NARCISISMO E TRAUMA SENTIMENTALE
Il narcisismo patologico e la ferita narcisistica nel ‘vampirismo affettivo’.
Leggere questo articolo e se si vuole parteciparvi con commenti, può essere di grande aiuto a voi e ad altri, ma una prima raccomandazione importante è la seguente: si tratta di informazione partecipata e non di psicoterapia o consulenza online (informazione divulgativa, ma concepita attraverso testi aventi valore scientifico e filosofico). Perciò fatene buon uso, non traete conclusioni affrettate, non fate scelte avventate, non giudicate nessuno e non sentitevi giudicati. Per ogni perplessità cruciale, fate riferimento a specialisti oppure chiedete un consulto personalizzato (info: https://albedoimagination.com/)
Al termine dell’articolo collegamenti a video you tube con Pier Pietro Brunelli su Narcisismo patologico e trauma sentimentale (si consiglia di leggere prima l’articolo e i commenti).
BUGIARDI E IPOCRITI NELL’ANIMA – MANIPOLATORI AFFETTIVI – LOVEKILLER – VAMPIRI SESSUO-SENTIMENTALI…
scientificamente detti: NARCISISTI PATOLOGICI (… patologici ma anche patogeni?).
In questo lungo articolo (ricerca partecipata e di auto-aiuto) l’etichetta diagnostica psichiatrica di “Narcisismo patologico” (inteso come tratto e comportamento disturbato) o “Disturbo narcisistico di Personalità” (che riguarda l’intera struttura caratteriale) è da considerarsi un riferimento orientativo e di inquadramento. Le etichette in questo campo non sono mai certe e nonostante si sforzino di raggruppare classi enormi di persone sotto una stessa patologia psichica sono sempre destinate a generare equivoci e massimalismi, in modo particolare nel caso del Narcisismo patologico che recentemente sta creando un vero e proprio terremoto clinico-diagnostico negli USA, che esaspera il conflitto tra diagnosi psichiatrica e diagnosi psicodinamica (si veda alla fine dell’articolo un’importante specifica di aggiornamento). Qui quando si parla di Narcisismo patologico o di DNP lo si fa nell’osservazione di criteri diagnostici psichiatrici adottati per decenni, tuttavia si predilige la figura archetipica (in senso junghiano) del VAMPIRO, il quale può avere molteplici interpretazione (nelle leggende e nei racconti se ne riportano centinaia di tipi e ciascuno sa attraverso le sue esperienze che l’eventuale” vampiro” con il quale ha avuto o ha a che fare ha precise caratteristiche sue proprie, e che per liberarsene vanno esaminate con un analisi specifica) STIAMO PARLANDO DI UNA METAFORA a carattere psicoanalitico, è ovvio che i VAMPIRI NON ESISTONO – tuttalpiù esistono comportamenti vampirizzanti e persone tendenti a farsi vampirizzare). INOLTRE BISOGNA EVITARE IN TUTTI I MODI CHE ATTEGGIAMENTI VITTIMISTICI E PARANOIDEI VENGANO RINFORZATI ATTRIBUENDO AD UN PARTNER L’ETICHETTA DI NARCISISTA PATOLOGICO O LA METAFORA DEL VAMPIRO – va altresì considerato che il VITTIMISMO PATOLOGICO è considerabile anch’esso come una forma di vampirizzazione con componenti narcisistiche che giungono all’autolesionismo e alla autocommiserazione pur di essere al centro del mondo e manipolare il prossimo… (ma qui non ci dilungheremo su questo aspetto, tuttavia è necessario che lo si tenga bene in considerazione).
Dunque questo articolo può offrire una cornice, in termini di etichette psichiatriche e di ragionamenti psicodinamici generali, ma il suo orientamento e di carattere junghiano (con l’ausilio di immagini e linguaggi simbolici volti a dare una particolare coloritura psicoemotiva, affinché sia più agevole comprendere nel profondo, immaginativamente, e non solo razionalmente). Detto ciò il lettore non specialista non si senta spiazzato, infatti l’articolo è a vari livelli di lettura, affinché tutti possano comprendere e partecipare, e contribuire anche in termini specialistici.
Partecipa e leggi il lungo ed esclusivo articolo che segue, poi, per favore per contribuire a questa ricerca ed approfondirla, acquista il libro TRAUMA DA NARCISISMO NELLE RELAZIONI DI COPPIA (2011) di Pier Pietro Brunelli. Puoi vedere la presentazione e acquistarlo on line in copia cartacea (con spedizione a domicilio) o in versione E-book presso i seguenti link:
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Introduzione
Il presente articolo studio e i commenti servono ad ottenere un quadro generale informativo su una patologia della personalità che diventa particolarmente disturbante nelle relazioni affettive: Il “narcisismo patologico”, detto anche DNP (Disturbo narcisistico di Personalità).
In particolare questo articolo propone una nuova diagnosi il TdN Trauma da Narcisismo e si rifà a studi e ricerche molto approfondite, in parallelo a ricerche effettuate negli USA riferite alla “Sindrome della vittima da Narcisismo” vedi: Narcissism Victim Syndrome, A new
La questione è delicatissima poiché la persona traumatizzata da una relazione a sfondo narcisistico soffre terribilmente e questo articolo vuol cercare di aiutare dando una prima informazione.
Come si osserverà in questo articolo viene proposta una sintesi informativa utile per fare il quadro generale al fine di comprendere meglio la propria situazione particolare, ed anche per partecipare con la propria testimonianza e i propri pareri. Se si desidera qualcosa di più dal sottoscritto: un approfondimento, un aiuto, una terapia si deve necessariamente rivolgersi in modo privato al mio indirizzo e-mail pietro.brunelli@fastwebnet.it (pertanto saranno segnati i titoli di parti di approfondimento che qui non saranno disponibili, ma che si potranno richiedere previo consultazioni private ed accordi).
IO RACCOMANDO SEMPRE CHE PER EVENTUALI DUBBI ED ESIGENZE PERSONALI non è assolutamente indispensabile rivolgersi proprio a me, dal momento che, su tutto il territorio nazionale esistono molti bravi psicoterapeuti ai quali potete rivolgervi, traendo da questo blog gratuitamente ispirazioni e indicazioni.
Questo articolo vuole offrire un sostegno informativo gratuito e solidale al massimo livello possibile per quello che si può fare in rete, ma se si vuole approfondire davvero la propria situazione personale, al fine di capire a fondo (molto importante per superare il trauma) e ristabilizzarsi occorre un sostegno personalizzato. Io mi rendo disponibile per fornirlo a chi me lo richiede venendo incontro in tutti i modi possibili, sulla base di chiarificazioni e di accordi personalizzati.
Auguro a tutti di trarre utili informazioni dalla lettura e dalla partecipazione a questo blog altamente qualificato (anche per altri articoli), libero e gratuito. In particolare questo articolo è la base informativa per lo sviluppo di un forum considerabile come una forma di auto-aiuto on line coordinato e informato gratuitamente dal sottoscritto Pier Pietro Brunelli – Psicoerapeuta, particolarmente attento alla problematica in questione – nel rispetto della deontologia professionale e con l’ausilio di mezzi mediatici (non in presenza e senza alcuna intenzionalità di fare ‘psicoterapia di gruppo’ on line, né ‘telefono amico’, ma come partecipante ed informatore esperto – declinando ogni responsabilità per eventuali interpretazioni o usi errati delle informazioni da me o da altri divulgate).
Il sottoscritto coordinatore/informatore, su richiesta privata, può offrire consulenze informative personalizzate, consulti psicologici ed anche percorsi di assistenza e cura psicoterapeutica.
(vedi pagina info https://www.albedoimagination.com/contatti/: Informazioni e consulenza psicologica – Psicoterapia).
La partecipazione al dibattito con commenti e pareri da parte di psicoterapeuti, psichiatri, educatori ed esperti di altre discipline che possono aiutare a sviluppare la comprensione del problema in questione è accolta con particolare gratitudine.
AVVERTENZA IMPORTANTE DI BASE SE QUESTO ARTICOLO DOVESSE TURBARVI IN QUANTO CREDETE NON DI ESSERE VITTIMA DEL NARCISISMO PATOLOGICO, MA DI RICONOSCERVI COME NARCISISTI PIU’ O MENO PATOLOGICI ,RICORDATEVI, QUALORA VOGLIATE CONTINUARE A LEGGERE, CHE NON SI HA INTENZIONE ALCUNA DI DEMONIZZARVI – I RIFERIMENTI IN NEGATIVO SONO RIVOLTI ALLA MALATTIA (Al PECCATO), NON A CHI NE E’ PORTATORE (PECCATORE), QUI CI OCCUPIAMO DELLE PERSONE CHE LA SUBISCONO DA PARTE DI CHI NE E’PORTATORE E CHE NON E’ PIENAMENTE CONSAPEVOLE – CAPITA NELLA VITA DI SENTIRSI COSTRETTI A MENTIRE ED ANCHE A MANIPOLARE PERCHE’ CI SI SENTE CONFUSI E DEBOLI, QUESTO NON VUOL DIRE CHE SI E’ AFFETTI DA NARCISISMO PATOLOGICO – INOLTRE IN CERTE SITUAZIONI PUO’ CAPITARE DI ECCEDERE NEGATIVAMENTE IN MODO NARCISISTICO, QUINDI EGOISTICO E PROFITTATORIO, MA ANCHE IN QUESTO CASO NON VUOL DIRE NECESSARIAMENTE CHE SI HA UN DISTURBO DI PERSONALITA’ – SE VI RICONOSCETE IN QUESTO ARTICOLO IN QUANTO NARCISISTI PATOLOGICI ED OLTRE A PROVARE UNA COMPRENSIBILE RABBIA PROVATE ANCHE SENSO DI COLPA E’ BUON SEGNO, POTRETE MEGLIO APPROFONDIRE I VOSTRI DUBBI INFORMANDOVI IN MODO CORRETTO ED ANCHE CON IL SOSTEGNO DI UNO PSICOTERAPEUTA.
NEL VOSTRO INTERESSE, NELL’INTERESSE DI CHI VI STA VICINO, NELL’INTERESSE DELL’AMORE, SE AVETE DUBBI INFORMATEVI CON CURA E CON DISPONIBILITA’ A COMPRENDERE IN PROFONDITA’… IL DIBATTITO E’ QUI APERTO A TUTTI, SE AVETE DUBBI POTETE PARTECIPARE, POTRA’ SERVIRVI PER COMPRENDERE MEGLIO LE VOSTRE DIFFICOLTA’ MA, IN QUESTO ARTICOLO-DIBATTITO SI DISCUTE DELLE SOFFERENZE, SPESSO TRAGICHE, DI CHI VUOLE STARE VICINO CON AMORE, AD UNA PERSONA CHE HA COMPORTAMENTI NARCISISTI PATOLOGICI, A CAUSA DI UN DISTURBO DI PERSONALITA’ O ANCHE PER ALTRE RAGIONI. PERCIO’ ANCHE SE VOI RITENETE O SAPETE DI ESSERE O DI ESSERVI COMPORTATI COME NARCISISTI PIU’ O MENO PATOLOGICI IL VOSTRO CONTRIBUTO POTRA’ PORTARE DEL BENE A VOI E AGLI ALTRI. IN TUTTI GLI ESSERI UMANI C’E’ IL BENE E IL MALE, A PRESCINDERE DALLE LORO DIFFICOLTA’ PSICOLOGICHE (LA PSICOLOGIA VUOLE IL PIU’ POSSIBILE IL BENE PER TUTTI) – TUTTI INGENUAMENTE SIAMO VITTIME E NELLO STESSO TEMPO COLPEVOLI, SIA QUANDO IL NARCISISMO LO AGIAMO SENZA PIENA COSCIENZA IN NEGATIVO E SIA QUANDO, SENZA PIENA COSCIENZA, LO SUBIAMO (E SIA QUANDO NON SI TRATTA DI NARCISISMO, MA DI ALTRO). LA PSICOLOGIA E’ UNA VIA PER RENDERCI PIU’ COSCIENTI… SOLO SE, CON COSCIENZA, CI COMPRENDIAMO VICENDEVOLMENTE, L’AMORE E LA PACE PREVARRANNO SULL’ODIO E SULLA GUERRA, NEI SENTIMENTI PERSONALI, COME NELLA SOCIETA’ E NEL MONDO INTERO.
Inoltre raccomando a chi si sente o crede di essere vittima di una relazione con dinamiche narcisistiche disturbanti o anche di altra natura di evitare di ‘bollare’ il partner ritenuto disturbante con etichette psichiatriche a scopo di ferirlo e di offenderlo. Ricordatevi che quando si soffre per amore si è portati ad accusare il partner anche di colpe che non ha, quindi è sbagliatissimo e pericoloso usare questo articolo per costruirsi un’immagine totalmente negativa del partner, senza poi voler vedere le proprie responsabilità. E’ vero che se il partner è un narcisista patologico o ha altro disturbo della capacità relazionale (ad es. borderline) è importante ‘diagnosticarlo’, rendersene conto, ma ciò deve servire ad una comprensione e a fare le giuste scelte, innanzitutto nel rispetto di se stessi, e non per questioni di rabbia o di vendetta, comprensibilissime, ma che poi si ritorcerebbero contro chi se ne è lasciato prendere. Inoltre le ‘diagnosi’ in senso psichiatrico possono farle solo ed esclusivamente gli specialisti. Qui, come in tanti articoli su internet o nei libri, ci si può informare per un primo orientamento, e quanto più questo orientamento sembra plausibile, tanto più va verificato con uno specialista. E questo vale sia se ci si considera feriti da un partner problematico e sia se ci si riconosce come portatori di un qualche di sturbo – E IN MODO PARTICOLARE SE CI SI SENTE INGIUSTAMENTE ACCUSATI O BOLLATI COME VAMPIRI, NARCSISTI PATOLOGICI O QUANT’ALTRO DAL PARTNER O DA CHIUNQUE.
Qui si offrono informazioni e dibattito per individuare una cornice diagnostico/POETICA nella quale comprendere problematiche specifiche che vanno esaminate caso per caso, nella loro soggettività. Per cui la ‘cornice’ non è sufficiente per comprendere veramente il ‘dipinto’, essa serve per inquadrarlo, per dare quindi un punto di vista in chiave PSICO-MITOLOGICA (riferibile alla leggenda del vampiro e di altre figure negative che HANNO SOLO UN SENSO SIMBOLICO ED EVOCATIVO) ma poi per comprendere davvero, se stessi e l’altro, è necessario un esame approfondito capace di andare ben oltre le cornici e i punti di vista prefissati. Questo articolo e questo dibattito non deve costituire strumento per giudicare gli altri e attribuire loro colpe, ma semmai per comprenderli meglio e, senza mai dimenticare anche le proprie responsabilità – nelle ferite che si subiscono e che si infergono nelle relazioni affettive è essenziale ricordarsi il celebre monito di Cristo: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”.
Presentazione della ricerca.
Narcisismo patologico:
Un disturbo psichico che uccide l’amore.
La documentazione completa (della quale qui si offre una sintesi) si divide in quattro parti:
- Prima parte è di riflessione a riguardo dei manipolatori affettivi, bugiardi e opportunisti in amore (gli approfondimenti, specificati in seguito sono disponibili solo su richiesta, previo accordi).
- Seconda parte è fondamentale per il sostegno informativo psicologico delle cosiddette vittime (in senso figurato), ma qui non vengono considerate tali, bensì sono considerate persone che hanno subito, a vari livelli, un vero e proprio trauma (che io chiamo TdN Trauma da narcisismo) a causa di una relazione affettiva con partner che, inizialmente riescono ad apparire ‘normali’, ma che in realtà sono affetti da narcisismo patologico a da DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’, disturbo che li rende maligni, distruttivi e psichicamente patogeni (figurativamente ‘infetti’) verso la persona che disgraziatamente se ne è innamorata, non essendosi accorta della loro ipocrisia e delle loro manipolatorie finzioni seduttive. (gli approfondimenti specificati in seguito, sono disponibili solo su richiesta, previo accordi e chiarimenti personalizzati).
- Terza parte (qui non pubblicata) riguarda il libro TRAUMA DA NARCISISMO acquistabile on line https://www.lulu.com/product/a-copertina-morbida/trauma-da-narcisismo-nelle-relazioni-di-coppia/16129368 (visionabile in parte)
- Inoltre è disponibile un Test (Test TdN – Trauma da Narcisismo) che serve a capire meglio se effettivamente vi può essere un Trauma da Narcisismo e quale possa essere la sua entità. Si tratta di un test che va effettuato previo colloquio e con unsupporto per interpretare poi correttamente il risultato, perciò qui non è pubblicato. Chi vuole richiederlo può conttarmi e ricevere ulteriori chiarmenti (via e-mail o al telefono – vedi info e contatti nel blog) .
- Vi è poi una lista di argomenti di cui sono già pronti gli elaborati (qui non pubblicati) . Tale lista di argomenti serve come indicazione di massima al fine di sviluppare il dibattito in questo articolo del blog nel modo più ampio e completo, pubblicando testimonianze e pareri su questioni specifiche ai quali cercherò di rispondere entro una tempistica il più possibile breve (considerando che le mie risposte saranno di carattere generico, seppure derivate dalle mie competenze specialistiche).
- Quarta parte (qui non disponibile, ma richiedibile in forma personalizzata) consiste in un’ introduzione ad una diagnosi e ad una terapia detraumatizzante e ad una successiva psicoterapia in termini junghiani, che trascende dalle etichette di stampo psichiatrico. La base terapeutica per il TdN consiste nell’aiutare la persona traumatizzata a ‘farsi una ragione’ di ciò che le è accaduto, affinché vi sia un’elaborazione del male subito dal partner, cioè della ‘violenza psicologica’ subita nell’ambito di una relazione affettiva (questa parte non può essere pubblicata on line in quanto va data solo a chi la richiede, in seguito ad un colloquio. Un conto è avere un quadro generale, e qui lo si potrà avere, ma un altro conto è avere un’assistenza personalizzata. Informazioni terapeutiche date senza chiarimenti e specificazioni personalizzate possono avere effetti nocivi e dare luogo a convinzioni errate e dannose).
- Vedi pagina info https://www.albedoimagination.com/contatti/:
Informazioni e consulenza psicologica – Psicoterapia). - Si veda anche l’articolo in questo blog IL NARCISISTA BRAVO https://www.albedoimagination.com/2012/03/il-narcisista-bravo/ alla fine dell’articolo un’esposizione di Pier Pietro Brunelli sul tema della – Violenza Psicologica nelle relazioni amorose – – inoltre inserendo parole nel riquadro ricerca come ‘narcisismo’, ‘ferita narcistica’ ‘autostima’ ecc. compariranno altri articoli specifici.
PARTECIPATE CON I VOSTRI COMMENTI E TESTIMONIANZE , SONO UN’IMPORTANTE CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA’ E CONSAPEVOLEZZA CHE SARA’ DI AIUTO A VOI E AD ALTRI… QUANDO SI INCOMINCIA A PENSARE AGLI ‘ALTRI’, OLTRE CHE A SE STESSI, ALLORA SI E’ SU UNA BUONA STRADA DI RIEQUILIBRIO NARCISISTICO, SI INCOMINCIA AD USCIRE DALLA ‘VAMPIRIZZAZIONE’ AGITA O SUBITA, E SI SCEGLIE DI:
“AMARE IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO” (questa è la via per la ‘Guarigione’!)
Il lettore che vorrà leggere e partecipare al blog sappia sin d’ora che tutti i commenti e le repliche sono importanti per comprendere, ed in tal senso possono essere di aiuto. Si tratta di una ‘ricerca a scopo diagnostico e terapeutico’ che è anche un ‘working progress’ su una tematica assai delicata che investe il tema della sofferenza amorosa entro una sua particolare tragicità e patologicità: il Narcisismo e le sue conseguenze patogene e traumatizzanti. Ciò richiede una partecipzione e una lettura non superficiali ed offre a ciascuno la possibilità di dare una testimonianza o un parere che, seppure a diversi livelli di competenza e di esperienza, può donare un prezioso contributo.
PRIMA PARTE
In qualità di PSICOTERAPEUTA, ma anche perché ho avuto la disgrazia di imbattermi con una di queste persone ‘disturbate e disturbanti’ ed ho sperimentato sulla mia pelle, con danni morali e materiali notevolissimi, quanto questa persona fosse bugiarda infida e ipocrita, sicuramente l’essere più falso e diabolico che io abbia mai conosciuto in tutta la mia vita . Questa persona si è iscritta su un social network alla CAUSA per la sincerità, addirittura ne ha fatto il suo slogan per presentarsi nelle sue apparizioni on line (chat, forum, ecc.) e nella vita quotidiana. Infatti i bugiardi patologici la prima cosa che fanno per poter ‘esercitare’ con maggior astuzia è quella di dichiararsi sostentori assoluti della sincerità e dei suoi valori. Si tratta di persone severamente malate nella sfera dell’affettività, anche se appaiono normali in superficie e il loro disturbo può provocare gravisime conseguenze a chi ne è legato affettivamente. Qui in particolare ci occupiamo di come nel legame affettivo nella coppia il DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’ (DNP) di un partner possa recare una serie sindrome traumatica all’altro partner che ne è vittima. Le persone affette da DNP non hanno quasi alcuna consapevolezza della loro malattia, ad esempio credono che mentire sia giusto al fine di salvaguardare il proprio ego ed ottenere vantaggi, fino al punto di danneggiare gravemente chi è a loro legato affettivamente con comportamenti spietatamente manipolatori, mendaci ed ipocriti. Mentono con una capacità attoriale da premio Oscar, tanto da apparire sinceri al più attento osservatore. MA E’COME SE MENTISSERO ANCHE A SE STESSI, AUTOINGANNADOSI IN CERTI CASI, FINO AD ESSERE CONVINTI DI ESSERE NEL GIUSTO E PERFINO SINCERI – basti questo per capire che non li si può condannare come persone puramente cattive o malefiche, ma come persone che hanno problemi nell’area ell’affettività. Certo poi ciò può provocare molti dolori nel partner, e noi qui ci occupiamo essenzialmente di come arginare questi dolori, offrendo interpretazion simboliche FORTI, ma simboliche, affinché con l’immaginazione e la ragione, ci si possa meglio liberare da relazioni distruttive e – badate bene – nell’interesse e per la salute di entrambi i partner. D’altra parte quando in una coppia ci sono tensioni fortissime si può ricorrere alla TERAPIA DI COPPIA, ma se da parte di uno dei due partner c’è un rifiuto, ciascuno deve elaborare per conto suo i motivi di una separazione o di una perdita.
RACCOMANDO LA SEGUENTE AVVERTENZA: va detto che tutti gli esseri umani possono essere portati a mentire e lo fanno, ma lo scopo del mentire è differente da quello dei bugiardi/manipolatori patologici e non è così perpetuato. Si può mentire nel tentativo di difendersi, di non far apparire un’amara verità, oppure perché si è confusi, si hanno timori, si ha la coscienza sporca, e questo è il caso dei mentitori ‘normali’… e “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Inoltre più si prova dispiacere e senso di colp per aver manipolato o mentito e più vuol dire che il proprio narcisismo è abbastanza sano e non è patologico. Invece i mentitori affetti da DNP, quelli patologici, non provano senso di colpa, e mantono lo fanno con la precisa intenzione ‘semiconscia’ di manipolare l’altro, per ‘succhiargli il sangue’, per ottenere benefici per sé, incuranti di danneggiare l’altro, di sfruttarlo (IN VERITA’ NON SONO DEI VERI E PROPRI CATTIVI, MA HANNO UN DISTURBO PSICHICO PER CUI NON SI RENDONO PIENAMENTE CONTO DI ESSERE POSSEDUTI DALLA CATTIVERIA – vedi ‘Avvertenza importante di base nell’introduzione). Costoro sono convinti che l’altro vada trattato così, in quanto invidiano l’altro, invidiano la sua capacità di amare, che loro non hanno, e quindi credono sia giusto raggirarlo e ferirlo per mettere in atto una sorta di ‘rivalsa sul mondo’, affinché ottengano quello che secondo loro gli spetta e che perciò va ottenuto anche con la frode, l’ipocrisia, la menzogna perpetuata, avente pure l’obiettivo di procurare un danno e incutere sofferenza. Perciò, mi raccomando, se dite delle bugie, o vi trovate in una condizione confusa, per cui vostro malgrado state recitando un copione, ma vi dispiace di farlo, vi sentite anche in colpa, allora non dovete immedesimarvi in alcun modo con il soggetto patologico di cui ci stiamo occupando, e cioè nello specifico il soggetto affetto da DNP (narcisismo patologico divenuto struttura caratteriale), che con diversi gradi di malignità mente per una strategia manipolatoria volta a sfruttare l’altro ed anche a distruggerlo psicologicamente (questo chiarimento era necessario altrimenti alcuni lettori potrebbero fraintendere e sentirsi erroneamente messi in causa, sul banco degli imputati: no, gli imputati di cui ci stiamo occupando sono tutt’altri, potremmo definirli: ‘criminali del cuore’, per usare una metafora pseudo giudiziaria, oppure ‘vampiri’ nel senso della legenda).
Avvertenza: differenze tra disfunzionalità ‘normali’ della coppia recanti ‘pene d’amore’ e relazioni affettive francamente patologiche, dovute principalmente ad un partner con DNP o altro disturbo.
Quindi, specifichiamo meglio, per evitare sin da ora fraintendimenti: anche gli amori più belli possono finire e ciò può generare grandissime sofferenze. Incomprensioni e delusioni amorose generano sofferenze, equivoci, nonché comportamenti ‘cattivi’ o errati. Inoltre se si viene abbandonati, accade spesso che l’abbandonato proietti sul partner abbandonante colpe e cattiverie molto superiori a quelle che ha. Lasciare una persona, o avere con essa una relazione affettiva problematica, non significa essere per forza cattivi. Quindi invito lettrici e lettori, partecipanti e non, a non interpretare le informazioni qui riportate nel senso del ‘vittimismo generalizzato‘. Capita, per moltissime ragioni che l’amore generi conflitti dolorosi e che strade, che prima erano unite, si dividano, e a quel punto può succedere anche di farsi reciprocamente del male, per rabbia, nervosismo, incapacità di sostenere il dialogo, rivalsa, ecc. … Ma qui non ci stiamo occupando di queste situazioni che, pur generando grande sofferenza, sono relativamente normali, oppure che hanno una inclinazione patologica, ma che non sono riportabili alla specificità della relazione patologica a sfondo narcisistico.
LA PAROLA ‘VITTIMA’ (adoperata ad esempio negli USA – Narcissism victime Syndrome – o in alcuni forum – dovrebbe intendersi solo in SENSO FIGURATO. QUI SI PROPONE INVECE DI NON ENTRARE NEL ‘VITTIMISMO’, MA DI CONSIDERARSI COME PERSONE CHE HANNO SUBITO UN TRAUMA PSICOLOGICO A CAUSA DI UNA RELAZIONE CON UN PARTNER NARCISISTA PATOLOGICO
Qui ci occupiamo di una relazione a sfondo narcisistico, nella quale il narcisista patologico, a diversi livelli di patologicità, esercita una finzione e un’ambivalenza quasi costanti allo scopo di manipolare, sfruttare e ferire psicologicamente una persona che è riuscita a sedurre. Si tratta di meccanismi distruttivi parzialmente inconsci, agiti senza piena consapevolezza, che purtroppo possono emergere anche nelle relazioni affettive relativamente normali, o affette da altre problematiche, tuttavia quando caratterizzano la relazione in modo costitutivo, continuativo, esacerbato e conclamato, danno luogo ad una tipica relazione distruttiva a sfondo narcisistico.
Quindi nel leggere questa ricerca bisogna cercare di capire che, un conto è essere vittime dell’amore (delusione amorosa), un conto è essere vittime di un amore malato a causa di un partner con DNP, il quale – in modo semi-inconsapevole – ha generato una relazione subdola e stressante, fino al punto di provocare una sindrome traumatica da narcisismo (TdN) nell’altro partner. Questo in quadramento della patologia del partner patogeno e distrurbante è importante affinché se se ne viene traumatizzati si possa capire cosa è successo. Qui lettrici e lettori potranno ricavare informazioni per un inquadramento generale, in termini psicopatologici e psichiatrici, poi però questa ‘analisi del partner con DNP deve essere fatta su misura, cioè in modo specifico, in quanto ogni portatore di DNP è diverso da un altro pur proponendo comportamenti patologici riportabili ad una classificazione generale.
Solo in un secondo momento, dopo aver a fondo compreso la patologicità del partner, si arriverà a capire che questi è riuscito a sedurre e a manipolare approfittandosi di una ferita narcisistica che la vittima trascurava o non sapeva di avere (la ferita narcisistica consiste in una carenza o un disequilibrio d’amore verso se stessi). Anche qui ci troviamo di fronte a considerazioni utili per un inquadramento della situazione, ma poi ciascuno deve riuscire a comprendere la specificità della propria ‘storia’, da solo o con l’aiuto di uno psicoterapeuta… l’importante è avere la serenità e l’onestà di capire se ce la si fa da soli o se si ha bisogno di un sostegno e nella misura che si ritenga necessaria. Qui si propone un sostegno informativo, ma una consulenza psicologica vera e propria la si può ricevere solo se la si richiede, per cui l’informazione diventa personalizzata ed ovviamente ha un’altra efficacia.
L’importanza di un informazione psicologica per un quadro generale; capacità di elaborare considerazioni rispetto alla propria specifica situazione
In questo articolo troverete un elenco di questioni che sono state approfondite e che quindi possono perfezionare l’inquadramento del problema e di suoi specifici aspetti cruciali. Tuttavia si tratta di approfondimenti che per questioni realmente diagnostiche possono essere impiegate solo da specialisti. Il lettore non specialista deve considerare questo articolo a titolo informativo. Si può partecipare nei commenti per chiedere chiarimenti generali. Chi desidera un approfondimento dell propria situazione personale può eichiederlo con un colloquio (a nche via Skipe o al Telefono, o in studio a Milano, Roma e Genova) previo appuntamento e nel rispetto delle norme professionali, della psicoterapia. Si avverte che il ‘troppo approfondimento teorico’ e il ‘fai da te’ , può generare convinzioni sbagliate e talvolta anche pericolose. L’importanza di una informazione personalizzata è dunque sempre consigliabile per comprendere se effettivamente e come si è stati disturbati e traumatizzati da una relazione prevalentemente a sfondo narcisistico, o a causa di altre patologicità, ad esempio riferite ad una sfera prevalentemente borderline, o anche essenzialmente, come abbiamo detto sopra, perché purtroppo le pene d’amore nella vita sono quasi inevitabili per maturare e per imparare ad amare.
Differenze e concomitanze tra DNP e Disturbo Borderline
Altre precisazioni sul DNP
Nella scala dei disturbi psichiatrici i narcisisti patologici, bugiardi/manipolatori/distruttivi (DNP), vengono poco prima degli psicopatici, ovvero dei serial killer, cioè di quelle persone disturbate che oltre a mentire e a praticare violenza psicologica senza ‘senso di colpa, né di pietà’, commettono anche atti di estrema crudelta’ fisica. I bugiardi patologici narcisisti ovviamente non arrivano a tanto, ma con la loro violenza psicologica, pregna di atteggiamenti e comportamenti ingannevoli e manipolatori, possono – senza farsi il minimo scrupolo – generare immani sofferenze nelle loro vittime/prede (loro le credono tali) e in alcuni casi possono giungere ad istigare al suicidio.
Purtroppo capita sempre più spesso, data la cultura narcisistica in cui viviamo, di incontrare e conoscere persone con tale grave disturbo, aventi nuclei psicotici narcisisti, che li portano a mentire costanemente con obiettivi di spietato egoismo; essi si presentano con grande attorialità (“ipocrita”, nell’antica Grecia significava attore) e astuzia come persone buone, sincere, magari aventi una carenza affettiva o vittimismo che chiede rassicurazione… tutto ciò come copertura al fine di poter mentire e raggirare con maggior efficacia la vittima/preda sedotta. Perciò è molto difficile riconoscere i narcisisti patologici e si può facilmente diventarne vittima nelle relazioni di amicizia, di lavoro e, ancor di più, sentimentali (però poi è meglio non considerarsi vittima, ma persona che ha subito un torto o addirittura un trauma TdN).
L’attorialità del narcisista è diversa da quella dello psicopatico che finge di essere una persona normale, ma è consapevole di voler uccidere; il narcisista finge sul limite tra consapevolezza ed inconsapevolezza, lui/lei si identifica con il suo personaggio ‘super e speciale’ , ne viene posseduto, così agisce nel bene e nel male sentendosi nel giusto e con una strana e inquietante spontaneità. Non si rende conto di quanto sia ambivalente e manipolatoria la sua modalità di agire nel bene e nel male, pertanto la persona che vi è legata affettivamente non capisce con chi veramente ha a che fare… a mano a mano che lo scopre ne viene sempre più traumatizzata. Si tratta di un trauma della sfera affettiva molto forte, che nonostante l’evidenza, non riesce a far capire chiaramente la negatività del narcisista patologico verso il quale si sviluppa una spaventosa dipendenza affettiva: si sente di amare un ‘mostro’, il ché è ulteriormente traumatizzante.
Ogni narcisista patologico è diverso da un altro, per difendersi dai suoi comportamenti disturbanti è importante comprendere la sua specificità. Le informazioni fino a qui fornite danno un quadro generale, ma se si vuole approfondire la conoscenza di ‘quel narcisista patologico’ è indispensabile un colloquio, dove viene riportato un racconto il più possibile dettagliato circa i comportamenti ambigui del partner e della violenza psicologica subita. Ogni caso è diverso, anche se conviene almeno in quadrarlo in termini generali, sebbene poi va analizzato nello specifico.
(A tal fine vedi pagina info www.albedoimagination.com/contatti/)
httpv://www.youtube.com/watch?v=H30I_x0OgiU
Informazioni e consulenza psicologica – Psicoterapia).
Prima di passare alla seconda parte (sintesi), qui di seguito, due brevi brani di approfondimento a cura di altri autori:
MENTIRE L’AMORE
Secondo uno studio americano i narcisisti amano troppo se stessi per riuscire ad amare gli altri. Secondo uno studio statunitense, pubblicato sul “Journal of Personality and Social Psychology”, non sono in grado di mantenere relazioni sentimentali felici e durature. Per il “narciso”, l’amore è un gioco in cui fare sempre la “parte del leone”, in cui mantenere sempre il potere anche a costo di mentire, tradire e umiliare il partner.
La personalità narcisistica è poi risultata incompatibile con la possibilità di stabilire relazioni sentimentali soddisfacenti, durature e affettivamente importanti. Infatti, nonostante sia vero che per amare gli altri bisogna prima di tutto amare se stessi, i narcisisti, in realtà, non amano veramente se stessi ma si sopravvalutano continuamente, a spese di chi sta loro vicino.
Lo studio mette poi in guardia chi cerca un partner: “attenzione a non confondere il narcisismo con l’autostima”, perché l’autostima si concilia benissimo con la capacità di amare, il narcisismo implica necessariamente lo sfruttamento e l’umiliazione del partner. Certo, spesso i narcisisti sono estremamente affascinanti ma, alla “prova del cuore”, rivelano gradualmente la loro vera natura: egoisti, infedeli, manipolatori, prepotenti … (redazione di Staibene).
MANIPOLARE, OVVERO LA MENZOGNA STRATEGICA E PERPETUATA
Il manipolatore relazionale è un tipo di personalità patologica narcisista, egocentrica; un vampiro psico-affettivo che si nutre dell’essenza vitale delle sue prede. Critica, disprezza, colpevolizza, ricatta, ricordando agli altri i principi morali od il perseguimento della perfezione, ma questo solo quando gli torna utile. E per raggiungere i suoi scopi ricorre a raggiri, ragionamenti pseudo-logici che capovolgono le situazioni a suo proprio vantaggio. Spesso la sua comunicazione è paradossale: messaggi opposti in double bind, a cui è impossibile rispondere senza contraddirsi; oppure deforma il significato del discorso. Si auto-commisera, si deresponsabilizza, non formula richieste esplicite e chiare. Eppure non tollera i rifiuti, vuol sempre avere l’ultima parola per trarre le sue conclusioni, pur non condivise. Muta opinioni e decisioni. Soprattutto mente, insinua sospetti, riferisce malintesi . Simula somatizzazioni ed autosvalutazioni, ma dimostra sostanzialmente disinteresse affettivo.
Si tratta, insomma, di personalità disturbate e disturbanti, con cui ci si può legare sentimentalmente per venire immancabilmente destabilizzati dalla loro perfida influenza (Giuseppe M. S. Ierace).
Vedi:
Nazare-Aga, I. La manipolazione affettiva, Castelvecchi, Roma, 2008
Hirigoyen, M.-F. Molestie morali. La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro, (Le harcèlement moral, Syros, Parigi 1994), Einaudi, Torino, 2000
httpv://www.youtube.com/watch?v=_k1mRlY-fjY
Per consulti (anche telefonici) scrivi a Pietro.Brunelli@fastwebnet.it (telefono orario lavorativo 3391472230).
PRIMA DI LEGGERE TESTIMONIANZE E COMMENTI E, SE VOLETE, DI PARTECIPARE SCRIVENDO VOSTRE OSSERVAZIONI E ULTERIORI TESTIMONIANZE, VI PREGO DI LEGGERE La SINTESI DELLA ‘SECONDA PARTE’, AVENTE IMPORTANTI CONSIDERAZIONI DIAGNOSTICHE PER COMPRENDERE IL TRAUMA DELLE VITTIME DI PARTNER OPPORTUNISTI, BUGIARDI, MANIPOLATORI – ovvero partner che – in termini di ‘spiegazione psichiatrica’, possiamo considerare come affetti da DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’ (DNP) , ma che nei termini della psicologia di orientamento junghiano possiamo ‘comprendere’ in quanto persone pervase dal loro ‘lato oscuro’ – l’OMBRA – una parte dell’inconscio presente in tutti gli esseri umani, e che in determinate condizioni può dare luogo a modi di essere e di fare negativi e maligni, per gli altri ed anche per se stessi – ciò è qui solo accennato ed è contenuto nella quarta parte di questa ricerca, parte che non è pubblicata (affinché non generi equivoci) è possa essere fornita in modo personalizzato e su richiesta questi approfondimenti terapeutici sono disponibili solo su richiesta, in forma generica o personbalizzata, previo accordi e chiarimenti).
SECONDA PARTE
IL TRAUMA DA NARCISISMO (TdN)
I narcisisti patologici: Vampiri psicoaffettivi traumatizzanti
Tutti i narcisisti patologici sono più o meno maligni a seconda della situazione, basti dire che si approfittano dell’amore altrui a scopo egoistico e manipolatorio. Tuttavia bisogna capire che sono semi-inconsapevoli della propria malignità — si veda la Importante avvertenza di base nell’introduzione. Tutti possiamo agire in modo negativo, talvolta anche deliberatamente, però nella misura in cui proviamo senso di colpa e poi anche il pentimento, non siamo affetti da narcisismo patologico (può darsi che abbiamo altri problemi, o che semplicemente abbiamo agito male). Come ha dimostrato Winnicott la base istintuale, prima ancora che culturale, per uno sviluppo individuale ed equilibrato dell’essere umano è nella capacità di provare ‘senso di colpa’ . I narcisisti sono tanto più patologici (maligni) nella misura in cui non provano senso di colpa e quindi per nutrire il proprio egoismo, giungono all’invidia, alla manipolazione e all’odio (in modo particolarmente assurdo verso chi li ama e ne ha fiducia). Voglio però ricordare che ci sono patologie o complessi ove il senso di colpa è percepito in modo esagerato oppure ingiustamente auto-accusatorio, quindi provare un senso di colpa ‘sbagliato’ non è indice di un buon equilibrio, ma è indice che il proprio disequilibrio non è di carattere narcisista.
Secondo diverse ricerche, nella maggioranza dei casi i narcisisti patologici sono uomini (per cui le vittime sono maggiormente le donne), ma quando si tratta di donne, il disturbo può diventare più subdolo e maligno (probabilmente perche le donne gravemente narcisiste covano un’invidia e una rabbia vendicativa maggiore per via dei retaggi di una tradizione penalizzante per il femminile ). Tuttavia, che si tratti di uomini o di donne, esistono tipologie particolarmente maligne di narcisismo patologico, seriamente disturbante e traumatizzante per il partner. La cattiveria semi-consapevole che caratterizza questa patologia si abbatte in modo particolare sui partner, in quanto i narcisisti patologici hanno inconsciamente nella mente la diabolica idea di doversi poter vendicare su qualcuno che attraverso l’innamoramento è caduto sotto il loro dominio, e il loro bisogno di vendetta è dovuto al fatto che credono di essere stati svalorizzati e sminuiti dalla famigli e dal mondo in generale, sentono che la vita gli fa subire torti enormi che li rendono deboli e insicuri, perciò devono farla pagare a qualcuno. Il narcisista patologico la fa pagare psichicamente alle persone che hanno la disgrazia di innamorarsene, producendole continui ‘microtraumi’ fino a provocarle una vera e propria sindrome traumatica dagli esiti che possono essere gravi e persino fatali. Invece lo psicopatico, il serial killer’ , cova anche lui/lei una forte invidia primaria, e allora ha bisogno di vendicarsi, ma a differenza del narcisista adopera la violenza fisica e nei confronti di persone che, spesso, sono ritenute appartenenti ad una certa categoria. Raramente i narcisisti richiedono di essere curati (se dovesse chiederlo è buon segno), a meno che una profonda crisi dovuta ad un lutto o ad una disgrazia non li porti ad uno stato di depressione che li costringe ad una terapia. Ma ad un certo punto la malattia evolve, in genere intorno alla terza età, sviluppando disturbi di tipo schizoide, bipolari e ansioso depressivi che costringono il narcisista a doversi curare anche se poi si possono tuttalpiù contenere i sintomi. Bisogna quindi pensare che queste persone, che a causa del loro disturbo hanno fatto molta male nella vita affettiva la pagheranno molto cara, (a meno che non riescano ad impegnarsi, per necessità o per illuminazione, in un cammino di guarigione, lungo e difficile, che passa necessariamente attraverso il riconoscimento dei danni inflitti al loro prossimo e quindi nel volersi scusare in modo sentito, profondo e sincero — cosa però, estremamente improbabile).La malattia dei narcisisti patologici fa ammalare chi intrattiene con loro relazioni affettive, nella coppia, nella famiglia e nell’amicizia. Ho quindi proposto di chiamare con il nome di TRAUMA DA NARCISISMO (TdN) l’effetto traumatizzante della relazione affettiva con un narcisista patologico. Non si tratta solo di dare un nome ad una sindrome (peraltro riconosciuta, anche se non molto esplorata), ma di inquadrare una nuova diagnosi al fine di poter procedere per una corretta terapia.
L’immaginario popolare, ripreso da artisti, letterati e registi rappresenta i narcisisti maligni come vampiri, i quali desiderano il sangue di persone sane, e l’ottengono approfittandosi delle tenebre, vale a dire di una relativa cecità della vittima dovuta ad uno stato di innamoramento indotto in modo seduttivo e manipolatorio. Le vittime/prede dei narcisisti patologici che subiscono il TdN (Trauma da Narcisismo) possono essere comprese figurativamente nel senso di essere state ‘vampirizzate’ da un ‘vampiro psicoaffettivo’.
I narcisisti patologici adoperano quindi deliberatamente la sessualità, ma anche la falsa e artata tenerezza, per far cadere la vittima/preda in uno stato di intorpidimento della consapevolezza, per conquistarne la fiducia e l’amore (che appunto e cieco) al fine di nutrirsene per scopo egoistico.
Al narcisista patologico piace immensamente sedurre, quindi adopera ogni suo talento per riuscirci, e ci riesce proprio in quanto è capace , inizialmente, di assumere le sembianze del ‘sogno d’amore’ della vittima… sogno che poi diverrà un incubo. Inoltre il narcisista patologico, non potendo amare normalmente è invidioso della capacità del partner di amare, a tal punto da volerlo distruggere, logorandolo sottilmente e arrivando in certi casi ad indurlo all’autolesionismo e al suicidio. Molti testi psichiatrici considerano il DNP (Disturbo narcisistico di personalità) come un grave disordine mentale che mira a generare la pazzia negli altri (è qualcosa di satanico che soltanto le vittime possono comprendere in tutto il suo orrore).
I narcisisti più maligni nell’ambito della relazione affettiva diventano spesso rabbiosi (senza un chiaro motivo) non piangono mai o quasi mai, inoltre umiliano sadicamente il partner con molteplici modalità, specialmente quando la relazione si sta ultimando, allo scopo di distruggerlo moralmente. Come narra il mito di Narciso, il quale istigava i suoi ex-amanti al suicidio, purtroppo il narcisista maligno può giungere anche a questo. La malignità si puo’ esprimere anche attraverso denunce alla polizia per il solo fatto che il partner chiede una spiegazione. Inoltre la malignità si esprime anche attraverso la diffamazione del partner presso amici e anche persone che il partner-vittima non conosce. Le vittime/prede di un narcisista è come se fossero state contagiate da un virus psichico trasmesso per via erotico/sessuale (anche se il paragone può considerarsi tragicamente infelice, in quanto chi è colpito da una malattia virale trasmissibile sessualmente ed applica ogni cautela può essere di certo meritevole di grande amore, ma chi trae godimento nel suo narcisismo patologico nel manipolare e violentare psicologicamente la persona che lo ama, infettandole veleno psichico, certamente NO). Quindi è come se le persone traumatizzate da un narcisista patologico fossero entrate in contatto con un potente veleno, ad esempio l’amianto, o scorie radioattive, e quindi sono intossicate. Le persone infettate/intossicate da un narcisista cattivo e distruttivo attraverso una relazione affettiva manipolatoria, perdono le loro difese immunitarie nei loro punti deboli, per cui i loro problemi o le loro debolezze, a livello psicologico e umano, si acuiscono pericolosamente. Vi è poi un forte crollo dell’autostima per cui ci si sente brutti, incapaci, insicuri in quanto appare inconcepibile di essere stati trattati con tanta violenza psicologica dalla persona amata. Si viene invasati da una sorta di ‘delirio di rovina’ che fa sentire perduti, senza più speranze, senza più un senso nella vita, con la morte nel cuore.
Dunque, quando parliamo di un narcisista patologico è chiaro di chi stiamo parlando? con chi abbiamo avuto a che fare? Signore e Signori, come si dice comunemente, stiamo parlando di UN PAZZO/A! (di certo nell’ambito dell’affettività), ne siamo stati infettati; non ci resta che curarci con pazienza e amore di se stessi. La pazzia non è da intendere solo come l’essere fuori dalla realtà, ma anche nelle sue forme lucide, che non alterano le funzioni cognitive o l’esame di realtà, ma che sono comunque pericolose per sé e per gli altri. Uno psicopatico serial killer, nella vita di tutti i giorni, sembra una persona assolutamente normale. Un narcisista di tipo maligno si differenzia dallo psicopatico perché non uccide, non esercita violenza diretta, ma comunque attua comportamenti volti a danneggiare tutti coloro che per errore si fidano di loro, nell’amore, nell’amicizia, nelle relazioni parentali. Si tratta quindi veramente di una forma di pazzia, la quale ha il potere di far impazzire chi ne viene ingenuamente a contatto. Inoltre chi ne può venire a contatto non è assolutamente detto che sia un ‘ingenuone’ in quanto i narcisisti come gli psicopatici sono così subdoli che spesso non vengono riconosciuti neppure dagli psicoterapeuti e dagli psichiatrici (se non dopo attentissime osservazioni). Tuttavia va detto ancor una volta che le persone più soggette e predisposte ad essere ‘infettate’ dal narcisismo patologico sono quelle con una ‘ferita narcisistica’ la quale fa sì che esse abbiano meno anticorpi psichici, e quindi meno capacità di salvaguardarsi in tempo, nonché di reagire per guarire. Ciò le rende pericolosamente vulnerabili alla traumatizzazione da narcisismo patologico la quale va ad infettare una ferita preesistente, occulta e non curata. Se una ferita si infetta c’è il rischio che l’infezione si espanda a tutto l’organismo. In genere, restando nella metafora della salute corporea, quando una ferita si infetta, gli anticorpi provvedono ad arginare l’infezione in modo piuttosto spontaneo, ma se la ferita è troppo profonda, gli anticorpi non bastano, bisogna disinfettarla e poi suturarla con dei punti. Se poi gli anticorpi sono indeboliti anche una ferita superficiale può diventare pericolosa.
L’infezione psichica trasmessa dal narcisismo patologico ha due effetti devastanti: dilata e approfondisce la ferita e depotenzia e disorienta gli anticorpi, cioè il sistema immunitario ; tuttavia le persone traumatizzate da narcisismo patologico non si spaventino, le cure ci sono e sono efficaci, ma necessitano di un loro impegno, di una loro volontà di curarsi. Soprattutto è importante, al fine di attivare correttamente gli ‘anticorpi psichici’ di capire che il partner narcisista introiettato (vissuto dentro di sé) è un ‘oggetto idealizzato’ malato. Ecco perché un informazione corretta può essere considerata l’avvio ad una terapia. Solo se si ha coscienza, se si è informati, la psiche può reagire -anticorpi — verso il disturbo/malattia, altrimenti se si è nel TdN, gli anticorpi (sempre in senso figurato) agiscono in modo errato, o contro se stessi, o contro altri (anche persone vicine, amiche o terapeuti) e poi anche contro il partner narcisista patologico in carne ed ossa (in quanto ci si dimentica, o non si vuole accettare che questi è una persona davvero disturbata).
Differenze e concomitanze tra Trauma abbandonico e Trauma da Narcisismo
La sintomatologia della vittima – che io definisco come colpita da TRAUMA DA NARCISISMO (TdN) – può dare luogo ad una sindrome più o meno grave e va curata onde evitare peggioramenti. Va detto che quando si viene abbandonati si può subire un TRAUMA ABBANDONICO di maggiore o minore intensità, che è già di per sé assai doloroso e sconvolgente, ma se a questo si aggiunge il TdN – TRAUMA DA NARCISISMO – la situazione diventa ancora più grave, in quanto il partner narcisista, oltre ad abbandonare, mira a distruggere, umiliare, ferire, offendere il partner che viene abbandonato. Quest’ultimo, cioè la vittima del narcisista, può sviluppare una vera e propria sindrome traumatica specifica, che negli Stati Uniti è stata già evidenziata da qualche anno, ma che in Italia non è ancora chiara (vedi: Narcissism Victim Syndrome, A new — https://samvak.tripod.com/npdglance.html). In pratica si pensa soltanto ad un trauma abbandonico – esasperatosi per problematiche soggiacenti nella vittima – e non si riesce a capire che in tal modo la vittima viene incompresa e ferita, in quanto non si riesce a diagnosticare che essa ha subito qualcosa di assai peggiore, un TdN, appunto (e ciò a prescindere dalle sue eventuali problematiche psicologiche).
Purtroppo, le persone violentate nell’anima e traumatizzate dal narcisismo patologico, hanno una ferita nascosta e non curata nel proprio narcisismo (ferita narcisistica) cioè una carenza nella qualità e nella capacità di amare se stesse, carenza della quale non sono consapevoli. A causa di questa carenza affettiva verso di sé, le vittime sono propense a innamorarsi in modo assai cieco e idealizzante, ed in un certo senso restano costantemente innamorate del partner senza riuscire a passare allo stadio del ‘voler bene’, cioè senza riuscire a conoscere e ad accettare in modo critico e correttamente difensivo le parti negative e conflittuali dell’altro. Quando si ha una ferita narcisistica occulta si è più esposti in generale alle pene d’amore, ma in modo particolare si diventa più facilmente vittima dei narcisisti patologici. Si immaginino costoro come iene o come squali che hanno una fortissima capacità di fiutare il sangue e di aggredire altri animali sanguinanti, inclusi gli umani. Ecco, allora che la ferita narcisistica sanguina e il narcisista patologico, immaginabile come un vampiro succhiasangue, individua una preda assai appetibile, in quanto più facilmente manipolabile e sfruttabile (dissanguabile). Allora è vero che le vittime sono persone buone ed equilibrate nella loro capacità di dare e di ricevere amore, ma purtroppo hanno una ferita occulta che non gli permette di ‘autoamarsi’ (autostima) in modo sufficientemente equilibrato. Ecco quindi che la persona traumatizzata da narcisismo patologico va prima aiutata a superare il trauma, ma poi deve essere aiutata anche a sanare la sua ferita, la quale non è stata provocata dal vampiro, in quanto c’era già prima, al vampiro è servita come punto debole su cui agire, traendone metaforicamente sangue, cioè vitalità, energia, a scopo manipolatorio e mortificante.Nella pratica clinica e nella mia esperienza personale ho avuto modo di rilevare uno specifico TdN, e cioè un TRAUMA DA NARCISISMO, avente una sintomatologia simile al DPTS (il Disturbo Post Traumatico da Stress) che lasciava i militari reduci del Vietnam per tutta la vita destabilizzati), che richiede cure, solidarietà, comprensione. IL DPTS provoca una sindrome post-traumatica, l’incapacità di riprendersi da un trauma (con conseguenze purtroppo molto destabilizzanti e a lungo termine), dovuto soprattutto alla paura verso eventi violenti e catastrofici per la propria vita o di persone care, o anche di altri esseri umani. Invece il Trauma da Narcisismo agisce sulla sfera affettiva, la più sensibile dell’esperienza umana; consiste in un perpetuarsi del Trauma abbandonico, che nelle relzioni disturbate dal narcisismo patologico si percepisce anche durante una relazione affettiva come continua ‘minaccia abbandonica’ alla quale segue uno shock finale, o numerosi devastanti ‘tira e molla’, che destabilizzano l’equilibrio affettivo ed erotico.
Si subisce una mortificazione interiore dell’amore… solo chi ha esperito questa tragica sensazione sa quanto è grande il dolore, il pericolo, la solitudine, l’’incomprensione colpevole e incolpevole degli altri, l’ansia, la depressione, la vergogna, le idee di fuga o suicide, il tentativo di calmarsi con psicofarmaci, alcol, droghe, l’autolesionismo, la paura di impazzire, il senso di ‘morte vivente’…VERSO UNA GUARIGIONE… Se il TRAUMA DA NARCISISMO viene curato e compreso, le ferite si cicatrizzano, resta il segno, ma diventa anche un segno di forza e di conoscenza.
Le informazioni in questo blog possono aiutarvi a capire, se desiderate ulteriori informazioni potrete riceverle solo previo colloquio e accordi in quanto vanno personalizzate per il vostro specifico caso, altrimenti potrebbero essere interpretate in modo non corretto, in quanto quando si è sotto l’effetto di un trauma è facile sbagliarsi (e questo bisogna cercare di evitarlo).
Raccomando alle vittime da TdN di non cadere nell’abuso degli psicofarmaci (o di altro: alcol, fumo, droghe), di chiedere aiuto a persone veramente amiche, capaci di comprendere a fondo (che purtroppo non sempre si trovano e che soprattutto non credano che si tratta di un ‘semplice’ mal d’amore, cioè di un trauma abbandonico ‘esagerato’). Raccomando inoltre di non buttarsi tra le braccia di chiunque credendo di poter risolvere il trauma in tal modo, e neppure di intraprendere lunghi viaggi da soli o tentare drastici cambiamenti di vita, come fuga reattiva nel tentativo di fuggire al trauma. Datevi tempo e seguite tutti i consigli che più vi sembrano adatti a voi con l’obiettivo primario di de-traumatizzarvi. Vanno bene tutte le tecniche di rilassamento, le attività espressive e ricreative, allo scopo di esprimere creativamente la propria sofferenza e di distrarsi in modo sano. Ricordatevi sempre che l’effetto del trauma è quello di far apparire la vita completamente distrutta, di sentirsi lordati nell’anima da una potenza malefica, MA NON E’ COSI’. Inoltre informatevi, in quanto è importantissimo per superare il trauma riuscire a comprendere ledinamiche di coppia a sfondo narcisistico. E poi ricordatevi che esistono varie forme di intervento deutramatizzante e psicoterapeutico, che possono essere su misura per voi (questo articolo/forum, nonché auto-aiuto, ha lo scopo di informare a livello generale anche su tali tecniche, ma trattandosi di questioni strettamente personali una consulenza o una assistenza psicologica personalizzata può essere data solo attraverso colloqui diretti e la creazione di un’alleanza terapeutica con il terapeuta particolarmente centrata sull’empatia, la solidarietà e la comprensione e il rispetto per la vostra pazienza, impegno e coraggio di voler superare il TdN).
A mano a mano che si guarisce si comprende di come la propria conoscenza della vita sia aumentata, di come ci si senta più indipendenti e più sensibili alle sofferenze altrui, di come sia importante un amore vero ed equilibrato, raggiungibile solo se prima si raggiunge una buona comprensione di se stessi e si impara ad accettarsi per come si è ed a volersi bene. Il Trauma da Narcisismo può dunque diventare un’occasione per rivelare, accettare e curare la ferita narcisistica della quale non si era consapevoli e che era, già prima, una fonte di turbamento e di negatività. Allora l’incubo passerà, il ‘mostro semi-inconsapevole’ (vedi: ‘Avvertenza importante di base’ nell’introduzione) reale e interiorizzato, non potrà più farvi alcun male, il male che vi ha fatto servirà per curare ferite sanguinanti che non sapevate di avere e che avevate ancor prima di subirne la violenza, ed è così che nascerà in voi un processo di trasformazione positiva e, davanti a voi, ci sarà davvero la prospettiva di una vita migliore…
ARGOMENTI consigliati per i quali si può richiedere approfondimento generalizzato e/o personalizzato o per poter meglio sviluppare un dibattito sul blog attraverso testimonianze e pareri:
- IL PROCESSO TRAUMATIZZANTE DA NARCISISMO – COME ESORDISCE, COME SI ACUISCE, QUALI SINTOMI E DANNI PROVOCA E COME SI PUO’ CURARE
- PERCHE’ PER SUPERARE IL TRAUMA (TdN) E’ IMPORTANTE STUDIARE LA MALATTIA DEL NARCISISTA PATOLOGICO CHE LO HA PROVOCATO
- IN CHE MODO IL NARCISISTA PATOLOGICO PUO’ FARE IMPAZZIRE L’ALTRO
- LA RECITAZIONE ‘QUASI SPONTANEA’ DEL NARCISISTA PATOLOGICO
- PERCHE’ L’AMBIVALENZA DEL NARCISISTA PATOLOGICO
- PERCHE’ SI CEDE ALLA SEDUZIONE DEI NARCISISTI PATOLOGICI
- IL MASCHILE E IL FEMMINILE NEL NARCISISMO PATOLOGICO
- LA SESSUALITA’ DEL NARCISISTA PATOLOGICO
- DNP e SFRUTTAMENTO E DANNEGGIAMENTO DEL PARTNER
- LA FERITA NARCISISTA DELLA PERSONA TRAUMATIZZATA DA TdN
- LA CATTIVERIA DEL NARCISISTA PATOLOGICO
- CRUDELTA’MENTALE, VIOLENZA PSICOLOGICA DEL NARCISISTA PATOLOGICO CHE VIOLENTA L’ANIMA DEL PARTNER
- IL LATO BUONO DEL NARCISISTA PATOLOGICO (… è quello che ti frega!).
- IL NARCISISTA PATOLOGICO NEL SOGNO/INCUBO DEL PARTNER TRAUMATIZZATO
- IL NARCISISTA PATOLOGICO INTROIETTATO DENTRO LA PERSONA TRAUMATIZZATA
- I NARCISISTI PATOLOGICI NELLA LETTERATURA E NEL CINEMA
- PERCHE’ LA PERSONA TRAUMATIZZATA NON E’ PROPRIO UNA VITTIMA
- PERCHE’ IL NARCISISTA PATOLOGICO APPARE SPESSO BUONO AGLI ALTRI
- COME ARGINARE LA GELOSIA TORMENTOSA VERSO IL PARTNER NARCISISTA PATOLOGICO, DURANTE LA RELAZIONE E DOPO LA ROTTURA
- COME RECUPERARE LA PROPRIA AUTOSTIMA DEVASTATA DA UN PARTNER CON DNP
- SOVRAPPOSIZIONI TRA NARCISISMO PATOLOGICO E BORDERLINE
- QUALE CURA PER I NARCISISTI PATOLOGICI ?
- COME AIUTARE I NARCISISTI PATOLOGICI
- IL NARCISISTA PATOLOGICO E’ SULLA VIA DI GUARIGIONE QUANDO CHIEDE SINCERAMENTE SCUSA (rarissimo)
- COME CONFRONTARSI CON I NARCISISTI PATOLOGICI ALL’INTERNO DI UNA RELAZIONE CHE SI INTENDE CONTINUARE
- PER QUALI RAGIONI IL/LA NARCISISTA PATOLOGICO TIENE IL PARTNER SOTTO MINACCIA ABBANDONICA E ATTUA SPESSO
- PERCHE’ IL PARTNER CON DNP TRADISCE (Cosa cerca in particolare nel tradimento)?
- PERCHE’ IL PARTNER CON DNP TENDE A CALUNNIARE E A DIFFAMARE LA PERSONA CHE LO AMA, NASCOSTAMENTE, DURANTE E DOPO LA RELAZIONE?
- PERCHE’ IL PARTNER CON DNP SI RIFIUTA DI DARE SPIEGAZIONI E SI ARRABBIA SE GLI VENGONO RICHIESTE?
- PERCHE’ LA PERSONA TRAUMATIZZATA DAL PARTNER CON DNP HA UN DISPERATO BISOGNO DI OTTENERE SPIEGAZIONI DAL SUO PERSECUTORE?
- PERCHE’ BISOGNA BEN DISTINGUERE UNA RELAZIONE A SFONDO SADOMASOCHISTA CON UNA RELAZIONE A SFONDO NARCISISTICO?
- QUANDO IL PARTNER CON DNP TENDE A SENTIRSI E A PRESENTARSI COME SE FOSSE PERSEGUITATO DALLA PERSONA CHE HA TRAUMATIZZATO.
- PRECAUZIONI E DIFESE DOPO LA RELAZIONE CON IL NARCISISTA PATOLOGICO
- COME ELABORARE LA RABBIA VERSO IL NARCISISTA PATOLOGICO
- COME LA PERSONA TRAUMATIZZATA DA UN PARTNER CON DNP, PUO’ OTTENERE GIUSTIZIA RISPETTO AI SOPRUSI E ALLA VIOLENZA PSICOLOGICA SUBITI
- DIFFERENZE E CONCOMITANZE TRA TRAUMA ABBANDONICO E TRAUMA DA NARCISISMO (TdN)
- SIMILITUDINI TRA TdN e DPTS (DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS)
- PERCHE’ SPESSO LA VITTIMA DA TdN NON VIENE COMPRESA DAVVERO
- LA PERSONA TRAUMATIZZATA DA TdN RISCHIA IL DETERIORAMENTO DELLE RELAZIONI FAMIGLIARI E DI AMICIZIA
- CONSIGLI PER GLI AMICI E I PARENTI DELLA VITTIMA CON TdN
- LA PERSONA TRAUMATIZZATA DA TdN RISCHIA DI CEDERE ALL’ABUSO DI SOSTANZE PSICOGENE (Psicofarmaci, alcol, droghe)
- L’AUTOLESIONISMO DELLA VITTIMA E I PENSIERI SUICIDARI
- IL BISOGNO ESTREMO E FRUSTRATO DI OTTENERE CHIARIMENTI DAL PARTNER CON DNP
- IL BISOGNO ESTREMO DI MANTENERE CONTATTI CON l’EX PARTNER CON DNP
AVVERTENZA! Le diagnosi non sono un gioco! Narcisismo patologico o alibi paranoide?
Credo sia doveroso aprire un dibattito anche sulle proiezioni paranoidi, in quanto c’è il rischio che la nozione di narcisismo patologico venga sempre più spesso usata per proiettare tutte le colpe su chiunque che per qualche motivo non ci viene bene…
E’ UN RISCHIO SERIO CHE C’E’.
Va inoltre ricordato che , anche se l’altro/a è un narcisista patologico, ciò non vuol dire che non ci si debba mettere in discussione in quanto si è la povera vittima incompresa. Per guarire veramente, una volta appurate le colpe dell’altro, va assolutamente fatto il lavoro del MEA CULPA.
Solo quando si farà i conti con il proprio VAMPIRO INTERIORE, si riuscirà a mollare veramente la presa collusiva con il VAMPIRO ESTERIORE. Chi adopera la nozione di narcisismo patologico, senza profonda conoscenza psicoterapica e senza un consulto serio sulla propria esperienza, rischia seriamente di farsi del male e di fare del male ad altri. Tutti abbiamo diritto di esprimere pareri e testimonianze, ma non abbiamo il diritto, neppure se psicoterapeuti, di sparare diagnosi con lo scopo di scaricarci la coscienza… va bene riflettere, ma in modo ponderato e sempre mettendosi in discussioni e con il dovere di verificare attraverso situazioni e consultazioni serie e personalizzate. Perciò occhio ai sitarelli che adoperano le etichette psichiatriche come se fossero torte in faccia e frecciatine liberatorie.
PER FAVORE DOVETE CAPIRE che su queste cose non si scherza è in gioco la vita delle persone, si tratta della salute umana, del posto di lavoro, delle relazioni rovinate con amicizie e con i parenti, del rischio di abuso di psicofarmaci, droghe, alcool, dell’insorgere di patologie psicosomatiche (anche gravi come il cancro), di molti disturbi d’ansia e depressione, fino alla fantasia suicidaria ed il passaggio all’atto, e comunque di destini vitali spezzati e di infelicità durature. Ecco, di cosa stiamo parlando quando ci intratteniamo con bocconcini di narcisismo patologico self service… ok, va bene, si vuole riflettere, però attenzione, bisogna sapere bene cosa si sta toccando, e se si vuole riflettere su queste cose senza titoli ed esperienza specialistica la cosa giusta da fare è spendere almeno quanto si spende da un parrucchiere — perché questo è — per parlarne con specialisti che hanno studiato una vita per capire e per curare questi gravi problemi della salute mentale. Era mio dovere scrivere questa nota, in quanto psicoterapeuta più volte citato per via del blog a cura dell’Associazione Culturale Albedo di cui sono Presidente.
IL NARCISISMO PATOLOGICO NON E’ PIU’ UNA MALATTIA… ALLORA SAREBBE PROPRIO UN MALE, in particolare: VAMPIRISMO.
E’ di questi giorni la notizia che il prossimo DSM 5, bibbia della psichiatria non intende considerare più il narcisismo come disturbo di personalità, in quanto i tratti che lo caratterizzano sono sempre più diffusi come ‘normosi’ e molte persone del settore e non, lo hanno divulgato senza il necessario approfondimento. Per cui il DNP non sarà più considerato una malattia psichiatrica precisa (anche se ciò sta provocando un terremoto nella ricerca sulla salute mentale negli USA), e al suo posto vi sarà un generico disturbo di tratti di personalità (che incrocia altri 4 disturbi pure rimossi, lasciando tuttavia a sé il borderline). Questa scelta, prevalente per ora prevalente nel gruppo di lavoro di psichiatri che pubblica il DSM , oltre essere stata duramente criticata da eminenti psicoterapeuti, psichiatri e commentatori autorevoli di altre discipline, denota la gravità della situazione di fronte a comportamenti di egoismo esasperato, manipolazione e violenza psicologico che sono così diffusi, variegati ed ambigui (normosi) da sfuggire ad una diagnosi scientifica di tipo classificatorio, con la conseguenza di dichiarare una resa dinnanzi a mali evidenti che vengono quindi considerati psicologicamente normali.
Resta il fatto che la violenza psicologica esiste, a questo punto se non è più una malattia è proprio il male. Il dibattito è molto delicato ed è un bene che sia così. Noi psicoterapeuti consideriamo da sempre le etichette psichiatriche solo come quadri di riferimento da interpretare caso per caso. L’approccio clinico che io ho proposto in riferimento alla psicologia archetipica ed in particolare rispetto alla figura del vampiro, a questo punto, in termini umanamente e psicologicamente diagnostici e terapeutici è effettivamente il più intuibile, comprensibile ed efficace (sebbene non sia ancora molto conosciuto, anche perché non si rifà al linguaggio psichiatrico ortodosso). Va quindi ricordato che chi pretende di improvvisarsi in questo settore, senza competenze specialistiche e senza volersi fare aiutare da esperti, genera una pericolosa confusione negli altri e in se stesso, pur essendo mosso da buone intenzioni. Questa può essere solo una breve nota che rinvia al seguente articolo introduttivo in inglese (uno tra i tanti) che appaiono in questi giorni. https://psychcentral.com/
Quanto viene affermato in questo articolo, nonostante queste recenti diatribe teoriche non cambia, anzi si specifica maggiormente che in termini di psicologia, intesa come logica della psiche, che è l’anima (la quale ha logiche assolutamente speciali) la figura archetipica del VAMPIRO è quella che maggiormente consente di comprendere il fenomeno. Per cui quando parliamo di Narcisismo patologico o di DNP , in ottemperanza a decenni di ricerche ed esperienze, teoriche e cliniche internazionali, si consideri che qui parliamo di VAMPIRI PSICHICI e più in particolare dei loro devastanti effetti in termini di VAMPIRIZZAZIONE della vita amorosa.
La sfida in questo dibattito è dunque assai complessa e delicata, ma vale la pena impegnarsi, ciascuno con le sue esperienze, competenze e sensibilità. In tal modo si darà un significativo contributo ad una questione fondamentale che riguarda il benessere e la salute mentale… e soprattutto all’AMORE che tra tutti i beni è il più grande.
CHI E’ IL MANDANTE DEI VAMPIRI PSICHICI? SOLO L’AMORE POTRA’ SCOPRIRLO E SCONFIGGERLO.
pubblicato da Pier Pietro Brunelli – Psicoterapeuta
il giorno domenica 26 dicembre 2010 alle ore 3.03
Carissime e carissimi
è tardi, sta finendo il giorno di Natale, voglio scrivervi quello che penso e che so, come un messaggio di auguri, un regalo ed una esortazione… ci provo. Perdonate gli errori, sono stanco…
Chi è stato traumatizzato nei sentimenti da partner che hanno grossi problemi relazionali — tanto da poter essere paragonati a vampiri psichici – è una persona che ha sbagliato, ingenuamente, perché ha colluso con la negatività, si è lasciata legare ad aspetti malefici dell’anima… ha tutte le attenuanti, ma ha sbagliato, e quindi la sua sofferenza è una forma di espiazione, perché deve capire che ha sbagliato e deve riscattarsi verso il bene… deve tornare ad amare il bene non il male … e il bene non è solo egoistico, non è la felicità per sé come due cuori e una capanna e il resto chi se ne frega… no, è anche stare insieme, ma insieme anche PER qualcosa di giusto, per il bene, anche attraverso piccole cose, due hanno un amore nel bene quando questo amore porta buoni frutti al mondo, agli altri… Allora chi è stato traumatizzato dall’amore per il male, e il male lo ha distrutto, stuprato, devastato, ha però anche un grande dono, ha cioè, anche se ha sbagliato e deve pagare, ha una grande, immensa capacità di amore.. è una persona che ha una capacità di amare, accettare, perdonare così grande che, purtroppo, potrebbe arrivare, anzi arriva, ad amare anche il diavolo, non in quanto tale, ma credendo che in esso/a c’è un angelo da salvare… Dunque è un grave sbaglio amare chi si serve del male e lo fa, seppure con l’idea di salvarlo, e questo sbaglio si paga, ma si tratta di uno sbaglio che rivela anche una grandissima forza verso il bene ed è su questa che bisogna lavorare per tornare a stare bene e per imparare a donare il proprio grande immenso amore a tutto ciò che può fare bene… certo ad un compagno buono, ad una compagna buona… ma affinché questo possa avvenire bisogna prima amare tutti coloro che lo meritano e che hanno bisogno di essere amati… bisogna amare anche i cattivi, ma quelli veri, cioè quelli che sono sempre cattivi, come lo era il lupo di San Francesco, odiato e cacciato da tutti, sempre cattivissimo, allora San Francesco capì che lo si doveva aiutare a trovare la sua parte buona e così con amore lo aiutò… bisogna amare anche le ‘pecore nere’ quelle che sono nere sempre, perché hanno sbagliato e nessuno le aiuta e continuano a sbagliare… ma dovete fare molta attenzione e allontanare i falsi cattivi che sono anche i falsi buoni, quelli cioè che fanno finta di essere buoni per poi poter fare meglio del male… E’ una storia vecchia come il mondo quella di Satana che inganna Eva con l’inganno, appunto, facendo finta di essere buono, per avere la sua fiducia… dovete rinnegare quelli che sono ora cattivi e un attimo dopo buoni e poi cattivi perché lo fanno perché sono malati di una malattia che li spinge a farvi del male perché questa malattia si nutre del male , essi esse hanno bisogno del male, e per farlo in certi momenti vi seducono e vi manipolano facendo la parte di angeli o di bisognosi d’aiuto e d’affetto… Ricordatevi il CAVALLO DI TROIA, la più infida arma di tutti i tempi, quella che rese celebre una guerra che divenne il mito omerico fondante di tutta la cultura occidentale, una guerra che dopo dieci anni fu vinta dai greci assediatori con l’inganno… come? Facendo finta di essere buoni, con un bel regalo , un bellissimo grande cavallo bianco … e i troiani aprirono le porte e festeggiarono, ma nella notte dalla pancia del cavallo fuoriuscirono gli invasori greci che misero a ferro e fuoco ogni cosa… ecco così fanno certi vampiri/e nelle relazioni affettive, 10, 100, 1000 cavalli di Troia fino a quando non vi avranno completamente devastate/i… ALLONTANATELI, ALLONTANATEVI prima che sia troppo tardi, prima che la vostra vita fisica, psichica, morale materiale venga devastata a morte (questo è il rischio, purtroppo).
Ma allora chi bisogna amare? Solo quelli che sono sempre bravi? E no, questi non esistono, e se lo sembrano, stanno facendo finta anche loro… bisogna amare le persone con i loro pregi e i loro difetti, accettare il conflitto, confrontarsi, è normale ciò… ma badate ho detto bisogna amare.. le PERSONE… non delle strutture psichiche disaggreganti e devastanti dalle sembianze umane… scusate, se esagero. Voglio dire che… sù, andiamo, siate oneste/i… voi lo sapevate benissimo che quella lì, quello lì, il vampiro, la vampira, non era una persona tanto normale (addirittura a mio avviso dal punto di vista di una compiutezza psichica, di un Sé coeso accettabile, non si tratta nemmeno di una persona vera e propria… ma vabbé) comunque lo sapevate che era un essere pregno di energia negativa che a volte faceva il bravo, la brava per poi contaminarvi meglio … “Che bella bocca che hai?”… “Per sbranarti meglio piccina mia” (infatti fingeva di essere la nonnina, ma era il lupo… e voi però non eravate ingenui tanto da essere come Cappuccetto rosso… dai!). Insomma voi lo sapevate nel vostro intimo che ve la facevate con un rappresentante del male, una manovalanza, diciamo così, delle energie malefiche… e stavate già da tempo malissimo, ma come il drogato, non avevate il coraggio di allontanarvi e avete voluto resistere e continuare… insomma come dicevamo prima avete sbagliato, perciò adesso è normale che dovete soffrire, ma dovete soffrire per riscattarvi, per tornare a fare del bene e a dare per il bene il vostro grande amore e ribellarvi… Ma ribellarvi verso chi? Vendicarvi di chi? Della manovalanza? Di quella mezza persona vampirica che vi ha succhiato il sangue, di quel morto vivente che sembra stare bene e che in realtà è uno zombie che finge di provare qualcosa , ma non prova nulla? No, non è della manovalanza che vi dovete occupare, quella dovete solo allontanarla e più lo fate presto e tanto più andrà incontro rapidamente al suo squallido destino, in quanto impazzirà, oppure non avrà mai vissuto veri sentimenti, resterà un non vivo, nel male (a meno che proprio, quando abbandonata da tutti, dato che perde progressivamente potere, e soffrendo peggio di un cane non implorerà perdono per farsi curare e si pentirà amaramente e dovrà comunque pagare terribilmente, molto, ma molto più di voi). Non è del traumatizzante & manovalanza che vi dovete occupare voi per guarire, voi vi dovete occupare del MANDANTE, cioè delle forze del male che hanno impiegato quel manovale-burattino senz’anima (perciò non persona, le persone hanno l’anima) per impedire alla vostra natura di fare del bene, di usare il vostro grande amore per il bene, siete stati colpiti su commissione da un lovekiller, un criminal love, un delinquente sentimentale di infimo rango, che è stato mandato da forze maligne per togliervi di mezzo perché potevate fare troppo bene, e queste persone che possono fare bene perché amano tanto, il male le odia, perciò le attacca a morte. Ma in tal modo ora siete stati messi alla prova, o diventate vampirizzati/e, verso gli altri e verso voi stessi dannandovi l’anima, oppure fate di tutto per ritornare a far vincere l’amore in tutte le sue forme …
“Commento 21”(www.albedoimaginaton.com) IL VAMPIRO INTERIORE UCCIDE FINO A QUANDO NON LO SI COMPRENDE, MA SE LO SI COMPRENDE CI SI AVVIA ALLA GUARIGIONE
UNA PRECISAZIONE IMPORTANTE: IL VAMPIRO E’ UNA FIGURA ARCHETIPICA PRESENTE IN OGNI ESSERE UMANO. ESSO E’ UN’IMMAGINE DELL’OMBRA (archetipo individuato da Jung costituente il lato oscuro della natura umana, eppure contenente anche una luce).
La figura del vampiro, come distruttivo invasore della psiche, è stata studiata da C.G. Jung, dalla M. Von Franz, da J. Hillman e da altri psicologi di orientamento junghiano. Costoro avvertono che si tratta di una parte della psichica insita in ogni essere umano. Dentro ciascuno di noi c’è un vampiro, come c’è anche un angelo, c’è il male come il bene, l’oscurità e la luce. Il vampiro è quindi una rappresentazione leggendaria dell’OMBRA, la parte più contraddittoria ed inconscia della personalità, che esacerba i conflitti, emerge negli incubi, in molti disturbi mentali dovuti a complessi o a traumi, ma che pure contiene valori conoscitivi e di crescita. Perciò tutti dobbiamo fare i conti con l’Ombra, con il vampiro interiore che succhia il sangue all’Anima e la costringe a reagire, e quindi ad ammalarsi o a curarsi, a regredire o ad evolversi. Purtroppo la tentazione è quella di proiettare il proprio vampiro interiore sugli altri, giungendo a credersi perfetti e ad attribuire il male solo agli altri, senza volersi assumere le proprie responsabilità. La disputa con il ‘vampiro interiore’ riguarda la soggettività di ognuno, ma possiamo dire che può svolgersi su due livelli.
Il primo livello, quello più sano, consiste nel tentativo di accettare e conoscere il proprio vampiro interiore, di negoziare con esso, di integrarlo il più possibile con la nostra personalità e quindi di comprendere come può farci crescere e maturare e quali sono i nostri punti deboli o da sanare. E’ un processo che non si conclude mai completamente, la conoscenza di sé e delle proprie contraddizioni, nel bene e nel male, richiede tutta la vita, nonché l’appoggio ad alleati (ad esempio uno psicoterapeuta) e di maestri.
Il secondo livello riguarda la possibilità che il vampiro interiore resti parzialmente o del tutto inconscio, non riusciamo a comprenderlo o ci rifiutiamo di vederlo per una questione di comodo. In tal caso può succedere che lo proiettiamo sugli altri, diventiamo allora difensivi, ma anche aggressivi nel tentativo errato di liberarci dal male, che non viene visto come anche interno.
Ecco allora che, nello specifico del narcisismo e della vita amorosa ed affettiva, si aprono altri due sottolivelli:
– Il primo sottolivello è che il vampiro inconsciamente invade tutta o quasi tutta la personalità, la quale può quindi assumere tratti narcisisti patologici o irrigidirsi in un vero e proprio Disturbo Narcisistico di Personalità (con le conseguenze di nullificazione di sé e di traumatizzazione del prossimo che ormai abbiamo sufficientemente esplorato) o addirittura diventare uno Psicopatico conclamato. Vi sono poi altri disturbi gravi nei quali l’Ombra non compresa o negata emerge, come i disturbi paronoidi, la schizofrenia, ecc. Tutti questi disturbi comportano gravi problemi ai malati e a chi sta loro vicino. In particolare il narcisismo patologico implica una sua particolarità patogena e traumatizzante nell’ambito delle relazioni di coppia attraverso la manipolazione affettiva, l’opportunismo e un assurdo, folle e invidioso odio distruttivo verso la persona dalla quale si riceve amore e fiducia.
Nota: Senza giungere a quadri patologici estremi dovuti al fatto che proprio male interiore viene proiettato tutto sugli altri, o su una categoria, o sul partner, possiamo pensare alla proiezione che spesso gli uomini fanno sulle donne considerandole tutte quante negative, in parte o totalmente, e quella che, viceversa, fanno le donne verso gli uomini. Purtroppo queste reciproche proiezioni negative tra i sessi, che non riescono più a vedere che in tutti c’è il bene e il male, e che ci sono persone più buone o più cattive tra gli uomini come tra le donne, generano pregiudizi e stati patologicamente difensivi che uccidono l’amore e portano l’infelicità. Seppure tra il maschile e il femminile ci sono conflitti psicoculturali che hanno danneggiato soprattutto la femminilità, alle donne non conviene cercare la vendetta, così come non conviene agli uomini voler dominare o dichiarare il proprio sgomento per il fatto di non riuscire più a farlo. Siamo stati fatti maschio e femmina non soltanto nella carne, ma anche nell’anima per compensarci confrontandoci. Si tratta di due polarità psichiche, come ha individuato Jung che sono presenti nella psiche di ciascuno a prescindere dal fatto che sia un uomo e una donna, in entrambi c’è la componente maschile (anima) e la componente femminile (animus), e ciascuno dovrebbe armonizzarle dentro di sé. Allora si capirebbe che è sbagliato lasciarsi tentare dal voler proiettare il male sull’altro sesso in generale. Se il maschile e il femminile sono compresi come due polarità complementari presenti, in modo diverso a seconda del genere sessuale, ma presenti, l’amore funzionerebbe molto meglio, sul piano soggettivo e collettivo. Questo principio di complementarietà psichica tra il maschile e il femminile sta alla base di un amore sano, così che esso nel suo mistero, oltre a recare piacere e passione, porti anche la pace, la vita, la maturazione nel confronto, e tutto ciò per gli eterosessuali come per gli omossessuali, nell’ambito di ogni ceto, ogni razza, ogni religione, ogni cultura.
– Il secondo sottolivello consiste nel tentativo inconscio di liberarsi da un vampiro interiore (annidato in una ferita narcisistica occulta e quindi non curata), senza però riuscire ad analizzarlo e a comprenderlo, perciò si è tentati (inconsciamente predisposti) dal venire a patti (colludere) con un vampiro esterno, cioè con una persona affetta da narcisismo patologico della quale ci sembra di poterci fidare, nell’amicizia, nel lavoro e più sciaguratamente nei sentimenti e nell’amore. In tal modo il male interno non viene proiettato sull’altro, ma funziona come una calamita che introietta il male dell’altro. Il vampiro esterno viene allora erroneamente considerato come un guaritore (dato che è molto abile nel fingere di esserlo) che seduce il nostro vampiro interiore e si allea con esso. Attraverso questo alleato interno alla vittima portatrice di ferita narcisistica occulta, il narcisista patologico riesce a far innamorare la vittima, con il fine ‘semiconscio’ di manipolare e approfittarsi della vittima, provocandole una sindrome traumatica che può condurre a disturbi ed esiti anche gravi. Ciò è stato possibile perché il vampiro esteriore ha trovato nella vittima un vampiro interiore annidato in una ferita, al quale si è alleato. Dunque seppure possiamo inquadrare tutta la vicenda come una disgrazia o un tragico scherzo dell’amore, si tratta di una vicenda non proprio casuale, che presuppone una complicità inconscia tra la vittima e il suo aguzzino, tra debolezza e malvagità (senza che ciò voglia necessariamente dire sadomasochismo), o per meglio dire tra le parti ferite inconsce nell’Ombra di chi viene ‘infettato’ e le parti maligne dell’Ombra di chi infetta.
Dopo aver detraumatizzato la vittima va dunque scoperto il suo ‘traditore interno’, cioè il vampiro interiore che si è alleato con il narcisista patologico al fine di dilaniare ancor di più la ferita narcisista dalla quale succhiare sangue ‘simbolico’, che significa anima, amore, vita. Si scoprirà allora che il vampiro interiore può essere rieducato, ma non può essere ucciso (la leggenda spiega appunto della quasi impossibilità di uccidere i vampiri) – si scoprirà che se viene compreso e accettato questo vampiro interno può avere anche qualche cosa di buono da dire, nonostante faccia parte dell’Ombra e del male – si scoprirà quindi che è molto meglio negoziare con esso (pur senza allearsi ad esso) piuttosto che non riconoscerlo e farlo alleare con vampiri esterni – si scoprirà che attraverso la negoziazione con esso, esso può aiutarci a guarire la ferita narcisistica (la leggenda dice che alcune gocce, o pochi capelli del vampiro erano una medicina prodigiosa).
Il TdN, ovvero la vampirizzazione, ci costringe a curarci in profondità e, una volta superato il trauma, a renderci conto che, purtroppo, il vampiro esteriore di cui ci siamo fidati e innamorati aveva fatto presa sul vampiro interiore che non conoscevamo.
Perciò se curiamo il Trauma da Narcisismo, poi dobbiamo anche curare il vampiro interiore e la ferita dove se ne stava nascosto a succhiarci il sangue dall’interno, rendendoci inconsciamente vulnerabili alle seduzioni manipolatorie e distruttive dal vampiro esteriore (che ormai sappiamo essere il ‘narcisista patologico’). Solo in tal modo il trauma può essere superato e diventare opportunità per elaborare un’esperienza di crescita, altrimenti se pure vi è una de-traumatizzazione, i segni e le cicatrici lasciate inevitabilmente dal trauma ostacolano la conoscenza di se stessi, con il rischio di successive ricadute, infelicità… e nuovi vampiri inconsci, esterni e interni
Ad un certo punto della fase di de-traumatizzazione riconoscere il nostro ‘vampiro interiore’ (risalente alla propria storia famigliare, ma anche alla propria natura umana, in quanto archetipo del negativo in ognuno di noi) ci aiuta a superare il trauma in quanto il ‘vampiro esteriore’ viene depotenziato, viene considerato non più come un malvagio potente dal quale non ci si può difendere, quanto come un posseduto dalla malvagità. Se tale riconoscimento avviene si può arrivare a comprendere che il problema di chi è affetto da narcisismo patologico – patogeno e traumatizzante -consiste nel fatto che il suo ‘vampiro interiore’ si è impossessato di gran parte della sua personalità nella sfera dei sentimenti (ciò lo porta a fare del male a chi li ama). Intanto però si comprende che il vampiro interiore della ‘vittima’ lavora in un modo diverso, invece di far ammalare nel senso del narcisista patologico che non è più capace di mare gli altri, fa ammalare nel senso della ferita narcisista che rende incapaci di amare veramente se stessi. Così, i due vampiri, quello dell’aguzzino e quello della vittima, si alleano a favore del male (che implica l’odio), cioè per distruggere Il bene (che implica l’amore verso se stessi e verso gli altri). La vittima comprende che non è veramente che si è innamorata di un vampiro in quanto è il suo vampiro interiore non conosciuto che l’ha fatta innamorare… ecco perché il narcisista patologico è riuscito a sedurre e a tenere innamorata la vittima pur infliggendole tormenti, e continua a tormentarla come fantasma anche dopo l’abbandono. Allora lo psicoterapeuta, dopo aver veramente compreso il trauma della vittima, la aiuta a ‘parlare’ e a negoziare con il suo vampiro interiore, in quanto solo così il fantasma del vampiro esteriore perderà il suo alleato e dovrà andarsene per la sua strada ad espiare le sue colpe o a vampirizzare altre vittime, solo così ci si libererà di lui/lei e si potrà rimettere il cuore pace per rinascere.
Ora se accettiamo la verità (difficile da accettare davvero), e cioè che un vampiro interiore lo abbiamo tutti e che esso può agire con molteplici modalità, ci scopriamo non soltanto vittime del male, ma anche suoi potenziali portatori, perciò chi ci ha fatto del male viene percepito con uno sguardo che non è più solo di incredulità, di paura e di rabbia, ma semmai di triste compatimento unito a condanna – questo sguardo piuttosto che a vendicarci ci invita a guardarci dentro – senza colpevolizzarci – affinché si possa diventare sempre più capaci di comprendere il male, depotenziarlo e sviluppare la coscienza di tutto il bene possibile, per noi e per gli altri. Si arriva allora a capire che forse può essere meglio essere stati traumatizzati ( a patto di venirne fuori) che traumatizzare, che in ultimo ciascuno è vittima di qualcosa che è in se stesso, tuttavia è preferibile essere una vittima delle proprie debolezze (ferita narcisistica) che fanno amare una persona sbagliata, piuttosto che vittima del proprio odio e della propria incapacità di amare, che spinge il narcisista patologico a fare del male a chi li ama e quindi, logicamente e psicologicamente, anche a se stesso, costruendo intorno a sé un cimitero d’amore che non appare traumatico, ma che alla lunga diventa una mortale trappola di infelicità. Ecco allora che al fine, si comprende che è meglio essere stati vampirizzati piuttosto che vampiri conclamati; anche se è molto dura, dalla vampirizzazione ci può salvare, ma salvarsi dall’essere un vampiro psicoaffettivo è molto più dura ed è terribilmente più difficile. Così il narcisista patologico, nonostante tutto il male che h fatto, al fine viene percepito da chi lo ha subito e se ne è liberato come un povero disgraziato e ciò porta ad un processo di disinnamoramento che rende più forti e più liberi. Tuttavia, affinché ciò avvenga, una volta terapizzato il trauma, bisogna fare chiarezza dentro di sé, ed elaborare e guarire la propria ferita/infettata che ha fatto innamorare di una persona infettante/maligna; a tal fine l’unica terapia possibile è una psicoterapia, basata sull’empatia e l’esplorazione delle costellazioni che formano il mondo interiore e che si manifestano energeticamente nell’anima, nella mente, nelle emozioni e nello spirito.
Nota: Il seguente link presenta una video sulle conseguenze più tragiche del non riconoscere il nostro ‘vampiro interiore’ – è un video ‘molto forte’ orientato alla psicologia junghiana tema del diavolo (insito nella natura umana) e sulle sue manifestazioni, non solo leggendarie, ma nella realtà degli individui e della società:
httpv://www.youtube.com/watch?v=DT42l5L_fUI
Un altro link su tale tema riguarda un’intervista a C.G. Jung in persona
httpv://youtu.be/wop91_Gvwos
Prime conclusioni
Dunque il TdN, il Trauma d Narcisismo, ovvero l’essere vampirizzati, può anche essere un’occasione propizia per riconoscere la propria ferita narcisistica, snidare il vampiro interiore che vi si era annidato e impiegarlo per la guarigione della ferita. Da tale guarigione può poi nascere una propria via di maturazione del Sé, capace di sostenere la tragica verità che il bene e il male sono in ciascun essere umano. E’ una verità sconcertante, ma è un principio costitutivo che va oltre il tema del narcisismo che stiamo trattando, espresso negli insegnamenti della saggezza e delle religioni di ogni epoca e di ogni cultura, ed è necessariamente da accettare se si vuole essere ‘veraci’, diventare se stessi. Come fare a trovare un equilibrio tra il negativo e il positivo, e quindi ad accettare che il negativo non è eliminabile? Freud ha parlato di ‘pulsione di vita e pulsione di morte’, la Melanie Klein di ‘seno buono e seno cattivo’, Winnicott di ‘madre sufficientemente buona’, Jung dell”Ombra’ in quanto archetipo complementare a tutti gli altri archetipi della psiche secondo un principio di ispirazione Taoista e Gnostica (la ‘congiunzione degli opposti’). E poi si tratta anche di una verità che implica uno speciale percorso personale, che non tutti riescono a vivere e che nessuno può portare al totale compimento… un processo di conoscenza di Sé, nel bene e nel male, che ha una sua formula unica ed assoluta per ogni individuo, come ben sanno quegli psicoterapeuti che comprendono di quanto il loro difficile mestiere consista nell’ aiutare i pazienti a trovare un equilibrio tra le schiere di demoni e di angeli che abitano la loro psiche soggettiva. Protendersi verso questo processo conoscitivo di Sé, considerando che la sofferenza può essere una spinta per compierlo, da soli, ma quando ci vuole anche con l’aiuto della psicoterapia, oltre che con il sostegno di fonti maestre di saggezza e di spiritualità, consente di diventare più autentici, più fedeli a se stessi, più veraci, dove la veracità non vuol dire perfezione o essere il migliore, ma provare a fare del proprio meglio con genuinità, spontaneità, umiltà, esame di coscienza, osservazione non colpevolizzante e non esaltante dei propri lati positivi e negativi. Il male dentro di sé, allora, va compreso come nella parabola di Cristo della ‘pecora nera’: tutti ne abbiamo una e forse anche di più, ma dobbiamo saperle accogliere nel gregge.
Quando non si riesce ad accogliere il male esso gioca brutti scherzi a se stessi e viene proiettato sugli altri, così Cristo ha detto: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Ma per accogliere il male bisogna comprendere che in esso, in quanto Ombra della psiche, c’è pur sempre un punto di luce, come nel simbolo del Tao: dello Yin e Yang… ecco forse perché Dio non distrugge Lucifero, semmai lo fa controllare dagli Angeli, poiché esso nonostante tutta la sua malvagità è un ‘portatore di luce’ (questo è il significato del suo nome). Quindi la nostra ricerca ci ha portato a rivolgere lo sguardo su una questione di infinita importanza che non arriveremo mai a circoscrivere e che quindi comporta una costante attenzione da parte degli individui e della collettività. Qui diciamo solo che, affinché si possa essere ‘veraci’, occorre una costante attenzione verso la conoscenza e l’autenticità del proprio Sé (Jung ha parlato in tal senso di “processo di individuazione”, Hillman ha parlato di “fare anima”, ma ciascuno, se vuole dare un ‘senso di verità’ alla propria vita deve scoprire una via concreta, non solo teorica o mistica, dentro se stesso).
Essere ‘veraci’ comporta il disporsi con umiltà, fiducia e coraggio per comprendere il bene e il male dentro di Sé, in modo da non essere ipocriti con se stessi, al punto di dover impiegare la menzogna e la manipolazione per vivere, oppure di doverle subire. La veracità è indispensabile al fine di poter ‘essere nell’amore per sé e per l’altro’, perciò nel Libro dell’Oracolo cinese I king sta scritto : “Se sei verace hai successo nel cuore“.
Per favore per contribuire a questa ricerca ed approfondirla, acquista il libro TRAUMA DA NARCISISMO NELLE RELAZIONI DI COPPIA. Di Pier Pietro Brunelli. Puoi vedere la presentazione e acquistarlo on line in copia cartacea o in versione E-book cliccando sulla copertina qui accanto. Sono possibili presentazioni, seminari e gruppi terapeutici – sulla base delle vostre segnalazioni presso librerie, associazioni, ecc. – del libro Trauma da narcisismo nelle relazioni di coppia. Ipotesi per una nuova diagnosi di Pier Pietro Brunelli Psicologo – Psicoterapeuta
Chi subisce o ha subìto manipolazioni, inganni e violenze psicologiche in una relazione affettiva, ha bisogno di comprendere ed elaborare tale esperienza negativa, al fine di non cadere in uno stato traumatico e destabilizzante, e di non rifugiarsi nel ‘vittimismo’. La sofferenza del trauma sentimentale, causato dal narcisismo patologico, o anche da ogni possibile pena e conflittualità della vita amorosa, non deve esasperarsi in modo psicopatologico, e deve invece servire a crescere verso l’autorealizzazione (C. Rogers), verso il fare anima (J. Hillman), verso il Sé (C.G. Jung) per se stessi, gli altri e il mondo.
Pier Pietro Brunelli è Psicologo e Psicoterapeuta, Dottore in DAMS e Specialista in Comunicazione Sociale – Per consulti individuali riceve su appuntamento a MILANO, ROMA a GENOVA Oppure, previo accordi e nel rispetto delle normative, sono possibili con consulti telefonici e via skipe. Vi è anche la possibilità di richiedere brevi soggiorni di ‘ecopsicoterapia’.
(vedi articolo, https://www.albedoimagination.com/2011/05/ecopsicoterapia/ info – orario lavorativo – cell:3391472230).
AMORI DISTRUTTIVI E VAMPIRIZZANTI.COME DIFENDERSI E COME USCIRNE (2015) E’ un Manuale di auto-aiuto concepito per dare un supporto di base a tutte le persone che soffrono a causa di relazioni amorose distruttive e ‘vampirizzanti’. Esso indica un percorso interpretativo e di auto-aiuto rivolto innanzitutto a chi si trova a vivere o ha vissuto una dinamica erotico/affettiva traumatizzante. Quindi il linguaggio cerca di risultare informativo, emotivo e motivante ed in tal senso tende a limitare il più possibile la terminologia e l’analisi specialistica, e comunque mira a renderla comprensibile a tutti. Nel contempo però questo Manuale si rivolge anche ai colleghi psicoterapeuti e a tutti coloro che attraverso la loro professione o per motivi affettivi si impegnano ad aiutare persone che sono colpite da severe forme di traumatizzazione amorosa
VIDEO-CONFERENZA di Pier Pietro Brunelli sul tema della – Violenza Psicologica nelle relazioni amorose
httpv://www.youtube.com/watch?v=Wj0DeEZ96lY
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Mi scuso, ma per le ragioni che se vorrete potrete leggere devo inserire il seguente link: MONITO CONTRO I PLAGIATORI E I VAMPIRIZZATORI DI ALBEDOIMAGINATION E DEGLI SCRITTI DI PIER PIETRO BRUNELLI
Per eventuali esigenze di informazione psicologica generale o personalizzata, oppure consulto psicologico, o percorso psicoterapeutico, scrivete o telefonate (orario lavorativo) al Dott. Pier Pietro Brunelli (Psicologo-Psicoterapeuta).
Le sedi di ricevimento del Dott. Pier Pietro Brunelli sono a Milano, Genova e Roma
Contatti: Pietro.Brunelli@fastwebnet.it – Pagina Facebook Albedoimagination https://www.facebook.com/groups/Albedoimagination/?fref=ts
Cell.: 339/1472230 (Si prega di chiamare sul celulare dalle ore 15-18 nei giorni feriali). SONO POSSIBILI ANCHE CONSULTI TELEFONICI E VIA SKYPE PREVIO ACCORDI e nel rispetto delle normative deontologiche dell’Ordine degli Psicologi e Psicoterapeuti.
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ciao a tutti e innanzitutto grazie di cuore.
vi ho trovato quasi per caso, dopo che, scoperto dopo 6 anni di amare un uomo che non era quello che avevo creduto fosse e che soprattutto per anni ed anni mi ha fatto credere di essere un altro, ho cercato su internet di sapere come si chiamava la sua malattia…. ed ho letto decine e decine di storie come la mia.
mi sono rivista io, disperata che tentavo di capire perchè mi trattasse così, perchè non “sentisse” quella mia disperazione, perchè continuasse a farmi deliberatamente del male quando: “io sono un medico, non potrò mai farti del male….”
ho rivisto sua moglie, la loro separazione in cui lui era il santo, lei la maledetta…..
adesso è tutto chiaro e ringrazio che forse io sono uscita indenne, appena in tempo, dopo 6 anni di amore, proprio sul momento di lasciare tutto e tutti per lui.
sono stata illuminata, una parola di una comune amica: lui è seriale!
seriale, certo, una donna dopo l’altra, un tradimento dopo l’altro ed io che dovevo, DOVEVO, sapere sempre tutto, perchè altrimenti il divertimento dov’era?
quel termine: seriale, che tanto mi sapeva di malattia mi ha insospettita, ed ho letto questo blog. Ho visto e letto tanti lui e tante me……
Ho avuto la forza di lasciarlo per sempre, questa volta sensza sensi di colpa, perchè per la prima volta ho capito che lui non avrebbe sofferto (mi diceva sempre: MI LASCI NEL MOMENTO IN CUI HO PIù BISOGNO DI TE!!!) perchè lui non conosceva la sofferenza……. lui era malato, ed io assolutamente non in grado di guarirlo, perchè i 6 anni avevano quasi ammalato me.
Ora sto bene, mi sento libera e leggera, sono tornata a vedere il mondo che mi circonda, ed è bellissimo.
Care amiche auguro lo stesso a tutte voi, liberatevene, liberatevene!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
grzie, di cuore
Dani
Buongiorno a tutte ed a tutti le/gli amiche ed amiche del forum di autoaiuto e del blog; nell’augurarvi di passare un buon fin settimana, vorrei condividere con voi questi tre pezzi musicali, che rappresentano tre diversi modi di intendere la musica ed il suo essere “strumento” dello stare insieme (o sentirsi insieme anche quando si è soli dato che questa è una delle magie che la musica può infondere così come, al contario, pemettere di ritirarsi al proprio interno in armonia con certe vibrazioni anche quando si è in mezzo alla folla), per esprimere il bisogno di gioire che c’è in ogni cuore ed animo sofferente e, soprattutto di rilassarsi e conoscere pacificamente il proprio ed altrui mondo interiore, attraverso l’ascolto.
https://youtu.be/iyTYWFuMV_0
In questo video, mi sembra che sia possibile trovare una piacevole e semplice e studiata ritmicità ancestrale, tramandata nei secoli. Ma che per tutti noi ha un suo particolare significato simbolico, quale potrebbe essere ad es., “un essere cullato” da qualcosa che ognuno può al proprio interno decidere…
https://youtu.be/yk-pbSMuc40
In questo, una ritmicità altrettento antica e considerata dall’altra parte del mondo rispetto al precedente, una piacevole musica rilassante, con delle parti armoniche molto belle verso la fine, rientranti nella tradizione di questo paese, dal quale noi occidentali abbiamo attinto per imparare molte metodologie utili per l’Anima come ad es., la meditazione, il riassamento, alcune danze e rituali..
Per tornare poi verso i nostri lidi ed ascoltare la delicata dolcezza di un grande maestro, considerato da molti studiosi fondatore della musica moderna o colui che ha consentito, con innovazioni di spirito e stile, qesto passaggio le cui note sono “note” per il loro effetto rilassante e, talvolta, rallegrante, come spero per noi tutti/e, affinchè ci possano aiutare a passare meglio almeno qualche minuto.
https://youtu.be/RmY5cGVN6mQ
Spero che questi video vi piacciano e che ci aiutino, insieme ad altri qui nel forum soprattutto chi per qualsiasi motivo non può uscire o andare dove in realtà vorrebbe o soffre indipendentemente da ciò, a passare un pò di tempo in una prospettiva e dimensione diversa, costruttiva e nutriente per la propria anima ed il proprio cuore.
Un caro saluto ed un abbraccio a tutti ed a tutte, soprattutto a chi ne sente particolarmente il bisogno e la mancanza.
Elisa
Ricordo che suggerimenti e riflessioni analoghe a quelle proposte da Elia, sono riportate nell’articolo mio e di Elisa qui di seguito in questo blog: https://www.albedoimagination.com/07/2012/relax-con-amore/
grazie Elisa di questi regali.
Grazie a te Alessandra, per il tuo apprezzamento di questi video che spero che insieme a quelli contenuti nel link segnalato sopra dal dottor Brunelli possano esserti di aiuto per rilassarti un pò quando ne senti il bisogno, così come agli altri ed alle altre in momenti di stress, che come si può leggere dalla testimonianza di stefy, S., Lulù ed anche le tue – accompagnate dalla forza e desiderio che dimostri di stare allo stesso tempo accanto agli altri per aiutarli – oltre che di altre persone che vivono momenti di grande sofferenza, purtroppo non mancano, Ti ringrazio per le tue care parole e posso confermarti che non si pò riuscire a parlare ad altri in modo autentico nel tentativo di comprenderli e se possibile, aiutarli quel minimo che possiamo fare, anche solo offrendo un conforto, uno spunto, un’angolazionediversa del problema ascoltato o letto se non si conoscono da dentro certe sofferenze nelle loro diverse forme e se dl e nel proprio interno, non si è fatto un pò di “cammino” che ci consente anche almeno un pò, di ascoltare e comprendere l’altro e di offrirgli, nella speranza di riuscirci, anche quel minimo di aiuto possibile, a livello di sostegno umano ed affettivo – psicologico, così come ti dice il cuore, nel tentativo di sintonizzarti, insieme all’uso della ragione.
Un caro abbraccio a te ed a tuo figlio che seppur un pò più sfortunato rispetto ad altri bambini, ha la fortuna però di averti come mamma ed una mamma che lotta per i suoi diritti ed i tuoi come genitore.
Elisa
Ogni qual volta riesco ad allontanarmi (dopo immani sofferenze) dal mio ex marito lui si riavvicina subdolamente, recitando la parte della vittima, dell’uomo malato, dell’incompreso per eccellenza, del “buono”. Si riavvicina pur continuando a sottolineare costantemente che non mi ama più e che, anzi, quando io avrò smesso di amarlo allora potremo essere amici. Mi suggerisce di rifarmi una vita, insinua in me sospetti, mai dicendo nulla in modo trasparente e chiaro quasi fossero strategie per valutare le mie reazioni. Ma poi se si insospettisce lui, allora mi insulta usando contro di me appellativi irripetibili. E’ logorante conversare con lui, più che altro è un illusione il dialogo. In principio somatizzavo molto, oggi provo invece rabbia, fastidio, confusione.
Oggi, ad esempio, si è offerto di darmi un passaggio a lavoro ed io ho stupidamente accettato visto che pioveva ed ho un piede fratturato. Ci siamo dati appuntamento sotto casa mia. Ad un certo punto mentre aspettavo mi chiama al cellulare e mi dice se “per caso non avessi bisogno di più tempo per preparami perché in quel caso sarebbe potuto passare anche dopo”. In realtà era lui ad essere in ritardo rispetto al nostro appuntamento ma, come al solito, voleva ribaltare il tutto. Oramai ho scoperchiato il vaso di Pandora. Conosco il male, quel male che si è abbattuto su di me quando ho smascherato il narciso in questione. Perché so che se avessi accettato tutte le sue follie “il nostro matrimonio sarebbe durato in eterno” come lui stesso afferma. E invece grazie al mio faticoso percorso di psicoterapia ho cominciato pian piano ad amarmi e a ribellarmi a quell’angolino nel quale mio marito mi aveva relegata.
Oggi soffro ancora, ma meno di prima. Prima era una sofferenza sorda e potente, un qualcosa che mi faceva morire ogni giorno un pochino di più, stavo davvero per morire. Il mio corpo era gonfio, mi ammalavo, i lineamenti del viso erano cambiati. Ho subìto interventi chirurgici, il mio intestino era impazzito, la tiroide era ingrossata, il mio collo dell’utero era devastato da lesioni carcinomatose. Ho 33 anni e ad un anno dalla separazione posso dire di essere tornata ad essere la bella donna che ero prima di sposare il mostro. Oggi ho una nuova luce. Provo rabbia, piango, passo notti insonni, sento un dolore atroce ma sono viva di nuovo! Di nuovo provo piacere a fare le cose semplici: ballare, leggere, parlare con gli amici, ridere, portare i miei bambini a guardare un tramonto sul mare o mangiare una pizza con loro davanti ad un cartone animato (quando c’era lui mangiare era un incubo per via delle briciole). I miei figli non si mangiano più le unghie e non digrignano più i denti. Anche loro hanno di nuovo la loro mamma! Certo la strada é lunga e in salita ma dobbiamo percorrerla!
Grazie Anna, grazie Lulù e grazie Dada!
Grazie dott. Brunelli e grazie a tutti voi del forum!
E grazie alla mia psicoterapeuta che, una volta alla settimana, scende all’inferno insieme a me a cercare tra le fiamme l’amore verso me stessa e che mi sorregge in un infinito abbraccio metaforico.
Vi sento tutti vicini.
S.
Santo cielo,le briciole in macchina e vicino a lui non si poteva mangiare,potevamo sporcarlo,ci fermavamo solo quando lui aveva fame.La famiglia va in vacanza,lui ha una valigia(firmata) solo per lui,non mischia i suoi indumenti con i nostri,si possono rovinare,una bella cena all aperto: “cara non senti un po di freddo,vuoi che dico al cameriere di cambiarci il tavolo? Ad avere freddo era lui.Il mondo gira attorno a lui.Come ti capisco cara S,come era estenuante cercare di neutrarizzarlo senza innervosirlo,non so ma mentre ti leggo già so quello che stai per dire,non perchè io sia una veggente ma perchè loro sono monotamente seriali,da ora in poi molto prevedibili e superficiali. Mia nonna,grande donna diceva sempre “volere è potere,su su che ci riesci anche tu”Noi tutte vogliamo e possiamo uscirne fuori per tornare a sorridere al mondo! un abbraccio strettissimo a te,giovane S e a tutte le altre amiche di viaggio!
Buona sera a tutti.
Vi leggo da tanto oramai…
Notti davanti ad un monitor con un unico desiderio: smettere di sentire dolore, smettere di essere lacerata dentro, smettere di farmi manipolare e distruggere.
Ma il dolore è ancora lì e mi sembra di essere nelle sabbie mobili: più ti dimeni per venirne fuori e più ne sei risucchiata.
Ho scritto su questo blog diversi mesi fa, mi ero appena separata, mi illudevo che col tempo le cose sarebbero migliorate ed invece è diventato tutto più atroce e insopportabile.
Sono stata sposata 8 anni con un narcisista patologico con Disturbo di personalità ossessivo-compulsivo (la diagnosi l’ha fatta una terapeuta e non io). All’inizio sembrava un sogno d’amore idilliaco… in poco tempo il paradiso è divenuto inferno. Ho anche messo al mondo due figli con quest’essere assurdo e sadico.
Sono stata un specie di schiava per 7 anni e ho sofferto pene inimmaginabili: attacchi di panico, mal di testa continui, coliche ed in ultimo un cancro all’utero.
Mi umiliava subdolamente e crudelmente fingendosi davanti al mondo intero un marito adorabile e presente. Quando rincasava la sera ancor per prima cosa controllava che la casa fosse in ordine e pulita altrimenti non avrei meritato neppure il suo saluto. Con i bambini è sempre stato autoritario e non empatico, non li ha mai portati fuori, l’unica cosa era stare con loro a dormire sul letto o a vedere la televisione. due anni fa ho deciso di dire basta alla sofferenza e ho cominciato un percorso di psicoterapia psicodinamica che è stata, ed è tutt’ora, un viaggio negli abissi, un attraversamento dell’inferno, una luce che si accende in una stanza tenuta al buio per troppo tempo e tu ti guardi intorno e non riconosci più nulla e ti rendi conto che, in realtà, eri stata sempre bendata. Durante il mio percorso d’analisi ho cominciato a mettere i puntini sulle i con mio marito, a pretendere di essere trattata con rispetto. Lui mi ha, quindi, lasciata togliendomi praticamente tutto quello che poteva. Oggi sono sola con due bambini piccoli. Lui non riesce ad assumersi alcuna responsabilità verso i figli, addirittura pretende che io gli faccia da sveglia la mattina perché lui accompagni i bambini a scuola (lui vive in un’altra casa) perché non riesce a svegliarsi autonomamente. I bambini vivono con me e da quando lui si è allontanato hanno, se pur nella sofferenza, ritrovato un po’ di serenità. L’unica cosa che a lui interessa è portarseli in giro come fossero trofei, oggetti da mostrare agli altri. Le esigenze quotidiane non esistono. Adesso minaccia anche di togliermeli dicendo che sono malata e depressa!
E’ lui ad avermi distrutta, eppure ogni giorno combatto per i nostri figli, faccio due lavori perché lui mi dà pochissimi soldi, accudisco con amore i bambini…
Sono stanca stanca stanca… è difficile spiegare ciò che si prova a dover aver a che fare quotidianamente con uno che ribalta la realtà.
Aiuto!
Lei ha bisogno di un sostegno umano e psicoterapeutico. Deve ricercare tutte le possibilità in tal senso. Con tantissimi auguri e solidarietà. Pier Pietro Brunelli
Grazie dottore per le sue parole.
Sono in psicoterapia da due anni e mi trovo molto bene con la mia analista. Al momento prendo anche antidepressivi perché ero arrivata al punto di piangere in ogni singolo momento della giornata. Oggi sono stata in seduta e ho pianto moltissimo e ogni volta è catartico. La dottoressa mi ha detto che sono ancora troppo ambivalente nei confronti del mio ex marito e che lui riesce ancora a manipolarmi perché non mi amo abbastanza. Mi ha suggerito di non rispondere più ai suoi sms e di limitarmi a brevi comunicazioni circa la gestione dei nostri figli. Spero di farcela. Mi sento come se stessi scalando l’Everest…
Un abbraccio a tutti voi del blog.
In fondo al tunnel c’è la luce, camminiamo verso di essa senza mai voltarci. Sarà bello lì fuori!
grazie dottor Brunelli, grazie per quello che fa, per quanto e come si dedicata agli altri. E grazie a tutti voi del blog. Solo adesso capisco che la triste esperienza che ho vissuto non e’ stata inutile, anzi, e’ un gradino altissimo e difficilissimo da salire che la vita mi ha messo di fronte per prendere finalmente il coraggio di guardare dentro di me. Si, perche’ fino ad oggi ho sempre distolto l’attenzione da me stessa attaccandomi agli altri, nella paura di affrontarmi e di trovare dentro di me solo il vuoto. Invece sto scoprendo che c’e’ tanto e insieme a quel tanto c’e’ il bello e il brutto, il “vampiro interiore”. Quel vampiro stava li, zitto zitto, perche’ lo mettevo a tacere. E mettendolo a tacere ho fatto si che inquinasse il buono che c’era in me e che io lo usassi non per ricostruirmi ma per farmi amare ed accettare dagli altri. Mi tenevo l’ombra dentro nascondendola e facendola alleare ad altre ombre fuori alle quali regalavo la luce. Questo sto iniziando a capire. Mi fa tanto male ma sono felice di aver finalmente trovato il coraggio di guardarmi perche’ questo significa che il desiderio e la necessita’ di costruire sono finalmente piu’ forti della paura e della pulsione di fuga da me stessa che mi ha accompagnata tutta la vita.
grazie a voi, grazie a tutti e grazie al dott. Brunelli
Forza Alessandra, lei è lo sa che la via dell’Amore c’è, ma l’inizio è dentro di noi, ed è da lì che bisogna ripartire.
Ciao S. ,
mentre ti leggevo mi si stringeva il cuore. E’ incredibile come per anni mi sia sentita così incompresa, così sola e d’improvviso mi accorga che siamo invece un’esercito! Non sei sola, hai i tuoi figli che sono davvero la cosa più bella della tua vita. Ho odiato tanto mio marito per tutto il male che mi ha fatto ma poi con il tempo ho realizzato che se non ci fosse stato lui non avrei avuto nostro figlio che è l’amore più grande e vero della mia vita. Adesso che siamo separati, mi sono ripresa la mia vita in mano e sono molto soddisfatta del percorso che ho fatto. Adesso per me la cosa principale è cercare di strutturare mio figlio il più possibile per “reggere” un padre come il suo e questo non è affatto un compito semplice. Sbaglierò di sicuro, farò altri errori ma cerco di stabilire un contatto con la sua emotività con il suo sentire, attraverso l’ascolto. Mi sento in dovere di provarci per l’amore che ho per lui. Ho scelto di non coinvolgerlo nella mia vita privata che mi concedo quando sono forzatamente sola. E’ ancora lungo il percorso per una serenità e appagamento personale emotivo ma oggi più che mai ho la forza e volontà di raggiungerlo. Un saluto affettuoso e un abbraccio serrato cara S.
Cara S,la tua vita è simile alla mia ,con 21 anni di matrimonio in più. Stesso dolore, cancro,attacchi di panico,tiroiditi,sbalzi di omocisteina,ecc….non sono in grado di aiutarti perchè anche io non riesco a venirne fuori ma, so ascoltarti. Penso che condividere questo tipo di dolore,ci fa capire che non siamo le uniche al mondo a cui è capitata questa disgrazia,questo non consola ma non ci fa sentire extraterrestri.La vita è anche questo.Vorrei esserti vicina e parlarti come fa Elisa,grande maesta di vita,dolce,rassicurante,proiettata verso la serenità,ammiro molto chi riesce a trasformare il dolore in qualcosa di positivo,lavorarci sopra e trovare la strada per uscirne migliori .Forse ci vuole tempo e un pò di distacco.l ultima frase che hai scritto mi ha colpito moltissimo,ho capito appieno ciò che volevi dire,ribaltare la realtà,è esattamente ciò che fa mio marito,sempre,ma che fatica,che malessere ci deve essere in un uomo che non dice mai la verità,a me comincia a fare un pò di pena,si arrovella per avere credito dai parenti e amici.Non mi interessa più spiegare e farmi capire voglio andare oltre queste meschinerie.L unico consiglio che mi sento in grado di darti è quello di dedicarti al benessere e serenità dei tuoi figli,anche io li vedo più tranquilli,vanno perfino più d accordo,la sera vedono la tv insieme non più ognuno in camera propria,parliamo di tutto,questo mi da fede e voglia di non abbattermi, ho dei doveri da portare a termine,la mia vita si totalmente ribaltata,prima doveva passare tutto sotto di lui,ora ognuno ha i propri compiti da fare e la sera tra di noi ne parliamo,con serenità,non si è più alzata la voce in casa mia e i miei figli ascoltano di più.Prego Dio di darmi e darvi la forza di crescere e far diventare i nostri figli persone responsabili e rispettose delle vite altrui.La vita è una,e la nostra può passare per percorsi più dolci e sereni,dipende da noi.Cara S,ti sento molto vicina,hai avuto un cammino difficile e buio come il mio, io oltre ai miei figli sono totalmente sola ma dopo un periodo di smarrimento ,dolore, incredulità, paura ho capito che avevo un altra opportunità dalla vita,ho sempre creduto in me anche se mio marito cercava di sminuirmi e screditarmi,ed ora sta a me dimostrare chi sono e quanto valgo.Un grande bacio a tutte, vi seguo a distanza,mi sono dispiaciuta del black out estivo e sinceramente mi è dispiaciuto non parlare più con Rosy che nei miei momenti più bui mi è stata vicina e ha cercato di spronarmi a reaggire. Il mio dolore è profondo e buio,ma l amore per i miei figli è più grande ed mi rende forte e coraggiosa,devo essere di esempio è questo il mio compito. un bacio Lulù
Cara Lulù, io credo che ogni dolore, sia per chi lo vive, profondo e buio anche quando ci sembra molto piccolo da poter passare inosservato ai nostri occhi o così enorme da non poterlo eppure guardare, ascoltare o leggere e che ogni dolore, con tutte le dimensioni intermedie tra queste e le sfumature che assume in ognuno, vada sempre rispettato, come il tuo, quello di S., di Anna, Alessandra, Arianna, Dada e degli altri del forum, così come quello di chi passa qui per caso, per leggere e cercare in alcune righe una tessitura che ricordi loro della trama della propria esistenza, nella speranza di poter inziare, a volte, di dare ad essa ed al proprio dolore un primo possibile senso, che sia anche un senso che in qualche modo ci accomuni ad altri esseri umani, facendoci sentire meno soli e poter iniziare a sentire la speranza “di sentir nascere la speranza”. Mi ricordo anche dei tuoi post prima dell’interruzione estiva e della vicinanza di Rosy nei tuoi confronti; nel rileggerti ora, una delle cose che mi colpisce molto è l’incredibile numero di anni che hai passato con un uomo ce costantemente ti denigrava, “ribaltava la realtà” davanti agli altri, così come è per S. che in tal senso comprendi molto bene. A me sorge un dubbio: come potete sapere, al di là dell’aspetto generico ed intuitivo, che effettivamente intende riferirvi alla stessa dinamica interpersonale, di coppia e socialmente condivisa in tal senso? Mi spiego megilo; io non dubito minimamente che ciò che dici sia vero, però mi è difficile capire, pur avendo vissuto e conosciuto situazioni tanto simili alle vostre, se esse lo fossero poi realmente oltre le apparenti evidenze, perchè era a partire dalla mia situazione interna e storica che ne avevo un tipo di percezione di questo tipo, non perchè essa non fosse reale e realistica ma perchè è la nostra individualità che ci rende più salienti alcuni elementi presenti nell’altro, spingendoci verso di lui o lei e/o ad allontanarci e, forse a volte, ad avvicinaarci maggiormente a noi. Ora, tu affermi, giustamente, che non ti interessa più “spiegarti” con gli altri; ti vorrei invitare ad una rifessione. Se è vero che spiegarsi agli altri le realtà “ribaltate” è faticoso, inutile e talvolta sfinente, se tu invece dovessi spiegare la Lulù che tu sei alla Lulù più piccola che ha iniziato e percorso circa 28 anni, se ho ben capito in una sorta di inferno, riusciresti a darle una spiegazione che ti permetta di capirla nel bene e nel male – in senso lato, riferendoci a parti che ci fanno soffrire e tendiamo ad allontanare dalla nostra consapevolezza – e di abbracciarla con amore, spiegandole anche che Lulù ha un suo valore intriseco come persona e che forse questo valore, non deve necessariamente “dimostrarlo?” Non sarebbe il bisogno di “dimostrare” molto simile al dover “spiegare? ” Ho capito che i concetti li hai riferiti sicuramente a due dimensioni diverse aanche a livello temporale della tua vita ed anche l’intenzione molto positiva che c’è dietro, però prova un attimo a pensarci. Se vuoi, naturalmente, a questi due aspetti. Mi fa davvero piacere che sei riuscita a ricreare un equiibrio con e tra i tuoi figli, nonostante la lunga storia pregressa; non tutti dopo grande e “nella” sofferenza, riescono a fare cose degne di questo valore.
Un abbraccio.
Un caro saluto a tutti ed a tutte ed un grazie di cuore a te Lulù per le tue dolci parole verso di me, a Dada per la tua grande senibilità e capacità empatica anche a distanza – è un’empatia “virtuale” ma credo che tu mi possa capire – ed a Sisi e ad entrambi, un abbraccio personale, così come a Pluma. Ad Alessandra, grazie per la condivisione della tua lunga storia che ho letto con attenzione anche se non ho risposto. Spero che la giovane Arianna stia un pò meglio o che abbia trovato l’aiuto che cercava ed un modo per andare a vivere più tranquillamenter rispetto all’ultima volta che ha scritto qui.
Ad Anna e Silvia e a tutte le altre donne ed uomini che scrivono e transitano di qui, tra cui il dottor Brunelli che ci ospita, supervisiona ed incoraggia ad uscire dalle situazioni più dolorose e che ringrazio.
Ancora un caro saluto
Elisa
Cara Elisa,quando ho scoperto questo blog,ho letto avidamente e convulsamente tutto ciò che conteneva,saltavo righe frasi per arrivare velocemente a riassumere nel mio cervello gli scritti e paragonarli con il mio vissuto,mi si è aperto un mondo. Non mi era mai passato per la testa che mio marito fosse un narcisista,un narciso si,per lui hanno massima importanza l aspetto fisico,il vestire solamente firmato,anche gli slip come gli adolescenti ed io ingenuamente lo prendevo in giro,scherzavo con lui di tanta medicolosità,non pensavo che dietro queste sue debolezze si poteva nascondere un animo così travagliato.Lui è sempre stato apparentemente molto legato,quasi dipendente da me,mi chiedeva consigli sul vestire,sul lavoro,tante telefonate al giorno senza un motivo reale,la sera dovevamo vedere la tv insieme,vicini,la notte doveva sentire il mio contatto(cosa che mi faceva svegliare frequentemente)è sempre stato un marito che pretendeva molta attenzione fino ad essere geloso dei figli.Questa mia vita dedicata a lui,era un pò faticosa ma ero felice di farlo felice(che follia),quando ami una persona più di te stessa(ora so che non va bene)non credi o ti convinci incosciamente di non credere ha quello che percepisci a livello viscerale,è vero sottilmente lo sai che c è qualcosa che non quadra ma non riesci a mettere a fuoco,ti lasci convincere dalle sue parole,dalle sue momentanee attenzioni,vuoi crederci fino in fondo,mi diceva”la gente è invidiosa,siamo una bella coppia e ci vogliono separare,amo solo te, la gente è cattiva,invidia la mia famiglia”e tu come puoi credere che il tuo uomo menta,quando te lo chiede in ginocchio supplicandoti,ma dopo un pò tutto non quadra di nuovo,la mia vita è stata un alternanza di bugie,pianti per farsi perdonare e dopo la tempesta ricominciava sempre,non sono le corna a farmi male ma le modalità con cui sono state fatte.Ho ritrovato nelle parole di altre donne le mie ferite,io mi sento struprata dentro,mi ha strappato l anima ed io GLIELO HO LASCIATO FARE. Mi sto lentamente ricongiungendo alla Lulù che ero piano piano,prima con rabbia poi con dolcezza,so di essere stata una buona e attenta madre,di aver amato e amare i miei figli,di essere una buona amica e non ultimo una moglie innamorata e rispettosa,non è di questo che una donna si deve pentire,però la Lulù di adesso deve badare più a se stessa a ciò che le fa bene e che le da serenità.Questo prendermi cura di me ,mi rallenta le giornate e me le fa assaporare,non cè più fretta nella mia vita,passeggio sulla sabbia guardando il mare da me tanto amato,guardo la gente,le famiglie con figli piccoli e mi perdo nei miei ricordi,quelli dolci però!Con i miei figli ero certa che non dovevo ricostruire ma riordinare,la grande che era andata via di casa per vivere più serenamente,è voluta piano piano tornare, le ho lasciato i suoi spazi e totale indipendenza con però dei precisi compiti e doveri,con il “piccolo”dopo un periodo di senzi di colpa mi sono fatta coraggio ,gli ho parlato dolcemente,ora studia di più,mi sembra al momento più responsabile,è più attento ai bisogni della sua famiglia ed ha anche lui dei piccoli quotidiani doveri da svolgere,mettendo tutto nelle giuste righe mi sembra che funzioni tutto semplicemente,forse anche troppo,vedremo i problemi man mano che verranno. Non voglio più spiegare ai parenti di mio marito perchè ho capito che non capiranno mai,daltronde anche io non riuscivo a credermi,ma voglio dimostrare alla giovane Lulù di che pasta è fatta questa Lulù cinquantenne e lasciarla a bocca aperta! Sai Elisa prima ero piena di rabbia e vendetta,poi mi sono detta “perchè sprecare energie quando sei già in riserva,dedichiamole a chi mi vuole bene ed anche un pò a me,non serve vendetta serve amore,quello vero! Ti sono grata per quello che scrivi,perchè leggerti mi calma,le tue parole non sono mai aggressive,doloranti,ti immagino una persona che ha sofferto si,ma ora finalmente serena,sento pace nelle tue parole.Sono vicina a tutti e ogni giorno mi rileggo qualche vostro intervento ,e capisco sempre ti più quale è la strada da percorrere,Grazie al Dott Brunelli,ad Elisa a tutti ed a Rosy!
Ciao Elisa, grazie per la tua sensibilità , la tua grandezza. Sono da un mese nel blog e ogni volta leggo che hai parole di amore e comprensione verso tutte, e spesso mi chiedo, come sta Elisa ? Come ha fatto ad arrivare a tanta saggezza e serenità al punto da capire sempre cosa si muove dentro di noi? Quanto ha sofferto? Se lo star male porta a questo allora niente e’ perduto . Grazie elisa, grazie a tutti voi. Alessandra
Carissimo Dott. Brunelli, rinnovo la mia piena solidarietà verso di lei per il suo impegno e il disagio (comune) scaturito dalle circostanze, anche e soprattutto a noi sconosciute, che hanno portato, mi sembra di cogliere, ad una conseguente demoralizzazione e alla sofferta (ma credo anche molto ponderata) decisione per lei e per tutti noi di sospendere il forum di discussione. Colgo negli interventi di Dada e Pluma le stesse preoccupazioni e lo stesso dispiacere che ho provato anch’io. L’occasione di questo nostro confronto mi porta comunque a pensare che certamente, questa pausa estiva, abbia magari contribuito alla metabolizzazione di dinamiche e tensioni, che come è stato sottolineato da lei e da Dada, sono spesso connaturate alla vita di un gruppo che si avvia, in un processo relazionale assai vario e a volte molto-troppo doloroso, verso una coesione di fondo, nelle naturali e inviolabili differenze, che possa essere veramente garante di sostegno e aiuto reciproco, con maggiore equilibrio nel dare e nel ricevere, più amorevolmente e rispettosamente che no. Sono certa che ognuno di noi abbia, nella pausa, ripensato al blog e alle singole storie, ai messaggi personali inviati e a quelli ricevuti o a quelli degli altri dati ad altri, in una personale messa in discussione che mi auguro possa portare ad un miglioramento delle nostre persone singolarmente, del nostro gruppo nel suo insieme e dei nostri interventi che la inviano un po’ a tutti, anche in chi solo legge e liberamente se ne va.
Un sentito ringraziamento da parte mia Dott. Brunelli.
Ciao Pluma, sono felice del tuo ritorno e la tua assertività mi piace è di conforto, credo soprattutto a noi donne, ma anche agli uomini, dona stabilità, grazie!
ciaooo eccomi bene come tidicevo volevo raccontare la mia storia tutto inizia quasi 10 mesi fa quando ho conosciuto questo ragazzo pi piccolo di me di sette anni io 34 e lui27 io ho un figlio di 12 anni avuto dalla mia storiaa precedente. comunque quando ho conosciuto questo ragazzo davvero per me sembrava un angelo con quei okki e il suo sorriso favoloso il viso stupendo mi sembrAva un sogno siccome io vivo a torino e lui ci lavora ma e di rieti sai all inizio e normale fare domande anche se stupide ma sono giuste per conoscerci un po di piu io gli feci la classica domanda sei fidanzato? e lui mi rispose perche lo vuoi sapere e io perche non voglio casini il mio uomo deve essere solo mio e non devo condividerlo con nessuno e lui mi dissi no non sono fidanzato fidati di uno sincero comunque la nostra storia ando avanti tutto bellissimo e perfetto forse avevo trovato il vero amore. un giorno mi disse che doveva partire per un viaggio di lavoro in inghilterra e mi disse se non vuoi io non ci vado e io le ho detto no ci devi andare e per lavoro e quindi e giusto che sia cosi…. dopo un mese e mezzo di storia fantastica ecco che arrivano i primi campanelli d allarme avevo il suo tel in mano e lessi un nome sul suo tel e gli chiesi come si chiamava sua mamma e lui rispose assunta e io allora chi e agnese e lui no e una che mi sta dietro ma io non la voglio mi diceva che era di torino poi di rieti che non ci era mai uscito poi mi disse che era la sua ex che pero era finita a fine agosto 11 che l aveva conosciuta in ospedale quando fu ricoverato per un incidente in moto ma che lui non era innamorato chia mo pure sua madre per farmi vedere che mi diceva la verita ma a me la cosa non andava giu cerano troppi punti di domanda comunque per farla breve sono venuta a sapere la verita questa ragazza un giorno lo chiamo lui era a casa mia lui rispose ed incomincio ad insultarla senza pieta perche anche lei era venuta a sapre di me non si capiva piu nulla chi urlava a destra e chi a sinistra non ne potevo piu lui chiuse la comunicazione con lei e quando le acque sierano calmate riusci a far ragionare a lui e poi riusci a parlare con lei telefonicamente e da li hi saputo tutto che non e vero che si erano lasciati a fine agosto ma stavano ancora insieme anche del viaggio che doveva fare per il lavoro era una bugia perche lo doveva fare con lei mi sentivo tradita usata chiusi la comunicazione con lei e lui scoppio in lacrime dicendomi non mi lasciare se ti ho nascosto la verita e solo perche mi sono innamorato di te e avevo paura di perderti io ti amo non mi lasciare scusami perdonami ecc… io ero davvero innamorata anche se delusa non riusci a mettere da parte questa storia pero oramai lui butto giu la maschera dopo qualche settimana tt quello che facevo non andava bene nulla non sopportava mio figlio la mia storia precedente i suoi stati di umore erano peggiorati sempre triste e nervoso non era mai contento di nulla ogni cosa che succedeva era colpa mia fino a marzo quando all inmprovviso mi lascio senza un perche io sapevo che aveva un altra anche se lui negava tutto ma si sa come e il comportamento degli uomini quando hanno per le mani un altra come veniamo trattate noi li soffri come un cane lui andava e veniva dalla mia vita quando e come voleva magati per giorni non lo sentivo e poi se ne arrivava con qualche mess dolce che mi scioglieva oppure si presenta quando finivo di lavorare tt gentile e dolce ma il giorno dopo era di nuovo quel mostro che mi dimostrava inddifferenza mi usava come se fossi un giocattolo e io ci cadevo sempre perche rivolevo il ragazzo che avevo conosciuto qualche mese prima era di quel ragazzo che mi ero innamorata un giorno mi disse non scavare nel mio passato ti faresti solo male… comunque le sue sfuriate senza motivo erano davvero strazianti per me non potevo credere che mi insultava dicendomi che ero ignorante che la mia casa faceva schifo che facevo una vita di merda che non lo capivo che non ero degna di stare con lui che a sua madre non mi avrebbe mai presentato perche sono una ragazza madre che gli facevo schifo ecc. poi magari il gg dopo tornava ad essere dolce e amoroso con me per un periodo e stato buono con meno sbalzi di umore fino a quando un giorno ho deciso di andare con lui a rieti solo per un giorno lo accompagnai a casa da sua madre arrivvammo alle 2 di notte non ti dico un casino sua madre si sveglio e io ho dovuto nascondermi per mezzora fino a quando lui non la insulto e la mando a dormire di nuovo il mattino sempre di nascosto usci da casa sua lui mi accompagno alla stazione di roma era nervosissimo incomincio ad insultarmi mentre eravamo in macchina e continu fino davanti al treno gridandomi mi fai scifo mi fa schifo il fatto che hai avuto un figlio con un altro uomo non ti presentero mai a mia madre non la voglio una come te io non riuscivo a reagire piangevo solo ero pietrificata comunque sali sul treno che mi riportava a torino e credimi dentro di me ero felice non vedevo l ora di tornare a casa mia lui dopo che il treno parti mi mando u mess non mi cercare piu questa volta e finita per sempre io mi feci fa e pre me che e finita per sempre ora dentro di me e mi sono detta ora bastbasta piangere basta farmi del male e da li non l ho piu sentito io non l ho mai cercato e lui neanche do 11 gg ero su skipe e anche lui dopo un po entro mi scrisse che ero speciale e unica che gli dispiaceva per quello che era successo e le solite stronza che diceva sempre e io come una stupida ci sono caduta di nuovo ora e circa un mesetto che e tranquillo ma non so per quanto ma ora so che assomiglia in qualcosa di un narcisista so come prendere la situazione di petto dentro di me sono cambiata no sento piu quello che sentivo per lui anche se lui e convintissimo che io sono ancora innamoratissima di lui ma non e cosi….. altri episodi lui odia tt il mondo compresa sua madre parla male sempre dei suoi amici non ha una vera compagnia va dove gli fa piu comodo quando usciamo siamo sempre e solo io e lui non mi porta mai con lui quando esce con i suoi amici ha un altra cosa molto importante quando eravavmo in stazione a roma ha avuto il coraggio di dirmi che sono una pezzente e che lui vuole una ragazza con i soldi e che se mi comprava qualcosa lo faceva solo perche gli facevo pena e vero no sono ricca lavoro in ospedale adetta a mensa il mio guadagno e solo di 8oo eruro al mese lui si sta bene a soldi grazie alla morte del padre che avuto un incidente d auto e grazie all assicurazione che li ha rimborsati sono diventati piu ricchi e lui di questo ne e felice dice sempre che della morte del padre non gli importa nulla… scusa se ho scritto un po male scusa l ortografia
CARISSIMI, GRAZIE DEI CONSEGLI. HO CERCATO DI TUTTO QUA’ A CASALE. I SERVIZI PUBBLICI NON SNO VALIDI, NON CI SONO SPAZI DI ASCOLTO NE DI AIUTO.IERI NOTTE ENNESIMA SFURIAA CON MIA MADRE CHE CONTINUA A CHIEDERMI SOLDI E A DIRMI CHE IO PER LEI NON ESISTO PIU’ MA…NON MI LASCIA STARE…IO DEVO ANDARE VIA DA QUELLA CASA. NON SO DOVE MA DEVO ANDARE VIA VIA VIA….MI DISPIACE DIRLO..MA MIA MADRE E’ QUANTO CE DI PIU’ VERGOGNOSO NEL CONFRONTO DI SUA FIGLIA…..VOGLIO ALLONTANARMI DA LEI PER SEMPRE…
Gentile Dada, grazie per i suoi chiarimenti. Noi comunque di fatto non siamo un gruppo di amici. Stiamo vivendo un’esperienza di solidarietà e di auto-aiuto con una sorta di forum on line rispetto ad una tematica che ci coinvolge in modo particolare e con modalità assai specifiche per ciascuno, talvolta molto differenti. In generale credo che l’esperienza finora sia stata utile e positive, ma naturalmente è normale che posssano capitare intralci e difficoltà. Sono lieto che vi siano persone come lei che se ne preoccupano al fine di miglirare questa esperienza.
Ho spiegato eloquentemente i motivi per i quali ho sentito la necessità di chiudere i commenti. Mi sono preso le mie responsabilità, ho espresso le mie dolenze ed anche le mie scuse. Non ho tempo per dilungarmi oltre su questo argomento. Mi auguro che l’accaduto serva per non cadere ancora in certi equivoci ed errori. Qualora ritenessi opportuno per ragioni analoghe a quelle occorse o altre farò in modo di dare un preavviso. Allora buon proseguimento e cordialissimi saluti.
Carissimo Dottore e carissimi tutti coloro che mi hanno risposto….in questi giorni la mia situazione fisica è peggiorata. ho aperto gli occhi e ho visto che lui sta vivendo in casa nostra senza di me e sta bene! lui sta molto bene! io finisco in ospedale e giorni alterni e lui sta bene…dovrebbe darmi grinta, dovrebbe darmi forza. invece mi butta ancora più giù. sono inorridita dal suo modo di recitare di fronte al mondo intero per rendermi insopportabilmente amabile. poi..per darmi il colpo di grazia, mi ha proposto di andare a vivere da sola a casa mia…casa che non è ancora abitabile, il tetto sta crollando e non c’è riscaldamento. gli ho fatto presente la mia condizione di salute al momento e lui tutto contento ha deciso allora di rimanerci lui..nella ns casa. cari amici, mia mamma mi deride, dice che sono una malata di mente e devo farmi ricoverare..me lo diceva anche da piccola ma ora lo pensa e continua e chiedermi soldi con tutti quelli che gli ha lasciato mio padre. non posso neanche fare la doccia ogni giorno perchè le uso troppa acqua. un amico x pena mi ha proposto di vivere x un periodo da lui dividendo le spese ma abita 40 KM da dove lavoro…però sarei un po’ in compagnia….non so…so solo che ho l’amaro nel cuore..mi sento svuotata…ha succhiato tutto il mio amore, le mie energie, i miei soldi e poi mi ha buttata via e io sono rimasta sola….abbandonata in tutti i sensi…non ho mai sentito nessuno non avere neanche non so un fratello, un conoscente, un qualcuno che si interessi. ho contattato la mia vecchia psicologa dell’ asl.ha detto che mi darà un appuntamento appena possibile. vorrei che esistessero degli sportelli, dei gruppi di sostegno, dove incontrarsi anche quotidianamente..sto male…sto veramente tanto tanto male….mi manca papà
Dolce Arianna, stai vivendo un incubo, una situazione davvero orrenda, ma cerca di resistere fino a che non troverai un aiuto. Riesci ad incontrarti con il dottor Brunelli o almeno a parlarci per telefono intanto?
Cara Arianna, se nella zona in cui abiti, nella tua città ci sono delle parrocchie, potresti provare lì, se non l’hai già fatto a sentire se c’è uno sportello di ascolto gratuito che spesso in alcune di esse, viene offerto volontariamente una o due volte a settimana; oppure, se senti la necessità di un supporto quotidiano, se nel luogo in cui abiti ci sono, alcune cliniche convenziate con dei grandi ospedali, offrono per un breve periodo, un servizio di day hospital per degli incontri di psicoterapia di gruppo a persone con problemi analoghi tra loro. Anche in alcuni ospedali, presso il centro di visite in psichiatria (non l’SPCD, ma gli ambulatori), hanno dei day hospital dove puoi essere seguita anche sotto l’aspetto dell’incontro terapeutico individuale e di gruppo, anche per attività ricreative. Ci sono poi dei consultori, anche se molti hanno delle remore a prendere in carico persone che prendono farmaci e per un problema loro interno burocratico, tendono a mandarle verso il CIM. Alcune scuole hanno sportelli di ascolto ed anche delle facoltà universitarie, in paricolare di psicologia, dove se è possibile, alcune ti seguirebbero anche a livello psicoterapeutico. Anche online, puoi trovare degli sportelli di ascolto che potrebbero poi indicarti la sede più vicina nella tu città. Nel caso tu ti senta particolarmente male ed hai bisogno di parlare, puoi recarti presso il DSM del tuo quartiere o paese e chiedere un colloquio ( che potrebbe essere considerato di accoglimento) immediato con il medico preposto a ciò in quel giorno ed in quegli orari. Potresti chiedere loro poi di segnalarti dei gruppi di autoaiuto che si incontrino in un luogo per te facilmente raggiungibile. Se dovvessi sentire proprio di non farcela e nella tua città ci sono delle buone strutture a liite potresi anche considerare l’idea di un breve ricovero, non perchè sei malata di mente come dice tua madre ma perchè hai bisogno di riposare la mente ed il corpo, dal grande stress che stai vivendo, in una situazione per un breve tempo in cui tu ti senta protetta ed accudita finchè non recuperi un pò di energie edi serenità interiore e fisica. Attualmente, nella maggior parte di queste strutture, viene offerto un supporto psicoterapeutico gratuito che successivamente, se ti sarai trovata bene e con giovamento, potresti continuare anche fuori a pagamento; connsidera che ci sono molti psicoterapeuti che pur avendo lunga esperienza, ed anzi proprio perchè ciò aumenta, seppure non in tutti, la loro sensibilità anche alle problematiche pratiche di tipo economico delle persone che hanno bsogno che fanno tariffe anche molto basse, offrendo ottimi supporti; attualmente, non essendoci più una tariffa minima obbligatoria, anche se avevo conosciuto persone che lo facevano già prima, ci sono persone molto preparate le cui tariffe possono partire addirittura dai 30, 35 euro (per un periodo, tempo fa ho avuto bisogno di un supporto nella mia città ed ho pagato 35 euro ad incontro, con ricevuta legale) per arrivare poi a 40 e 50; al di sopra di questo le tariffe iniziano a variare in modo molto soggettivo, pur mantenendosi nell’arco del tariffario previsto per legge. Ed all’ impegno necessario a terapeuta e paziente per l tipo di problema da affrontare. generalmente,la maggior parte dei terapeuti, tende ad andare il più possibile incontro anche alle possibilità economiche e di tempo del paziente, considerando che già questa è una prima forma di aiuto. Pensa, come ti ho detto in situazioni critiche che qui ho solo accennato essendo state assai più complesse, mentre gli amici sono spariti, quando ero ricoverata, ci sono stati due terapeuti che sono venuti entrambi a trovarmi, per vedere e sentire come stavo e sono stati lì con me, per molto tempo, spontaneamente – io non sapevo neppure che sarebbero venuti – anche perchè sapevano che anch’io avevo il cuore molto amareggiato dalla mancanza di vicinanza e comprensione ed altro, da parte di altre persone. Così come ho ricevuto, da parte di più di un terapeuta, avendo avuto bisogno di un supporto psicologico più di una volta, anche delle visite domiciliari, a causa di mie difficoltà di spostamento. E questo mi ha fatto davvero molto piacere consentendomi di non saltare delle seduteimportanti alle quali fisicamente, non avrei purtroppo, potuto recarmi. Quindi, come vedi, anche se non si hanno amici, conoscenti, parenti, alla fin fine, c’è sempre qualcuno che ci tende una mano se noi gli tendiamo la nostra, anche soloper dire all’inizio: “Ho bisogno di te”, ” del tuo aiuto”, per chiedere semplicemente aiuto; se il primo ed il secondo non saranno capaci di ascoltare realmente ciò che tu dici e chiedi, ovvero senti che nn ti comprendono veramente, a livello profondo, lo sarà un terzo o un quarto. Cè sempre un orecchio ed un cuore in attesa di ascoltare le tue parole, quelle che dici e quelle che taci, per entrare in sintonia con te ed aiutarti.
Un abbraccio docissimo tutto per te ed un pensiero d’amore per il tuo papà che ti manca tanto e che sicuramente, sta in qualcche modo cercando di farti capire che lui vuole per te che tu stia meglio; forse non è un caso che tu senta così la sua mancanza. Se puoi una sera, prova ad alzare gli occhi al cielo ed a guardare una stella dove sentirai di vedere la sua luce o che da lì ti sta cercando per dirti che c’è come c’è nel tuo cuore. Ascolta le parole che ti verranno spontanee e fanne tesoro.
Ciao.
Cara Arianna, ritorno a leggere nel blog. Comincio a leggere il tuo post e sospendo, poi riprendo leggo e rileggo quello che scrivi, sono squarci della tua storia. E’ una storia che fin dalle prime parole mi commuove e sento che l’emozione mi sale. Mi sale perché nello stesso momento che leggo si sta presentando l’Arianna che è dentro di me. La mia Arianna ha 20 anni o poco più e non ha quasi più nulla, orfana coi genitori, che dorme nel suo maggiolone bianco cercando posti dove nascondersi. Leggo le risposte di Dada, Elisa e Alessandra rivolte a te e vedo che anche loro hanno dentro la loro Arianna, un po’ come se da te fosse partito un filo che si intreccia al ritmo di altre calde parole in una coperta che ti avvolge in un unico abbraccio, il nostro per te. La mia Arianna dentro di me, oggi, ha le mani allacciate ai suoi genitori, completi delle loro parti mancanti, quelle che tanto avrei voluto per me e che hanno le mani allacciate a tante altre persone, quelle che non sono state certamente meno importanti per me. Lo so che è facile per me parlare così della mia Arianna, che sono di tanto più grande di te. E mi chiedo anche se mi puoi capire. Mi chiedo se puoi avere compassione della mia Arianna che per tanto, tantissimo tempo non ce l’ha fatta e per tanto tantissimo tempo aveva perso ogni speranza. Credo che la depressione sia stata una delle compagne più fedeli nella mia vita, sempre con me e assai difficile da lasciare andare, poiché la seduzione del mio lasciarmi andare era ancora più forte. Attaccamento e dipendenza hanno davvero tante forme. Gli studi li avevo interrotti e non potevo di sicuro contare su uno straccio di pezzo di carta (così lo avrei visto allora) per presentarmi a qualcuno che mi desse un lavoro. E i miei pensieri tornano lì, molto prima che la mia Arianna fosse ritrovata e accolta da qualcuno che capisse veramente. E ora, con l’occasione che mi dai, voglio stare un po’ con lei, con l’Arianna di quei tempi, perché sento che ha bisogno di essere ancora più nutrita e capita da me e ti ringrazio per l’occasione che mi dai. Mi chiedo e ti chiedo, dimenticandoti magari per un attimo solo di te e della tua storia, cosa faresti tu, che consiglio potresti dare di getto, o riflettendoci, ad una ragazza che cerca lavoro senza curricolo? e se la domanda ti annoia, anche perché forse non è per niente interessante, allora per me è ancora più interessante sapere qualcosa di te. Finiti o durante gli studi, hai mai lavorato?
ciao cara..sì mi sono laureata in lingue e ora faccio l’impiegata in un ufficio estero. questa è stata una delle poche grandi fortune della mia vita….è bello ciò che hai scritto..mi ha colpito..
ciao Dada, anche tu devi aver passato qualcosa di terribile, si capisce da come parli e da come hai ben elaborato. molti di voi hanno fatto un grande cammino e sanno dare preziose indicazioni. Vi ringrazio tanto e spero magari piu’ in la, quando saro’ piu’ forte, di essere utile anche io. ciao a tutti e tutte .
ho bisogno di un consiglio dal dott Pietro e da voi tutti. io a 24 anni se avete letto i miei post mi trovo completamente sola al mondo. non ho più il papà e mia madre si è disinteressata completamente alla mia situazione. al momento sono in cura con antidepressivi e ansiolitici e sto disperatamente cercando un buon terapeuta. ma sono sola…completamente sola. e penso a lui..che sta bene..a cosa fa…e annego nelle mie paure e nella mia solitudine. come ne si può uscire quando non si ha proprio nessuno?e non dico per dire..sono SOLA…aiutatemi vi prego. Arianna
Hai bisogno di uno psicoteraputa. sei giovane, non ti abituare alle cure psicofarmacologiche, in ogni caso, non sospenderle se prima non hai un supporto psicoterapeuto, o quando sei sicura che questo brutto periodo è veramente passato (e comunque parlandone con il tuo medico). Per trovare uno psicoterapeuta nella tua zona si può consultare l’Albo dell’Ordine degli psicologi della tua regione, è on line, ma anche chiedere al medico curante e ad amici, e comunque devi informarti e provare. In genere per valutare se ti trovi bene dovresti fare almeno 3/4 incontri che comunque ti servirebbero di sicuro. Una cura psicoterapeutica efficace si basa sul fatto di instaurare un rapporto di vera fiducia, perciò ci vuole tempo ed impegno. E’ un’esperienza bella, risanante che può dare tanto, al di là della problematica specifica, fa crescere e orienta la persona verso uno sviluppo migliore. Lo so che ha i suoi costi, ma ci si può accordare, e di sicuro è meglio rinunciare un po’ a vestiti e cure estetiche o ristoranti pur di potersi pagare la psicoterapia. Lo so che a volte si vive già di rinunce e c’è poco da rinunciare ancora, perciò iniziative come la presente, che andrebbero ancora di più sviluppate e promosse con l’aiuto di tutti (ad esempio sponsor, enti, associazioni…) è uno sforzo molto importante. In alcuni casi ci sono anche forme di consulto psocologici con ticket veramente bassi, quasi mutualistici. Vi sono psicoterapeuti (come il sottoscritto) che applicano tariffe differenziate, parlando chiaro, a seconda delle possibilità (alla fine con fattura come trattamento medico scaricabile, per un’ora di seduta si può arrivare certamente a spendere assai meno di un parrucchiere e molto meno di un pieno di benzina – per chi ha poche possibilità). Va ricordato che lo psicoterapeuta lavora ben oltre, quantitativamente e qualitativamente, l’ora di seduta. E’ un lavoro che comporta sacrificio, impegno, responsabilità fortissime e che mette in gioco la propria vita, le proprie emozioni e sentimenti, e che ha spese di ricerca e di studio e di comunicazione notevolissime, e che per diventarlo bisogna studiare quanto un chirurgo (oltre 10 anni, e con continui tirocini non pagati e corsi d’aggiornamento da pagare) e fare un lungo e faticoso lavoro di analisi e di elaborazione (a pagamento anche questo su se stessi) e, tutto ciò, con pochissime garanzie di continuità di reddito, di pensione, di mutua, in pratica si è sempre precari… per farlo bene occorre una specie di vocazione, non bastano le conoscenze tecniche e intellettuali, è un lavoro di umanità, non una mercificazione, è un lavoro che ricrea i rapporti umani, insieme al paziente che è sempre protagonista delle sue scelte e della sua guarigione, in quanto nella relazione terapeutica viene attivato un principio di trasformazione che è nel paziente stesso, con pazienza, inpegno, ed anche affetto… in seguito a relazioni patologiche, a TdN , a relazioni borderline , o comunque complicate e sofferenti, è molto importante instaurare una RELAZIONE TERAPEUTICA mirata a convertire la ‘relazione patologica’ dalla quale si vuole uscire o si sta uscendo in un’esperienza di vita volta ad una rinascita e ad una crescita interiore, relazionale e sociale.
Cara Arianna, sento nel modo in cui scrivi, il tuo dolore, la tua disperazione e la tua grande paura, anche e soprattutto la paura della solitudine. Sperando che possa esserti un pò d’aiuto e se possibile darti speranza, desidero condividere una piccola parte della mia storia con te; anch’io sono stata e mi sono sentita per moltissimo tempo “sola” ed “isolata”; ho pochissimi parenti e tutti lontani, entrambi i miei genitori hanno avuto gravi problemi, e persone che li hanno visti interagire con me, sentiti parlare e hanno avuto modo poi di parlare ed interagire con me da sola, mi hanno riferito di aver provato la sensazione terrificante, rispetto a loro, rilevando invece in me una vitalità e forza che gli sembrò inizialmente quasi impossibile per via del contesto – non perchè lo sia in assoluto, però era qualcosa che li meravigliava molto, come se io fossi quasi tenuta in vita da un “nucleo animico” che apparteneva solo a me e che difendevo strenumente per non soccombere- che io fossi “un’orfana con i genitori” (ovvero che anche se erano fisicamente presenti, si comportavano con me come se fossero affettivamente “morti” però uno di loro era capace di tirar fuori parole terribili, lanciare e buttare oggetti ed altri comportamenti simili e talvolta peggiori, anche per motivi banalissimi, solo perchè era il suo tipo di reazione dovuto ad alcuni suoi problemi, “quando era vivo”, nel massimo della “vitalità” che poteva esprimere) e questa sensazione è stata provata in primo luogo da persone che avevano una lunghissima esperienza nel campo psicologico e psicoterapeutico, non solo da altri. E posso dirti che la convivenza con loro, in particolare uno dei due, è stata drammatica ed impregnata di solitudine, di quella solitudine che fa paura come del resto ben compreso da quelle persone cui ho accennato sopra. Di quella solitudine che fa paura perchè è sia fuori, doppiamente, quando è successiva ad una separazione da una persona con cui si pensava di aver condiviso qualcosa scoprendo poi che non era, da parte sua così e per questo, diviene anche una solitudine peggiore perchè “arrabbiata” e quando, non si è compresi e magari, invece, colpevolizzati, da chi ci si aspetterebbe gli o le venisse naturale, come ad un padre o ad una madre. Conosco purtroppo, come credo altri ed altre questo tipo di dolore terrificante. Inoltre, anch’io, seppure per motivi diversi, vivo il lutto di un genitore in circostanze molto particolari, che per loro natura, avrebbero dvuto essere gioiose e creative ed invece, in quei momenti, è mancato appunto uno dei miei genitori, quello un pochino più positivo, in generale. Ci sono stati anche nella mia vita amici che non mi hanno capita, altri che hanno sparlato – ma questo capita più o meno a tutti e colpisce e “ferisce” soprattutto le persone più sensibili – ed altri che dopo aver intrattenuto con me (ed altri, con cui hanno continuato a vedersi, con una dinamica simile a quella che sta capitando a te) un’amicizia di moltissimi anni (anche con condivisione di pranzi, cene, uscite, cinema ed altro) e che nel momento in cui ho avuto dei gravi problemi di salute peri quali ho subito due lunghi interventi chirurgici, a distanza di circa un mese uno dall’altro, con complicanze di vario tipo, dopo una visitina, ecco, sono letteralmente spariti. Li angosciava il fatto che io avessi allora quei problemi che mi costringevano a stare lì piena di tubi vari addosso. i tubi li avevo io ma non tuttti ce la fanno a sopportare la “visione” e conoscenza del problema che vive l’altro. Richiede impegno, richiede un certo sacrificio, solidarietà e non tutti hanno questa predisposizione. Ed in pratica erano anche venuti più volte, in vacanza miei ospiti. Come vedi, purtroppo, è una vecchia, seppure ingiusta e triste storia. Ma è una storia che permette poi di discernere meglio tra chi vale la pena di avere vicino come amico ed amica e chi no, pur senza trascurare ciò che di bene possiamo fare ugualmente per gli altri con cui non saremo amici ma ai quali, per far bene sia a loro che a noi stessi; potremmo ad es., rivolgere un sorriso di saluto, un ciao, una parola di conforto, scambiare due chiacchere con un anziano che ci sembra solo o con un bambino triste o se allegro, chiedergli cosa gli è successo di bello, ritirargli la palla che gli è sfuggita, facendolo sentire in quel momento importante o sorpreso che un grande si interessi a lui ed alla sua alla anzichè “sgridarlo” perchè magari l’ha mandata involontariamente troppo lontano. Anche questo farà bene alla nostra Anima, aiutandoci a reintegrare pian piano in essa quegli aspetti di piccola ma che per alcuni di noi potrà essere “grande nel suo piccolo”, socialità che ora, come nel tuo caso, sentiamo mancare. E per te potrà essere un’occasione per comprendere cosa ti suscita il panico che provi ed anche per superarlo, dato che il panico è spesso legatoa separazioni che non riusciamo a tollerare e gestire. Anche se ciò non toglie, come ti avevo già consigliato in un altro post e come ti ha detto il dottor Brunelli ed anche Dada, che è un uomo secondo me molto sensibile, che la via migliore per farti aiutare è appunto la psicoterapia, grazie alla quale, quando sarà il momento e se possibile, piano piano e sotto un’accurato controllo specialistico potresti anche diminuire i farmaci che prendi in modo che essendo così giovane, tu non sviluppi nei loro confronti una dipendenza psicofisica. Ma questa è una cosa da fare assolutamente sotto un’accurato controllo medico. Ora, come già ti ha detto molto bene Dada, la solitudine, non è solo negativa e neppure il vuoto, anzi; dipende molto dall’uso che ne facciamo. Un eminente psicoanalista britannico, Donald Winnnicott spiegò che una delle tappe fondamentali della crescita per il bambino è “quando impara a ‘stare solo in presenza di altri’ “, cioè impara, semplificando un pò, a non aver bisogno della mamma anche se si trova in sua presenza ed ha delle necessità anche importanti, perchè ciò significa che sta imparando ad attingere alle proprie risorse interiori (anche se questo processo sarebbe facilitato dall’aver avuto una “buona madre” o “sufficientemente buona”, cioè capace di trasmettere al bambino la fiducia nelle sue stesse possibilità, ma non tutte le madri, purtroppo, ci riescono, non perchè non vogliano ma perchè hanno esse stesse dei problemi interni irrisolti, come forse la tua, come forse la mia e ciò mi permette di sentire molto bene e comprendere e spero di riuscirea farti arrivare come vorrei, la mia coprensione, il tuo problema). Se queste risorse interiori non vengono sviluppate subito, lo saranno però sicuramente dopo, soprattutto in momenti di crisi, poichè ogni crisi segnala che c’è bisogno di attingere alle nostre risorse nascoste per apportare dei cambiamenti e se le nostre risorse, le sentiamo insufficienti per la grandezza del o dei problemi che stiamo affrontando, esistono dei modi per svilupparne di ulteriori e di nuove, magari più efficaci. Certamente, per capire come poter fare, è necessaria una guida, un aiuto da parte di una persona esperta che ci indichi più possibili vie, in modo che comprendiamo qual’è la nostra, la nostra via sia per ri andare verso il mondo e gli altri sia per tornare verso noi stessi con maggiore fiducia e scoprire che oltre il buio di quella solitudine che ci fa paura c’è una luce “per far luce” dentro di noi, in modo che quel “vuoto” che spesso correliamo a buio, prenda “Forma”, ovvero permetta alla nostra vera personaità di manifestarsi in tutta la sua ricchezza. Inoltre il Vuoto, non è mai un vero vuoto – tranne in certi tipi di personalità – il Vuoto è uno Spazio, spesso un grande Spazio “trascurato” presente dentro di noi che ci sta “chiedendo” con forza, soprattutto quando ci mette ansia, di dedicargli del Tempo, di “dialogare” con esso per ridurre la distanza che ce ne separa e che è molto spesso, la distanza che ci separa dalla libertà, che è strettamente correlata alla conoscenza emotiva e razionale di noi stessi ed all’amore per noi stessi che renderà poi possibile amare nuovamente gli altri, senza rimpiangere – nè arrabbiarsi e disperarsi più – ciò che non merita di essere rimpianto e senza rinunciare a ciò che merita di essere raggiunto e coltivato con amore.
E’ normale aver paura della solitudine ma è attraversando momenti di solitudine accompagnadoli ad es. al rilassamento ed alla meditazione (come ti ha già consigiliato anche Dada) che ci permette di incontrare quel “vuoto” senza paura ma anzi spesso ti accorgerai, con riconoscenza, per ciò che il “vuoto” sarà ccon un pò di esercizio, in grado di donarti. Un’ultima cosa; i bambini, paragonando la loro paura del buio alla nostra della solitudine e del vuoto che la accompagna spesso come sensazione, non hanno solo paura “del” buio, essi hanno paura all’origine della vita extrauterina, di stare “nel” buio dello spazio in cui viene messo il loro lettino perchè essendo molto piccoli ed essendo appena usciti dal grembo materno, in cui c’era una continua “continuita’” sia dei “colori” che della ritmicità in cui erano immersi, non hanno ancora imparato a distinguere la differenza tra giorno e notte, tra luce e buio, cioè l’esistenza su questa terra e nei loro corpicini, dei ritmi circaidiani e, molti di noi, quando si sentono molto soli ed hanno paura, sono traumatizzati, temono di non trovare un aiuto adeguato, tornano in un certo senso, un pò simili a questi neonati, che non riescono a comprendere ancora o “più” se adulti, e ciò può togliere temporaneamente un pò di fiducia, che sulla Terra, esiste insieme allo Spazio ed al Tempo, dentro e fuori di noi, la notte, quando il cielo è scuro – temuta, ed invece talvolta è bella perchè si sogna – ed il giorno, l’Ombra e la Luce, quando il cielo è chiaro ed in esso splende il sole ed entrambe ci appartengono, dando
Forma esclusiva al “nostro essere nel mondo”. Anche tu cara Arianna, hai una Forma specialissima, come ognuno di noi, proprio perchè sei tu; devi solo incontrarLa, accoglierla in quello spazio ed attendere con pazienza ( ma prendendoti intanto cura di te, anche con le cose più semplici della vita, ad es. se ne hai la possibilità, facendo ginnastica, oppure passeggiando per tenere il tuo fisico in forma ed ossigenato, scrivendo, disegnando, anche scarabocchi di cui potrai poi capire il senso, curando l’igiene, mangiando cose adeguate , ascoltando musica se ti piace o anche se non ti pace provandoci, o anche se puoi, suonando un pccolo stumento, anche il flauto delle medie, perchè la musica fa bene all’Anima, la cuore a tutto ) le prime Luci dell’Alba, che annunciano quelle del giorno in cui avrai iniziato a camminare con una vista acuta come quella dell’aquila, un animale sacro che fa da guida allo spirito dell’uomo che ha percorso e percorre vie impervie fin dall’antichità.
Nel frattempo, anch’io ti invito a continuare ad essere presente qui con noi; non solo la tua presenza è molto importante perchè anche tu attraverso le tue testimonianze puoi dare molto, ma questo forum può esserti, come è stato per molti, di grande aiuto, soprattutto nei momenti di sconforto, seppure non può sostiture una psicoterapia che deve essere calibrata sulle specifiche particolarità ed esigenze individuali. E richiede perciò molta preparazione e sensibilità da parte del/della terapeuta ma anche collaborazione ed un pò di pazienza da parte tua, affinchè tu possa aiutare chi ti aiuta ad uscire nel miglior modo possibile e con ritrovate e rinnovate capacità, dalla situazione che stai vivendo ora. Se non hai la possibilità economica di rivolgertiad uno psicoterapeuta privato, nel frattempo, rivolgiti ad una Asl o ad un CSM e chiedi di parlare se così vuoi, direttamente con uno psicologo, è un tuo diritto e potrai agare un ticket per un cero numero di colloqui che potranno comunque esseri di aiuto, anche per capire cosa fare di più specifico, oppure potresi trovarti bene e continuare nella struttura iniziale.
Un carissimo saluto ed un abbraccio particolare a te, Arianna.
Un saluto ed un abbraccio a tutti e tutte.
elisa..perchè lo voglio ancora? mi ha fatto tanto male…
Cara Babette, “l’aver permesso a qualcuno di farci tanto male”, è forse talvolta la parte più difficile da affrontare, più del male stesso che l’altro ci ha fatto ed è ciò che a volte permette ad alcuni rapporti nocivi per sè stessi ed indirettamente, come già notato da Sisi, anche ad altri e di continuare a permanere coinolti in essi per troppo tempo. Ma aggiungerei, anche a quella stessa persona che fa del male, poichè finchè si continua a rimanere concretamente in quel tipo di rapporto, tale persona, uomo o donna che sia (poichè esistono anche donne dello stesso livello di certi uomini patologici, se non “peggiori”, sotto certi aspetti ma questo è un problema anche legato alla cultura, stereotipi sociali e di tipo psicoantropologico che andrebbe affrontato secondo me, sia affinchè alcuni uomini si sentano maggiormente compresi e riconosciuti, come è giusto, nelle loro sofferenze, sia per discriminare meglio tra diverse patologie femminili e comprendere le dimensioni dello specifico problema qui trattato rispetto al sesso femminile), finchè colludiamo con lui o lei, accettando le sue richieste o apparenti “doni” non realmente tali ma funzionali ad una manipolazione nei nostri confronti, si rafforza nella convinzione che sia “bene” agire così per ottenere ciò che desidera, facendo ancora più del male noi solo a noi ma anche a chi incontrerà dopo di noi. E mentre per lui/lei, sarà più facile attribuirci responsabilità varie dei suoi comportamenti (le difettosità di cui parla il libro del dottor Brunelli, quando il partner che ama inizia a rimandare un’immagine critica di chi vuole “solo essere amato” – più che altro, “confermato”- e rispecchiato per ottenere vantaggi sul piano della realtà), le dimensioni del mostro che avremo interiorizzato, saranno ancora maggiori ed andranno a pesare e ad aprire breccie sempre più grandi sulle nostre interne ed antiche ferite, attraverso le quali si era inizialmente introdotto nella nostra vita. Hai fatto molto bene secondo me a nutrire il bene e non idee negative, ad es. di “vendetta”(che istintivamnte potrebbero prendere, quando si subiscono dei torti troppo grandi, rispetto alla nostra predisposizione) e credo che questo, seppure sarà ugualmente un percorso difficoltoso, potrà renderti più semplice riconoscere il suo “aiutante”, è già molto, per alcuni, essere consapevoli che c’e nè uno, talolta molto sfaccettato – quello che vive dentro di te, così come all’interno di ognuno di noi, per rafforzare poi la tua capacità di nutrire il bene sia per te stessa che per altri che incontrerai nella tua vita.
In realtà, ognuno di noi convive con uno sconosciuto che aabita dentro di noi e finchè non lo conosciamo e comprendiamo, sicuramente paghiamo ad esso un affitto molto più caro – nonostante sia lui il nostro ospite, in modo un pò paradossale – di quanto ci costerebbe una pacifica convivenza.
Anch’io sono certa che ce la farai ed anche in questo, ci siamo “finalmente capiti”.
Un caro abbraccio e grazie della tua testimonianza, per noi tutti/e preziosa; anch’io come Sisi, ti invito a partecipare quando te la sentirai, al nostro forum di auto aiuto, raccontandoci un pò di te. Ciò può esserti di aiuto e tu, con la tua presenza, puoi essere di aiuto ad altri/altre partecipanti.
Un caro saluto ed un abbraccio anche a Sisi, Dada, che sono felice di aver ritrovato mi sembrerebbe più in forma di quando scrisse qui l’ultima volta, a Pluma; vi ringrazio moltssimo per i vostri saluti e la vostra ritrovata presenza.
Ad Alessandra, Anna ed Arianna, ad Elisabeta ed a tutti/tutte gli/le amici/amiche del forum e del Blog.
Elisa
cara Elisa, care tutte, tutti. questo blog mi sta cambiando la vita. Sto piano piano risorgendo, facendo ogni giorno un piccolo passo verso la disintossicazione interiore. La sensazione precisa che provo è di essere riuscita a chiudere per sempre il pesantissimo cancello del cimitero emotivo in cui sono finita per tanti anni. Ci sono riuscita leggendo, pensando, confrontandomi con le vostre storie. Adesso inizia il lavoro più difficile, come tu dici Elisa, smetterla di guardare fuori e scoprire cosa è successo dentro di me, cosa mi ha portato a cadere in questa trappola. Un elemento l’ho individuato: il terrore della solitudine, che pensavo fosse un deserto arido e pieno di insidie. Invece in questi tre mesi ho scoperto che non è un inferno, ma un cielo aperto e pulito, ho capito che solitudine è libertà. Ho più tempo per me e anche per gli altri, gli amici e i miei figli. E’ come se mi si fosse aperta l’anima, ho ricominciato a leggere libri e a sentire la musica. Adoro la musica, ci sono cresciuta e mi sono resa conto che non la sentivo più, mi piace cantare anche se ho la voce bassa e non cantavo più. Ora canto e mi stupisco nell’apprezzare questa nuova condizione. Senza tutto il fango che avevo addosso e dentro posso guardare meglio dentro di me e fare la conoscenza con la parte di me che non mi piace ma con cui sento ora più che mai che devo fare i conti e dalla quale per la paura della solitudine sono sempre fuggita. E ogni volta che il mostro si riaffaccia con mail o sms provo un senso di vago fastidio, ma niente di più. Che si tratti di narcisista o borderline, da me non avrà piu nulla e non perchè non c’è più niente da prendere ma perchè sono io che sono uscita dalla sua orbita per sempre. ciao e grazie a tutte, tutti, per ogni spunto di luce che leggo ogni volta.
Tante storie tutte simili in cui il mostro ci ha divorato l’anima ,lasciando solo un immenso vuoto .Quattro anni e’ durata la mia agonia, uno stillicidio giornaliero in cui mi sentivo sbagliata e nn ho mai neanche sospettato che nn ero io il problema.Fino a quando il dolore e’ diventato insopportabile e l’istinto di sopravvivenza ha preso il sopravvento e ho detto basta.A distanza di cinque mesi avverto la sua presenza, telefonate mute, messaggi tramite terzi e ancora li’ che nn si rassegna e rivuole la sua vittima. Mi sento forte , e tutto il male che mi ha fatto gli sara’ restituito con l’indifferenza.
notifica, grazie.
ciao Dada, grazie di questo tuo intervento. Hai proprio colto bene…l’orco era gia di casa. Non mollo questo blog, e’ bello trovarsi insieme, ascoltare e sentirsi ascoltate e capite. Ogni storia e’ simile e diversa allo stesso tempo. Ieri, grazie a voi e al dottor Brunelli, mio figlio giovanni ha finalmente trascorso un compleanno sereno e io con lui. Purtroppo proprio ieri, dopo tre mesi, l’orco si e’ riaffacciato con una mail preannunciata da un sms. ma non ci sono caduta nella trappola, non l’ho letta per non rovinarmi la giornata e la festa di mio figlio. Oggi l’ho aperta, davvero inquietante. Da una parte dice che mi ama, dall’altra che sono inferiore (il senso e’ quello) e che se voglio che lui ritorni (ma chi lo ha mai cercato in questi 3 mesi? io no!) con me devo cambiare. Inoltre non devo chiamarlo ne cercarlo in altro modo, solo scrivere mail o sms e se gli andra’ sara’ lui a chiamare . Bah… Per fortuna non mi ha turbata piu’ di tanto, o almento come lui si aspetta (come scrive infatti il dott. Brunelli “il narcisista torna per finire il lavoro”). Infatti non ho neanche risposto.
grazie a tutte
Ben tornato Dada e un abbraccio da parte mia. La versione del narcisismo al femminile sembra un pò carente da queste parti e ritengo invece che possa essere un argomento utile da approfondire. Mio figlio più grande, forse nel ripetere inconsciamente le mie tappe, ci ha avuto a che fare per ben tre anni…era bellissima, con un viso dolcissimo. E’ stata ospite da noi, tra alti e bassi per due anni, dicendo che i genitori non la volevano a casa con la scusa che si erano separati. La cosa più incredibile è che io assistevo solo alla trasformazione di mio figlio(studente universitario all’epoca), bugie e sotterfugi per comperarle vestiti e regali, fino ad andare a chiedere soldi in prestito a suo cugino per pagarle l’assicurazione della macchina. Lei con me era impeccabile, e se non fosse stato per un sottile disagio che provavo nel suono affettato della sua voce, visto che mio figlio non mi parlava quasi più, anzi era nervoso ed evitava sempre il mio sguardo, avrei creduto che fosse solo lui dei due che non andasse bene, prima che venisse fuori tutto quanto. Questa ragazza aveva avuto precedentemente altre storie, come naturale, ma la cosa singolare è che il penultimo era morto di incidente stradale e l’ultimo lei lo aveva lasciato perchè questo ragazzo aveva tentato il suicidio e i genitori avevano incolpato lei. E’ passato del tempo e mio figlio oggi sta bene, ama e si sente amato dalla sua nuova ragazza, ma per liberarsi da tutti gli esiti sfibranti di un tira e molla in cui sembrava interamente impazzito, ha fatto un percorso di 2 anni di psicoterapia. Lui era terrorizzato dall’idea di essere pazzo.E’ stata la terapeuta a fargli capire a fondo la situazione e a ridargli fiducia in se stesso. Credo che l’immagine della regina cattiva possa rendere bene, nel suo caso, meglio forse una cenerentola cattiva.
DADA!! finalmente!! ti ho pensato.
ti avevamo lasciato nel bel mezzo di una situazione poco felice.
spero tutto rientrato. Ciao Sisi, Elisa.
Salve a tutti.
Ringrazio ovviamente il dott. Brunelli. Mi sento solo di esprimere una nota di disagio rispetto alla brusca interruzione del blog. un gruppo di auto aiuto che non ha neanche il tempo di salutarsi… non è stato proprio terapeutico! ed ero veramente in pensiero per Dada. comunque tutto passato, felice davvero di ritrovarvi.
mi sento un po’ una sopravvissuta. Le cicatrici restano ma a un certo punto non sono più quelle che ci interessano. La strada è lunga e travagliata ma abbiamo il dovere e la possibilità di intraprenderla.
Gentile Pluma, mi spiace che sia stata necessaria un’interruzione. Evidentemente trattandosi di un’iniziativa gratuita e volontaria certe volte proprio non ho le forze fisiche e mentali per seguirla sempre e ovunque… comunque il tuo intervento, così come quello di altri, su questa questione dell’interruzione, sia che l’abbiamo scritto o che l’abbiano pensato, mi ha fatto pensare anche per far capire alcuni concetti che riguardano il dibattito sul ‘succhiare le energie degli altri’ e i vari livelli di vampirismo…
Metaforicamente ho già scritto che nasciamo tutti un po’ come teneri vampirelli succhialatte che vogliono poppare dalla mamma senza curarsi assolutamente di lei, dei suoi problemi, delle sue necessità e che quindi sia una persona con cui relazionarsi. Naturalmente non lo fanno apposta, è così per natura, ma ad un certo punto, svezzandosi, aprendo la loro psiche capiscono che devono entrare in relazione con la mamma, che questa non è una mucca da mungere a piacimento, e che se qualche volta finisce il latte non è che è un po’ cattiva e se ne frega di loro,… allora l’infante smette di fare il vampirello e cerca per come può di capire la sua mmametta, magari dandole bacini e tenerezze, per farle capire che la capisce e le vuole bene… è così che si apprende una RELAZIONE AFFETTIVA che è alla base di tutte le relazioni future… quando vi sono difettosità , carenze, problematiche, squilibri di vario tipo, dovuti ad innumerevoli ragioni e complicazioni per le quali non si può dare colpa a nessuno, che sono comunque sia dovute alla madre e sia alllinfante, allora l’apprendimento a relazionarsi presenta disturbi che poi si manifesteranno anche nella vita adulta, non solo nelle principali relazioni affettive, amicali ed erotiche, ma anche nel campo del lavoro, della solidarietà, della collaborazione… ad esempio anche in modo assolutamente ingenuo, senza alcuna cattiveria, ci si dimentica che l’altro, che pure ci sta dando qualcosa è un altro che ha anche lui o leile sue difficoltà e le sue necessità e che se non riesce a far poppare non è certo per incuria o menefreghismo… in effetti questo altro sarei io, e a volte, – non mi riferisco ne a Pluma e né a nessun altro in particolare – mi viene un po’ di sofferenza da ingratitudine… si pensi che l’articolo che ho scritto dopo anni e anni di studi e di esperienze (anche dolorose) e di sacrifici, viene visitto ogni giorno da centinaia di persone ed ha ricevuto quasi 2000 commenti… MA SONO POCHISSIMI quelli che hanno avuto voglia di acquistare per pochi euro il libretto che seve a finanziare il blog… sono anche pochissimi – quasi nessuno – quelli che hanno approfittato per partecipare ai numerosi altri articoli correlati all’argomento e sui quali lavoro tantissimo per dare anche aiuto terapeutico – vedi RELAX con AMORE – IL NARCISISTA BRAVO – AMORE SESSO E PSICHE – e poi…. sono ancora di meno quelli che essendo la mia mail pubblica mi hanno scritto due righe di saluti per chiedermi ‘come sta?’, ‘come mai i commenti sono chiusi?’ ‘serve una mano’? … comunque quei pochissimi che lo hanno fatto, lo hanno fatto e mi hanno dato tanto con poco, e quindi li ringrazio… sono importanti per me le persone che si rendono conto di quanto sono esposto e di come si pretenda da me assai spesso di più di quello che già faccio, ad esempio con continue mail giornaliere o telefonate per chiedermi consulti al volo come se fossi il telefono azzurrro o ‘vampiretor’, o il distributore gratuito di un nuovo ‘vampiricida… FORZA SCHERZIAMO ANCHE UN PO’ (è importante che abbiamo anche la forza di scherzare – Si veda l’articolo su Carnevale per liberarsi dai vampiri dentro e intorno a noi…) Vabbé… Allora dobbiamo sempre ricordarci che un po’ di ‘ vampirelleria’ c’è in ogni essere umano, più la riconosciamo e la purifichiamo in noi stessi – anche se è difficile eliminarla totalmente perché non siamo santi – e più riconosceremo e ci liberemo di persone e situazioni che perpetrano la vampirizzazione narcisista a spada tratta… collaborare con solidarioetà, avere compassione, capire gli altri, porsi in relazione, moderare l’egoismo, ascoltare, dare se stessi, e anche AMARE SE STESSI anche perché si fa del bene a se stessi e in tal modo lo si fa anche ad altri che ci vedono più equilibrati e più forti, sono le vie maestre contro forme sociali e situazioni personali dove imperversa il narcisismo patologico, ovvero lo sfruttamento degli altri, la prevricazione, l’egocentrismo, la manipolazione, la mancanza dell’amore, cioè di quella forza indispensabile affinché la vita possa fluire in noi e intorno a noi… UN CARO SALUTO A TUTTE E A TUTTI E BENTORNATE/I.
Vorrei aggiungere ancora una cosa… dopo aver scritto questo mio ultimo intervento piuttosto recriminante sono uscito e sono andato al cinema a vedere un film che colpisce molto perché fa capire quanta sofferenza psicologica c’è dentro di noi e intorno a noi, si chiama DETACHMENT di Tony Kaye… allora mi sono sentito un po’ in colpa per quanto ho scritto, nel senso che mi spiace se ho toccato la sensibilità di qualcuno, perché vorrei essere capace solo di aiutare, ma non sempre ci posso riuscire… la verità è che ho interrotto il gruppo perché si sono create situazioni parallele agli interventi – non non si saprà mai di chi – che hanno comportato incomprensioni, litigi, e ferite nei sentimeti, nelle speranze, nei sogni… ci sono rimasto molto male, vorrei che non succedesse più, ma è inevitabile, siamo esseri umani… io so, quanto sia duro soffrire nei sentimenti in un mondo che è sempre più ostile ai sentimenti e che non offre aiuto psicologico a tutti, lascia soli, disorientati, senza assistenza e al fine offre quasi solo aiuti psicofarmacologici che occultano un po’ il dolore, ma che non danno un vero aiuto umano… noi qui, io ed anche voi, insieme stiamo cercando di supplire un po’, come possiamo, a questo bisogno di comprensione e di sostegno reciproco che è così difficile trovare nella società, ed anche nelle famiglie, o nei gruppi di amici… perciò vi ringrazio davvero di essere qui e di partecipare, e capisco anche quelli che mi scrivono e mi chiamano per chiuedere aiuto e conforto, e vorrei aiutare soprattutto quelli che, davvero, pur rinunciando a qualcosa non possono permettersi di pagare neanche un costo minimo per una normale psicoterapia (che invece raccomando a tutti perché è importantissima, e non necessariamente con me, ma con qualunque psicoterapeuta con il quale si riesca a sviluppare un vero rapporto di comprensione, sostegno, ed anche di affetto reciproco…). Intanto ripeto, è importante che qui sviluppiamo buoni sentimenti reciproci, anche se non ci conosciamo, anche se sembriamo solo dei nomi virtuali è pur sempre qualcosa di speciale, di autentico, che ha buoni propositi e tutto ciò in alcuni casi, per alcune persone, può rivelarsi importantissimo, assai più di quello che crediamo… possono esserci situazioni limite, drammatiche che hanno bisogno almeno di una piccola zattera alla quale aggrapparsi in un brutto momento per poi superarlo, e su quella zattera ci siamo noi e dobbiamo cercare di starci nel rispetto e nella comprensione, perché questo sviluppa lunghezze d’onda, vibrazioni, che forse noi non siamo in grado di conoscere scientificamente, ma con il cuore sì. Allora grazie, e abbiate più fiducia in voi stessi, se siete qui è perché avete qualcosa di buono da dare, avete amore e chi ha amore supererà le difficoltà e sempre, sempre, sempre riceverà amore. E’ così, questo è il segreto di ogni guarigione psicologica, spirituale e in molti casi anche del corpo, perché l’Amore è la forza della vita.
E’ giusto che lei evidenzi il carattere volontario del blog e il suo impegno. Non è un caso se sono tra le persone che gliel’ha scritta una mail per chiederle “come va? serve una mano?”. Le chiedevo perché il blog era fermo e mi mettevo a disposizione. Il sentore che qualcos’altro non andava c’era. Si è capito da alcuni interventi e suppongo che non sia un caso che qualcuno non scrive più.
Se ho lamentato un disagio (e cioè non avere avuto il tempo di dirci arrivederci.. o anche addio) questo non ha nulla a che vedere con il valore del suo impegno e con la sua libertà di smettere, continuare, rinnegare, stravolgere, rivendicare, cancellare l’opera che ha avviato.
Le assicuro che la mia sensibilità non è stata offesa e che, allo stesso tempo, non mi sento un vampirello. Oggi le scrivo per confermarle lo spirito di solidarietà e di empatia che si è creato nel blog. Non ha bisogno di spiegarci la sua fatica, la sua sensazione di non riconoscimento, l’impegno, la stanchezza…
Ne siamo coscienti – e mi sento sicura mentre parlo al plurale. Si sta confrontando con persone sensibili, rispettose e attente. L’abbiamo immaginata tutti, credo, mentre rientra a casa da lavoro e, nonostante la stanchezza, accende il computer e legge nel blog i percorsi mentali ed emotivi di noialtri, trovando anche parole di conforto per noi.
Lo sappiamo questo, lo sentiamo.
E’ anche per questo che abbiamo scelto questo blog e siamo ancora qua e proseguiamo con costanza.
Abbia anche lei fiducia in noi!
Ok, grazie, allora, buona partecipazione con i miei più sentiti auguri affinché lei possa trovarne il miglior beneficio, così come tutti coloro che hanno consapevolezza di questa fragile e operosa mission che ci ha fatto incontrare e che forse un po’ allavolta ci farà incontrare ancora di più nell’anima, nell’intelletto e nello spirito.
Cercasi Pluma affettuosamente Dada.
Cercasi Pluma affettuosamente. Dada.
4 advices…
Cara Sisi, grazie a questo blog ti sento già come se fossimo amiche…Ti volevo ringraziare per le tue parole piene di incoraggiamento e di vicinanaza. Durante il percorso che mi ha portata poi alla separazione da mio marito, il mio primo pensiero è stato verso mio figlio. Mi sono fatta aiutare da una psicologa infantile per tre anni. Adesso il bimbo, come dicevo ha 10 anni e mi sembra, dico sembra, sereno. Questo mio essere disponibile con mio marito permettendogli di vedere il figlio quando desidera produce effetti molto positivi per il bimbo. Abbiamo un rapporto molto aperto io e mio figlio e facciamo tante cose insieme (viaggi, musei, attività fisica all’aperto, studio, giochi ecc….) Oggi la mia preoccupazione più grande è che un domani possa diventare come il padre….non me lo perdonerei.
Grazie a te Anna. Lo sento tutto l’amore che provi per tuo figlio, si irradia semplicemente e sono contenta che tu sia arrivata qui a parlare con noi.
mille grazie ad alessandra ed elisa……sentirsi meno sole…meno isolate….vuol dire tanto….piu di quello che possa capire qualcuno che non ha traversato questo inferno….GRAZIE..
Buongiorno…..avrei una domanda….puo qualcuno spiegarmi come mai che gli amici di questi Dr. Jekkyl e Mr. Hyde …mi riferisco ad amici da una vita…. non si accorgono che queste persone hanno veri problemi?…che qualcosa non giocca?…anzi….la vedono dolce…disponibile…brilante…..gentile………perche sempre la vittima e LA SBAGLIATA?….negli occhi di tutti non solo di quelli di suo sbirro…..sela vittima si lamenta ….nessuno non la crede……LUI ti maltrata?…….ma e quasi perfetto….non ci credo….vedi male….sei matta……eh si…e cosi si finisce nel isolamento…..forse il narcisita e la lezione dalla vittima….mentre la vittima e la fortezza che un narcisista deve bruciare….Grazie
ciao Elisabetta, secondo me queste persone fingono molto bene e sanno contenersi quando gli fa comodo. Dalla mia esperienza con un uomo crudele durata 6 anni posso dirti che questi non hanno veri amici, nel senso che hanno rapporti molto superficiali, o complici. se ne accorge solo chi e’ molto coinvolto sentimentalmente.
Cara Elisabetta, forse gli altri non se ne accorgono perchè queste persone in realtà, si “mostrano” agli altri, sempre e solo sotto gli aspetti migliori (o che essi giudicano tali) della loro personalità, al fine di “colpirli” positivamente anche a spese di chi è appunto, loro legato affettivamente. Ma il “mostrarsi” richiede loro purtroppo, un minimo sforzo dato che essi, non entrano in una vera relazione, se non per essere ammirati, con quegli altri che fanno da spettatori e solo per il tempo necessario. In genere, soltanto chi vive con persone affette da queste forme di patologie (ma anche di altre molto simili e serie) può sentire il dolore lacerante che esse provocano ed è realmente molto difficile per gli altri credere alla “vittima” che si lamenta di qualcosa rispetto ad un malessere provocato dai loro comportamenti bizzarri e manipolatori, perchè ciò, dato il modo in cui essi riescono ad apparire, provoca nel’altro che ascolta la “vittima” incredulità, rabbia, senso talvolta di inutilità o impotenza o anche, a seconda della maturità e condizioni soggettive, fastidio e rifiuto per timore, talvolta, di rivedere qualcosa di proprio in essa oppure perchè estremamente lontano dalle loro esperienze e capacità empatiche- “non è possibile, con me è sempre così buono, con te è sempre così gentile”, oppure, “sei tu che non lo capisci” ecc., “che non comprendi tutto quello che fa per te,” solo per fare qualche esempio . In genere, infatti, essi esibiscono generosamente – in senso lato, perchè è l’unica cosa in cui essi sono generosi – il lati migliori di sè stessi facendoli apparire come fossero reali ed realmente “appartenenti” anche al conesto di quel rapporto in cui inducono invece al partner tanta sofferenza. . Ed essi ci credono, poichè è il loro unico senso di “realtà” (apparente) interiore, inducendo purtroppo, l’altro a crederci, fino a quando, non scopre tale altro, che dietro l’apparenza, non c’è la sostanza corrispondente . Ma nel frattempo, mentre con tali lati, sta distruggendo l’altro, i cosiddetti “amici”, credono che quei lati che egli/ella, sa far apparire come i migliori di sè e caratterizzanti in toto la sua personalità, credono purtroppo , a questo. Ciò evita loro, inconsapevolmente, conflitti, riflessioni e coinvolgimenti emotivi che gli risulterebbero, probabilmente molto e talvolta troppo – e senza un adeguato “guadagno” emotivo – faticosi.
D’altra però, devi considerare che il discorso relativo al Dottor Jeckyll e Mister Hyde, ( che ti invito a rileggere con attenzione, se ti fa piacere, qui in questo articolo, Dott. Jekyll e Mister Hyde, e l’Ombra dentro di noi.
Posted on marzo 15, 2012 by Pier Pietro Brunelli )
per capire meglio le differenze, non riguarda solo i narcisisti patologici ma tutti gli esseri umani, compresa la “vittima”, che a sua volta ne ospita inconsapevolmente uno dentro di sè – di Mister Hyde – che l’ha spinta, come molto ben spiegato attraverso la metafora del vampiro interiore, rispetto al tema del trauma da narcisismo patologico, nell’articolo del dottor Brunelli, verso le braccia di questa persona rivelatasi poi un’altra rispetto a quanto sembrava in un primo momento (quello soprattutto della seduzione). Quindi, mi sembra che bisognerebbe fare in questo caso, una distinzione tra la metafora relativa al dottor Jekyll e Mister Hyde, poichè in tutti noi ospitiamo, in modi diversi, un Mister Hyde, senza esserne consapevoli ma in genere ciò non induce necessarimente a fare del male in modo volontariamente distruttivo ad altri, mentre i cosiddetti “vampiri psicoaffettivi”, hanno invece questo fine e bisogno, seppur non del tutto conscio, cioè di sottrarre energia vitale e distruggere le parti buone dell’altro che si innamora di loro o ha con loro, un rapporto affettivo di particolare importanza. In questo caso, si può dire allora, sempre riprendendo l’articolo sopra, quello relativo al trauma da narcisismo patologico e dei manipolatori affettivi e bugiardi patologici, che a colludere o in parole più semplici, – dato che la collusione avviene in molti modi – a farci andare verso e braccia di queste persone nocive, rendendocene “vittime”, è il cosiddetto nostro “Vampiro interiore”, ovvero una parte di noi, in genere antica, risalente a molto molto tempo prima che lo incontrassimo – oltre ad essere una figura leggendaria appartenente all’archetipo dell’Ombra – e che a nostra insaputa, è finita per creare una specie di “alleanza” con il “nemico”, cioè in questo caso con il narcisista patologico, rafforzandolo involontariamente nei suoi effetti e, paradossalmente, nelle reazioni negative che può provocare in noi e noi purtroppo, negli altri, lì dove almeno, seppure non è una grande soddisfazione per le sofferenza che esse, almeno finchè non le conosciamo, ci provocano, le nostre reazioni, sono parte della nostra sostanza mentre i loro grandi pregi, mera apparenza. Però, ciò non toglie che questa alleanza patogena per la “vittima” o “preda”, indipendentemente da qualsiasi possa essere il o i problemi base della stessa, tra le sue parti oscure, meno note e quelle dell’altro patologico e patogeno si crea.
E questo, è uno dei punti cruciali di inizio di molte sofferenze generate da queste situazioni affettive ed amorose e che rende facile al narcisista patologico accedere alla sua “vittima” ed a quest’ultima invece difficile capire il perchè di tanta sofferenza ed all”inizio, talvolta anche per molto tempo, uscirne. E sentirsi ed essere compresa. Ma ciò può avvenire, trovando le strade adeguate per noi. E passando attraverso la comprensione di noi stessi; a volte, del resto, gli altri, in situazioni che già a noi sembrano così difficili ed ingarbugliate da sostenere e capire, possono anche non capire semplicemente perchè, come ni, possono sentirsi “confusi” e da una situazione che non li riguarda direttamente, motivo per cui, possoo tendere a minimizzare (ciò che aumenta, mi rendo conto, come sicuramente altre amiche ed amici del forum, il tuo dolore) ed a desiderare di allontanarsene. Purtroppo, è un’esperienza tipicamente umana scoprire se si hanno amici veri nei momenti di difficoltà e non essere creduti, quando si sta dicendo la verità, capisco che è un’esperienza molto brutta e dolorosa, nella quale, per motivi e in tempi diversi, più o men tutti, siamo passati, anche più di una volta. Quindi, non sei completamente sola, anche se comprendo che ti senti isolata. Un’ultima cosa: tu non sei la “fortezza” che il narcisista deve bruciare, tu sei una prsona che dovrebbe cercare di uscire da un rapporto che la fa stare così male secondo me e se possibile, cercare anche di capire come e perchè c’è entrata, in modo da stabilirne poi, di più salutari ed affettuosi per te e per l’altro.
Intanto, potresti cercare, come già hai fatto, di confrontarti un pò con gli amici del blog e forum di auto-aiuto; ciò può esserti sia utile che un pò di conforto ed anche, potresti poi forse, trovare gli stimoli giusti che possano farti capire “cosa”stai cercando e “come” trovarlo, come è accaduto ad alcuni di noi.
Un carissimo saluto – ed a te, anche un augurio di star megio al più presto -ed un abbraccio a te ed a tutti/tutte le amici/amiche.
Veramente molto oculato, un pezzo da preservare per un articolo o un saggio.
mia cara Elisa, hai capito veramente tutto e immagino quanta sofferenza abbia accompagnato questa profonda comprensione. ti faccio i complimenti per la chiarezza con cui hai colto il problema. hai ragione, l’articolo del dott. Brunelli e’ davvero illuminante, ci si potrebbero trovare spunti di riflessione di una vita intera. anche io sono stata tanto male, per anni. Dopo la separazione da mio marito ho iniziato a frequentare una persona, il pediatra dei miei figli, uno dei quali e’ portatore di handicap, non parla e non cammina. Visto che lui conosceva la situazione mi sono fidata, pensando avesse almeno buone intenzioni. In realta’ non era cosi. Si e’ presentato come separato (sulla carta lo era) e libero. La prima volta che ci sono uscita ho provato una strana forma di disagio, non so, sentivo qualcosa di artificiale ma non ho voluto dare retta alle mie impressioni. era molto “galante” e “adulatore” e si lancio’ da subito in promesse che mi sembravano premature ma alle quali credetti proprio perche’ lo conoscevo e mi conosceva. Pero’ le stranezze c’erano; ogni tanto spariva con la scusa del lavoro, si chiudeva in strani silenzi e aveva una forma di comunicazione quasi paradossale. Da subito si e’ introdotto a casa mia, non a vivere, ma non si fece scrupolo nel farsi vedere dai miei figli, amici e parenti. Mio figlio grande che ora ha 16 anni, destabilizzato dalla gelosia e dai miei strani comportamenti dietro a quest’uomo, decise di andare a vivere con il padre. Una cosa straziante per me. Lui non ha mai commentato il fatto. mai una parola. In tutto questo della sua vita solo ombre. Una figlia grande che in sei anni di rapporto non ho mai visto, ne amici suoi cari ne’ parenti. Solo qualche collega o amico poco impegnativo. Dopo circa 6 mesi, grazie ad una bugia clamorosa (invento’ che doveva andare in calabria dalla madre pero’ si tradi’ al telefono per cui capii che era a Roma) ho scoperto che aveva gia’ una relazione in piedi da due anni. la cosa orrenda fu che la sera prima della “finta partenza” dormimmo insieme a casa sua e la mattina mi chiese di cambiare le lenzuola del letto perche’ cosi al suo ritorno le avrebbe trovate pulite. In realta’ mi aveva fatto rifare il letto per dormirci la sera stessa con un’altra. scoperta la cosa sparii e lo piantai. non mi ha dato tregua. ritorno’ piangendo con mazzi di fiori e implorando perdono. in realta’ era tutto finto. Iniziammo a frequentarci con piu regolarita’ ma avevo sempre una sensazione di ansia e pericolo. non sapevo mai quando ci saremmo visti, decideva lui e chiamava lui. sempre. La donna precedente non spari’ mai del tutto, nel senso che, anche quando sembrava che lui avesse deciso di stare con me, continuava a cercarla e a scriverle, dicendole di aspettare, di essere paziente, perche’ non poteva lasciarmi a causa della mia situazione e che aveva preso appuntamento con uno psichiatra per farmi dare dei farmaci e potermi lasciare .tutto assolutamente inventato. (quando ho letto quella mail non volevo credere ai miei occhi). Lo lasciai nuovamente, ero incredula, mi sembrava un film dell’orrore. A quel punto lui scrisse una mail doppia, cioe’ indirizzata sia a me che alla sua “ex”, nella quale dichiarava il suo amore per me. Ci sono ricaduta…ma non e’ finita qui. ogni estate io la trascorrevo da sola e anche le varie festivita’. Ovviamente lui raccontava che aveva la consuetudine di passare le vacanze con un suo amico (complice) e le feste comandate con la figlia. Ho smesso di credere anche a questo e lo feci seguire e scoprii che lui le vacanze le trascorreva con la ex moglie e amici comuni. A quel punto il dolore divenne disperazione, lo lasciai di nuovo, e lui ritorno’ piangendo, mandando cuori di carta fatti da lui sotto la porta di casa mia. una volta rimase a dormire sul pianerottolo. Diceva che lui trascorreva le vacanze con la ex moglie perche’ lei era estremamente dipendente da lui e incapace di organizzarsi quindi lui non poteva abbandonarla a se stessa (erano separati da 11 anni). In tutto questo l’inquietudine cresceva, vivevo con la costante sensazione di vivere sulle sabbie mobili. in piu non potevo recriminare o lamentarmi perche’ lui aveva un tipo di comunicazione che mi paralizzava, nel senso che formulava i pensieri e gli argomenti in modo tale che qualsiasi cosa rispondessi era sbagliata o sembrava innestasse un altro elemento di discussione. Ogni domenica spariva con la scusa del lavoro e veniva la sera a cena da me e poi scoprivo che aveva portato al cinema la ex moglie. Quando arrivava la sera a cena, se gli facevo notare che era tardi (mai prima delle 9 e mezza) mi rispondeva che avrei dovuto ringraziarlo e se ne andava, lasciandomi sola con la tavola apparecchiata. Insomma un incubo. Ho iniziato a sentirmi sempre piu sola, piangevo sempre, stavo malissimo ma non riuscivo a liberarmi di lui. chiedeva attenzioni costanti. usava la mia casa, che e’ piu grande della sua, per fare cene di rappresentanza con i colleghi. pretendeva che lo seguissi ai congressi salvo poi a volte non presentarmi a nessuno o lasciarmi sola tutto il giorno in albergo. Andavo alla posta per lui, in tintoria, gli attaccavo i bottoni alle camice e quando non aveva la donna gli pulivo casa. mi ha spremuta come un limone. In tutto questo io lavoro e per arrotondare faccio anche ripetizioni. Due anni fa circa ha iniziato anche a mettermi le mani addosso. prima spintoni, strattoni, strette sulle braccia per finire poi con un’esplosione assurda di pugni sulla nuca. quest’anno mio figlio grande si e’ riavvicinato a me. ha iniziato a venire a casa con la scusa di studiare e ci siamo ritrovati. Le uniche sue parole sul riavvicinamento di mio figlio sono state “questo non si puo’ ripresentare dopo 5 anni e rivoluzionarti la vita”….tre mesi fa questo incubo e’ finito. questo mostro e’ sparito dalla mia vita.
https://www.youtube.com/watch?v=e6r2ytmOIWQ&feature=related
per te Alessandra
Non so come tu abbia fatto a sopportare una frequentazione di così lunga durata. Non so se il tuo caso si configura nel “vampirismo” ma sicuramente hai avuto a che fare con un egoista, opportunista e che ha carpito la tua buona fede e calpestato i tuoi sentimenti. Anche io sono reduce da un orrore. Per fortuna non ero innamorata persa e la mia psiche ha cercato di tenere “le debite distanze” e in tal modo una fettina di autostima mi è rimasta. Se riesco la mia storia la voglio raccontare.
Cara Elisabeta, la mia esperienza è un po’ diversa. Parli di amici di una vita. Ebbene, nel mio caso, gli amici di vecchia data di una persona con cui ho avuto a che fare, lo sapevano eccome come era l’amico nostro! Da qualcuno mi sono sentita riferire che se fossi stata presente in altre compagnie (erano tantissime sembrava) mi sarei sentita vendicata ( mi pareva strana questa espressione, visto che davanti a loro, non è mai apparso qualcosa di così evidente in fatto di cattiveria e riflettendoci poi mi è parsa una conferma al fatto che lo conoscessero a fondo) nel vederlo prendere di mira da altre persone con critiche e svalutazioni irridenti che lui si “beveva” tutte, dicevano. C’è un’espressione un po’ volgare dalle nostre parti per rendere l’idea delle compagnie (a volte soprattutto maschili, ma anche no più raramente, penso) dove a turno o l’un l’altro o il designato capro espiatorio, fa ridere tutti quanti, tranne lui o lei che non reagiscono, come fossero in una gogna con i genitali esposti. Adesso che tu Elisabeta, e anche leggendo le risposte di Alessandra ed Elisa mi ci fate pensare, vedo nell”atteggiamento di alcuni suoi amici, un po’ come se volessero indurmi a parlare, quasi un confermare:”Vero che ti tratta da schifo?”. Io non mi sono mai confidata con nessuno di loro e a fondo nemmeno con i miei amici. Credo di averlo fatto in alcuni momenti pienamente solo qui e in terapia, dove mi sentivo più sicura che non sarebbe scattato il giudizio negativo nemmeno sull’altro. Insomma, mentre accadeva questo, lui stava in silenzio attento e a me sorgeva quasi una protezione di lui che nel momento vedevo vittima e tutto il resto(mie sofferenze dovute a critiche e annullamento della mia persona), tutto nell’oblio. Devo dire che alcuni amici suoi mi piacevano anche molto e non so quanto potessero rendersene conto, ma erano particolarmente gentili e sensibili con me.
Se si tratta di persone invece il cui nucleo narcisistico attiene a disturbi della personalità più aggressivi, in termine di violenza fisica e infrazione delle norme sociali, caso molto diverso rispetto al puro narcisismo, posso dire con una certa sicurezza che gli amici non solo sanno tutto, ma condividono per lo più gli stessi comportamenti, sono veramente delle allegre brigate, sicuramente più spontanei e senza tante maschere di lati buoni, solo lati di bimbi furbetti, cattivi, ribelli e impauriti che si mostrano senza pudori. Si potrebbe dire che ciò che sono è quasi alla portata di tutti e allora anbcora mi risuonano nuovamente le parole del Dott. Brunelli dell’articolo, riprese da Alessandra… “in fondo lo sapevate che stavate con un rappresentante del male”. E’ la parola “in fondo” che sento come un richiamo a rivalutare, recuperare tutti gli strumenti preziosi della nostra percezione corporea e credo che facendo questo, in un lavoro paziente e quotidiano ( dove ogni cosa che accade può essere vista come occasione per conoscere ed affinare questi strumenti, dei quali la vita ci ha dotato, messo a disposizione per metterci in collegamento consapevole con gli altri), prendendoci cura quindi della nostra percezione, avremo sicuramente meno necessità di ottenere delle conferme alla nostra sofferenza da parte di chi se ne vuole tenere fuori per motivi suoi e più sicuramente la otterremo spontaneamente da chi non avverte la paura di sentirsi compromesso da un bisogno troppo grande.
Grazie per la domanda
Un abbraccio particolare a Elisabeta, Alessandra ed Elisa.
SI ESATTO!! MI SEMBRA DI VIVERE UNA PRIGIONE! TUTTI DICONO CHE E’ UN UOMO FANTASTICO E IO UNA LAMENTONA..E PER QUESTO CHE MI LASCIA. CHE DEVO RITENERMI FORTUNATA AD AVERE UN UOMO COSì. ANCHE I MIEI EX AMICI ORA ESCONO CON LUI E MI HANNO TAGLIATA FUORI…..INCREDIBILE
notifiche, grazie
ho letto la mia triste storia, scritta da centinaia di altre mani, vissuta da troppe altre persone. Finalmente è tutto spiegato. Ora voglio dare un senso a tutto questo…
Questo sito è davvero molto chiaro e, a volte pungente, non è facile accettare di avere permesso, in qualche modo, di farci tanto male. ma va affrontato anche questo.
ora, grazie a tutti voi, e sopratutto a lei dottore, so che ho fatto bene ha nutrire il bene, anche se mi è costato tutto, e so che devo essere davvero forte. Ho scoperto il mostro che cerca ancora di distrugermi, ora devo riconoscere il suo aiutante…
so che c’è la faro, perche ognuno di noi c’è la puo fare, insieme. Finalmente capiti.
GRAZIE
E’ molto bello quello che scrivi Babette e molto realistico…è difficile accettare di avere permesso di produrre del dolore, perchè il nostro dolore reso ancora più forte dagli inevitabili tentativi di soppressione, o camuffamento o trasformazione nel contrario, per tornare a gioire della drogante seduzione che ci è piaciuta tanto(e a chi non piace il profumo sensuale della ricchezza amorosa), o per altre ragioni più altruistiche, circola come male e dolore anche attorno a noi e così facendo, inconsapevolmente anche noi facciamo del male ad altri e anche che non sappiamo, magari ad altre donne e ad altri uomini a cui serve tutto il bene possibile, l’energia del nostro coraggio, del tuo coraggio per risollevarsi. E’ una gioia sentirti dire che hai preservato il tuo bene e l’aiutante interno del male che hai percepito inviarti da fuori è senz’altro meno forte del potere del tuo bene. Lo dimostra quello che dici e come lo dici. Se vorrai raccontarci di più sulla tua esperienza, qui ci sono molte persone disposte ad ascoltarti e a risponderti, magari puoi provare a rispondere anche tu, se te la senti, a qualcuno, vincendo una naturale timidezza, se ci fosse, che spinge a rimanere indietro. Credo che questo blog abbia bisogno e tutti noi singolarmente, di più persone possibili con disponibilità a dedicare un pò del proprio tempo al gruppo di auto-aiuto. Cara Babette non solo ce la farai come anche tu senti la piena fiducia, ma credo anche che la tua attiva presenza possa rendere ancora più pieno il significato che esprimi nella bellissima frase:”Finalmente capiti”
Grazie ancora e buona partecipazione
Un abbraccio
Leggere questo articolo mi ha scossa come non mai. Vorrei chiedervi dei pareri riguardo la mia storia, perchè non so o forse non riesco a credere che il mio lui (o ormai ex) rientri in questa categoria. Ci siamo messi insieme 2 anni fa, in dieci giorni ci siamo fidanzati poichè in quei giorni siamo stati praticamente sempre assieme parlando di tutto e vivendo miriadi di esperienze (positive e non). Ha avuto un infanzia tormentata dovuta la tumore della madre, ad un padre molto severo e una solitudine spaventosa (sono cose reali che si sanno da sempre in paese). Verso i 19 anni si è rifugiato nella droga, facendone la sua unica speranza di vita. Poi a 23 anni ha conosciuto me ed è nato il nostro rapporto. Già dal primo mese notavo un attacco morboso a me, un fare sempre tutto insieme, il non lasciarmi mai sola, finchè io inizio a perdere ogni cosa (amiche, hobby, sogni, passioni, legami) e rimanendo sola. Premetto che con una grande forza di volontà lui lasciò il mondo della droga per me, perchè voleva che il nostro rapporto fosse sano e io vivessi serena. Certo fu difficile, è stato seguito da dottori e dottori, per continue crisi d’astinenza e problemi di salute. Comincia a soffrire d’ansia,e con questo io non esco più di casa in modo definitivo per non farlo stare peggio. Ammetto che è sempre stato geloso ma comunque con gli attacchi d’ansia non riusciva a sapermi sola in giro senza di lui. Le cose peggiorano e si arriva agli attacchi di panico, così inizia a prendere psicofarmaci su psicofarmaci che comunque non gli fanno tutto questo effetto. La cosa va avanti, lui soffre, e io anche, riducendomi ad una larva chiusa in casa, trascorrendo le mie giornate passando dal letto al divano e viceversa (ed è stato davvero così, visto che ho finito la scuola, non avevo e non potevo fare altro). Lui è sempre stato premuroso con me, è stata l’unica persona a leggermi dentro ma da qualche mese stava sempre più male a quanto pare, e quando gli dicevo che stavo male, lui mi rispondeva che stava peggio. Finchè ho iniziato a distaccarmi piano piano, dopo i litigi anche se faceva il dolce , ero sempre fredda e distante e la cosa è continuata per piu di due mesi. Ieri ci siamo visti ed ero proprio un ghiacciolo nei suoi confronti, anche se lui cercava di migliorare qualcosa io non riuscivo a lasciarmi andare, perchè ormai le delusioni del passato e la rabbia prendevano il sopravvento. Non è che non uscivo e basta, ma allontanava da me tutte le persone che mi ferivano anche nel modo piu banale, non le voleva nella mia vita perchè diceva che avrebbero rovinato anche me. E i primi mesi nei litigi era anche aggressivo verbalmente (non mi ha mai alzato un dito sia chiaro) ma sembrava un folle, e questo lo giustificai con gli effetti della droga perchè migliorò molto questo aspetto. Dettò ciò, ieri lui mi disse che non potevamo andare avanti così, che non aveva piu senso continuare, e che lui si era ridotto così perchè stava male, e stando male senza che io capissi ma sopportassi e basta, ogni giorno era sempre più cosciente che stava rovinando la vita alla persona che amava, anche se in modo incostante ha chiesto un paio di volte aiuto ad uno psicologo, seppur per lui era davvero frustante, visto che pensava che avremmo superato la cosa come coppia, insieme con l’amore. Così tornata a casa, c’era gente da me e io volevo solo restare sola, per questo sono andata a correre un pò per una via di campagna dove non passa quasi mai nessuno, senza dirgli nulla. Lui mi ha vista e dopo un pò di tempo mi ha chiamata, inducendomi a dirgli che ero andata a correre. Mi ha chiesto perchè lui non era stato messo al corrente di ciò e gli ho risposto che mi sembrava evidente dopo quello che mi aveva detto nel pomeriggio. Così mi dice che lui mi aveva riferito certe cose solo per darmi una scossa, per farmi capire che stava male davvero, che soffriva e ancor più del mio distacco, e che comunque ormai ero stata io a far finire la nostra storia, perchè ho messo in pratica ciò che lui mi ha solo detto per disperazione.
Vorrei tanto dei pareri da parte vostra
Cara VitaeGioia, capisco le tue perplessità e i tuoi dubbi. In questo articolo, così come in altri pubblicati dal dott. Brunelli e anche insieme ad Elisa, se riletti magari pazientemente, potresti trovare alcune particolari differenze che possono chiarire a livello teorico. Credo che ce ne sia un gran bisogno e credo anche che non sia abbastanza, soprattutto in una situazione come tu descrivi, che appare dominata dalla dipendenza. Non mi pare che le persone dalla personalità marcatamente narcisistica siano interessate ad instaurare rapporti affettivi di dipendenza e mettersi così tanto come il tuo ex anche nei tuoi panni, in una fase estremamente delicata della sua vita, ma chi può dirlo? Chi può dire come sarebbe, come saresti tu e come sareste voi insieme se non ci fosse di mezzo l’esperienza, con tutti i suoi esiti (e mi sembrano parecchi) della droga? Non puoi saperlo tu e non può, a mio parere saperlo nemmeno lui, visto che il percorso di cambiamento deciso da lui per te (molto gratificante, pieno di responsabilità e sfinevole per te e motivazione piuttosto debole, se è l’unica per lui) avrebbe bisogno dei giusti interventi e del giusto supporto per arginare ad esempio il pericolo delle ricadute nel lungo periodo. Lungo periodo di cambiamento che dovrebbe prevedere, nello stesso tempo, oltre alla cura medica dei vari sintomi, la ricostruzione assistita della sua identità personale e sociale verso una possibile quanto difficile conquista della GioiadellaVita. Magari tu, cara VitaeGioia, avverti già la sua presenza, sentendo così forte la mancanza di gioia della vita (niente amici, niente corse, niente uscite in una tua età che chiede solo di essere vissuta pienamente). Fai bene secondo me a cercare di informarti sulle relazioni narcisistiche e anche sulla dipendenza da sostanze, magari rivolgendoti al SerT di zona per ricevere le giuste informazioni e sostegno alla tua decisione di andartene o di rimanere. Il tira e molla in questa situazione potrebbe essere ancora più doloroso e pericoloso per voi.
Un forte abbraccio per te e un augurio speciale di buona evoluzione, insieme ad un saluto a tutti/e.
Buongiorno, ho sposato e mi sono separata da un narcisista patologico. Ho superato tutto il dolore che mi ha inferto e sono “guarita” da lui. Ho instaurato con lui un rapporto molto civile avendo un figlio e riesco a leggere chiaramente tutti i suoi comportamenti. Alterna momenti di grandissima comunione con noi con momenti di fastidio e di allontamento che coincidono con l’ingresso delle sue nuove conquiste. Ripete sempre il solito copione.
Io ho assunto con lui il falso atteggiamento comprensivo, dolce e accogliente per ottenere il meglio per me e per mio figlio e devo dire che funziona. Ho imparato a non raccogliere la sua aggressività nei miei confronti che scaturisce dal suo senso di colpa.
Vorrei essere certa di aver intrapreso la strada giusta in modo da volgere quasi a nostro favore questa situazione.
Cara Anna, mi colpisce del tuo racconto che tu abbia assunto un falso atteggiamento comprensivo, dolce e accogliente per ottenere il meglio per te e tuo figlio. Io non ne sarei così certa che con la finzione si possa ottenere quel benificio profondo, congruente e duraturo che nutra e rassicuri le menti e i cuori delle persone presenti, soprattutto di quelle in crescita che assitono obbligatoriamente alla modalità relazionale dei propri genitori, senza apprendere inevitabilmente o rendersi vulnerabile a loro volta dell'”arte della manipolazione”. Forse in tutto questo tu sperimenti un modo alternativo, magari rispetto a prima, di non soffrire o soffrire meno e lo capisco, ma mi chiedo come mai tu veda al di sotto dell’aggressività del tuo ex un senso di colpa che, come sembrerebbe, i narcisisti patologici assai difficilmente riescono a provare, bensì a provocare molto bene negli altri, con lo scopo di volgere a proprio favore la situazione. Mi piacerebbe sapere, sempre se sei disponibile, quali siano in concreto questi vantaggi che possono rassicurarti come donna e come madre anche nel vostro specifico unico e separato percorso evolutivo, scusa ma non so quanti anni abbia vostro figlio.
Grazie per il tuo intervento.
Grazie Elisa e Sisi cerco di rispondere alle vostre domande in modo da rendervi più chiara la situazione. Lo scenario è un po’ più complesso di quanto descritto. La mia finzione con lui è necessaria al fine del civile rapporto per il bene di nostro figlio. Si tratta di finzione perchè mio marito in realtà non si meriterebbe niente. Nonostante questo io non ho voluto mai compromettere il suo rapporto con il bimbo ed ho sempre cercato di avvicinarli e di farli stare insieme. Mio figlio è stata la mia ancora di salvezza in tutta questa storia. Mi ha permesso di non abbattermi più del dovuto e mi ha spinto alla reazione. Quindi anche se separati lui quando viene a casa mia, cena con il bimbo, guarda la tv qualche volta andiamo tutti e tre a mangiare una pizza. Insomma riconosco che ho instaurato un rapporto molto civile. Il suo disturbo gli fu diagnosticato da un conoscente psicologo ed io leggendo sul web ho trovato proprio la sua essenza. Sono io che traduco la sua improvvisa e immotivata aggressività in senso di colpa nei miei confronti. Probabilmente sbaglio, ma resta il fatto che tutte le volte che ha una storia con qualcuna e per inciso anche adesso che siamo separati diventa aggressivo, acido e pungente con me. Io adesso lo capisco da questo. Ora, una volta reagivo alle sue provocazioni, adesso sorrido. Gli chiedo accogliendolo cosa lo turbi come mai è così nervoso e vedo che così si placa esteriormente ma il suo tormento aumenta. Il mio obiettivo adesso è cercare per quanto possibile di trarre il meglio da un uomo così. Il meglio inteso come armonia per il bimbo e per me. Voglio imparare adesso che non sono più vittima di un sentimento d’amore ad andare d’accordo con lui. Non voglio guerre, non voglio covare odio vendetta o risentimento. Chi mi conosce bene e mi vede con lui mi dice ma come fai ad essere così brava con un uomo che ti ha fatto così tanto male? Io credo fermamente nel potere dell’amore mi ha aiutato moltissimo ad uscirne, ed era l’amore per mio figlio che ha 10 anni..
Cara Anna, nella tua descrizione della tua situazione, oltre alla comprensibile ed sofferenza che devi aver provato nello stare accanto ad un uomo con un carattere complesso e talvolta aggressivo e per il bisogno di trovare delle strategie di sopravvivenza, per te e per tuo figlio, emerge però una forte contraddizione ( che potrebbe forse, anche derivare dalla “sinteticità” del racconto della tua dolorosa esperienza). All’inizio affermi di aver sposato un narcisista patologico dal quale ti sei poi separata, mantenendo un rapporto civile al fine di ottenere il meglio per te e tuo figlio, anche attraverso una tua finta accettazionne e dolcezza nei suoi confronti; e non raccogliendo la sua aggressività che scaturisce “dal suo senso di colpa”. Un punto contraddittorio è proprio in questa frase, rispetto all’affermazione iniziale. Un narcista patologico è caratterizzato, come una delle sue peculiarità caratteriali, dal fatto di non provare senso di colpa se fa del male all’altro, che per lui/lei non è realmente tale e neppure la sua aggressività deriva dal senso di colpa ma da problematiche e funzionamento psichico molto più primitivo nella sfera dell’affettività. Se lo prova o non è un narcisista patologico nel senso inteso dall’articolo, cioè non è un narcisista di tipo maligno ma al contrario, di quelli con dei tratti del tipo opposto, che soffrono molto per le loro difficoltà relazionali e consapevoli di avere una scarsa autostima (anche se magari dentro di sè la definniscono in altro modo). E la rabbia la rivolgono generalmente al proprio interno ed ai propri “oggeti interni”, non all’esterno ed eventualmente non come quelli patologci in senso maligno. Se invece dovesse essere una persona affetta da questo tipo di patologia dovrebbe trovarsi in un momento di particolare dolore psichico dovuto ad es., ad un lutto, una malattia, una grave forma depressiva che lo induca a chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta, nello specifico dei limiti della possibilità iniziale della sua consapevolezza, per essere liberato dai sintomi che in quel momento lo affliggono e dei quali si sente “vittima”. Non prova senso di colpa per motivi molto specifici, tipici del suo disturbo di personalità. Solo con un cammino psicoterapeutico molto lungo ed adeguato potrà poi accedere al senso di colpa, che segna l’inizio di una evoluzione positiva, seppur sempre parziale, dal suo disturbo (questo vale anche per alcune altri gravi patologie ma per il narcisista patologico e maligno, è di importanza cruciale per molti motivi). A volte l’aggressività che deriva dal proprio senso di colpa può essere espressione di altri problemi o reattiva ad un senso di abbandono che certamente il narcisista patologico, soprattutto nelle sue forme più gravi e maligne, non prova, in quanto è tipicamente lui/lei ad abbandonare.
Ti vorrei chiedere se la diagnosi di narcisismo patologico gli è stata fatta da uno psichiatra o psicologo/psicoterapeuta e sulle basi di quali comportamenti – ce ne sono alcuni specifici (anche tu parli di un “solito copione” ma il copione comportamentale è tipico anche in altre occasioni patologiche e patogene, anche non necessariamente di coppia) seppure non agiti da tutti allo stesso modo – oppure in quale altro modo è emersa o se è una tua deduzione ed intuizione, attraverso qualche tipo di esperienza, per capire meglio questa situazione, se vuoi condividerla con noi. Questo potrebbe essere utile sia a te che a tutti noi, che amiamo confrontarci per capirci meglio ed aiutarci reciprocamente, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà derivate da tali situazioni traumatiche per chi le ha vissute e vive.
Nella vita di coppia inoltre, possono manifestarsi, come ben spiegato nell’articolo introduttivo, anche molte altre problematiche psicopatologiche, anche serie e molto frustranti e dolorose, motivo per cui è bene riuscire a distinguere un problema da un altro, per capire se si è sulla strada giusta per risolverlo ed uscirne nel modo migliore possibile e per far ciò, da una parte, sarebbe utile conoscere qualcosa in più se ciò ti fa piacere e corrisponde al tuo desiderio di comprensione che questo Blog a livello informativo ed anche di conforto ed eventuali linee indicative generali che per noi tutti, può offrire; dall’altra, a me sembra necessario essere sempre consapevoli che una indicazione circa la “certezza” di essere sulla strada giusta (che comunque, difficilmente potrà essere totale, secondo me, se non almeno dopo qualche tempo; d’altra parte, il dubbio, quando non eccessivo, “è il padre della saggezza”, come dice l’antico proverbio) e questo qualunque sia il problema ed in particolare per questo tipo di esperienze affettive, non può che essere strettamente soggettiva e confrontandosi necessariamente, se ci si sente in una situazione di serio dubbio su qualcosa di molto importante, con persone esperte della problematica specifica nel campo della psicologia e psicoterapia Essendo la persona che prova questa sofferenza, un soggetto a sua volta con le sue proprie peculiarità, che lo contraddistinguono da tutti gli altri.
Ti auguro naturalmente di trovare, con una relativa certezza e con i mezzi più adeguati, la strada giusta per te e per tuo figlio, con la necessaria serenità per entrambi e senza la sfibrante necessità di “dover fingere” un comportamento non sentito, se a te dovesse costare come in genere avviene, seppure non in tutti, una grande fatica.
Un caro saluto
Elisa, ho risposto a Sisi anche alle tue domande.
Volevo precisare solo una cosa. Fingere, il termine che ho utilizzato non è del tutto corretto. Sono una donna buona d’animo, non amo le guerre e mi è più facile essere “buona” che non forzatamente “cattiva”. Mi costa meno energie. Si tratta comunque di fingere perchè un uomo che mi abbia fatto tutto quello che mi ha fatto lui non meriterebbe nessuna pietà sulla carta. Dico sulla carta perchè la teoria è diversa dalla pratica. Il sentimento d’amore che mi legava a lui non esiste più, ma ha lasciato il posto ad un sentimento di pena. Lo vedo che scodinzola inutilmente per farsi notare, per un cenno di stima da chiunque e non riesco a detestarlo. Lo vedo schiavo di se stesso, imprigionato da questa finta realtà che è nutrimento vitale per lui. Grazie di cuore per la vostra pazienza e vicinanza ;-)
una frase del Dott. Brunelli mi ha lasciata senza fiato per la sua veridicità:
“delle prede traumatizzate da questi delinquenti con semi-infermità mentale non si occupa in modo specialistioco la terapia, non se ne occupa la giustizia, giacché sembra lecito poter delinquere plagiando, manipolando, umiliando, diffamando ecc., non se ne occupano amici e parenti, i quali finiscono per credere che il problema, alla fin fine è dovuto alla vittima, la quale sarebbe colpevole, nientemeno, di voler per forza stare con uno/a che non li ama, e che quindi dovrebbero piantarla di lamentarsi e di farla lunga. Ecco allora che le vittime (che io preferisco chiamare prede) impazziscono…” è proprio così. io vivo in un mondo solitario dove nessuno comprende questo dolore. cosa posso fare?
non sei sola, siamo in tante. Un esercito. Dobbiamo affinare la mente. Capire il loro punto debole e affondarli. La solitudine, la mancanza di stima li annientono. Il tempo ti darà ragione con gli altri, tu invece lo devi sapere adesso. Dentro di te ci sono tutte le risposte ai suoi comportamenti. Sei stata infettata da lui ma devi far lavorare gli anticorpi immunizzandoti.
Grazie Anna per la tua risposta. La tua situazione è davvero complicata come dici e non ti nascondo che mi turba e mi preoccupa che tu ti sforzi ad essere o sia così tanto brava come dicono i tuoi amici. Mi turba e mi preoccupa per te, per il costo che può avere tutto questo nonostante tu possa attingere costantemente energia dall’amore che provi per tuo figlio. Credo tu intendessi questo quando dici che è la tua “ancora di salvezza”, non tanto perchè ti ci puoi aggrappare e questo non sarebbe ovviamente possibile per lui, ma per tutta una serie di emozioni e sentimenti positivi di amore, fiducia, protezione, rispetto e pazienza che riescono a trascendere, mi sembra avvertire in quello che scrivi, ogni forma di rancore, orgoglio ferito, rivalsa, vendetta che potrebbero sorgere spontaneamente e legittimamente da ogni forma di comportamento lesivo se tollerato e accettato a lungo, non perchè non siamo bravi, ma perchè siamo umani…giustamente umani, rispettosamente umani. Anch’io come te per tanti anni mi sono sentita intrappolata in una realtà di questo tipo, dove sembrava che nella scena andasse tutto bene, nonostante il grande apporto emozionale negativo della controparte, armonia(?) ottenuta e realizzata a tutti i costi(anche a me costava troppo la reazione cattiva, quasi un’emoragia, una dispersione di energie, il conflitto poi, intollerabile, quasi una tragedia), gli amici poi mi idealizzavano, anzi, a me sembrava anche che esagerassero e mi prendessero quasi un po’ in giro visto che vedevano il mio posto prenotato in paradiso. Qualcuno poi mi disse in seguito che il mio modo di fare, così contrario alla situazione, provocasse una grande rabbia nelle persone presenti e io per tanto tempo mi sono dimenticata che anche i miei figli erano presenti, presenti ad un’armonia che vedevo e volevo solo io, investendoli così di una profonda rabbia incomprensibile per loro e per me, in tempi futuri. I tempi dell’adolescenza, ma mi rendo conto che questo è un altro pensiero e io sono io e tu sei tu e le situazioni sono anche molto, moltissimo diverse tra loro. E’ per questo che in una situazione così intricata, confusa, ambigua e contradditoria, come purtroppo e maggiormente lo sono le relazioni narcisistiche tra genitori e ancor più complesse le dinamiche che coinvolgono uno o più figli nella ridefinizione (già difficile di per se stessa), di una famiglia dove sono coinvolti genitori che avrebbero deciso di separarsi, è una grande cosa che ci sia qualcuno, il più predisposto all’amore altruistico, ma anche di sé (perché tu lo meriti tutto), uno dei due adulti che proprio per amore del figlio o dei figli e se vogliamo anche dell’altro e di tutti, si rivolga a un terapeuta esperto, mettendo così in discussione tutte le personali strategie, anche quelle che sul momento o in passato sono o si erano rivelate utili. Oggi è andata bene una certa strategia di evitamento del dolore, simulazione, rispettto a quello che siamo oggi e che è successo oggi, magari domani no e non solo, magari lo stesso comportamento può essere un danno, poiché tutto è assai complesso e non potremo mai ottenere il pieno controllo degli eventi. Qualcuno dei due genitori che lo faccia per non dare per scontato nulla, nemmeno il proprio amore, poiché il proprio amore non è mai finito e non si fissa mai su niente, ma accoglie le infinite possibilità di cambiamento che portino ad un benessere rinnovato e che si mantenga. E su chi si rifletterà questo benessere? Si rifletterà su tutti, ma in maniera particolarmente evidente sul frutto dell’amore, sulle sue tante espressioni, sulla loro e nostra capacità di essere noi stessi e i figli loro stessi, sulla loro possibilità di avere degli amici, di sapere chiedere aiuto e leggere le proprie emozioni e considerare i propri bisogni, senza sovrastimarli o sottovalutarli. In questo senso i figli, se guardati attentissimamente nel rispetto, come soggetti soprattutto completamente separati da noi, sono un’ottima guida e un ottimo strumento di misurazione della qualità delle azioni, parole, sentimenti, comportamenti di tutti coloro che sono presenti insieme a loro, sempre.
Azioni, parole, atteggiamenti, comportamenti che potrebbero essere inquinati da una possibile, quanto umana e naturale lotta sotterranea, dove ci si sente forte magari come un esercito pronto per la battaglia, per scoprire il punto debole, che sia dentro o fuori di noi non ha importanza e affondare, annientare, ma chi? Noi? L’altro? pensando che possa passare ai figli o agli altri unicamente quello che si celebra sopra l’armatura?, l’armonia, l’accoglienza e l’amore sembrerebbe. Quanta confusione, quanta contraddizione! Confusione e contraddizione che mi commuovono molto perché sono il sintomo di una grande sofferenza antica che mi appartiene, della sofferenza di chi ha subito ripetutamente come noi rintronati dall’imprevedibilità dei colpi e che per la prima volta, dopo tanto soggiacere, tenta, anche riuscendoci a tratti, di riorganizzarsi e tenere a bada i nemici insediati fuori e nella propria mente. Carissima Anna, credo che se dopo aver letto l’articolo e i commenti su questo blog e hai preso la decisione di aprirti donandoci la tua esperienza, tu lo abbia fatto anche per un senso di fiducia, per trovare uno spunto, un qualcosa in più per te, il tuo bambino e la tua situazione. Mi auguro infatti che tu possa rinforzare la tua coscienza, che con così grande forza e coraggio hai già dimostrato di possedere nel sapere prendere delle decisioni molto impegnative anche per tuo figlio, premunendoti mediante la giusta assistenza (quella che tu troverai giusta per te) dagli esiti che perdurano sempre infestanti(nell’umiltà di riconoscersi umani e limitati anche in amore), quando si ha a che fare con persone patologicamente narcisistiche. Esiti che perdurano infestanti, che lo si voglia o no al di là di qualsiasi camuffamento e a dispetto di qualsiasi teoria personale sull’amore e che potrebbero subdolamente danneggiare la relazione di tuo figlio con le sue figure genitoriali interne, cosa che può sfuggire anche allo sguardo delle madri più attente e amorevoli, come avverto che tu lo sei e sento anche in maniera particolare la tua parte buona. Questa tua parte buona sarà sempre una grande ricchezza!
Un grande abbraccio
Grazie per questo stile partecipativo che aiuta se stessi e gli altri. Grazie
..come posso uscire da questa situazione? come posso essere totalmente dipendente da una persona che mi disprezza? ho il panico…NESSUNO RIESCE A CAPIRE. tt dicono che devo smetterla. io ho delle crisi isteriche estenuanti. ditemi che è come una tossicodipendenza vi prego. ditemi che se resisto anche se sono molto sola tutto questo finirà. vi prego…
ciao Arianna, certo che finirà, ci devi credere. E pensa che non sei sola, hai letto il blog? visto quante siamo? fatti coraggio, pensa a tutte le cose terribili che hai vissuto nella tua storia, scrivile magari. e poi leggi e rileggi l’articolo del dott. Brunelli. io ho fatto cosi e ho ritrovato tanti elementi della mia storia e della mia vita precedente all’incubo che mi ha accompagnata per 6 anni. noi ci siamo, fatti forza.
E’ sempre bene ricordare che il dolore è come gli angeli, non ha sesso e non si può categorizzare, anche se ciò avviene inconsapevolmente o per sbadataggine. Sono molti gli uomini che passano sfiorando i nostri interventi. Alcuni di questi potrebbero giustamente non sentirsi riconosciuti e accolti. E’ una dinamica sotterranea che può alimentare la separazione che non porta bene, così come è già stato giustamente sottolineato dal dott. Brunelli, Elisa e da altri uomini partecipanti. Il blog è aperto a tutti, uomini e donne. Degli uomini io non potrei poi fare a meno e sono e sono stati per me tra le occasioni più stimolanti di confronto, alcuni di loro grandi maestri nel bene e nel male. E in questo momento mi sento di onorarli con un pensiero speciale di gratitudine e di speranza per noi.
carissima Sisi, mi piace la tua osservazione. In effetti mi sono iscritta da 3 giorni e non ho letto osservazioni maschili. Forse perche’ per un uomo non e’ facile parlare delle proprie sofferenze. Anche io come te, nonostante una terribile esperienza non posso generalizzare. A parte uno, quello che mi ha portata qui, ho incontrato anche bravissime persone.
grazie per lo spunto e buona giornata.
Faccio presente che qui non si fanno differenze valoriali tra maschi e femmine, respinta ogni MISOGINIA e MISANDRIA… ricordo altresì che i suicidi sono alquanto superiori negli uomini, forse proprio perché ai maschi viene inculcata maggiormente l’idea di non lamentarsi, altrimenti poi le donne li vedono come poco maschi. Tutti i terapeuti e le persone di saggezza sanno che non è assolutamente vero che in amore gli uomini siano più cattivi e le donne più brave o viceversa. Anche gli uomini soffrono moltissimo e i TdN a cura di vampire femmine sono spesso più micidiali perché si basano su una violenza psicologica che umilia il maschile in modo particolarmente orientato alla virilità.
Ciò farebbe comprendere – in parte – anche come mai:
“Il fenomeno dei suicidi maschili in Occidente ha raggiunto proporzioni epidemiche: in Canada si stima che ogni giorno 10 uomini si tolgano la vita (dati WHO – World Health Organization), negli USA ogni giorno ben 68 uomini si tolgono la vita (dati WHO – World Health Organization), mentre in Australia sono 5 gli uomini che ogni giorno si suicidano. Le statistiche, simili un pò in tutto l’Occidente, mostrano che i maschi hanno una probabilità di suicidarsi circa 4 volte superiore delle femmine”.
Ora al di là delle recriminazioni sessiste di ogni tipo, qui ci impegniamo a ristabilire un dialogo tra amore – etero o omo – senza pregiudizi di sesso genere e razza. Questo fa anche bene per riacquisire fiducia verso l’altro sesso e capire che se si è stati vampirizzati nei sentimenti ciò non vuol dire essere poi paralizzati e vedere vampiri dappertutto (tutti maschui o tutti femmine) – le persone capaci di amare sono persone, ed esistono, e ciò non dipende dal sesso, cerchiamo allora di incontrarci in tal senso, e di evitare di re-incontrare persone disturbanti e disturbate di qualunque sesso siano.
RACCOMANDO VIVAMENTE: Qualsiasi atteggiamento provocatorio, destabilizzante, personalisticamente invasivo della vita dei partecipanti o comunque recante danno al clima di pace e solidarietà di questo forum e del blog, che traspare decisamente da eventuali interventi comporterà che l’intervento non sarà pubblicato. Vanno benissimo interventi critici ed anche polemici, ma non quelli che rischiano di provocare danni psicologico a livello interpersonale e di gruppo, dei quali comunque qui non ci si assume nessuna responsabilità (da parte del sottoscritto e dell’Associazione Albedo). Quindi buona partecipazione con la massima solidarietà a tutti, nella speranza che anche chi si sente colpevolzzato possa cogliere l’occasione per chiarirsi, chiarire e convertirsi verso una vita relazionale più sana per tutti.
Cara Arianna, effettivamente la situazione interiore derivante dal rapporto con un narcisista patologico, sia verso la fine che soprattutto quando finalmente si decide di chiuderla, può essere paragonata metaforicamente ad una tossicodipendenza, nel senso che così come il drogato nelle fasi iniziali dell’astinenza non riesce a smettere di pensare alla sostanza da cui ha sviluppato una dipendenza psicofisica patologica, allo stesso modo, la persona traumatizzata da un narcisista patologico, non riesce a smettere di pensarlo o pensarla se uomo e può essere preso, così come il drogato vorrebbe farsi ancora un ultimo buco ripromettendosi che sarà l’ultimo, dall’impulso di cercarlo, chiamarlo, essere “risarcito” dei torti, avere spiegazioni, vederlo per l’ultima volta. Ma così come per il drogato, se cede al desiderio dell’ultimo buco, potrebbe ricadere nella trappola mortale, in tal caso per la propria anima , ma anche sviluppando sintomi psicofisici ulteriori. Quindi, come lo è per il tossicodipendente che realmente vuole smettere di drogarsi facendosi del male, è molto bello e coraggioso da parte tua i fatto che vuoi superare i tuoi sintomi e resistere ai richiami interni -sia attraverso i comportameni che i tuoi penssieri – verso chi ti ha fatto soffrire; però, il fatto che questo male sia simile alla tossicodipendenza, non lo rende un male minore. Il tossicodipendente, per uscire realmente dalla sua situazione di dipendenza da una sostanza tossica, oltre ad una “astinenza assistita”, deve poi intraprendere un cammino di disintossicazione vera e propria e di “riabilitazione”, che gli permetta da una parte, di espellere gradualmente questa sostanza dal proprio corpo per lasciar spazio a sostanze benefiche, dall’altra per riaprire la propria mente a pensieri nuovi e non “invasivi” circa la sostanza e gli spacciatori della stessa che nel caso del rapporto con un narcisista patologico che fa star male, potremmo paragonare, in termini psicologici e metaforici, il primo alla sostanza, i secondi ad una piccola ed intrusiva sconosciuta “banda” che vive dentro di noi – ovvero delle parti di noi stessi che colludendo con il desiderio della sostanza tossica, ci inducono a farcela “dare” , cioè o a tornare verso chi ci ha fatto del male oppure a non riuscire a fare a meno di pensarlo sottraendoci la nostra energia vitale e generando in noi, molto spesso una sensazione di panico e talvolta di caos. Il tossicodipendente poi, diventa tale perchè ha in sè delle motivazioni che lo hanno spinto a cercare rifugio in sostanze che potessero dapprima eccitarlo e po stordirlo, similente alla “vittima” del NP – motivazioni che per non ricadere nella dipendenza, deve capire per poter soddisfare poi i suoi bisogni in modo diverso. Così anche chi è stato intossicato da un rapporto patologico e patogeno, ha in sè delle motivazioni profonde e spesso inizialmente giuste ma che hanno trovato una via erronea per essere soddisfatte, motivo per cui è molto importante riuscire a capire in se stessi tali motivazioni, sia per guarire dai mali che essi hanno inflitto nella nostra persona sia per fa si che attraverso la conoscenza di quelle parti a noi ignote ma che a nostra insaputa hanno avuto o hanno creduto di aver bisogno di quel rapporto, successivamente posiamo diventare capaci di non ricadere nello stesso errore, così come l’ex tossiccodipendente, dopo essersi disintossicato e riabilitato, ritrovando la sua forma psicofisica, sicuramente migliore di qualche tempo prima e aver potuto così anche trovare nuovi e comprensivi amici, si terrà ben distante sia dalla sostanza sia dalla “siringa” ma anche sarà molto più capace di stare in una pronta ma rilassata allerta al presentarsi dei “propri” pensieri tossici e di rivolgere la propria attenzione ed energia verso aspetti più positivi e benefici oltre che benevoli, della vita. Affinchè ciò avvenga, quando si sta molto male, è necessario farsi aiutare da persone esperte che possano supportarci in questo lungo e spesso irto cammino ma se ne può uscire un drogato, perchè non potresti uscirne tu, che sei una persona intelligente ( non perchè i drogati di base non lo siano ma hanno delle particolari fragilità e durante l’assunzione della sostanza tossica, la loro coscienza si “restringe” a piccoli campi di interesse ), sensibile e mi sembrerebbe, però molto spaventata? Anche nella tossicodipenza, ti ripeto per uscirne realmente, non basta solo resistere – anche se questo desiderio e speranza,rispetto al tuo problema a te fa onore – spesso così si soffre di più e si rischia pù facilmente una ricaduta o di sviluppare problematiche compensatorie ed altrettanto serie. E’ necessario disintossicarsi e capire i motivi interiori che hanno spinto a drogarsi. Allora si, se ne può uscire senz’altro, più forti e determinati.
Ti abbraccio e ti faccio un carissimo augurio di stare meglio al più presto.
Prova a farti aiutare senza scoraggiarti (può avvenire, logicamente, soprattutto quando si è così giovani come te e la vita ci ha già inflitto tante sofferenze per cui inconsciamente, saremmo tentati a volere “tutto e subito” per paura che almeno qualcosa non arrivi ma questo meccanismo pò portarci a non vedere anche piccole cose positive che pian piano possono illuminare, come piccole luci sempre più chiare il nostro cammino) se non hai subito dei grandi risultati o se hai trovato persone da cui non ti sei sentita compresa prchè ce ne sono molte altre capaci di farlo e di aiutarti a comprendere te stessa, per stare meglio, in modo che tu possa trovare, sentendoti meglio, anche dei nuovi amici, con i quali, oltre a comprenderti, tu possa anche divertirti come è giusto alla tua età e magari, trovare un vero amore che ti faccia vivere serena ed al quale tu possa donare serenità e gioia, per costruire insieme quella vita che sognavi e che sicuramente in una parte profonda di te stessa che ora forse non riesci a vedere, continui a sognare e che meriti.
Ciao.
Elisa
Sono infinitamente grata per questo illuminante articolo, mi ha aiutata, dopo 6 anni di torture, a capire non solo chi era lui, ma soprattutto chi sono io e perchè ho resistito tanto ignorando segnali agghiaccianti. Perchè quando Brunelli dice ” in fondo lo sapevate che stavate con un rappresentante del male (piu o meno suona cosi)…….” ha ragione. La chiave giusta è proprio in questa frase, responsabilizzare senza colpevolizzare. grazie per tanto coraggio e lucidita.
alessandra
Dopo la pesantissima e difficile chiusura di una storia molto sfibrante, nella quale ho decisamente superato i limiti della resistenza, curiosando su internet ho letto questa bellissima sintesi di pier Pietro brunelli e sono rimasta folgorata. Sinceramente, sono convinta che psichicamente mi abbia salvato la vita. Perché quello scritto porta ad analizzare non solo il manipolatore vampiro e a riconoscerlo, ma soprattutto aiuta a capire che se certe cose accadono e’ perché esiste una zona d’ ombra dentro di noi. Che non cOnosciamo o che vogliamo mettere a tacere . Ho stampato quell’ articolo e lo ho letto mille volte. E spero di trovare il libro. Non conoscevo il dott. Brunelli, ma posso dire, da quello che scrive e da come parla nelle interviste trovate su you tube, che e’ una persona oltre che molto preparata anche coraggiosa . Grazie
Cara Alessandra, sono d’accordo con te; anche se attualmente se ne comincia a parlare, è difficile trovare una sintesi su tale tema così completa, data la scarsità di ricerche in merito e ri girando (dopo la prima volta in cui cercavo del materiale in merito ed ho trovato la spiegazione più ampia e chiarificatrice in questo blog, oltre alla precisa indicazione della necessità di effettuare una psicoterapia personale per affrontare, comprendere e risolvere la situazione problematica, oltre alla grande possibilità di confronto ed anche conforto e stimolo offerta dal blog stesso ) su internet, ho notato che da alcuni, anche se con buone intenzioni, viene anch’essa spesso “vampirizzata”, per usare un’analogia con questo termine relativi ai vampiri esterni e traumatizzanti dell’anima altrui, in tal caso la nostra, ed a quelli interni che spesso ospitiamo senza esserne consapevoli (o che ostinatamente, vogliamo “non vedere”) e che ci predispongono a stabilire dei rapporti affettivi con persone sbagliate e nocive e dai quali può diventare difficile liberarsi, soprattutto a causa di questo motivo, cioè della presenza di Ombre – di cui il vampiro interiore è un’importante figura – che vorremmo lasciare come tali, mentre sesso è proprio dietro di esse che potremmo trovare una luce in noi stessi su noi stessi che ci permetta di ri – vederla, pian piano, anche fuori senza essere nuovamente “abbagliati” da qualcosa e qualcuno da “riflettere” ma su cui essere invece poi ben capaci di rilflettere, grazie ad una maggiore conoscenza di noi stessi. Grazie per il tuo importante spunto.
Ciao, un caro saluto a te ed a tutti/tutte.
Vorrei dedicare questa canzone a tutti gli amici del Blog ed a coloro che lo hanno scoperto da poco, anche ed in particolare alla giovane, sensibile e molto coraggiosa Arianna dal cui racconto, espresso con parole forti e delicate, semplici e profonde allo stesso tempo, traspare una grande sofferenza e bisogno di comprensione e di necessità di fare un pò di chiarezza in sè stessa, per comprendere come forse non è avvenuto realmente, l’incredibile e meravigliosa forza che ha dentro ed iniziare a capire il modo o i modi migliori per utilizzarla per sè stessa senza dover continuare a “fuggire” : la forza della “Bellezza” – simile a quella delle parole di questa canzone – dell’Anima in crescita ed in evoluzione come la sua. A te, cara Arianna, dedico con la massima solidarietà, avendo ben compreso la portata dell’aspetto emotivo e potendo condividere, sia direttamente sia indirettamente alcune tue esperienze, un grandissimo abbraccio, con il quale vorrei trasmetterti, non potendo da qui e per il momento , fare altro, anche se mi piacerebbe risponderti in modo più ampio, almeno un momento di quel dolce calore affettuoso e quell’apprezzamento che ti è mancato in molti modi (anche se sicuramente tuo padre ha apprezzato ed amato da dovunque era il tuo grande desiderio di fargli il dono che desideravi, quale quello di vederti dare la tua tesi). Quel calore affettuoso e dolcezza che ti auguro, attraverso l’aiuto di un bravo psicoterapeuta, di trovare al più presto, dentro di te e nella tua vita in generale, come meriti.
La canzone è : “La Bellezza” di Noccolò Fabi
https://youtu.be/TsFgcfnrXe8
Grazie Elisa per quello che scrivi e per la canzone che hai dedicato a tutte noi. In questo bellissimo gruppo non c’e’ vittimismo e retorica, ma dolore, speranza e solidarietà. Sono felice di essere qui e non vedo l’ora che arrivi la sera per stare tranquilla e leggere le storie di tutte noi. Non sai quando mi aiutano. Grazie
…. x notifica..
Ho 24 anni e ho sempre avuto una vita abbastanza
travagliata. I miei genitori sono romeni. mio padre se ne andò quando ero molto
piccola e non lo ricordo. i primi anni li ho vissuti in Romania cresciuta dai
nonni, tanto che quando mia madre venne a prendermi io non sapevo quasi chi
fosse. (è una cosa che ho scoperto recentemente perchè io quel periodo l’ho
rimosso). sono venuta in Italia, dove il marito di mia madre (italiano, aveva
già 50 anni alla mia nascita) è diventato per me il papà più fantastico del
mondo. era dotato di una bontà, una pace, una dolcezza infinite. io stravedevo
per lui. e lui per me. ho avuto una storia d’amore adolescenziale abbastanza
travagliata, anche perchè io mi rendevo conto di tentare sempre di fuggire da
casa mia, questo perchè mia madre è sempre stata un generale. molto severa e a
casa non si può neanche cuocere un uovo. a 20 anni conosco questo ragazzo di
cui mi innamoro follemente, io ero la sua regina. non potevo credere una cosa
così bella. dopo un paio di mesi mi regalò un solitario e mi parlava di
matrimonio e bambini.ero davvero felice. neanche 2 mesi dopo scopro che mio
padre ha un tumore e che non è curabile. la trafila estenuante che ne consegue
e atroce. e, nel frattempo, anche la mia storia impercettibilmente cambia…lui
inizia ad impedirmi le uscite con gli amici, vestiti un po’ provocanti. ma io
accetto perchè pazza di lui e lui di me. nel frattempo diventa piano piano
sempre più freddo, smette di baciarmi dicendo che non gli piace più baciare.
nel frattempo mio padre peggiora sempre e io devo finire gli ultimi esami
all’università sperando che mio padre arrivi a vedere la mia tesi. ovviamente
non ce la fa e ci lascia a novembre 2010. non dimentico mai il giorno del suo
funerale…..alla fine tutti vengono ad abbracciarmi e farmi le condoglianze e
lui è freddo e distante. gli chiedo “cosa c’è? e lui mi dice “invece di venire
ad abbracciare me hai abbracciato tutti gli altri”….sono ancora incredula da
quelle parole.non sapevo sarebbe stato l’inizio della mia fine. 2 mesi dopo mi
lascia improvvisamente la mia vicina di casa, una donna meravigliosa, dolce…
tutto quello che avrei voluto come mamma. nel frattempo lui trova una casa a
pezzi e mi convince in ogni modo a comprarla per noi. (a volte anche con
minacce) io stupida prendo tutti i miei soldini e glieli do in mano per
comprare la casa dei miei incubi. lui è sempre più freddo, distante, inizia ad
umiliarmi, a disprezzarmi, a criticare tutto perchè lo faccio io mentre con le
altre persona sembra un angelo. io, sempre più sola, vado a vivere con lui
(anche per scappare da mia madre).ero libera è vero ma soffrivo molto. lui
sempre più freddo, prepotente, cattivo..inizia a mettermi le mani addosso e a
rompermi computer, cellulari, vestiti. Io capisco di essere totalmente
dipendente da lui e inizio ad andare in terapia presso l’ASL con scarso
successo. per mesi la situazione è: lui lavora dalle 5 del mattino alle 4, poi
lavora a casa nostra. arriva a casa stremato, nervoso e trattandomi con una
freddezza disarmante (chiunque altro lo tratta come un dio, sembra addirittura
morboso tanto è ruffiano. la mia sofferenza si vede, lui si arrabbia per
qualsiasi cosa e inizia a buttarmi fuori di casa 1,2,3,20 volte in cui torno
tutta rotta da mia madre che è ancora più delusa e lontana da me. questo
calvario arriva fino al mese scorso, quando io ormai a pezzi, torna di nuovo a
casa. lui va a vivere nella casa che ho pagato io e di me non ne vuole più
sapere. io scappo in Romania qualche giorno. Quando torno, come sempre, mi
chiede di provare a vederci ancora. Scopro che mi mente come respira, che
spesso esce quando a me aveva importa di stare in casa. Nonostante questo
riesce ancora ad umiliarmi. a dirmi che faccio schifo e con la mia immaturità
ho distrutto la nostra storia, che lui vuole una donna e che di me non gli
importa niente, che ne ha mille come me, ride quando piango disperata, sparisce
settimane, botte, umiliazioni terribili. sa bene che anche se quella casa è mia
ci vorrebbero troppi soldi per buttarlo fuori. ho provato tanto a fargli capire
che è stato lui a ridurmi così ma lui pensa di essere nella ragione e che io
sia pazza. così mi ritrovo sola (inutile dire amici, famiglia) io non ho
nessuno.papà non c’è e mia madre è quello che è.gli ex amici mi hanno detto che
sono una cosa insopportabile e di non rompere più..nessuno si rende conto di
quello che sto soffrendo. sono anni che vomito, ho tremori, diarrea,
tachicardia, perdita di sensibilità a mani e piedi. nessuno mi crede. vivo da
mia madre, disperata e sola più che mai. spesso e volentieri vorrei morire, poi
penso che forse anche da sola potrei uscirne ma non è così. lui ha distrutto
ogni singola parte di me e io non riesco ad andare avanti un giorno di più.
Arianna
Lo so che dovrei andare da un terapeuta e non è per i soldi che non ci vado,non ci vado perchè non vado da nessuna parte,esco il minimo necessario per fare la spesa e poi corro a casa senza fermarmi,come se qualcuno mi corresse dietro,non sò perchè lo faccio.Non voglio uscire come se la casa mi proteggesse dal mondo,quando la mia ultima amica rimasta(le altre si sono stancate di farsi dire di no)mi costringe ad uscire invento scuse per rientrare prima possibile o mi invento improbabili scuse per non uscire.Lo so dottore che parlava anche per me,ma non ce la faccio. un saluto Lulù
x notifiche ,grazie.
In occasione della riapertura ai commenti su questo articolo, dedico a tutti una canzone che mi fa pensare a questo nostro blog e alla relazione affettiva.
https://www.youtube.com/watch?v=XhgmLVNmpoI&feature=related
Cose che dimentico
C’é un amore nella sabbia
un amore che vorrei
un amore che non cerco
perché poi lo perderei
C’e un amore alla finestra
tra le stelle e il marciapiede
non é in cerca di promesse
e ti da quello che chiede
Cose che dimentico
cose che dimentico
sono cose che dimentico
C’e un amore che si incendia
quando appena lo conosci
un’ identica fortuna
da gridare a due voci
C’e un termometro dei cuore
che non rispettiamo mai
un avviso di dolore
un sentiero in mezzo ai guai
Cose che dimentico
sono cose che dimentico
Qui nel reparto intoccabili
dove la vita ci sembra enorme
perché non cerca più e non chiede
perché non crede più e non dorme
Qui nel girone invisibili
per un capriccio del cielo
viviamo come destini
e tutti ne sentiamo il gelo
il gelo
e tutti ne sentiamo il gelo
C’e un amore che ci stringe
e quando stringe ci fa male
un amore avanti e indietro
da una bolgia di ospedale
Un amore che mi ha chiesto
un dolore uguale al mio
a un amore così intero
non vorrei mai dire addio
Cose che dimentico
sono cose che dimentico
Il dolore non è altro che la sorpresa di non conoscerci. (Alda Merini)
……notifica
Buongiorno carissimi e carissime
Volevo porre la vostra attenzione su un aspetto della mia esperienza traumatica con un narcisista, perché sia spunto per me e (spero) per gli altri di riflessione.
Quando iniziai a percepire i problemi di questo rapporto, iniziò una fase in cui lui divorava letteralmente libri divulgativi sulle tecniche di PNL, programmazioen neuro linguistaca (autori famosi come Robbins, Grinder e anche altri che non ricordo) e si era convinto di volermi aiutare nelle mie insicurezze nell’approccio con gli altri, soprattutto in ambito lavorativo, rendendomi partecipe delle sue letture e di quanto stessero funzionando con lui, che acquisiva sicurezza e assertività in modo strabiliante ( lo avevo conosciuto che era abbastanza insicuro, o almeno questo mi faceva apparire, ormai ho imparato che queste persone sono molto camaleontiche).
Mi raccontava di colloqui con alti dirigenti andati ad ottimo fine per il solo fatto di porsi in modo speculare all’interlocutore (sarebbe a dire muovendosi come si muove lui), atteggiandosi da persona sicura e vincente , tanto che alla fine ci si convincerebbe di essere tali,e così si sarebbe percepiti dall’interlocutore, mettendosi sempre in un atteggiamento mentale positivo, per il solo fatto di copiare letteralmente atteggiamenti e movenze di persone che sono considerate vincenti.
A dire il vero i due libri che ho letto mi hanno lasciato alquanto perplessa, mi sembravano più tecniche di vendita da imbonitori che regole per migliorare la propria vita, tanto che io glielo ho detto , sentendomi poi rinfacciare nella fase finale del rapporto che lui aveva speso ore per me per studiare il modo per rendermi più felice e meno insicura, mentre io ero stata un’ingrata che non lo aveva apprezzato .
Ma tant’è che queste tecniche pare abbiano funzionato benissimo per lui, in quanto se a me aumentavano l’insicurezza anziché diminuirla, lui ha iniziato a volare alto. Credo stia continuando con queste cose in quanto ogni sera mette post su facebook del tipo: sono fortunato, sono incredibilmente felice, la mia vita è incredibilmente bella ecc ecc ecc.
Mi scuso se l’ intervento non ha attinenza con il tema centrale, ma a me serve analizzare bene con chi ho avuto a che fare, anche per non ricadere in quei momenti di nostalgia per la persona che credevo di conoscere e che mi rendono ancora debole ed esposta al suo (ahime! ) ancora forte potere di condizionare i miei pensieri, ed è per questo che vi chiedo: è possibile che un narcisista patologico usi consapevolmente ed artatamente tecniche di questo tipo anche nei rapporti umani in genere? Mi era sembrato di capire che queste persone agiscono abbastanza inconsapevolmente . Ma se così fosse, credo che in questa persona vi sia un surplus di malignità rispetto ad un semplice narcisista e mi chiedo quante volte io sia stata consapevolmente condizionata e tirata dalla sua parte con queste tecniche .
Un grazie affettuoso a tutti
Caro Dada, personalmente credo che chiunque si prenda la briga di utilizzare la frustra verso un altro essere umano (ed in realtà anche verso gli animali che non possono difendersi) sia una persona che ha dei seri problemi ancora da risolvere perchè tra persone, esiste il dialogo, sia scritto o parlato o entrambi ed esiste l’ascolto ed il sentire che non sono equvalenti; purtroppo, non tutti sono capaci di ascoltare realmente ciò che dice un’altra persona nè di sentire ciò che attraverso le parole, questa sta realmente comunicando ed è in genere questa “incapacità” che porta determinate persone ad utilizzare una “frustra” in modo ancora più massiccio nei confronti degli altri, soprattutto in momenti in cui questi altri possono avere dei problemi, come sta avvenendo a te in questo periodo. E’ una specie di processo paradossale in cui alcuni rimangono inconsapevolmente schiavi ed usano, attraverso le parole e l’inascolto, una sorta di “violenza”- talvolta anche proiettiva ed inconsapevolmente- nei confronti di chi cerca di comunicare con loro; la usano purtroppo, anche facendo ostruzionismo verso la comunicazione ulteriore rendendo difficile la possibilità di comprendersi in particolare quando si tenta di far arrivare dei concetti “difficili” o anche complessi; l’ostruzionismo alla comunicazine, che può essere fatto in vari modi, dai più evidenti e chiari ai più – in genere inconsciamente – subdoli, è una esperienza brutta da vivere per chi ne fa esperienza così come l’incomprensione ripetuta che genera talvolta un enorme dispendio di energia nella persona che compie questo tentativo di “comunicazione e trasmissione di concetti”, talvolta fino alla disperazione o allo smarrimento, perchè non si comprende il perchè di “tanta difficoltà” per qualcosa che se venisse ascoltato o letto e “sentito”, con un pò di empatia dal “ricevente” o nostro interlocutore, sarebbe per come lo abbiamo noi chiaro in mente, in relazione a determinati concetti ed al loro significato, in certe situazioni, molto più semplice (anche se il senso di ciò che si cerca di comunicare, far “arrivare”, come dici tu, può poi in realtà essere complicato e complesso ma comprensibile con un pò di buona volontà e di predisposizione e disposizione all’ascolto ed all’altro ed alla “comprensione”). Quando qualcosa che si cerca di far arrivare “non arriva” o arriva in modo del tutto travisato generando reazioni inaspettate, talvolta addirittura “aggressive”, a livello emotivo, seppure a parole oppure, di fronte alla mancanza di parole “attese” di condivisione di un senso che si tenta di “far arrivare” , si può rimanere sgomenti e spiazzati soprattutto se ci si rivolge a qualche persona a cui in modi diversi, sia essa una donna, un uomo, un amico, un’amica, un parente, un collega o altro da cui ci si sarebbe aspettati tale condivisione in modo abbastanza semplice (per quanto il semplice contenga sempre in sè un notevole livello di complessità che non andrebbe nè trascurato ed evitato nè ingigantito per confondere rendendolo “solo” complicato). Ci sono alcune situazioni di questo tipo che possono in effetti, soprattutto se ripetute o se ci colgono in un momento di nostra vulnerabilità, ingenerare una inappropriata, perchè evitabile e perchè genera sofferenza, confusione, ma si tratta di confusioni da cui si può prendere la distanza quando si comprende ciò che deriva da “noi” e ciò che invece ci deriva dall’altro e dalle sue reazioni, anche quelle da cui come mi sembra sia avvenuto a te, l’altro ci ha manifestato che il nostro reale contenuto trasmesso non gli è di fatto arrivato, anche se capisco che anche questo aspetto stesso potrebbe essere considerato e/o vissuto come un brutto colpo di frustra che ci arriva su un “corpo”( metaforico, come credo tu capisca bene) momentaneamente vulnerabile perchè un pò scoperto ed indebolito. Quindi, può anche accadere di sentirsi come in una “trappola”; ma spesso, le chiavi di una trappola temporanea, seppure ci sembra che ci tenga una gamba prigioniera rendendocela sempre più pesante, sono molto più vicine a noi di quanto crediamo, basta rivolgervi lo sguardo e saper ascoltare noi stessi. Talvolta, sono proprio le nostre fragilità, anche se all’altro non piacciono e le critica non accettandole – saremmo tutti molto bravi a saper accettare gli altri solo grazie alle loro parti forti, che in genere sono quelle minoritarie per quanto possano essere solide e possenti – ed a noi fanno un pò o molta paura, in certi momenti, che possiamo trovare le tracce migliori dei nostri punti di forza, ed in tal senso non significa usarle come giustifiazioni, semmai come strmenti utili per noi e per l’altro almeno in prospettiva. Se l’altro a cui si tiene non dovesse poi tollerare affatto le nostre fragilità, allora dovremmo interrogarci chiedendoci se e quanto questa persona tenga a noi o, seppure ci tiene, quali siano le sue capacità e le tue e vostre possibilità di “entrare realmente in sintonia” ed in un rapporto di reciproca tollerabiltà rispetto ad aspetti problematici (se ci sono). E’ vero che testa non fa necessariamnete rima con cuore, anzi spesso queste due entità si trovano in posizioni molto diverse, fino a che non trovano con il tempo, un punto di incontro (difficilmente si inconteranno del tutto, per questo ho parlato di ricerca di una buona sintonia tra i due) forse il tuo problema, in questo momento è che entrambi “ti parlano troppo” e ti senti come un pò tirato di qua e di là, a momenti come quasi “dilaniato” tra i due e nel tentativo di capire quale parte seguire, senza nuocere all’altra e questa sensazione di sentirsi tirato un pò di qua ed un pò di là può essere quasi paralizzante e può far sembrare di essere trascinati come in un mulinello che a tratti diventa un vortice quasi “risucchiante”(?) come il mare di cui ti senti un pò in balia. Mi è difficile non conoscendo cosa ti accade realmente ( nel senso che rischierei di andare al di là delle semplici intuizioni) poter fare ulteriori ipotesi, di tipo metaforico, che possano esserti di qualche aiuto e sostegno come vorrei. Spero di sentire presto che tu ti stai un pò riprendendo e riacquistando l’energia di cui necessiti, riuscendo ad evitare inutili, poichè quasi sempre lo sono, colpi di frustra, colpi di frustra che sono inutili perchè nascono da un’aggressività impropria, caro Dada che come rezione può appunto, iniziando d una ribellione spesso appropriata, generare ulteriore ed impropria aggressività e/o autoaggressività. Che a sua volta toglie energia.E non è ciò che a te serve, semmai il contrario.
Ti mando un caro abbraccio, augurandoti ed augurandomi che tu possa tornare presto in forma ( credo che Pluma ti abbia dato un buon consiglio nel dirti di rileggere alcuni tuoi interventi utilizzandoli per te, per vedere Dada in forma e riuscire a recuperare quella prospettiva nel’inquadrare te stesso ora con i miglioramenti in te stesso e per te stesso, di cui ho lasensazione tu senta il bisogno).
Un caro saluto
Elisa
Salve a tutti! Ho 29 anni e anch’io sono abbastanza sicura di aver vissuto molto, troppo, simile alla vostra.
Sono (stata) insieme a questa persona per due anni e sono stati due anni di dolore, un dolore profondo e distruttivo, ansia e senso di inadeguatezza. In cambio però brevi ma intensi momenti di passione, di dolcezza, di sensualità, durante i quali sentivo fortissima la vita, il piacere.
Tutto è iniziato due anni e mezzo fa. Lui è bello, affascinante, molto elegante. Mi convince che pochi privilegiati possono entrare nella sua vita, perché troppe volte la gente lo ha profondamente deluso, tradito, soprattutto le donne. Di donne ne ha avute tante, tantissime, ma non ne parla volentieri. Il problema è che lui “funziona” diversamente e nessuno lo capisce. Somiglia a mio padre, tantissimo … anche lui ha sempre fatto questi discorsi.
Non voleva uscire coi miei amici, né conoscere i miei… “più avanti – diceva – adesso ho voglia di stare solo con te”. Non sapevo mai quando ci saremmo visti se non mezz’ora prima, perché a lui mette ansia avere degli orari e poi deve lavorare… lavoro, lavoro, lavoro… è l’unica cosa che conti davvero, non smette mai. Quasi sempre ero io ad andare da lui (viviamo in città diverse).
Ci vedevamo una volta a settimana, per 3-4 ore, a volte anche meno, quando lui “poteva” e intanto io non riescivo a pensare a nient’altro, era un’ossessione.
Ho provato a lasciarlo così tante volte che neanche le conto, ma finivo solo per peggiorare la mia condizione, provocandomi altro dolore. Ogni volta mi biasimava: in lunghe mail mi ripeteva in tutti i modi che razza di persona fossi, che nessuno può stare bene con me e che la colpa era mia. Ero inaffidabile e per questo lui doveva controllare i suoi sentimenti, perché quelle come me fanno solo soffrire. Mi ripeteva e mi convinceva del fatto che nessuno potrebbe star bene con me, che sono impulsiva, ansiosa, egoista, solo attenta alle mie esigenze.
Ho fatto psicoterapia per un po’, in modo discontinuo, ma non perché mi aiutasse a chiudere il rapporto. Volevo piuttosto un aiuto perché potessi restarci dentro, tollerare il dolore per avere i miei momenti che aspettavo con un’ansia pazzesca… erano l’unica cosa che contasse.
Intanto chiudevo il mio rapporto con tutti, non uscivo più, non parlavo coi miei e odiavo le mie amiche perché i sentivo giudicata. Parlavo solo con lui e le cose risultavano un po’ più semplici. Rabbia, frustrazione, calo di autostima, disinteresse nei confronti di qualsiasi cosa.
Ho provato a vedere altre persone, ma è stato inutile e anche questo si è rivoltato contro di me, “incoerente, falsa e inaffidabile”.
Negli ultimi mesi mi sono trasferita per lavoro (e forse per scappare da lui) in un’altra città …serviva l’aereo per vederci. Vivevo, e vivo ancora, un senso di vuoto e depressione, alternato a voglia di uscire da questa trappola che mi toglie l’aria (nel vero senso della parola). Pur non vedendolo, sentivo il bisogno di sentirlo, chiamarlo, restare “legata” a lui. Mi sentivo sdoppiata, in lotta perenne con me stessa.
Tuttavia speravo che venisse come mi aveva promesso, quanto meno per avere il mio week-end con lui, che dopo tanto dolore sentivo di meritare, pur non desiderandolo più.
Mi ha detto che non sarebbe venuto perché sono depressa e instabile… perché gli metto ansia e non gli do tranquillità. Quando “guarirò” se lo cercherò lui ci sarà. Mi stava lasciando? Io ho provato sollievo misto a tanto dolore.
La storia si è chiusa ancora. Per lui la responsabilità è mia… ed io ho lasciato che lui lo credesse. Forse perché ha convinto anche me, forse perché la cosa più importante è quest’incubo finisca. A volte vorrei conoscere quelle che mi hanno preceduto, le sue vittime passate (so che sono state numerose), sapere com’è adesso la loro vita… non so niente di loro. Ma infondo che importa?!
Sono entrata in terapia, stavolta perché voglio riprendermi la mia vita, o forse costruirne una nuova… sapere perchè sono finita in questa storia dolorosa, perchè se ho lasciato che mi distruggessero è perchè anche prima non funzionavo così bene.
Il mio lavoro che amo mi dà molta forza e la distanza geografica da lui mi protegge (per lavoro mi sono trasferita dall’altra parte dell’Italia). Ho bloccato la mail e cambiato il numero di telefono. Voglio ricominciare, o meglio imparare a sorridere, viaggiare, leggere .. e vedere se da qualche parte c’è un altro amore per me… un’amore sano e reale.
Alice.
Fino a quando si cerca di passare da un amore all’altro , senza prima aver trovato l’amore sincero e disinteressato verso se stessi e verso gli altri (amici, parenti e il mondo), è difficilissimo il cambiamento…
lo so, me ne rendo conto tutte le volte che esco con una nuova persona e sistematicamente non resta che il vuoto. Entrare in terapia e mettere questa cosa prima di tutto vuole essere un primo atto d’amore nei miei confronti.
Non rimanere sconvolto dalle mie parole Dada.. io sto percorrendo un cammino con voi, di cui vado piuttosto fiera.. e non avrei mai pensato che sarebbe andata così, infognata com’ero nel non senso.. e invece è successo, ho trovato dei compagni. Quando scrivo e quando leggo non lo faccio per passatempo. È un impegno – e un piacere – che in crescendo mi sono presa nei confronti della mia e delle vostre persone, e delle nostre vite, e magari di chi verrà dopo di noi. Viene da sé l’empatia, il ritornare sulle frasi, immaginare, ricordare, tenere il filo del discorso, memorizzare parole – l’unico modo con cui ci riveliamo l’un l’altro. Con te poi è scattata quella scintilla in più perché a volte abbiamo linguaggi affini e simili sensibilità per certe sfumature quindi mi prendo tutto quello che dai e ne faccio tesoro. Non è chiaro che cosa ti stia capitando, così la testa in automatico fa congetture ma non serve, quindi la fermo e aspetto che sarai tu a chiarire e a confidarti nella misura in cui vorrai farlo. Nel frattempo vorrei raggiungerti con la stessa forza che più volte tu mi hai donato, una forza limpida, pulita, decisa, coerente. Rimettiti in sesto Dada, non sprofondare, non stai deludendo nessuno. Non sei solo, io sono qui, non mi schiodo. Rileggi i tuoi scritti, rileggili PER TE. Fai come se lo stesso Dada li avesse scritti nel passato perché tu li leggessi oggi… LA META SEI TU! Ti abbraccio
Amore eterno che vive dentro di noi
E’ la voglia di amare ed essere amati
Oggi con te domani non so
Ma gli odori…la musica…i ricordi
Restano nella parte piu’ profonda della testa
Del mare piu’ impetuoso che abbia mai amato
Delle sue alghe che ha trascinato
Fino poi a scontrarsi contro uno scoglio
Quello scoglio che voleva bloccare la sua impetuosita’
Non c’e’ riuscito
Ed oggi l’onda continua ad andare avanti ed indietro alla ricerca di pace
Stabilita’
Eternita’ terrena
Non la trovera’ mai finche’ non capira’ cio’ che agita l’acqua di quell’onda
Ma lo sscoglio e’ ancora li
Aspettera’ che l’onda torni
E provera’ a bloccarla di nuovo…come ha fatto gia’ fatto tante volte
Quello scoglio che prende l’energia del sole tutto il giorno e tutti i giorni
E che voleva trasmettere all’onda irrequieta
Ma non e’ riuscito….
L’onda continua a scappare al sole, si nasconde sotto le acque e va giu’
Poi si ricompatta e riparte all’impazzata…le sue alghe trascinate con se gli danno sicurezza
Ma sono sono alghe…niente piu’..prive di vita da trasmettere
Se un giorno il mare si calmasse e trovasse l’eterna quiete…
Allora sarebbe un mare pulito
Senza piu’ alghe
Limpido
Trasparente
Come un diamante in mezzo al cuore
Come un sole che splende per me
Soltanto per me…..
Oggi quel giorno non è più possibile…..
… oggi è possibile un altro giorno (… una nuova alba).
mi sono persa….anche sul blog non ho avuto più la forza di avvicinarmi. Non ho parole perchè le energie si stanno spegnendo, ma ancora di più è la paura che si stanno trasformando. Trasformando in uno stato di non vita, di reggere la giornata e sperare di farcela a reggere anche la successiva, per portare a termine gli impegni, ma senza vita dentro di me, senza più gioia nel cuore. E’ successo che l’ho rivisto, nonostante gli insutli ennesimi e le minacce, nonostante i consigli, nonostante la terapia. Non so cosa non riesco a capire o ad accettare, non so cosa la mia mente si rifiuta di credere al punto da tornare a farmi massacrare. Non è questo quello che voglio, io vorrei che quella mostruosità che manifesta sparisse, si neutralizzasse. E così dopo aver richiesto chiarimenti su chiarimenti ed aver avuto in cambio bugie e umiliazioni, ecco… non mi do per vinta, vado sotto casa sua perchè brutalmente mi ha ferita al telefono e cerco quella persona che non riconosco più in lui, forzando tutto, anche la realtà. Mi apre il portone dopo venti minuti di attesa, non accettavo quelle parole taglienti e invece di fuggire cerco una spiegazione, cerco…. cerco la persona che era, la sua bontà, tenerezza. Apre, si mette a piangere, dice di essere addolorato nel vedermi così, mi dice di fermarmi da lui (al telefono aveva continuato ad augurarmi la morte e ad insultarmi pesantemente, infierendo sentendomi piangere). Momenti di tenerezza, quello che cercavo, ma rabbia al tempo stesso, la richiesta da parte mia del PERCHè di questi maltrattamenti. Il mattino dopo era già tutto finito, tenerezza, dispiacere, rassicurazioni…finito. Vado via e nei giorni a seguire di nuovo la richiesta di un perchè, e di rimando insulti e minacce, negazione dell’ultimo vissuto…quasi una colpa da attribuirmi perchè essendo andata da lui si è sentito costretto ad accogliermi. Ma allora quel pianto nell’abbracciarmi, e la tenerezza, la sua richiesta di passare la notte perchè era preoccupato e mi voleva accanto e che non ce la fa a stare senza di me cos’era? Tutto finito, cancellato e negato. Chi mi dice che è instabile, chi immaturo, volubile, disumano. Ma io sono recidiva, sì, mi autoaccuso perchè lo so, ormai devo saperlo, il mondo me lo comunica in tutti i modi, lui in primo luogo. Ma io non voglio vedere, non voglio vedere il male e paradossalmente lo vado a cercare perchè voglio che quel male sparisca, si consapevolizzi e smetta di farlo. Perchè si rimane attaccati, perchè? Perchè non trovo pace, non riesco a farmene una ragione, perchè vedo ma non voglio vedere continuando ad andare alla ricerca della sua parte buona affinchè emerga, prenda il sopravvento e quella malefica sadica sparisca del tutto per sempre, Questa speranza non mi abbandona…questa stessa speranza mi sta distruggendo perchè ogni tentativo mi fa cadere sempre di più. La devo smettere subito, ma non ci riesco. Ti devi amare di più mi dicono al centro antiviolenza, ma è questo? Non mi amo abbastanza oppure ho amato troppo? Non trovo pace dietro nessuna affermazione, per questo ho paura, per questo sono angosciata, perchè continuo a cercare, pensando di ritrovare l’amore e di non vedere più questa mostruosità, ma questa mostruosità si ingigantisce ad ogni mio tentativo di contrastarla. E continuo a cercare un perchè sul male che agisce distruggendo senza pietà chi ama e si fida, un perchè sull’incapacità che ho di distaccarmene nonostante tutto. Vi abbraccio e mi siete mancati, a volte non scrivo perchè mi sento impotente e incapace, quando tutto sarebbe forse più facilmente risolvibile.
carissima Francesca
non colpevolizzarti troppo per non essere stata capace di resistere al tuo vampiro. Credo che il cammino per uscirne non sia affatto facile. Tieni presente che io non sono un’esperta e in questo blog ci sono persone sicuramente più competenti di me, in primis il dott.Brunelli ma , da assoluta profana, mi sento di dire che alla fine di un rapporto di questo tipo, si è vittime di una specie di veleno che si autoalimenta di energia negativa e tale energia non fa altro che dare forza a questi soggetti La dipendenza che si sviluppa, credo sia simile a quella da una droga o dall’alcool e si ha poco da dire ad un alcolista bevi meno o non bere più, è necessario un lungo percorso riabilitativo che comporta anche delle cadute.
Anche io mi arrovello nel pensare e nel crogiolarmi nei ricordi dei momenti belli che ci ci sono stati, ma penso pure al mare di cattiverie che quest’uomo mi ha vomitato addosso, le insinuazioni, la demolizione della mia autostima, il male alla mia famiglia.
Vedere ogni sera il puntino verde della chat di facebook e contemporaneamente i post sdolcinati che manda alla nuova fiamma e le frecciate che invece riserva a me sulla mia medi0crità . sulla mancanza di fiducia e sulla vigliaccheria, mi ha mandato in crisi. La tentazione di rispondere alle provocazioni o di richiamarlo per chiarire , per chiedere un incontro ( chiarire cosa poi, se leggi i miei post precedenti vedrai che c’è ben poco da chiarire ancora) è stata fortissima. Ho fatto i cosiddetti esercizi spirituali per non reagire,anche su consiglio del terapeuta cui sono ricorsa per le crisi d’ansia che mi erano venute, e alla fine ho messo dei post ironici, che lo devono aver fatto imbufalire, visto che da stasera è sparito e mi ha tolto sia dalla chat che dalla visione dei post. Ma almeno una c0sa avrà capito , mi ha massacrato ma ho ancora le palle per tenergli testa. Anche se dentro di me ho l’ulcera per il veleno che ho dentro,per il male che mi ha fatto a me e alla mia famiglia e che io ,cretina, abbagliata dalla sua luce ,mi sono lasciata fare.
Cara francesca a me stavolta è andata bene , ma non sono immune da lui, so che ha ancora potere su di me, quando penso a certe cose sento una fitta enorme dentro e magari la prossima volta non avro’ questa forza,. ho la fortuna di avere un marito che mi vuole ancora bene, e che questo essere sta in un’altra città , ma capita che per riunioni o corsi di lavoro ci si incontri purtoppo. Pero mi sento di dirti che devi trovare il modo di reagire, lo spiraglio, qualucque esso sia.
Io ad esempio sono molto dimagrita per il dispiacere e questo è stato positivo, in quanto ora i vestiti mi stanno meglio e magari il ricevere qualche complimento mi aiuta nella stima, anche se con la terapia voglio arrivare ad un’autostima interna non da apprezzamenti esterni, e questa è la mia ferita dove lui si è attaccato.
Ma in questa fase tutto fa bene, anche il sorriso di uno sconosciuto o il comppimento di un amica sincera,Quindi cerca di curarti di più di valorizzare i tuoi aspetti positivi e sorridi anche se hai la morte e la rabbia nel cuore.
Un abbraccio
ritorno sul post di ieri, che , come si vede dagli errori di battitura e di sintassi, ho scritto di getto ed in fretta, senza rileggere. ma Ci tenevo a precisare una cosa , che letta così può sembrare un atto di deresponsabilizzazione. E’ ovvio che i danni alla mia famiglia li ho fatti io , e di questo me ne assumo ogni responsabilità, e ne accetterò ogni conseguenza, ma intendevo dire che molti comportamenti e atteggiamenti che ho avuto, la mancanza di cautele nei loro confronti, erano provocati dallo stato di confusione mentale in cui mi trovavo a causa del comportamento di questa persona e del mio assoggettamento ad essa.
Auguro a tutti una serena giornata
mi sono persa….anche sul blog questo non ho avuto più la forza di avvicinarmi. Non ho parole perchè le energie si stanno spegnendo, ma ancora di più è la paura che si stanno trasformando. Trasformando in uno stato di non vita, di reggere la giornata e sperare di farcela a reggere anche la successiva, per portare a termine gli impegni, ma senza vita dentro di me, senza più gioia nel cuore. E’ successo che l’ho rivisto, nonostante gli insutli ennesimi e le minacce, nonostante i consigli, nonostante la terapia. Non so cosa non riesco a capire o ad accettare, non so cosa la mia mente si rifiuta di credere al punto da tornare a farmi massacrare. Non è questo quello che voglio, io vorrei che quella mostruosità che manifesta sparisse, si neutralizzasse. E così dopo aver richiesto chiarimenti su chiarimenti ed aver avuto in cambio bugie e umiliazioni, ecco… non mi do per vinta, vado sotto casa sua perchè brutalmente mi ha ferita al telefono e cerco quella persona che non riconosco più in lui, forzando tutto, anche la realtà. Mi apre il portone dopo venti minuti di attesa, non accettavo quelle parole taglienti e invece di fuggire cerco una spiegazione, cerco…. cerco la persona che era, la sua bontà, tenerezza. Apre, si mette a piangere, dice di essere addolorato nel vedermi così, mi dice di fermarmi da lui (al telefono aveva continuato ad augurarmi la morte e ad insultarmi pesantemente, infierendo sentendomi piangere). Momenti di tenerezza, quello che cercavo, ma rabbia al tempo stesso, la richiesta da parte mia del PERCHè
caro Dada
rileggendo più volte il tuo penultimo scritto, non ti nascondo con un moto di apprensione, ogni volta non ho potuto fare a meno di soffermarmi su questa frase: “Tutto si è fermato….i miei interessi,le mie abitudini,i miei affetti…sono stati messi in stand-by….in un attimo” riconoscendo in essa la descrizione di quello che è stato uno dei miei principali errori – chiamiamolo così – nella mia ultima relazione. Non so se per te è andata così ma una delle cose che ho capito – tra l’altro grazie a voi – è che non dovremmo mai permettere a nulla e a nessuno di “bloccare” le nostre vite o di deviarle improvvisamente e mi sembra anche di capire che, una volta che ci siamo consolidati in questo senso, tale risposta diventi naturale, perché abbiamo tanto da proteggere. Spero di non aver travisato e che il mio intervento possa esserti utile, ad ogni modo spero di essere riuscita ad inviarti la mia energia. sappi che me ne vado in giro con le tue frasi nella testa. A presto!
Grazie Rosi,di aver ascoltato le mie mute urla di dolore,disperazione,paura,non mi trasformerò in una belva,lo faccio per me ,per i miei figli che meritano una madre coraggiosa e dignitosa.Osservo si, osservo un marito che non si occupa più dei figli,in otto mesi di assenza li ha visti a cena credo 4/5 volte per parlare del suo dolore e dei suoi problemi.Mi osservo davanti allo specchio del bagno seduta sulla vasca e mi parlo,mi consolo,mi sorrido e mi prendo in giro di tanta stoltezza.Sono sola,vivo in campagna circondata dai fratelli e sorelle(2+2) di mio marito,che chi da subito chi poi mi ha isolato in nome di una fratellanza(interessi economici) sono come agli arresti domicialiari,osservata e volutamente fraintesa.Ma come dici tu sono brava a mascherare,sono uno zoombi tutto il giorno,ma poco prima che tornino i miei figli,mi pettino, mi trucco,apparecchio bene ,cucino cose buone e mi stampo un sorriso cerco di essere serena e tranquilla,devo farcela perchè i miei figli lo meritano senza di loro sarei morta.Sai quale è la cosa più dura che mi sono imposta,ho lasciato un marito pur amandolo perchè ho capito che lui non sarebbe mai cambiato,anzi non ha ancora capito quello che mi ha fatto.Va dicendo che io sono la sua regina,che nessuna poteva arrivare a me.Non riesco a capire come abbia potuto denigrarmi apertamente e non sentirsi in colpa.Passo il giorno sperando che venga presto sera e la sera prego che venga l alba.Vedi parlo solo di fatti oggettivi,non riesco ad aprire il cuore,ho paura che se lo lascio parlare,esploda.Piano piano ce la farò! ringrazio Rosi del là che mi ha dato e tutte le altre donne che parlando della loro esperienza mi hanno fatto capire anche un pò la mia.Un abbraccio a tutte!
Io sono alle battute finali di un rapporto ventennale, con un figlio adolescente.
Sono molto preoccupata delle conseguenze della separazione che ormai appare ineluttabile. So che mi farà ogni sorta di cattiveria, avendolo ben conosciuto, purtroppo, solo negli ultimi 4 anni. So che mi metterà contro il figlio, apparendo come quello che voleva tenere in piedi il matrimonio, mentre io, la cattivona, lo avrà mandato via; so che che utilizzerà anche l’umiliazione economica, dopo vent’anni di accudimento, sacrifici e messa in comune di TUTTE le mie risorse. Non posso più stare con un uomo che: mi ha tradito per per tre anni, mentendomi e ingannandomi; mi ha usato come capro espiatorio per tutto il tempo del matrimonio; mi ha sottratto le mie energie migliori impedendomi in pratica di vivere una vita piena; mi continua a ripetere che mi vuole schiava e che devo cedere; infine, dopo la fine della relazione con l’amante (è stato piantato dalla ragazza) è ritornato da me in funzione di dama di compagnia o badante di lusso, come preferite. Ha tentato anche di incidere sulla mia autostima dal punto di vista sessuale, per ridurmi allo stato larvale. E pure sostiene che siamo fatti l’una per l’altra, e che il sesso non sia necessario, e che questa che viviamo è la forma più pura dell’amore. Sono seguita da un equipe di psicoterapeute, che pure avendo rilevato la presenza di un legame perverso, con una tendenza alla collusione da parte mia, credo stiano sottovalutando il pericolo che la mia integrità psicologica sta correndo. La cosa che più mi dà rabbia è che sembra un santerellino, e cattura la benevolenza di tutti, estranei e familiari. Mia madre lo adora, nonostante sappia benissimo tutto il male che mi ha fatto. E’ così seduttivo in tutte le sue manifestazioni che non c’è nessuno che sfugga alla sua rete. Ma in realtà è assolutamente incapace di intessere relazioni vere e profonde con chicchessia. Oscilla tra i due poli opposti del bisogno (allora ci sono io, con tutta la mia forza e le mie capacità) e del potere (allora entra in campo qualche ragazzetta da disistimare, ma al contempo proteggere e per la quale svolgere la funzione di mentore, così da metterla in una condizione di dipendenza). Ha recentemente affermato che “amore è potere”. Nessuno sembra rendersi conto delle sofferenze che un soggetto così malato può infliggere a chi ha la sventura di innamorarsene. E’ riuscito a manipolare pure uno psicoterapeuta di coppia, che dopo venti minuti dall’inizio della prima (e ultima) seduta, aveva già preso le sue difese, facendomi passare per la moglie rompicoglioni di turno.
Chiedo a chi c’è già passato, o anche al dottor Brunelli: come rinforzarsi? Come affrontare la cosa, col minore danno per il figlio, che adora il padre (amore che ho contribuito io ad alimentare, consapevole del fatto che per un figlio l’amore del padre sia altrettanto importante rispetto a quello della madre)? Ci si può riprendere davvero? Sul piano delle consapevolezze, ormai le ho già raggiunte tutte. L’avevo scelto, perchè è uguale a mia madre, distante e anaffettiva. Ho tentato un’autoriparazione del danno subito da piccola, mettendomi nel letto un carnefice ben più crudele di una madre che pure mi ha vampirizzato, e dalla quale sono riuscita a staccarmi (per fortuna) solo negli ultimi anni. Può questo evento predisporre a una prognosi positiva? Cioè, come sono riuscita a razionalizzare il rapporto con mia madre, sarò in grado di effettuare un distacco terapeutico anche nei confronti di mio marito? E a quale prezzo?
Grazie a chi avrà letto queste mie parole.
Cara Albaserena, non so se ti chiami proprio così, comunque è davvero un bellissimo nome che promette alla grande, sicuramente per chi lo legge o l’ascolta e credo che ci sia una guida, una stella, anche, e soprattutto, per chi lo porta…e lo porti tu. Leggendo le tue parole arrivo alle tante domande che ti poni e che rivolgi a persone a te sconosciute in questo blog, ma che verso le quali sicuramente senti di riporre una qualche fiducia e questo è certo una cosa buona che ti può essere di aiuto insieme a noi. Non capisco però cosa intendi quando parli di “distacco terapeutico” da tuo marito, dopo esserti “staccata” da tua madre e il “prezzo” che dovrai pagare, nonostante le “consapevolezze” che hai raggiunto. Magari hai bisogno del tuo tempo per dire e dirci qualche cosa in più, ma sicuro un grazie da me per essere intervenuta e per averci parlato in parte di quello che vivi e di quello che provi.
UN ABBRACCIO
Cara Sisi, parlo di distacco terapeutico, nel senso che al contrario delle normali relazioni d’amore, la fine dei rapporti con questo soggetti deve davvero essere voluta a tutti i costi, a fini terapeutici. Vale a dire arrivi ad avere la consapevolezza che il distacco è l’unico modo (in questo senso terapeutico) per ripristinare la tua integrità psicologica. Il distacco da mia madre l’ho realizzato (molto dolorosamente, ma necessariamente perchè anche mia madre è un soggetto vampirizzante) quando mi sono resa conto che ero in grado di non assegnarle più alcun potere su di me. Le voglio bene, ma non riesce più a manipolarmi, anche se qualche volta ci prova ancora, ma inutilmente, perchè con lei mi sono ormai immunizzata. E il prezzo da pagare a cui mi riferivo era in relazione alle reazioni che mi posso aspettare da mio marito, nel momento in cui realizzasse compiutamente di avere perso il controllo su di me (speriamo al più presto). Spero di avere chiarito il mio pensiero. Ti ringrazio per le belle parole di accoglienza. Un abbraccio.
Sono qui,davanti allo schermo ma non lo vedo molto bene,gli occhi pieni di lacrime ,lo stomaco pieno di vino!Mia figlia ha avuto uno scontro frontale con il padre,lei non gliele manda a dire,le dice.Gli ha chiesto che padre poteva essere uno che per amante aveva scelto la madre del suo più caro amico,un ragazzo legato a mia figlia da rara e sincera amicizia,viaggi, scuola,uscite e non ultimo fidanzato di mia nipote da 5 anni.La seconda amante era la segretaria del suo commercialista con la quale mia figlia lavorando con il padre aveva contatti giornalieri,gli ha chiesto il perchè di tanta crudeltà,perchè a natale mia figlia doveva scegliere il regalo per la segretaria,perchè la portava a finti pranzi di lavoro dove c era anche lei.Gli ha detto che non lo perdonerà mai per ciò che le ha fatto.Il padre gli ha semplicemente detto,che quelle per lui non contavano nulla.Tutti contano nulla per lui,anche la figlia che non ha salvaguardato dalle sue nefandezze.Io sono quì sola con il mio doppio dolore e lei è in camera a pettinarsi i capelli con la cute piena di psioriasi.Come potrò salvarla,come potrò non farla diventare una donna disillusa e incapace di donare amore se una delle persone più importanti della sua vita l ha ferita a morte,come potrò rivedere il suo splendido sorriso, come potrò farle dimenticare tutto ciò!Vi chiedo aiuto perchè non trovo le parole giuste ed ho paura di sbagliare e sarebbe imperdonabile. un abbraccio alla mia amica Rosi e a tutte!
Purtroppo bisogna capire che certe sofferenze psicologiche vanno sostenute e curate come si fa normalmente in tuttoil mondo civilizzato ed anche da che mondo e mondo nei paesi più primitivi – perciò, come esiste il dentista esistono gli psicoterapeuti su tutto il territorio nazionale, e vi sono anche centri (soprattutto per le donne) ove sono svolti sevizi psicoterapeutici e di ascolto anche gratuitamente o a prezzo molto basso – d’altra parte, non mi riferisco qui a nessuno in particolare , moltissime persone preferiscono soffrire fino allo spasimo e non spendere neppure un minimo per un consulto serio, sebbene poi spendano con facilità per capi firmati o in più, cene e accessori vari … ripeto non mi riferisco a nessuno e non è una provocazione, è solo la constatazione di una chiara verità, purtroppo… quando la sofferenza diventa davvero pericolosa e atroce, bisogna considerare la problematica in termini di serio/grave problema di salute e correre ai ripari, cercando in tutti i modi di rivlgersi a specialisti (possibilmente prima che si arrivi a dover fare uso di psicofarmaci vari o di peggiorare il proprio stato fisico e mentale che poi finisce con il trascinare nel disagio e nella sofferenza anche altre persone che non c’entrano nulla, come figli, amici e parenti).
Dada ti capisco…anch’io alla frusta mi ribello…Vorrei avere ancora più energia da dare, ma quella che posso, te la invio volentieri e che tu possa moltiplicarla col tuo flauto interiore riaccordato sulle frequenze di quello di Elisa, per farla rifluire dentro di te e nel cuore delle persone che ti stanno lontano e vicino.
Un caldo abbraccio
Caro Dada, io davvero desidero inviarti tutta l’energia di cui senti il bisogno e nei limiti delle mie personali possibilità perchè credo che tu la meriti, per il modo in cui sei stato qui vicino a tutte/i noi ed in particolare a chi ne ha avuto in certi momenti più bisogno, con molta pazienza e solidarietà, talvolta di livello non comune secondo me. Ed anche per la tua grande disponibilità al confronto attraverso la quale hai dimostrato, come già ti ho detto in precedenza, una tua particolare e del tutto peculiare sensibilità e tratti di dolcezza maschile, inseme al desiderio di aiutare e comprendere le altre persone riuscendo anche ad individuare e descrivere alcune nostre singolari -in me, in Sisi, in Rosi, Pluma, Pam, ecc., alcuni tratti fondamentali. Forse in questo momento sei un pò stanco perchè hai dato molto in questo blog e le tue energie si sono un pò esaurite e, giustamente, hai bisogno di ricevere qualcosa in cambio, un pò della nostra di energia, che venga per te, così come sono lo sono venuti i tuoi consigli e le tue paarole dal tuo, dal nostro cuore, che non può che essere solidale con te che hai il coraggio, l’umanità e l’umiltà di fare una richiesta così chiara, diretta e specifica. Forse hai bisogno di nutrire un pò quel Dada che è rimasto a lungo in un angolo in silenzio, di dare riconoscimento ed amore anche a lui senza doverlo soffocare ma aiutandolo ad evolversi con minor paura di quella che ancora ha? Perchè per qualche motivo che non so si sente o è stato fatto sentire, colpevole? D’altro canto, seppure “quel” Dada, ha fatto qualcosa di cui non è fiero ed è lì in un angolo ma se ne sente colpevole, o anche no ma ha bisogno di libertà, vuol dire che è anch’esso una parte di te che ha bisogno di amore ed accoglienza e di elaborare ciò che sente in negativo per trasformarlo in qualcosa di positivo che attende solo di trovare la via per uscire da lì, alzarsi, guardare a sè stesso, nelle sue parti ed in toto, in modo diverso; e di trovare le parole giuste per esprimere ciò che ha ridotto in sè al silenzio, senza ferire però nè sè stesso nè altri -c’è forse questo timore, legato a qualche timore pregresso? -non gratuitamente ma eventualmente ascoltando le ferite che già ha dentro per “medicarle” con cura e sottrarre da esse un’energia che forse vi è legata per “tenerle ferme” e che potrebbe invece essere utilizzata diversamente, per te, essere rimessa in circolo per aiutarti a riprendere a pensare ed a fare le cose di cui senti davvero bisogno e tutto ciò che possa farti bene ed aiutarti ad uscire da questo empassè momentaneo. In ogni caso, caro Dada, vorrei dirti che ogni empassè, quando arriva sembra tragico e non dover finire e mette anche paura talvolta perchè sembra farci srofondare in una situazione così tanto diversa dall’abituale ed ha la caratteristca di sembrare “irrisolvibile” o come se dovesse durare per sempre o comunque troppo tempo(una specie di “stregoneria” che ci ha colpiti all’improvviso) mentre invece questi blocchi, sono appunto solitamente temporanei e se ben utilizzati, possono sia aiutarci a riposare un pò (in fondo, sei una persona che dà molto, in diversi modi e, anche se talvolta puoi sbagliare, questo è umano, lo facciamo tutti ma esserne consapevoli è già un primo enorme passo avanti rispetto a chi si sente sempre nel giusto e, anche se pure per te una volta forse -è un’ipotesi – era così, lo è comunque, perchè quando affermi che non sei una “vittima”, vuol dire che comprendi che anche in te ci sono – o sono stati- aspetti che non andavano e che hai fatto qualcosa e molto, da quello che si può comprendere di te, per migliorarli e ciò è estremamente apprezzabile secondo me ed in te, sempre secondo me, si vede , si sente, quasi vibrante a volte, l’esigenza e l’impegno personale per un cammino evolutivo che aiuti te stesso e come e quando puoi, anche l’altro). Quindi caro Dada, per riprendere un tua frase detta a Rosi, io faccio davvero il tifo per te, e lo faccio ancora di più quando leggo che hai parlato ed agito “trascinato dal tuo cuore”; io non so se e quanto tu avessi realmente la” testa schiacciata” dal cuore ma posso dirti che a me il tuo cuore, attraverso le tue parole il modo in cui le hai composte, comunicate, a me personalmente, è arrivato ed è arrivato sia quando l’ho sentito come un pò sofferente sia quando è stato forte, vibrante e palpitante di amore e di energia per tutti/e noi e soprattutto per chi ne aveva più bisogno; per questo, credo che la nostra energia e lo spero con tutto il mio di cuore, ti arrivi diretta e forte come tu ne hai bisogno e che ti aiuti a superare questo momento, affronatando le onde alte di cui ti senti in balia e che nel nuotare in mezzo al mare, ti accorga di avere anche molta forza nelle braccia per farlo, ritrovando il giusto ritmo del respiro e tutta quella lucidità mentale grazie alla quale puoi individuare la rotta per affrontare quei timori e quelle responsabilità in cui ti senti o ti sembra di esserti perso; noi uomini e donne, forse proprio perchè autocoscienti, ci si perde spesso per poi ritrovarsi con una nuova e maggiore energia, anzi, talvolta quando ci si perde, è proprio perchè abbiamo bisogno di farlo per ritrovare in noi qualcosa di meglio che ci renda più forti ed ancora più vicini, e riporti o porti in sintonia con la nostra mente a ciò che ci dice il cuore. Ed io sono sicura che in te sta avvenendo qualcosa del genere, una ricerca, connessa a qualche tua necessità interiore, di una maggiore sintonia che ti ridonerà un’energia maggiore e rinnovata. Io ti sono molto vicina e davvero cerco di mandartela così come mi è possibile e spero solo che tu riesca a sentirla come vorrei e che in ogni caso ti arrivi e possa autarti.
Un caro abbraccio
Elisa
temo di non capire ciò di cui stai parlando, ma sono qui… e siamo qui anche per te.
Certo Dada, ti inviamo energia, perché questa tua richiesta di energia la dona anche a noi, e fa capire che veramente che insieme possiamo esprimere ricerca e solidarietà che possono davvero aiutare e aiutarci. Ciao. P.B.
Questo per me è un caso di “vampirismo affettivo”, ha tutti gli ingredienti per esserlo , vi racconto in breve la mia storia
L’uomo dalle 2 vite:
Nella prima di spaccia per eterno peter pan, che non sarà mai padre, che ha amato in passato e non riuscirà più ad avere relazioni impegnative, però insegue un unica donna o meglio un unica amante “inconsapevole” di esserlo. Vive dai suoi genitori e poi nonni in romagna ed è molto riservato, geloso della sua privacy.
Nella seconda invece…si fidanza, si sposa, ha 2 figli, praticamente l’opposto della prima, tradendo però da sempre la sua fidanzata ufficiale divenuta poi moglie.
Il tutto ovviamente ben progettato, visto il lavoro fuori sede, distanza tra le due case ( romagna-veneto ) sport (moto )con amici, una doppia casa, ovviamente molto benestante ( saputo ovviamente dopo ), con me ha recitato la parte del tirchio
Io sono la protagonista della prima vita, vita che è durata tra alti e bassi, silenzi, allontamenti, riavvicinamenti, amicizia, relazione affettiva ben 12 anni ( ho scoperto il tutto a dicembre 2011, quando l’ho affrontato, mi ha raccontato l’ennesima bugia, spacciandosi per padre single, troppo tardi, oramai non gli credevo più)
Il dolore immenso che provo ora, è l’inganno subito, le menzogne, non parlo come donna, ma come persona!!! Ha messo in tilt tutti i miei valori con tutte il suo inganno e la non sincerità,ora non so che fare!!
Una parte di me vuole vendicarsi, l’altra dice no per non sfasciare la famiglia, l’altra ancora ha voglia di telefonare ai suoi genitori per dire chi è M.P. , visto che lui non ha frequentato la mia casa spacciandosi per chi non è, come ha conosciuto i mei genitori.
Forse solo così potrei inziare a rimarginare i segni che ho sul collo lasciati dal “vampiro”
Vi ringrazio per l’attenzione e complimenti per l’articolo.
Cara Silvy, scusa la mia domanda ma in cosa – cioè quali sono gli aspetti specifici che vedi come tali, secondo te -consiste nel tuo caso il “vampirismo affettivo?” fermo restando il pessimo comportamento di quell’uomo e con il massimo rispetto per la tua evidente sofferenza per questa situazione affettiva così problematica ed infelice. Puoi provare a descrivere meglio perchè lo chiami vampirismo affettivo e cosa intendi per “segni che ti ha lasciato sul collo?” Quella del vampiro, avrai letto, è una figura metaforica e non tutte le situazioni affettive infelici, talvolta anche tragiche per uno dei due sono riconducibili a questa dinamica definibile come vampirismo affettivo, come spiegato dal dott. Brunelli nel suo articolo sopra; invece tu ne sembri particolarmente convinta quindi, per farci capire meglio ed in modo che possiamo anche noi, se vuoi, cercare di dirti la nostra opinione ed aiutarti anche con la nostra vicinanza, soprattutto chi ha vissuto qualcosa di maggiormente affine a te, potresti descriverci un pò meglio, quando vuoi, la tua storia, parlando anche un pò dei tuoi sentimenti durante la stessa, al fine di una migliore comprensione e condivisione.Se tu riesci a condividere anche un pò i tuoi sentimenti questo può aiutarti sia a capire meglio sia a trovare, pian piano, una via possibilmente, per comprendere er migliorare in generale le tue condizioni o comunque, trovare almeno qualcuno con cui poter parlare ed essere accolta con i tuoi oproblemi. Forse in questo momento ti senti traumatizzata ed arrabbiata, confusa e non sai cosa fare?
Un caro saluto e benvenuta tra noi
Elisa
Mio marito è un manipolatore, non riesco a lasciarlo, cosi non è vivere è morire lentamente e consapevolmente.
Questa per me è la prima volta che scrivo,sono imbarazzata, non so quello che si può dire di personale ma ci provo.Mi sono sposata giovane e innamorata ad uno sportivo ad oltranza che fisicamente mi faceva sentire inadeguata. La sua adolescenza scandita da tradimenti del padre alla mamma ,botte e litigi.Mi sembrava un peluche impaurito. Lo proteggo da sempre dalla sua famiglia invadente e arrogante che non lo capisce,arrivano i figli, si fanno amicizie più o meno strette.Quelle strette diventano quasi parenti,chiamami zia, Natali e vacanze, che bella vita che h0! Poi in casa di mia madre trovo nel suo letto mio marito e la chiamami zia. Buio,talmente buio che vengo ricoverata, ho la febbre a 40,vomito, svengo,sarà influenza o voglia di sparire? Mio marito piange eccome piange, ha crisi di panico,fa bava dalla bocca,dorme per terra per strada,che cattiva che sono mi dicono le sorelle,distruggi tutto per una donnaccia che lo voleva a tutti i costi,l uomo è debole che vuoi farci,anche mamma nostra… ma poi gli è morto tra le braccia.Sono stordita,impaurita,impazzita,ho due figli,quella donnaccia lo voleva, ma lui alla fine vuole me,mi ama. Emotivamente per 6 anni ,lo amo, lo spio, lo odio,lo voglio,e purtroppo lo amo e chi ama è attenta e chi è attenta trova. Trovo di nuovo la quasi zia e un altra conoscente,una in macchina l altra in motel.Lo caccio, si stavolta lo caccio,urla, pianti ,nega,ma poi che?Ho le foto! si uccide, mi uccido, le ammazzo,ma quante sono? mentre penso ,mi viene un tumore,che bello penso ho altro da fare.Mi opero,è la mia ombra,finalmente ha capito,doveva aver paura di perdermi per capire di amarmi.Certo. Due mesi, dopo due mesi,ricomincia uguale uguale,stessi soggetti.Gli do 12 ore per sparire, piange si ridispera non ho più sentimenti ,non mi batte più il cuore,non ho emozioni sono fredda lucida, non mi ricordo chi sia,siamo distanti ,non so quando è successo sono lontana.Sono passati 8 mesi non riesco ad avere una separazione civile,lui è la vittima di una moglie sospettosa e gelosa non mi ha mai fatto mancare nulla,non mi ha mai picchiato,non spende soldi in giro sono per noi,per la sua famiglia.sapete che ha fatto questo essere, mi ha tolto la dignità, mi ha strappato la pelle di dosso,mi ha strupato l anima. Io così mi sento, è un narcisista? Un mostro, un anaffettivo, non so,lui non si sente colpevole,mi dice, per 4 corna che ti ho messo,hai distutto tutto! Chi è mio marito,chi sono io,come riuscirò a perdonarmi? la mia vita, un bleff
Coraggio Lulù, è un perioodo molto difficile, con molte cose dolorose, che si trascina da tempo… però sembra che lei ora voglia cercare di capire, di dare un senso alla sofferenza, agli equivoci, alle incomprensioni… se è così lei ha preso la strada giusta, non quella più facile e immediata, ma quella giusta sulla quale incontrerà nuove energie… per ricucire la propria vita la prima cosa è mettere il filo sottile nella stretta cruna dell’ago, lei qui questo primo passo può provare a farlo… con l’aiuto e l’incontro dei fili e dei passi degli altri… sì, perché qui del dolore si fa un ricamo per trasformarlo… e per stenderlo su una tavola dove si possa mangiare pane e amore, e, passo dopo passo, stare un po’ meglio insieme in questa vita.
Ha ragione dottore,ma credo che io stia bleffando con me stessa,mi prendo un giro,ironizzo quasi cinicamente ma, non affronto. Ho il terrore di analizzare cosa quest uomo ha fatto ad i miei figli,a me,a mia madre che ha cambiato casa perchè non riusciva più a vivere in quelle mura.Se dovessi affrontare il mio dolore,la mia dignità calpestata, la mia famiglia svenduta, mi trasformerei in una belva per dare giustizia ai miei cari,portandoli invece con ,me in un baratro.Come si fa ad essere superiori senza morire giorno dopo giorno. Chi era luomo che dormiva nel mio letto,cercando la mia mano ,chi era l uomo che di notte urlava i suoi incubi peggiori e di giorno mi baciava sul collo ,dopo essere stato con le sue amanti? Mi dica dottore,è un malato da compatire o solo un uomo scaltro senza sentimenti che dalla vita vuol solo ricevere.Che cosè l uomo che devo dimenticare? Il dolore va affrontato, o lasciato sonnecchiare senza disturbarlo finchè lui non si dimentichi di noi? Catalogare,esaminare,sistemare o fare un falò di tutto ciò che inutilmente ci portiamo dietro,e ci zavorra ,ci lega ci fa ricordare.Vorrei morire per rinascere nuova integra,positiva. Vorrei essere migliore per vivere meglio!
Ma questa è l’occasione per riprendersi la propria vita, e in certi casi è umano e giusto cercare sostegno in ogni modo per sé e per i propri cari… alle volte basta un salvagento o anche un pezzo di legno per non annegare e poi incontrare una scialuppa e poi una terra ferma… questo gruppo di auto-aiuto è un po’ un salvagente, ma se lo si frequenta può diventare anche una scialuppa… e poi ci sono altre possibilità perché le persone buone e volenterose esistono, e ne si incontrano di più quanto più cerchiamo di fare del nostro meglio per aiutare se stessi e gli altri. P.B.
Una della domande ricorrenti che qui compaiono in diversi interventi, come anche richieste rivolte al Dott. Brunelli, è quello di chiarire la differenza tra sofferenza da abbandono di un amore vissuto, magari a suo tempo, reciprocamente e trauma abbandonico da TDN. Per rimanere quindi in tema con l’informazione-scopo di questo blog, ritengo importante contribuire nel tentativo di favorire una riflessione che possa chiarire alcune peculiari differenze. Tutta la sofferenza merita rispetto e in quanto tale va differenziata. La sofferenza infatti non è tutta uguale, anzi, possiede infinite sfaccettature e tonalità diverse, diversissime e che valgono la pena di essere comprese bene, poiché ogni tipo di sofferenza, ci indica la strada che dovrà seguire il nostro destino, anche unico per tutti.
Cari amici, vi propongo la scena di un film, tratta da un famoso romanzo (di cui non dico il titolo per creare più mistero come dice Pam)dove viene rappresentata la scena cruciale traumatica (la più dolorosa) tipica del TdN. Magari aiuta per comprendere meglio la differenza tra dolorose pene d’amore e questa particolare esperienza traumatica, che credo possa solo esprimere il suo senso in un personale ed intimo silenzio. La storia completa tratta il narcisismo al femminile e al maschile, dove il primo(donna narcisista) risulta davvero inenarrabile che quasi non si può credere. Il protagonista maschile, quello della scena che vi propongo, è un narcisista cattivo che si pentirà in seguito, ma ( e personalmente dico purtroppo, perché a me dispiace una fine così dolorosa per tutti e non penso che nessuno la meriti, poiché tutti meritano il riscatto) non sopravviverà al suo senso di colpa. Per me la scena è davvero caratteristica, magari alcune parole che ci siamo sentite dire sono diverse oppure addirittura le stesse, ma i significati di tutte le frasi che dice l’amante narcisista all’amante inconsapevole sono, secondo il mio parere, occorrenze aderenti al famoso copione, efficacemente realizzate in scena e sceneggiatura nel film. Nella vita di tutti i giorni questo tipo di trauma si può vivere in contesti di comunicazione e interazione differenti, messaggi, telefonate, internet o incontri vari. In questo caso, ahimè, fa poca differenza per evitare un trauma che per sua definizione si serve della “consapevolezza narcisistica” e distruttiva dell’esistenza di un contesto amoroso unilaterale, certo e sicuro al fine di colpire con massima profondità per ottenere la massima entità del danno: la distruzione dell’amore.
Molti di voi l’avranno già visto o letto il romanzo, consiglio comunque la visione di questa scena a coloro che hanno almeno in parte superato il culmine della sofferenza, onde evitare un’ulteriore sensibilizzazione di ferite ancora troppo fresche e/o aperte. Magari si potrà guardare in seguito.
Un abbraccio forte e un sostegno condiviso da parte mia verso la sofferenza di tutti.
https://www.youtube.com/watch?v=-FOu4gjfLkc
Come ben si sa, una delusione amorosa in quanto tale, senza altri traumi è uno tra gli eventi più dolorosi della vita… lasciarsi, essere lasciati, anche se con tutte le possibili attenzioni è sempre una sofferenza psichica molto forte, e a volte può essere anche grave… inoltre per quanto si possa fare attenzione è facile dire e fare cose che feriscono il partner che viene lasciato, purtroppo è così ed è bene avere un sostegno e una comprensione, anche di tipo psicoterapeutico, per lenire e trasformare la sofferenza… quando invece si è vissuto un crescendo di ambivalenze e ambiguità distruttive da parte di un partner riferibile ad un quadro borderline o narcisista, o comunque con comportamenti cattivi, crudeli, manipolatori, ingannevoli, svalutanti (insomma da vampiro che vuol succhiare l’anima, la vita, la forza di un essere umano e che quindi predilige farlo con il partner in quanto debole per via dei sentimenti) – allora ci troviamo in una condizione diversa, con tutta evidenza patologica, rispetto ad un’ esperienza abbandonica che pure se dolorosissima rientra in un quadro di normalità.
Per avere un orientamento circa il tipo di vampirizzazione, in riferimento ai quadri narcisista e borderline, ricordo che il quadro narcisista è stato ricavato in diagnostica come una sottoclassedel quadro borderline (e recentemente è stato riassorbito in quest’ultimo – ma ciò solo nel DSM 5 – manuale psichiatrico… – mentre in altri trattati ad orientamento psicodinamico è invece ben distinto). Dunque le differenze, come ho accennato nell’articolo possono essere più o meno le seguenti – il copmportamento borderline è caratterizzato da un prendere e lasciare – tira e molla – che tende a durare all’infinito e da stati egodistonici, cioè il soggetto riferito al borderline manifesta la sua sofferenza, la sua rabbia, il suo disordine interno, sembra non voler mollare mai la sua preda… è come se se la volesse mangiare (psichicamente) un pochino per volta, facendola ricrescere e tenendola sempre viva, e se la preda scappa la cerca e fa di tutto per tenerla legata per poi appunto nutrirsene… invece il quadro narcsista è egosintonico, vuol direche si è convinti e si si esprime di essere nel giusto, d stare abbastanza bene e quindi rabbia e cattiveria verso il partner servono per punirlo giacché ha fatto perdere del tempo dimostrandosi non all’altezza delle aspettative, ciò avviene anche qui con una escalation di ambivalenze e ambiguità sempre più estreme, fino a quando la preda è psichicamente sconvolt, destabilizzata ‘esangue’, allora quando il ‘vampiro’ (di tipo narcisista) è certo di aver succhiato tutto il possibile con ulteriore dispezzo e crudeltà butta via la ‘carcassa’ della preda come se fosse un limone spremuto o una scarpa vecchia, ma a tal fine deve prima ‘finire il lavoro’ cioè deve percepire che la preda è stta effettivamente il più possibile distrutta, altrimenti se la tiene e ritorna , appunto per ‘fiire il lavoro’ (mentre il borderline non ‘finisce mai’, come un inferno permanente). Quale dei due vampiri sia peggiore o migliore dipende dai gusti (scusate la battuta, ma bisogna anche sdrammatizzare)… BISOGNA SEMPRE RICORDARSI CHE QUESTI COMPORTAMENTI DA VAMPIRO NON SONO SENTITI COME CALCOLI COSCIENTI, OPERATI CON CONSAPEVOLEZZA, RENDENDOSI VERAMENTE CONTO… SI TRATTA DI PROCESSI CHE VENGONO MESSI IN ATTO IN AUTOMATICO E, CON LA CONVINZIONE CHE LA PREDA MERITI VERAMENTE UN CERTO TRATTAMENTO, IN QUANTO I ‘VAMPIRI’ CREDONO CHE OGNI LORO MALESSERE E FRUSTRAZIONE SIA PER COLPA E INSUFFICIENZA DELLA PREDA, PER CUI LA LORO CATTIVERIA DISTRUTTIVA, NELLA LORO MENTE E’ RABBIA E VENDETTA CONTRO LA PREDA E’ UNA QUESTIONE DI DIFESA E PERSINO DI GIUSTIZIA… ??? Eh, già perché loro covano inconsciamente una rabbia e una vendicatività ‘orale’ (la fse primaria dell’attaccamento nel modello di Freud) verso la madre o il padre o entrambi e l devono sfogare con qualcuno altrimenti arriverebbero ad impazzire in modo assai più conclamato, e quindi la trasferiscono (transfert) sul partner quale fgura di attaccamento vicaria che deve pagare i torti, reali o immaginari, subiti nell’infanzia. Naturalmente il partner prediletto come preda viene scelto gradevole, piacevole, capace di dare, perché loro hanno bisogno di provare un certo attaccamento, un certo legame, altrimenti poi non possono fare il transfert distruttivo verso una persona con la quale sono riusciti a creare una relazione (patologica) di attaccamento (sostitutivo di quello infntile frustrato e orientato, nell’inconscio a farl pagare a qualcuno).
Va poi detto che sia i vampiri di tipo borderline o narcisista, sono capaci di momenti e periodi, di sincerità, passione, piacere, ma specialmente nelle fasi iniziali e quando devono recuperare (riparare) l’altro per poter poi procedere nelle rispettive forme di vampirizzazione (io direi che nel caso narcisistico si tratta di un’esasperata agonia che porta alla fine psichica, mentre nel caso borderline si prediligeuna sorta di stato agonizzante ‘a vita’…). Intendo dire che ‘loro’ non fingono i loro sentimenti, in quanto sono agiti da questi in modo molto nconsapevole e quindi sono a chiazze, a sprazzi, a macchie, effettivamente ora buoni e ora cattivi, come il ‘bello e il cattivo tempo… una persona che li ama e quindi è più devole e cieca viene così sottoposta ad un’altalena emozionale devastante… ma questo lo sappiamo… questo breve intervento era solo per cercare di spiegare un po’ di più certi passaggi del mio articolo… ma bisogna ricordarsi che è indispensabile per guarire di non fermarsi ai giudizi e alle classificazioni del partner negativo o della propria negatività, occorre un profondo esame di se stessi e della propri relazione soggettiva che faccia comprendere le soggettive e uniche modalità di relazione patologica che si è soffertyo, in quanto seppure vi sono similitudini ogni persona e ogni relazione è unicissima, e solo se si lavora sulla propria storia in modo veramente specifico e senza schemi e pregiudizi, si può poi elaborarla e un po’ al volta detraumatizzarsi, riabilitarsi, trasformarsi e liberarsi per un nuovo senso dell’amore e della vita… IO LO SO CHE QUESTO E’ POSSIBILE! CREDETEMI! MA E’ FONDAMENTALE CHE (ANCHE NEI MOMENTI PIU’ BUI) DOVETE SEMPRE CREDERE DI FARCELA, CIOE’ DI CREDERE FERMAMENTE IN VOI STESSI E NELL’AMORE.
ieri ho scritto un commento che forse è andato pperduto. lo rincollo:
grazie per la risposta Dada. quanto alla fiducia in me dici spesso che sono sulla buona strada. personalmente a volte mi sento arrancare e in certi momenti non mi viene in mente nessun buon motivo per cui continuare. oggi è stata una di quelle giornate. certo non è sempre così. (ho sognato che avevo in mano un foglietto su cui erano scritti i vostri nomi!)
non dubito che tu soffra… me lo chiedo.. ma non dici… forse eviti di cadere in quelli che chiami sentimenti spazzatura? io le chiamo emotività ridondanti… qualche volta me le concedo e mi dico che magari servono a dare sfogo alla parte mia più debole, che sta là e piange ancora, che io lo voglia o no, e che mio malgrado esiste, anche se è diventata una parte infinitesimale di ciò che era prima. allora ero solo una grande ridondante emotività o un’immensa denuncia fine a se stessa… poi giù a scavare… mi piace pensare che chissà per quali vie serve anche al mio corpo liberarsi di ciò che rimane di quel delirio, perché non ne risenta. grazie per le perle..! Ti abbraccio
Eccomi di ritorno dopo una lunga assenza da questo blog, non sono intervenuta ma vi ho continuato a leggere. Questi due mesi mi sono dovuta curare per un disturbo che avevo trascurato da tempo. Tra gli effetti della vampirizzazione interiore (quella che operiamo in complicità con il vampiro esteriore, ossia con il partner narcisista) rientra secondo me la trascuratezza nel curarsi, farsi i controlli, i check up, le terapie giuste. Poi pero’ , una volta intrapreso il proprio cammino di guarigione, psicologica e sentimentale, bisogna correre ai ripari e in fretta e andare dal medico.
Dico questo nello spirito pragmatico che mi contraddistingue e che non vuol dire voler ignorare la sofferenza e la disperazione di tante persone che partecipano a questo blog, tutt’ altro. Vuole anzi affermare che la vostra vita, la nostra vita è cosi preziosa, cosi importante, anche se adesso potremmo non avere stimoli a viverla, o sentirci svuotati dentro. Certe relazioni sono profondamente pericolose per la nostra vita e per la nostra salute.
Visto che si è giunti a parlare in questo blog anche di biochimica è giusto secondo me arrivare a dirsi che la sofferenza di certe relazioni incide sulla biochimica e sul funzionamento di tutto il corpo, alterandone il funzionamento. L’ immagine del vampiro come è stato qui benissimo spiegato e in più occasioni, è evidentemente metaforica, il sangue non viene realmente succhiato fuori dal corpo, eppure, il sangue, pur rimanendo in circolazione, cambia. Sicuramente c’è in circolo piu adrenalina, dovuta allo stato costante di allerta e di tensione, forse ci sono più scarti e tossine per via dell’ alimentazione sbagliata (chissenefrega di mangiare bene e in modo sano, se dentro ci si sente delle “pezze” abbandonate, giusto?) E chissa’ per quanto tenpo abbiamo fumato troppe sigarette, alcolici, calmanti.. Il mio consiglio allora è di andare dal medico e farsi fare dei controlli.
Oggi ho visto un pezzo di un film che non avevo visto “La vita che vorrei”. C’ è un momento in cui
Il partner narcisista viene lasciato, la donna (in questo caso), gli dice che pur provando un grande dolore non vuole piu vederlo, ed aggiunge “Sei una persona cosi triste…mi fai pena.Io posso stare male ma non rimango mai ferma, mentre tu stai sempre fermo”
Non vi aiuta pensare che, anche se sta molto male, il partner traumatizzato dal narcisista può cambiare, progredire, muoversi, mentre chi è affetto da narcisismo, a causa dell’ aspetto psicotico del suo problema, non è in grado di farlo e resta sempre fermo senza potersi evolvere?
(certo che però è triste…)
Baci e rose a tutti
Giuliana – counselor
ciao Rosi,
buonanotte. Non ho parole per rincuorarti ma solo la mia presenza a raccogliere la tua sacrosanta accusa. sappi che è anche la mia. forse un giorno scopriremo che questa condivisione ha un valore che va oltre la nostra momentanea comprensione.. questa condizione sparirà e torneremo semplicemente ad essere libere.
deve esserci qualche problema con la mia ricezione dei commenti altrui e con la pubblicazione dei miei. è la seconda volta che uno dei miei post resta in sospeso e stamattina non ne ho ricevuto uno per posta che poi invece ho trovato pubblicato. reincollo il mio di ieri sera.
ciao Rosi,
buonanotte. Non ho parole per rincuorarti ma solo la mia presenza a raccogliere la tua sacrosanta accusa. sappi che è anche la mia. forse un giorno scopriremo che questa condivisione ha un valore che va oltre la nostra momentanea comprensione.. questa condizione sparirà e torneremo semplicemente ad essere libere.
ti avevo immaginata alle 23:59 a scrivere al computer. la figura di una donna, nella penombra, davanti allo schermo, sola, a fare per l’ennesima volta il punto della situazione, su di sé. in quei momenti si resta soli, ci si tiene la frustrazione, si aspetta che passi oppure si cerca chi sta nella tua stessa identica – o simile – situazione.. io ero nella tua stessa identica situazione: sola, in silenzio, davanti allo schermo, a rimettere a posto i pezzi, ancora. erano le 23:59. così ci siamo incontrate e abbiamo condiviso e continueremo a farlo. Penso che quando torneremo ad essere libere, e con torneremo intendo proprio il torneremo che dici tu, guarderemo indietro a queste nottate con grande tenerezza e con grande orgoglio. buonanotte a tutti
Carissima Rosi,
non c’è infatti niente di te che devi cambiare perché sei perfetta esattamente cosi come sei. E’ l’ amore non corrisposto che dentro ognuno di noi ci impedisce di fidarci di noi stessi e ci impedisce di apprezzarci e di esprimerci secondo la nostra natura e i nostri talenti.
Questo amore non corrisposto va allora trasformato altrimenti va ad alimentare le credenze distruttive e autodistruttive. Una credenza secondo me distruttiva è che “ il mondo è dei furbi e dei menefreghisti”, di quelli che non amano ma piuttosto si fanno amare. Questa frase si sente spesso, in bocca alle persone più diverse e in molte occasioni ma non bisogna farla nostra, non è vero che il mondo è dei furbi. Il mondo è delle persone sincere, per le quali, le relazioni significative sono fatte di cuore, di testa e di anima. E per arrivare a questo si impegnano, si sforzano di capire l’ altro, di approfondire la propria conoscenza delle cose, si mettono anche e volentieri in discussione, si danno con generosità e sono capaci di accettare e di godere della generosità degli altri, sanno dare e sanno prendere. E non c’è niente di sbagliato in questa sincerità che fa manifestare l’ autenticità della persona, ma è necessario imparare a includere in questo progetto di amore e di creazione di senso anche se stessi e la propria felicità, non rimanerne fuori, con solo tante illusioni.
La solitudine affettiva e sentimentale è molto dolorosa, ma per persone che sanno e vogliono amare è solo una condizione transitoria, non possono non arrivare altre e migliori occasioni.
Cara Rosi, baci e rose (è meglio stare qui di notte, viva e dolente a cercare parole, piuttosto che dormire il sonno dello zombie).
Giuliana – counselor
Giuliana il tuo intervento ripete le cose che sappiamo già eppure aggiunge qualcos’altro, mi sembra, che rende più giustizia a chi sta soffrendo. Trapela una speranza e una carezza in più dalle tue parole. Te ne ringrazio
Sai cara Rosi hai proprio ragione, io da ormai un anno mi sforzo di riprendere a vivere, di dimenticare, di farmi una ragione del fatto che e’ finta, che “lui” non fa piu’ parte della mia vita e dovrei essere contenta. Leggere le pubblicazioni del Dott. Brunelli e capire che tante altre persone hanno vissuto questo enorme dolore mi e’ servito molto, ma non c’e’ piu’ un giorno di serenita’ nella mia vita. A questo punto non so davvero se il tempo puo’ bastare ad aiutarmi o se forse sara’ necessario chiedere un aiuto specifico. Pensavo che trovare una spiegazione ai comportamenti che quella persona mi ha riservato fosse finalmente la chiave di svolta, la soluzione; ma mi accorgo che non e’ cosi’, c’e qualcosa dentro di me, nella mia mente, nel mio cuore, nella mia anima che non funziona piu’. Scusa se invece di consolarti, di incoraggiarti, ti riverso addosso la mia angoscia ma e’ un modo per dirti che ti capisco benissimo perche’ anche io non ne posso piu’ e spesso penso che forse la colpa e’ mia che non sto’ reagendo correttamente, ma cosa devo fare? cosa posso fare se non riesco piu’ a riempire le mie giornate se non di dolore continuando a chiedermi cosa ho sbagliato, forse se anche io mi fossi comportata diversamente con lui non sarebbe finita cosi’? Mi pare che alla fina la pazza ero e sono io.
Sai cara Rosi hai proprio ragione, io da ormai un anno mi sforzo di riprendere a vivere, di dimenticare, di farmi una ragione del fatto che e’ finta, che “lui” non fa piu’ parte della mia vita e dovrei essere contenta. Leggere le pubblicazioni del Dott. Brunelli e capire che tante altre persone hanno vissuto questo enorme dolore mi e’ servito molto, ma non c’e’ piu’ un giorno di serenita’ nella mia vita. A questo punto non so davvero se il tempo puo’ bastare ad aiutarmi o se forse sara’ necessario chiedere un aiuto specifico. Pensavo che trovare una spiegazione ai comportamenti che quella persona mi ha riservato fosse finalmente la chiave di svolta, la soluzione; ma mi accorgo che non e’ cosi’, c’e qualcosa dentro di me, nella mia mente, nel mio cuore, nella mia anima che non funziona piu’. Scusa se invece di consolarti, di incoraggiarti, ti riverso addosso la mia angoscia ma e’ un modo per dirti che ti capisco benissimo perche’ anche io non ne posso piu’ e spesso penso che forse la colpa e’ mia che non sto’ reagendo correttamente, ma cosa devo fare? cosa posso fare se non riesco piu’ a riempire le mie giornate se non di dolore continuando a chiedermi cosa ho sbagliato, forse se anche io mi fossi comportata diversamente con lui non sarebbe finita cosi’? Mi pare che alla fina la pazza ero e sono io.
Gent.le Dott. Brunelli, dopo un anno di disperazione interiore ho finalmente trovato un po’ di pace grazie alle sue pubblicazioni. Io non sapevo nemmeno che esistesse il narcisismo. Ho letto per caso uno dei suoi articoli (poi li ho letti tutti; letti e riletti con avidita’ , stupore e persino gioia) e finalmente ho trovato una risposta alla mia angoscia. Ho finalmente capito cosa avevo. E’ bastato gia’ questo a migliorare il mio stato d’animo, a fare chiarezza in quella confusione che mi stava annientando. Vorrei dirle mille cose, ma non credo sia necessario, tutto cio’ che Lei ha detto e’ la sola spiegazione plausibile alla mia tremenda avventura. GRAZIE, se non avessi capito con chi ho avuto a che fare sarei potuta impazzire. Grazieeeeeeee !!!!!!!!!!!!
Ne sono molto lieto. Grazie. Un caro saluto