruito, di donna sicura, brillante, attraente, è stata ciò che ha calamitato quest’uomo. Quell’immagine l’avevo costruita nel tempo, con l’evidente scopo di “dimenticare” la mia sofferenza, l’abbandono di mio padre, genitore che io avevo “scelto”. Quella separazione per me aveva significato una sorta di tradimento, anche se ero adolescente, in ragione del quale tutte le mie sicurezze sono venute meno.
Quando due genitori decidono di non lasciarsi civilmente, i figli purtroppo vengono “messi in mezzo” ai giochi e ciò significa una sola cosa: chiedere loro di diventare i “genitori dei genitori”. Di essere giudici. Di avere delle responsabilità disumane.
Ma un figlio non può essere genitore, né tantomeno giudice. Un figlio ha bisogno di vivere la sua giusta età. Se ciò non accade, il figlio diventa adulto prima del tempo, perde la propria “fanciullezza”, la propria “innocenza” e la propria “spiritualità”, in quanto costretto ad entrare in un mondo che non gli appartiene: e purtroppo, una volta cresciuti, si sente che l’altro mondo, quello legittimo, è mancato.
Che cosa rappresentava per me quest’uomo? Me l’ha chiesto anche la mia terapeuta.
Credo che lui rappresentasse la libertà. Io volevo sentirmi libera, volevo uscire dagli schemi che mi ero imposta, perché non li sentivo più miei. Una volta raggiunta la mia maturità, le mie sicurezze (che ora posso dire, erano del tutto apparenti), volevo finalmente “vivere” a pieno recuperando quei dieci anni sottratti alla mia vita, contraddistinti da enormi sacrifici richiesti alla mia stessa persona.
Lavorare, studiare, pagare i debiti: ecco che cosa ho dovuto fare quando avevo vent’anni. Non permettermi nulla, un divertimento, un lusso, una vacanza con gli amici, ma trascorrere i sabati e le domeniche a studiare per finire in fretta l’università, non un minuto da concedermi per chiedermi come mi sentissi, perché se me lo fossi chiesta, penso che l’insoddisfazione avrebbe avuto il sopravvento.
Passare altri tre anni a lavorare gratuitamente per fare il tirocinio, negarsi tutto in nome di un sogno da realizzare: superare un esame di stato e diventare una brava professionista. E superato l’esame, coltivare l’ambizione di lavorare in proprio, ricominciando tutto daccapo: altri sacrifici, altre responsabilità.
Passare sempre oltre la mia persona per finire tutto al più presto e iniziare poi la mia vita: questo ho fatto.
Quando ho finalmente raggiunto la stabilità, la mia indipendenza, ho iniziato a coltivare il desiderio di conoscere quel mondo che non avevo mai conosciuto, un mondo che consideravo fermamente essere soltanto “positivo”: è stata la mia fiducia in questa utopia che mi ha nuovamente tradita. Avevo visto i segnali, ma non li volevo, per questo li ho cancellati: non volevo più problemi, volevo solo pensare alla mia libertà, alla mia felicità.
L’idea di conoscere una persona estremamente solare, mentalmente aperta, con esperienze diverse, ma anche simili alle mie, l’idea di crescere con questa un rapporto graduale, nel quale ci si fosse potuti conoscere prima con la mente, e poi con il corpo, era tutto ciò che cercavo al momento. Volevo sentirmi libera da vincoli ed aspettative, volevo semplicemente credere di avere trovato la giusta persona per me, perché questo lui mi ha fatto credere.
Dottore, non pensi, c’è davvero voluto moltissimo tempo prima che io decidessi di cedere alle avances di questo personaggio: avevo necessità di capire che persona fosse, ma nella fase embrionale del rapporto, non ci sono state incongruenze. Quelle sono giunte solo nella fase successiva, con la vicinanza fisica.
Io ringrazio solo il Cielo di essermi comunque fermata in tempo: quest’uomo, secondo il mio schema, doveva essere insieme a me il protagonista di un sogno, non di un incubo.
Tuttavia, ripeto, mi ha comunque battuta sul tempo: è entrato nei miei sentimenti, nei miei desideri, nella mia mente e nella mia vita proprio come, Lei ha detto, il cavallo di Troia. Poi ha distrutto tutto, ed avrebbe continuato se lo avessi lasciato fare.
Mi sono difesa come ho potuto, ma non è facile quando non conosci il tuo avversario. Non è facile quando vivi costantemente nella confusione innescata da menti perverse, il cui unico scopo è quello di annientare la tua anima con stratagemmi che una mente “normale” non può nemmeno immaginare.
Posso pensare un mare di cose negative di me, ma Le assicuro che non sarei mai in grado di fare un simile male a chi mi sta intorno, semplicemente perchè ho una coscienza. Ed è ovvio che non mi aspettassi, per questo motivo, che altri avessero potuto infierire così atrocemente su di me.
Se al termine di questa esperienza non mi fossi ascoltata, se non fossi andata dalla mia terapeuta, se non mi fossi informata, se non l’avessi letta, Dottor Brunelli, sono convinta che ora sarei davvero all’apice della disperazione.
Comprendere il suo male mi è stato d’aiuto: capire che lui aveva bisogno di me per sopravvivere è dura da accettare, ma si accetta, perché a modo mio, in maniera molto più innocente e genuina, pure io avevo bisogno di lui. Perché quando si instaura un rapporto d’amore, ci dovrebbe essere reciprocità. Ma ci deve essere anche rispetto: se questo manca e ci ostiniamo ad andare avanti, significa che non abbiamo rispetto per noi, prima di tutto. E questo non si può accettare.
E’ chiaro che per lui provo un’infinita pena, non ce la faccio a non provare tristezza quando penso alla sua anima imprigionata ai limiti della follia (Dottore, Le assicuro, anche se non sono una psicologa, dopo ciò che ho visto e vissuto, sono fermamente convinta che lui abbia ampiamente superaro la barriera della realtà e della normalità): provo immenso dolore per lui, che ancora mi cerca, ma non posso riaprirgli la porta. Non lo posso proprio fare, non ho intenzione di essere uccisa di nuovo.
Ho vissuto l’inferno, ma sa una cosa Dottore? X non è riuscito a distruggere i miei sogni, la mia fiducia, la mia positività. Anzi, paradossalmente li ha resi a me più conoscibili.
Ma non posso dirgli grazie, non posso cancellare la violenza ed i soprusi che mostruosamente ha agito sulla mia persona: queste sono cicatrici che porterò sempre con me, saranno il “memento” scolpito nella storia della mia vita, quella vita che mi sto accingendo a vivere. Ma saranno anche il “memento” rivolto a chi decide di restare in vita e a chi, invece, decide di morire.
Spero solo che la mia esperienza possa in qualche modo aiutare le altre persone che leggono e leggeranno il Suo blog. Come Lei ci insegna, solo cercando dentro di noi il nostro vampiro possiamo finalmente partire per una nuova avventura.
Guardare dentro di noi è un lavoro veramente difficile, perché a volte difficile è capire ciò che noi stessi ci siamo fatti, oltre a ciò che altri ci hanno fatto. Ma vale la pena di trovare il coraggio.
Mi piace pensare che quando si prende in mano la propria vita ci troviamo sopra la punta di un iceberg: l’iceberg è tuttavia una montagna di ghiaccio. Prima o poi questo ghiaccio è destinato a sciogliersi e allora, una volta scesi dal monte, siamo pronti per proseguire il nostro cammino.
Grazie mille Dott. Brunelli.
Grazie di cuore.
@Francesca.
Cara Francesca, la persona con la quale hai vissuto questi ultimi due anni , è una persona distruttiva da quel che descrivi ed hai descritto più volte e che ti ha portata ad agire e, cosa ancor più grave, a cercare di sentire te stessa come “colpevolmente” – in senso lato , descrittivo non perché tu lo sia, eventualmente, si può parlare di responsabilità – autodistruttiva in modo a lui però funzionale, anziché eventualmente finalizzato a riconoscere le possibili parti tue da integrare in modo a te utile e benefico. Purtroppo, non esiste un modo di lasciare, un pò paradossalmente, persone che ci hanno fatto e ci fanno del male in modo indolore. Perché il loro squilibrio crea una sorta di forzato adattamento lasciando il quale ci si può sentire inizialmente ancora più apparentemente, instabili. E’ un processo a sua volta doloroso, per evitare il quale a volte, ci mettiamo alcune di noi, il classico “prosciutto sugli occhi” rispetto al male presente nella relazione per cercare di vederne invece, soltanto il bene, che poi in fondo tanto bene non è ma è solo un modo per rientrare da parte di certe persone in certe fasi, così come con certe minacce in modo solo apparentemente diverso, nelle “nostre grazie” in un processo relazionale senza fine fino a quando non trovano di meglio da spremere su cui spostarsi ed ottenere ciò di cui hanno bisogno o desiderano. Nel frattempo, colpevolizzano, esprimono belle parole verso dii te, minacciano, ti esprimono tenerezza e ti picchiano sia realmente che metaforicamente; mentre tu cerchi di adattare la tua mente ed anima a loro ed alle loro richieste ed esigenze, come purtroppo ti è accaduto. Ma così facendo incorri in pericolosi processi e momenti di scissione che ti possono togliere forza per lasciarlo, anche mentre tenti di attaccarti alle sue immagini di bontà e meraviglie, tralasciando il resto. Non guardare alle meraviglie che potrai trovare in modo equilibrato in un rapporto sano, ma ai problemi ed alla paura con i e la quale non è giusto, per te stessa, tu debba convivere ogni giorno. Come ti abbiamo già detto in passato e come ti ha detto il dottor Pietro, a chiare lettere, fai due cose, le uniche:” Scappa via da lui” cioè lascialo senza “voltarti indietro” ma poiché sarai portata quasi inevitabilmente, in certi momenti a farlo, mentre lo lasci, fatti assolutamente aiutare e vedrai che ce la puoi fare bene e che sicuramente, ritroverai parti nascoste di te stessa piene di risorse utili per te stessa e per riconoscere poi, l’amore vero quando lo incontrerai, insieme a quello fondamentale, per te stessa. Non devi cambiare te stessa, in un rapporto privo di reciprocità, dove invece ci si può venire “reciprocamente incontro” per l’altro.puoi invece far qualcosa per te stessa, per stare meglio- Sei una persona sensibile ed intelligente, vedrai che con un sostegno adeguato, sicuramente, ce la puoi fare.
Un abbraccio
Molto chiaro e ben scritto in senso psicologico ed umano. Va però aggiunto che a volte ci possono essere forti crisi e malintesi che rischiano di far giudicare l’altro in modo errato, laddove magari le cose si potrebbero aggiustare, o anche solo potrebbero essere affrontate in modo diverso senza abbandoni distruttivi, senzza rabbie e umiliazioni troppo forti, senza dover scappare e non potersi voltare indietro. Che diamine! Un sostegno terapeutico può non solo aiutare a scappare e anon voltarsi indietro, ma se arriva in tempo può portare a chiarimenti, o anche solo ad umanizzare una separazioni, a trasforamare una fine in una crescita, a mantenere perfino stima e affetto. L’amore genera miracoli, tutto può cambiare, e migliorare , ma bisogna evitare che i processi distruttivi si protraggano e prendano il sopravvento. Anche per questo è importante la psicoterapia e altre forme di terpia, consulto ed esperienza che curano l’amore, nella prevenzione, nei suoi deragliamenti, nelle sue crisi, ed anche nel suo separarsi, senza odio, nel rispetto del dolore, nel più umano dei modi possibile, affinché resti sempre un sentiero di speranza, una via dell’amore che viene e che va.
Grazie Dott. Brunelli per avere precisato che la psicoterapia può aiutare ad arginare le forze distruttive della negatività, fino al punto di riuscire a sostenere e rinforzare l’umanità anche nelle separazioni più dolorose, tipiche delle relazioni estremamente disturbate.
Un abbraccio
Sisi
Un caro saluto, e come sempre grazie per la sua collaborativa e preziosa partecipazione.
Salve, ho letto la sua risposta dott.Brunelli e quella di Elisa. Sento che le vostre parole sono giuste, ho provato a metterle in pratica anche se ancora non ho iniziato la psicoterapia. Ho provato ad eludere la fine di questo rapporto perchè ho sempre sperato che le cose potessero cambiare, perchè nella stessa persona ho visto gli occhi lucidi quando dopo liti furiose e dopo che faticosamente mi rialzavo, dopo aver visto la morte in faccia mentre lui infieriva senza pietà con insulti, minacce, betemmie, istigazioni al suicidio e denigrazioni che se dovessi riascoltare non potrei credere di aver accettato immobile sperando e aspettando solo che si placasse e che non mi si avventasse contro mentre digrignava i denti e schiumava dalla rabbia….tachicardia, notti insonni, paura, terrore…poi il giorno dopo un timido tentativo di porre fine a questo, in punta di piedi e con molto dolore, e vedo lui piangere e dirmi di non lasciarlo, e rivedo e rivivo quella tenerezza che mi lega nuovamente a lui, gli occhi inniettati di sangue dopo esprimono dolcezza, ed io rimango appesa a quella speranza che prenda coscienza, che prevalga quella parte buona su quella che vuole distruggere me, il rapporto e qualsiasi forma d’amore e di tenerezza. E appena mi fermo e resto ricomincia una lenta e inesorabile ri-caduta verso l’abisso; rimontano pian piano atteggiamenti sprezzanti, poi indifferenza, sdegno, fino alla denigrazione e se reagisco minacce e botte(non lo faccio piu ormai, sono costretta ad annullarmi per evitare che mi urli e mi lanci accuse e offese taglienti fino alle mani addosso). E poi se si arriva a questo è sempre colpa mia. E non c’è memoria di quei momenti, da parte sua, dei momenti in cui mi ha detto resta, stai con me, le cose si risolvono. Passa del tempo e mentre cerco faticosamente di vivere una normalità, in bilico perenne tra le sue oscillazioni, prima o poi, anche se sto in silenzio, ingoio rospi, piango in silenzio per il disprezzo che esprime (ed è sbagliato e non so perchè se non perchè legata ai rari momenti dove sembra che ci sia amore reciproco)…ho reagito un mese fa dopo l’ennesima denigrazione e ho alzato la voce anche lui dopo avermi offesa e offesa e umiliata…ancorame lo rinfaccia…ho osato reagire, mentre le sue reazioni violente e terrorizzanti che sminuisce e nega sono giustificate tutte perchè causate da me. RIpeto da due anni questo dolore, e mi sento impotente di fronte a me stessa. Ho provato a evitare abbandoni e rotture dolorose, gli ho proposto tante volte di farci aiutare da qualcuno “Vacci tu, sei tu il problema” mi risponde sprezzante. Non è possibile e vorrei chiudere senza dolore o non chiudere affatto e migliorare le cose, ma vedo che non è possibile; qualsiasi cosa mi dice anche nei suoi momenti buoni viene cancellata come un’impronta sulla sabbia e negata…non ti ho mai detto resta con me, non ti ho mai detto che voglio risolvere le cose che non vanno, non ho mai detto che ti amo, sei tu il problema e per me se ci sei o non ci sei è la stessa cosa. E magari quella volta che mi ha detto resta, le cose cambieranno ero un pò piu in forze per ceracare di uscire, dopo la violenza subita i giorni precedenti. Poi ci ricasco come una stupida e invece non era vero niente e non c’è memoria di niente, e tutto ciò a cui ho dato valore e in cui ho creduto era solo un’illusione e a lui in quel momento, anche se è brutto dirlo, serviva, non so a cosa. Ora mi sono allontanata, tre mesi fa ha perso la nonna e gli sono stata vicino, in quel momento mi ha chiesto anche perdono per la sua mancanza di sensibilità…poi dopo neanche una settimana mi ha detto che io non gli servivo a un caz….mi allontano, mi richiama perchè dice che ho capito male e di nuovo momenti splendidi, poi passano altri giorni e gli va di nuovo stretta la relazione e ricomincia con le denigrazioni, regisco, liti, mani addosso, minacce…e ennesimi micro episodi quotidiani di questo tipo. Ieri nella stessa giornata mi dice di portare tutte le sue cose da lui e la sera mi fa un discorso opposto dove vuoe specificare che con o senza me a lui non cambia la vita, anzi sta bene e meglio da solo…gli trovo una chiamata a una donna che frequentava di nascosto tempo fa, nega e mi aggredisce. Ora sono andata via e sento che bene o male tutt* dite che questo si può superare, si può capire, accettare e ci si puo ritrovare….io queste parole le sento lontane, irragiungibili…la mia vitalità, la mia gioia di vivere non esiste piu, e questo già da due anni ormai, ho perso il lavoro, gli amici, i contatti con i familiari…tutto, e me stessa, e ho paura, perchè sento questo legame così forte, perchè purtroppo do troppo valore a questo rapporto e a quello in cui ho creduto o voluto credere in quei momenti in cui era “accessibile” al dialogo, in cui mostrava una tenerezza infinita…mi sconvolge tutto questo perchè non ho mai avuto una relazione con una persona così scissa, così incapace di trattenere e dare valore ai momenti importanti e così priva del senso di sè, del male che può fare, del cinismo e della brutalità che ha nell’infierire specialmente quando mi vede in difficoltà e spaventata. Mi sento traumatizzata, ora so che vuol dire e cosa vuole dire il dott.Brunelli quando parla di trauma; non so spiegarvi in che condizioni fisiche e psicologiche mi trovo, e ho trovato non so come la forza di scrivere…ma sento una paralisi interiore, la depressione che sta prendendo il sopravvento, crisi di pianto e davanti alle cose che mi accadono sono come imbambolata, inebetita…io non so se ce la farò, se ricadrò, se tornerò ad essere la francesca che ero o magari meglio…non so piu niente, ma vi ringrazio di esserci.
…Salve, sono ancora qui a distanza di mesi a tormentarmi e a tormentarvi…la mia storia l’ho raccontata e non ho la forza di riparlarne di nuovo, sono compeletamente svuotata, annientata..al momento vorrei chiudere, forse, anche se ho già tentato ma poi torno sui miei passi, subendo le angherie e i tormenti di una mente che sembra godere nel vedermi tornare perchè dipendente e senza forze senza di lui; mi tornano in mente i momenti in cui era dolce affettuoso premuroso, un angelo, per poi trasformarsi repentinamente e senza un motivo oggettivo in una specie di mostruosità offensivo, distruttivo, malvagio e senza scrupoli, capace di incolparmi di qualsiasi cosa e delle medesime cose che faceva lui nel momento stesso in cui le stava facendo, negando e umiliandomi in ogni forma, continuando a urlare quando a terra quasi svenuta lo supplicavo di smettere…e vederlo poi piangere il giorno dopo quando gli dicevo che andavo via come lui stesso mi aveva detto urlando e minacciandomi. Sì un volto d’angelo che in quel momento mi intenerisce e mi fa venir voglia di proteggerlo e poi a distanza di ore si trasforma e vorrebbe vedermi sparire, mi provoca, mi umilia e infierisce se mi vede distrutta, e guai se gli dico che mi sta ferendo, che mi fa male, diventa una belva incontrollata e capace di qualsiasi cosa, lui stesso ha detto che potrebbe essere capace di tutto….e con la stessa persona ho condiviso momenti intensi e romantici,sguardi, attenzioni, tenerezze. Sono due anni però che va avanti questa storia e io mi sto ammalando sul serio, ho visto la morte in faccia piu di una volta, ho cercato di cambiare, di tollerare, di sopportare, mi sono messa in discussione e ho cercato di persuaderlo a fare lo stesso, ma lui non concepisce neanche lontanamente di poter sbagliare, di essere eccessivo, violento, malvagio…e GUAI, GUAI se provi ad accennare ad un suo comportamento eccessivo e aggressivo. Sto male ma sono consapevole che le cose non cambieranno, e che devo uscirne anche se invece vorrei soltanto che prevalesse la parte “buona” su quella brutale e senza scrupoli. Ma dopo piu di due anni di bugie tradimenti,maltrattamenti alternati a grandiosi slanci di tenerezza e premura, dopo piu di due anni penso che non potrà cambiare nulla. Ora devo capire come chiudere senza soffrire ancora perchè non ce la faccio piu, mi sembra che il mio cuore non regga piu (mai ho avuto tachicardie e attacchi di panico come in questi ultimi due anni) e senza ripensamenti, senza che lui rivomiti addosso a me la sua rabbia e senza che io una volta chiusa questa storia distruttiva stia male nel ripensare ai momenti belli, al fatto che si renda conto e che cambi. Aiutatemi a capire come gestire questa separazione senza che lui la usi come arma per ferirmi ulteriormente e senza che io rimanga attaccata ai momenti che ho vissuto a cui ho dato valore, importanza, significato e speranza. Grazie
Oh mio Dio! Benedette donne! Ma ci vogliamo rendere conto che questi uomini immaturi e disturbati non si possono sopportare in alcun modo. Terapia chiara e tonda? Eccola: “Fuggire a gambe levate senza voltarsi indietro”. Ma siccome è difficile e fa molto soffrire, allora un po’ di psicoterapia! Questa è la cosa più sensata da fare in questi casi. Un caro saluto dal Dr. Brunelli
Giustissimo dr Brunelli! Grazie per la sua competenza, lucidità e compassione.
Caro dott.Brunelli non ho mai smesso di seguirla,sono andata in terapia come da lei consigliatomi e la sto ancora seguendo. Il mio terapista mi ha detto che stranamente e forse no,ragiono come un uomo,ho un forte senso del dovere che antepongo alle mie primarie necessità. Sono la seconda di tre figlie,la prima di salute cagionevole,ipocondriaca?,la terza, bella, femminile,la cocca di mamma,famiglia borghese, io un maschiaccio forte,necessariamente invulnerabile,perchè così dovevo essere. Sante donne dice lei ,lo dico anche io! Possibile che siamo prese solo dai sentimenti,dall amore romantico che altera la realtà? Amo ancora mio marito che in verità non mi ha mai amata,ma sento che devo fare altre cose,stabilizzare i mie figli,rendere questa casa serena, non distruggere ma continuare a costruire,costruire unione tra i mie figli,non fargli sentire la famiglia spezzata,scendere a compromessi,un pò falsi ,con le mie cognate ,per un spezzargli legami,chissà un domani il bene se c è uscirà. Sono forte perchè voglio essere forte e perchè sono madre, cercare di riunirli ad un padre che tale non è mai stato e che forse e dico forse si sta accorgendo che oltre ai soldi e all immagine se non ci sono gli affetti la vita non ha molto senso. Io non ritornerò indietro,a dispetto di come va il mondo,un uomo ricco non si lascia,ma cercerò di riunire i figli ad un padre. Lui mi chiede,ma tu ci sarai? no io non ci sarò! Con il cuore lo amo, ma con il cervello lo disprezzo, non sarebbe vita.Faccio piccole cose,cucino 2 ore alla settimana per i bisognosi,ancora non riesco a guardarli,nasco borghese,non me lo hanno insegnato,ma so che voglio sentirmi utile per i miei figli ,per me e per il prossimo sennò che senso avrebbe la vita? voglio andare avanti e dare di più,solo così mi sento concreta. Grazie ,la seguirò sempre come un faro che indica la via. A presto Lulù
Grazie Francesca di esserci anche tu!
Sisi
Buon giorno a tutti quelli che come me stanno camminando verso la luce. Sono qui, ancora una volta, a portare la mia testimonianza e la mia speranza. Nel mio caso il corpo non ha mentito. Durante la mia storia col vampiro il mio corpo mi ha dapprima sussurrato la sua sofferenza per poi arrivare ad urlarmela, a sbattermela in faccia con la malattia conclamata. Dicevo spesso al vampiro:” Mi stai facendo impazzire le cellule!” senza sapere che il cancro già mi stava scavando nelle mie parti più femminili. La mia femminilità umiliata, derisa, uccisa, pietrificata. Poi gli attacchi di panico, la tachicardia, il senso di soffocamento, le coliche, il reflusso, le febbricole. Ero quasi morta e non potevo permettermi di morire in quanto mamma di due piccoli avuti dal mostro. Poi, entrai in quello studio… Al di là della scrivania sedeva una donna accogliente, empatica, meravigliosa. Cominciò così un viaggio assieme a lei nel mio inferno, un viaggio doloroso e irripetibile che dura tutt’ora. Un viaggio, il nostro, alla ricerca di qualcosa che brilla ancora tra le macerie della mia anima devastata. Perché ve lo dico: una volta da me intrapresa la psicoterapia, il mostro ha rincarato la dose di cattiverie e umiliazioni, non sopportava che io cominciassi a sottrarmi ai soprusi, alle dinamiche di potere, alle bugie, ai ricatti, ai ragionamenti dai quali non puoi che uscire COLPEVOLE. Ecco, io so, che lui mi vorrebbe morta, anche adesso che non stiamo più insieme… io ho scoperchiato il vaso di Pandora, io ho smesso di essere il suo specchio di perfezione e megalomania. Ancora adesso, a distanza di 2 anni dalla fine e nonostante lui abbia una nuova compagna, subisco, di tanto in tanto, le sue violenze psicologiche, ma posso farcela, possiamo farcela! Rido di nascosto dei suoi teatrini con la nuova vittima inconsapevole e so che ho ancora tanta strada da percorrere per ricominciare a credere all’amore vero!! Grazie dott. Brunelli per la sua preziosa attività. Un caro abbraccio a tutti.
salve .. ho apprezzato moltissimo questo articolo! non amo etichettare e non ho i requisiti per farlo ma piano piano passando da alessitimia a vampirismo e narcismo patologico mi sono fatta un’idea della persona alla quale dedico un po troppo tempo, quasi tutto.
so che la cosa piu giusta che posso fare per me stessa è andarmene da lui, scappare di corsa e coccolarmi un po ma non ci riesco/non voglio farlo/vorrei aiutarlo.
con il passare del tempo (3 anni ed ho 25 anni, lui 28) quando mi rendevo conto delle cose assurde che mi circondavano, non ho potuto fare a meno di renderlo partecipe di quello di cui mi accorgevo ( una volta riuscita a mettere in ordine qualche consapevolezza). lui con il passare del tempo credo che stia tentando di fare qualcosa per se stesso e per intrapredere un cammino di luce.. tutto cio crede che sia possibile? puo mai guarire una persona cosi? o lo sto idealizzando ancora?
grazie di tutto..ripeto il suo articolo è molto prezioso!
Tutti dobbiamo augurarci che il nostro peggior nemico possa fare un cammino di luce, è bene per tutti, e anche per quelli che sono stati feriti. Ma perché una persona che si è comportata male possa fare un cammino di luce deve prima uscire dall’inferno e passare per il purgatorio. Intendo dire che deve provare cosa vuol dire star male, subirlo, essere sull’orlo della distruzione, così come ha provocato negli altri. Poi, allora, quando avrà compreso, avrà espiato, si sarà pentito, allora potrà trovare una luce nella sua anima che lo salverà. Io credo che quando Gesù sulla croce ha detto: “Perdona loro , perché non sanno quello che fanno”, non voleva intendere che il Dio Padre non doveva fargli sapere loro del male compiuto. Le scritture indicano come Dio punisce gli empi, ma anche come sia sempre disposto alla misericordia e al perdono quando questi hanno capito le loro colpe. Ciò corrisponde, nell’interpretazione junghiana, ad un senso morale dell’inconscio con il quale bisogna fare i conti, altrimenti ci si disumanizza e si finisce sempre di più nell’ombra infernale della follia. Chi non si redime, chi non capisce di aver fatto del male egoistico, distruttivo, crudele al suo prossimo – anche attraverso la ‘violenza’ psichica sui sentimenti e sulla dignità di un partner – prima o poi la pagherà, a causa di se stesso, del suo stesso inconscio, e se poi capirà, si dispiacerà, allora potrà riconcilairsi nel perdono. Allora sentirà il bisogno di chiedere scusa. Allora sarà perdonato, anche solo da se stesso, dal suo inconscio.
Va poi detto che, sebbene si sia trascinati dai sentimenti e si venga indotti nel giudicare un ‘partner negativo’ come cattivo, odioso, manipolatore, ecc. bisogna ricordarsi che alla base di queste modalità, soprattutto quando sono subdole ed eccessive, vi sono delle disfunzioni del soggetto in questione nella sfera affettiva e delle relazioni in particolare. Ciò tuttavia non lo scagiona dalle sue responsabilità umane, infatti non è giusto far soffrire altri al fine di dare sfogo alle proprie problematiche psicologiche. Intando dire che, comunque sia, in certi casi piuttostio che considerare l’altro come malvagio o cattivo, e provare quindi sentimenti di vendetta o rancore, è più corretto considerarlo entro una dimensione psicologica disturbata e disturbante, da comprendere anche con l’aiuto di uno specialista.
Va poi ancora detto che non sempre l’amore fa soffrire per ragioni patologiche o inerenti l’egoismo e la distruttività, bisogna quindi sempre approfondire bene il proprio vissuto e le ragioni e i sentimenti del partner, ed è perciò ingiusto, in ogni caso giudicarlo, etichettarlo, condannarlo senza prima un ‘giusto processo’, cioè un’analisi approfondita della relazione, ed anche quindi delle proprie responsabilità conscie e inconsce.
In merito a questo dottore vorrei chiederle che cosa fare nel caso in cui
” il nostro peggior nemico” continui il suo delirio, anche se non è più nelle vostre vite. Io per esempio per molto tempo mi sono sentita in dovere di avvisare le altre persone a cui si era nuovamente aggrappato creandosi una bolla di menzogne intorno perchè essendo molto abile nel manipolare, molte non erano riuscite a vedere la verità
Il bene vuole la creazione, il male vuole la distruzione. Perciò se ci si lascia andare a voler distruggere il male, si fa il suo gioco. Per sconfiggere il male bisogna che ci si impegni verso il bene e verso l’amore. Così il male non avrà altra possibilità che distruggersi da solo. Questo vale particolarmente nella sofferenza amorosa. E’ fondamentale costruire la propria nuova casa con le pietre che il male ci ha gettato contro, e non perdere tempo a cercare di ritirargliele indietro. La vera rivalsa sta nel ritornare nel bene, alla faccia del male, e anzi nel trasformarlo in un’esperienza di crescita per il proprio bene e di tutti quelli che amano il bene e chi lo vuole fare e sentire, mettendoci coraggio, anima e amore.
Non può essere che un vampiro narcisista trovi la sua preda ideale in una alessitimica? Non esiste forse una sorta di attrazione fatale fra queste due personalità alterate? E ancora, che dire della correlazione genetica fra genitori e figli alessitimici? Una recente tesi di laurea (“Qualità della vita e alessitimia nel trattamento con antidepressivi” di Chiara Costantini – 2011-12 Univ.Studi Insubria) cita dei lavori (ancora limitati di numero) che avvalorano l’ipotesi di una trasmissione genetica. Forse è per questo che l’alessitima sembra spesso un problema di così difficile risoluzione?
Niente di piu errato e pericoloso sono le etichette psichiatriche fai da te con le relative correlazioni che se ne traggono. Quantunque possano anche calzare a pennello è come confondere la cornice di un quadro con il dipinto, oppure come parlare di un Picasso, correttamente, ma senza aver esaminato quel quadro di Picasso preciso (cioà il nostro e altrui quadro specifico e soggettivo) – a quel punto ne potrà venire fuori anche una bella tesi di laurea ma mai si dovrebbe commettere l errore di considerare classificazioni e strumenti conoscitivi come se fossero la cosa stessa da classificare e da conoscere nella sua soggettività unica e irripetibile, perciò occorre un’analisi specifica di ogni singolo caso.
Dalla Puglia con amore e tanta stima
un sentito GRAZIE per tutti i suoi preziosi consigli.
Ne ho fatto subito tesoro.
Lei non ha la più pallida idea da quale macigno mi ha
liberata!
E’ incredibile come fino a pochi giorni fa lo amavo e lo temevo. Ora lo vedo come un povero disgraziato.
In bocca al lupo per la sua professione, Le auguro
ogni bene, lo merita.
Grazie, cerchi di credere nell’Amore vero, e di fare lo sforzo di volontà per aspettarlo e cercarlo, verrà.
“Cosi scopri chi sei ,e sii ciò che sei , decidi ciò che viene prima , e scegli di farlo .Scopri i tuoi punti di forza : usali e dai loro spazio Impara a non competere con glia altri , perchè nessuno è in gara con te . Allora avrai imparato ad accettare la tua unicità, Imparato a definire le priorità e prendere decisioni .Imparato a convivere con i tuoi limiti . Imparato a darti rispetto che ti è dovuto . E avrai una vita più entusiaamante più vitale ” (S.Littleword)
… ho aperto con questa mio ritorno con una bellissima citazione di questo (o forse questa ) scrittore (o scrittrice ) pubblicitario degli anni 70 .
A volte basta imbattersi in qualche frase o leggere qualcosa che ti cattura e sembra di trovare uno stimolo in più per affrontare nel modo migliore (non so se giusto) le fasi che la nostra vita ci fa vivere .
Quindi perchè non provare a scoprire chi siamo prima di farci intrappolare da chiunque pretenda di impedire questo ditritto , e perchè non decidere NOI cosa viene prima , senza che nessun altro ci rubi il diritto a farlo! In nostri punti-forza non vanno dimenticati ma usati. Siamo unici , in grado di definire priorità. Imparando a vivere con i nostri limiti , viviam senza ansie o paure del giudizio altrui , Il rispetto è dovuto a tutti e quindi anche a noi stessi .Entusiamo e vitalità !
Sono tornata dopo avere fatto qualche raro intervento qui . E rileggendoli ho ritrovato lo sconforto che provavo . Orgoglisa , ora , di aver fatto un percorso duro ma , se mi guard0 indietro , non posso che rivedermi come ero allora , piccola , intimidita ,schiacciata da mille paura e quindi facile vittima di parassiti umani avidi di energia altrui . Con non poca fatica ho ingoiato per anni umiliazioni , sempre bene dribblate , ma portandomi addosso quotidianamente e ovunque una sensazione di negatività che respiravo con l’uomo che pensavo fosse l’uomo giusto per concepire mia figlia . Quell’uomo , consapevole o no , mi ha letterlamente uccisa dentro facendomi a volte riuscire a vedere la relatà con i suoi occhi . Occhi spenti , carichi di rancore , incapace di autocritica , incapace di successi , incapace di relazionarsi con chiunque , ma vestito di esasperante e ostentata apparenza .Un involucro curatissimo ma vuoto .Per liberarmi di lui prima ho sconfitto tutte le mie assurde paure , fino a quando ho intravisto in quello che sembrava l’insuperabile scoglio della separazione , una grande opportunità . Ho attraversato i gelidi corridoi dei Tribunali , frastornata da avvocati e da parole , mentre di fronte a me si rivelava la vera essenza del mio ex … rabbioso , altezzoso e arrogante , ha rivelato tutto il suo “dichiarato amore ” che fino a pochi giorni prima dell’udienza, ha tentato di usare per farmi ritirare tutto . Questo amore qui è uscito con un ruggito impietoso , perchè ora sconfitto, doveva difendere il suo unico vero valore : il denaro . Ho agito senza pretese , con calma e sicurezza, solo nel nome di un sacrosanto diritto di una figlia , unica vera vittima di questa farsa trascinata troppo a lungo . Per lei e in lei ho trovato la forza ma anche la calma che ti da la speranza . In silenzio ho cercato il nostro nido , in silenzio ho pianto per tutto questo tempo buttato via e per lei .Ma poi qualcuno mi ha detto : concediti un quarto d’ora al giorno di autocommiserazione poi agisci . Ho concentrato le forze nel mio lavoro che deve e dovrà crescere . Ho evitato colpi improvvisi e bassi da colui che ancora “mi ospitava” ben coalizzato con madre e sorella : tutti contro . Mi ha tenuto salda una costante attività sportiva e il lavoro che non poteva concedermi il lusso di depressioni . Ho difeso il mio equilibrio e ho dato , dove ho potuto equilibrio anche in casa per arginare il danno a mia figlia . Una mattina di questo settembre la ditta di traslochi è arrivata . Come un uragano, ha caricato tutti gli scatoloni che , con non poca malinconia , avevo preparato con pazienza e tra l’indifferenza totale di lui . Forse questo mi ha fatto molto male , perchè comunque un amore puà finire , ma il bene fra due persone no , La stima dovrebbe esserci sempre ; non me l’ha concessa ostentando quella pungente indifferenza , quasi a dimostrarmi che la nostra convivenza di ben quattordici anni , fosse stata cancellata in un istante . Cosi chiudo alle spalle un tempo e in questo tempo un uomo :un passato finito . Apro la porta di questa casa della quale mi sono innamorata , la quale rappresentta un ulteriore sacrifico economico in affitto utenze etc.
Ma dal primo giorno in cui mi ci sono addormentata e dalla prima mattina in cui mi ci sono svegliata ogni cosa ai miei occhi è diventata una gradevole percezione , Apprezzo la musica della radio che accendo appena entro , apprezzo tenerla pulita , apprezzo la fatica di avere tutto addosso . Esco la mattina ed il mondo mi sorride . Ho stima ed affetti dmostrati (da sempre ) Per tutto questo ho capito che sono unica , ho imparato a rispettarmi , che la fatica non conta , che momenti di difficoltà arriveranno , ma la vita da quel mattino di settembre ha un sapore nuovo , diverso , umano . Io sono in pace , finalmente , con me stessa , mi piaccio, mi gratifico e sono orgolgiosa per quello che ho fatto : ho salvato mia figlia ho salvato me stessa . Con lei vivo un’intimità inaspettata e lei sorride molto di più . Non ho paura del futuro , anche in mezzo a mille difficoltà , difenderò la mia vita . E abbraccio con entusiasmo tutto quello che verrà , perchè il peggio l’ho vissuto e di peggio non ce n’è. Rinascere è un dovere , superate ogni paura , credetemi è più facile di quel che sembra . La storia ce lo insegna : non è facile lottare ma quando inizi a farlo seriamente e credi nella forza che hai dentro e la chiami in nome dell’amore verso te stessa non puoi fallire . Circondatevi di persone positive e amorevoli, perchè ci sono , respirate aria sana , con la dignità che contraddistingue chi sa di essere ne giusto . Non siamo stati messi al mondo per restare a piangere in disparte , l’ho capito una domenica mattina , quando ho portato i tulipani rossi sulla tomba di mio padre e ho guardato la sua foto : sembrava mi parlasse e mi dicesse : Stefy … non ti ho creciuta per essere l’ombra di nessuno , non ti h cresciuta per soffrire , ti ho dato la vita , riprenditela ” E così , romanticamente , voglio pensare che lui, da qualsiasi parte si trovi , mi lancia segnali, mi guidi , seguo le sue tracce ., con l’amore infinito che mi ha regalato da sempre . Si vergogni e sparisca inghiottito dal buio della sua anima condannata , chi dell’amore ha fatto scempio . E con l’amore si vince tutto ….un abbraccio immenso .
Come scrivi bene StefY, vera e forte. E’ così che bisogna essere. Brava e grazie per l’aiuto che a tutti può dare la tua testimonianza. Con solidarietà – Dr. Brunelli
Grazie Dottore per l’apprezzamento . Sentirisi ringraziare per aver in qualche modo aiutato con piccole righe scritte è veramente emozionante . C’è molto amore qui , complimenti .
Cara Stefy, leggo e rileggo le tue parole che ogni volta mi lasciano il senso di quella forza che è in ognuno di noi e che troppo spesso tralasciamo.. anche io ‘vittima’ di una ferita narcisistica per la quale non riesco ad amarmi e rispettarmi abbastanza..anche io imprigionata dalla mia storia sbagliata e dalle mie reiterazioni sbagliate, pur di non affrontare le mie parti più scure e vincere la paura che la vita valga la pena di viverla davvero, anche nei suoi momenti no.
Ho scelto di amare un uomo infedele e bugiardo con la speranza di poterlo aiutare a superare quello che io volevo vedere solo come un vizio o un problema, questo era ciò che volevo credere.. non sono così stupida da non capire la follia del mio pensiero ma ora sono consapevole del mio problema che mi spingeva a costruirmi una gabbia dorata (lui bello, intelligente, professionista affermato e brillante personalità) nella quale io mi autorizzavo a crogiolarmi nel dolore della continua mancanza di rispetto e stima,che un uomo che ti inganna ti manifesta con comportamenti ambigui ed amicizie femminili sospette..
Un cane che si morde la coda, soffrire e manifestare quella sofferenza dando la possibilità al mio aguzzino di colpevolizzarmi di un atteggiamento infelice che lo stancava e l’incapacità di vedere che la vera soluzione era dentro di me, nella mia possibilità di chiuduere una storia che non poteva darmi ciò che chiedevo e che davo: serietà e lealtà. Ci si convince di essere sbagliati, tutti ti dicono che la cosa che conta è che lui abbia scelto di stare con te e che questo dovrebbe bastarti a far buon viso a cattivo gioco per poter continuare a vivere una vita che non sia un inferno… ma dentro di te senti che qualcosa non va, che c’è una natura dentro ognuno di noi che nessuno dovrebbe soffocare solo in virtù della paura della solitudine o di una filosofia troppo spicciola che dice: oggi non c’è niente di meglio in giro, almeno sai che ti vuole bene. Non è giusto farsi abusare esattamente come non lo è abusare del prossimo, ingannare chi ripone la speranza e la fiducia di costruire un rapporto pulito, seppur tra i mille sacrifici di qualsiasi quotidianità. E’ possibile rinascere, l’ho letto tra le tue righe e mi sento ottimista, io ci sto provando e so di poterci riuscire, non ho ancora spezzato tutte le catene che mi legano al mio rapporto malato ma ogni giorno sento di fare un passo in avanti e questo forse è quello che conta più di tutto. E’ vero che con l’Amore si vince tutto e chi ne ha tanto da dare deve sentire la sua grandezza e non la sua vulnerabilità..Grazie delle tue parole
Cara Elettra , hai fatto un’esposizione lucida e dignitosa . E’ evidente che sei nella fase della consapevolezza e quindi , come dico io , sei già oltre .
Si tratta semplicemente, ora, di mettere a fuoco degli obbiettivi precisi .
Hai già abbozzato un quadro fatto di timidi ma precisi tratti che sono certa ben presto prenderanno forma e colore per la tua nuova vita .
Certo che si rinasce , eccome ! Ho tantissimi esempi intorno a me di rinascite perchè io credo che la vita sia fatta di spunti che a volte nasconto da quelle che sembrano solo terribili sfortune ma che se le guardiamo bene possono essere vere e proprie opportunità. Quante storie , quante delusioni , chi non è mai stato deluso e chi mai non ha deluso .
Ogni storia ha la sua ed è facilmente confondibile l’elemento negativo che genera le delusioni . Difficile trovare la causa soggettiva del normale disagio che una persona prova in una relazione ; più facile colpevolizzare .
E così le storie finiscono a colpi di insani ma alquanto normali reazioni negative .
Quello che voglio dire è che se siamo qui , non ci siamo per caso . Abbiamo compreso che quel disagio non è frutto di una semplice relazione complicata o finita , ma quel disagio ha causato o rischia di causare una ferita profonda . Abbiamo bisogno di capire e attraverso la lettura delle esperienze e dell’attenta valutazione di una persona preparata come il Dottor Brunelli , abbiamo individuato il profilo di personaggi con indiscutibili incapacità affettive che come vengono definiti qui sono “vampiri affettivi”. Hanno scelto noi come vittime perchè in quel momento deboli .
Abbiamo subito assurde umiliazioni , abbiamo giustificato , abbiamo forse sperato di compiere quell’impossibile missione di salvare il nostro vampiro . Abbiamo impegato energie e lacrime per riuscire a “risistemare ” i pezzi confusi di questi uomini fino a cadere esauste in balia del tremendo dubbio di essere sbagliate piuttosto che agire nel rispetto di noi stesse e dire basta.
Prive di difese abbiamo scelto di subire piuttosto che reagire . E’ più comodo sicuramente crogiolarsi nell’illusione comunque di essere state prescelte da questi personaggi ai quali noi stesse abbiamo contribuito a rafforzare il piedistallo su cui maestosamente si mostrano , che contrastare con forza il loro assurdo comportamento .
Credimi Elettra che quando hai la forza di dare un calcio a quel piedistallo , quando riesci a proseguire in mezzo al polverone che la loro caduta provoca , tutto poi si rischiara e si illimuna davanti a te un nuovo scenario , hai occhi diversi . Quello che vedi non ti piace più, quello che hai lasciato alle spalle non ti potrà mai mancare , perchè era quella la vera solitudine.
Ti accorgerai che se riesci a recuperare attraverso questa dura prova quella forza che sicuramente è in te ma che hai lasciato assopita , tutto poi nella vita lo affronterai con maggiore sicurezza proprio per difendere quella parte di te che per troppo tempo ha subito ingiustamente .
Insomma Elettra sei sulla buona strada che ti porterà ad uscire dalla solitudine e non , come si teme , ad andarle incontro . Ritrova tu per prima quella lealtà e quella serietà e ,agiungo io , dignità , che chiedevi a lui ma che non hai dato a te stessa , tradendo in qualche modo la tua di anima costringendola a subire .
Assisterai incredula ad una sorta di magia quando ti accorgerai che questa persona sbiadirà ai tuoi occhi perdendo la sua bellezza e ti renderai conto che hai vestito tu stessa di abiti regali un semplice buffone di corte . Quindi cara Elettra , cosa ce ne facciamo di questi giullari ? Non è meglio rimettere questi pezzetti di uomo in una scatola , sigillarla e rimetterli “sul mercato dell’usato” , ovviamente privi di libretto di istruzione , e lasciare che qualche curiosa abbia tempo e pazienza di riaggiustarli ? Questo loro vogliano , di questo vivono .
Ho appena concluso una patetica telefonata con il mio ex , che purtroppo con una figlia di mezzo mi tocca affrontare . Puntualmente parte con una stonata dolcezza e si trasforma in una serie di bestemmie quando si rende conto che dall’altra parte non rispinde più la mia vocina impaurita . Quindi riattacca puntualmente . Io rimango con il mio cellulare in mano , sorrido , lo metto via e mi avvio verso casa , apro la porta con il cuore stracolmo di voglia di vedere la mia bimba e finalmente canto mentre preparo la cena. mentre mi faccio la doccia, mentre stiro e mentre faccio i conti per arrivare a fine mese . Tutto questo tra mille preoccupazioni ma non un solo dubbio di aver fatto una delle scelte migliori della mia vita e per riuscire ora a dire con estrema convinzione : perchè non l’ho fatto prima ! Forza Elettra il meglio deve ancora venire per te corrigli incontro !
Un abbraccio speciale per te …..
A Carmela
Cara Carmela a cosa serve amare tanto un uomo se poi alla fine si ricevono solo frustrazioni? Fatti una bella psicoterapia dal dott. Brunelli. Le carenze affettive che hai scavato nell’infanzia dentro di te non possono essere riempite da simili esseri che di umano hanno ben poco.
Questa persona di cui ti sei innamorata mi pare addirittura sia da rinchiudere.
Forse hai la sindrome della crocerossina? Una bruttissima malattia. Credo che si sviluppi quando nell’altro vediamo noi stessi, vediamo il ns bisogno mai assolto da nessuno, e attraverso il sacrificio, salviamo lui per salvare noi, il ns bisogno mai sopito.
Io penso che per i due figli che hai devi trovare un equilibrio che diversamente dovrai pagare nel tempo con altra sofferenza. I figli sono spugne e se vivono situazioni non serene, diventeranno nel futuro un ulteriore problema e affanno per te.
Accantona per un po’ di tempo l’amore, allontana questi esseri immondi, e fai una sana psicoterapia…Si sceglie quello che ci fa star bene, non si subisce il male amandolo, come non ci fosse null’altro dovuto!
Grazie Paola. C’è tanta verità in quello che mi dici. continuo a lasciarlo e a ricercarlo. Ho contato i giorni in cui sono riuscita a stare senza…..otto giorni in cui sono stata a letto, depressa, infelice, morta, apatica, insonne, con tachicardia……neanche i figli erano capaci di darmi gioia. Una tristezza infinita al pensiero che, dopo tutto quello che avevo fatto per lui, mi aveva trattato come se fossi una palla al piede, una tortura io per lui. E’ bravissimo ad accusare di me di ciò che fa lui, non vede la realtà, non si assume responsabilità. Mi ripete che io sto male perchè sono pazza non perchè sono stanca di nove anni di maltrattamenti suoi…..mi risponde che non mi ha mica ucciso! Ho avuto una terribile crisi di astinenza in cui l’ho dovuto cercare. E’ tornato, mi ha chiesto come sempre scusa per il suo comportamento. Come sempre ha detto che stava per chiamarmi lui ma non è vero. Come sempre ha detto che le sue parole erano state dette in un momento di rabbia ma che non le pensava perchè senza di me non può vivere……tutto come sempre. Ed io ho riniziato a vivere usandolo al posto dello xanax. E adesso sono in attesa della prossima sua crisi, di quando diventerà un mostro perchè non gli piacerà qualche mio gesto o qualche mia frase. Voglio guarire, dentro di me sono piena di odio e rancore verso quella persona ma non posso vivere senza.
E’ possibile avere un approfondimento degli argomenti da lei elencati sopra?
Buongiorno ‘Anonima’ gli approfondimenti sono possibili solo con chi vuole esaqminare il suo caso con un consulto diretto. Dell resto si può acquistare il libro. Inoltre mi pare che non esistano al mondo su Internet (cliccando dall’inglese al giapponese) così tante pagine gratuite di informazioni e commenti, non solo nel sito ci sono diversi argomenti correlati. Direi, se mi si consente, che il rischio è che ‘chi troppo vuole nulla stringe’, e lo dico per far capire ancora una volta che solo affrontando un attento esame della propria situazione questi argomenti possono essere davvero approfonditi, altrimenti si resta avvolti in una competenza teorica che, eventualmente può essere enciclopedica, ma che, paradossalmente potrebbe portarci davvero molto lontano dalla possibilità di comprendere e risolvere i nostri problemi soggettivi. Con cordialità.
salve a tutti.
ho scritto privatamente al dottore e su suo consiglio condivido la mia storia con voi.
ho 23 anni e la storia che sto per raccontarvi risale circa a due anni fa.
ero uscita da una relazione burrascosa di 4 anni e avevo completamente perso la fiducia nelle relazioni. avevo avuto qualche storiella ma niente di che.
finchè un giorno incontra Mattia, 27 anni, amico di una mia amica,molto diverso dai ragazzi che avevo avuto prima. decisamente non bello, basso, con qualche chilo in più.
caratterialmente era simpatico, una di quelle persone con molto da dire e con molte esperienze da condividere e per questo gli diedi una possibilità nonstante fisicamente non mi avesse colpito.
diceva di lavorare per una grande ditta internazionale offshore che chiamerò “supegen”, che lo impagnava in frequenti viaggi all’estero di media-corta durata( massimo un mese) per piccoli corsi di aggiornamento.egli affermava di essere un elemento essenziale per la ditta tanto che in europa c’era solo 3 o 4 persone in grado di fare quel lavoro che faceva lui. diceva di avere un ufficio con tanto di targhetta con nome e di percepire un buonissimo stipendio.
io laureanda disoccupata lo ammiravo e invidiavo allo stesso tempo.
mi raccontò che i suoi nonnni gli avevano regalato una villa gigante che aveva dato in affitto a un medico. quindi, oltre allo stipendio altissimo aveva anche l’entrata dell’affitto di questa enorme casa.
pian piano che lo frequentavo le sue qualità presero il sopravvento e misero in primo piano il suo aspetto, e mi ritrovai a starci bene assieme.
con l’inizio della frequentazione, divenuta stabile iniziò il circo delle stranezze.
un esempio era la sua famiglia: nessuno mi parlava, nessuno mi faceva domande. cosa che mi faceva sentire parecchio a disagio,
l’unica che mi parlava era sua mamma, rivolgendosi a me parlando delle partite di pallavolo della sorella di mattia. per il resto nessuno. sarei potuta essere anche una spacciatrice che tanto per loro sarebbe stato uguale.
anche i discorsi che facevano tra loro mi facevano sentire poco gradita, non si parlava di niente, nè di lavoro, nè di amici, nè di cosa si sarebbe fatto il weekend NIENTE.
successivamente, mattia in confidenza mi rivelò di aver avuto un cancro a un testicolo quando era bambino e di aver avuto una ricaduta l’anno precedente- inoltre, mi disse che per questo motivo donava il midollo. cosa che trovai molto nobile dato che mio nonno era morto di leucemia mieloide pochi anni prima. (una cosa a cui feci caso in seguito: la totale assenza del livido, che mi han detto essere ben evidente nei casi di prelievo midollare)
circa un mese dopo l’inzxio della nostra frequentazione mi disse che una sua amica era morta di cancro. me la fece vedere su facebook e notai che aveva commentato molte sue foto. disse che avevano anche avuto una breve storia. cercai di consolarlo.
col tempo vennero fuori altre ragazze del suo passato. una ragazza “ania” con cui era stato 4 anni. me la fece vedere , alta 1,80 molto bella.poi mi disse di essere andato a letto con 30 ragazze, cosa che ritenni esagerata già allora viste le sue “doti” e l’aspetto fisico, ma ovviamente non dissi niente.
per quanto riguarda gli amici, ne aveva pochi,2 ragazze con cui aveva preso in affitto una casa al mare e qualche amico maschio.
mi raccontò di suonare il basso e che aveva suonato per un pò di tempo con un gruppo della sua zona. ma riuscì a venderlo prima che io potessi sentirgli qualcosa.(nonstante io gliel’avessi più volte chiesto).
un giorno mi disse di voler comprare una macchina nuova dato che girava con la vecchia grande punto nera di sua mamma. ma non arrivò mai. dopo due mesi dall’ordine gli feci domande, dato che visti i tempi che corrono penso che una macchina del genere che costa più di 20000 euro te la lanciano in faccia. fatto sta che venne fuori una storia assurda ovvero che la concessionaria aveva dato la sua macchina a un altro cliente( non ricordo bene i dettagli, a quanto pare era un affezionato di conseguenza avevano preferito darla a lui).
mattia era incavolato nero, mi disse che avrebbe fatto causa alla concessionaria e dato che aveva dato un acconto ” si mise daccordo con il suo avvocato che la concessionaria gli avrtebbe dovuto dare indietro l’acconto raddoppiato.
intanto ci fu un allonanamento con “stefanino” uno dei suoi pochi amici.
venne fuori che l’anno prima aveva avuto una storia con una ragazza di nome “berta”.
mi disse che aveva chiuso lui e lei si era ribellata e vendicata “smerdandolo “con il suo gruppo di amiche. berta affermava di non credere al fatto che lui avesse avuto il cancro, nè tantomeno ai fantomatici viaggi che diceva di fare per la ditta per cui lavorava. il gruppo di amiche per questo la isolò. mi disse che molto spesso se la ritrovava sotto casa a fargli la posta e addirittura che una volta gli aveva lanciato un secchio d’acqua per mandarla via.
questa “strega” tornò alla ribalta in settembre/ottobre e venne fuori che aveva raccontato la sua versione a Stefanino ed era per quello che si era allontanato da mattia.
nel frattempo mattia si era lanciato in altri progetti, disse di voler comprare un’alfa romeo giulietta( per di più rossa, dopo che gli avevo detto che era l’auto che un giorno mi sarei voluta comprare io), ma soprattutto si voleva comprare una casa.
a settembre andammo a barcellona e lì niente di strano.
a novembre, nei giorni del mio compleanno, avevamo deciso di andare a londra ma brutto risveglio: mi chiamò dicendo che la Supergen lo doveva spedire urgentemente all’estero perchè avevano assoluto bisogno di lui. gran tristezza ovviamente, ma me la feci passare dato che alla fine non era colpa sua.
a dicembre lavorai per un mese in un negozio di elettrodomestici come promoter. un giorno venne da me un suo collega. me lo ricordavo perchè l’avevamo incontrato in unpub(in quell’occasione mattia mi si era parato davanti, come se non mi volesse presentarmi e ci rimasi male. questa sottigliezza però me la ricordai dopo molto tempo).
mi fece una domanda strana :”mattia è vivo?”, gli chiesi spiegazioni e lui mi svelò che non si presenteva a lavoro da halloween. la cosa mi scorcertò dato che nel frattempo era andato via 3 o 4 volte per “i viaggi di lavoro”. glielo dissi, credendo mi stesse prendendo in giro, ma lui non rideva. e anzi questa nuova informazione sui viaggi a lui era nuova. chiaramente caddi nel panico più totale, chiamai mattia per chiedere spiegaizoni e lui mi disse che alla supergen era pieno di gelosie, dovevano fare una scelta per un lavoro migliore e avevano scelto mattia al posto suo, e quella era la sua maniera di vendicarsi, mettendo zizzania con me.
io ebbene si, gli credetti. perchè no d’altronde? perchè non credere alla persona con cui stai che ti dice che và a lavoro?
sempre in quel mese disse che suo babbo aveva avuto un ictus.( anche se io non notai mai la differenza visto che non mi parlava neanche prima)
berta intanto, si era insinuata nel gruppo delle sue amiche del mare che sconvolte, gli chiesero spiegazioni, si erano anche dati appuntamento per parlarne ma lui non si presentò.
ve l’accorcio perchè senò staresti quì una settimana.
la macchina anzi LE macchine erano una cavolata, non le aveva mai ordinate, la casa che diceva di aver comprato non esisteva, nel catasto anzi non c’era nessuna proprietà a suo nome.il cancro non so se sia vero, ma durante la “ricaduta” la gente che l’aveva visto, mi disse che era il ritratto della salute, e che mangiava come un maiale. e durante la chemio ohi.. è un pò strano.
al lavoro aveva smesso di andare vermanete da ottobre, nessun viaggio era reale. dove andava? chissà. per di piu A gennaio era stato “via” un mese.
lo mise in castagna uno dei suoi pochi amici rimasti che andò a casa sua un giorno in cui doveva essere in scozia, i suoi genitori dovevano essere fuori casa per di più con l’alfa giulietta fiammante. arrivato da lui l’amico trovò la vecchia grande punto della madre , i genitori e mattia stesso in casa, filmò il tutto e me lo mandò. neanche nei migliori film.
il problema di questo individuo è che continua il suo delirio. si attacca a gente che non conosce o che conosce poco, gli presenta il suo alter ego, svelandolo piano piano, per poter approfittare il più possibile della presenza delle nuove persone, solo che essendo malato non si rende conto che dicendo una balla piì grossa dell’altra ogni giorno, dopo un pò alle persone puzza, nel momento in cui gli fanno delle domande lui si mette sulla difensiva, se ne và e cambia gruppo. come un virus aggressivo che fa fatica a guarire.
all’inziio lui scappava appena mi vedeva, il problema è che adesso me lo ritrovo nei posti che frequento. quando è finita, gli ho rovesciato addosso tutto il mio disgusto più totale, dicendo cose molto pesanti che non ho mai detto a nessuno.
è stato un brutto colpo, per me , per la mia autostima e per la fiducia che ho in me stessa, cadute a pezzi che pian piano sto ricucendo.
il problema è che ritrovandomelo lì, con il suo sorriso beffardo, cicrcondato da nuove persone ignare che adesso gli vogliono bene, io non lo sopporto. in più ho sentito che rideva di me a poca distanza. io non mi giro, non gli parlo ,m faccio finta che non esista perchè ho paura che nel momento in cui mi volto non rispondo più di me stessa,
lo odio con tutto il mio cuore, sento di non averlo punito abbastanza. faccio incubi in cui gli faccio del male fisico o lo umilio davanti alla sua famiglia. nonostante io adesso a più di un anno di distanza, stia con un’altra persona e sono felice, l’odio non è passato. e non so come farlo passare. scene come quella che vi ho descritto mi fanno aumentare solo il senso di vendetta che ho e pensare a vari modi per umiliarlo o colpirlo in qualche modo.
questo sentimento di odio e di vendetta non è passato, vorrei sapere se qualcuno colpito come me da uno di questi soggetti schizzati c’è riuscito.
nel frattempo gli auguro il tumore che ha detto di aver avuto.
vorrei un consiglio
Il primo consiglio – e invito altri a dartene ancora è – che nonostante sia comprensibile la tua rabbia, i tumori non si augurano a nessune. Queste situazioni vanno capite e affrontate da un punto di vista psicologico e umano e spirituale, affinché possano fortificare la tua evoluzione e condurti in una dimensione più gratificante nella vita amorosa, come in quella di studio e lavorativa e – data la tua giovane età questo è particolarmente possibile… sta in te la scelta, e la scelta primaria è scegliere te stessa, liberarti del passato e puntare sulla valorizzazion della tua autostima e delle tue potenzialità. Leccati le ferite e guarda al futuro, con sguardo coraggioso, umile e sincero ce la farai.
dottor Brunelli avrò sicuramente anch’io qualcosa che non va visto la mia infanzia ma non sono mai entrata nella vita di nessuno per distruggere anzi ho cercato di costruirmi la famiglia che non avevo avuto solo che ho sbagliato compagno poi ho cercato di amare qualcuno molto lontano da me e con evidenti problemi psichiatrici e ora magari sono più consapevole che certe affinità e capisco che non sono casuali e riconosco in ogni scelta una certa similitudine ma in ogni caso tutto ciò ha permesso la mia maturazione agli errori del passato(rifiuto paterno)e non miei come posso porre rimedio ?io penso di avercela messa tutta per avere una vita serena qualcun’altro mi avrebbe dovuto stare accanto non le pare?
Gentile dottore, la ringrazio per le sue parole. Sono pienamente cosciente di avere dei problemi e me ne accorgo quando cerco considerazione a amore da chi non li sa dare e ignoro chi potrebbe amarmi con il cuore……me ne accorgo quando non riesco a mettere fine ad una relazione patologica. Ogni volta mi metto a fare la bambina buona, gli do soldi, cucinò cose buonissime, lo porto in vacanza…..sempre in attesa che si accorga di quanto io sia buona. Nei momenti di calma mi i dice che non dimenticherà mai ciò che ho fatto per lui, mentre nei momenti di rabbia dice che non ho mai fatto niente. È’ questo mio continuo cercare apprezzamenti dalla persona sbagliata che mi fa capire che qualche cosa non va. Vorrei capire perché e come fanno le persone a riuscire ad essere così malvagie …..e come si fa ad abbandonarle e a fuggire via. Tutte le sere leggo e rileggo l’articolo e sono tre giorni che resisto e non lo chiamo….lui non lo farà mai. Sembra infatti tanto dipendente da me nei momenti di pace e sembra stare altrettanto bene quando non ci parliamo. Mi ha succhiato l’anima e non mi ha dato mai niente…..neanche una tel nel momento del bisogno. Mai. Ma se glielo rinfaccio dice che non è’ vero, dentro di se mi pensa! Ho ma rabbia dentro che non posso sfogare e allora prendo calmanti….eppure ho una famiglia bellissima, mi accorgo che sto male e che non posso più stare ne’ con lui ne’ senza di lui. A parte questo sono una persona buona, impegnata politicamente, sono una brava mamma, attenta e comprensiva. . . . . Però un giorno i e uno no vorrei morire….forse lo sono già dentro per le umiliazioni ricevute.
è vero cara Anna ce ne sono troppi io non so se hai letto la mia storia nel mio piccolo ho cercato di far qualcosa ho avvertito tutte quelle donne di mia conoscenza che frequentava in contemporanea nell’ultimo periodo della nostra relazione e raccontato ad amici comuni chi fosse in realtà è stata la mia vendetta per i torti subiti ma penso che a qualcuna di queste sia stato anche utile!!
Nove lunghi anni……e ci sono ancora dentro. Ho avuto un padre padrone e sono nata secondogenita femmina in una famiglia che desiderava il maschio. Quando mio fratello e’ nato io avevo cinque anni e sono passata dalla fanciullezza all’età’ adulta. Dovevo obbedire ai capricci di un bambino perché’ lui era l’uomo di casa. Mi sono sentita sempre con mio padre un cagnolino che fa le feste al padrone e riceve solo pugni in faccia. Sono stata una proprietà’ privata…..mi sono rifugiata negli studi e nella lettura….li nessuno poteva competere con me….ero io la più brava, anche se nessuno mi ha mai detto brava. Mi sono laureata e sposata subito, per sfuggire alla tirannia, con un uomo buono dal quale ho avuto due figli che adoro, bravi a scuola buoni ed educati. Ho scelto mio marito in base ai criteri che mi aveva inculcato mio padre…..una persona mite, che non fosse in grado di mettersi in contrasto con lui. E arriviamo ad oggi. Dieci anni fa, avevo già’ i miei due figli ed avevo 32 anni mi sono innamorata persa di un uomo, più piccolo di me di quattro anni, militare, sposato con un matrimonio in crisi, mio vicino di casa e parente fratello di mio Marito. Ho taciuto tutto per due anni sino a quando non sono stata incaricata, essendo un avvocato, di seguire la sua separazione. L’ho corteggiato, gli ho rivelato il mio amore…..è con lui ho trasgredito per la prima volta in vita mia. Ebbene, si era innamorato alla follia di me, almeno così diceva. Una storia d’amore folle, travolgente…..fatta di momenti di passione e belle parole, libertà’, con lui non avevo vergogna di niente, lui era il mio stesso corpo…..ecc. Ecc. Ha voluto dopo due anni, minacciando di lasciarsi che cacciassi mio Marito di casa, adducendo la scusa che fosse geloso…..è gloso lo era. Mi controllava ovunque, mi picchiava se non facevo come diceva lui……è poi subito optò chiedeva scusa. Non ha mai sopportato che io gli dimostrassi quanto fossi brava in giochi di intelligenza, nei giochi di società’, nel mio lavoro. Anzi ogni litigio era una esplosione i rabbia per dirmi che ero pazza, non capivo niente, non sapevo fare il mio lavoro……..senza contare le parolacce che mi vergogno solo a pensare. Nel frattempo lui ha continuato a vivere dai suoi….ogni volta adducendo scuse per non prendere una casa…..scuse causa di continui litigi, quasi giornalieri, perché mi sentivo presa in giro dalle sue bugie. Capivo he gli piaceva vivere con i genitori che pagavano tutto ma a me diceva che odiava vivere li….però’ una volta non trovava casa, una volta non aveva soldi, una volta doveva andare a firmare, una volta l’agenzia immobiliare gli aveva detto di aspettare he chiamava lei è io? L’ho lasciato cento volte e altre cento l’ho richiamato per non morire dentro….per non stare male. È’ andato in Afghanistan per lavoro sei mesi…..a suo dire dovevo aspettarlo perché erano soldi che andava a guadagnare per noi……piangeva per me al telefono, mi chiedeva di aspettarlo, mi supplicava di pagare il mantenimento alla moglie, circa euro 500 al mese…..è io l’ho fatto. Quando è’ tornato era fuori di se, si ubriacava, era come se non esistessi, gli importava solo andare a casa dai suoi. Gli ho richiesto i soldi che avevo pagato per lui è sa cosa mi ha risposto” vai a guadagnarteli” e a nulla e’ valso piangere, litigare, spiegargli che mi servivano e non gli stavo chiedendo i suoi bensì’ i miei che gli avevo prestato. Ancora adesso, quando gli ricordo quei fatti li nega e dice che sono cose passate. Alla fine si è’ comprato una macchina e una moto e io ancora ora piango tutti i giorni perché non vuole costruire niente di serio con me, solo sesso. Dice che mi ama alla follia, che non ha più i soli e quando li avrà prenderà una casa. Se piango urlo e mi dispero non ha pietà’. Al contrario mi insulta in parolacce e più piango più mi umilia. Ho chiamato ,oltre volte i carabinieri perché unì casa mi minacciava di morte…..il giorno dopo era lui la vittima, perché io lo avevo istigato, perché avevo esagerato a dire di lui, perché io invento tutto. Non ha mai colpa di nulla, quello che accade e’ perché’ è’ sfortunato, le persone ce l’hanno con lui. I fatti non sono mai veri quando non sa giustificare le proprie azioni. Mi tratta come se io fossi una palla al piede e limito la sua libertà’….poi se gli dico allora vivi da single dice che non è’ quello che desidero. Non mi riconosce alcun ruolo. Per non offendere sua madre si lava i panni da solo, ma nega che il motivo sia questo. Piango perché gli Heidi i venire a casa, fare spesa in me e fare almeno la doccia a casa l giorno. Mi risponde che sono stupidaggini non sono queste le cose importanti della vita, che non si può litigare per una doccia. È io piango e non gli rispondo per due giorni al telefono l terzo lo chiamo perché altrimenti muoio e mi dice offese, parolacce, che sono pazza. Mi sento sola e abbandonata, eppure ho una dipendenza affettiva. Mi chiama falsa, sospetta sempre he ho mio marito in casa, non vuole che io lo faccia entrare…..ma lui continua a restare con i suoi. Ora ha 39 anni e si arrabbia perché ha perpetrato tutti i suoi soldi ed io non l’ho portato mai a fare una vacanza. Gli dico che dovrebbe pagarla lui a me….ma mi dice che lui non ha i soldi ed io si…..ma lui li usa tutti per se stesso. Gli ho detto che ad ogni parolaccia gli graffio la macchina perché ne ho subite da piccola e non mi deve umiliare….invece me le dice per istigare, io gli graffio la macchina e lui mi picchia. …..salvo poi dire che mica mi ha ammazzato….il cazzotto non sono botte….io esagero a chiamarle botte. A dicembre ha fatto un incidente con la moto e si è’ rotto entrambe le braccia. Tre mesi a letto, lo lavavo, imboccavo, pulivo il sedere ecc.ecc. Non era mai contento…..potevo sempre fare di più e guai se uscivo…mentre lui stava male significava per lui che non lo amavo. Mi gridava che dovevo pulirlo meglio….che non ero necessaria perché poteva chiamare una donna a pagamento. Umiliata me ne andavo….tornavo dopo qualche giorno ed erano parolacce perché non si abbandona una persona in quelle condizioni. In nove anni sono stata male anche io…….è anche i recente. Lui non si è’ privato di niente…bar, pesca, ecc…..mica può perdere tempo con me. Ha altro da fare. Un egoista malato e senza cuore…..è mentre per tel gli dico che mi poteva confortare almeno con un mess dopo quello che ho fatto per lui…mi risponde che le cose non si rinfacciano, che io non sto male come lui……ecc. Ecc.e poi ancora ” sei una mer……, non servì a niente, che cosa vuoi da me….ecc. Ecc.”. Ho tentato il suicidio davanti a lui….ho però ma boccetta di calmanti……mi ha detto ” non mi interessa….bevi” e poi se ne è’ andato. Mi ha chiesto scusa dopo tanti giorni…..ma erano scuse solo di comodo…….diceva che era stato superficiale…….sono depressa, lacerata, umiliata, arrabbiata. Parla bene di tutti i suoi amici….a me mai un complimento…non gli interessa quello che faccio…purché non esco con altri uomini e non lo tradisco. Ha la terza media ma parla che sa tutto lui come se avesse tre lauree…..gli ho risolto un mondo di problemi legali….mai un grazie. La riconoscenza non sa cosa sia, non conosce la pietà’, non conosce il rimorso, e’ sempre in credito verso tutto e tutti. Ho dato amore infinito e ho raccolto zero, ogni volta ci riprova, ogni volta una tragedia. È’ come se fosse invidioso di me…mi ripete sempre che la mia reputazione me la deve rovinare……quando racconto quello che fa a mia sorella mi accusa di rovinargli a reputazione e io gli rispondo che sono fatti veri…..ma per lui non esistono. Ho bisogno di aiuto. Vorrei solo morire. È’ un dolore la sua indifferenza e la sua mancanza di gratitudine infinito. Io non ho mai fatto niente secono lui…nega tutto. Ne voglio uscire….come faccio?
Cara Marzella, e care amiche e amici, dobbiamo capire che quando capita di legarci ad una persona troppo disfunzionale, con tutta evidenza squilibrata, negativa, con aspetti riportabili alla simbolicità del ‘vampito amoroso’ o all’etichetta psichiatrica del narcisismo patologico e del borderline ‘cattivo’… ecc. allora non è solo l’altro ad essere patologico, ma lo siamo anche noi che continuiamo a sentirci e a comportarci come prede e vittime del male. Ciò è dovuto ad una qualche disfunzione che c’è anche dentro di noi, certo non si tratta di una disfunzione cattiva, volta a fare del male, ad approfittarsi, ma è comunque una disfunzione patologica della nostra capacità di amare e del nostro bisogno di amore. Finché ci lamentiamo soltanto dei danni subiti e non capiamo che la possibilità di evitarli e risanarli dipende anche da noi, e quindi dalla necessità di curare le nostre ferite, le nostre debolezze, le nostre parti patologiche che ci fanno legare a persone negativem disturbate e disturbanti, non potremo mai cambiare e rinascere. Bisogna allora capire che si ha bisogno di un normalissimo supporto terapeutico, unitamente ad una seria riconsiderazione della propria vita spirituale, e che attraverso questa consapevolezza di se stessi, questo lavoro su se stessi, le cose certamente andranno sempre meglio e l’amore si riequilibrerà. E’ così, e bisogna avere fiducia in questo, crederci e metterlo in pratica. Fino a quando invece pensiamo che il rritorno della salute e della serenità è possibile solo e soltanto se saremo amati da un pazzo che dovrebbe riequilibrarsi per renderci felici allora resteremo in un inferno senza speranza con processi dilanianti di lunga durata e con esiti che a volte possono essere tragici sulla propria vita e quella degli altri. Pensiamoci, mettiamo tutto l’amore che abbiamo verso il bene, verso il bene di noi stessi al fine di poter poi fare del bene agli altri, solo così può ritornare l’amore, ma se invece rimaniamo legati al male, faremo del male a noi stessi e agli ltri, e saremo trascinati nell’odio e nel dolore patologico e disperato. L’amore si cura solo con l’amore, e questo vuol dire fare con decisione azioni di amore e di cura verso se stessi, in modo da risanarsi e rendersi oggetto e soggetto di amore verso chi è in grado di amare in modo più sano, più vero, più buono. Se vuoi questo con tutta l’anima, e non lascerai che un’ altra persona negativa violenti e infanghi la tua anima, se vuoi l’amore perché ami l’amore, dovrai lavorare, impaegnarti, anche con sacrificio, ma lo avrai.
Buongiorno Dottor BRUNELLI,
la ringrazio per le informazione del sito .
Avrei bisogno di incontrarla. per caso lei opera anche su Roma?
E’ abbastanza urgente. per ora non riesco a parlarne on line.
Grazie.
Sì, mi dovrebbe contattare Pietro.brunelli@fastwebnet.it – A presto